Vacanze all'isola dei fiori

By Thecolorsnight

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Matilde è una diciassettenne che passa l'estate del 2019 all'Isola dei Fiori , isola sperduta dell'arcipelago... More

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Concorso
Book Trailer
Capitolo 1 [Revisionato]
Capitolo 3 [Revisionato]
Capitolo 4 [Revisionato]
Capitolo 5 [Revisionato]
Capitolo 6 [Revisionato]
Chiarimenti
Domande per Halloween
Halloween edition [Revisionato]
Capitolo 7
Capitolo 8
Natale
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Domanda domandosa
Buon San Valentino!
Speciale 200 follower
Capitolo 13
Capitolo 14
Buon pesce d'aprile
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18

Capitolo 2 [Revisionato]

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By Thecolorsnight

"Aspettate, mi state dicendo che Livia si è messa insieme a Mirco, ovvero il migliore amico di Tommy? Che sfiga" disse Leonardo ricapitolando la storia che io e Ginevra avevamo appena finito di raccontare . Mostrai le prove fotografiche su Instagram. C'erano molte foto della ex di Tommy che se ne stava a braccetto con Mirco, altre mentre si baciavano e alcune con loro al cinema a guardarsi qualche film. "Ragazze, spero che con i vostri futuri ragazzi non facciate così" disse Leonardo sorridendo.

Eravamo appena atterrati in aeroporto ad Atene e dopo un viaggio in traghetto, stavamo aspettando i nostri bagagli. Nel frattempo ci raccontavamo gossip di nostri amici e compagni di classe.

In quel momento arrivarono i genitori di Leonardo con i nostri bagagli su un grosso carrello. Mi alzai di scatto. "Ma Lorenzo, non dovevi. Potevo farlo benissimo io!" dissi. "Ma non preoccuparti. Eravate così tranquilli" disse Elena agitando l'indice destro con tono divertito.

Non somigliava affatto al figlio: oltre ad essere molto più giovane del marito, aveva i capelli castano- biondo e gli occhi grigi. Lorenzo, invece, era molto muscoloso e aveva gli stessi capelli e occhi del figlio. Come due persone del genere si fossero conosciuti e poi sposati, rimarrà per sempre un mistero. "Adesso moviamoci ad andare in Hotel, così potete fare un giro" disse Lorenzo.

"Che figata!";"Oddio, guarda le case! Devo fare le foto per Elisa!";" Perché c'è un mulo?";"Fichi d'india!". Eravamo in macchina da meno di mezz'ora e stavamo urlando come dei bambini di cinque anni nel vedere il paesaggio. Passamo davanti alle famose case dai tetti blu, ristoranti, bar e negozio campeggiati soprattutto da piante e numerose. Sorrisi conscia delle numerose foto con cui sarei tornata a casa. Anche l'hotel in cui dovevamo soggiornare non era da meno: un bellissimo edificio bianco provvisto di piscina e con migliaia di fiori e diversi cactus piantati qua e là . Il paradiso in pratica. Pure le camere erano stupende ed eleganti: spaziose, finestre con tende di lino, Tv gigantesche e letti soffici su cui saltarci sopra. La maquette era di un morbido rosso scuro mentre le pareti bianche erano coperte con alcune foto panoramiche di paesaggi e animali comuni.

Io, Ginevra e Elena dovevamo dormire nella camera accanto a quella in cui dormivano Leonardo e Lorenzo. "Almeno non distruggiamo camera nel giro di due minuti" pensai sedendomi sul comodo letto vicino al piccolo corridoio che portava alla porta d'entrata.

"Oddio, siamo di fronte al mare! Abbronzatura arrivo!" gridò Ginevra al settimo cielo. La fissai mentre improvvisava un balletto sul balcone per poi entrare in stanza sorridendo da un orecchio all'altro. "Sicuramente, torneremo a casa con un'abbronzatura perfetta come le modelle sulle riviste" dissi io approvando. "Ma ora... Ti devi mettere una maglietta decente cara. Non vuoi veramente uscire con gli stessi vestiti di quando eravamo a Milano, no?" disse Ginevra . La guardai con uno sguardo terrorizzata. Lei in tutta risposta sorrise.

Quando quindici minuti dopo Leonardo aprì la porta per vedere se stessimo bene, ero vestita così elegantemente che il mio amico lanciò un fischio dalla meraviglia . Ginevra invece era raggiante in viso. Poteva diventare la prossima stilista di moda più famosa al mondo se voleva, e se lo fosse diventata io avrei raccontato di tutte le volte che mi aveva migliorato il vestiario durante il corso degli anni. Mi sarei divertita un mondo a farlo e Ginevra sarebbe stata orgogliosa di sapere di avere un'amica su cui contare. E questo che servono le amiche no?

