𝐓𝐡𝐞 𝐏𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫 𝐚𝐧𝐝...

By MrsWeasley6

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[DAL TESTO]: Prese una manciata di colori e li sistemò sulla sua tavolozza. Voleva imprimere in quella tela b... More

𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏: 𝐈𝐥 𝐏𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞
𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐: 𝐋𝐚 𝐂𝐫𝐞𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞
𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟑: "𝐈𝐥 𝐝𝐢𝐩𝐢𝐧𝐭𝐨"
𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 4: "𝐋'𝐢𝐧𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨"
Capitolo 5: "L'accordo"
Capitolo 6: "Il Primo Ricordo"
Capitolo 7: "The Touch"
Capitolo 8: "Vecchi dolori"
Capitolo 9: "Incontrollabile"
Capitolo 10: "L'inizio"
Capitolo 11: Il Bacio
Capitolo 12: "Ian"
Capito 13: "Amor Proprio"
Capitolo 14: "Sensi di colpa"
Capitolo 16: "Equilibrio"
Capitolo 17: "Il Destino"
Capitolo 18: "La Famiglia"
Capitolo 19: "La Fine"
Capitolo 20: "Il Dopo"
Capitolo 21: "Φαρμακον"
finale alternativo

Capitolo 15: "L'amore"

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By MrsWeasley6

"E da allora sono perché tu sei;
E da allora sono, sei, siamo;
E per amor sarò, sarai, saremo."

-Pablo Neruda


● If I Could Fly - One Direction
● All of me - John Legend
● Sweet Creature - Harry Styles

Harry entrò in casa, ancora scosso da ciò che era successo al cimitero poco prima. Non ce la faceva più, sentiva di dover dire al liscio tutta la verità. Principalmente sentiva di star provando qualcosa di più di un semplice affetto per un normale amico. Ma che Louis fosse speciale infondo lo aveva sempre saputo. Non doveva esserne così sorpreso, eppure non potè frenare il leggero tremolio delle sue mani quando entrò in casa con Louis al suo seguito, troppo tranquillo per aver appena scoperto la verità sulla madre.

<<Hey ragazzi, siete qui finalmente! Vi va stasera di ordinare la pizza?>> Niall sbucò dalla cucina, le braccia incrociate e una tuta morbida ad accarezzare la pelle ninvea. Harry sembrava aver perso l'uso della parola, quindi fu Louis a rispondere.

<<Si, credo che vada bene per entrambi. Puoi- mh scusarci un momento? Dobbiamo parlare>> aggrottando le sopracciglia in modo quasi buffo, superò il riccio e il suo coinquilino sparendo in camera. Harry, rimasto da solo con il biondo, sapeva di doverlo seguire ma non mosse un passo.

<<Tutto bene H?>> chiese Niall, stranito dal suo comportamento. Quello si limitò ad annuire in risposta. Gli occhi verdi erano ricoperti da un leggero strato di lacrime che li rendeva lucidi.

<<Sei sicuro?>> riprovò il biondo. Harry annuì nuovamente un silenzio, poi fece incontrare i loro sguardi.

<<Ho fatto un casino>> sussurrò con voce rotta. Il biondo aprì la bocca per dire qualcosa, per chiedere spiegazioni, ma fu interrotto da Louis che scese le scale velocemente. La giacca abbandonata da qualche parte e il suo solito sguardo rassicurante nel volto. Si drizzò davanti ai due amici e sorrise titubante a Niall. Quello era chiaramente un segnale.

<<Sapete cosa? Vado a farmi una passeggiata. Se-se avete bisogno di me, sapete il mio numero. Magari porto io le pizze, va bene? Ci vediamo per cena>> con un gesto nervoso afferrò dall'attaccapanni un giubbotto sportivo leggero, si infilò le sue nike e si precipitò fuori di casa dopo aver dato un'ultima occhiata ai due ragazzi, che di casino ne avevano fatto tanto entrambi. Louis si avvicinò ad Harry, ancora immobile in mezzo al corridoio dell'entrata e gli sfilò con gesti delicati il cappotto. Il riccio si lasciò spogliare senza mettere alcun suono. Sapeva che se avesse parlato, sarebbe scoppiato a piangere dal senso di colpa. Il più basso intuì questo suo stato d'animo -Louis lo capiva sempre, ovviamente- e gli prese la mano nella sua per portarlo in camera. Lo fece accomodare sul letto, seduto, per poi prender posto nella sedia della scrivania dopo averla avvicinata al riccio, in modo che si trovassero faccia a faccia. Portò i suoi gomiti alle ginocchia e intrecciò le sue mani piccole, cercando un modo per iniziare la conversazione che di li a poco avrebbero avuto. Ma non fu lui ad iniziare.

<<Non credo ci siano parole per esprimere quando io sia dispiaciuto per tutto questo>> sussurrò Harry, fissando un punto nel pavimento. Non mosse nessun muscolo, ma Louis intuì che stesse trattenendo le lacrime. Lui invece era tranquillo, come sempre.

<<Harry non devi essere cosi triste. Dispiace anche a me di aver scoperto della morte di mia madre, ma guarda il lato positivo, adesso abbiamo delle informazioni importanti su di me. Mi basterà fare qualche ricerca su mia madre e avrò finalmente ritrovato tutti i pezzi. Dovresti essere felice>> il tono conciliante e speranzoso di Louis non sembrò essere la chiave giusta per far tornare Harry come prima. Il più alto infatti scattò in piedi come una molla, facendo spaventare quasi il più piccolo.

