Sorry, I love you~

By KimNanaMoon

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-Mia è finita in Corea per lasciarsi tutto alle spalle, per ricominciare, per redimere il suo senso di colpa... More

PREMESSE
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
RINGRAZIAMENTI

Capitolo 5

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By KimNanaMoon

"Are you okay?" mi domanda alle spalle, ormai riconosco le loro voci, due in particolare, cioè quelle di coloro con cui ho conversato maggiormente. Mi sono per un attimo appoggiata al davanzale della finestra, il fatto è che ho ricevuto un SMS dal numero telefonico dal quale mio padre mi ha chiamata ieri e no, non l'ha inviato lui, ma la sua Daniela: "Carlo voleva prendere un biglietto aereo per Seul" mi ha scritto, "io l'ho fermato perchè so che non ne saresti stata contenta", cos'è il suo, un tentativo di starmi simpatica? Come mio padre, anche Danielina ha provato ad instaurare un rapporto con me ma le ho sempre negato questa possibilità anche se, devo ammetterlo, ha fatto bene a distogliere mio padre dal suo intento. "Devi capirlo, è solo preoccupato per te, voleva venire per accertarsi che tu stia bene, siamo sicuri che alloggi in qualche albergo, vorrebbe prenderti un'appartamento se proprio desideri restare là, ma scommetto che non accetteresti mai il suo aiuto. Mia, te ne prego, odio vedere tuo padre ridotto in questo stato, chiamaci, facci sapere che va tutto bene, forniscici dettagli in più sulla tua situazione" mi ha supplicata Daniela attraverso l'SMS, ovviamente non le ho risposto, ho preferito ignorare il messaggio per non guastarmi la festa, ma è ovvio che non sono più dello stesso umore di poco fa ed ecco perchè mi sono rintanata in un angolo a guardare il cielo attraverso il vetro della finestra. "Mia, are you okay?" ripete J-hope o Hoseok, come dovrei chiamarlo, io annuisco distrattamente, lui appoggia le braccia sul davanzale, proprio accanto a me, "no, non è vero" dice, è ovvio che non è vero, chiunque si accorgerebbe che qualcosa non va ma mi dispiace lasciarlo trasparire, non voglio rovinare la serata a nessuno. "What's happening?" domanda, "che succede?", io sospiro: "mio padre" confesso poi, "ti manca?" cerca di indovinare J-hope, "forse un pò" ammetto a lui e a me stessa, ma non è proprio Carlo Tedeschi a mancarmi, quanto il rapporto che avevamo prima che tradisse mia madre, non credo che tra noi le cose potrebbero mai tornare come prima, anche se lo perdonassi, niente sarebbe uguale, mia madre non è quella che era un tempo e Sara non c'è più, sarebbe tutto diverso. "Anche a me manca la mia famiglia" confessa J-hope, io inclino leggermente la testa e mi accorgo che sta guardando verso fuori con in viso un sorriso nostalgico, "a tutti noi manca la nostra casa, mancano i nostri genitori. Prendi Namjoonie, oggi è il suo compleanno e non li ha con se, è triste, no?", "immagino di si" rispondo io, "non è strano, sai, che qualcuno di noi, a volte, scoppi a piangere all'improvviso senza un motivo ben preciso, che poi la vera ragione è che abbiamo nostalgia dei nostri cari. Ci è concesso vederli solamente pochi giorni all'anno" racconta, io sussulto, "ci siamo abituati, comunque l'affetto non ci manca, noi ci vogliamo tutti un gran bene e poi ci sono i nostri fans, loro ci trasmettono tanto di quel calore che non abbiamo motivo per essere tristi" dice e il suo sorriso si allarga e si fa più sereno, "però a volte cediamo anche noi, succede specialmente a