My dream come true

De Captainwithoutasoul

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Le uniche cose che mandano avanti Sarah con i cavalli, dopo dieci anni, sono la grinta e la voglia di non arr... Mais

Premessa
Personaggi & Trailer
Il maneggio di Michele
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Missing Moment - Il compleanno di Sarah

È la fine?

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De Captainwithoutasoul

In questo momento mi sento molto Napoleone degli Aristogatti, quando decreta ufficialmente che sono arrivati alla fine, non so se avete presente XD

Ma, a parte le cavolate, mi sento davvero in dovere di dirvi qualcosa, sebbene non sappia neanche da dove iniziare. Dai, ci provo.

P.S. "Qualcosa" per me significa un poema omerico, quindi vi prego, arraffate dei popcorn e mettetevi comodi.


Le prime persone che ringrazio siete voi lettori. Semplicemente... vi adoro. Non avete neanche la minima idea di quanto piacere mi abbia fatto ricevere i vostri commenti, le vostre impressioni sulle scene e sui personaggi... sul serio. Quando ero un po' abbattuta o bloccata su alcune parti (oltre a spararmi Fight Song in cuffia) tornavo a leggere i vostri incoraggiamenti, tra un minaccioso "CONTINUAAAA!" e un "Ma solo io shippo Sarah e Michele?" (no, tranquilla, non sei sola) e puntualmente ritrovavo sempre la forza di continuare.

So di essere stata davvero pessima, di aver lasciato la storia allo sbando per anni ma, nonostante ciò, molti di voi hanno continuato a seguirla assiduamente, tra Facebook e Wattpad. Purtroppo, visti i miei tempi biblici, sono consapevole di aver perso altrettanti lettori, anche se in cuor mio continuo a sperare che qualcuno di voi, prima o poi, si accorga dei miei aggiornamenti ed esclami "Finalmente quella disgraziata ha finito la storia!" e si rimetta a leggere. Chi lo sa? 

In ogni caso, non esagero quando dico che voi lettori siete stati il motivo per cui sono riuscita a finire questa storia. Ne ho scritte davvero un sacco nel corso degli anni, ma My dream come true è la prima a cui riesco a dare un finale... un motivo ci sarà. Sarah e Michele, così come voi, meritavano il loro lieto fine.

Vi ringrazio per ogni stellina, per ogni parola, semplicemente per ogni minuto speso a leggere. A chi me l'ha fatto sapere e chi invece ha seguito la storia silenziosamente. Vi ringrazio dal più profondo del cuore.


Ringrazio di cuore anche la mia migliore amica Valeria (detta affettuosamente Beth...), la mia confidente, la mia consigliera, la mia donna. Nonché fan numero uno di Michele. Grazie, perché My dream come true non esisterebbe senza il tuo sostegno e i tuoi consigli. L'ho costretta a sorbirsi tutte le mie pippe mentali e a leggere buona parte della storia, pur essendo lei del tutto estranea al mondo equestre: anche se mi avrà mandato a quel paese svariate volte, so che ha amato Sarah, Michele (soprattutto Michele) e la loro combriccola tanto quanto li ho amati io.


Ultimi ma non ultimi, forse vi sembrerà sciocco da dire, ma ringrazio anche i miei equidi, perché sono loro che alimentano la mia passione per questo meraviglioso mondo e mi sono stati d'ispirazione per moltissime scene della storia.

A proposito dei miei equidi, apro una piccola (vedi sopra: poema omerico) parentesi. Non ho mai parlato di me nei cosiddetti spazi autore, perché non mi sembrava avesse senso, ma forse è giunto il momento di raccontarvi qualcosina sui miei cavalli. Spero vi faccia piacere e, siccome non ho fatto altro dal primo capitolo, preparatevi per una caterva di immagini!

Come scritto nella bio, vengo da una piccola, insignificante isola della Toscana dove non ci sono maneggi. L'unico ha chiuso ormai undici anni fa ed è stato un bene, perché i cavalli erano trattati in modo terribile. 

Dal canto mio, posso ritenermi davvero fortunata rispetto alle mie compaesane appassionate di equitazione, perché la mia famiglia, vivendo in campagna, ha sempre avuto cavalli. Ma potete immaginare quanto sia facile per una bambina montare senza istruttori, senza campi recintati... per di più, un cavallo caldo che in sella voleva fare un'unica cosa: correre. Se da una parte mi sono fatta (e rotta svariate volte) le ossa, dall'altra mi mancava (e tuttora mi manca) la tecnica.

Per questo ho cercato di formarmi come potevo sulla "terraferma": per un po' ho fatto salto ostacoli, ho frequentato anche qualche stage sul metodo parelli, anche se quello in cui mi sono ritrovata di più è l'approccio etologico di Marco Pagliai che, se non conoscete, vi invito a googlare. Non ve ne pentirete. Molti dei discorsi da vecchio saggio di Michele sono ispirati ai suoi concetti. 

