Blind Sight [TaeKook]✔︎

By Hananami77

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AVVISO: LA PRIMA PARTE DELLA SAGA NON E' ATTUALMENTE DISPONIBILE PERCHE' E' STATA TOLTA (non da me) PER CUI... More

Introduzione
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[45] *Yoonmin*
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[53] Our happy ending
~Epilogue~
*Taekook Special*

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By Hananami77

Taehyung



«Dove vai, Kook?» sentì Jin chiedere alla sua metà, che aveva lasciato il suo posto al tavolo e si era allontanato abbastanza velocemente.

Taehyung aggrottò le sopracciglia e bevve un sorso d'acqua, perplesso.

Da quella mattina, Jungkook era silenzioso e gli aveva dedicato meno attenzioni di quanto facesse di solito da quattro giorni a quella parte, ma non poteva di certo biasimarlo.

In realtà, si stava occupando di molte delle faccende che lui non poteva materialmente seguire, quindi mentre Taehyung si occupava principalmente fattori non tanto burocratici quanto pratici, allenandosi con Jungkook -e solamente con lui, con suo immenso disappunto-.

Avevano litigato pesantemente per poter scendere a compromessi e far sì che Jungkook non avesse l'esclusiva su di lui; aveva premuto affinchè almeno i loro amici venissero inseriti nel giro di persone con cui potersi allenare -succedendo con gran fatica ma con immensa soddisfazione.

Solo gli dei sapevano quanto l'ansia e la preoccupazione di Jungkook lo stavano infastidendo. Tuttavia, cercava di non farne troppo un dramma perchè l'altro non lo faceva sicuramente di proposito ma...si sentiva un attimo sottosopra. 

In quella roulette russa dei sentimenti, Taehyung non ci stava capendo più nulla.

«A cosa devo questa stupenda e provocante espressione concentrata?» sussurrò Jungkook al suo orecchio, facendolo leggermente sobbalzare essendo lui sovrappensiero.

Scosse la testa e fece un mezzo sorriso nel percepire le mani di Jungkook scivolargli lungo la schiena e posarsi sui suoi fianchi.

«Nulla in particolare. Dove sei andato?» chiese, curioso.

«A prendere una cosa. Andiamo?».

Taehyung rimase interdetto.

1: Una cosa? Si era forse dimenticato che non poteva vedere cosa accidenti fosse quella cosa?

2: Andare...dove?

E dando voce ai suoi pensieri, la risatina musicale di Jungkook gli arrivò alle orecchie come un piccolo scampanellio esaltato, facendogli nuovamente riscaldare il cuore. Non sentiva quel suono dal giorno del suo incidente. 

Jungkook intrecciò le loro dita per spingerlo ad alzarsi e lasciare il tavolo dei suoi amici, sotto le forti proteste di Jin e Jimin, che volevano passare del tempo a cantare a squarciagola le canzoni dei Big Bang al karaoke. E visti i decibel raggiunti durante quelle performance, Taehyung era ben felice di lasciarsi trascinare in giro lontano dai due.

Però, quando percepì la leggera brezzolina della sera, il fresco della notte e l'odore della boscaglia selvaggia pizzicargli le narici al posto del solito odore della loro stanza da letto, alzò le sopracciglia, sinceramente sorpreso ed anche parecchio entusiasta all'idea di uscire di nuovo fuori.

Proprio come i vecchi tempi.

«Dove stiamo andando, Kook?» chiese allora, la voce più esaltata di quanto credesse.

«In un posto che conosci bene, non lontano da qui ma isolato abbastanza da lasciarci del tempo per noi. Ti va?». Le labbra di Jungkook erano ad un soffio dalle sue, sentiva il respiro leggero della sua metà proprio sulle sue labbra e non potè evitarsi di sorridere apertamente e annuire.

«Certo che sì. Credo sia un'idea fantastica» gli sussurrò in risposta e, finalmente, dopo giorni, le labbra di Jungkook tornarono sulle sue leggere come le ali di una farfalla, baciandolo per qualche istante.

Per qualche istante che era durato troppo poco per un bacio che attendeva da giorni.

La punta del naso di Jungkook strofinò sulla sua e Taehyung portò la mano libera sul suo viso, solo per avere confermato ciò che sospettava.

Jungkook stava sorridendo e lui lo imitò, tenendo però gli occhi chiusi. Quello strinse la presa sulla sua mano e lo guidò nella notte, sorprendendolo ancora una volta.

«Niente trasformazione in forma lupo?» domandò, aguzzando le orecchie.

