𝐓𝐡𝐞 𝐏𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫 𝐚𝐧𝐝...

By MrsWeasley6

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[DAL TESTO]: Prese una manciata di colori e li sistemò sulla sua tavolozza. Voleva imprimere in quella tela b... More

𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏: 𝐈𝐥 𝐏𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞
𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐: 𝐋𝐚 𝐂𝐫𝐞𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞
𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟑: "𝐈𝐥 𝐝𝐢𝐩𝐢𝐧𝐭𝐨"
𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 4: "𝐋'𝐢𝐧𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨"
Capitolo 5: "L'accordo"
Capitolo 6: "Il Primo Ricordo"
Capitolo 7: "The Touch"
Capitolo 8: "Vecchi dolori"
Capitolo 9: "Incontrollabile"
Capitolo 10: "L'inizio"
Capitolo 11: Il Bacio
Capitolo 12: "Ian"
Capito 13: "Amor Proprio"
Capitolo 14: "Sensi di colpa"
Capitolo 15: "L'amore"
Capitolo 17: "Il Destino"
Capitolo 18: "La Famiglia"
Capitolo 19: "La Fine"
Capitolo 20: "Il Dopo"
Capitolo 21: "Φαρμακον"
finale alternativo

Capitolo 16: "Equilibrio"

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By MrsWeasley6

"You're the habit that I can't break
You're the feeling I can't put down
You're the shiver that I can't shake
You're the habit that I can't break
You're the high that I need right now
You're the habit that I can't break"
-Louis Tomlinson

Niall fece molta attenzione a non svegliare la sua ragazza quando cercò di districarsi dalla sua presa ferrea per potersi alzare dal letto. Senza far rumore scivolò fuori dalla stanza ancora buia per via delle finestre coperte dalle tende blu scuro.
Melissa era una ragazza un po’ pigra e sicuramente amava dormire. Inutile dire che Niall aveva capito a sue spese che non bisognava mai disturbare il suo sonno se non per motivi gravi. Fu per questo che sorrise alla sua figura delicata che si stringeva le coperte addosso, non percependo più nessun corpo caldo a tenerle compagnia.
I suoi capelli rossi sparsi sul cuscino come raggi di quel sole che era diventata nella vita di Niall. Il biondo si richiuse poi la porta alle spalle e si rivestì in bagno dopo essersi dato una lavata veloce. Ormai aveva molto di suo a casa della sua ragazza, quindi non era più scomodo e imbarazzante come le prime volte sgattaiolare fuori casa sua per andare a lavorare o per andare semplicemente a casa sua. Quando raggiunse il vialetto di casa sua la strada era silenziosa e le tende ancora tirate. Spense l'auto e rimase  seduto a prendere un gran bel respiro. Dopo qualche momento si fece coraggio e uscì dalla macchina. Qualche istante dopo desiderò ardentemente ritornare indietro. Ebbe l'impulso di ritornare nel suo sedile e guidare verso Melissa per nascondersi con lei sotto le sue coperte.

Ma no, non poteva farlo. Mettere tempo sarebbe solo stato inutile. Aprì il portone di casa piano e se la richiuse alle spalle con altrettanta delicatezza. Con un veloce sguardo notò come la cucina ed il salotto fossero vuoti. Nel ripiano della cucina ancora sani i cartoni della pizza che aveva comprato. La sera prima era tornato a casa per cena, come aveva detto ai due ragazzi. Ma quando aveva superato la soglia di casa erano quasi le nove di sera. La loro cena calda fra le sue mani. Aveva poggiato tutto sul bancone e poi aveva salito le scale per assicurarsi che fosse tutto okay. Ciò che aveva visto l'aveva scioccato non poco. Harry teneva un braccio attorno alla vita nuda di Louis che riposava sul suo petto scoperto. I loro capelli arruffati, le guance ancora rosse e i loro vestiti sparpagliati fino a davanti l'entrata della stanza. Un leggero lenzuolo bianco a coprire le loro gambe. Il quadro caduto per terra probabilmente per sbaglio. Rimase esattamente due minuti a fissare quella scena con la bocca aperta, poi aveva chiuso tutto dietro le sue spalle, aveva sceso le scale velocemente e afferrato al volo solo il suo cartone di pizza e si era precipitato da Melissa. Sicuramente l’ultima cosa voleva era essere presente per un loro eventuale secondo round o cose del genere. Ma adesso aveva la prova che forse davvero un secondo round ci era stato, perché a quanto pare non avevano nemmeno lasciato la loro stanza per notare che le loro pizze erano già arrivate. Inghiottì il suo nervosismo in un riflesso involontario. Incrociò le dita, pregando che Louis non fosse scappato via da Harry e che fosse ancora con lui.

