Blind Sight [TaeKook]✔︎

By Hananami77

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AVVISO: LA PRIMA PARTE DELLA SAGA NON E' ATTUALMENTE DISPONIBILE PERCHE' E' STATA TOLTA (non da me) PER CUI... More

Introduzione
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[45] *Yoonmin*
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[53] Our happy ending
~Epilogue~
*Taekook Special*

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By Hananami77

POV GENERALE

Un altro urlo strozzato misto ad un ringhio ed un'imprecazione -il tutto abbastanza sonoro- li fece sobbalzare visibilmente, e Jungkook strinse la mano di Taehyung come la testa di quest'ultimo aveva sbattuto contro il muro dietro di lui per il sobbalzo.

Come sia Taehyung che Jin si erano accorti che il momento tanto atteso quanto temuto del parto fosse arrivato, l'alpha aveva lasciato la presa sull'omega e si era catapultato fuori dalla stanza come se stessero tutti per morire, chiamando Onew a gran voce in speranza che l'omega lo sentisse.

Ma la domanda era: chi non lo aveva sentito urlare? Taehyung aveva gridato così forte che, per lo spavento, all'omega era sfuggito il vaso di fiori che stringeva tra le mani -il preferito di Jin, tra l'altro.

Perfino Jungkook, che era a distanza di chilometri, aveva sentito la voce di Taehyung senza però percepisse cosa stesse dicendo. Ma aveva percepito l'ansia dell'alpha attanagliare anche il suo petto, e quindi si era immediatamente precipitato al quartier generale seguito da tutti gli altri. Aveva scardinato la porta d'ingresso per la furia con cui era corso dentro e, come vide Taehyung trascinare l'omega verso la stanza di Jin, capì che era arrivato quel momento.

Ma prima che andasse anche lui verso la stanza, una statua di nome Namjoon -ancora intento a tenere tra le mani una tazza di caffè mai consumato- se ne stava ferma sulla soglia della porta della cucina. Jungkook aveva alzato gli occhi al cielo e aveva lanciato via la tazza -ignorando il fatto che non fosse di cemento e che quindi si disintegrò contro il lavello- e gli aveva afferrato il polso, trascinandolo con sè con furia e un sorriso di incoraggiamento. 

Avevano provato ad entrare, ma tutti gli alpha era stati cacciati via da Onew, che aveva voluto dentro solamente il beta Choi mormorando un «Sareste solo di impiccio...alpha» con tanto di occhi al cielo. Per qualche motivo, quel beta dai capelli color menta ne sapeva almeno tanto quanto l'omega di parti e nascite, quindi aveva ben pensato di lasciare tutti fuori a morire dall'ansia.

Perchè l'ansia si respirava, si percepiva, si poteva quasi affettare con il coltello per quanto fosse densa e pregnante.  

Si sentì un fruscio strano e di difficile interpretazione e Jimin si mordicchiò le unghie. Aveva le sopracciglia aggrottate e gli occhi luminosi di azzurro mentre si guardava nervosamente in giro e batteva un piede sul pavimento con fare frenetico. Avrebbe tanto voluto perdere i sensi per evitare di sentire quell'ansia arrampicarsi addosso come Yoongi quando era in vena di coccole.

 «Yoon» sibilò, battendogli freneticamente la mano sulla gamba, «Perché urla e basta?». L'alpha dai capelli biondi aprì un occhio -che temeva semi chiusi perchè in meditazione- e lo guardò come a dirgli «Ed io cosa ne so?». Ed era veramente questa la risposta che avrebbe voluto dargli, ma si trattenne solamente perché sembravano tutti sull'orlo del collasso -Namjoon e Taehyung per primi.

Solamente che Jimin si guardava intorno con quegli occhioni luminosi e ansiati che gli facevano un pò di tenerezza. 

Solo un pò.

«Jimin...non ho mai partorito, cosa ne so? Credo sia normale...?» borbottò, incerto. 

Jimin lo guardò con tanto d'occhi ed ignorò una parte del discorso -volutamente. «Quindi anche io urlerò come un matto, inveirò contro di te e minaccerò di ucciderti quando decideremo di avere un cucciolo?».

