Sereg o Eledh (Sangue di Elfo)

By Melian1312

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** Sequel di "Hir o Heleg" ** Aredhel, principessa delle Montagne Grigie, un giorno incontrò e salvò la vita... More

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Kenyse
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Pontelagolungo
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Una proposta inaspettata
Il Grande Evento (pt. 2)

Il Grande Evento (p.te 1)

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By Melian1312

"Ehm, ehm" lo schiarimento di voce di Legolas ci fece girare.

"Ero venuto per vedere come fosse andata, avevo paura che vi foste azzannati a vicenda, ma credo che a questo punto sia una domanda superflua!" sorrise lui. Per tutta risposta io gli feci una linguaccia sotto lo sguardo allibito del Re.

"Penso di dovervi fare le congratulazioni, allora" continuò il principe.

"Ti ringrazio." risposi con un sorriso, accarezzando la mano del Re.

"Estel farà salti di gioia, quando lo saprà." disse Legolas con un ghigno.

"Aspetta, glielo diremo dopo, prima devo fare una cosa." replicai, dirigendomi verso il banchetto.

"Dove stai andando?" chiese Thranduil venendomi dietro.

"A comunicare un rifiuto." dissi, dirigendomi verso Dàin.

"Mio Signore Dàin, vi comunico che devo declinare la vostra offerta, e vi invito anche a non rifarmi mai più la stessa richiesta." gli comunicai freddamente.

"E posso sapere il motivo di questo tuo rifiuto? Pensavo di averti convinta che la tua relazione non ti porterà a niente." chiese il Nano, cercando di mascherare il suo stupore.

"Ho un matrimonio a cui presenziare." dissi fieramente, mentre sentivo la presenza del Re alle mie spalle. Era venuto a godersi lo spettacolo.

Dàin sbarrò gli occhi. Aveva evidentemente dato per scontato che il Re non si sarebbe mai legato a me. Gli avevo appena dimostrato che aveva torto, e questo mi dava un'enorme senso di soddisfazione.

"Vi facciamo le congratulazioni!" si intromise la moglie di Dàin per evitare che il marito facesse ulteriori danni aprendo bocca.

"Ti ringrazio." risposi con un sorriso. Ero stupita per le congratulazioni della Nana, non andavamo particolarmente d'accordo.

"Non mi guardare così! Bisogna comunque rispettare le avversarie, soprattutto se si è appurato personalmente che sono brave in combattimento!" spiegò Ramna con una risata.

Ci fu un momento di silenzio. Ramna si era accorta di aver parlato troppo, io speravo che nessuno chiedesse nulla e i due Re stavano analizzando nuovamente la frase appena pronunciata nella loro mente.

"Come fai ad aver tu stessa constatato che lei è brava in combattimento? Pensavo lo avessi detto per sentito dire." chiese Dàin rivolto alla moglie.

Non mi voltai per guardare, ma avrei scommesso tutti i miei averi che Thranduil mi stava guardando con la stessa domanda che gli ronzava in testa.

"C'entra con questo?" chiese Thranduil, ponendomi una mano sulla schiena, in corrispondenza del livido celato. Se n'era accorto.

"Non è stata colpa sua, melamin (amore mio)." tentai di spiegargli, prima che gli andasse il sangue alla testa.

"Abbiamo sentito un rumore, lei si è distratta un attimo e il manico della mia ascia ha sbattuto contro la sua schiena." continuò Ramna, nel tentativo di spalleggiarmi.

"Non è successo niente, davvero." insistetti io.

"Sei riuscita a sconfiggere una Guardiana! Non sei invecchiata di un giorno!" si complimentò Dàin con sua moglie.

"Veramente la Guardiana l'ha atterrata, nel primo scontro." replicai, guadagnandomi un'occhiata soddisfatta dal Re degli Elfi.

"E' vero, mi ha battuta." confermò Ramna, vedendo lo sguardo dubbioso del marito.

"Questo dimostra che gli Elfi sono meglio dei Nani" il sussurro del Re era appena udibile alle mie orecchie sensibili, e mi girai per rifilargli uno sguardo di rimprovero. Thranduil non fece neanche una piega, anzi, mi rispose con un sorrisetto compiaciuto.

