Blind Sight [TaeKook]✔︎

Hananami77

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AVVISO: LA PRIMA PARTE DELLA SAGA NON E' ATTUALMENTE DISPONIBILE PERCHE' E' STATA TOLTA (non da me) PER CUI... Еще

Introduzione
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[45] *Yoonmin*
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~Epilogue~
*Taekook Special*

[53] Our happy ending

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Hananami77

Taehyung (sei mesi dopo)



Quando Jungkook si voltò a guardarlo con occhi luminosi e dorati, il volto connotato da una marcata sfumatura purpurea ed i capelli appiccicati alla fronte sudata, il suo stomaco si strinse e si chiuse come se gli fosse stato sferrato un pugno. 

Goccioline di sudore gli imperlavano la fronte e scendevano velocemente lungo le tempie,  perdendosi oltre le sopracciglia per infrangersi sulla canotta o sul pavimento che, se avesse continuato in quel modo, era sicuro lo avrebbe accolto per intero.

Guardò con occhi sgranati Jungkook stringere i denti e sentì il cuore accelerare i battiti non solo al relativo stridio, ma anche in risposta ai pesanti ansimi e sbuffi che gli uscivano dalle narici allargate per poter incamerare aria sufficiente a permettergli di affrontare quello che stava succedendo. 

«Tae, prendimi un asciugamano» la voce di Onew era arrivata con una calma disarmante e quasi assurda per lui, che non staccava gli occhi dalla figura della sua metà e da Onew posizionatosi esattamente tra le gambe.

Tra le gambe aperte della sua metà.

Tra le gambe aperte della sua metà palesemente incinta e pronta a partorire.

Deglutì pesantemente senza muovere un muscolo, l'espressione era concentrata come se stesse provando a ricomporre un puzzle intricato, come se fosse alla ricerca di un codice segreto dietro una pergamena antica ma in una contemplazione del nulla. Il sibilo acuto che gli arrivò alle orecchie lo convinse ad alzare gli occhi su Jin, intento a tamponare il collo e la fronte di Jungkook con un panno umido e che a sua volta ricambiava il suo sguardo con un implicito "ti muovi o ti faccio muovere io?"

«Taehyung, vai a prendere un asciugamano! Veloce!» esclamò Jin alzando gli occhi al cielo, riuscendo però a ridestarlo dallo stato di catalisi più totale in cui sembrava essere inevitabilmente caduto.

La testa rossa di Taehyung oscillò come per volontà propria per dare il suo assenso e Jin si prese qualche attimo per osservare con divertimento la scena di un Taehyung intento a destreggiarsi in quella situazione come un automa, vagare nella stanza e studiare con gli occhi un modo per non lasciare il fianco di Jungkook ma, allo stesso tempo, fare ciò che gli era stato chiesto. 

In realtà non credeva che la sua presenza lì potesse in qualche modo essere di gran conforto che Jungkook, era più il contrario -ma questo sperò non fosse troppo palese. 

Ok, doveva ammettere che forse non era stata un'idea grandiosa presiedere al parto della sua metà -perché non si sentiva neanche così tanto in forma- ma si doveva rendere utile e non avrebbe scollato il culo da quella stanza neanche se ne fosse valsa della stabilità del quartier generale. 

Individuato il mobiletto dove venivano contenuti tutti gli asciugamani puliti, ne afferrò una serie senza neanche curarsi di quanti e quali, provocando in Jin l'ennesimo moto di divertimento come lo vide tornare con un quantitativo di asciugamani pari all'ammontare complessivo del quartieri generale. 

«Ne bastava uno solo, ma abbondare non fa mai male» Onew lo disse trattenendo un piccolo risolino e gli infuse un pò di coraggio vedendo approcciare Taehyung per posare tutto ciò che aveva racimolato direttamente al suo fianco. 

Se la curiosità uccise il gatto, in quel caso stava uccidendo Taehyung, che sentì l'irrefrenabile voglia di fuggire come assecondò quella malsana idea di lanciare un'occhiata a cosa stesse succedendo tra le gambe di Jungkook. In quel momento tutte le scelte della sua vita gli passarono davanti in un lampo, il colorito lasciò il suo volto e si ritrovò a boccheggiare guardando quella voragine che sembrava contenere le sue paure più recondite minacciare di far uscire un bambino da un momento all'altro.