Ogni traccia di calma zen sparì dagli occhi scuri di Yoongi, che li strabuzzò come forse non aveva mai fatto. L'alpha toccò mille ed una sfumature di rosso intenso, muovendosi scompostamente sul suo posto e spostando lo sguardo verso una crepa nel muro, che non era mai stata così interessante. 

Si schiarì la gola un paio di volte e cercò la sua naturale compostezza. «Non credi sia un po' presto per pensarci?» mormorò, esitante. Jimin gli diede un pugno sul braccio, sinceramente irritato dall'atteggiamento del suo alpha.

«Idiota di un alpha, era per dire! Dovrei prima prendere l'omegesterone per non so quanto tempo!» sibilò, offeso, riprendendo poi a mordicchiarsi le unghie.

Yoongi alzò gli occhi al cielo e si stiracchiò, sospirando per quel pericolo appena scansato. Per carità, l'idea di avere un cucciolo con Jimin non gli dispiaceva per niente, ma era decisamente troppo presto per parlarne. Sì, decisamente troppo. 

Cuccioli significavano chiasso, e chiasso significava poco riposo, e poco riposo significava non dormire, e non dormire -per lui- significava morte.

No, decisamente non era il momento di pensare ai cuccioli.

«E comunque, perché siete tutti in ansia? Va avanti così da milioni di anni, credo che sia normale ciò che sta avvenendo, no?» borbottò poco dopo, passandosi stancamente una mano sul viso.

Cinque paia d'occhi si puntarono su di lui e Yoongi alzò le sopracciglia, confuso. «Che c'è?».

Hoseok gli scoccò un'occhiata del tipo "adesso vengo li e ti prendo a testate fino alla tua stanza" prima di spostare lo sguardo su un indispettito beta al suo fianco.

«Hai appena sparato una cazzata. Jimin, insegna le buone maniere a quel gatto rognoso del tuo alpha!» esclamò, riprendendo a camminare avanti e indietro neanche fosse lui a dover diventare padre. Se avesse continuato così, avrebbe fatto il solco sulla soglia della porta della stanza di Namjoon e Jin.

In quel battibeccare, Namjoon non sembrava sentire nulla a parte le orecchie fischiare e i ringhi mal trattenuti della sua metà. Poggiò la fronte contro il muro e socchiuse gli occhi, prendendo profonde e grandi boccate d'aria per placare il suo cuore completamente impazzito.

Stava per diventare padre.

Stava per vedere i suoi cuccioli.

Non gli avrebbe più parlato attraverso il pancione di Jin, non avrebbe più sentito i calcetti contro il palmo della sua mano, non avrebbe più dovuto canticchiare melodie con il capo poggiato sul petto dell'omega perchè tutto quello lo avrebbe fatto -da quel momento fino alla fine dei suoi giorni- stringendoli tra le braccia e guardandoli crescere. 

Lui e Jin stavano per diventare ufficialmente genitori di due cuccioli che stavano nascendo prima del previsto ma per la cui nascita era già stato tutto organizzato.

Lui, insieme a Taehyung e Jungkook, avevano passato ore a montare cullette e giocattolini vari, cercando di attrezzare la stanza al meglio delle loro capacità per l'arrivo dei suoi piccoli gioielli. Jimin, Onew con Hoseok -ed uno scazzatissimo quanto segretamente contento Yoongi- avevano fatto avanti e indietro dai vari negozi e centri commerciali per comprare dei peluche che Jin aveva espressamente richiesto, e che aveva accolto con sorrisi splendenti dando chiare indicazioni su come e dove metterli.

Nonostante le orecchie fischiassero, il «LA PROSSIMA VOLTA CHE SI AVVICINA GLIELO STACCO A MORSI» ringhiato a denti stretti da Jin lo udì perfettamente. Namjoon sentì il sudore freddo bagnargli la schiena e un senso di spossatezza intorpidirgli le membra. No, non era il momento di lasciare che l'ansia l'avesse vinta, ma sapeva che se avesse potuto anche solamente entrare nella stanza, tutte le sue ansie sarebbero scomparse. I suoi occhi brillavano di rosso per l'istintiva voglia di confortare la sua metà. 

Sospirò pesantemente e si tamponò la fronte con un fazzoletto gentilmente donatogli da un compassionevole Hoseok.