I piccoli rumori della foresta erano consolanti e familiari, anche se terribilmente nuovi. Oddio, li aveva sempre attenzionati, ma non così tanto, non ne aveva mai avuto reale bisogno.

Sentì Jungkook ridacchiare, «No, stavolta no. A meno che tu non voglia trasformarti, anche se Jin ti ha detto che non è prudente».

Taehyung strinse le labbra per essere stato scoperto così velocemente e continuò a camminare in silenzio, la mente divisa a metà.

Vero, poteva peggiorare il suo ematoma e il suo danno.

Però magari non sarebbe successo niente e avrebbe potuto riassaporare un attimo la sensazione di libertà che sentiva mancasse nella sua forma umana.

«Magari dopo potremmo provarci» azzardò infine con fare casuale.

Sentì Jungkook bloccarsi a quelle parole e non ne percepì quasi più il respiro. Se non fosse stato per i suoi sensi e per la stretta sulla sua mano, avrebbe pensato che Jungkook fosse sparito dalla circolazione.

«Kook?» chiese allora, strattonandogli la mano per smuoverlo.

«Tae» la voce di Jungkook era bassa e tranquilla, e la seconda cosa che percepì furono le sue dita sfiorargli il collo e scendere sulla spalla, poi sul bicipite, sul braccio ed infine ad incontrare la gemella.

«Ne parliamo tra un attimo, va bene? Prima arriviamo dove voglio portarti, poi potrai mettere tutti i bronci che vuoi e chiedermi perfino la luna» scherzò, anche se il tono non era propriamente convinto.

Un altro bacio - ancora una volta troppo veloce per i gusti di Taehyung- si posò sulla sua bocca e, così come aveva percepito le sue labbra, così quelle si erano dissolte prima che potesse anche solamente ricambiare. 

Arricciò il naso per il fastidio ma si lasciò guidare da Jungkook ancora qualche metro prima di sentire il rumore di acqua scrosciante e un odore di fiori abbastanza permeante avvolgerlo completamente.

La mano di Jungkook lasciò improvvisamente la sua, facendolo quasi sussultare per la mancanza di contatto. Si era così abituato ad avere le sue calde mani sempre strette tra le sue; quelle mani che gli erano di sostegno nei giorni più duri della sua esistenza e che lo facevano sempre sentire parte di qualcosa.

In realtà, l'idea che Jungkook lo lasciasse lì in mezzo al nulla, nel bel mezzo di una passeggiata, non lo faceva proprio impazzire.

Anzi, a dire il vero, non gli piaceva per niente.

Stava collezionando tutta una serie di spiacevoli sensazioni senza che potesse evitare di farlo, ma non aveva ancora lasciato intendere nulla a Jungkook, che continuava a trattarlo come una specie di cristallo.

Se glielo avesse detto, infatti, forse Jungkook avrebbe seriamente perso la ragione trasformandosi in un fidanzato troppo prudente.

E, per carità, lui adorava quelle attenzioni come adorava avere l'altro al suo fianco, ma non voleva che fosse così...diverso tra di loro.

Tutto era cambiato, lo sapeva perfettamente, ma non voleva che Jungkook sentisse il dovere di agire in un determinato modo, come per esempio stare attento perfino a sfiorarlo, correre da lui non appena i suoi oneri da alpha erano conclusi o trascinarlo in giro ringhiando a destra e a manca se qualcuno si soffermava a guardarlo per più di mezzo secondo.

Lo apprezzava, ma forse la sua metà stava un tantino esagerando.

Lui era un alpha ed era sempre lo stesso Taehyung, non era poi così diverso. Era sempre lo stesso alpha che non amava dipendere da qualcuno, che non amava troppo le smancerie e che approfittava del debole che Jungkook aveva per lui per convincerlo a strappargli i vestiti di dosso, che lo baciava fino a togliergli il fiato e che lo toccava da uomo a uomo e non da uomo a una fragile margherita di campo.

«Jungkook dove diavolo sei?» sbottò, infastidito. Mosse la testa giusto per sentire meglio i suoni circostanti ma, a parte qualche gufo della notte, il volo di piccoli pipistrellini o il fruscio del vento nell'erba, c'era solo un altro lieve fruscio che identificò come quello dei vestiti.

Improvvisamente, i passi divennero molto più silenziosi ma in qualche modo profondi, uno scalpitio di quattro arti gli si stava avvicinando.

Un qualcosa di umido e ruvido gli si poggiò sulla fronte e un basso gorgoglio di apprezzamento lasciò la bocca dell'animale davanti a lui.

