Blind Sight [TaeKook]✔︎

By Hananami77

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AVVISO: LA PRIMA PARTE DELLA SAGA NON E' ATTUALMENTE DISPONIBILE PERCHE' E' STATA TOLTA (non da me) PER CUI... More

Introduzione
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[45] *Yoonmin*
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[53] Our happy ending
~Epilogue~
*Taekook Special*

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By Hananami77

Sista, tutta questa softaggine è per te <3 

Te se ama.🎁 



Yoongi


Non riusciva a dormire.

Si sentiva stanco e spossato, ma proprio non ci riusciva. 

Con lo sguardo rivolto al soffitto, attorcigliava all'indice una ciocca di capelli corvini appartenenti al beta profondamente addormentato al suo fianco. Era da ore che lo stringeva e gli lasciava baci sui capelli, assicurandosi che quello non si svegliasse. 

Temeva che se solo avesse chiuso gli occhi, al suo risveglio non lo avrebbe trovato, accorgendosi che era solo un magnifico sogno. La contentezza di avere affianco Jimin, di poterlo tornare a stringere tra le braccia, di poterne sentire il profumo di biscotti che gli era mancato da far male era troppa, e non poteva rischiare di sentirselo nuovamente portare via.

Dormire gli piaceva, ma Jimin era la sua vita.

Aveva agognato la sua presenza per più di un mese, pensando a quanto fosse piatta e vuota la sua vita senza Jimin. Il beta era la parte di lui esuberante e leggermente infantile, vagamente piagnucolona ma anche gentile e timida; era tutto il suo opposto, ma era così preziosamente delizioso che mai nessuno avrebbe potuto eguagliarlo. 

Lui era l'uomo che amava di più in assoluto, senza cui niente aveva senso, e non lo avrebbe più lasciato andare. Da quel momento in poi, Yoongi era deciso a non farlo vagare più da solo per il bosco. Iperprotettivo? Forse, ma il dolore che aveva provato in quel periodo di lontananza forzata...non si sentiva in grado di affrontarlo ancora. 

Temeva di poter, un giorno, rivivere tutto quello che aveva vissuto in quel periodo, di risentire quel vuoto del petto divorarlo e buttarlo nel baratro della tristezza e della solitudine.

Averlo lontano, in tutte quelle settimane, era stato come se dopo avergli fatto assaggiare cos'era il paradiso, lo avessero spedito nuovamente all'inferno, lasciandolo crogiolare nella disperazione di non avere più il suo paradiso personale e di poter solamente aspettare che tutto tornasse come prima.

Prese un profondo respiro e Jimin si mosse nel sonno, andando inconsapevolmente ad abbracciarlo forte e poggiando la guancia contro il suo petto. Il suo collo era cosparso di succhiotti, le sue labbra leggermente schiuse ancora gonfie dai baci che si erano scambiati dopo essere tornati nella loro stanza, il profumo di bagnoschiuma misto a quello naturale lo rendevano così dolce che il cuore di Yoongi tremò. 

Avvolse un braccio attorno alle sue spalle e un altro alla sua vita, stringendolo a sè e massaggiandogli la pelle del fianco con il pollice, beandosi della sua setosità. Jimin si mosse contro di lui, mugugnando qualcosa e lasciando un inconsapevole quando amorevole bacio proprio in prossimità del cuore.

Yoongi sentì gli occhi quasi pizzicare al gesto e deglutì un paio di volte, tornando con lo sguardo al soffitto. Se solo il beta fosse stato sveglio, avrebbe sentito il suo cuore battere all'impazzata.

«Forse non te lo dico abbastanza ma...ti amo tanto Jiminie. Mi sei mancato come l'aria» soffiò in un sussurro appena udibile, sorridendo apertamente quando, in risposta, il beta intrecciò le gambe tra le sue. 

 «Ti amo anche io, lupo brontolone».

