Blind Sight [TaeKook]✔︎

By Hananami77

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AVVISO: LA PRIMA PARTE DELLA SAGA NON E' ATTUALMENTE DISPONIBILE PERCHE' E' STATA TOLTA (non da me) PER CUI... More

Introduzione
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[45] *Yoonmin*
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[53] Our happy ending
~Epilogue~
*Taekook Special*

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By Hananami77

Taehyung



«Taehyung? Cosa c'è scritto nella lettera?» chiese distrattamente Jimin, sfogliando ancora le pagine del libro che trovava estremamente interessante. Leggere tutte quelle nuove cose e capire finalmente tutto era estremamente soddisfacente, a detta del beta.

Ma Taehyung non riuscì a rispondergli. Le orecchie gli fischiavano per il nervoso, quel subbuglio interiore -quasi quanto un geyser che non trova sfogo- gli fece ribollire il sangue nelle vene. La presa sulla lettera divenne più salda, le dita divennero bianche e il respiro divenne più tremulo e irregolare.

«E' incredibile la vostra somiglianza comunque...anche se, devo ammetterlo, Jungkook è molto più figo di Jeom— senza offesa, ovviamente» continuò a blaterare tra sè Jimin, perdendosi nei suoi paradigmi infiniti che Taehyung non riusciva ad ascoltare perchè sopraffatto. 

Da tutto.

Kim, il libro, le metà, sua madre, la mancanza di Jungkook, la lettera.

Tutto.

«Deve essere una figata poter comunicare tra metà a qualsiasi distanza! Hai già provato a metterti in contatto con... Jungkook» la voce di Jimin si affievolì fino a perdersi del tutto, gli occhi si allargarono via via e la confusione prese il posto dell'ilarità. 

Un ruggito di pura rabbia uscì dalle labbra serrate dell'alpha e le zanne presero il posto dei canini. Gli occhi si tinsero di un ardente rosso e Jimin sobbalzò sul suo posto vedendo Taehyung così provato da qualsiasi cosa quella lettera -adesso caduta a terra- gli avesse appena rivelato.

Perchè solo una rivelazione poteva portare a quella reazione così estrema. 

Il corpo di Taehyung prese a tremare terribilmente; scattò in piedi e le mani strette in due pugni chiusi tremavano come scosse dalla corrente, il suo petto si alzava e abbassava drammaticamente, e la testa era china verso il basso, le vene del collo gonfie e sporgenti.

Ma quel ringhio arrabbiato, irritato, deluso rimbombava tra le pareti della cella e Jimin lasciò cadere il libro, creando un boato più alto di quanto si aspettasse ma non abbastanza da poter far riprendere Taehyung. 

Qualcuno aveva usato il sangue di sua madre per colpirlo a morte, quel giorno in battaglia. Quel qualcuno che non era mai stato preso, quell'assassino che l'aveva uccisa senza pietà era in combutta con Kim. Per forza.

Nessuno poteva in qualche modo avere accesso al sangue di sua madre se non Kim, quindi significava che Kim sapeva il nome dell'assassino, ed aveva fatto credere a tutti -perfino a lui!- che in realtà era stata uccisa da ignoti.

Ignoti.

Kim aveva condannato sua madre ad una vita infelice, aveva condannato sua madre a morire lentamente, gli aveva nascosto delle informazioni così preziose solo per il gusto di dominare e governale, utilizzandolo come macchina da guerra.

Si era preso gioco di lui e continuava a farlo, e si sarebbe preso a calci per aver anche solo lontanamente pensato che gli avesse mai detto una verità. 

Uno spasmo per il nervoso gli annebbiò il cervello e lo scosse da parte a parte, e quando tutti quei pensieri gli si affollarono nella mente rendendola facilmente attaccabile, urlò a pieni polmoni fin quando l'urlo non fu un ringhio alto e sommesso che riecheggiò tra le pareti in pietra assordando Jimin.

Il beta si schiacciò le mani sulle orecchie e strizzò gli occhi per quell'urlo di furia, e un brivido di terrore passò sulla sua spina dorsale.

Taehyung era veramente incazzato.