L'irritazione di Taehyung si dissolse come una nuvola di fumo ed una piccola risata gli uscì dalle labbra «Jungkook, era proprio necessario che ti trasformassi? Guarda che dovrei provare a  trasformarmi io, non tu».

Il tono era leggero e divertito come non lo era dal giorno dell'incidente e Jungkook gli lasciò una lunga lappata contro la guancia.

Ti stavi innervosendo, ma so che non puoi resistermi in forma lupo scherzò l'altro, provocando un'altra risata da Taehyung, che scosse la testa.

«Sei incredibile, su serio Kook» borbottò, ancora sorridendo. Jungkook fece un piccolo brontolio e Taehyung allungò le mani per farle vagare sul muso del lupo, poi vicino quelle che dovevano essere le mandibole e poi più giù, carezzandogli il pelo proprio sotto il mento.

Il pelo di Jungkook era soffice e vellutato quasi quanto quello di un coniglietto, e il paragone lo fece proprio ridacchiare sommessamente, godendo allo stesso tempo delle piccole fusa canine che stava facendo la sua metà ai grattini sotto le orecchie.

Jungkook in forma lupo era una delle cose che si era riscoperto ad apprezzare di più, in quanto la sua natura giocherellona e naturalmente portata alle coccole era smorzata abbastanza da non farlo sentire una specie di donzella in pericolo.

Tu lo sei molto di più, Tae.

Taehyung fece un sorriso appena accennato e continuò ad intrecciare le dita nel folto pelo sul suo collo, beandosi del contatto e anche di quella pace assoluta.

«Voglio trasformarmi anche io» proruppe, e le fusa di Jungkook si arrestarono di colpo, così come percepì Jungkook piegare la testa di lato grazie al contatto delle sue mani.

Tae, per favore, ripensaci. Non è un buon momento, cosa succede se peggiori la situazione? gli chiese l'altro con un tono così ansiato che Taehyung roteò gli occhi.

«Non succederà niente. Se devo rimanere così per tutta la vita, cosa farò? Non mi trasformerò più perché "un giorno potrei tornare a vedere"? Sono ancora l'alpha che hai conosciuto Kook, il fatto che non veda non cambia ciò che ero e ciò che sono».

Aveva cercato di modulare le parole e il tono di voce per risultare fermo abbastanza da indurre l'altro a non protestare ma non così tanto da ferire Jungkook, e sperò di esserci riuscito. 

Di solito era abbastanza bravo a capire come l'altro ci rimanesse alle sue parole, perché Jungkook era una giostra di emozioni che si palesavano sul viso e si riversavano sugli occhi, dalla prima all'ultima. Dall'animo genuino, non aveva mai avuto davvero il bisogno di nascondere ciò che provava davanti a nessuno, e Taehyung lo aveva capito sin dal loro primo incontro.

Ma, in quel momento, l'unica cosa su cui poteva fare affidamento Taehyung erano il battito del cuore, il respiro e le sensazioni che l'essere il suo compagno gli faceva percepire. 

Nè più, né meno.

C'è una possibilità che tu possa tornare a vedere, e bisogna coglierla al volo e soprattutto fare in modo che l'ematoma si riassorba e il nervo ottico ritorni a funzionare. E se ti trasformi in lupo, l'ematoma potrebbe estendersi e 

«Oppure potrebbe rimanere lo stesso. Jin ha detto anche questo. Voglio provarci Jungkook, quindi spostati» lo interruppe, forse in modo un po' brusco.

Sentì solamente un profondo sospiro e un movimento svogliato -e per capirlo non era necessario vederlo- di allontanamento, così da lasciargli abbastanza spazio da spogliarsi e trasformarsi.

Lanciò di lato gli indumenti e prese un profondo respiro ad occhi chiusi; aveva la pelle d'oca e sperò fosse più per l'aria fresca della notte che per il pensiero di possibili conseguenze che la sua scelta avrebbe comportato.

In un secondo, il suo mondo cambiò.

Un guaito difficile da trattenere e ancora più difficile da ignorare riecheggiò nell'atmosfera pacifica della radura, seguito da un ringhio basso e sommesso e un volo spaventato di uccelli.

Gli occhi strizzati, i denti stretti in una morsa così forte da poter rompere il granito, il corpo teso e un dolore diffuso al volto ma concentrato proprio all'altezza degli occhi gli fece avere uno spasmo da capo a piedi.

E che cazzo Tae, te lo avevo detto! sbottò Jungkook, scalpitando verso di lui. Venne immediatamente bloccato da un altro ringhio proveniente dalla sua metà, che non era disposto a sentirsi fare l'ennesima ramanzina.