<<Felice? Felice dici?>> espirò senza fiato. Per la prima volta Louis pensò che sarebbe stato difficile calmarlo.

<<Dovrei essere felice perché tua madre è morta?>> occhi blu aggrottò le sopracciglia confuso.

<<Non è quello che ho de->>

<<Si, è proprio questo che hai detto. Non posso fare finta di nulla Louis! Tua madre non è morta per il cancro, okay? L'ho uccisa io>> urlò Harry. Muoveva le sua mani davanti a lui come a sottolineare la gravità delle sue parole.

<<Ma che cosa stai dicendo Harry? Nemmeno la conoscevi>> se la situazione non fosse stata così delicata, Louis ne era sicuro, avrebbe riso di quelle affermazioni impossibili.

<<Hai ragione, ma prima non conoscevo nemmeno te e guarda adesso dove sei!>> occhi verdi si spostò fino a raggiungere la finestra, poggiando i palmi nella sua cornice.

<<Ma di cosa stai parlando?>> chiese piano il liscio. Harry prese un respiro profondo e per un momento calò il silenzio. Nessuno dei due parlava e la domanda di Louis gravava nell'aria, in attesa di una risposta.

<<Sai cosa Louis? Non lo so nemmeno io di cosa sto parlando>> disse staccandosi dalla finestra. Senza guardare in faccia il più piccolo, aprì l'armadio. Cacciò via con un unico movimento la tela bianca e la lasciò cadere per terra. Afferrò quella tela, quella che aveva nascosto per mesi a Louis e a sé stesso. La afferrò con mani tremanti e una buona dose di coraggio. Sapeva già cosa sarebbe successo: Louis avrebbe guardato il suo ritratto, si sarebbe spaventato, l'avrebbe preso per pazzo e l'avrebbe lasciato per sempre.

Lo guardò un'ultima volta negli occhi. La tela ancora girata verso di sé per non doverla mostrare, non ancora. Guardò le iridi così uniche del più piccolo, il nasino da baciare e quelle labbra da carezzare. Guardò ogni dettaglio e gli disse addio nell'esatto momento in cui realizzò che di quei lineamenti così perfetti lui se ne era innamorato fin dal primo istante in cui il pennello aveva colorato il vuoto della sua tela. Si era innamorato di quegli occhi nel momento in cui ne fu inghiottito e si era innamorato di quelle labbra quando Louis aveva pronunciato per la prima volta il suo nome. Si era innamorato da così tanto tempo e solo adesso che lo stava perdendo, ne era divenuto consapevole. Sorrise al volto confuso del più piccolo e si beò di quel luccichio in quell'azzurro misterioso che riservava solo a lui. Anche quando discutevano o si stuzzicavano, Louis lo guardava sempre con quella strana consapevolezza che Harry era speciale. Come se Harry fosse tutte le stelle, il sole e luna e tutta la forza che muoveva il mondo e l'intero universo. Eppure, ne era sicuro, lui lo guardava nello stesso modo. Perché Louis era stata la sua opera migliore, la sua creazione perfetta di cui per sempre sarebbe andato fiero. Ed era arrivato alla conclusione che si, amava Louis e sì, il suo ritratto era stato il miglior quadro della sua vita, ma no, non l'avrebbe mai sfoggiato né mostrato a nessuno. Era la sua creatura e mai avrebbe condiviso quei tratti bellissimi e romantici che fino ad allora avevano riempito non solo i suoi sogni, ma anche le sue giornate. E non sapeva di essere pronto a lasciarlo andare, ma era sicuro che lo avrebbe pregato di restare. Perché Louis lo aveva fatto diventare migliore e lo aveva fatto innamorare di nuovo nonostante le sue promesse passate e il suo essere restìo a cascare di nuovo in quella giostra fatta di vette altissime e cadute improvvise. Guardò un ultima volta i suoi occhi, comunque felice di aver avuto l'immensa fortuna di averlo con sé per tutto quel tempo. Con un tuffo al cuore voltò il ritratto, mostrandolo a Louis. Smise di respirare ed il mondo cessò di girare. Tutto divenne silenzioso e superficiale, l'unica cosa che contava era Louis. Louis, quel ragazzo minuto, che adesso guardava la tela sorpreso, ma che poco dopo sorrise stringendosi nella spalle.

<<È bellissimo>> sussurrò rivolto al quadro. Harry scosse la testa, rendendosi conto che così il più basso non aveva capito cosa intendeva mostrargli per davvero.

<<No, Louis. Questo ritratto non l'ho fatto dopo averti visto. È successo prima, molto prima. Non ti avevo mai visto, non sapevo chi fossi eppure quella sera, ti ho dipinto. Sei stata la mia opera più spontanea e la più sentita. Ti ho creato io Louis, perché dopo aver nascosto questa tela, tu sei sbucato dal nulla nella mia camera da letto non sapendo nulla di te. E non solo. Ogni tua abitudine, ogni tuo dettaglio è frutto dei miei desideri e dei miei sogni.>> Harry posò il quadro ai suoi piedi e si sedette nel letto portandolo con lui. I gesti erano frenetici per intensificare l'assurdità di quelle parole.