Non credeva di averlo mai visto così tanto provato e arrabbiato nella sua vita, e Taehyung sembrava stesse combattendo contro la voglia di uccidere. Del gigantesco lupo nero come la notte si vedevano solo gli occhi lampeggianti di rabbia, colorati di un rosso cremisi così intenso che atterrì Jimin.

«Taehyung, cosa succede?!» esclamò senza voce, e si scostò a malapena in tempo per sentire un botto incredibile che gli fece avere un mezzo infarto.

Scosso e con gli occhi che brillavano di azzurro per lo spavento, Jimin battè le palpebre per capire cosa cazzo stava succedendo, ed il secondo dopo guaì un pò per la paura, un pò per la sorpresa.

Il lupo di Taehyung, che praticamente era contenuto a stento dentro quelle quattro mura in pietra, si era andato a schiantare contro il muro, iniziando a prenderlo a testate.

Testate. 

Taehyung fermati! Se continui ti ucciderai, cosa diamine stai facendo?! esclamò concitato Jimin, guardando atterrito quel colosso di muscoli e pelo colpire un'altra volta il muro.

Devo uscire da qui, devo trovare quel grandissimo pezzo di merda e gli dovrò straccare uno ad uno tutte le fottute dita e cavargli l'unico occhio che gli rimane per farglielo ingoiare. Gli tirerò fuori un organo per volta fino a che di lui non rimarrà che un ammasso informe che riempirò di merda. Lui lo sapeva! ruggì nella sua mente Taehyung, così forte che Jimin strizzò gli occhi.

Un altro colpo si udì nella cella stretta ed angusta, e l'unica cosa che gli venne in mente al beta fu quella di lanciarsi -letteralmente- al collo di Taehyung, avvolgendolo con le braccia in un abbraccio. 

Un singhiozzo gli sfuggì, infame, e Taehyung sembrò un attimo riprendersi e ridestarsi dalla rabbia cieca che lo aveva colto proprio nel momento in cui stava per lanciarsi contro il muro con tutta l'intenzione di sfondarlo.

«Fermati Taehyung, per favore» gli disse ad occhi serrati Jimin, stringendo i denti per evitare di lasciare la presa. Andare contro il suo alpha e contro quell'alpha era contro natura, ma Taehyung era suo amico. 

Non poteva permettere che si facesse del male per delle cose che andavano contro il suo controllo. Non era distruggendosi che le cose si sarebbero risolte. Distruggersi per gli altri, per chi non merita neanche il fiato che la vita gli ha donato, era come prendere la propria vita e gettarla via cavalcando l'illusione che il dolore non esistesse. 

Chiudersi nella convinzione che ormai non c'era niente da perdere, che non c'era altro tempo per farsi giustizia, pensare che la felicità non facsse parte della vita, che qualcuno non la meriti era il primo passo verso una caduta libera in un mare di angosce e rabbia difficili da debellare, una volta a mente fredda.

E Jimin non voleva che Taehyung annegasse nella convinzione di non avere tempo, di non avere niente da perdere, di non avere niente per cui lottare.

Aveva tutto per cui lottare, aveva l'intera vita davanti da viversi, aveva ancora un mondo a sua disposizione. Perchè doveva permettere a Kim di rovinare quell'intera scintilla dii speranza che la vita gli aveva donato?

Se lo avesse fatto, il sacrificio di sua madre sarebbe stato vano, tutto avrebbe perso senso, e scoprire cos'era in realtà non avrebbe onorato la categoria a cui apparteneva. No, non solo perchè era un alpha. Ma perchè era un alpha giusto. Un alpha vero, un alpha che aveva una ragione di vita, un alpha che sapeva ascoltare e governare.

Jungkook, lui, Yoongi, Jin o Namjoon credevano in lui. 

Sapevano chi era davvero.

Volevano essere con lui. 

Taehyung aveva qualcosa per cui lottare, e Jimin non voleva far altro che mostrarglielo, mostrare il suo punto di vista. Poteva tranquillamente farsi i fatti suoi e lasciarsi abbattere dall'istinto di piegarsi al volere dell'alpha ma non lo avrebbe mai fatto. 

Perchè per Taehyung ne valeva la pena.