Onew si voltò verso di lui con le sopracciglia alzate e lo vide guardare boccheggiante la dilatazione che stava tenendo sott'occhio da ormai quaranta minuti, sospingendolo gentilmente via con un sorriso di incoraggiamento e la speranza che non svenisse da un momento all'altro.

Taehyung si mosse velocemente e si piazzò di fianco Jungkook che gli arpionò il braccio con un movimento così repentino che lo fece sobbalzare ma strinse le labbra senza dire una parola nel  sentire le unghie scavare nella sua pelle come se fosse un cuscino. 

Gli occhi di Jungkook erano fissi nei suoi mentre lo guardava ansimante e scosso da dolorose contrazioni.

«T-te...» annaspò senza però finire la frase, stroncata da un ringhio. 

Jungkook gettò il capo all'indietro e strinse la presa su di lui, convincendolo a posare la mano sulla sua per carezzarla con movimenti lenti che sperava potesse confortarlo. Gli si inginocchiò vicino con il viso pallido e gli passò poi una mano tra i capelli -mano che tremava terribilmente e non sapeva neanche lui come fermarla.

Insieme al suo cuore, non riusciva a controllare neanche il suo corpo scosso da piccoli brividi o la mente che pensava a tutto e niente alla velocità della luce e men che meno gli occhi che vagavano veloci su tutto senza però focalizzare nulla.

Ora, Taehyung aveva sempre pensato a sè stesso come una persona capace di poter resistere alla pressione e allo stress egregiamente, o di poter valutare con criterio qualsiasi situazione con occhio clinico e attento. Gli piaceva pensare di essere in grado di gestire ogni situazione -pericolosa o meno- con estrema razionalità e la sua caratteristica quanto adesso più misurata impulsività, che riusciva a rendere tutto perfetto e terribilmente facile da controllare.

Ma questo perchè, nel conto, non c'era in gioco Jungkook.

Perchè quando Jungkook aveva urlato dal bagno il suo nome unito ad una terrificante frase che era stata molto simile a «E' arrivato il momento!» in una sequenza i cui decibel avevano fatto tremare i vetri, Taehyung aveva sentito un qualcosa di strano ed anomalo dentro di sé. Qualcosa era scattato nel momento stesso in cui aveva assimilato il significato di quella frase urlata, di quella macchia di liquido amniotico che si era espansa nei pantaloni della tuta di Jungkook e nel fatto che questo riuscisse a stento a stare in piedi guardandolo allarmato. Aveva corso in direzione della sua stanza come se stesse partecipando a delle fottute olimpiadi per la medaglia di platino -l'oro non era sufficientemente prezioso per correre in quel modo e quasi schiantarsi contro il muro per la furia.

Un nuovo senso di eccitazione, euforia, ansia e trepidazione si erano impossessati della sua persona e gli avevano dato la forza di fare quello sprint e di sentirsi pronto al momento, pronto a tutto...prima di assimilare la consapevolezza che Jungkook stava per dare alla luce i suoi figli.

I loro cuccioli.

Ricordava ancora come, dopo aver scoperto che Jungkook era riuscito a rimanere incinto, avevano passato l'intera notte a guardarsi con un misto di commozione ed euforia, con Jungkook che si toccava la pancia ad occhi sgranati e gli lanciava delle occhiate emozionate e intimorite, sorridendo verso di lui mentre egli stesso si sentiva l'uomo più fortunato della terra ed impaziente di vedere che volto avessero i suoi cuccioli.

A prescindere dal genere, dal secondo genere e da altre futilità come potevano essere il colore dei capelli o degli occhi, i suoi cuccioli sarebbero stati la cosa più perfetta e meravigliosa esistente e su cui i suoi occhi avrebbero avuto l'onore di posarsi.