Yoongi allargò gli occhi ed un piccolo calore si diffuse sulle sue guance, ma non disse nulla limitandosi a guardare Jimin sprofondare nuovamente nel sonno. 

Si sarebbe assicurato di riservare a Jimin tutto l'amore che meritava, e si sarebbe impegnato nel mostrarglielo ogni giorno della sua vita.

Fino alla fine.


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Hoseok


Si rigirò tra le coperte stropicciate e sparse sul pavimento, incapace di prendere sonno vista la scomodità. 

Sono scomodo si lamentò Hobi -il suo lupo- e Hoseok alzò gli occhi al cielo, fisicamente impossibilitato ad urlargli contro vista la situazione.

Non me ne importa nulla, Hobi. Onew si meriterebbe una reggia, non solamente un misero letto del cavolo, ringrazia le divinità che abbia accettato di dormire in camera mia.

Il suo lupo sbuffò e lo sentì quasi guardarlo male. Non riesco a capire, perché non possiamo dormirci insieme? Dai Hoseok, prova a convincerlo sospirò teatralmente afflitto Hobi, e Hoseok alzò un sopracciglio verso il nulla, guardando il buio della stanza malissimo e incrociando le braccia al petto da disteso.

E' spaventato a morte, inoltre non so neanche se ci voglia come metà...è un po' più complicato di quanto mi aspettassi, quindi taci! ammise Hoseok, arricciando le labbra con fare pensieroso e lasciando momentaneamente perdere i brontolii del suo lupo. Dopo un pò, Hobi si zittì per rimuginare su quanto Onew fosse restio nell'avere a che fare con lui...

Forse non gli piaceva?

Forse era rimasto deluso dal fatto che fosse lui la sua metà e non qualche alpha particolarmente aitante?

Onew era un omega timidone e con l'atteggiamento di un gattino spaventato, eppure era stato così carino quando gli si era avvicinato -rosso quanto un pomodoro maturo- per assicurarsi che fosse rimasto indenne dopo la guerra... Però l'idea di dormire sul pavimento, effettivamente, era stata di Hoseok stesso, in quanto «La galanteria non è mai troppa» si era detto.

Anche se avrebbe tanto voluto stringerlo tra le braccia e crogiolarsi bellamente nell'idea di avere una metà. Sinceramente, era rimasto l'unico lupo attorniato da coppiette che facevano svolazzare cuoricini a destra e a manca un giorno sì e l'altro pure; si era dovuto comprare un altro paio di tappi perchè la partecipazione acustica ai loro amplessi non gli era per niente gradita e si era un pò abituato all'idea che non avrebbe avuto una vita di coppia idilliaca come quella dei suoi amici.

Per carità, era sinceramente contento della vita amorosa degli altri e non avrebbe mai potuto invidiarli per la loro gioia, ma si era ritrovato spesso a guardare le stelle chiedendosi perché non ci fosse nessuno al mondo per lui.

Per quale motivo non poteva sperimentare quelle farfalle nello stomaco, quella scintilla di felice consapevolezza all'idea che una persona era stata creata per stare con lui,essere felici insieme a quella persona speciale, proprio come sognava da bambino.

Sinceramente, inizialmente aveva creduto -e forse poco poco sperato- che fosse Yoongi la sua metà, poichè aveva davvero una buona affinità con l'alpha. Quando poi aveva raggiunto la maturità, aveva ingoiato il boccone amaro e aveva capito che non bastava avere una cotta per qualcuno per scegliersi, allora si era rassegnato all'idea che forse nessuno sarebbe mai stato lì per lui.

Ma proprio quando aveva imparato a convivere con la sua solitudine, aveva visto spuntare come una specie di miraggio Onew, che aveva cambiato tutto. Era stato come vedere il sole per la prima volta, come se fino a quel momento avesse guardato il mondo attraverso una grigia e anonima distorta lente, e che la sua vita acquistasse colore solo dopo aver posato gli occhi sul timido omega spuntato dalle porte della fortezza.