«Taehyung non lo fare. Se continui, a parte ferire te, ferirai anche tutti coloro che ti vogliono bene. Pensaci, Taehyung. C'è scritto nel libro che tu e Jungkook condividete tutto, cosa ti fa pensare che non condividiate anche il dolore? Cosa ti fa pensare che lui non stia provando tutta la rabbia e la sofferenza che stai provando tu? Io so che lui può percepirla, perchè siete una specie di super alpha con poteri fighi e con più muscoli di quanto il corpo possa contenerne, ma hai qualcuno per cui combattere. Non solamente tua madre Tae, non solamente te stesso, tu hai Jungkook, tu hai noi».

Quasi Jimin potè vedere Taehyung aggrottare le sopracciglia seppur in forma lupo e non azzardò ad allentare l'abbraccio sul suo collo -se lo avesse fatto, probabilmente le ginocchia gli avrebbero ceduto.

«Ti riscatterai Taehyung, avrai la tua opportunità, avrai la possibilità di rendere giustizia per tua madre e per tutto quello che ti è successo, ma non rovinarti la vita per colpa sua. Kim non ne vale la pena. Tu sei molto più di un alpha Tae, tu sei la ragione per cui tutto è in equilibrio». 

La tensione di Taehyung era ancora visibile e l'alpha chiuse gli occhi per calmarsi senza tuttavia riuscire ad evitarsi un ringhiare basso e profondo.

«Per favore, calmati. Non ne vale la pena» gli sussurrò infine Jimin, vedendo come gli occhi di Taehyung si fossero addolciti mentre si posavano su di lui.

E Taehyung pensò che il beta aveva ragione. Aveva sentito tutto il ragionamento mentale che Jimin aveva fatto, e non poteva che esserne d'accordo. Stava per mandare tutto a puttane quando poteva essere lui a decidere le sorti di quella guerra che sarebbe terminata -di sicuro e in qualsiasi opzione- con la morte di Kim a. Qualsiasi. Fottuto. Costo. 

Se li avessero scoperti, Kim avrebbe potuto iniettargli dello strozzalupo ed avvelenarlo, avendo piede libero con Jimin e Onew, e lui non poteva permetterlo.

Prese un profondo respiro e diede un colpetto con il muso alla testa di Jimin, i cui occhi si spalancarono di botto e si fissarono nei suoi. 

«Mi prometti che non riprenderai a dare testate al muro?» chiese guardingo il beta, e Taehyung alzò gli occhi al cielo annuendo.

Se non ti stacchi non posso trasformarmi di nuovo gli disse con tono più morbido rispetto al precedente, e Jimin annuì lanciandogli però un'occhiata di avvertimento, del tipo "se lo fai di nuovo mi attaccherò come un koala al tuo collo per il resto della giornata", una cosa che allentò un pò la tensione di Taehyung.

Come Jimin si allontanò asciugandosi le lacrime dagli angoli degli occhi, Taehyung fece un profondo respiro e tornò umano, se non fosse che aveva distrutto l'unico paio di sdruciti pantaloni che aveva addosso.

Jimin alzò gli occhi al cielo e andò verso la stuoia su cui era stato sdraiato e gliela porse solo per far sì che un perplesso Taehyung lo guardasse senza capire.

«Copri le tue grazie, alpha, o ad Onew verrà un colpo se ti trova conciato così» sbuffò Jimin, alzando gli occhi al cielo alla risata secca che uscì dalle labbra di Taehyung, che però morì così velocemente da non contagiare i suoi occhi.

Come se lo avvolse attorno ai fianchi, attirò Jimin in un abbraccio che lo inglobò totalmente, sentendo il beta fare un verso sorpreso e poi ricambiare l'abbraccio, facendogli pat pat sulla spalla.

«Perdonami per aver perso il controllo, ma è fottutamente snervante vedere chi ti ha rovinato la vita girare tranquillo e seminare solo distruzione mentre noi siamo chiusi qui e lontani da casa» gli disse con un sospiro, poggiandogli il capo sulla testa. 

«E' ok Tae, sei umano anche tu. Perdere il controllo ci sta, però non rifare quello che hai fatto. Per un attimo ho temuto che ti spaccassi il cranio a metà, quindi promettimi che non proverai ad ammazzarti, non credo di riuscire a reggere un altro colpo del genere...il tuo lupo è troppo grosso» brontolò Jimin contro la sua spalla, e Taehyung ridacchiò.