<<Il tuo primo ricordo è stato di tua madre. Tu eri un bambino e giocavi a pallone nel giardino, te lo ricordi? Io ero sotto la doccia nello stesso momento e stavo pensando proprio a come sarebbe stato vederti da piccolo. Mi stavo domandando come fosse tua madre e come fossi tu.>> Louis prese le mani di Harry nelle sue. I suoi occhi erano velati di lacrime e voleva dire qualcosa, ma il riccio non gliene diede modo. <<Ogni cosa che avrei voluto tu facessi, tu la facevi per davvero.>> la sua voce si spezzò nel finale, rivelando i suoi sensi di colpa. <<Sei sempre perfetto, perché io ho desiderato che tu lo fossi. Perfetto per me.>> ormai parlare costava molta fatica ad Harry, che sentiva un nodo alla gola. Le sue iridi verdi erano fisse in quelle cristalline del più piccolo, che lo ascoltava paziente, aspettando di poter parlare. Ma Harry era cosciente che per fare chiarezza su tutto quel gran casino, doveva svelare la parte più importante, il pezzo mancante di quel puzzle.

<<Tanti anni fa>> iniziò tremante <<dopo aver rotto con Ian, tornai a casa distrutto. Avevo sedici anni ed ero troppo cocciuto per poter ragionare con fermezza. Ero nella stanza con mia madre, Anne. Cercava di tranquillizzarmi e dirmi che sarebbe andato tutto bene e che un giorno avrei trovato il mio principe azzurro. Ed io le dissi che non volevo innamorarmi più. Quel giorno promisi a me stesso a tutti quelli che mi circondavano che non avrei mai più amato, se non colui che era davvero perfetto per me.>>

Vorrei così tanto poter creare io stesso una persona da amare. Cosi non potrebbe mai farmi del male.

Harry strinse forte gli occhi, lasciando andare tutte le sue lacrime. <<Non mi sono mai liberato di quel fardello che mi sono autoimposto. Ma tu, Louis, mi hai fatto innamorare di nuovo. Ed è solo colpa mia se stai soffrendo, se tua madre è morta. Volevo comprensione su tutti i punti di vista. Volevo poter amare qualcuno che sapesse cosa vuol dire perdere qualcuno, non ricevere amore. E sono stato così egoista a pensarlo, che provo così tanta vergogna adesso.>> scosse la testa singhiozzando. <<Mi dispiace da morire. Sono un mostro per quello che ho fatto e non merito il tuo perdono. Sono stato un ipocrita a nasconderti la verità. Avevo paura di perderti ed ogni gesto, ogni pensiero che avevo, erano solo sul come fatti rimanere quando questo giorno sarebbe arrivato. Come convincerti a non lasciarmi, perché sei diventato il mio tutto in poco tempo. Ma sarebbe troppo egoista chiederti di rimanere, quando tu potresti semplicemente andare via per vivere una vita migliore tutta d'accapo. Ti amo Louis ed è per questo che d'ora in avanti, potrai prendere qualsiasi scelta, potrai scappare via da me e se è ciò che vorrai, io non ti fermerò.>> Harry non ebbe la forza di guardarlo. Di guardare i suoi occhi gentili e pieni di comprensione, perché non se me meritava nemmeno la metà.

Si sorprese quando Louis afferrò il suo mento con due dita per voltarlo di nuovo verso di sé, guardarlo, sorridergli con fare furbo e divertito e dirgli <<Lo sapevo già, Harry>>.

Il mondo sembrò smettere di star fermo, per precipitare direttamente senza alcun preavviso. Il riccio dovette afferrare il polso della mano di Louis che lo teneva voltato, altrimenti avrebbe perso coscienza.

<<Che cosa?>> il suo fu più un sospiro sottilissimo e a mala pena udibile, ma il più basso lo sentì bene.

<<L'ho scoperto pochi giorno dopo l'inizio di tutto. Ho avuto molta paura, non sapevo cosa fare e come prenderla. Ma ti ricordi cosa ti dissi la prima volta che ci siamo conosciuti? "Se sono qui, c'è un motivo." Ed era così. Tu mi hai creato in un momento di crisi, perché stavi male, ti sentivi solo e volevi avere la forza di ricominciare ad amare. Dovevi scrollarti di dosso il dolore, prendere coscienza del tuo passato e avere la forza di riprendere in mano la tua vita. Ed è successo, Harry! Avevi solo bisogno di qualcuno che ti aiutasse a venirne a capo, ma ci sei riuscito. E ti sei innamorato. Il tuo cuore, Harry, batte per qualcuno e per te stesso. Non è meraviglioso? Ti ho sempre detto che le cose accadono per un motivo ed è questa la conferma. Mi hai portato in quella meravigliosa libreria e Giulia mi ha donato il suo quaderno. Ho trovato una frase in quelle pagine che ti ho dedicato in silenzio. È di un libro. Si chiama "Il piccolo principe" e recitava "è una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto." ed è così vero Haz. Non puoi impedirti di amare solo perché un ragazzo ti ha ferito. Non puoi privarti di tutto questo. Ed è quello che hai fatto Harry. Ti sei liberato delle tua costrizioni mentali. Sei libero ora. Era questo il mio scopo, farti amare di nuovo.>> il sorriso di Louis era abbagliante e i suoi occhi esprimevano tutta la gioia e la commozione di vedere Harry mostrare le sue fragilità, di averlo sentito dire che si era innamorato di nuovo. Ma se lui era così felice, Harry non lo era poi così tanto. Cosa voleva dire con tutto ciò?
Ora che aveva raggiunto il suo scopo, cosa sarebbe successo?