Da quel momento in poi, le sue abitudini e la sua intera visione di vita si erano in qualche modo uniformate alla nuova situazione, e quindi ogni mattina svegliarsi con Jungkook arrotolato addosso che si lamentava della nausea o che, spesso, lasciava il comodo giaciglio accogliente per correre verso il bagno e rimettere solamente dei succhi gastrici, era diventata la sua nuova quotidianità insieme alle coccole post-nausea e di bacetti sulla pancia-anche se piatta.

Rideva ancora al pensiero di quanto fosse stato tenero nel momento in cui Jungkook gli aveva chiesto alle tre e quaranta del mattino di andare in cucina a prendergli un ghiacciolo all'amarena. E non c'era niente di male in quella richiesta insolita, se non fosse stato che Jungkook aveva sempre odiato profondamente l'amarena e qualsiasi cosa da essa derivata; ed infatti, mentre lo mangiava con gusto facendo sì che le labbra gli si tingessero di una deliziosa sfumatura rossa -un po' dovuta al freddo del ghiacciolo ed un po' dovuta al gusto- si lamentava di quanto in realtà facesse schifo e sapesse di sintetico, sentendosi però soddisfatto di averlo mangiato.

O meglio, averlo mangiato in quel momento e rigorosamente sul pavimento avvolto dai cuscini e da Taehyung, la cui testa penzolava sulla sua per il sonno ma che non smetteva di fargli piccole carezze sull'addome. E poi, l'alpha aveva avuto la malsana ed infelice idea di pizzicargli i fianchi con fare affettuoso che lo aveva portato ad avere l'intero contenuto dello stomaco di Jungkook -ghiacciolo compreso- spalmato addosso. 

Ma tutti quei momenti erano chiusi in un piccolo quanto speciale cassetto della mente di Taehyung perchè insieme alla pancia di Jungkook, poi, si era iniziata a gonfiare anche la sua irrefrenabile emozione che lo portava a tenere l'orecchio costantemente appiccicato al ventre rigonfio della sua metà sentendola ridere di cuore quando l'alpha sobbalzava a sentire i cuoricini battere velocemente mentre gli parlava della sua giornata o gli canticchiava qualche ninnananna improvvisata.

A crescere era stato anche il peso di Jungkook, che viveva principalmente di latte alla banana e riso fritto al kimchi, finendo poi per pizzicarsi le guance e sbuffare come un treno davanti lo specchio vedendosi grasso quanto rinoceronte. A quel punto, toccava a Taehyung sbuffare e dirgli che stava benissimo anche con i fianchetti o con il sedere più pieno.

Dopo quelle brutali e veritiere risposte, un soprammobile decideva sempre di suicidarsi contro il muro, schivato da Taehyung ma lanciatogli contro da un offesissimo Jungkook. Ma tanto poi facevano pace con intense sessioni di baci e coccole, quindi non aveva poi così importanza che avessero cambiato quattro abatjour nell'arco di quindici giorni.

Jungkook, nel frattempo, si era dovuto inventare mille ed una scuse per convincere Taehyung che essere incinti non significasse essere invalidi.

Aveva iniziato a sospettare che, in fondo in fondo, l'alpha cogliesse ogni occasione per prenderlo in braccio o per tenerlo sulle sue gambe con le mani sempre poggiate sul suo pancione, a prescindere da cosa o da chi ci fosse davanti. Agli occhi dell'alpha infatti, Jungkook era una specie di piccolo miracolo, un'incarnazione della felicità che gli stava donando la possibilità di avere una famiglia e dimostrare a sè stesso di essere un alpha migliore di quello che era stato Kim, un padre migliore di quello che aveva avuto in passato ed una metà degna di questo titolo. Vederlo con il ventre rigonfio che portava in grembo i suoi cuccioli aveva portato tutto su un altro piano.

Se si fermava a riflette, gli ultimi mesi erano stati i più belli. Non sapeva perché ma un Jungkook visibilmente incinto, con la sua felpa a ricadergli addosso mentre canticchiava una melodia che aveva già sentito anni prima, o la possibilità di vedere le loro mani poggiarsi ai lati della pancia per sentire quei calcetti, il piccolo tallone spingere contro la sua mano e ritirarsi subito dopo non appena toccato... erano momenti che, più di tutti, avrebbe custodito nelle sue memorie.