Kookie, lui sente troppo il distacco dalla famiglia", io mi volto per osservare Jungkook che in questo momento sta giocando a lanciarsi delle patatine con Jin e nel frattempo mi accorgo di avere degli sguardi puntati addosso; Suga mi osserva come se mi stesse studiando, non è la prima volta che mi lancia questo tipo di occhiate e poi c'è Sejin, il manager, che mi tiene sotto controllo, ma in fondo lo capisco, non è normale che io sia qui, è rischioso e non avrebbe voluto che venissi. "E a te perchè manca il tuo papà?" domanda J-hope che si è voltato per guardarmi in faccia, "noi non abbiamo esattamente quello che potrebbe definirsi un bel rapporto da genitore e figlia" dico brevemente, ma non è più a mio padre che penso, quanto a ciò che mi raccontato J-hope. Mi sento un pò in colpa adesso e non verso mio padre ma verso questi ragazzi: loro vorrebbero avere accanto la famiglia ma non possono mentre io che potrei, la tengo lontana; se sapessero che ho deciso di mantenere le distanze dai miei genitori, credo che mi criticherebbero e in parte avrebbero ragione. "Non ci hai mai raccontato come mai sei finita a Seul" osserva poi, io alzo gli occhi ma non rispondo perchè Namjoon, il festeggiato, si sta avvicinando a noi: "dai, Mia, non startene qui in disparte" dice e mi afferra il polso per portarmi dagli altri e stare così tutti insieme, il tocco della sua mano mi fa sussultare; "hey Joonie, cos'è, vuoi tenertela tutta per te?" domanda J-hope e anche se sta sorridendo, non posso non notare nei suoi occhi e nel suo tono di voce un pizzico di fastidio, "è il mio compleanno o no?" risponde Namjoon e gli schiaccia l'occhiolino, J-hope si unisce a tutti noi che siamo intanto tutti seduti in diversi divanetti a due e tre posti, attorno ad un tavolino pieno di piatti sporchi, lattine vuote, pacchi di patatine aperti e altro cibo da compleanno, "mi è venuta voglia di cantare" esclama Jimin e inizia ad intonare le prime parole di 'Save me', "che bello" penso io, "un mini-mini concerto privato da godermi in diretta. Se solo Sara potesse essere qui al mio fianco! Mi piacerebbe che ci fosse anche Viola". Mi era venuta in mente l'idea di farle una video-chiamata per poi passarle Jimin, per lei sarebbe stato come un sogno che si avvera, ma è chiaro che il signor Sejin non me l'avrebbe permesso. Questo pomeriggio, dopo aver provato alla sede della Big Hit assieme al coreografo dei Bangtan, sono ritornata in hotel per darmi una sciacquata e farmi quantomeno carina per la serata, i soldi di mio padre non mi sono serviti a molto questa mattina, oltre che per pagare la mia stanza d'hotel per impegnarla per qualche altro giorno; ho girato a lungo per i negozi dei Coex Mall e nonostante sia un enorme centro commerciale, assurdo, non ho trovato nulla che mi piacesse e che potessi indossare per la festa e non ho nemmeno comperato nulla per Namjoon, non c'era niente che mi convincesse, perciò ho indossato quello che avevo, comunque non si sarebbe trattato di un grande evento, ma di una piccola serata da passare in casa, non avevo bisogno di sfoggiare abiti da Red Carpet. Ho indossato i miei jeans preferiti, la camicetta rosa cipria, le converse bianche e il giubbotto di jeans nel caso in cui avessi avuto freddo, ho raccolto i capelli in un'alta coda di cavallo e mi sono truccata appena, solo per nascondere l'orribile brufolo sul mento, il solito maledetto che compare periodicamente. Viola non ha fatto altro che inviarmi messaggi per raccomandarmi di non fare