Tornata poi a casa, comunque, cercavo di mettere in pratica le cose che avevo imparato con i miei cavalli, ma la maggior parte delle volte i ruoli si invertivano ed erano loro a farmi da insegnanti.

Adesso sono al prato, godendosi la loro meritata pensione, e sono due anni che, per tutta una serie di motivi, non monto più. Mi occupo comunque di loro tutti i giorni, ma non nego che mi manchi la sensazione di stare in sella. Spero di tornare a fare equitazione prima o poi, perché è come se mancasse un pezzetto di me. Come vi avevo accennato, mi sono trasferita in Gran Bretagna per l'università e spero in qualche modo di poter tornare a fare equitazione lì, perché mi manca come l'aria.

Lui è Drunk. Sì, avete letto bene il suo nome. È come un fratello maggiore per me: ci conosciamo da più di sedici anni e il nostro rapporto è un po' speciale, nonostante in sella mi faccia dannare. Essendo un purosangue, come ho detto, è sempre su di giri. Nonostante i suoi ventiquattro anni d'età, si comporta ancora come un puledrino. Mi sono ispirata a lui per praticamente tutte le scene di scleri che avete letto.


Neve, la mia cavallina. Mia cugina ed io l'abbiamo letteralmente salvata dal maneggio a cui accennavo sopra. È una roccia, non c'è nient'altro da aggiungere. Ne ha passate tante e, quando finalmente sembrava aver trovato il suo posto felice, qui da noi, cinque anni fa un attacco terribile di laminite me l'ha quasi portata via. È sopravvissuta per miracolo e, nonostante sia rimasta zoppa (va da sé che non potrà mai più essere montata) fa ancora una vita di tutto rispetto. Come potete vedere, era una saltatrice provetta. Honey ma soprattutto Tramontana sono letteralmente cucite su di lei!


Granduca (perdono, il suo vero nome sarebbe Granduca di Campalto, il signorino è un lord), il cavallo di mia sorella, ex saltatore agonistico. Non ci girerò intorno: Granduca ed io ci siamo sempre detestati. L'antipatia è reciproca, nonostante mi occupi di lui da anni e anni (anche se a montarlo è mia cugina!) e andiamo un po' più d'accordo solo di recente. Mi sono immaginata l'iniziale rapporto di Killer e Sarah esattamente come il nostro: orecchie, tentati morsi, un passo estremamente scomodo in sella. Sorry not sorry Granduca.

(Di lui vi metto due foto per farvi vedere la sua trasformazione, altrimenti nessuno mi crederebbe se dicessi che faceva salto ostacoli XD)

Se volete seguire le mie avventure con gli equidi, vi spammo senza tante cerimonie il mio Instagram: mi chiamo @Captainwithoutasoul anche lì.


Questo è tutto. 

Ancora fatico a credere di essere arrivata alla fine della storia. Una storia nata davvero senza alcuna pretesa, un divertissement, quando ancora possedevo una pagina facebook dedicata all'equitazione e volevo intrattenere un po' il mio pubblico con un racconto che parlasse di un cavallo difficile e di una storia tra un'allieva e il suo giovane istruttore, visto che non ce n'erano in giro, almeno quando iniziai a scrivere (si vede che sono l'unica ad avere la mente un po' deviata, lel). Una storia che è cresciuta con me. Vi sarete accorti che la storia non esce mai dai "confini equestri", per così dire: so che magari la cosa verrà percepita come un limite, ma è stata una scelta voluta. Non volevo parlare della vita scolastica di Sarah, ma di ciò che combinava in maneggio, di che dinamiche viveva con le altre cavallerizze (e con il suo istruttore... basta, la smetto). Quanto al maneggio di Michele, è un maneggio utopistico, dove i bisogni dei cavalli vengono al primo posto: io non ne ho mai trovato uno così, ma mi auguro che da qualche parte esista davvero (se Michele è compreso nel pacchetto, tanto meglio).

Vi ringrazio ancora una volta. Per rispondere alla domanda del non-capitolo, sì, questa è ufficialmente la fine. Forse più avanti pubblicherò qualche capitolo bonus (sempre inerente alla storia) che ho scritto per mettere i protagonisti in situazioni un po' diverse dal solito. Se vi fa piacere, ovviamente!

Fatemi sapere se vi piacerebbe leggere qualcos'altro di mio, sempre a tema equestre. Ho un paio di storie scritte a metà e sepolte nel computer che potrei riesumare, magari in tempi meno biblici.... chissà!

Un bacio e grazie ancora,

Captainwithoutasoul.

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