"Ragazze, che ne dite di fare un giro di ricognizione? Così troviamo anche un ristorante per stasera" disse Leonardo buttandosi sul mio letto a peso morto. "Ma si dai. Almeno cerchiamo anche un negozio di abbigliamento o souvenir. Quindi , muoviamoci" disse Ginevra uscendo dalla porta della camera. Io e Leonardo lanciammo dei versi poco umani mentre scendevamo dal letto per poi uscire dalla camera.

"Che ne dite di andare in un ristorante italiano?" proposi io. Stavamo cercando dei possibili ristoranti ma avevamo trovato solo uno italiano, un bar, un ristorante giapponese e uno che non si capiva tanto che fosse. "No no no! Dobbiamo trovare un ristorante greco vero! Sennò è come andare a Burger King e chiedere una pasta al pomodoro" ribattè Leonardo con tono offeso. "Sono d'accordo con Leo, Mati. E sai quanto sia raro che vada d'accordo con lui" disse Ginevra. Io sbuffai scocciata. "Sentite, perché non chiediamo ai proprietari di sto posto se conoscono un ristorante decente?" chiesi indicando l'entrata di quella che sembrava una fattoria. "Vabbè, proviamoci" disse Ginevra.

Il posto era veramente carino. Era un'enorme struttura in pietra bianca e levitata con i tetti rossi. C'era un recinto all'interno del giardino e c'era mamma oca con i pulcini che faceva una passeggiata pomeridiana. "Che carino questa fattoria!" esclamai. "Non è male" ammise Ginevra. "Proviamo a fare un giro, ci sarà sicuramente qualcuno no?" disse Leonardo. Iniziamo a fare un giro della struttura ma sembrava abbandonata e non c'era nessun essere umano in vista. C'erano solo gli animali nei recinti e ci fermammo al recinto delle capre per riprendere fiato dal caldo desertico che c'era. " Cavolo, ma c'è nessuno qui?" chiese Roberto. "Non credo, forse sono tutti a pranzo. Ehi, capretta, sai dove sono tutti?" chiesi guardando una delle capre che stava bruciando lì vicino. Nemmeno a farlo apposta, qualcuno ci disse:"Ciao. Avete bisogno di qualcosa?".

Era un ragazzo della nostra stessa età, con dei voluminosi capelli bruni e gli occhi castani piena di vivacità. Era molto abbronzato ma sembrava un po' timidi da come si muoveva. Indossava dei pantaloncini blu e una maglietta abbastanza rovinata, e teneva in mano un grosso secchio pieno di frumento ed erbette varie. "Oh yes. Siamo arrivati oggi e volevamo trovare qualche ristorante dove mangiare. Puoi aiutarci? " chiese Leonardo. Il ragazzo disse che purtroppo non ne conosceva molti ma sua sorella poteva saperlo.

"Se volete la cerco mentre vi faccio visitare la fattoria "disse il ragazzo dopo un attimo di silenzio . Per non essere scortesi dicemmo di si e seguimmo il ragazzo, che ci rivelò di chiamarsi Alex. A dispetto del suo aspetto era molto forte, quindi decisi che lui e Leonardo sarebbero diventati ottimi amici.

Alex iniziò a farci a fare un giro del posto, mostrandoci i vari recinti e gli animali all'interno, fermandosi a spiegare i vari strumenti che vedevamo nella struttura. Alla stalla delle mucche Alex ci presentò una delle femmine di nome Miranda. "Come mai la chiami per nome? C'è, come fai a riconoscerle?" chiese Ginevra. "In realtà le mucche non le si danno un nome ma io e mia sorella ci divertiamo a darglieli. Soprattutto quando siamo infuriati con una certa persona, diamo a una mucca che sta per essere mandata al macello il nome di quella persona. Dite che è troppo cruento?" chiese Alex guardandoci. "Naaaaaa. Io quando sono infuriata mi diverto a far scappare i piccioni in piazza del Duomo" disse Ginevra. "Io prendo a pugni il mio sacco da boxe quando sono arrabbiato, non importa se sia per un brutto voto o perché non riesco a mandar giù l'umiliazione" disse Leonardo. "Io invece vado in palestra e funziona benissimo" dissi io. Ci fu un attimo di silenzio prima che tutti e quattro ci mettessimo a ridere per la comicità della scena.