Taehyung scrollò il pelo e scosse la grossa testa un paio di volte, anche se la sensazione era simile a tante piccole siringhe che gli si conficcavano nel bulbo oculare, bucandogli gli occhi a ripetizione. 

Ma più teneva il muso arricciato per il male, peggiori diventavano le sue condizioni e meno sopportabile era il dolore.

Tae, rilassa il muso gli suggerì poco dopo Jungkook, e, ignorando i suoi avvertimenti di stargli lontano, gli si avvicinò e la sua grossa lingua prese a leccargli proprio gli occhi con movimenti gentili e delicati, sperando ne traesse beneficio.

Taehyung ci provò, cielo se ci provò, ma ogni volta che muoveva il viso erano aghi sulla pelle, piccole saette di dolore che gli facevano rizzare i pelli sulla schiena e stringere le fauci ancora più forte.

Il cuore gli batteva velocemente ed ogni terminazione nervosa era tesa e vibrante.

Se non ci riesci dovresti tornare in forma umana. Tae, non essere testardo.

Ringhiò per l'ennesima volta verso Jungkook e scosse la testa, dandogli un colpo sul muso con il naso per intimargli di spostarsi da lui. Ce l'avrebbe fatta, cazzo.

Tae 

JUNGKOOK! Dammi tempo, cazzo! esclamò frustrato, affondando gli artigli nella terra sotto di lui per scaricare il malessere e mantenersi rigido sulle zampe.

Rilassando i muscoli facciali andava già meglio, riusciva già a percepire una maggiore tolleranza al fastidio e le fibre muscolari distendersi, quindi se solo fosse riuscito a resistere ancora qualche attimo, sarebbe sicuramente andata meglio.

Inspirò profondamente l'aria fresca e ritrasse gli artigli, visibilmente più rilassato anche se, ogni tanto, qualche smorfia continuava a deformargli il muso.

Rinvigorito da tale sensazione, prese a zampettare in giro, assaporando di nuovo quella sensazione di coesione con gli elementi naturali, quel senso di unione con la natura che lo ricaricava come nulla era in grado di fare. Sentirsi parte di quella, essere un tutt'uno con l'ambiente circostante, assaporare ogni istante di pura libertà e indipendenza era ciò di cui aveva bisogno per sentirsi vivo.  In quel momento non era altro che un lupo perfettamente integrato all'interno del suo ambiente naturale, in cui nessuno poteva entrare.

Nessuno a parte qualcuno che gli stava dietro e gli aveva sfiorato la schiena.

Non arrabbiarti, sono solo preoccupato e non volevo vederti soffrire...desidero solamente che la nostra serata sia quanto più perfetta possibile.

Jungkook lo aveva mormorato, ma Taehyung si bloccò di colpo e abbassò il capo, appiattendo al contempo le orecchie. Ok, forse era stato un tantino brusco nei suoi confronti, ma Jungkook aveva bisogno di darsi una calmata. 

Doveva darsi una calmata, o Taehyung sarebbe scoppiato.

Lo so, ma ho bisogno di tutto questo. Non posso starmene chiuso nella stanza o in giro per il quartier generale come una specie di fantasma menomato, aspettando che tu mi prenda la mano per portarmi in giro. Non volevo essere rude, ma ho bisogno di dimostrare a me stesso che sono ancora io.

Non ti biasimo, solo che sapere che stai male è...quasi un dolore fisico per me. Anzi, senza il quasi. Mi fa male vederti stare male, e solo gli dei sanno quanto io abbia avuto paura di perderti quella notte. Per un attimo ho avuto paura di averti perso per sempre, e...sono solo così grato di averti ancora con me, che voglio minimizzare qualsiasi dolore possa percepire.

Uno, due, tre passi e Jungkook si strofinò su di lui andando ad insinuare la testa sotto il suo muso, strusciando un paio di volte il naso umido sul suo collo. Taehyung si sciolse ancora una volta e per dimostrargli che andava tutto bene, lo leccò alla cieca.

Tae, il mio occhio! esclamò divertito l'altro balzando all'indietro, provocando un latrato d'ilarità nell'altro. 

Si ritrovarono a rotolare nell'erba fresca riempiendo l'aria di guaiti contenti e ringhi per niente convinti, che continuarono per diversi minuti fino a che il guaito giocoso di Taehyung non divenne più acuto alla presa ferrea sul collo da parte di Jungkook. 

Il mio alpha, solo mio  gli disse con un tono tra il divertito ed il caloroso, un tono che scaldò il petto di Taehyung.

Ah, mi dispiace ma sono già impegnato. Cosa direbbe la mia metà se ci vedesse così? lo prese in giro Taehyung, e Jungkook guaì divertito.