Era stato un sollievo vedere che non avesse avuto paura di lui quando, dopo avergli chiesto se fosse ferito, Hoseok gli si era avvicinato in forma lupo per toccargli la mano con il muso umido, ed era stato ancora più bello poter sentire Hobi ululare contento nella sua mente come festeggiamento per aver trovato la sua metà.

E adesso, rigirandosi sul duro pavimento della sua stanza, non poteva far altro che guardare la schiena dell'omega sua metà e sentirsi tremendamente fortunato.

Non aveva importanza se ci fosse voluta l'intera vita per potersi avvicinare ad Onew, aveva intenzione di fargli capire che lo rispettava, che rispettava i suoi spazi e che era disposto a tutto pur di essere meritevole del suo amore.

Avrebbe conquistato Onew non perché sua metà, ma perché persona meritevole di affetto e cura.


............................


Jungkook



«Buongiorno cucciolotto».

Il sussurro roco e gentile, che suonò quasi come delle fusa, gli arrivò all'orecchio come una gentile carezza e mugugnò qualcosa. Non voleva svegliarsi, stava sognando Taehyung e la sua voce sexy, il calore del suo corpo premuto contro la schiena e il suo profumo dritto sotto le narici a cullarlo. 

Ma ormai era quasi sveglio, quindi portò d'istinto una mano dietro di lui per tastare il letto che da tempo era maledettamente vuoto. Solamente che, al posto delle solite fredde lenzuola, la sua mano incontrò un corpo caldo ed incredibilmente sodo -ed estremamente familiare. 

Oh sì, quelle forme le avrebbe riconosciute tra mille: erano quelle della sua adoratissima e fantastica metà.

Perchè Taehyung non era solo un sogno, era veramente al suo fianco.

Ritirò la mano e fece finta di dormire ancora, solo per sentire Taehyung strofinargli il naso contro la guancia e lasciargli piccoli bacetti sulla guancia e sul collo, fino ad arrivare alla spalla. Un braccio dell'alpha era avvolto alla sua vita stretta, mentre emetteva piccole fusa direttamente contro il suo orecchio, mormorandogli «So che sei sveglio, Kook», mordicchiandogli poi una guancia con fare affettuoso.

Essendo stato scoperto, Jungkook aggrottò leggermente le sopracciglia e prese un profondo sospiro, aprendo piano gli occhi mentre voltava il viso solo per specchiarsi in un occhio nero ed uno azzurro -entrambi un po' assonnati ma che gli ridavano indietro lo spettacolo migliore che esistesse.

Quello sguardo velato e quell'espressione addormentata ma felice erano l'orizzonte che avrebbe voluto vedere fino alla fine dei suoi giorni, e un sorriso ampio e sollevato gli si formò prima che potesse registrarlo -presto ricambiato con uno dalla forma rettangolare e dolcissimo.

Taehyung aveva dormito per parte del tempo a pancia sotto -sotto stretto consiglio di Jungkook- che, la sera prima, se l'era visto praticamente svenirgli addosso dopo il discorso al branco. Gli aveva fatto il bagno e lo aveva messo sotto le coperte come aveva fatto quasi tre mesi prima quando era stato ferito, assicurandosi che fosse comodo.

In realtà, sapendo che la schiena era stata la cosa più colpita da quell'incubo che era stato Kim, non aveva fatto altro che intimargli gentilmente di starsene a pancia sotto, e Taehyung aveva incredibilmente annuito nel sonno, andando ad abbracciare il suo cuscino su cui aveva strofinato il naso come un gatto.

Jungkook era sicuro di aver battuto qualsiasi record per la doccia più veloce esistente per potersi mettere sotto le coperte al fianco della sua metà ed addormentarsi -sfinito- guardandolo.

Taehyung era l'ultima cosa che voleva vedere prima di addormentarsi e la prima non appena apriva gli occhi. E sentirlo addossarsi alla sua schiena per poggiargli il viso sulla nuca e con le gambe intrecciate alle sue lo aveva solamente convinto di poter riposare tranquillamente.