Come pezzo forte del tour, Alex si fermò davanti a una stalla per presentarci i cavalli che vivevano lì e che il padre allenava una volta al giorno. Uno era un sauro con il manto nero corvino e dallo sguardo determinato. Gli altri due erano rispettivamente un pony e un Morgan. Lo sapevo perché da piccola avevo fatto equitazione per due anni e avevo torturato fino alla morte gli istruttori per farmi capire tutti i nomi e le varie razze. Ora ero un cavolo di dizionario umano sull'equitazione. Non male vero?

"Vi presento i nostri magnifici cavalli. Li usiamo per insegnare equitazione ai bambini e a ragazzi dagli otto ai diciassette anni. Ambra invece viene usata nelle competizioni nazionali dai fantini esperti" spiegò Alex in tono orgoglioso indicando il sauro, che sbuffò felice. Leonardo in tutta tranquillità iniziò ad accarezzarlo ed Ambra socchiude gli occhi felice. "Ma è magnifico ! C'è, io sono felice per essere riuscita a prendere un bel voto a storia, tuo padre invece è sicuramente felicissimo di aver un genere di cavallo così bravo no?" dissi meravigliata.

"E infatti lo sono. Alleno Ambra da quando era un cucciolo e tra di noi c'è una fiducia totale e reciproca" disse una voce maschile che proveniva dalle stalle. Dalla stalla del pony c'era un uomo che era letteralmente una montagna di muscoli e mi chiesi come avevo fatto a non notarlo. Aveva i capelli biondi quasi rasati a zero e degli splendidi occhi color nocciola, molto simili a quelli del figlio, ma aveva il viso ben formato e molto in forma. Dava l'impressione di essere molto socievole mentre usciva dalla stalla per salutarci meglio, e notai che non era neanche così alto come pensavo. Era solo molto muscolo e dal fisico ben allenato. A quanto pare sollevava massi del tempo libero.

"Ciao papà come va?" chiese Alex mentre chiudeva la porta della stalla dietro le spalle del padre. L'omacione sorrise. "Tutto a posto, se non per le oche che fanno i capricci come il solito. Comunque, chi sono i tuoi amici?" chiese sorridendoci. "Sono turisti. Stavano chiedendo informazioni per dei ristoranti, e visto che Nicole è l'unica a saperlo la stavo cercando. È un problema se li ho portati a fare un giro per la cascina?" chiese in figlio in tono preoccupato.

L'uomo in tutta risposta rise di gusto e disse:"No che non è un problema. Anzi è un piacere. E da un po' che non riceviamo visite. Vi piace il posto?". "Si è bellissimo! Specialmente i cavalli! A proposito, conosce qualche ristorante in cui passare la serata? Scusi la fretta ma dovrei anche riferirlo ai miei genitori così decidiamo anche con calma" spiegò Leonardo. "Certo che lo conosco, c'è ne sono un paio qui vicino. Ad esempio , c'è un posto in riva al mare che fa del pesce fritto perfetto! Si chiama Dal Luccio D'oro" rispose l'uomo mentre si spolverava le mani sui vecchi pantaloni di tela marrone.

"Grazie mille signor?" feci io. "Mi chiamo Pierrick Dobois e mi sono trasferito qui dalla Francia: sinceramente adoro il mare e la Grecia è un posto perfetto dove vivere e far crescere due tempisti come figli" disse Pierrick ridendo divertito. Non sembrava francese dall'aspetto , e mi suonava pure strano il suo nome ma decisi di non fare domande. "Allora grazie mille per il giro e per il ristorante" disse Ginevra sorridendo a trentaquattro denti. "Ci fa piacere avervi aiutato, spero che tornerete" disse Pierrick sorridendo."Solo se ci fai prendere lezioni di equitazione" disse Leonardo con gli occhi che brillavano.

Credo che ormai adorasse Ambra, e sembrava che il sentimento fosse pure reciproco. Io e Ginevra fummo entrambe d'accordo sulla proposta di Leonardo e ci accordammo di ritornare presto. "Allora ci vediamo. Ciao!!" disse Alex. Noi tre ci avviamo verso l'uscita salutando entrambi, con padre e figlio che ci salutavano calorosamente .

Ed ecco qui il nuovo capitolo! In pratica dovevo pubblicarlo ieri ma non l'avevo ancora finito. Spero che vi piaccia comunque!

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