la sciocca, erano più SMS minacciosi in realtà, del tipo "se non ti presenti a quella festa, ti conviene non mettere più piede a Roma" ed io, per rassicurarla, le ho inviato la fotografia del mio out-fit come prova del fatto che avessi accettato di partecipare, la sua risposta è stata "cazzo, vestiti meglio, non stai andando al mercato", ho scosso la testa, la solita Viola, la conosco, avrebbe voluto che indossassi minigonna e tacchi ma sarebbe stato troppo esagerato. Un'automobile è venuta a prendermi alle otto in punto, Sejin, prima che lasciassi la sala prove, ha voluto sapere in quale albergo alloggiassi e poi mi ha mostrato tutta una serie di documenti da firmare: "Namjoon vuole che tu venga questa sera, ciò significa che entrerai nella villa privata dei ragazzi, la dimora nella quale, oltre me, non è mai entrato nessuno" ha esclamato, questa cosa mi ha spaventata a tal punto di pensare di fare un passo indietro e comunicargli che me ne sarei rimasta in hotel, ma poi mi è venuta in mente Viola e me ne sono rimasta zitta. "Ho come l'impressione che tu comincerai a frequentare più posti di quelli che dovresti e che ronzerai spesso attorno ai Bangtan" ha insinuato il manager, parlando in giapponese, "io voglio solo svolgere il mio lavoro, non desidero starvi fra i piedi" ho esclamato con sincerità, "beh, questo me lo auguro. Per quanto io sia in disaccordo con Namjoon, è pur sempre il suo compleanno. Nessuno di loro ha mai insistito tanto, nemmeno quando ho negato loro la possibilità di avere vicini i genitori per le occasioni speciali come queste, ma stavolta Namjoon si è intestardito e Hoseok era dalla sua parte. Nonostante io sia il manager e sono obbligati a darmi ascolto, non posso non assecondare i Bangtan di tanto in tanto, sanno essere molto testardi, a volte" ha detto e ha emesso un sospiro, "che cosa sono questi fogli?" ho chiesto io, "li firmerai e sarai obbligata a mantenere il segreto, non potrai mai rivelare quello che vedrai e sentirai, non potrai mai postare fotografie che ti ritraggano con i Bangtan o che ritraggano loro, i loro spazi, le loro cose, non potrai mai parlare di loro sui social, non potrai mai rivelare dove ti trovi o dove si trovino i ragazzi, non dovrai mai parlare di niente con nessuno, siamo intesi? La pena è l'espulsione dal corpo di ballo e una pesante multa da pagare" mi ha avvertita, io mi sono sentita estremamente sconcertata ma ho capito la situazione, è normale che il manager procedesse in questo modo, così ho firmato quelle carte, "è tutto chiaro" l'ho rassicurato, non farò mai un passo falso.

Ridiamo tutti quanti, cioè, non tutti, Suga ha solamente accennato un mezzo sorriso e il signor Sejin continua a scrutarmi e a tenere la situazione sotto controllo, però il resto di noi è allegro e ci tuffiamo, stanchi e col fiatone, nuovamente sui divani. Dopo aver cantato 'Save me', i ragazzi hanno proposto di ballare, l'idea è stata di Jin e ha lasciato che Namjoon decidesse la coreografia da eseguire, "facciamo decidere a Mia" ha detto il festeggiato, così ci ho pensato un attimo e ho esclamato: 'boy with luv'. Abbiamo appena terminato il balletto, è stato divertentissimo muovere i passi assieme ai Bangtan, ovviamente ognuno di loro ha replicato la propria parte mentre io ho fatto finta di essere Halsey. "E adesso che si fa?" chiede Jungkook, a me viene un'idea: "giochiamo a 'obbligo, giudizio o verità' propongo, tutti e sette mi fissano come se stessi parlando arabo, "non conoscete questo