«Te lo prometto, Jiminie».

Grazie.


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Jungkook


Quel bruciore quasi insopportabile era sparito così come quella volta che aveva percepito quelle scariche di dolore durante gli allenamenti.

Ma in tutto ciò, un'altra cosa aveva minato la tranquilla quiete di quel pomeriggio.

Rabbia.

Rabbia cieca, furiosa, iraconda. 

Rabbia che lo aveva costretto a gettarsi letteralmente dalla finestra e atterrare sulle quattro zampe, ringhiando a vuoto davanti ad un atterrito gruppo di lupi che l'avevano guardato pallidi in volto come se avessero visto un fantasma. 

Ed era stato Yoongi a corrergli dietro quando lo aveva visto correre nel bosco con il corpo tremante di rabbia inspiegabile la voglia di ammazzare chiunque. Era stato Yoongi a bloccarlo e a fargli sfogare un pò di nervosismo istigandolo ad intraprendere una specie di lotta dove il secondo alpha cercava -con difficoltà, visto la stazza di Jungkook- di fargli sbollire qualsiasi cosa fosse senza uscirne ammazzato.

E Jungkook gli era stato davvero grato per quell'aiuto, e proprio com'era arrivata, così quella rabbia era svanita.

Erano quindi tornati indietro dove un sorpreso e preoccupatissimo Jin lo aveva guardato con tanto d'occhi, correndogli incontro solo per tirargli un orecchio e gridargli di non fare più scherzetti del genere perchè lui e Semino avevano bisogno di tranquillità e non di feromoni alpha incazzati ad appestare l'ambiente. 

Jiyong ed il suo branco si erano trasferiti da loro quel pomeriggio stesso, sistemando le loro cose dove possibile e decidendo che, in mancanza di camere, da singole stanze sarebbero diventate doppie. Avevano quindi stilato un piano di azione e scandito un calendario che potesse funzionare e che unisse la necessità dei Crescent Oasis di uniformarsi al livello di combattimento dei Red Velvet Moon.

Jungkook non sapeva se, alla fine dello scontro contro Jeon e Kim gli altri lupi sarebbero rimasti o meno, ma non se ne faceva più di tanto un cruccio perchè aveva imparato a vivere alla giornata.

Aveva imparato che non poteva contare troppo sul futuro, perché la vita prendeva pieghe inaspettate e tutto poteva cambiare in pochi secondi.

In pochi secondi aveva scoperto che Taehyung era la sua metà, in pochi secondi erano diventati l'uno parte dell'altro, in pochi secondi Taehyung diventato cieco e in pochi secondi erano stati separati.

Tutto era avvenuto sempre in pochi maledetti secondi.

E sarebbero bastati pochi secondi per vedere il suo marchio sparire del tutto se solo avessero deciso di uccidere Taehyung. 

Sempre se esisteva qualcuno capace di ucciderlo.

Taehyung era l'alpha più forte e autoritario che avesse mai incontrato, e non credeva che si sarebbe fatto uccidere così facilmente. Pensiero confermatogli da Yoongi, che sembrava aver ragionato sulla situazione ed essere giunto alla conclusione che si fidava più di Taehyung che di sé stesso nel proteggere il beta, perché conosceva Taehyung ed il suo lupo.

E, tra i due, non sapeva davvero chi fosse il "peggiore".

Dopo quella giornata a dir poco infernale, entrare nella loro stanza era stato quasi un sollievo, così come lo era stato sentire l'acqua calda carezzargli la pelle e rilassargli i muscoli.

Si guardò allo specchio, i suoi occhi eterocromatici lo guardavano come a compatirlo, come a dirgli "guarda che lo so cosa stai passando".

Chissà perché erano in quel modo, diversi.

Lui era uscito un alpha perché suo padre era un alpha e sua madre una valorosa beta. Si erano tutti stupiti di quella particolarità e di quanto effettivamente Jungkook fosse forte fin dal principio ma a nessuno sembrava mai essere importato l'indagare sulla sua eterocromia. 