Dal lato opposto, Taehyung e Jungkook si lanciarono un'occhiata colma di significato, e Jungkook squadrò da capo a piedi il suo alpha. La preoccupazione crebbe come quello continuava a sembrare quasi un fantasma con quel volto bianco e la mascella contratta in una linea dura, in un chiaro segno che stava prendendo quella faccenda a cuore -anche forse un po' più del dovuto.

Ok l'ansia, tutti la sentivano e tutti sembravano pronti a svenire, ma Taehyung...non era un tantino esagerato?

«Tae, rilassati...neanche stessi partorendo tu» sussurrò con le sopracciglia aggrottate, passandogli una mano sulla schiena per accompagnare le sue parole e fargli rilassare le spalle. Taehyung strinse le labbra e annuì appena, per niente convinto.

«Sì. Sto tranquillo» annuì meccanicamente l'alpha, ma Jungkook lo guardò con fare dubbioso e prese un'enorme boccata d'aria. 

Aveva notato che Taehyung fosse più strano del solito in quei giorni, ma nonostante lo avesse tartassato in ogni modo possibile, dall'alpha non era trapelata alcuna informazione. Anzi, era ermeticamente chiuso come un riccio nei suoi pensieri. E adesso, quell'atteggiamento era altresì preoccupante. 

Il sudore gli inumidiva la fronte, in parte coperta dalla sua fascia scura che gli alzava i capelli, ma vedeva le goccioline scendere dalle sue basette e tracciare linee salate sulla curva della mandibola fino al collo.

Le budella si accartocciarono e la mano che passava sulla schiena di Taehyung si arrestò come sentì un altro ringhio provenire dall'interno della stanza, quindi avvolse il braccio attorno alle spalle di Taehyung e si passò una mano tra i capelli per liberare lo stress.

Non vorrei essere al posto di Jin ammise a sé stesso, quindi guardò Namjoon ciondolare verso la porta ed alzare la mano per bussare contro questa con fare quasi supplicante.

Onew, posso entrare a stringergli quantomeno la mano? Namjoon lo chiese con così tanta speranza nella sua voce che ci fu qualche secondo di silenzio prima che un Puoi entrare  accordato da Onew gli rischiarò la mente come una manna dal cielo.

Choi gli aveva aperto la porta e tutti gli sguardi incoraggianti dei suoi amici si puntarono su di lui mentre osservavano il beta spostarsi per fargli spazio. Indossava anche lui i guanti in lattice ed erano velatamente sporchi di sangue, e lo stesso valeva per i vestiti.

Ma era tutto normale, no?

Come fece il suo ingresso nella stanza, la prima cosa che fece fu correre verso Jin ed inginocchiarsi vicino al letto. Il suo Jinnie era madido di sudore, i capelli gli si erano in parte appiccicati al viso -tranne la frangia, tenuta in alto dall'elastico a mo di cipollina-, gli occhi erano strizzati e vagamente lucidi, la bocca spalancata per l'affanno e le guance rosse dallo sforzo. 

Gli occhi brillavano di un inteso dorato e la prima cosa che fece come percepì la presenza del suo alpha proprio vicino a lui, fu afferrargli la mano. Namjoon strinse le labbra e non ebbe il coraggio di dire a Jin di stringere un pò meno -gli stava quasi polverizzando le dita per quanto forte la stritolasse,  mentre la voce tranquilla ma sicura di Onew gli dava indicazioni su cosa fare, chiedendo anche degli attrezzi a Choi che gli misero addosso così tanto panico che si rifiutò di ascoltare.

Namjoon, se possibile, divenne ancora più bianco.

«Jinnie, amore...s-stai andando benissimo» balbettò con una voce così sottile che stentò perfino a riconoscersi.

Cielo, ma quanto ci mettevano i cuccioli per nascere?! Namjoon pregò con tutto sè stesso che quella piccola tortura per Jin finisse presto, odiava non poter fare niente per aiutare il suo Jinnie se non carezzargli la testa e strofinare il naso contro la sua guancia.

Jin ansimò e gettò il capo all'indietro stringendo i denti come fece quando ordinatogli da Onew, e Namjoon deglutì sonoramente vedendo l'omega prendere cose a caso dal mobiletto al suo fianco. A cosa servivano le forbici?! Perchè aveva delle diamine di forbici in mano e le stava indirizzando verso i—

Le luci del mondo si spensero di botto, il mondo smise di girare, il tempo di scorrere ed il cuore di pompare come un acuto quanto liberatorio pianto neonatale squarciò il fischio assordante delle sue orecchie. Il mondo di Namjoon si illuminò nuovamente con la più candida delle luci come Onew si issò con un sorriso a trentadue denti tenendo tra le braccia...