gioco?" mi sorprendo io, così inizio a spiegarlo. "Sembra divertente" commenta J-hope, "posso cominciare io?" chiede, io faccio di si con la testa, "cosa scegli?", lui ci riflette un attimo, "obbligo" esclama, io rido, "ti obbligo di mordere la guancia del festeggiato", Namjoon sgrana lo sguardo, J-hope si alza e lo raggiunge, tutti quanti scoppiamo a ridere, stavolta persino Suga ridacchia. "Adesso tu, Mia" fa J-hope, "scelgo obbligo anch'io" oso, "bene, scolati un'intera lattina di birra tutta d'un fiato" mi sfida, io accetto e ne afferro una dal tavolino, "aspetta, ma puoi bere?" si intromette Namjoon, "certo, sono maggiorenne, ho già diciannove anni" li tranquillizzo, "sei ancora piccola, veramente" commenta il manager che osserva la situazione dal fondo della stanza, lo abbiamo invitato a giocare ma non ha voluto partecipare; "in Italia si raggiunge la maggiore età a diciotto anni" spiego loro e li convinco, vincendo la sfida lanciatami da J-hope, i ragazzi applaudono, io strizzo gli occhi, "non vi fate più venire un'idea del genere, è disgustosa" commento; a me non piace particolarmente bere alcolici e la birra, qui, ha un saporaccio, non è certo come quelle che vendono in Italia. "Cosa scegli, Jin?" chiede Namjoon, "verità" risponde, "coraggio, dì a Mia cosa pensi di te stesso" si intromette Jungkook, "che sono bellissimo, più di tutti i presenti in stanza" si vanta Jin, io scuoto la testa ma sorrido, "scelgo verità anch'io" fa Jungkook, poi Suga sceglie giudizio, la stessa cosa Jimin e Taehyung, manca solo Namjoon: "obbligo" esclama, "ti obbligo di fare il solletico a qualcuno di noi, diciamo al più carino dei presenti" lo sfida Jungkook, Jin teme già che Namjoon possa scegliere lui ma io sgrano lo sguardo quando noto che invece avanza verso di me, "ti prego, no, lo soffro terribilmente, ti prego", ma non c'è nulla da fare, mi piego in due, pregandolo intanto di smettere ed è solo grazie a J-hope che Namjoon mi lascia in pace, "dovresti tagliare la torta, non ti pare?" gli fa notare, usando un tono di voce un pò troppo serio. I ragazzi cominciano ad intonare la canzoncina di buon compleanno in coreano, mentre il manager viene avanti con un'enorme torta per Namjoon, io mi unisco al battimani, il festeggiato alza gli occhi su di me: "che ne dici di cantarla in italiano?", io arrossisco, non ho mica una bella voce, sembrerei un'anatra starnazzata, vorrei rifiutare, ma è il suo compleanno e perciò: "tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri Namjoon, tanti auguri a te". La torta viene tagliata e servita nei piattini, non è come quelle che abbiamo noi, decisamente e credo J-hope si sia appena reso conto che non la gradisco più di tanto: "è così male qui il cibo?" chiede, bene, ho appena dato l'impressione di non apprezzare la cucina coreana, che idiota, così mi affretto a dire che non lo trovo affatto sgradevole, anche se è così nella maggior parte dei casi, "dovresti cucinare per noi qualche piatto italiano" propone Jimin, "si, perchè no, una buona pizza o le lasagne" interviene Jungkook, "non può venire a trovarvi ogni qual volta le passi per testa" si intromette il manager, i ragazzi fanno le smorfie ed io trattengo una risata. "Fermi, dove andate voi due" esclama Jin, si riferisce a Jimin e Taehyung che si stavano giù ritirando, credo, nella loro stanza, in effetti è abbastanza tardi, "è il momento dei regali" annuncia Jin ed io comincio a sentirmi fortemente a disagio, ho temuto per tutto il tempo questo momento.