Non si era accorto di aver passato a pensare tutte quelle cose standosene in silenzio a guardare Taehyung, che si issò sul un avambraccio con fare curioso.

«Cos'hai da guardare con aria così concentrata di prima mattina?» gli sussurrò con un sorriso, portando le dita ad intrecciarsi alle sue ciocche scure per passarci in mezzo. Jungkook si rigirò e poggiò la mano sulla parte bassa della sua schiena, facendogli una leggera carezza stando attento a non esercitare troppa pressione sulla pelle sensibile dell'altro, che sospirò di piacere e socchiuse gli occhi mugugnando contento. 

Sembra un gattino pensò Jungkook che, spinto da quell'ondata di carineria sconfinata, gli si avvicinò strofinando il naso contro il suo.

Dei quanto gli era mancato.

Non era umanamente esplicabile quanto fosse stato male senza Taehyung, non era comprensibile per chi non aveva una metà cosa significasse venirne privata e saperla sofferente.

«Mi chiedi cos'ho da guardare? Ma il mio spettacolo personale, ovviamente» gli rispose con voce roca Jungkook, baciandogli poi la punta del naso. Taehyung si aprì in un sorriso tutto zucchero e gli diede un colpetto sul petto, salvo poi portare le loro dita ad intrecciarsi.

«Mi sei mancato tanto, Kook».

Il petto di Jungkook si scaldò come se vi fosse scoppiato un incendio e gli occhi gli si inumidirono istantaneamente, ma si impose di non piangere mordendosi la guancia.

Non poteva rovinare quel momento con le lacrime.

Taehyung non era tipo da dire quelle cose per il romanticismo del momento, quindi, se glielo aveva appena detto, era stato perché aveva davvero sentito la sua mancanza, quanto lui o peggio. Lui era sempre stato attorniato da volti amici, era rimasto libero rimanendo nelle sue comode lenzuola; non era stato nè torturato nè ferito -fisicamente e psicologicamente.

Jungkook si distese su un fianco così da avere il viso di Taehyung a pochi centimetri di distanza, che lo guardava come se volesse stamparsi qualsiasi dettaglio del suo volto assonnato e illuminato da un timido raggio di sole mattutino. 

«I ricordi non ti facevano giustizia, sei anche più bello dell'ultima volta che ho potuto vederti» continuò Taehyung, guardandolo adorante.

Letteralmente. 

«Mi sei mancato terribilmente anche tu, Tae. Veramente tanto. Cielo, ho ancora paura che questo sia un sogno» sussurrò Jungkook, ridacchiando subito dopo. «Suona stupido in effetti» disse con tono imbarazzato, sorridendogli timidamente.

Taehyung si unì al suo ridacchiare e si passò una mano tra i capelli, ricadendo con il volto sul cuscino su cui si era dovuto spostare per permettere all'altro di muoversi. 

«No, ti posso assicurare che non stai sognando. Se fosse un sogno non starei sicuramente con il culo all'aria e la faccia schiacciata contro il cuscino a fare mosse da contorsionista per carezzarti, non trovi?».

Jungkook scoppiò a ridere con la sua solita risata cristallina e musicale, di quelle capaci di far sciogliere il cuore di Taehyung come cioccolato sul fuoco.

«Hai ragione fragolina, ma devi ancora riprenderti del tutto, il minimo che tu possa fare è startene a pancia sotto». Jungkook gli baciò la fronte, ghignando subito dopo un «Non che mi dispiaccia averti con il culo all'aria, comunque» che fece sbuffare buffamente Taehyung.

Le folte sopracciglia di Jungkook si aggrottarono subito dopo come gli venne in mente in che condizioni versava il suo alpha.

Cerchi scuri gli solcavano il volto scavato e più spigoloso di quanto gradisse, le labbra erano leggermente secche e screpolate -probabilmente per la disidratazione-, e nonostante fosse muscoloso, si vedeva lo stesso che aveva perso dei chili importanti. 