Un piccolo cucciolo imbronciato che piangeva e si dimenava.

Un cucciolo. Il suo cucciolo.

Le labbra si spalancarono inconsapevolmente e gli occhi non si riuscirono a focalizzarsi su nient'altro mentre sentiva quel pianto sommesso ed angosciato, quello di chi è appena stato strappato dalla calda culla che era la pancia di Jin per affacciarsi ad una nuova vita. Vide come Onew sorrideva apertamente e passava il pargoletto a Choi, che aveva le labbra stirate in un caldo sorriso mentre si avvicinava ad un ansante Jin e ad un commosso Namjoon, i cui occhi erano fissi sull'esserino che urlava e si dimenava tra le braccia del beta.

«Congratulazioni, è un maschietto!» esclamò con entusiasmo il beta. Namjoon lo guardò con fare estasiato, sentendo gli occhi pizzicare per la felicità. Jin si issò su un avambraccio e allungò l'altra mano verso il suo cucciolo. 

«Dammelo! V-voglio s—» esclamò Jin, ma spalancò gli occhi e ringhiò come un'altra contrazione lo colse. Il momento idilliaco venne spezzato come Namjoon si ricordò improvvisamente di un dettaglio.

Ah già, erano due.

Quindi Jin stava per dare alla luce il suo secondo cucciolo mentre Choi portava via il primo per poterlo lavare e controllare che i parametri vitali fossero perfetti. Minuti che a Namjoon sembrarono infiniti passarono prima che un altro vagito -più contenuto del precedente- si levasse nell'aria e Onew riemergesse trionfante dalle gambe di Jin con in braccio il secondo piccolino.

«A quanto pare abbiamo una coppia di maschietti!» trillò emozionato l'omega, gli occhi diventati quasi invisibili per quanto sorrideva.

Due maschietti. 

Avevano avuto due maschietti. 

Jin ricadde immediatamente all'indietro, ansante e con il volto di un rossore mai visto prima. Respirava velocemente mentre cercava di riprendere fiato, il cuore batteva all'impazzata ma anche se sentiva l'immagine voglia di chiudere gli occhi per la stanchezza, il suo pensiero era solamente rivolto ai suoi due cuccioli. 

Namjoon gli diede un bacio sulla fronte e gli carezzò i capelli come Onew sussurrò un emozionato «Tra pochissimo ve li daremo», quindi Jin piantò i suoi occhi -adesso tornati del suo solito color cioccolato- sull'alpha al suo fianco. Si sorrisero sinceramente, chi con gli occhi pronti a sciogliersi in lacrime, chi con stanchezza e sollievo. 

«Stanno bene, Joonie?» sussurrò l'omega, e Namjoon gli carezzò il viso con il pollice. Jin strofinò la guancia contro il palmo della sua mano. «Si amore, stanno bene. Sei stato bravissimo, ti amo» gli sussurrò contro la fronte, lasciandogli un bacio.

Passarono diversi minuti in cui Jin stringeva la mano di Namjoon e quest'ultimo lanciava qualche fugace ma curiosa occhiata alle sue spalle, dove Onew e Choi stavano preparando i piccoli alla loro nuova vita.

«Eccoci qui! Tre chili e due e tre chili e otto di cuccioli, complimenti eomma!».

Jin sorrise di cuore e Namjoon gli mise qualche cuscino in più sotto la testa, quindi l'alpha si voltò e si trovò di fronte un piccolo esserino, avvolto in una morbida copertina dalle tonalità gialline, che puntò gli occhioni marroni e profondi nei suoi.

E se prima era riuscito a trattenere le lacrime e sopprimere quel pizzicore persistente agli occhi, adesso però qualche lacrima sfuggì e gli imperlò le ciglia. Allungò d'istinto le braccia -che tremavano appena- per prendere quel piccoletto, i cui radi capelli castani erano leggermente scompigliati.