"Ti riaccompagno" si offre il signor Sejin, anche se la sua, più che un'offerta, sembra un ordine, è come se mi avesse detto "basta, adesso te ne devi andare"; io mi guardo intorno, Suga ha tolto il disturbo già da un pezzo, i ragazzi mi hanno detto che quando non lavora, non fa che dormire, quindi a quest'ora sarà già cascato in un sonno profondo, anche Taehyung e Jimin si sono rintanati in stanza, hanno lasciato questa camera da circa dieci minuti, mentre Jungkook è ancora qui, sdraiato sul divano a smanettare col suo cellulare; Jin, di quelli che sono rimasti, è l'unico che provvede a mettere in ordine. "Vorrei poter dare una mano a ripulire" faccio io, c'è troppa spazzatura in giro, dovrei aiutare Jin, non credo che qualcun altro gli offrirà un aiuto, "ci penseranno gli addetti delle pulizie, domani mattina" fa il manager, cercando di convincermi a lasciare subito la villa dei Bangtan, io però insisto, "eddai, Sejin, lasciala in pace" interviene J-hope, il manager sembra contrariato, "Hobi, posso scambiare qualche parola con te?" gli chiede infastidito Sejin, J-hope si allontana un momento con lui in un'altra stanza, io chiedo a Jin dove posso trovare una scopa per spazzare via tutte le briciole dal pavimento; "lascia stare" sussurra Namjoon, è alle mie spalle e il suo essermi così vicino mi fa sussultare, "già, non devi, qui posso pensarci da solo" dice Jin con un sorriso, intanto Jungkook mi augura la buonanotte e ci lascia. "Grazie per essere venuta" fa Namjoon, adesso che mi sono voltata mi sta di fronte e mi guarda in faccia, io non riesco a sostenere i suoi occhi sorridenti e abbasso la testa. In realtà aspettavo il momento giusto per consegnare a Namjoon il mio regalo, anche se non può davvero definirsi tale, di fatti mi vergognavo a darglielo davanti a tutti, temevo di fare una brutta figura, anche se non credevo avessi avuto l'occasione di rimanere da sola con lui; "grazie a te per avermi invitata" esclamo e poi mi inginocchio per terra, lui fa lo stesso, proprio davanti a me e intanto io apro la mia borsa: "non avevo la più pallida idea di cosa regalarti, ma non volevo venire a mani vuote, non ho trovato nulla che potesse andar bene" farfuglio, "perciò scegli pure tra queste cose. E' tutta roba mia, sciocchezze, lo so, cose di cui non te ne faresti nulla, ma tengo ad ognuno di questi oggetti. E' un modo per ringraziarti dell'amicizia che mi hai offerto sin da subito", parlo in fretta, sputando velocemente una frase dietro l'altra, la verità è che mi sento tremendamente a disagio e ho paura che pensi che ognuna delle cose contenute nella mia borsa faccia schifo. Namjoon tiene gli occhi su di me e il fatto che non dice nulla mi rende nervosa, chissà a cosa starà pensando; "non era necessario, davvero, ma ti ringrazio" esclama, io mi sento avvampare perchè la sua mano sfiora la mia, alzo gli occhi, lui mi sorride ed io mi sento come trasportare da un'onda immaginaria che mi investe in pieno. "Il tuo è un gesto che viene dal cuore, ti ringrazio" dice, poi esamina le mie cose: c'è il CD di Sfera Ebbasta autografato, le mie scarpette di danza, il quadernetto dove di tanto in tanto appunto le mie riflessioni personali, la fotografia dei miei nonni materni, il bracciale che posseggo da quando ero bambina e il foulard rosso e bianco che anche se non indosso spesso, lo porto sempre con me. Sono tutte cose che non possono interessarlo minimamente, cianfrusaglie per lui, eppure lo vedo che afferra il foulard e lo guarda come incantato: "voglio questo" esclama, non gli dirò che è stata Sara a comprarmelo, è stato il primo regalo che lei mi ha fatto, aveva otto anni, i miei avevano appena iniziato a darle la paghetta settimanale e lei raccoglieva quei spiccioli come se le stessero consegnando una fortuna immensa, la prima piccola cifra che aveva messo da parte l'ha spesa proprio per me, senza nemmeno pensarci, spiegando semplicemente che quando l'avevo visto, l'aveva subito immaginato tra i miei capelli, le sembrava perfetto per me. Non gli dirò tutto questo, "è sempre stato il mio porta fortuna" gli rivelo invece con un sorriso, "da adesso in poi sarà il mio" dice lui, "me lo legheresti al polso?", io annuisco e glielo annodo e sollevando gli occhi dal suo braccio, incontro nuovamente i suoi e il suo viso poco distante dal mio e tutti e due ci fissiamo senza dire più una parola. "Namjoon" scatta il manager, entrambi ci alziamo da terra, il manager ci guarda severo, mentre J-hope ha una strana espressione stampata sul viso, "è molto tardi, deve rientrare in albergo" decide Sejin.