Nah, non preoccuparti. Se stiamo attenti non ci beccherà...e poi, perderesti davvero l'occasione di passare del tempo con un bel maschione alpha come me?

Un bel maschione alpha? Cielo Jungkook, ma dove l'hai letta? Se non fossi la mia metà ti avrei già mandato via a pedate disse Taehyung, alzando mentalmente gli occhi al cielo ma estremamente divertito. 

Non dici di no però latrò divertito Jungkook, e Taehyung sbuffò.

Jungkook ringhiò, e l'altro gli diede un'altra lappata sulla testa, guaendo.

Ok ok, ho capito. Ti ho portato qui per passare una serata romantica vicino il fiume, so che ti piace e che è uno dei posti in cui venivi spesso per rilassarti.

Jungkook gli era sembrato un pò intristito dalla sua reazione e Taehyung si voleva dare una testata da solo. 

Serata romantica?

Jungkook voleva passare una serata romantica con lui?

Ripensò quindi all'inizio della serata e a come Jungkook si fosse allontanato da lui e tutto, quindi decise di assecondare l'eventuale desiderio della sua metà e gli chiese con tono gentile Aish, il mio bel maschione alpha ha preparato un appuntamento romantico? E  perché nessuno mi ha informato che stavo per andare ad un appuntamento romantico? Mi sarei vestito di tutto punto.

Sperò che il tono usato e la casualità con cui aveva detto quelle cose avrebbe risollevato l'umore di Jungkook e fu con sollievo che percepì lo scondizolare contento dell'altro.

Sei perfetto anche in pantaloni di tuta e felpa. Che ne dici quindi di proseguire il nostro romantico appuntamento non in forma lupo ma come due persone normali?

Taehyung rise mentalmente, Persone normali? Ti sembra che ci sia qualcosa di normale in tutta la nostra situazione?

Effettivamente no, ma mi piace pensare che per stasera possiamo esserlo gli rispose con tono tutto zucchero Jungkook, spostandosi da sopra di lui. 

Si ritrasformò quasi immediatamente ritrovandosi con il culo sull'erba che beh, di sera, in inverno, non era proprio la cosa migliore del mondo.

Ma Jungkook era una specie di angelo custode tutto suo, perché oltre a ridargli i pantaloni, lo aveva aiutato ad infilarsi anche la felpa, suggellando tutto con un bacio sulla fronte ed un arruffamento dei suoi capelli mormorando un «Bellissimo» che, se possibile, lo fece arrossire.

Diamine, quella botta in testa lo aveva forse rincoglionito o cosa?

Lui non arrossiva, che cavolo.

Taehyung, riprenditi si ammonì mentalmente, continuando a prendersi a schiaffi mentali per quel rossore che, bastardo, non voleva andarsene. Le dita intrecciate alle sue di Jungkook lo condussero nuovamente a pochi metri di distanza, e si stupì nel constatare che sotto i loro piedi non ci fosse più l'erba ma...qualcosa di morbido.

«Che cos'è?» chiese allora, perplesso. 

«Ti ricordi quella cosa che dovevo prendere? Ecco, era questa. Una coperta da picnic e, se te lo stessi chiedendo sì, è proprio di quelle a quadri bianchi con le strisce rosse» ridacchiò Jungkook, e Taehyng si ritrovò ad imitarlo, scuotendo la testa.

«Sei proprio l'ultimo dei romantici eh?».

Si mise seduto e beh, non potè che accoccolarsi meglio contro il petto di Jungkook, visto che quello aveva ben pensato di avvolgergli le braccia attorno alla vita e stringerlo a sé distendendo le gambe ai lati delle sue.

Poggiò il mento sulla sua spalla e gli diede un bacio sulla guancia.

«Puoi giurarci, baby. Un appuntamento romantico solo per noi. So di essere stato un po' assente in questi giorni, ma sei sempre la mia priorità». Sussurratogli questo contro l'orecchio, tornò a poggiare il mento sulla sua spalla destra, e Taehyung, più di ogni altra cosa, avrebbe dato tutta la sua esistenza per poter vedere quel momento.

Per poter guardare le stelle riflettersi nelle iridi del suo compagno e osservare come gli angoli degli occhi si sarebbero raggrinziti per l'enorme sorriso che gli avrebbe rivolto.

Per osservare insieme il cielo, le stelle.

Per poter vivere quel momento a 360 gradi.

Ma non poteva farlo, e il peso delle parole di Jungkook tornò a premergli sul petto come un macigno. Portò le mani su quelle dell'altro per prenderle a massaggiarle con la punta delle dita, incerto su come formulare il discorso.