“Ti prego, fa che quello non era un addio. Fa che entrambi abbiano accecato la verità delle cose e la stiano affrontando insieme. Ti prego, fa che io non debba raccogliere di nuovo i pezzi del cuore distrutto del mio migliore amico".

Salì le scale con il labbro fra i denti e mille preghiere fra i suoi pensieri. Con una mano tremante, aprì la porta della stanza da letto del suo coinquilino e per un momento credette di poter svenire. Erano ancora lì. Entrambi. Harry non era scappato. Louis era rimasto. I loro corpi erano intrecciate romanticamente e i loro occhi erano ancora chiusi e rilassati. Per la terza volta da quella mattina si chiuse la porta alle spalle e ritornò al piano di sotto, stavolta con una sensazione di relax e positività a riempirli il cuore. Ce l'avevano fatta.

Harry voltò pigramente il suo volto verso destra per poggiare la sua guancia calda di sonno sul cuscino, ma si scontrò contro qualcosa di più duro. Infastidito alzò un braccio dal caldo del suo materasso per spostare quell'oggetto peloso che gli impediva di mettersi comodo. Quando però toccò l'oggetto, notò quanto fosse duro. Continuò a testarlo ad occhi chiusi per cercare di capire cosa diavolo potesse essere. Un barattolo non aveva peli così lunghi e un pennello non aveva di certo quella forma. Quando toccò quello che sembrava una pallina morbida e viva aprì gli occhi spaventato. Sentì distintamente un mugolio di dolore misto a fastidio. Louis era coricato accanto a lui, svestito del suo solito pigiama, e con una mano a coprirsi l'occhio.

<<Ma che diavolo fai di prima mattina?>> la sua voce era molto roca e sensuale di prima mattina ed Harry per un momento si dimenticò di aver appena dato il buongiorno meno romantico del mondo a quello che era a tutti gli effetti l'amore della sua vita.

<<Opss>> anche la sua voce non era meno roca, ma anzi più profonda. Il più piccolo però non sembrava propenso a tenere il broncio. Infatti poco meno di due secondi si scoprì il viso dalla mano e aprì i suoi occhi, rivelando le sue iridi cristalline alle prime luci della mattina.

<<Vieni qui idiota e statti fermo e buono, ho ancora sonno>> così disse prima di allungare un braccio e afferrare a caso Harry per buttarlo di nuovo giù. Louis si riposizionò come prima, avvolgendo una gamba sul fianco del riccio e poggiando il volto tra la sua spalla e il suo cuscino.

<<Stavo cercando di girarmi e non ci riuscivo>> spiegò brevemente. Onestamente non era del tutto lucido. Gli stavano passando davanti agli occhi tutte le immagini della sera che avevano vissuto insieme e non riusciva a smettere di risentire nelle sue orecchie i gemiti del più piccolo, il modo in cui la sua carne lo aveva accolto, le sue parole dolci e incoraggianti per farlo venire, i suoi occhi liquidi di piacere. Louis però non sembrò essersene reso conto, poiché annuì distrattamente e chiuse gli occhi per ritornare a dormire. Poi parlò.

<<Ti eri dimenticato di me?>> sussurrò ancora mezzo addormentato. Harry si morse un labbro, indeciso sul come rispondere.

<<Ti ho solo scambiato per uno dei miei attrezzi da lavoro>> ridacchiò allora. Louis rise con lui, illuminando la stanza con la sua immensa bellezza.

<<Farò finta di non aver sentito nulla Harold>> continuò ancora comodamente accucciato al suo fianco. Il suo corpo era caldo e riscaldava la pelle fredda del riccio e il ghiaccio del suo cuore. Sentiva Louis ovunque e nessuna sensazione era comparabile all'immergere il naso sui suoi capelli per sentirne l'odore. Nessun quadro avrebbe reso giustizia alla bellezza della sua anima, di questo l'artista ne era sicuro. Passarono ancora qualche minuto a letto, crogiolandosi nel torpore di una notte di sonno e si alzarono solo quando la fame non gli aveva lasciato altra scelta. Il sole sembrava più giallo e ogni singolo momento sembrava più luminoso e divertente del solito. Harry si chiese se fosse come sotto l'effetto di una droga: tutto sembrava migliore adesso.