Niente, neanche la più grave delle amnesie sarebbe stata in grado di cancellare tutto quello.

 «T-Te l—» l'ansimo sforzato di Jungkook lo riportò al presente e si sporse maggiormente verso di lui con fare preoccupato, carezzandogli i capelli in attesa che finisse la frase.

«Te lo taglio» finì ringhiando a denti stretti l'omega, facendo deglutire sonoramente l'alpha e spingendolo a lanciare uno sguardo verso un Jin soddisfatto di vedere Taehyung reagire finalmente come una persona normale e non come una specie di lupo sotto testosterone.

Jungkook lasciò il suo braccio per afferrargli la mano e stringerla forte tra le sue, sentendo però il sudore colargli dalle tempie per l'ansia.

Lui non poteva sentire il dolore che stava provando Jungkook, ma ogni volta che arrivava una contrazione, ogni volta che Jungkook emetteva quei gridi misti a ringhi a denti stretti, naso arricciato e occhi strizzati, aveva una chiarissima idea di cosa stesse passando l'altro.

«Resisti amore, tra poco finirà tutto» sussurrò con voce roca, schiarendosela subito dopo e guardando Onew dire qualcosa a Jin che il suo cervello rifiutò di comprendere.

Pensò a Jungkook e si ritrovò ad ammettere che stava provando quello aveva provato nel momento in cui, mentre correva nella foresta, accelerava il passo e sentiva l'adrenalina aumentare, l'euforia crescere, il mondo sfilare veloce intorno come un'unica macchia di colore ed un solo pensiero nella mente. 

«Sei centimetri, ci siamo quasi, mancano due centimetri e potrai iniziare a spingere» asserì Jin annuendo tra sè con sguardo emozionato.

Quella era una notizia un po' troppo forte da reggere per la sua povera mente, ma Jungkook guardò nella sua direzione con quello sguardo dorato e con una punta di ansia che lo fecero riprendere quasi subito.

«Ta-Tae n-non and—» Taehyung continuò a fargli delle piccole carezze sul capo anche se sapeva perfettamente di avere gli occhi rossi in risposta a quelli dorati del suo compagno, ma gli lasciò un bacio sulla fronte. «Non me ne vado» gli mormorò, perché Taehyung sapeva quanto Jungkook odiasse affrontare quelle situazioni da solo.

Anche se non si sentiva neanche un po' in grado di dare coraggio a sé stesso, doveva darne un po' a Jungkook, che stava passando degli attimi piuttosto intensi.

Ma più forti e frequenti erano le contrazioni, più alti erano i suoi battiti cardiaci e più accelerava quella corsa immaginaria in mezzo al verde. 

Si guardò intorno alla ricerca di un vano supporto morale ma, al contrario, aggrottò la fronte. Gli era mai successo prima di sentirsi la persona più stupida della stanza? Non che ricordasse, ma era proprio ciò che sentiva in quel momento.

Alzando gli occhi su Onew e Jin, quei due sembravano tranquilli e rilassati come se non fossero davanti ad un Jungkook in pieno travaglio, con un alpha che stava per scoppiare dall'ansia e con la cazzo di testa di un bambino che stava per squarciare le teneri carni della sua metà minacciando irreparabilmente la sua sanità mentale.

I guanti di lattice che schioccavano e che emettevano quello squittio sinistro non erano mai parsi così inquietanti ai suoi occhi, i discorsi sulla dilatazione e sulla frequenza delle contrazioni non erano mai stati così terrificanti e quindi, l'unica cosa che sembrava potesse migliorare la situazione, era sentire Jungkook vicino.

Paradossalmente, era lui ad averne bisogno.

Taehyung ebbe modo di credere di non sapere cosa significasse essere vagamente e velatamente geloso fin quando non aveva dovuto realizzare che Onew e Jin stavano vedendo e toccando parti sensibili della sua metà. Beh, non era stato facile non spingerli via nel momento in cui gli avevano tolto i pantaloni e l'intimo davanti gli occhi, ma aveva accantonato il pensiero perchè non poteva materialmente farci nulla.