«Kook, stai già facendo tantissimo e stai gestendo tutto al meglio. Mi dedichi tutto il tempo che necessito e fidati, così va più che bene. Prima passavamo intere giornate senza incrociarci, non è poi questa grande novità» lo disse con tono basso, sperando di risultare abbastanza mellifluo da non dare spazio a strane interpretazioni.

Jungkook fece un movimento che Taehyung non colse, ma rimase nella stessa posizione.

«E' vero, ma non eri stato ferito e non c'è giorno in cui non mi penta di quanto tempo abbia perso standoti lontano. Quindi, perché non provare a recuperarlo adesso?».

L'aveva detto con una semplicità disarmante per i gusti di Taehyung, che aggrottò le sopracciglia.

«Jungkook, seriamente. Va bene così, non devi fare altro. Penso che Kyejun stia ancora rimpiangendo di averti conosciuto e, seriamente, credo che se lo ricorderà per tutta la vita. Io sono già felice così e sono grato di avere qualcuno come te al mio fianco. Non farmi fare questi discorsi romantici più da Jin che da me e accontentati del fatto che ti amo» sbuffò, alzando gli occhi al cielo ma con un sorriso leggero stampato sul volto.

Jungkook ridacchiò contro il suo orecchio e gli piantò un bacio sul collo.

«A proposito di Jin...come fa a sapere tutte quelle cose sul frisbee delle streghe o quello che è?» domandò con tono curioso Jungkook, e Taehyung per poco non gli infilò le dita nelle orbite.

«Si chiama boomerang del cacciatore, idiota» sbottò, dandogli un colpo sulle mani.

Attese che Jungkook smettesse di ridere come lo scemo che era e sorrise segretamente soddisfatto dell'ennesimo bacio posatogli sulla tempia «Scusa. La mia memoria non è molto buona quando si tratta di nomi...così».

«Nomi così come?».

«Nomi così vecchi. Andiamo, probabilmente anche i miei nonni avrebbero avuto più fantasia» esclamò sulla difensiva l'alpha, beccandosi una gomitata sulle costole che gli spezzò il fiato.

«Mi hai fatto la domanda per ricevere una risposta o per sparare scemenze come al tuo solito?».

Silenzio.

«Jungkook, per l'ennesima volta: se annuisci non ti vedo».

Lo avrebbe preso a testate, era deciso.

«Sì, hai ragione. Continua». Altro bacio sulla guancia.

Perché non mi baci come eri solito fare, Jungkook? lo pensò ma non glielo disse, mettendosi comodo contro il suo petto e prendendo un profondo sospiro.

«Jin fa parte del mio branco da quando ero solo un bambino, ma non è nato qui. Faceva parte di un altro branco di cui non ricordo il nome ma che mio padre attaccò quando ero molto piccolo. Ti avevo già detto quanto mio padre ci tenesse affinchè imparassi tutte le tecniche di guerra, quindi era solito portarmi con sé sul campo di battaglia. Fu lì che incontrai Jin. Essendo un omega era stato esonerato dal conflitto, e nonostante fosse un adolescente, sembrava molto più piccolo. Jin era figlio del capobranco, ma essendo un omega non era mai stato trattato con rispetto».

«In realtà, solo successivamente scoprii che era stato utilizzato non solamente come merce di scambio per eventuali patti o per mettere fine ai conflitti, ma era anche stato più volte assalito dagli alpha in calore del suo branco. Il suo era un branco brutale e primitivo, dove gli omega valevano meno di zero. Passò l'intero conflitto a farmi coraggio e raccontandomi aneddoti divertenti, quindi convinsi mio padre a farlo venire con noi».

Jungkook, rimasto in silenzio fino a quel momento per ascoltare attentamente, stava carezzando i suoi fianchi con movimenti concentrici. 

Aveva scoperto fosse uno dei movimenti che indicava che stava riflettendo su qualcosa.

«Jin è stato...è stato...hanno abusato di lui?» sussurrò infine l'altro con tono incredulo. Taehyung annuì con aria seria e per qualche minuto nessuno dei due disse una sola parola.

«Non credo capirò mai i lupi che trattano gli omega come oggetti. Sono contento che ti abbia trovato e che adesso abbia te come punto di riferimento alpha oltre Namjoon. Sono felice che la sua esperienza negativa non lo abbia portato ad autodistruggersi. Ma questo non spiega perché sappia tutte quelle cose sull'arma e sui purosangue» disse infine Jungkook, stringendolo.