Come lo strinse tra le braccia, Choi diede ad un entusiasta quanto esausto Jin il secondo piccolo pargoletto, e questo sentì uno scoppio di gioia come notò che i suoi capelli erano di una simpatica sfumatura violetta.

Con tra le braccia le loro nuove ragioni di vita, Namjoon e Jin si sporsero d'istinto l'uno verso l'altro per scambiarsi un tenero bacio, corredato da piccoli vagiti di sottofondo e un sussurrare emozionato di Onew, i cui occhi sfavillavano. Namjoon sorrise teneramente verso il suo cucciolo e sfiorò con le dita tremanti dall'emozione la piccola e rosea guanciotta. Il piccolo emise un versetto e gli afferrò con la piccola manina l'indice.

«Sono bellissimi...» sussurrò con emozione Jin, estasiato, dando un bacio sulla fronte al cucciolo che si era già accoccolato tra le sue braccia.

Clic.

I due neo genitori si voltarono in contemporanea e videro Onew con un sorriso da parte a parte stringere tra le mani la macchina fotografica di Namjoon.

«Eravate così carini che non abbiamo resistito» ridacchiò Choi, dandosi il cinque con Onew, che riguardò la foto e annuì emettendo un verso stridulo per quanto fossero dolci i due.

Namjoon ridacchiò e avvicinò la punta del naso alla fronte del suo piccolo, strofinandola un paio di volte.

«Benvenuti al mondo».

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Silenzio.

C'era troppo silenzio, uno strano e asfissiante silenzio che li stava lentamente uccidendo tutti.

Taehyung era irrequieto, si mordeva il labbro inferiore e guardava la porta con preoccupazione; Jungkook aveva poggiato la testa contro il muro su cui continuava a dare piccole testate mentre Jimin e Hoseok erano accovacciati con l'orecchio poggiato sulla porta, per sentire meglio.

Erano nati, avevano sentito chiaramente il pianto neonatale, quindi perché adesso non aprivano la dannata porta?

Era forse successo qualcosa?

Il tutto, sotto lo sguardo perplesso e interdetto dell'unico alpha che non aveva lo sguardo in agonia.

«Non vi sembra un tantino invadente?» domandò perplesso Yoongi, rivolto direttamente ai due beta. In risposta, un coro di "Ssssshhhhh" risuonò nell'ambiente circostante, che costrinse l'alpha a fare una smorfia e stringere le labbra in una linea dura.

«Non si sente più niente, ma che diavolo...?» sibilò-urlò Hoseok, aggrottando le sopracciglia.

«Io li ho sentiti piangere prima» asserì Jimin.

«Si ma era un solo cucciolo, adesso sono tutti zitti» commentò Jungkook.

«Però Jin ha smesso di urlare un quarto d'ora fa!» obiettò Hoseok.

«Chiedi ad Onew! Ma ti devo insegnare tutto io?» lo colpì ad un braccio Jimin, facendo quasi perdere l'equilibrio all'altro beta, che gli tirò la maglietta per non cadere all'indietro.

«Tu pensa al tuo gattaccio rognoso» mugugnò il beta con il broncio.

Tutti intenti a carpire qualsiasi segnale e Jimin e Hoseok a bisticciare davanti la porta, non si accorsero nemmeno del rumore dei passi farsi sempre più vicino. La porta si aprì di scatto ed i due caddero rovinosamente in avanti, ruzzolando praticamente ai piedi di Onew con un tonfo e una serie di imprecazioni sibilate a denti stretti.

«Dovresti mangiare di meno, pesi quanto un bue» sbottò Jimin, tastandosi la spalla.

«Ha parlato Trilly! Nano dal culo grosso» soffiò a denti serrati Hoseok, toccandosi la testa per il male.

Taehyung li ignorò e scattò verso l'omega, superando i due idioti per terra e ignorando Jungkook che era caduto per terra per lo spavento del gesto improvviso.

«Allora? Come stanno? Jin hyung? I cuccioli? Namjoon è svenuto?» chiese a raffica, e Onew si spostò con un largo sorriso solo per aprire la visuale su...

Il cuore di Taehyung si sciolse come neve al sole e gli occhi si spalancarono per la contentezza, mentre Jungkook si issava e si spolverava i vestiti con il broncio. Gli andò vicino e prese la sua mano che Taehyung la strinse d'istinto, quindi lo trascinò quasi correndo verso dove la coppia si trovava.