"Se volete scusarci, ora, dovremmo raggiungere il nostro seguito, la festa ormai è finita." disse il Sovrano, facendo leggermente pressione sulla mia schiena. Istintivamente portai la mia mano destra su quella che premeva sulla mia pelle in modo da far cessare la pressione sul livido. Thranduil capì al volo e spostò la mano.

Raggiungemmo Legolas, che ci aspettava sulla scala e poi salimmo al piano superiore per arrivare alle nostre camere. Il principe di Boscoverde si congedò subito, mentre il Re attese che io arrivassi alla porta della mia stanza.

"Posso vedere il livido?" chiese lui, appoggiandosi allo stipite della porta.

"Se proprio ci tieni..." sospirai, invitandolo ad entrare.

Una volta chiusa la porta rimossi l'incantesimo e resi visibile il segno violaceo sulla pelle.

"Una bella botta... - commentò il Sovrano - Perché non me lo hai detto?"

"Perché non volevo che ti arrabbiassi. - risposi, sedendomi accanto a lui sul letto. - Sai, ho notato che tendi a scaldarti quando vengono toccati dei punti sensibili."

"E quali sarebbero, questi punti sensibili?" sorrise lui.

"Me, Legolas e soprattutto la tua autorità. Non provare a negarlo." risi io, abbracciandolo.

"E va bene. Hai ragione." sospirò lui, ricambiando l'abbraccio.

"Mi stai dando ragione?! Chi sei tu? Cosa ne hai fatto del vero Re di Boscoverde?" esclamai, fingendomi scioccata.

"Divertente, molto divertente." rise lui, per poi baciarmi.

"Devo andare." disse, una volta che ci fummo staccati.

"No, dai, rimani." replicai io.

"Mi piacerebbe, ma devo discutere di un'ultima cosa con Bard e il Re dei Nani. - rispose lui, alzandosi dal letto - Avremo tempo, per stare insieme."

Era passato poco più di un anno dall'incoronazione e quindi dal nostro fidanzamento. Avevamo deciso di sposarci durante il solstizio d'estate, in modo che la nuova unione potesse simboleggiare un nuovo periodo fiorente per entrambi i nostri regni.

Quando le avevo dato la notizia, Estel era scoppiata di gioia. A palazzo, invece, le reazioni erano state discordanti. Galion, per quanto felice per me e per il Re, avrebbe volentieri ceduto il suo ruolo di maggiordomo a chiunque. Come biasimarlo, il compito di organizzare la cerimonia ricadeva quasi interamente sulle sue spalle! 

Duinhir e Lossoth avevano appreso la notizia con lo stesso entusiasmo di quando si scopre la morte di un proprio caro, e lo stesso valeva per le due dame che anni prima avevano tentato di schernirmi.

Il popolo di entrambi i regni, invece, sembrava contento della notizia, e questo per me era importante. Melime, invece, mi aveva stupita ancora di più. Non solo si era dimostrata felice per me, ma aveva anche iniziato a frequentare Feren in modo serio.

Qualche giorno prima del grande evento Arwen era arrivata da Imladris, aveva fatto tutto quel viaggio perché insisteva nell'accompagnarmi a scegliere l'abito da sposa. Lei e Legolas, ovviamente. Il principe aveva insistito per sapere precisamente come si sarebbe svolta la cerimonia, chi sarebbero stati gli invitati, come sarebbe stato il rinfresco...

"Ancora non ci credo che ti sposi!" disse Arwen felice, mentre ci dirigevamo dal sarto.

"Fattene una ragione, amica mia. Sono tre mesi che la gente, e per gente intendo Galion, mi molesta per sapere cosa ne penso dei fiori, delle decorazioni, della disposizione dei tavoli..." borbottai.

E meno male che sia io che il Re avevamo detto a Galion di organizzare una cosa piccola, solo per i pochi nobili invitati. Ma il maggiordomo aveva deciso di fare come gli pareva, al grido di "Non è un matrimonio reale se non partecipano tutti i nobili della Terra di Mezzo" si era messo a spedire inviti come se non ci fosse un domani. Risultato? Troppi invitati per poterli contare.