<<Ma..ora tu non te ne andrai, giusto?>> Louis a quel punto titubò. Si strinse nelle spalle ed il suo sorriso si pense un po'.

<<I-io non lo so. Il mio scopo era questo. Non so cosa succederà adesso. Non credo che io abbia scelta. Sarà quello che sarà. In qualsiasi caso, ricordati sempre di quello è stato.>> Louis era serio e lo guardava con attenzione. Si avvicinò a lui, accarezzando le sue guance bagnate per asciugarle. Con un gesto delicato e spontaneo si sedette cavalcioni sopra di Harry. Il riccio ne rimase sorpreso, ma non lo spostò di un millimetro. Anzi, posò le sue grandi mani sulle cosce del più piccolo sopra di lui guardandolo dal basso le loro labbra a pochi centimetri di distanza.

<<Non dimenticarti mai di me, Harry>> sussurrò Louis, prima di unire le loro labbra insieme. Harry rispose al bacio con la sua familiare passione. Louis sapeva. Non voleva andare via, ma sarebbe potuto succedere qualsiasi cosa. La domanda era: se non dipendeva da lui allora da chi dipendeva? Per la prima volta la paura di perderlo superò tutto. Superò i suoi pensieri e le sue preoccupazioni. Fu per questo che se lo strinse maggiormente addosso, arpionando con le sue lunghe dita i fianchi stretti del più piccolo, spingendo la sua lingua più a fondo nella bocca del giovane e mugolando di piacere nel sentire i suoi capelli essere tirati dalle mani morbide del liscio. Entrambi avevano bisogno di sentirsi vicini per davvero, ora che tutte le carte erano state scoperte ora che nessun segreto gravava fra di loro, nessuna barriera e nessun limite. E quando Harry con un gesto bisognoso tolse la maglietta al più piccolo, lo fece accarezzando ogni centimetro di pelle che incontrava nella strada fino al suo collo. Gli baciò il petto e leccò le sue clavicole. Succhiò con avidità la sua pelle, mordendola e lenendola proprio come Louis aveva fatto con lui sere prima e si beò dei sospiri del più piccolo sopra di lui, dei suoi gemiti di piacere strozzati. Percepì distintamente i fianchi di Louis cominciare a muoversi per cercare una frizione mentre Harry succhiava il suo capezzolo destro e stuzzicava l'altro con le dita. Louis abbandonò la testa all'indietro, aumentando con vigore i suoi strusciamenti. Harry lasciò fuoriuscire un gemito roco quando il membro di Louis incontrò il suo, entrambi ancora stretti nei jeans.

<<Harry>> sospirò il liscio, continuando a muoversi, simulando l'amplesso.

<<Louis>> Harry chiuse gli occhi sussurrando il suo nome. Voleva sentirlo, voleva averlo vicino. Voleva che tutti i suoi sensi fossero pieni di Louis. Voleva che per una volta fossero una sola cosa, una sola persona, una sola anima. Louis tolse la maglietta ad Harry e gentilmente lo spinse indietro, per farlo distendere. Cominciò a baciargli il petto e a leccargli ogni tatuaggio o neo che incontrava sulla sua pelle. Mugolò di piacere nel sentire le mani di Harry stringere le sue natiche per avvicinare ancora di più i loro bacini. Avevano bisogno di più contatto perciò il riccio fece scivolare le sue mani fino ad incastrarle fra di loro per poter sbottonargli i jeans. Louis si sollevò per quei pochi istanti indispensabili per poter potersi liberare definitivamente dei suoi indumenti, rimanendo in boxer. La sua pelle bronzea sembrava luccicare da quanto era perfetta. Le sue braccia erano piccole ma disegnate, così come il suo petto. Le iridi di verdi furono inghiottite dal nero lucido di desiderio.

<<Sei bellissimo>> espirò toccando ogni parte che riusciva a raggiungere. Le gote del più giovane si arrossarono e finalmente sul suo viso ritornò a fare capolino il suo sorriso, stavolta malizioso. Nonostante fossero in atteggiamenti intimi, senza tutti quei vestiti di sopra, gli sembrò più piccolo del solito. Innocente, puro, spontaneo. Per un momento ringraziò il cielo per aver avuto una crisi così pesante, per averlo ritratto dal nulla. Senza Louis il mondo sarebbe stato cosi vuoto. Senza i suoi tocchi, le sue risate, i suoi baci.

<<Anche tu lo sei Harry, sempre>> gli rispose fra un bacio ed un altro. Continuarono a far incontrare le loro lingue vogliose finché Louis spostò la bocca dalle sue labbra al collo, poi sulle clavicole, più giù oltre i suoi capezzoli e il suo tatuaggio della farfalla fino a superare l'ombelico. Baciò la sua linea V e la leccò con la punta della lingua, quasi a carezzarlo. Con le dita sbottonò i jeans e piano li fece scivolare via. E quando entrambi furono in boxer, infilò due dita delicatamente oltre l'elastico dell'intimo. La sua mano fu fermata da Harry che si alzò di poco per incontrare il suo sguardo.