La mano che Jungkook gli stava stritolando poteva anche andare in una fottuta cancrena per quel che gli importava, ma seppe che la voce gutturale e posseduta dell'altro che chiamava il suo nome gli sarebbe rimasta dentro fino alla fine dei suoi giorni come la cosa più spaventosa ed intimidatoria che avesse mai sentito uscire dalle sue labbra.

«Jungkook, fai un respiro profondo» suggerì Onew.

Jungkook lo fece, e così fece anche Taehyung, sentendo le budella attorcigliarsi e l'ansia risalire dallo stomaco alla gola.

«Perfetto così, respira profondamente ancora».

Taehyung fece un altro profondo respiro e Jin alzò un sopracciglio nella sua direzione.

«Taehyung!» lo riprese l'omega e Taehyung strinse le labbra, aggrottando le sopracciglia.

Cosa? Erano utili anche a lui quei consigli!

Jungkook si issò sugli avambracci e gettò il capo all'indietro; i denti grattarono e stridettero e le vene del collo gli si gonfiarono perchè, dopo i respiri profondi e cadenzati, era arrivato il momento di spingere. 

Il sangue smise di arrivare alle dita di Taehyung strette alla salda presa di Jungkook, ansante e prossimo all'autocombustione per quanto fosse rosso; respiri affannosi e rantoli uscivano dalla sua bocca spalancata mentre Taehyung gli portava indietro i capelli e si portava dietro di lui, sorreggendolo sul suo petto.

Jungkook ispirò forte l'odore dell'alpha per darsi un attimo di forza con il viso contratto e il naso arricciato, emettendo un altro stridulo e graffiante urlo. 

Taehyung gli passò una mano sulla spalla -quella che non stava seccando lentamente- e Jungkook rivoltò il capo all'indietro, posandolo sulla sua spalla per guardarlo con gli occhi lucidi per lo sforzo e di un intenso dorato.

«Finirà presto, resisti..forza amore, stai andando benissimo. V-va tutto bene».

Ma che cazzo di voce gli era uscita?

Ma chi era quello, che fine aveva fatto il suo tono baritono e autorevole? Perché sembrava che lo stessero castrando?

Jungkook annuì e Taehyung gli diede un bacio sulla testa mentre Onew lanciava un'occhiata verso Jin, che aveva già capito la situazione.

«Passami il bisturi, dobbiamo incidere» furono le parole che arrivarono alle orecchie di Taehyung, il cui mondo si bloccò di scatto.

Non fu l'unico però a quasi sobbalzare a quelle parole, infatti anche Jungkook issò la testa e lo guardò con il panico e il terrore scritto a caratteri cubitali sul viso sudato e contratto.

Taehyung battè un paio di volte le palpebre e passò la mano libera sul braccio di Jungkook per infondergli sicurezza...? In realtà non ci stava capendo un emerito cazzo di ciò di cui i due omega stavano blaterando, ma qualsiasi cosa fosse non gli piaceva. 

No.

«I-incidere?!» squittì Jungkook, facendo eco ai pensieri di Taehyung. Si spinse leggermente all'indietro per premersi di più sull'alpha quasi con fare istintivo. Si sentiva quasi minacciato al pensiero che dovessero incidere perchè non ne capiva il motivo.

«Sì, altrimenti rischi di lacerarti. Non preoccuparti, sono solamente due piccoli taglietti che si rimargineranno immediatam—» le parole di Onew vennero bloccate da un ringhio profondo e gutturale che risuonò tra le pareti come un chiaro avvertimento.

Quel suono per i due omega spaventoso provenne direttamente da Taehyung, i cui occhi rossi e corredati da lunghe e sporgenti zanne li guardavano con attenzione e ammonimento. In un gesto protettivo e possessivo, avvolse un braccio attorno alle spalle di Jungkook e sia Jin che Onew spalancarono gli occhi.

Non si aspettavano una reazione del genere dall'alpha e perciò rimasero immobili a guardarlo con gli occhi dorati luminosi e intimoriti.

