What's wrong with Evan

By cl0ckworked

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Lyanna Roberts ha dovuto convivere per diciassette anni con le stranezze di suo fratello gemello Evan: freddo... More

Prologo
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Update dalle ginocchia di Satana
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Avviso.

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By cl0ckworked

<< Tutto ok? >> la mano di Aiden strizzò la mia in una stretta affettuosa; voltai il viso, guardandolo negli occhi e sfoderando un sorriso smagliante.

<< Certo, tu? >> risposi ridacchiando, non capendo il senso di una tale domanda.

<< Mai stato meglio. >> il suo sguardo catturò il mio, e per un attimo restammo immobili a fissarci, mentre il mio cuore e il suo respiro accelleravano.

<< Hey piccioncini, volete restare lì fuori tutta la sera? Muovetevi! >> la voce di Olivia ci riportò alla realtà, facendomi calare lo sguardo, imbarazzata. Sentii Aiden sospirare, e poi tirarmi delicatamente in direzione della scuola. << Meglio andare. >>

Roy e Liv - che, più che nella pelle, non stava più nel vestito - ci aspettavano davanti all'entrata della palestra, un sorrisino malizioso ad incorniciare le labbra di entrambi. Roteai gli occhi e passai davanti alla mia migliore amica.

<< Posso? >> domandai ironicamente, prima di spingere con forza il maniglione antipanico. Le porte della palestra si spalancarono.

Oltre ad esse c'era il caos.

L'aria era acre per il sudore dei corpi ammassati, e per quello che sembrava fumo.

Tonfi e cigolii acuti provenivano dagli spalti, mentre musica psichedelica da discoteca continuava ad uscire dalle casse, inframmezzata da crepitii e ronzii inquietanti.

Studenti ed insegnanti correvano in giro come impazziti, o se ne stavano piegati in due, le mani sulle orecchie, urlando. I loro vestiti erano sporchi, strappati, i loro volti scuri e deformi.

Una soffusa luce rossastra faceva brillare come specchi delle macchie scure sul pavimento.

La poca illuminazione che c'era se ne andò di colpo, e nel buio brillavano come braci in fondo agli occhi di fantasmi soltanto le scritte delle porte d'emergenza, tutte bloccate.

Calò il silenzio.

Trasalii e sbattei furiosamente le palpebre: davanti a me si apriva la palestra della scuola, decorata da ghirlande e palloncini nei suoi colori, blu e bianco.

Festoni intrecciati scendevano dagli spalti, e pacchiane palle argentate da discoteca pendevano dal soffitto.

Studenti ed ex-studenti si scatenavano al centro della pista improvvisata, agitandosi al ritmo di scadente musica dance.

Districai la mano dalla maniglia della porta, che ancora tenevo stretta: le nocche, bianche, mi dolevano un po'.

Avevo appena avuto... cos'era stato, un sogno ad occhi aperti, una fantasia particolarmente vivida, una visione?

Non lo sapevo, ma mi aveva lasciato la stessa sensazione che provavo svegliandomi dopo il mio incubo ricorrente: sudore freddo che mi scorreva lungo la schiena, e la sensazione che tutta la forza nel mio corpo fosse stata risucchiata. Dovevo anche essere molto pallida, perché quando Aiden - che mi stava trascinando oltre la soglia, al seguito di Olivia e Roy - si voltò a guardarmi, il sorriso si spense sul suo voltò e mi rivolse un'occhiata preoccupata.

<< Qualcosa non va? >> mi urlò sopra il frastuono della musica.

Cercai di sorridere, ma le mie labbra parevano di cartapesta e il risultato dovette apparire piuttosto patetico. << No, no >> mentii in un sussurro che lui dovette leggere dalle mie labbra, visto che non sentivo di avere voce sufficiente a urlare per sovrastare il frastuono. << Ho solo bisogno di bere qualcosa. >>

<< Te la vado a prendere io. Tu aspettami lì, torno subito. >> mi indicò una delle sedie appoggiate contro alla parete più vicina, e se ne andò.

Facendo forza sulle mie ginocchia tremolanti mi ci diressi, anche se in realtà avrei preferito uscire a prendere una boccata d'aria; ma eravamo appena arrivati, non avrei saputo spiegare il mio improvviso malessere e soprattutto non volevo rovinare la festa ai miei amici.

Insomma, avere visioni apocalittiche durante il primo appuntamento con il ragazzo che ti piace non é proprio il modo ideale per iniziare la serata.

Cercando di deglutire il nervosismo, mi lisciai la gonna del vestito e mi sistemai alcune ciocche ribelli dietro alle orecchie, guardandomi attorno e ricambiando i cenni di saluto di alcuni compagni.