<<Non fare nulla che tu non voglia fare>> la sua voce era roca e pregna di desiderio, però anche in un momento come quello ci teneva a sapere che tutto fosse ricambiato e voluto.

<<Non l'ho mai fatto, H>> lo tranquillizzò Louis, che mantenendo il contatto visivo calò i boxer, fino a toglierglieli del tutto. Sospirò, godendosi la quella visione così erotica. Harry era bellissimo, non c'erano altre parole. I capelli ricci sparsi sul lenzuolo bianco, la sua pelle chiara in contrasto con le labbra rosse e peccaminose e gli occhi verdi cerulei. Il suo corpo longilineo e disegnato al punto giusto. Era perfetto. Leccò il suo membro, preso dall'istinto e decise di donargli piacere il più possibile sorprendendo il riccio quando lo prese in bocca. Era difficile per Louis, che sicuramente non aveva bene idea di cosa stesse facendo, ma si lasciò guidare dalla logica. I gemiti poco silenziosi di Harry però erano un chiaro segnale che stava andando alla grande.

<<Louis, Dio ...sì, così>> le dita piene di anelli erano nei capelli lisci di Louis, che lo incoraggiavano negli affondi e lo aiutavano a mantenere il ritmo. Harry era sicuro di essere appena entrato in paradiso. Louis era così spontaneo in tutto quello che faceva e la cosa lo eccitava forse più del dovuto. All'ennesima lappata lasciata dal liscio dovette allontanarlo da sé, perché non era quello che voleva, non solo.

<<Lou>> lo richiamò, non nascondendo un certo bisogno nella sua voce. I due si scambiarono un bacio irruento e poco romantico, ma ad entrambi non importava. Il più alto invertì le posizioni e imitò le precedenti azioni di Louis, spogliando dei suoi boxer con i denti. Baciò il suo interno coscia e si premurò di marchiarlo ovunque trovasse spazio. Come una tela, lo colorò del viola dei suoi succhiotti e del rosa dei suoi baci ripetuti sulla pelle delicata. Evitò di proposito il suo membro, deciso a stuzzicarlo. Ed infatti, come aveva previsto, Louis lo notò.

<<Haz ti prego, per favore>> la sua testa era affondata nel cuscino, il suo respiro irregolare. Stringeva con forza il lenzuolo sotto di sé e le sue labbra erano strette dai suoi denti. Harry si sollevò per poterlo baciare ancora e ancora. Con una mano raggiunse il comodino per prenderne il lubrificante e un preservativo che lanciò sul letto. Louis non aveva completamente visto nulla, tanto era preso dal corpo di Harry e dai suoi strusciamenti e baci, finché non sentì qualcosa accarezzare la sua apertura.

<<Dio>> sussultò sorpreso <<avvisami H>> lo rimproverò ridendo. Harry arrossì di poco per poi ridere a sua volta

<<Qualcuno mi ha fatto perdere la ragione>> sussurrò sensuale leccandosi il collo di Louis chiuse gli occhi inarcando la schiena quando il lungo dito di H entrò piano dentro di lui

<<E la buona educazione>> aggiunse senza fiato Louis, più per dire qualcosa che per rimproverarlo per davvero. La lunga falange cominciò a muoversi circolarmente per poi entrare ed uscire con molta lentezza. Si aggiunse una seconda ed una terza ed Harry non aveva mai smesso un secondo di distrarlo con le sue labbra e le sue carezze al fianco con la mano libera. Louis però cominciava a volere di più. Il suo bacino andava in automatico incontro alle dita del riccio, ansimava e le sue dita erano conficcate nella schiena del più grande per tiraselo di sopra sempre di più.

<<H, entra. Adesso...Dio!>> urlò quando Harry colpì la sua prostata con le dita.

L'artista scosse la testa, lanciandogli la mascella.
<<Non ancora>>

Louis ebbe la forza di guardare il membro di Harry, premuto contro il suo fianco. Il ragazzo era più che pronto, ma lo era anche lui.

<<Harry, sono pronto, posso farcela>>

<<Non sei aperto abbastanza, ti farai male>> Louis prese il suo volto con le mani, per poterlo guardare negli occhi, concentrandosi per mantenere la mente lucida e poter dire più di due parole consecutive con un nesso logico.

<<Fidati di me. Sono pronto>> Il più alto, con titubanza, estrasse le dita e aprì il preservativo. Louis glielo infilò per poi baciare il suo fianco e ritornare coricato. Harry si tenne con una mano accanto alla sua testa e una mano sul suo membro, pronto a penetrarlo.

<<Dimmi quan->>

<<Ora>> era impaziente e voglioso ed Harry non seppe opporsi. Con una lentezza estenuante entrò fino all'ultimo centimetro in Louis. I loro fianchi a contatto diretto.

<<Cazzo>> gemette sul collo del più piccolo.

<<Cazzo>> ripeté l'altro. Solo dopo un cenno di Louis, Harry cominciò a muoversi. Prima lentamente e poi acquisendo sempre più velocità.

<<Più veloce Harry>> urlò il più piccolo, stringendo con le sue gambe il bacino di Harry più vicino per incitarlo.

<<Dio, Lou. Mi stai facendo impazzire>> le sue spinte erano vigorose e continue, veloci e dirette alla prostata del più piccolo. Non credeva sarebbe durato molto con questo ritmo.