Hyuna gli aveva detto che i suoi occhi sembravano unire cielo e terra, che racchiudevano una carica espressiva che difficilmente si poteva trovare in altre persone, ma Jungkook aveva sempre sminuito la questione con una scrollata di spalle.

Sospirò rumorosamente e tracciò con la punta delle dita il tatuaggio al centro del petto, quello del volto del lupo uguale a quello di Taehyung, e sorrise appena. 

Presto ti troverò, ti riporterò indietro a qualsiasi costo.

Vorrei ben vedere, Kookie.

Il suo riflesso nello specchio lo guardò come se avesse appena visto un fantasma. Lanciò via l'asciugamano con cui si asciugava i capelli e si lavò la faccia con acqua ghiacciata, alzando di nuovo il viso e fissandosi quasi terrorizzato.

Merda, sto seriamente impazzendo. 

Udì una risatina nella sua testa che gli fece venire il batticuore, la pelle d'oca sulle braccia e gli occhi si allargarono ancora di più.

Anche io sto impazzendo senza di te.

Era davvero la sua voce quella che sentiva?

Si sentiva un idiota, un pazzo, un visionario; deglutì sonoramente e si appoggiò al lavandino, respirando profondamente e chiudendo gli occhi.

Aveva già una volta provato a rispondere a quella voce assurdamente reale che gli parlava nella testa, ma non aveva ricevuto risposta e la malinconia lo aveva colpito peggio di un proiettile. 

T-Taehyung? azzardò quindi, esitante, e quando non ricevette risposta si sentì ancora più stupido di prima.

Il cuore gli batteva fortissimo quasi volesse esplodere, il battito gli rimbombava nelle orecchie, tutto sembrava non avere senso eppure la sua mente aveva ricreato l'imitazione perfetta della voce di Taehyung.

Ancora.

Gli mancava da morire, forse era per questo motivo che si iniziava ad immaginare la sua voce.

Jungkook, sono qui.

Sono qui.

Taehyung? Taehyung, sei davvero tu? Mi stai davvero rispondendo?

Jungkook vide come le mani gli tremavano terribilmente mentre metteva a fuoco la voce nella sua testa.

Sì, sono davvero io, scemo. Quanti alpha conosci con il sacrosanto diritto di chiamarti cucciolotto?

Jungkook sentì il cuore arrivargli in gola.

Taehyung! Oh cielo, Taehyung come..in che modo...noi, io...tu, aspetta ma dove, cos—

Jungkook la voce ridacchiante di Taehyung bloccò i suoi pensieri confusi mentre scuoteva la testa e si guardava allo specchio, sconvolto.

Taehyung gli stava davvero parlando nella mente come se fosse a pochi metri di distanza. E quanto diamine gli era mancata la voce della sua metà?!

Taehyung, come è possibile? Sei riuscito a scappare? Sei qui vicino? esclamò Jungkook, continuando a fissare il suo riflesso nello specchio come se da lì si aspettasse che Taehyung ne uscisse magicamente e lo baciasse come se non ci fosse un domani.

Ma a fissarlo ad occhi spalancati c'era solo l'immagine di sé stesso con le guance chiazzate di rosso, le pupille dilatate e il respiro pesante.

Jungkook, non ho molto tempo. Non so quanto durerà questo collegamento né se rimarrà per lungo tempo, ma devi ascoltarmi. Io e Jimin siamo chiusi dentro una prigione in una delle fortezze di Jeon, è l'unica cosa che Onew sa. Mi ha spiegato cosa siamo, ed anche i piani di Kim, adesso ho tutte le cazzo di risposte grazie ad Onew, che dei se sono felice di averlo rivisto!

Aspe-aspetta Tae, chi diavolo è Onew? sbottò Jungkook, perplesso. Strinse i pugni, i bicipiti si flessero per l'irritazione e fulminò lo specchio davanti a sé come se fosse colpa sua.

Non è esattamente questo quello che mi aspettavo mi chiedessi rispose interdetto Taehyung, e l'alpha dai capelli corvini quasi se lo immaginò ad alzare gli occhi al cielo.