Una patina invisibile ricopriva il suo iride verde, mostrandogli una felicità e una positività che lui non aveva mai colto. Era da anni che non si sentiva così leggero. Prese un sorso della spremuta di arancia che Niall gli aveva preparato, gustandone la giusta asprezza.

Con Louis mi sento al posto giusto, nel momento giusto, ogni singolo attimo.

Louis davanti a lui stava sbriciolando un cornetto e lo mangiava a piccoli morsi, guardando curioso il modo in cui il loro amico biondo mordeva la pizza come se nulla fosse.

<<Non è un po’ troppo pesante come alimento da mangiare a colazione?>> chiese infatti poco dopo. Niall scosse le spalle. Anche lui sembrava più felice.

<<La pizza va mangiata ad ogni ora. È sempre perfetta>> e chissà perché Harry non si sorprese quando Louis non lo giudicò, ma rimase decisamente senza parole quando vide la sua piccola mano allungarsi per rubarne una fetta dal cartone di Niall. In quel momento non seppe se essere sorpreso per la tranquillità con cui Niall concesse il suo cibo o per gli occhi da birbante di Louis che lo sfidavano mentre mordeva una fetta di pizza.

<<Siete due bambini!>> esalò Harry a bocca aperta, un misto fra il divertito e lo shoccato. In fin dei conti, andava bene così.



Le cose erano più semplici di quanto avrebbe potuto immaginarsi. Louis era affettuoso, ma mai troppo invadente. Gli lasciava i suoi spazi sebbene la sua presenza fosse quasi sempre vicina. Un po’ come una mamma che segue il figlio durante i suoi primi passi. Una presenza sicura e costante, attenta nell’afferrare il bimbo prima che cada, ma anche capace di lasciarlo provare da solo. Ed in effetti Louis era proprio così. La mattina si alzava prima di tutti per preparare la colazione ad Harry e svegliarlo con dolci baci ed un buon profumo di caffè, poi quando il ragazzo andava all’accademia, si dedicava alla compagnia di Niall e iniziava la giornata di buon umore. Spesso quando il biondo andava a fare ripetizioni di piano forte a qualche cliente o usciva con Melissa, passava da Giulia in libreria. Aveva riscoperto in lei una persona dolce e sensibile oltreché divertente. Parlavano di libri, poeti e storie di cui Louis non aveva mai sentito parlare. Le leggende romantiche lo avevano affascinato così tanto che un giorno decise di pranzare insieme a lei per poterne sapere di più e da quel momento ogni volta che Harry non tornava a casa per pranzo, lui stava con quella giovane ragazza dai lunghi capelli castani. E quando il cielo diventava più scuro nel tardo pomeriggio, Louis la lasciava con un caldo abbraccio e la promessa che si sarebbero rivisti l'indomani per poi camminare con il cuore leggero verso casa, da Harry. Arrivava sempre prima di lui a dire il vero, per poterlo accogliere e fargli scrollare di dosso un po’ dello stress accumulato durante le lezioni. Parlavano e nel mentre preparavano insieme la cena, con movimenti coordinati e quotidiani, quasi abitudinari. Niall si univa a loro quando tornava a casa e poi cenavano all'insegna di racconti e risate. Louis si emozionava sempre quando Harry gli raccontava dei suoi lavori o delle idee che aveva per dei quadri. Voleva disegnarne qualcuno in serie per raccontare una storia e questo rendeva sempre curioso Louis di dettagli. Poi dialogava con i suoi due coinquilini di alcune notizie apprese da Giulia e finivano per sbellicarsi dal ridere quando Niall gliene raccontava una delle sue. Ma, sebbene fossero giornate perfette, il momento preferito di Louis rimaneva sempre la sera. Con le pance piene e un po’ di stanchezza, lui ed il più grande si accoccolavano nel letto a guardare qualche film o programma televisivo e dialogavano. Parlavano sempre di tutto, di qualsiasi cosa. Non c'erano barriere, nessun confine. E poi si baciavano. Si carezzavano e qualche volta facevano l'amore. Louis arpionava con le mani le spalle del riccio e lo accompagnava nelle sue spinte, talvolta dolci, tavolta più veloci e bisognose, ma mai aggressive. Era un equilibrio così bello. Ma Harry credeva che fosse destinato a finire. Se lo ripeteva sempre e qualche volta lo rivelava anche al liscio, che cercava di confortarlo ripetendosi che qualsiasi cosa fosse successa Harry non avrebbe mai dovuto dimenticarlo. E lo diceva sempre con quel tono di preghiera e quegli occhi liquidi che alla fine il più alto riusciva solo ad annuire e a cercare un contatto per sentirlo più vicino.
Comunque entrambi cercavano di non pensare troppo e di godersi quello che avevano senza troppe pretese. Quello che veniva prendevano, anche se magari non come loro si erano aspettati.