<<Ti amo così tanto che mi fa paura>> una lacrima abbandonò le iridi del più grande. Possibile che nel momenti in cui lo stava possendo, non riusciva a smettere di pensare che non era pronto a perderlo per sempre? Louis lo baciò, sebbene fosse difficile e sconclusionato come gesto.

<<Ti amo anche io H. Sono felice che tu mi abbia disegnato quella notte>> ormai stavano per arrivare al limite entrambi. Le loro mani erano intrecciate sul materasso ai lati della testa di Louis. Harry staccò uno degli intrecci per poter masturbare Louis e dopo poche stoccate venne sul suo stomaco e su quello del riccio. Louis tirò i capelli di Harry e dopo aver fatto incontrare le loro fronti sussurrò sulle sue labbra

<<Vieni H, solo per me>> e così accadde. Solo dopo qualche minuto Harry trovò la forza di sfilarsi dal più piccolo e togliersi il preservativo. Pulì entrambi con una salvietta morbida e poi si distese accanto al liscio.

<<Mi ami davvero?>> chiese titubante, voltando il volto verso il profilo di Louis. Quello si spostò dalla posizione supina, per coricarsi sul fianco dell'artista.

<<Certo che ti amo. Mi sembrava ovvio>> sorrise in risposta occhi azzurri, per poi alzare il volto e far incontrare i loro guardi.
<<Qualsiasi cosa succederà Harry, sul serio, non dimenticarti mai di tutto questo di me e di te, del nostro amore e dei tuoi passi avanti. Non chiuderti in te stesso e soprattutto accetta la realtà quando ti si presenterà davanti. Non possiamo impedire che certe cose accadano e forse è meglio cosi. Ricordati che ti amo e che lo farò sempre.>> lasciò un bacio sul suo petto, all'altezza del cuore, poi suoi zigomi, sulle sue labbra e sulle sue palpebre chiuse.

<<Non potrei mai dimenticarti Louis.>>

<<Promettimelo>> le sue iridi azzurre erano bisognose di quella risposta tanto agognata ed Harry strinse insieme le loro mani, prima di rispondere

<<Te lo prometto>> e quella sera si addormentarono così, stretti fra loro e con i cuori in sintonia. Harry non ebbe bisogno di pensarci troppo, prima di comprendere che non avevano bisogno di fare l'amore per essere un'anima sola. Loro lo erano già dal principio.






~Flashback~

La casa era fredda nonostante le finestre fossero chiuse. Niall era andato a dare lezioni di chitarra alla cugina della sua ragazza, Melissa, quindi Louis non poteva nemmeno ripiegare sul calore umano dato che anche Harry era fuori casa, ancora in Accademia. Erano circa le quattro di pomeriggio ed il riccio lo avrebbe raggiunto solo alle sei. Louis si strinse nella sua maglietta di cotone bianca, troppo leggera per scaldarlo. Alzò le spalle sconfitto e con calma si diresse al piano di sopra.
Non gli piaceva stare da solo, ma non aveva altra scelta. Non se la sentiva ancora di uscire di casa da solo, a mala pena ricordava dove si trovava. Si sedette sul letto una volta raggiunta la stanza del riccio. Era frustrante non sapere nulla, ma forse lo era ancora di più la sete di domande di Harry che non riusciva a sfamare. Avrebbe voluto dargli la risposta su ogni cosa, ma non trovava mai le parole giuste per dirgli che non sapeva nulla nemmeno lui. Però sentiva che mancava qualcosa. Che una verità nascosta esisteva, che una parte di realtà era rimasta celata per tutto quel tempo e per chissà quanto ancora lo sarebbe stato.

Louis chiuse gli occhi e trasse un respiro profondo. Doveva essere forte, poteva affrontare quel grande dubbio interrogativo che era in quel momento ti la sua vita e lo avrebbe fatto aiutando in in certo qual senso a fare lo stesso anche il riccio. Sapeva che qualcosa lo affliggeva, glielo leggeva dai suoi occhi. La prima volta che li aveva guardati era stato inghiottito da un'infinità di piante, di foglie e di erba fresca e verde, sebbene troppo scura per poter essere rassicurante. Un bosco pieno di pericoli e trappole nascoste, di pezzi di passato nascosti sotto strati di foglie secche. Magari per paura di essere giudicato o semplicemente perché nessuno gli aveva mai insegnato ad affrontarlo quel passato bastardo. Pensando a come le sue iridi l'avessero scombussolato già dal primo istante, si alzò e timidamente si diresse all'armadio pieno di vestiti di Harry. Voleva solo prendere una felpa per stare al caldo, niente di più. Però quando si alzò in punta di piedi per raggiungere la felpa verde che aveva catturato la sua attenzione, notò qualcos'altro.

Un telo bianco sopra ciò che non aveva idea fosse. Con due dita sollevò un angolo di quel grande telo, curioso di sapere cosa vi si nascondesse sotto. Scoprì l'angolo di quella che sembrava una tela, ma non era bianca. Tolse il lenzuolo piano, scoprendo centimetro dopo centimetro la verità. Una serie di tele caricate una sopra l'altra, disegnata a regola d'arte, nascoste per chissà quale motivo. Louis non si rese conto di aver tenuto la bocca aperta dallo stupore solo quando non sentì un leggero dolore alla mascella. La richiuse subito, ancora stupito. Si sporse ancora di più fino ad afferrare, sebbene con moltissime difficoltà data l'altezza, la tela che stava sopra tutto, l'ultima ad essere stata celata sotto quel telo bianco. Dopo averla presa, fece dei piccoli passetti all'indietro per stabilizzarsi e non cadere per il suo non ottimo equilibrio e, voltandosi, posò piano la tela sul letto del riccio.