Jin aveva la schiena distesa su un quantitativo imbarazzante di cuscini mentre coccolava e stringeva a sé non uno ma bensì due fagottini dagli occhi vispi ed i pugnetti stretti, le cui guance paffute erano tinte di un leggero rosa.

«Hyung!» gracchiò Taehyung, sentendosi stranamente commosso alla vista dell'omega con i suoi cuccioli e Namjoon seduto al suo fianco, che gli carezzava le spalle e gli dava baci sulla testa.

Jin alzò la testa di scatto e sorrise come forse nessuno gli aveva mai visto fare. «Taehyungie! Avvicinati! Vieni a vedere che capolavori che ho partorito!».

Con passo malfermo e il cuore in gola, Taehyung e Jungkook si avvicinarono lentamente. L'atteggiamento ricordava molto quello di due bambini intenti a guardare per la prima volta un cucciolo: gli occhi erano allargati con le pupille leggermente dilatate, le loro bocche erano spalancate in piccole e carine "o" mentre la curiosità era scritta a lettere cubitali sui loro volti emozionati.

«Ma sono minuscoli..» sussurrò Jungkook quasi senza voce, andandogli vicino velocemente per guardare meglio i due piccoli lupacchiotti appena nati.

Taehyung sentì un calore diffondersi sulle guance -inspiegabile- come il piccoletto dai capelli violetti incredibilmente simili a quelli di Jin lo guardò di rimando, ed anche gli occhi erano praticamente identici a quelli dell'omega. Era la sua esatta copia, con la boccuccia a cuore e il nasino piccolino e leggermente arricciato. 

Il neonato si mosse con fare impacciato nella copertina  verdina che lo avvolgeva, e Taehyung sentì il cuore esplodergli per la dolcezza di quegli esserini.

Dietro di lui, Jungkook fece spuntare la testa di lato con gli occhi accesi dalla curiosità e il naso arricciato per quel sorrisetto che proprio non riusciva a lasciare il suo volto.

«Posso toccarlo?» sussurrò quindi, allungando l'indice.

Jin ridacchiò.

«Sì, certo. Sono bellissimi proprio come me, diventeranno dei lupi stupendi» commentò con fare commosso, per poi fare un'occhiolino verso il suo alpha che, al suo fianco, gli diede un bacio tra i capelli. «Dai un po' di merito anche a papà Namjoon, no?» borbottò quindi quello, un sorriso tutto zucchero con tanto di fossetta fece la sua comparsa.

«OH MA SONO DEGLI ANGmhpf—» l'urletto in falsetto di Hoseok venne attutito dalla mano di Onew che, prontamente, si era schiaffata sul suo viso intimandogli di fare piano solo guardandolo. «Hoseokkie! Se urli li farai spaventare!» lo rimbeccò, ma un altro piccolo strillo acuto attirò la sua attenzione. 

Ovvero Jimin, che stava saltellando da una parte all'altra della stanza come una molla.

«Yoon Yoon Yoong guarda che piccoli! GUARDA CHE CARINI!» esclamò con le guance rosse, e neanche Yoongi riuscì ad evitare che un tenero sorriso nascesse sulle sue labbra alla vista di quei due fagottini.

Beh, erano carini fino all'inverosimile, non sciogliersi era impossibile. 

Jungkook punzecchiò con l'indice la guanciotta paffuta di uno dei neonati, stupendosi come un bambino della loro sofficità. Adesso capiva perchè Taehyung per rilassarsi gli pizzicava continuamente le guance...

Ma sentendo la gomitata che gli aveva dato Taehyung come il piccoletto si era smosso nella copertina, arrossì vistosamente e fece qualcosa di più "normale", ovvero carezzò la guancia liscia e rosea del piccolino dai capelli castani, allargando gli occhi come quello si era mosso di nuovo e le manine avessero acchiappato l'aria. 

«Ma siete proprio piccoli» ripetè Jungkook, quasi intontito. Da Namjoon arrivò una risatina roca.

«Zietto, l'hai già detto» la voce allegra di Taehyung riscosse Jungkook, che alzò un sopracciglio nella sua direzione. «Sempre meglio di te che te ne stai con la faccia da tonto a fissarli! Sicuro che tra un pò li farai piangere».