«Essendo un omega, aveva molto tempo da dedicare alle sue inclinazioni, quando non era impegnato a studiare l'arte medica o a cucinare. Quindi passava il suo tempo a studiare e ad ascoltare le storie degli anziani del suo branco, che gli tramandarono tutta una serie di leggende e di miti, tra cui quelle dei purosangue e dell'arma usata da Kim».

Jungkook mugugnò qualcosa contro la pelle del suo collo ma non commentò, iniziando invece a lasciargli una serie di piccoli baci che, dalla giugulare, salirono fino alla curva della mascella e finirono sotto il suo orecchio, in quel punto sensibile che gli fece emettere un piccolo gemito di soddisfazione. 

Il respiro leggero di Jungkook gli solleticò la pelle e sospirò ancora sotto quel contatto, poggiando la testa a sua volta sulla spalla dell'altro per piegare il capo e dargli maggiore accesso. Posò le mani sulle cosce di Jungkook, ai lati delle sue, per iniziare a massaggiarle con i pollici in cerchi concentrici, strizzandole appena.

Quanto gli erano mancate quelle cosce tra le dita, non lo sapevano manco le divinità.

Quelle attenzioni erano più che volute ed accesero una punta di speranza in Taehyung.

Fece vagare la punta delle dita sull'avambraccio scoperto di Jungkook stretto attorno la vita, sentendo come, al suo tocco, i baci si fecero più fitti e rumorosi, contornati da schiocchi umidi e lascivi. 

Inoltre, sulla pelle dell'avambraccio dell'altro era spuntata la pelle d'oca, e quella piccola reazione lo fece sorridere apertamente. 

«Kook» sussurrò ad occhi socchiusi.

Jungkook mugugnò contro la sua pelle, in un grugnito basso e sensuale che gli accese i sensi. Agognava il suo tocco, non vedeva l'ora di risentire il piccolo formicolio dovuto al contatto dei loro corpi, di sentire le labbra di Jungkook premute sulle proprie, di dimenticare per qualche attimo anche solamente chi fosse.

«Jungkook» lo chiamò allora, stringendogli la mano, mordendosi il labbro inferiore.

«Sì? C'è qualcosa che non va?» gli domandò il diretto interessato, allentando la presa su di lui e allontanando al contempo il viso dal suo collo.

Quel distacco fece scattare qualcosa in Taehyung, qualcosa che lo convinse a muoversi velocemente -e forse anche in modo non troppo agile- solo con l'intento di mettersi a cavalcioni su Jungkook, riuscendoci senza neanche lui sapere come.

L'alpha sotto di lui sobbalzò ed emise un gemito di sorpresa; le mani, comunque, erano ferme sui suoi fianchi.

«Tae, che succede? Non volevo fare nulla, non era il mio int—».

Taehyung fece scontrare le loro labbra come se ne valesse della sua vita; si modellarono su quelle del suo compagno come erano solite fare, iniziando a  muoversi con lentezza ma crescente bramosia, in una danza familiare e immutata.

Fu un sollievo sentire che almeno quello non era cambiato per nulla, che baciare Jungkook era sempre così fantastico e paradisiaco almeno quanto farci l'amore. Quelle labbra gli erano mancate come l'aria, le aveva desiderate ogni singolo giorno, le aveva cercate in silenzio sperando che anche alla sua metà mancassero così tanto da farle fondere insieme. Ma, sinceramente, si era stufato di attendere. 

Jungkook assecondò i suoi movimenti e fece scorrere le mani sotto la sua felpa, accarezzando la sua pelle nuda e bollente. I pollici strofinarono contro la sua pelle sensibile facendogli perdere un battito e arrivarono sulla sua schiena, carezzando la spina dorsale con la punta delle dita.

Taehyung gli incrociò le braccia al collo e strinse i suoi capelli tra le dita, leccandogli il labbro inferiore con la punta della lingua e mordicchiandolo subito dopo, divorando il piccolo grugnito che l'altro gli regalò a quelle attenzioni.

Jungkook schiuse le labbra accontentando la sua muta richiesta di approfondire il contatto, portando le loro lingue a scontrarsi ed intrecciarsi, dando inizio ad una danza più passionale e meno riservata, decisamente più intima ed umida. Il mormorio si profuse attorno a loro così come i respiri accelerati si congiungevano in sincrono, perdendosi nella sinfonia notturna dell'ambiente circostante. 

Taehyung sospirò di appagamento e si appiattì contro il corpo di Jungkook, le cui mani vagavano ancora sulla sua pelle e scendevano a pizzicargli le cosce di tanto in tanto, adesso strette alla vita sottile dell'altro.