Il tutto era corredato da tutte quelle cicatrici invisibili che però alla luce scintillavano come una ragnatela colpita da raggi solari e da ferite in via di guarigione, rosse e scure. 

«Mi basterà qualche giorno di riposo e tornerò come nuovo, cucciolotto. Cosa credevi, che sarebbe bastata un pò di prigionia per mettermi fuori gioco? Ah! Ti ho beccato!» scherzò Taehyung, vedendo come l'altro sembrava perso in un mondo un pò troppo buio per i suoi gusti.

Come si riscoprì sollevato nell'essere chiamato con quel soprannome odioso e ridicolo, Jungkook fu colto da un'altra grande verità: l'amore gli aveva fritto il cervello, letteralmente.

«Pensa a riprenderti senza darti chissà quali scadenze, non c'è più nessuno che ci corre dietro. Ti prenderai il tempo necessario per riprenderti completamente» lo rimproverò bonariamente Jungkook.

Era come se un enorme peso si fosse sollevato dalle loro teste e fosse magicamente sparito, lasciandoli finalmente liberi di vivere la loro vita senza preoccupazioni e pericoli. 

La vita gli stava dando un attimo di tregua, e Jungkook era deciso a prendersela proprio comoda. Stiracchiandosi un'ultima volta, si mise seduto sul letto e si scrocchiò il collo, sentendo un ringhio misto ad uno sbuffo provenire proprio dietro di lui.

Si voltò curiosamente verso Taehyung e lo trovò intento a muoversi come un animaletto selvatico tra le coperte, borbottando imprecazioni per il fastidio alla schiena. Si issò sugli avambracci e mise il broncio, provocando in Jungkook un sospiro di rassegnazione: si era appena messo seduto sul letto e già Taehyung provava a muoversi.

«Tae, non iniziare. Non muoverti e aspetta che arrivi senza fare casini». Si sporse per lasciargli un bacio sulla nuca... e frenare la sua mano dal tirargli una piccola pacca sul sedere fu praticamente impossibile.

Sì, gli era mancato anche quello. 

Taehyung sobbalzò e si voltò verso di lui con occhi diffidenti, «Ehi! Guarda che adesso ci vedo benissimo non ho intenzione di starmene di nuovo a letto da solo tutto il tempo» protestò, ricevendo in risposta solo una risatina divertita da Jungkook direttamente dal bagno.

Il suono di acqua scrosciante lo convinse ad issarsi ancora un po' sui gomiti e piegare il capo di lato, curioso per ciò che l'altro stava tramando.

Perchè era sicuro che l'altro avesse in mente qualcosa, ci avrebbe scommesso tutto.

Quando Jungkook fece capolino dalla porta del bagno della loro stanza in mansarda, Taehyung non potè evitare ai suoi occhi di vagare sul corpo nudo integrale della sua metà, che gli stava fornendo uno degli spettacoli migliori che il mondo potesse offrirgli.

La vita stretta, gli addominali scolpiti, le cosce muscolose e spesse, i pettorali squadrati e le braccia muscolose erano però corredate da quel faccino d'angelo con un sorriso da coniglietto tutto zucchero e miele, e infiocchettati da due occhi eterocromatici accesi di felicità e di entusiasmo.

Era grato alla sua vista solo per quello spettacolo.

«Non sono mai stato così felice di aver riacquistato la vista come in questo momento» asserì con un sorriso sornione, facendo scoppiare nuovamente a ridere Jungkook, che gli andò incontro scuotendo la testa.

Taehyung emise un gemito di sorpresa quando Jungkook lo issò di peso stringendolo tra le braccia e costringendolo ad avvolgergli le braccia attorno al collo. 

«Ho pensato che il primo step per una buona guarigione sia un rilassante bagno caldo in compagnia di un sexissimo e prestante alpha, con tanto di bombe da bagno alla vaniglia e al cioccolato che Jin mi ha gentilmente donato». 