Taehyung lo imitò, guardandolo male. «Jungkook, ringrazia che questi cuccioli mi hanno addolcito, perchè altrimenti ti avrei già staccato il naso a morsi».

Jungkook lo guardò indignato e fece per rispondergli, ma Hoseok lo spinse via nello stesso momento in cui Taehyung veniva spostato poco finemente da Jimin.

Entrambi i beta volevano avere il loro momento per poter conoscere i nuovi cuccioli dei Red Velvet Moon, e Jin rise apertamente come Hoseok strizzò Onew in un abbraccione per evitare di urlare per quanto fossero carini.

«Onnieeeee, sono l'amore! Battono perfino te» piagnucolò Hoseok, strofinando quasi convulsamente il naso tra i suoi capelli. Onew gli sfiorò il braccio e rise. «Lo so, sono bellissimi».

Yoongi guardò in modo indecifrabile Jimin emettere versetti acuti e squillanti mentre ridacchiava e faceva domande all'omega che, obiettivamente, sembrava essere rinato nonostante avesse appena partorito.

«Ma come si chiamano?» domandò tutto allegro Jungkook, abbracciando da dietro un Taehyung ancora tutto intento ad ammirare quei piccoli esserini venire disturbati dagli urletti di Jimin ma già dimentichi del loro piccolo battibeccare.

La tensione e l'ansia che avevano provato durante quei quarantacinque minuti di parto, si erano dissipati come una nuvola di fumo, lasciando solo dietro di sè un aroma di felicità e gioia difficili da contenere. 

«Abbiamo deciso di chiamarli  Seojun» rispose Namjoon, facendo una carezza sulla testolina castana, «E Hajoon» finì poi Jin, mostrando il secondo cucciolo.

«Seojun e Hajoon. Mi piacciono! Sono carini proprio come loro» annuì Jimin, seguito da Hoseok.

Jin alzò un sopracciglio.

«Ya! I miei cuccioli sono bellissimi, non solamente carini» lo rimbeccò l'omega.

Rimasero a parlare del più e del meno per ancora qualche minuto, prima che tutti -tacitamente- decidessero di lasciare soli Namjoon e Jin per permettere a quest'ultimo di riposare almeno un po' -e anche di sfamare i due piccoletti. 

Non prima, però, di congratularsi con un forte abbraccio con Namjoon, salutandolo con calorosi e divertiti, «Ciao ciao paparino!» a cui l'alpha rispose con un sorrisetto ed uno scuotere della testa -già in mood genitore. 

«Oh cielo, ho avuto così tanta ansia che adesso mi sento quasi scarico» commentò Hoseok, stiracchiandosi e sbadigliando appena. Onew annuì, perfettamente d'accordo e si passò una mano sulla fronte. «E' stato un po' stressante per tutti. Ma per fortuna è andato tutto bene, sono così contento per Jin hyung!». 

Con quella frase detta con vocetta gentile, Onew si guadagnò un bacione sulla guancia dal beta e un abbraccio stretto che per poco non lo fecero inciampare sui suoi passi. «Sono così fiero di averti come metà... non esiste persona migliore di te». 

Hoseok era diventato ancora più amorevole dopo la loro chiacchierata sul passato dell'omega, dedicando tutto sè stesso nel convincere ogni giorno che fosse perfetto così com'era, che non c'era nulla di sbagliato in lui e, mutualmente, anche Onew si era impegnato nel convincere la sua metà che era felicissimo che fosse un beta e non un alpha. 

Probabilmente, se la sua metà predestinata fosse stata un alpha, lo avrebbe rigettato senza neanche pensarci due volte.  

Onew arrossì e si portò una mano sul viso per coprire il suo rossore. «Penso di essere stato io il fortunato ad aver trovato una metà come te» sussurrò così dolcemente che Hoseok sentì le lacrime pizzicargli gli occhi, quindi gli prese il viso per baciarlo appassionatamente sotto lo sguardo divertito degli altri. 

«Credo di non essere mai stato così in ansia come oggi pomeriggio» fu il commento di Jimin, che andò verso la cucina ad aprire il frigo per prendere del succo di frutta. Yoongi, dietro di lui, brontolò qualcosa di sconnesso.