In realtà, il cervello di Taehyung era andato in corto circuito nel momento stesso in cui Onew aveva pronunciato le fatidiche parole di "bisturi" e "incidere".

Non sapeva perché né cosa dovessero incidere, ma arrecare a Jungkook altro disagio e dolore era fuori discussione, per la sua parte più istintiva e irrazionale significava pericolo per la sua metà e per i suoi cuccioli.

Jungkook aveva gli occhi spalancati e guardava ovunque senza riuscire a capire cosa dovesse fare e poi fu tutto un po' un caos.

Non seppe come, ma Taehyung  venne tirato via di forza da Namjoon e Yoongi, i quali rischiarono più di una volta di avere staccato via qualche arto o una parte di faccia dalle zanne aguzze e affilate di Taehyung. 

Questo ringhiò verso di loro per farsi liberare per stare vicino alla sua metà, per proteggerla da quel cazzo di bisturi che era stretto tra quelle mani guantate a mezz'aria e si dimenò ancora una volta. Sentì un peso dietro la schiena e gli bastò percepire l'odore per capire chi fosse.

Jimin gli si era letteralmente arrampicato addosso per tenerlo fermo con le gambe avvolte alla sua vita mentre entrambe le braccia dell'alpha erano bloccate; Hoseok, dal canto suo, incitava i due omega a muoversi perché Jungkook stava spingendo anche contro la sua volontà, in quanto era un istinto naturale farlo e se c'era davvero la possibilità che si facesse del male dovevano muoversi senza perdere tempo.

«Non azzardatevi a tocc—mmphf». 

L'ordine gutturale di Taehyung morì contro il tessuto della maglietta che Jimin, provvidenzialmente, glieli aveva avvolto attorno alla bocca a mò di bavaglio, strizzando però gli occhi e guaendo verso Yoongi con gli occhi tinti di azzurro perché stava resistendo ad un ordine alpha -ed era così forte da sentire le gambe molli.

L'unica cosa che lo tratteneva ancorato all'alpha era solo perchè Jungkook doveva partorire e non potevano interferire.

Namjoon lo scosse con le sopracciglia corrugate. «Taehyung! Riprenditi, non gli stanno facendo nulla di male!» gli urlò -stranamente- contro l'orecchio, ma alpha aveva gli occhi puntati su Jungkook, che stritolava le lenzuola tra le dita.

«Taehyung!» chiamò Jungkook, in un urlo strozzato mentre se ne stava poggiato sui gomiti. 

La sua metà, doveva andare dalla sua metà! 

Tuttavia, la rabbia e l'impellente bisogno di Taehyung si dissiparono immediatamente.

Sparirono.

Si cancellarono, si distrussero, si disintegrarono nel nulla a quello.

Un vagito.

Piccolo e timido, proprio appena accennato. 

Gli era arrivato alle orecchie, sovrastato poi da un nuovo ringhio di Jungkook, ma lui era immobile.

Non l'aveva sognato, lo aveva sentito davvero.

Battè gli occhi e ritornò in sé sentendo la paura dissiparsi come niente e, respirando affannosamente, allentò la pressione sui suoi muscoli guardandosi intorno alla ricerca della fonte di quel pianto. 

Yoongi grugnì e fu il primo a mollare la presa, lanciandogli un'occhiataccia e dando una pacca sul sedere a Jimin per fargli intendere di staccarsi dall'alpha e venirgli vicino -cosa che fece istantaneamente, strofinando il naso sul suo collo-. Namjoon lo scrutò per qualche secondo prima di sospirare di sollievo e mollare anche lui la presa, ma le braccia di Taehyung ricaddero nuovamente lungo i fianchi come tubi vuoti.

Si scrollò di dosso qualsiasi traccia dei sentimenti angosciosi e spauriti di poco prima e minuti interminabili di ringhi soffocati, guaiti e sibili riempirono ancora una volta l'atmosfera, ma solo per pochi attimi, prima di sentire un piccolo ed esausto «Tae..» soffiato da un Jungkook le cui gambe tremavano e le braccia stavano per cedere.