Onew mi ha dato un libro nel quale è narrata la storia del purosangue Taegun e della sua metà, Jeom. Noi non siamo altro che una sorta di reincarnazione, e possediamo la metà delle loro anime: l'occhio azzurro rappresenta Taegun ed il nero Jeom. I nostri genitori ci hanno voluto separare fin dal principio, hanno voluto che ci odiassimo affinchè ci uccidessimo e cancellassimo il nostro legame, perché la leggenda narra che sono quando le due anime predestinate torneranno insieme, il mondo conoscerà il suo re. Il marchio del lupo che ci è spuntato quando noi ci siamo marchiati, simboleggia il nostro sangue reale.

Jungkook quasi scivolò sul pavimento a tali informazioni e si dovette reggere al lavandino per non cascare come un sacco di patate, completamente sconvolto mentre: 

uno: sentiva la voce della sua metà nella sua testa come se gli stesse affianco; 

due: aveva appena scoperto di avere al suo interno due metà di due anime conosciute in tutto il mondo dei lupi per la loro forza; 

tre: suo padre aveva davvero cercato di ucciderlo, e aveva cercato di fargli uccidere Taehyung mettendoli contro.

Cosa? Tae, sei tu il discendente diretto del purosangue, non io. Perché io ho le tue stesse caratteristiche? Perchè posseggo io l'altra parte delle loro anime? chiese Jungkook con occhi persi, cercando di rimettere insieme i pezzi.

Perché tu sei la mia metà. Le due anime sono state divise, e solo quando troveranno due corpi con un'anima pura, limpida, caritatevole e forte, ritorneranno insieme. Perchè il vero amore non smetterà mai di legare coloro che ha legato una volta gli rispose Taehyung, e a Jungkook sembrò che stesse citando delle parole lette da qualche parte.

Sei la mia metà, e come tale porti una parte di me con te. Solo il possessore dell'altra metà dell'anima poteva essere la mia metà predestinata. I nostri genitori lo hanno sempre saputo, e mia madre era la metà di tuo padre, ma sono stati divisi da Kim e adesso è tutto un fottuto casino.

Jungkook era...sconvolto.

No, la parola sconvolto non rendeva abbastanza.

Era sconvolto, deluso, sbigottito, confuso e dannatamente incazzato, tutto insieme.

Kook, calmati. So che sei incazzato e, porca troia se lo sono anche io, ma cerca di essere lucido, non ho ancora finito di raccontarti.

Jungkook fece un gemito di sorpresa e scosse piano la testa, cercando di concentrarsi su ciò che la sua metà gli stava incredibilmente dicendo nella mente.

Perché vi hanno rapito? Jimin sta bene? State bene? 

Per fortuna non doveva parlare ma solamente pensare le parole, perché altrimenti -ne era certo- la voce gli sarebbe venuta a mancare e sarebbe tremata per l'emozione di saperlo vivo e vegeto.

Sì, stiamo entrambi bene e Jimin mi sta tartassando affinchè ti dica di dire a Yoongi che lo ama da impazzire e stronzate varie. Il motivo per cui ci hanno rapito è che—

La voce di Taehyung si interruppe all'improvviso ed il cuore di Jungkook si arrestò per qualche attimo prima di riprendere a battere furiosamente nel petto come a volergli sfondare la cassa toracica.

Taehyung? Taehyung? Non lasciarmi in sospeso chiamò più volte, spalancando gli occhi e sentendo le goccioline di sudore scendere sulla nuca e seguire la curva della schiena, in panico.

Cosa era successo? Perché si era interrotto?

Jungkook, stiamo bene. Presto ti finirò di raccontare, nel frattempo...sappi che ti amo.

E con quelle parole dette frettolosamente ma con sincerità nella sua mente, la voce di Taehyung si perse. Ringhiò dalla frustrazione e, senza neanche accorgersene, colpì il muro di fianco lo specchio con un poderoso pugno.

Non aveva avuto il tempo di rispondere e di chiedergli tutto quello che doveva.

E che voleva.

Voleva dirgli che gli era mancato, voleva dirgli che lo avrebbe salvato, che sarebbe andato a riprenderselo e che avrebbero fatto l'amore fino a consumarsi, fino a sentire le anche dolere e i cervelli sconnessi.

Voleva dirgli che lo amava anche lui, che non vedeva l'ora di riabbracciarlo e di fidarsi perché stava facendo di tutto per garantirgli una vita tranquilla.