«Posso confermarlo, credo che mi serviranno dieci ore di riposo per riprendermi» rispose Jungkook, spalmandosi sul tavolo e sospirando profondamente. Taehyung gli passò una mano sulla schiena e si chinò a dargli un bacio sulla nuca.

«Oppure qualche ora di coccole» commentò infine, facendo sì che il volto di Jungkook si colorasse di sfumatura rosea appena accennata.

«Smettila di dire queste cose» mugugnò l'alpha dai capelli corvini, mettendo un adorabile broncio subito dopo. Taehyung gli fece l'occhiolino e rise, alzando poi un sopracciglio nella sua direzione.

Si sedette al suo fianco e posò il mento sulla mano, deciso a tediare la sua metà almeno un pochino.

«Non le vuoi, forse? Allora vorrà dire che coccolerò qualcun altro» asserì con nonchalance.

La testa di Jungkook scattò e le sopracciglia si aggrottarono. «Cosa? E a chi dovresti coccolare?» sbottò, irritato al pensiero.

Taehyung fece spallucce come se nulla fosse successo. «Oh, fidati che qualcuno che vuole farsi coccolare da me lo trovo. Dubiti?». Jungkook ringhiò infastidito e mostrò i denti, tirandolo per un polso con forza.

Per lo scossone che gli aveva dato, Taehyung rischiò quasi di cadere dalla sedia, ma se anche fosse successo, le braccia forti di Jungkook lo avrebbero avvolto in un abbraccio quasi soffocante come stava succedendo in quel momento.

Ringhiò infastidito al suo orecchio mentre Taehyung rideva tra sè per quanto fosse carino un Jungkook geloso di un qualcosa di inesistente. 

«Smettila di provocarmi, fragolina. Tu sei mio, e le coccole vanno riservate solo a me» sbottò contro il suo orecchio, inspirando il suo odore per calmarsi. Taehyung gli pizzicò un fianco ma gli lasciò un bacio sul collo. «Allora ammetti di volere le coccole».

Jungkook brontolò contro il suo collo. «Non ti basta sapere già la risposta?».

Taehyung fece un ghigno. «A quanto pare, no. O me lo dici o sai cosa succede».

Jungkook ringhiò nuovamente, stavolta palesemente infastidito da quanto Taehyung lo avesse in pugno.

Poteva essere più sottone?

Beh, la sottoneria è di casa. Nulla di cui preoccuparsi, porta a cose piacevolissime commentò Gguk con fare allegro e quasi sognante.

Sta' zitto, lupo maniaco che non sei altro. E' grazie a te se non ho potuto camminare senza zoppicare per due, interi giorni.

«Le tue coccole sono solo mie. Le voglio tutte per me e non vedo l'ora di riceverle» disse infine, sospirando con fare afflitto e nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.

Taehyung gli diede un altro bacio -stavolta sulla tempia- e passò il naso sulla sua guancia. «Bene, perché dopo quelle, ho una cosa da dirti».

Quella frase accese in Jungkook una curiosità evidente, quindi si distaccò leggermente da lui per piegare la testa di lato. «Mmm? Cosa sarebbe?».

Taehyung strinse le labbra ma scosse la testa. «Te lo dirò dopo e con calma. E' importante».

E con quella frase criptica che gli mise addosso anche una piccola ansia, Taehyung lo lasciò andare per andare a cercare qualcosa da mangiare. E mentre Jungkook saltellava dietro un Taehyung che ignorava bellamente i suoi lamenti per cercare di convincerlo a dirgli quella cosa così misteriosa, Jimin si voltò verso Yoongi sperando di ricevere anche lui qualche coccola o bacio.

E Yoongi non capì perchè al suo  «Credo andrò a dormire» ricevette uno schiaffo sulla nuca ed un «Idiota!» sibilato da un incazzato Jimin.

















































NDA: AAAAh quanta softaggggine in questo capitolo. La Namjin è tanto cute, almeno quanto la Oneok! Ho saltato la descrizione del parto perchè sappiamo tutti come funziona, quindi era un pò superflua :')

E' tempo di chiacchiere per la Taekook, e il prossimo capitolo sarà moooolto particolare...anche perchè ci stiamo avvicinando sempre di più alla fine di BS, quindi è ora che le cose si smuovano un pochettino, non credete? 

BTW, grazie per essere passati di qui, spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi abbia strappato un sorriso. 

A venerdì <3

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