Taehyung si piazzò esattamente dov'era prima, facendogli da appoggio prendendo a tempestargli il capo di bacetti e sussurrandogli parole dolcissime sui capelli, lasciando che le spalle di Jungkook si rilassassero contro il suo corpo e socchiudesse gli occhi. 

«Ti amo amore mio» sussurrò Taehyung strofinando il naso sul suo orecchio. 

Le braccia di Taehyung erano avvolte alle sue spalle mentre lo teneva stretto a sè con il cuore che batteva così veloce da neanche riuscire a sentirlo. Jungkook si sentiva stremato, esausto, completamente drenato di qualsiasi energia vitale ma nonostante tutto, era felice.

Anzi, era euforico.

La gioia che provò nell'essere consapevole di aver esaudito quel desiderio che non sembrava fattibile ma che era diventato realtà gli fece esplodere il petto e pizzicare gli occhi. Non era equiparabile a nulla provato prima. 

Era felice che, adesso, lui e Taehyung avevano una famiglia.

Loro erano una famiglia.

«Chi vuole stringere per primo questa dolcezza?» la voce commossa di Jin li fece uscire dall'attimo di condivisione; Taehyung issò lo sguardo da Jungkook ed entrambi si voltarono verso l'omega a pochi metri di distanza tra loro il cui sorriso sembrava gli stesse prendendo tutto il viso.

Taehyung giurò di sentire il cuore fermarsi, il mondo smettere di girare e il sangue risalire velocemente alle guance e tinteggiarle di un rosso soffuso e chiaro come mai prima di allora.

Jungkook emise un versetto di pura gioia e si mosse un po', allungando le braccia mentre gli occhi dorati illuminavano il suo viso stanco e provato ma dai tratti indubbiamente felici e sollevati. L'alpha seguì con lo sguardo Jin porgere un fagottino piagnucolante composto da una tenera copertina rosa zeppa di cuoricini viola nelle braccia di Jungkook, i cui occhi si spalancarono e lacrime di commozione scesero dai suoi occhi a tenere tra le braccia lei.

Quella era la sua bambina.

«Ehi, appa Taehyung, qualcuno vuole vederti» sorrise tutto zucchero Onew, avanzando a passo veloce verso di lui.

Taehyung deglutì sonoramente.

«N-no non credo d-di essere— uhm i-idoneo a queste c-cose» incespicò nelle sue stesse parole ma era troppo tardi. Onew stese le braccia e gli porse un secondo fagottino, stavolta avvolto in una morbida copertina verde menta.

Le braccia di Taehyung tremarono appena e sentì l'ansia salirgli alla gola e poi sciogliersi come neve al sole nel momento i cui i suoi occhi incontrarono due gemme preziose che contenevano tutte le sfumature del cielo estivo e che lo guardavano con profonda curiosità, per niente toccato dall'idea di essere nato da appena cinque minuti.

I ciuffi di capelli rossi formavano una simpatica quanto sottile piccola cresta, e nessun singhiozzo di Jin -sepolto nel petto di Namjoon-, nessun singulto commosso di Jimin abbracciato da Yoongi -che guardava con occhi felici i due- e nessun sospiro emozionato da parte di Onew che osservava teneramente Taehyung stringere il suo cucciolo riuscì a fargli distogliere l'attenzione dal piccolo batuffolino sorridente tra le sue braccia.

Solo quando un qualcosa bagnò la copertina, Taehyung si rese conto di sta piangendo.

Lacrime invisibili che non sapeva di riuscire a produrre scendevano dai suoi occhi mentre guardava quel cucciolo, suo figlio, ritornare il suo sguardo felice per muovendosi scompostamente aprendo e chiudendo le piccole manine paffute. 

Anche attraverso la visione acquosa, potè notare che l'incarnato era di Jungkook, ma che gli occhi azzurri ed i capelli rossi erano tutti di appa Taehyung.

«Ehi..benvenuto piccoletto» sussurrò senza voce, neanche avesse paura che, parlando più forte, quel sogno meraviglioso che stava vivendo sarebbe finito. Il batuffolino si mosse ed emise un piccolo mugugno, muovendo le manine strette in un pugno per arricciare appena il nasino tondo. 