Il sabato andavano a respirare aria di mare, come diceva Harry. Si sedevano in un telo e si godevano il tramonto o l'alba e si godevano le loro serate al bar con Liam, Niall e le loro corrispettive ragazze. Era facile. Fu per questo che dopo un paio di settimane, Harry non ebbe più paura di perdere Louis. Aveva capito che sarebbe rimasto e che non sarebbe andato via per nessun motivo. D’altronde Louis gli ripeteva ogni giorno quanto fosse felice e completo insieme lui. La situazione venne presa sotto gamba, come spesso accade, e la leggerezza che caratterizzava ogni loro gesto era diventata quotidiana. Come quel giorno di Dicembre inoltrato. Era sera. Il natale era finito e lui aveva al polso un bracciale regalato da Harry e nell'armadio una morbida felpa da parte di Niall oltre ad una strana tazza per il the che Liam gli aveva impacchettato con attenzione. Harry infatti aveva deciso di passare il natale fra di loro, senza raggiungere la sua famiglia. Una scelta che aveva spiazzato tutti, tranne Niall. L'amico conosceva bene la testa del riccio e sapeva che voleva ancora preservarlo dagli incontri ufficiali che avrebbero solo messo pressione. Infondo, stavano insieme da poco più di un mese, ufficialmente. Ma era stato molto bello lo stesso. Avevano cucinato insieme e bevuto vino rosso per scaldarsi dopo una cena abbondante. E quando si era fatta l'ora erano tornati tutti a casa con le pance piene e i sorrisi sul volto.

Harry guardò Louis con occhi lucidi, piacevolmente riscaldato dal vino bevuto precedentemente. Gli sorrise mostrando insieme alle sue fossette la sua immensa beatitudine. Louis gli sorrise di rimando, con la testa poggiata al divano e una gamba penzoloni lateralmente.

<<È stata una bella sereta>> disse piano, come a non voler spezzare quel silenzio rilassante e confortante.

Harry annuì <<Si, perfetta>> le iridi verdi fissavano quelle del giovane ragazzo misterioso e le guardavano con bramosia. <<ma sai cosa è ancora più perfetto?>>

Louis ridacchiò, immaginando la risposta <<Illuminami>>

<<Tu>> Il più basso rise un po’ più forte seguito poi dallo stesso riccio

<<Scontato?>> chiese arricciando il naso dopo che le loro risa si furono placate.

<<Nah, infondo sono proprio queste frasi scontate che tutti vorrebbero sentirsi dire>> ammiccò in risposta il più basso.

Continuarono a guardarsi e lentamente i loro sorrisi scivolarono via, così come anche la leggerezza delle loro battute, per sostituirsi con della tensione, ricca di desiderio. Louis posò sul tavolino davanti al divano il suo bicchiere e tolse gentilmente anche quello di Harry fra le sue mani per non fare casini. Gattonò poi lentamente verso Harry, mantenendo vivo il contatto visivo. Quando fu davanti a lui gli si posizionò cavalcioni davanti. Il riccio non perse tempo e aprì un po’ le gambe per farlo sedere sul suo bacino. Cosa che non accadde, perché Louis si tenne sulle ginocchia per osservarlo dall’alto. Il più grande adagiò in automatico le mani sul retro delle sue gambe, vicino al suo sedere.

<<Grazie per la bella serata. È stato un natale stupendo>> sussurrò emozionato occhi azzurri, accarezzando i lineamenti del ragazzo sotto di lui con devozione.

<<Grazie a te. Non sarebbe stato così bello senza di te>> Harry prese la sua mano per baciargli il palmo, socchiudendo gli occhi a quel gesto.
<<niente è mai stato così bello se non dal momento in cui sei arrivato>>

Il liscio si abbassò fino a sedersi sopra la patta dei suoi pantaloni e fece toccare le loro fronti.
<<Sono arrivato al momento giusto.>> sorrise lui.