Ho promesso al signor Sejin che non avrei mai detto una parola ad anima viva di quello che succede attorno a me che riguarda i Bangtan Boys ma ovviamente Viola è un'eccezione, come posso tenere la mia migliore amica all'oscuro di tutto? E' chiaro che, una volta rientrata in hotel, l'ho chiamata per raccontarle ogni cosa, "all'inizio ero così impacciata, mi sono ritrovata nella dimora dei Bangtan e non sapevo cosa dire o fare, loro erano invece così disinvolti, come se la mia presenza non fosse una novità, come se non aspettavano altro che ricevere ospiti. Dev'essere un pò monotona la loro vita quando non sono in sede o in giro per il mondo, devono stare chiusi fra quelle quattro mura e frequentare nessun altro se non loro stessi" ho riflettuto per telefono, Viola attendeva la mia chiamata, a Seul era già piena notte ma a Roma non erano che le sei del pomeriggio e Viola se ne stava andando a danza, l'estate è finita e quindi la scuola ha riaperto per i corsi invernali, inizieranno presto a pensare al nuovo saggio, chissà se chiederanno a Viola di me, sicuramente lo faranno, sopratutto Margherita, la nostra insegnante a cui voglio un bene dell'anima, che mi ha sempre assegnato il ruolo da protagonista delle sue opere artistiche e alla quale dovrei fare una telefonata per scusarmi di averla lasciata così; spero solo che finalmente Viola possa ottenere il ruolo da prima ballerina al posto mio, non vorrei che Margherita scegliesse quell'antipatica di Clelia. Insomma, Viola è venuta a sapere tutto, proprio tutto: le ho riportato la breve conversazione che ho avuto con J-hope e il fatto che mi abbia fatta riflettere molto, le ho detto di aver ballato assieme ai Bangtan, che ho insegnato loro 'obbligo, giudizio o verità' e che Namjoon mi ha fatta ridere per il solletico e poi le ho detto dell'idea che ho avuto affinchè scegliesse da solo il suo regalo. Non mi pento del fatto che Namjoon abbia scelto proprio la bandana di Sara, tenevo ad ognuno di quegli oggetti allo stesso modo, è stato come donare a qualcun altro una parte di me, ho dormito con quella bandana sulla testa ogni notte prima di uno spettacolo importante e mi ha sempre portato bene, spero che regali la stessa fortuna anche al nuovo proprietario. Sono certa che Sara è felice del fatto che ce l'abbia lui, non ho mai permesso a nessuno di tenere in mano anche una sola di quelle cose che per me sono tanto preziose, invece a lui sono stata ben disposta a cederle. "Mia, cosa sta succedendo?" ha chiesto Viola al cellulare, "ti rendi conto di quello che è accaduto, vero? Sei stata invitata alla festa intima organizzata per Kim Namjoon, Kim Namjoon, non un tuo compagno di scuola, Kim Namjoon che, facendoti il solletico, ti ha indirettamente fatto capire che ti trova molto bella", "Vio, aspetta" cercavo di interromperla, ma niente, lei parlava ininterrottamente, "vi siete sfiorati le mani, vi siete guardati a pochi centimetri di distanza e mi hai pure confessato di aver provato qualcosa di strano. A te pare normale? No perchè io più ci penso, più non posso credere che stia accadendo proprio alla mia migliore amica", io non so cosa abbia cercato di insinuare, quello che so è che quel momento prima di salutarci mi è rimasto impresso nei giorni a seguire.