Mentre commentavo mentalmente l'osceno vestito di Penny Wilbur, scorsi un movimento vicino a una delle porte dal lato opposto della sala, un bagliore bianco che ben conoscevo...

Scattai in piedi proprio mentre Aiden mi si parava davanti con un bicchiere di plastica per mano, facendomi perdere di vista l'ombra che aveva richiamato la mia attenzione, e spaventandomi.

Mi sforzai di apparire molto... allegra e partecipe, o in qualsiasi modo debba apparire qualcuno che non stia cominciando a mettere in dubbio la sua sanità mentale.

<< Andavi da qualche parte? >> mi domandò il ragazzo, porgendomi la mia bevanda.

<< Io... no, non ti vedevo tornare e stavo venedo a cercarti. >> sorseggiai il contenuto del bicchiere: aranciata. Odiavo l'aranciata.

<< Beh, ora sono qui. Ti va di ballare, milady? >> mi porse la mano, facendo un mezz'inchino.

Io risi, e la accettai. << Sarà un vero onore, mio signore. >>

Molte canzoni e molte risate dopo, lasciai Aiden con Olivia e Roy e mi allontanai dalla pista con la scusa di dover andare in bagno: declinate le ripetute e insistenti offerte di Liv di accompagnarmi, sparii tra la folla.

Non mi diressi però verso la toilette, ma spalancai la porta che dava sul retro della scuola e incespicai finalmente nell'aria fredda della notte.

Respirai a pieni polmoni e mi massaggiai le tempie, lasciando che la porta si chiudesse dietro di me. Nonostante mi stessi divertendo, c'era qualcosa che mi stava trattenendo da tutta la sera, acciambellato come un gatto in un'angolo della mia mente, e che ora si stava facendo insopportabile.

Tra il frastuono della musica, le chiacchiere rintronanti dei miei amici e l'ammasso di gente, mi era venuto un gran mal di testa: guardai con bramosia il bordo del marciapiede sotto ai miei piedi, desiderando al tempo stesso sedermi riposandomi per un attimo, e non sporcare il vestito.

Magari potevo appoggiarmi un attimo alla ringhiera delle scale antincendio...

Proprio mentre rivolgevo lo sguardo alla ferraglia sul lato dell'edificio, lo rividi. Lo stesso bagliore che avevo scorto prima, nella palestra.

Senza pensarci mossi un passo in sua direzione, poi un altro. << Hey! >> urlai. L'ombra si voltò verso di me, e poi scappò, svoltando l'angolo e sparendo dalla mia vista.

Immediatamente raccolsi la stoffa ingombrante del vestito e partii all'inseguimento. Fortuna che avevo rifiutato i tacchi che mia madre aveva cercato di propinarmi, optando per le mie vecchie converse. Chissà se vedendomi in quel momento Liv avrebbe ancora pensato che stavo commettendo "l'omicidio dello stile".

Rincorsi l'ombra per tre quarti del perimetro dell'edificio, saltando aiuole ed evitando muretti, imperterrita e implacabile.

Notai che la mia preda zoppicava, appoggiandosi sul piede sinistro, e che era consapevole di avermi alle calcagna.

Oltre agli aceri che delimitavano l'ingresso della scuola, scorsi la luce dei fari di una macchina, e capii che era lì che si stava dirigendo.

Nonostante fossi convinta che la milza mi stesse per esplodere, scattai in uno sprint finale, decisa a non lasciarlo fuggire... ma a dieci metri dall'auto, inspiegabilmente, l'inseguito di fermò.

Voltandosi verso di me, un'espressione divertita sul viso contratto, mi parlò con voce aggravata dagli ansiti:

<< Sei sempre stata veloce, sorellina. >>

TADAAAAN!
Adoro i capitoli tagliati sul più bello.
Curiose? Lo sarete ancora di più dopo il prossimo, hahaha.
Bel regalo di natale dalla stronzaggine della sottoscritta, eh?
In realtà intendevo pubblicare questo capitolo alla vigilia, ma mi sono incantata a guardare le 5 leggende - la qui presente malata ragazza ha ora una super-mega-crush per Jack Frost - e sono quindi in ritardo di, uhm, mezz'ora.
Però colgo l'occasione per augurarvi un BUON NATALE, buone feste, buon anno nuovo se non aggiornerò prima, e tutte quelle cose lì. Spero che sotto l'albero troviate tutti i regali che desideravate, che riceviate molti soldi, che vi ingozziate per bene mettendo su almeno 14 chili, e che i vostri parenti non vi ammorbino a morte.
Io cercherò di destreggiarmi tra feste, parenti, compiti e intense sessioni di scrittura, e spero di sfornare un sacco di nuovi capitoli al più presto!
Baci,
Lisa.

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