Se con i piccoli di Namjoon e Jin aveva provato una forte emozione, poter stringere tra le braccia quelli che erano i suoi piccoli cuccioli era...

Meraviglioso.

Aveva sentito parlare alcuni alpha -durante i tempi in cui andava spesso in giro a bere con i suoi amici- che non erano stati nervosi o in ansia per la nascita dei loro cuccioli, che la nascita era un momento speciale come un altro e che l'emozione potevano provarla solo gli omega o i beta che li partorivano.

Quanto si sbagliavano.

E una dimostrazione lo erano le dita tremanti e delicate di Taehyung, che passarono sulla guancia rosea e paffuta del suo piccolino come emise un piccolo versetto che ebbe il potere di fargli tremare il cuore.

«Congratulazioni! Vi lasciamo qualche attimo da soli, torneremo tra poco per sistemare Jungkook» fece Onew, provocando un assenso univoco da parte di tutto il gruppo deciso a lasciare alla coppia qualche attimo di intimità.

Nel momento in cui restarono soli, Jungkook lo chiamò con fare emozionato battendo velocemente le palpebre per cancellare le lacrime. Taehyung lo guardò tirando su con il naso e l'omega socchiuse gli occhi.

«Ce l'abbiamo fatta».

Taehyung si asciugò gli occhi sulla spalla e gli diede un bacio sulla fronte.

«Ce l'hai fatta. Senza di te non starei stringendo tra le braccia uno dei miei cuccioli, non starei tremando dalla paura di stringerlo troppo e non starei morendo dalla voglia di continuare a piangere per quanto sono felice» gli disse con voce arrochita dal pianto e dalla commozione.

Jungkook guardò verso la sua piccolina, la cui pelle abbronzata era tutta suo padre ma i capelli neri e gli occhioni color cioccolato erano interamente da parte di appa Jungkook.

«No Tae, ce l'abbiamo fatta. Rifarei altre mille volte tutto quello che ho fatto, ripercorrerei ogni singolo attimo della mia vita per arrivare di nuovo dove siamo adesso. Con te ho raggiunto tutto quello che potevo raggiungere nella mia vita ed anche di più. E adesso non ci resta che goderci ciò per cui abbiamo lottato così tanto» bisbigliò sulle sue labbra Jungkook, gli occhi lucidi ma sorridenti.

E Taehyung sorrise di cuore, sporgendosi per poter congiungere le loro labbra in un casto ma amorevole bacio perchè quello...

Quello era il loro lieto fine.













....O nuovo inizio.



















































NDA: Questo è l'ultimo capitolo di BS, incredibile ma vero ci siamo arrivati! Ah, mi credete se vi dico che ho un pò di lacrime agli occhi?

Dopo questo, ci saranno gli speciali (no, non li ho dimenticati lol) il cui secondo sulla Taekook uscirà insieme a quello Namjin e quello Oneok^^ Non so se usciranno prima o dopo l'EPILOGO che non so dirvi ancora quando pubblicherò ma che prometto sarà molto molto molto ricco, dove -spero- di soddisfare la vostra voglia di fluffaggine Taekook versione genitori e alle prese con i pargoli <3 Vorrei farvi una domanda: preferireste un lungo epilogo condensato in un capitolo solo, o un epilogo diviso in due parti? Il numero di parole sarà sempre lo stesso, varierà solamente sarà diviso o meno^^ 

Spero che il capitolo non vi abbia delusi e che vi abbia fatto quantomeno sorridere, con me lo ha fatto e mi ha permesso di "mollare" bs a cuore un pò più leggero :')

Come sempre, vi ringrazio di cuore per essere passati di qui e per aver dedicato a MOH e BS un pò del vostro tempo, non l'ho mai dato per scontato come non ho mai dato per scontato nessuno dei commenti o delle stelline che lasciate o che avete lasciato. Ma non farò discorsi troppo lunghi perchè non è ancora del tutto finita u.u

A presto <3 















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| 𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀 | «Non ho mai creduto fossi un cattivo ragazzo» A causa di una tradizione scolastica, la Jokes Week, due ragazzi dalle vite e cara...