«Sexissimo e prestante alpha? E chi sarebbe? No perchè io non vedo nessun altro che possa incarnare cotanta perfezione a parte me» fece lo gnorri Taehyung, sopprimendo un sorriso come Jungkook gli morse il naso. 

Come entrarono nel piccolo bagno, l'odore dolciastro dei saponi gli arrivò alle narici in una zaffata densa ma piacevole, lasciandolo sinceramente sconvolto.

Adesso che ci pensava, c'era una cosa che veramente gli suonava nuova: Jin gli aveva dato il permesso di usare le sue bombe da bagno? Seriamente?

«Ma seriamente Jin ti ha dato il permesso di utilizzare le sue bombe da bagno?» chiese quindi, palesemente stupito.

Jungkook attese qualche attimo prima di rispondere affermativamente con un cenno del capo, posizionandolo dentro la vasca e raggiungendolo subito dopo, cosicchè Taehyung fosse intrappolato tra le sue gambe e con la schiena poggiata contro il suo petto.

Taehyung socchiuse gli occhi e poggiò il capo contro la sua spalla, sospirando di appagamento e rilassandosi come le grandi mani di Jungkook gli scorsero sul corpo. Le sue braccia gli si avvolsero attorno alla vita e gli poggiò a sua volta il mento sulla spalla.

«E' da un pò che ci penso, e non ho ancora avuto modo di dirtelo ma...grazie, Kook» disse dal nulla Taehyung, e Jungkook aggrottò leggermente le sopracciglia.

«Grazie? Per cosa?». Le mani di Taehyung si posarono sulle sue, prendendo a giocherellarci a pelo dell'acqua e mettendosi comodo contro di lui. Jungkook, nel frattempo, gli piantò qualche bacio sulla spalla e sulla nuca. 

«Per tutto. Per esserti preso cura di me quando non vedevo, per esserti sorbito i miei sbalzi di umore, per aver cercato di capirmi e per avermi ascoltato e aspettato. Per aver tollerato alcuni miei comportamenti e per avermi fatto sempre sentire giusto nonostante niente lo fosse. Non credo possano esistere parole per descrivere cosa tu abbia fatto per me o per dirti quanto ti sia grato di essermi rimasto affianco, ma non credo di averti mai ringraziato per ciò che hai fatto. Non era scontato che lo facessi, che ti impegnassi così tanto per rincuorarmi. Hai tenuto duro quando ho ceduto, hai saputo stringermi la mano anche quando a separarci c'erano strati e strati di problemi e angosce, mi hai ricoperto di attenzioni e mi hai continuato ad amare in silenzio, dimostrandomelo con i gesti e non solamente con le parole. Mi dispiace molto non aver capito il tuo punto di vista e non essermi messo nei tuoi panni quando era evidentemente per entrambi una situazione difficile».

«Potessi ritornare indietro, sicuramente non scapperei via da te e non affronterei ciò che mi è successo con la stessa attitudine». Taehyung strinse le labbra, gli occhi incollati alle loro mani vicine. 

Quello era solo un quarto di tutto il discorso che aveva pensato mentre era rinchiuso in quella cella, ma aveva così tante cose da dire che alla fine non era riuscito a dire neanche la metà di ciò che provava. 

Jungkook però lo aveva capito, e per questo aveva lasciato un paio di umidi baci sul suo collo proprio in prossimità del morso, che avevano regalato a Taehyung dei piccoli brividi.