Si lavò velocemente la mano sotto l'acqua corrente, la ferita quasi del tutto rimarginata mentre andava ad infilarsi i primi indumenti disponibili e correva fuori dalla sua stanza, chiamando a gran voce i suoi amici.

Adesso che sapeva, doveva assolutamente e minuziosamente studiare ogni singola parola di Taehyung per riportarlo a casa.


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«Hai parlato con Taehyung?» urlò incredulo Hoseok, sputando sulla scrivania il sorso di tisana rilassante che si era preparato solo pochi minuti prima, quando, dopo essersi rigirato nel letto per più di quaranta minuti, aveva pensato avesse bisogno di rilassarsi.

«Sì, e stavolta non l'ho solo sentito, io ci ho parlato. Ma ve lo spiegherò tra un attimo» disse Jungkook, gli occhi accesi da una fiamma che neanche i suoi amici sapevano spiegarsi.

«Taehyung mi ha detto che si trova in una delle fortezze di Jeon, di cui io però stranamente non ne ho mai sentito parlare. Jiyong, tu ne sai qualcosa?» domandò allora rivolto all'alpha, che aggrottò le sopracciglia e arricciò le labbra. Il suo cervello era ancora mezzo addormentato, ma quell'argomento non gli era nuovo.

«Le fortezze? Esistono ancora?» rispose perplesso, piegando il capo con espressione confusa.

Namjoon alzò le sopracciglia, sinceramente colpito che, in tutti gli anni vissuti al fianco di Jeon, nè lui nè Jungkook ne avessero mai sentito parlare mentre Jiyong sì.

«Dicci ciò che sai. Dopo aver visto due alpha essere metà, dopo essere sopravvissuti alle guerre, alle saette piovute da chissà dove, ad un'arma di cui non conoscevo l'esistenza e dopo che Jungkook è riuscito a parlare con Taehyung anche a chilometri di distanza...beh, penso che nulla sia più così strano» proruppe Yoongi, sorprendendo tutti.

Jungkook fece un piccolo sorriso alla determinazione del suo amico, che per trovare Jimin avrebbe fatto e preso in considerazione qualsiasi cosa.

Un po' come lui, che si sentiva un mezzo pazzo.

«Jeon una volta mi aveva parlato di alcune sue fortezze, ovvero castelli che aveva fatto costruire in caso di necessità -non chiedermi quali perchè non ne ho idea-, ma non le ha mai usate davvero. O almeno, così mi pare di aver capito. Sono posti nei quattro punti cardinali, il cui centro è proprio il quartier generale dei Silver Moon, ma non saprei dirvi di più».

Jungkook strinse le labbra e aprì con urgenza il cassetto della scrivania per tirare fuori nuovamente quel biglietto che aveva visto sicuramente tempi migliori.

«Dove il sole tramonta ma l'occhio non vede» lesse ad alta voce, guardando nuovamente Jiyong negli occhi.

Questo aggrottò le sopracciglia.

«Beh, il sole tramonta ad ovest, ma lo vedi» disse interdetto Hoseok, guadagnandosi un'occhiataccia da Yoongi per il commento poco d'aiuto.

Namjoon scosse la testa, «La considerazione di Hoseok è giusta, il sole tramonta ad ovest, ma è perfettamente visibile».

Un'illuminazione dal nulla sembrò schiarire la mente di Jungkook, che si alzò di scatto correndo verso uno degli armadi a muro che contenevano una serie di documenti e scartoffie varie sulle questioni principali con gli altri branchi.

Ne spalancò le ante e iniziò a frugare tra le pile di fogli, cataste di libri e anche qualche codice d'onore, per poi alla fine arrivare a ciò che agognava e che sapeva si trovava lì.

La strinse con occhi sfavillanti d'emozione e guardò i suoi amici come se avessero appena trovato la porta per salvare Taehyung. 

Ad interrompere il suo mentale momento idilliaco fu Yoongi, che lo guardò di sottecchi come se fosse impazzito.

«Cosa ci fai con quella roba in mano?» domandò incerto, e Hoseok si avvicinò all'alpha con sguardo curioso.

«Jungkook...perché hai preso quella pergamena?» chiese allora il beta, interdetto.