Non vedo i Bangtan Boys da circa una settimana, il giorno dopo del compleanno sono stata avvisata di non presentarmi alla sede della Big Hit per un pò perchè i Bangtan non avrebbero dovuto essere disturbati da nessuno. Nessuno. Devono lavorare e lavorare, registrare il nuovo pezzo, sistemare le ultime cose per fissare le date dei concerti, cominciare ad impostare la scaletta, insomma, c'è tanto da fare e in più anche gli altri due gruppi appartenenti alla Big Hit sono in preparativi per qualche evento che ignoro. Niente gente non necessaria fra i piedi, ecco. Non mi sono recata alla Big Hit per diversi giorni e ho continuato a provare le coreografie nella stanza d'hotel, anche se mi viene male ballare qui per quanto sia piccolo lo spazio, però non mi lascio fermare da niente, nemmeno da questo e finalmente mi sento soddisfatta di me stessa; adesso so eseguirle al meglio, le conosco tutte per bene e vorrei che il coreografo mi vedesse all'opera, che notasse come sono riuscita ad imparare alla perfezione 'On' e che finalmente riesco anche a fare una perfetta spazzolata e quindi ballare anche 'Go-Go', per questo sto andando in sede, forse non dovrei, non mi è stato detto che posso tornare, ma mi sento così eccitata e voglio assolutamente mostrare il risultato del mio impegno. Non capisco il coreano ma quelle del coreografo sembrano lamentele, lo sento già dal corridoio, "Mia" esclama J-hope, il primo che mi nota entrare in sala prove, il coreografo si volta di scatto, i ragazzi mi salutano, Namjoon e J-hope mi si avvicinano, "è da un pò che non ci vediamo, eh?" commenta Namjoon con un sorriso, io noto la mia fascia attorno al suo polso, mentre intanto il coreografo si unisce a noi: "come mai qui?" domanda in giapponese, io gli spiego il motivo per il quale solo venuta, "capisco, è solo che non posso darti retta per adesso, non riesco a mettere in piedi una coreografia che mi convinca abbastanza. Con i ragazzi stiamo provando ed è strano, non è mai successo che non riuscissimo a crearne una" confessa e sospira, io mi rendo conto di aver fatto male a venire, hanno già abbastanza problemi, come potrebbero prestarmi attenzione? Il coreografo poi mi afferra per il braccio e mi trascina delicatamente fuori dalla sala, "scusateci un momento" dice ai ragazzi che ci guardano allontanarci, "Mia, non dovresti assolutamente essere qui, nessuno ti ha chiesto di venire" commenta più preoccupato che arrabbiato, "dimmi un pò, che hai fatto per fare innervosire Sejin?" mi domanda, io scendo dalle nuvole, non sapevo di aver fatto qualcosa di sbagliato, " qualche giorno fa l'ho sentito rimproverare RM e tu c'entravi in qualche modo" confessa il mio interlocutore, "lo sai che ai Bangtan è vietato avvicinarsi a qualsiasi ragazza, non è vero? Che sia un'amica, una fan, una ballerina o anche una lontana parente", io inarco un sopracciglio, "possono a malapena parlare alle donne, ma mai, mai, avere un contatto fisico, non possono nemmeno cercare di instaurare un rapporto d'amicizia" mi spiega e questa cosa mi lascia senza parole. "Adesso scusami, ma devo tornare a pensare a qualche passo di danza per il balletto della nuova canzone" dice e gira i tacchi per rientrare in sala prove, "posso restare con voi?" domando così, di botto, senza nemmeno pensare a quanto sia stata assurda la richiesta che ho appena fatto.

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