Arrivammo dal sarto, che ormai da giorni selezionava i vestiti che avrebbero potuto valorizzare il mio fisico.

"Come preferite il vestito, mia Signora?" chiese lui cordialmente.

"Un vestito da Regina, Erthol, che sia memorabile!" ordinò Legolas.

"E che metta in risalto il suo fisico!" si aggiunse Arwen.

"Grazie per i consigli, cari miei, ora posso parlare io? Mi piacciono gli abiti con il corpetto e con una gonna abbastanza ampia." spiegai, dopo aver fulminato con lo sguardo i miei due accompagnatori.

Il sarto annuì, e ci fece cenno di seguirlo verso il retro della bottega. Su un manichino era posto un vestito veramente magnifico. Aveva tutte le caratteristiche che avevo richiesto, ed il corpetto era finemente ricamato con filo d'oro e cristalli.

"Potrebbe andare?" chiese l'Elfo, indicandomi il vestito.

"Sì! Direi che posso provarlo!" mi affrettai a dire, prima che i miei due accompagnatori potessero rispondere per me.

Lo provai, permettendo al sarto di appuntarsi le modifiche da fare prima della cerimonia. 

"Direi che questo è il vestito." disse Arwen, con le lacrime agli occhi.

"Sì, direi che è approvato a pieni voti." confermò Legolas.

"Mi spieghi perché hai insistito tanto nel venire a vedere l'abito da sposa?" domandai al principe.

"Che domande! Sono il figlio del Re, e siccome il Re si sposa sono io a dover controllare tutto." disse lui con fare ovvio.

Quell'affermazione fece ridere di gusto sia me che Arwen.

"E poi, è stato Galion a chiedermi di venire a controllare che l'abito fosse perfetto." rivelò il principe.

"Ah, ecco. In effetti mi sembrava strano che il nostro caro maggiordomo non volesse mettere il becco anche in questa decisione!" risi io.

"Mia signora, dovete scegliere anche il velo. Cosa preferite?" chiese ancora il sarto, dopo essersi scusato per l'intromissione.

Non avevo pensato al velo, nel mio regno le spose non usavano coprire il capo durante il matrimonio.

"Io... vorrei il modello più semplice che avete." dissi, giusto per avere un'idea di come fosse.

Il sarto si girò e mi mostrò un tessuto sottilissimo e semi-trasparente con dei motivi floreali ricamati e dei piccoli cristalli inseriti nella lavorazione.

"Che dite?" chiesi girandomi verso gli accompagnatori.

"Direi che ti sta molto bene. Un velo troppo decorato sarebbe di troppo su un vestito come quello." disse Arwen, approvando quindi la mia scelta.

E anche quella scelta era stata fatta...

Era il gran giorno. Era il gran giorno e io mi sentivo maledettamente nervosa ed impreparata. Nonostante avessi passato quasi quattro anni in quel regno e diversi secoli nel mio, di regno, non mi sentivo a mio agio nel fare una cerimonia di quel genere davanti a tutti.

Visto che, per tradizione, la sposa non può dormire in casa dello sposo la notte prima delle nozze Arwen, Melime ed Estel avevano colto la palla al balzo e mi avevano tirato giù dal letto circa all'alba al grido di "non c'è tempo da perdere, oggi cara mia devi risplendere."

Era iniziata quindi una sessione intensiva di trucco, sistemazione dell'acconciatura, ultime prove dell'abito e così via... Ebbi a malapena il tempo di fare colazione. 

Alla fine optai per tenere i capelli raccolti, ma in modo che comunque ricadessero sul collo, mentre decisi di mantenere il trucco il più naturale possibile.

Ovviamente, dopo essermi preparata io, dovetti assistere le mie amiche nella loro preparazione. Dopotutto Arwen sarebbe stata la mia testimone, mentre Melime restava sempre un'alta carica del mio regno, quindi doveva prepararsi anch'essa in modo consono per l'occasione. E poi, Melime voleva fare colpo su Feren, come se lui non fosse già presissimo da lei!

"Signore, vi comunico che manca mezz'ora all'inizio della cerimonia e che gli invitati sono già tutti ai loro posti!" disse Legolas, entrando nella mia stanza.