Harry non smise di ammirare nemmeno un centimetro del suo viso perfetto. Si era abituato ormai al tono rassicurante e conciliante del più piccolo. Ogni qual volta che esprimeva un pensiero negativo le parole di Louis erano come balsamo emoliente. Rendeva anche una verità amara più dolce e vivibile. Eppure non si era ancora abituato a sentire il suo battito accelerare quando pochi centimetri distavano dalle loro bocche. Cosi come non si era ancora abituato al poterlo toccare e possedere ogni quando volevano, sempre con il consenso di entrambe le parti. Gli sembrava assurdo pensarlo, ma era chiaro che non fosse l'unico ad avere un perenne desiderio di fare l'amore. Capitava spesso che a prendere l'iniziativa fosse Louis, in modo dolce e velato ed Harry non si tirava mai indietro. Mentre altre volte era lui ad iniziare e, diversamente dal più piccolo, era parecchio diretto ed esplicito nell'esprimere la sua voglia. Un controsenso visto che in qualsiasi altro ambito il loro comportamento era letteralmente l'opposto. Harry era timido e non sempre riusciva ad esprimere a parole ciò che provava e quindi disegnava. Louis invece parlava sempre di sentimenti e di argomenti delicati con grande interesse e attenzione, aiutando il suo ragazzo che invece in pubblico non era mai a suo agio nel comunicare certe cose.

Eppure quella piccola differenza di comportamento in ambito sessuale era ben apprezzata da entrambi e sembrava riportasse un certo equilibrio alla coppia. Come in quel momento. Harry aveva cominciato a baciare Louis profondamente, con movimenti lenti ma pieni di voglia. Le sue mani si erano allungate fino ad arrivare al suo sedere, godendone della sua morbidezza. Accoglieva con bramosia e sempre più fame del suo corpo i gemiti strozzati del ragazzo sopra di lui, smorzandone il suono con la sua bocca. Le mani del più piccolo si strinsero sulle sue spalle, tirando il maglioncino che stava indossando il riccio. I movimenti circolari del suo bacino stavano mandando Harry fuori di testa. Fu per questo che con un gesto veloce scambiò le posizioni, aprendogli le gambe con gentilezza e coricandosi sul suo corpo senza pesare su di lui. Bastarono pochi minuti prima che i vestiti fossero finiti in varie parti del pavimento, senza troppa cura. Harry era certo che mai si sarebbe stancato di quello spettacolo. La fragilità e l'umana voglia di sentirsi completato dal proprio partner, le gambe di Louis strette al suo bacino che lo incitavano a sbrigarsi, le mani tremanti dalla voglia. Ma non vi era mai troppa fretta. Louis si godeva il momento così come lo faceva l'artista. Si baciavano a vicenda finché le loro labbra perdevano sensibilità ed erano gonfie il doppio del normale. Le loro lingue si conoscevano sempre come fosse la prima volta. Harry aveva l’abitudine di toccarlo ovunque, quasi sfiorandolo, prima di entrare dentro di lui. Accarezzava ogni centimetro della sua pelle morbida e bronzea e cercava di imprimere nella sua memoria ogni singolo attimo di quel momento. Strizzò gli occhi quando le carni del più piccolo gli si strinsero attorno al sesso. Non sapeva dire se si sarebbe mai abituato alla sensazione di essere dentro di lui. Probabilmente no.

Le sue spinte erano vigorose. Passavano ad essere veloci e bisognose a lente e strazianti, cercando di prolungare il momento. Intrecciò le loro dita insieme e guardò come l'azzurro degli occhi di Louis si trasformasse in un mare tempestoso. Ormai non aveva più paura di quella distesa d’acqua. Sapeva cosa si provava ad affondare in quelle acque, ma sapeva bene anche come uscirne. E lo amava. Amava come lo tranquillizzassero e lo facessero sentire a casa. Amava perdersi dentro Louis e senza rendersene conto ritrovare se stesso. Ed ogni volta che Louis gli diceva di non dimenticarsi mai di lui, qualsiasi cosa la vita avrebbe portato, Harry voleva dirgli che era impossibile per lui farlo. Era impossibile ed inimmaginabile dimenticare i suoi occhi ed il mondo nascosto dentro di essi. Sfilò una sua mano da quelle di Louis e la portò al suo viso. La sua fronte era leggermente umida di sudore per lo sforzo e la sua bocca non riusciva a rimanere chiusa. Ansimava forte e godeva visibilmente di quel ritmo costante e passionale.