Ma quando si tirò indietro per poterla guardare non riuscì a credere ai suoi occhi. Era lui. Harry aveva disegnato il suo viso, i suoi tratti delicati, la sua bocca sottile, il suo naso leggermente all'insù, i suoi occhi dal taglio così particolare. Aveva riportato fedelmente ogni sfumatura della sua pelle bronzea e delle sue iridi azzurre, che poi nascondevano così tanti colori che individuarli tutti sarebbe stato un'impresa ardua e impossibile.

<<Come ha fatto?>> sussurrò sconcertato. E no, non intendeva sapere come fosse riuscito a rendere così reale il suo ritratto, ma quando avesse fatto quel lavoro. Perché era lì da pochi giorni ed Harry non lo aveva lasciato mai da solo e la notte non dormiva con lui. Era fisicamente impossibile che avesse trovato il tempo di fare un'opera simile. E se il riccio l'avesse fatta all'Accademia l'avrebbe visto ritornare a casa con una tela finita in mano, ma nulla. E la mattina Harry aveva solo il tempo di prendere i suoi vestiti, farsi una doccia e scappare all'università. Era decisamente stato fatto prima. Prima che lui arrivasse davvero, prima che si conoscessero.

Ma come era possibile? Si erano già visti in giro? Harry lo conosceva già? Aveva avuto una perdita di memoria e lui lo stava aiutando? Le domande e le ipotesi erano troppe per il più piccolo, che dovette abbandonare di forza la stanza da letto e allontanarsi il più possibile da quel quadro. Un brivido freddo percorse la sua schiena quando a piedi nudi, senza pensarci, uscì fuori in giardino per sedersi nell'erba corte del loro giardino sul retro, rilassando la sua schiena sul muro della casa.

<<È uno scherzo>> si disse, per poi affondare la tua testa fra le sue ginocchia raccolte al petto e pregare di non star impazzendo. Soltanto un'ora e mezza dopo fu scosso da una mano gentile. Louis alzò lo sguardo ed incontrò Niall con un'espressione mista fra preoccupazione e confusione. Accettò la sua mano e insieme si diressero verso casa in silenzio. Louis voleva chiedere, riempirlo di domande. Con cosa avrebbe dovuto iniziare? Cosa lui stesso voleva sapere prima? Ma soprattutto, Niall sapeva qualcosa?

<<Stai bene, Louis?>> il biondo era evidentemente interessato oltre che in pena di vederlo così afflitto.

<<Dovrei?>> sbottò nervoso verso di lui. Gli occhi azzurri incontrano quelli preoccupati blu di Niall. Louis era arrabbiato, stordito e bisognoso di risposte e il biondo sembrò capirlo perché fece un passo indietro fino a poggiare i suoi palmi sul tavolo dietro di sé, incassando la testa sulle spalle.

<<Cosa succede?>>

<<Che succede?! Questo è ciò che mi chiedo io! Che diavolo sta succedendo? È uno scherzo? Cos'è? Sapevate già che sarei venuto? Mi conoscevate già? Harry mi conosceva?>> quasi urlò per la frustrazione, gesticolava e sentiva le guance rosse dal nervosismo. Niall spalancò gli occhi sorpreso

<<No, cosa dici no! Certo che non ti conoscevamo, te l'avremmo detto altrimenti. Noi non sapevamo nulla di te->>

<<Sapevate solo come era fatta la mia faccia però>> Louis fece un passo avanti, furioso. Se già lo avessero conosciuto in passato erano ovvie tutte quelle attenzioni e tutta quella accondiscendenza nei suoi confronti. Si sarebbero spiegate molte cose. Niall rimase congelato dopo quelle parole, le spalle rigide e gli occhi pieni di stupore. Louis non potè che sentirsi ferito perché a quanto pare anche lui come Harry sapeva qualcosa che nessuno gli aveva ancora detto.

<<Merito di sapere perché e come facevate a sapere come fossi fatto ancora prima di vedermi. Si, lo so. Ho capito che quel ritratto che mi ha fatto Harry è stato fatto prima del nostro incontro. Non sono stupido>> il liscio era davvero fuori di sé anche se piano stava cercando di regolarizzare il respiro e di trovare la calma. Sapeva che era lì per un motivo, se ne era fatto una ragione.
Ma perché nascondergli una cosa come quella? Magari sarebbe stato tutto più semplice se gliene avessero parlato.
Niall si avvicinò a lui e con sguardo grave cercò di spiegare ciò che sapeva. Le sue voce lasciava trasparire tutto il suo dispiacere, ma Louis non capiva per cosa esattamente il biondo fosse dispiaciuto.

<<Eravamo usciti per prendere qualcosa da bere, tutto qui. Harry è andato via mentre io sono rimasto al locale con Liam, come faceva spesso prima..>> esitò un momento ma dopo un sospiro riprese <<...prima di te. Non ama stare in mezzo alla gente, al chiasso, però da quando ci sei tu sembra che gli vada bene. È come se lo aiutassi a mantenere la calma, a non farsi prendere dall'ansia.>> Niall chiuse gli occhi e gettò la testa all'indietro espirando, per poi riprendere a parlare ad occhi aperti, fissando tutto fuorché il più basso.