"No, ma prego! Entra pure!" dissi sarcastica. L'evento aveva reso tutti esauriti, ora sia Arwen che Legolas entravano nella mia camera senza neanche bussare!

"Estel mi ha detto che eri pronta, quindi ho dedotto potessi entrare. Stai benissimo, comunque." spiegò lui tranquillamente.

"Ti ringrazio." dissi con un sorriso nervoso.

"Sei agitata?" chiese Legolas.

"No. Sì. Sì, direi che l'idea di sposare un Re davanti ai nostri due popoli e davanti a mia madre mi agita. Anzi, mi terrorizza proprio." dissi, generando una risata collettiva.

"Non c'è niente da ridere!" sbottai io. 

"Vedrai che andrà tutto perfettamente. Mio padre solo oggi ha fatto tre volte il giro della sala per essere sicuro che tutto fosse perfetto. - mi comunicò lui - Mai visto il Re così nervoso."

"Se manca solo mezz'ora direi che io e Melime dobbiamo andare! Ci vediamo dopo, Aredhel, in bocca al lupo!" dissero, uscendo.

Feci un respiro profondo. Calma, dovevo stare calma. Era quello che volevo, no?

"Ti ho portato il bouquet." disse Legolas, mostrandomi un bellissimo mazzo di fiori composto da rose bianche, rosa e gigli.

Sentimmo un leggero bussare alla porta, al quale risposi con un "avanti" poco convinto. Dietro la porta apparve Kenyse, vestita del suo abito migliore.

"Oh, dei onnipotenti. - sussurrò quando mi vide - Sei bellissima."

"Vi lascio sole, torno tra dieci minuti per accompagnarti all'altare." disse Legolas congedandosi con un sorriso. Lo ringraziai con un cenno del capo.

"Ma dico, guardati! Una vera principessa!" continuò mia mamma.

"Ti ringrazio mamma. - replicai abbracciandola - Sei stata nella sala? Com'è?"

"Bellissima, amore mio, assolutamente bellissima, ma non è una sala." disse.

"Come non è una sala?!" chiesi io strabuzzando gli occhi.

"Vi sposerete in una radura nella foresta. Non lo sapevi?" replicò Kenyse.

"No, o meglio, è stato il Re ad offrirsi di scegliere il luogo dell'evento, ma io pensavo si svolgesse nel palazzo!" spiegai, ancora scioccata dalla notizia.

"Non preoccuparti, cara, il Re in persona è venuto a controllare che tutto fosse in ordine." rispose lei con le lacrime agli occhi per la commozione.

"Hai visto Thranduil? E com'è?!" chiesi d'impulso.

"Confermo quello che ho detto la prima volta che l'ho visto: hai un ottimo gusto." disse lei con una risata.

"Senti, figlia mia, volevo dirti che anche se non l'ho mai detto apertamente, io approvo davvero questa relazione. La prima volta che l'ho visto ho pensato fosse un ottimo compagno per te. Quando mi hai rivelato la sua identità è vero, ho dubitato, ma ora ho capito che fa, beh, che fate sul serio. Sono contenta che tu abbia uno come lui di fianco. Sono certa avrete una vita felice."

"Ti ringrazio, mamma. Avevo bisogno di sentirmelo dire." dissi sinceramente.

"Ora vai, non farti attendere. Cammina a testa alta verso la nuova vita che meriti!" disse lei dandomi un bacio sulla fronte.

"Ah, una cosa: guarda che da voi mi aspetto dei nipotini, eh! Non inventarti scuse, perché con un compagno così non ne hai!" detto ciò Kenyse mi guardò un'ultima volta ed uscii, diretta verso il luogo della celebrazione. Tempo un secondo apparve Legolas, che nel frattempo aveva sistemato gli ultimi dettagli del suo abbigliamento.

"Cosa ne dici, ci incamminiamo?" chiese porgendomi il braccio.

"Sì. Andiamo." dissi in un soffio.

"Legolas?" dissi, mentre camminavamo per il bosco.

"Sì?" domandò lui guardandomi.

"Fammi cadere e giuro che ti ammazzo." dissi, con un'espressione a metà tra il divertito e l'arrabbiato.

Le risate di Legolas si sentirono probabilmente fino alla radura.