«Apprezzo ciò che mi hai detto ma non devi ringraziarmi, perché non ho fatto nulla di diverso di ciò che sono sicuro tu avresti fatto per me a parità di condizioni. E so che saresti stato accorto e comprensivo tanto quanto me, perché ti conosco. Agli occhi degli altri puoi essere anche invincibile, forte e inscalfibile come una roccia, ma in realtà celi l'anima più bella e gentile che io abbia mai conosciuto; hai un cuore così grande da lasciarti torturare per settimane piuttosto che permettere ad un amico di essere anche solamente sfiorato. Ho anche io le mie parti di colpa, niente avviene solo per colpa di uno. Non ho saputo leggere tra le righe il tuo bisogno di spazio, e non ho saputo nemmeno darti le sicurezze che cercavi; abbiamo le nostre colpe, i nostri difetti ed anche i nostri screzi, ma come vedi siamo sempre qui. Ed io non posso che sentirmi, ancora una volta, l'uomo più fortunato della terra».

Jungkook iniziò a tempestare di baci l'incavo della spalla di Taehyung, spingendolo a chiudere gli occhi e accoccolarsi meglio contro il corpo dell'alpha che lo stava stringendo ancora di più a sé, in un abbraccione stritolante e familiare.

Le labbra di Jungkook volarono con delicatezza sulla sua nuca, scendendo verso la palla e iniziando a lasciargli qualche sporadico succhiotto sulla pelle non offesa, suggendo la pelle e carezzandola subito dopo con la punta della lingua, sollecitando la pelle appena segnata dal succhiotto. Staccò le labbra solo per strofinare il naso contro la sua guancia, e Taehyung si voltò.

Il suo volto fu ad una distanza ridicola da quello dell'altro e bastò un'occhiata colma di significato perché le loro labbra si incontrassero come il migliore dei ricongiungimenti, toccandosi con grazia e delicatezza ma con solida fermezza, lasciando che i tutti i sentimenti negativi venissero risucchiati via, che il buio venisse spezzato dalla luce accecante della loro felicità, della loro completezza.

Le loro labbra si cercarono e si mossero come se si appartenessero, come se non si fossero mai lasciate, come se sapessero perfettamente i passi di quella danza lenta e carica d'amore, scandita solamente dal ritmo dettato dalle loro bocche che si muovevano le une sulle altre in modo familiare e nuovo allo stesso tempo.

Fu come se il tempo si fosse fermato nel momento in cui si erano trovate collegandosi indissolubilmente, lasciando che il loro mormorio -proprio come la migliore delle colonne sonore- si diffondesse nell'aria come le nuvole di vapore profumato che le bombe da bagno stavano creando. Le loro lingue si incontrarono e si carezzarono come velluto, si strofinarono avvolgendosi in un abbraccio umido e caldo; i loro respiri si condensarono in un unico ansimo appena accennato, che non sottintendeva niente di diverso da un voler suggellare quelle promesse e la promessa che, nel domani, ci sarebbero stati.

Sempre.

E ancora.

«Ti amo» mormorò Jungkook non appena si staccarono, dopo interminabili minuti passati a non volersi dividere. Taehyung mugugnò e gli diede un altro piccolo bacio a fior di labbra.

«Ti amo anche io, e non smetterò mai di farlo».


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E mentre tutta la casa si stava via via svegliando, affacciandosi al nuovo giorno con il più ampio dei sorrisi, Namjoon schivò l'ennesimo soprammobile e guardò Jin con tanto d'occhi.

«Amore, te lo giuro! Non ho toccato l—» la frase venne interrotta dal ringhio mal trattenuto di un incazzatissimo Jin che brandiva in mano l'ennesimo oggetto che voleva tirargli addosso, fissandolo con occhi iniettati di sangue.

«Non mentire, Kim Namjoon! Ammettilo! Le hai rotte di nuovo, non è vero?!».

Namjoon scosse velocemente la testa e lo guardò con pura sincerità negli occhi castani attoniti. 

«Te lo giuro, Jinnie, non ho neanche sfiorato le tue bombe da bagno!» riuscì ad esclamare, prima che la suola di una scarpa non si stampasse proprio sulla sua fronte.










NDA: AAAWWWWW MA QUANTO SONO CARINI TAE E KOOK *__________*

Scrivendo questo capitolo mi sono sentita single come non so cosa LOL Va beh, a parte questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto <3

A prestissimo, purple u <3



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