<<Quella sera sono tornato a casa ed era tutto buio. Credevo che Harry si fosse addormentato, ma di solito lui non va mai a letto presto. Cosi sono salito in camera, giusto per controllare che stesse bene. E->> la sua voce si inclinò e alzò una mano in senso di impotenza, lasciandola poi ricadere rumorosamente sul suo fianco. Scosse la testa trattenendo un sorriso che di divertente non aveva nemmeno l'ombra <<l-lui semplicemente era...lì, per terra. Aveva avuto una di quelle crisi che non aveva da anni ed io- mi è mancata l'aria. Mi ha distrutto vederlo in quelle condizioni. Ho cercato di rassicurarlo e di riportarlo con me, di trascinarlo via dai suoi incubi e dalla sua tristezza. Non so se ci sono riuscito a dire il vero. Comunque l'ho aiutato a mettersi a letto e ho aspettato che si addormentasse. Quando stavo per uscire dalla stanza ho notato che aveva dipinto una tela e che...aveva prodotto il tuo ritratto. Non so se lui ti avesse già visto per strada o cosa, non ne ho idea. Immaginavo che avessi in qualche modo attirato la sua attenzione e che Harry stesse così male perché, beh...ha avuto un passato difficile e non era abbastanza coraggioso da dirti ciò che provava. Dio, non lo so, credevo fosse tutto casuale, okay? E poi qualche giorno dopo spunti tu, nella sua camera, spaventato e senza sapere nemmeno chi fosse Harry. Te lo leggevo negli occhi che in realtà non lo conoscevi anche se fingevi di sì. Non sapevo cosa fare e ho pensato che io non c'entrassi nulla questa faccenda, perciò ho retto il teatrino che avete messo su. Non ho idea del come e del perché tu sia qui, ma è cosi. Posso solo dirti che no, io non ti conoscevo e nemmeno Harry. Ne sono quasi certo. Quindi tutto questo è...casuale.>> Niall adesso lo guardava con occhi imploranti. Gli stava chiedendo di crederlo. Tutto ciò che riuscì a fare Louis fu annuire titubante. Gli credeva. O perlomeno, aveva deciso di farlo.

<<Casuale>> ripetè con voce piatta. Gli sembrava di star sognando. Solo non capiva se fosse bizzarro o semplicemente un incubo. Niall annuì a testa bassa, adesso privato di tutte le forze. Come se quelle parole gli fossero costate uno sforzo enorme. Il labbro intrappolato fra i suoi denti e gli occhi blu fissi sul pavimento, dispiaciuti.

<<È quello che è, insomma>> spiegò Louis a nessuno in particolare. Si avvicinò al tavolo e si sedette, guardando fuori dalla finestra.

<<Credo che se le cose succedono c'è una ragione. La mia presenza qui non è casuale, ma non ho ancora capito quale sia lo scopo di questo scherzo del destino.>> Niall gli si avvicinò, accomodandosi una delle sedie di fianco al ragazzo.

<<Dai tempo al tempo. C'è qualcosa nei tuoi occhi e in quelli di Harry e quando vi guardate è come se esplodesse. Siate pazienti e lo capirete da soli>> annuì il biondo, convinto delle sue stesse parole. In quel momento Louis si ritrovò a dargli ragione sulla fiducia.

<<Pensi di..?>>

<<No.>> rispose subito occhi azzurri <<Non dirò ad Harry di aver visto il quadro e nemmeno tu dovrai farlo. Non avrei dovuto farlo. Se avesse voluto mostrarmelo, lui lo avrebbe già fatto. Faremo finta di nulla okay?>> Niall lo guardò interdetto, torturandosi il labbro inferiore. Solo dopo qualche istante alzò le spalle.

<<È una tua scelta. Io non metterò bocca e non ne parlerò con nessuno. Harry non sa che ho capito e suppongo vada bene cosi. Rimarrò oggettivo in tutta questa faccenda quindi fa come credi sia bene. Solo, sta attento. Harry è...>>

<<Non lo ferirei mai, Niall. Non volutamente perlomeno>> si sorriso solidali per infondersi un po' del coraggio che nelle brutte situazioni viene meno. Si strinsero la mano ed entrambi si promisero tacitamente che avrebbero continuato a vivere normalmente.

Quando Harry tornò a casa, non vide nessun quadro sul suo letto e nessun telo bianco per terra. Tutto era al suo posto in un certo senso e Louis e Niall avevano appena sporcato tutta la cucina per uno stupido dolce.



_________________________________

Oioiiiii scusate il ritardo, ma è tutto un po' un casino per ora rip.
Sper che il capitolo vi sia piaciuto e come sempre fatemi sapere cosa ne pensate!

Ha fatto bene Louis a non dire nulla e lasciare che Harry in un certo senso si torturasse dai sensi di colpa?

Credete che qualcosa sarebbe dovuta andare diversamente?

Ve l'aspettavate che Niall fosse a conoscenza di tutto fin da subito?

Vi leggo tutti e vi rispondo se volete🌸

Buona domenica belli miei❤❤

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