**Thranduil's PoV**

Avevo fatto tre giri per controllare di persona se il luogo della celebrazione andasse bene. Avevo dato a Galion delle indicazioni specifiche, ma preferivo sempre fare un controllo.

Avevo scelto una radura nella foresta con un grande albero al centro. Su ogni ramo erano state messe delle luci, in modo che si avesse l'impressione che il bosco risplendesse di luce propria. Intorno allo spiazzo principale, dove si sarebbe svolta la cerimonia, erano stati posti dei tavoli e delle sedie di legno nero, un particolare tipo di albero che cresceva solo nel mio Regno e che aveva un legno particolarmente duro. Dietro il grande albero c'era il nostro tavolo, leggermente rialzato rispetto a tutti gli altri nella radura.

Il popolo avrebbe seguito la funzione seduto a dei tavoli posti tra gli alberi circostanti la radura, in modo che potessero anche loro essere testimoni dell'avvenimento.

"Gli ospiti sono arrivati tutti?" chiesi a Galion, che era intento a sistemare i fiori su ogni tavolo.

"Sì, mio Signore, saranno qui tra pochi minuti." rispose lui con un inchino.

"Bene."

Avrebbe celebrato l'evento Elrond, che era venuto insieme alla figlia e ad Aragorn, il Ramingo Erede al trono di Gondor.

"Mio Signore, il tavolo dei Nani vi sembra abbastanza basso? O dovremmo abbassarlo ancora di qualche centimetro?" chiese ancora Galion indicando uno dei tavoli davanti a noi.

"Direi che va bene, in ogni caso non si lamenteranno dell'altezza, piuttosto mangeranno con il tavolo che gli arriva alla gola." dissi con un ghigno.

Aredhel aveva insistito per invitare anche Dàin e la moglie e Balin figlio di Fundin, che si vociferava stesse organizzando una missione per riconquistare il regno perduto di Moria, ormai da tempo sotto il controllo degli Orchi e dei Goblin.

"Amico mio." la voce di Elrond mi distolse dai miei pensieri, e mi voltai verso di lui.

"Permettimi di farti le mie congratulazioni." disse lui con un sorriso.

"Ti ringrazio." risposi ricambiando il sorriso.

"Luogo delizioso davvero, per la cerimonia." continuò lui.

"E' tradizione del mio popolo, sposarsi nei boschi." gli spiegai, mentre osservavo la radura riempirsi degli invitati.

"Sono certo che anche Aredhel lo troverà bellissimo." continuò lui.

Ormai tutti gli ospiti si erano accomodati, osservai. Erano venuti praticamente tutti i nobili dei regni vicini: Dàin e la moglie, Bard con i suoi figli, Beorn, Radagast, Akerith e anche Galadriel. Stranamente il marito mancava, non che mi dispiacesse. Avevo dovuto fare buon viso a cattivo gioco, comunque. Gli altri invitati erano Melime ed alcune delle Guardiane che si erano trasferite nel mio regno e molti dei miei consiglieri: Lossoth, Duinhir con la moglie e la nipote, Feren...

Mancava solo lei e ovviamente Legolas, che l'avrebbe accompagnata all'altare.

Vidi Kenyse, la madre di Aredhel, arrivare alla radura e sedersi insieme a Melime nel tavolo riservato loro. Aredhel sarebbe dovuta arrivare di lì a poco, allora. Avevo immaginato che la madre avrebbe fatto una visita alla figlia prima della cerimonia.

Feci vagare ancora lo sguardo verso gli invitati, che all'improvviso si zittirono e si voltarono verso l'entrata della radura.

Mi voltai anche io verso l'entrata e ciò che vidi mi lasciò senza fiato. Aredhel indossava un vestito bianco candido, impreziosito da inserti di filo d'orato e cristalli, che la faceva risplendere di luce propria. Il velo le ricadeva delicatamente sul viso, donandole come un'aura magica. Ci fu un momento di silenzio, poi la sposa venne accolta con una dolce musica.

La guardai avanzare elegantemente tenendo il braccio di mio figlio, e non potei fare a meno di sorridere. Avevo fatto la scelta migliore che potessi fare in tutta la Terra di Mezzo. Lei era semplicemente perfetta.

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