Jungkook ampliò il sorriso e spostò con una manata tutto ciò che era sulla scrivania, andando a posare quel pezzo di cuoio antico e ingiallito su quella, srotolandola con cura e determinazione.

«E' ciò che penso che sia?» sussurrò Jiyong, sconvolto. Jungkook annuì con fare serio e la osservò per intero.

«Cosa diamine è?».

Namjoon la studiò per qualche attimo prima di spalancare gli occhi e boccheggiare, incredulo.

«Ma questa è...» mormorò, gli occhi sfavillanti dall'emozione.

«Esatto. È proprio quella» annuì estasiato Jungkook, osservandola come se fosse la sua bambina.

Hoseok e Yoongi si guardarono interdetti prima che l'alpha brontolasse e soffocasse un ringhio d'indignazione.

«La volete smettere e dite di che cazzo si tratta? Mi sto seriamente incazzando» sibilò allora, e Hoseok gli fece un pat pat sulla spalla per calmarlo.

«E' la mappa della terra incognita».

«La mappa di che?!» squittì Hoseok.

«La mappa della terra incognita. E' una mappa che mostra le terre di tutta la Corea prima della dissociazione dei vari branchi e della partizione dei confini. Alcune terre non esistono più, altri appezzamenti sono stati modificati ed altri sono tenuti nascosti».

Jiyong guardò quella mappa come se conducesse ad un mondo sconosciuto e fantastico, e Jungkook osservò uno per uno i suoi amici dritto negli occhi, convinto di ciò che stava dicendo.

«Quindi...?» chiese con fare incerto Hoseok, osservando con occhi scrutatori il minuzioso disegno intagliato nella cartina.

«Quindi come hai detto tu, il sole tramonta ad ovest. Ma solo durante gli equinozi di primavera e di autunno. Ciò significa che, in base a questa cartina, è possibile chiarire una cosa: non è l'ottica giusta. Il sole non è fermo, il sole si muove, e noi siamo in inverno. Sai cosa significa?».

«Significa che dobbiamo considerare l'equinozio prossimo, partendo da quello che è avvenuto già» concluse Namjoon, lo sguardo sfavillante d'eccitazione.

Jungkook annuì con un grande sorriso.

«Il mese scorso?».

«Esatto, perché loro ci hanno dato un mese e due settimane per trovarli prima di uccidere Taehyung e Jimin. L'equinozio di primavera avverrà tra più di due mesi, quindi ritorniamo al punto di partenza. Cioè qui» finì Jiyong, muovendo le dita sulla mappa con consapevolezza.

«Wow» sussurrò il beta, sconvolto.

«Quindi loro si trovano da qualche parte lì in mezzo? Perché il sole lì non arriva?» chiese Namjoon.

Jiyong fece un piccolo sorriso, «Perché non è in superficie. Quando il sole raggiunge il picco massimo durante l'equinozio di primavera, c'è solo un punto che non illumina, e che non raggiunge neanche tramontando perchè nascosto, che coincide con il castello dove si trovano Taehyung e Jimin» continuò Jiyong, le parole colme di entusiasmo andavano via via gonfiando le vele della consapevolezza e della speranza.

 «Che è proprio sotto questa catena montuosa» si aggiunse Yoongi, gli occhi fissi in quelli di Jungkook, che gli sorrideva ampiamente.

Taehyung gli aveva fornito la chiave di lettura di tutto, adesso era tutto più nitido. 

Adesso avevano finalmente un luogo, e il piano che aveva architettato nei giorni precedenti quella rivelazione, assunse una nuova prospettiva. 




















NDA: se la cosa del sole non è chiara o risulta poco sensata ciccia, lasciate correre e datemela per buono :') il senso dell'orientamento non fa parte della mia vita neanche se me lo lanciano addosso, quindi...ci ho provato :')

In ogni caso, Jimin e Tae saranno la mia morte, sono tanto patatoni *-* 

BTW, grazie per essere passati di qui, come al solito se vedete errori o altro fatemelo sapere che wattpad sfancula <3 

A prestissimo <3 

PS PERDONATEMI SE VI SPAMMO SOTTO OGNI CAPITOLO UN COLLAGE MA SENTO LA NECESSITA' DI CONDIVIDERLO COL MONDO:


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