<<Sei bellissimo>> chissà quante volte ormai glielo aveva detto. Non si rese nemmeno conto di averlo fatto, perché a volte il filtro cervello bocca non esisteva in lui. E in quei momenti di amore puro si dimenticava perfino come si respirava. I suoi polmoni bruciavano e solo allora riprese ad inalare ossigeno, avvicinando il suo volto nell’incavo del collo di Louis. Era inutile nasconderlo a se stessi, il suo vero ossigeno era Louis. Non sentì le parole dolci che il ragazzo sotto di lui gli rivolse, ma ebbe piena coscienza di aver toccato la sua prostata quando lo sentì urlare direttamente nel suo orecchio. Non servirono le richieste disperate del più piccolo, perché Harry sapeva già di dover insistere con più forza e più velocità sempre lì, per arrivare a farlo venire. Ed infatti poco dopo Louis venne con un urlo strozzato ed flebile <<H>> fra le labbra.
Bastò guardare la sua espressione beatamente rilassata per farlo venire quasi subito dopo. La sua mascella delineata era lucida e i suoi occhi chiusi. L'odore della sua pelle era così forte che Harry non capì nemmeno dove iniziasse il più piccolo e dove finisse lui. Quale fosse il loro punto di distacco. Forse non c'era.

Si sfilò da lui, gettando il preservativo per terra. Sebbene fisicamente adesso fossero separati, Harry si sentiva ancora dentro di lui. Era pieno di Louis sotto ogni aspetto, così come lo era la sua intera vita. E ne era decisamente ed indubbiamente felice. Di quella felicità che ti fa svegliare la mattina con la voglia di affacciarti al balcone per ammirare il cielo. Di quella felicità vera che ti fa sorridere sempre, anche quando non stai facendo nulla e magari normalmente avresti il broncio. Proprio come in quel momento. Avevano invertito le posizioni ed ora Louis era disteso sopra di lui interamente, sfiorandogli il petto con le sue labbra. Poi alzò lo sguardo per incontrare il suo.

<<Lo stai facendo di nuovo>> ridacchiò piano guardandolo, aveva uno strano luccichio negli occhi azzurri.

<<Che cosa sto facendo di nuovo?>> chiese innocentemente il riccio. Portò una mano fra la massa di capelli lisci e fini color caramello del ragazzo che adesso erano tutti scombinati. Il sorriso del più piccolo gli fece mancare un battito.

<<Quell’espressione.>> spiegò, come se quello potesse bastare a far capire cosa intendesse. <<La fai sempre ogni volta che stiamo insieme o condividiamo un momento intimo. Sembri così in pace con te stesso e con il mondo. E sapere che probabilmente a procurartela è stata la mia presenza, mi fa mancare il cuore di due battuti al secondo.>> la mano del riccio scivolò mentre lo ascoltava, finendo a sfiorargli con la punta delle dita la guancia. Louis ricercò più contatto, immergendo il suo stesso volto nel suo palmo caldo.

<<Certo che sei tu a procurarmela. È sempre per merito tuo se sono felice>> gli rivelò piano con voce rauca. Louis si sporse per baciarlo dolcemente e sembrò fosse finita lì, ma poi si spinse più sul collo con il viso, come a voler ricercare ancora più contatto di quello fisicamente possibile.

<<Anche tu mi rendi felice, H. Sempre>>

Poco dopo si addormentano, spogli di vestiti e barriere mentali che per mesi li avevano tenuti distanti. Davanti a quel camino scoppiettante che aveva visto il loro amore maturare fino a quel punto. Il punto in cui dicevano esattamente cosa provavano senza paura.

___________________________

Avete tutto il diritto di odiarmi.
Lo so sto aggiornando in super ritardo ed il capitolo è piccolino, niente di speciale. Ma è importantissimo per la storia che voi abbiate ben capito che rapporto si sta instaurando fra i due ragazzi.

Se volete vi faccio un piccolo spoiler per il prossimo capitolo, piccolo piccolo.
Ma per non urtare nessuno, se lo volete, scrivetemelo nei commenti ed io vi risponderò❤

PS. La scuola sta finendo quindi non avrò scuse per essere in ritardo da domani in poi.
Felici di avere le vostre meritate vacanze? Pensate che l'anno scolastico abbia reso giustizia al vostro lavoro?

Vi voglio bene e spero che tutto sommato continuiate a seguire la storia e ad apprezzarla.

A prestissimo, giuro

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