Un gemito roco più alto sfuggì al suo compagno quando tirò istintivamente le ciocche di capelli corvini ricongiungendo le loro labbra. In un moto di rinnovata eccitazione, strisciò sulle sue cosce fino a far scontrare i loro inguini coperti dai pantaloni ma duri abbastanza da potersi percepire, gemendo contro le sue labbra e, istintivamente, portando le mani di Jungkook a coppa sul suo sedere.

Jungkook fu il primo a staccarsi da quel bacio e poggiò la fronte contro la sua, ansimando alla ricerca d'aria, il cuore pulsante contro la cassa toracica. Ma Taehyung scese con le labbra sul suo collo; leccò e succhiò la sua pelle sensibile, contento come non mai di poter tornare a quello scorcio di normalità in cui non serviva la vista per poter percepire o sentire l'altro, ma bastava il ritmo dei loro respiri e dei loro cuori, così come il contatto tra i loro corpi che si conoscevano e si ritrovavano.

Le mani di Taehyung risalirono sulle sue braccia, tastarono i bicipiti e poi si poggiarono sulle sue spalle solo per permettergli di sistemarsi meglio sull'altro. Ad ogni passaggio delle sue mani, i muscoli di Jungkook guizzavano da sotto il tessuto, tesi, sodi e succulenti. Ma proprio mentre carezzava i suoi addominali, giusto sotto l'ombelico, avvenne ciò che Taehyung non si aspettava sarebbe mai potuto accadere.

«Tae, fermati».

Jungkook gli aveva stretto il polso per evitare che scendesse ancora, e, sinceramente, dire che il suo corpo divenne una statua di sale era un eufemismo. 

Nonostante non potesse vedere, spalancò gli occhi e rimase immobile, sentendosi solamente in grado di aggrottare la fronte e nulla di più.

Il cuore, che gli batteva forte contro il petto per l'eccitazione, adesso gli batteva forte per il nervosismo e quel pizzico di...paura?

«Jungkook, cosa...?» fu l'unico sussurro che riuscì a tirare fuori in quel momento dove la sua mente era andata in blackout.

Jungkook sospirò silenziosamente e portò la sua mano alle labbra per baciarne il palmo, «Non è che non ti voglia, solo che desidero aspettare che tu stia almeno un po' meglio. Non voglio forzarti, non ti ho portato qui per fare qualcosa, solo per stare insieme» gli sussurrò contro la guancia, in un mormorio delicato che fece saltare i nervi a Taehyung neanche gli avesse appena detto di andare a guardare le stelle cadenti.

La presa sul suo polso si dileguò e sentì le grandi mani di Jungkook posarsi sulle sue cosce, massaggiandole con i pollici per continuare a lasciargli bacetti sul naso, sul mento e sulle tempie, il tutto per cercare di smorzare la tensione che Taehyung provava.

Se solo avesse saputo che Taehyung si stava trattenendo dall'urlare fino a perdere le corde vocali...

Taehyung si sarebbe preso volentieri a schiaffi perché quella strisciante sensazione di rifiuto non gli apparteneva, non era una cosa che lui pensava razionalmente ed era certo che il vecchio Taehyung non avrebbe mai interpretato quella mossa come rifiuto.

Ma, inevitabilmente, c'era stato un cambiamento anche nel modo di percepire le cose, e quindi tutta una serie di pensieri si affollarono nella sua mente.

Pensieri stupidi, sbagliati e assolutamente insensati, che non avevano alcun motivo di esistere, a cui -ancora una volta- non diede voce.

«Non credevo avrei mai sentito la parola forzare uscire dalle tue labbra associata a questo momento ma va bene, come desideri» disse con una scrollata di spalle, sminuendo il tutto.

«Credevo potesse essere un buon momento per riprendere la nostra vita normale, come l'hai definita tu. Sicuramente, non ti forzerò a a fare qualcosa o a fare l'amore con me».

«No Tae, aspetta, forse mi sono espresso male ma—».

«Torniamo indietro, ho bisogno di riposare» tagliò corto Taehyung, mettendosi in piedi.

E forse Jungkook aveva perfettamente capito che non era il caso di insistere, perché in risposta ottenne solo un «Certamente, tutto ciò che vuoi» appena mormorato e nulla di più.

Il silenzio pesante ed assordante accompagnò il loro tragitto verso il quartier generale, li seguì  nella loro stanza e rimase perfino nel momento in cui si distesero sul letto l'uno dando le spalle all'altro. 

Ma se fuori c'era silenzio, nella mente di Taehyung c'era il caos. 














NDA: Drammi ne abbiamo? 

In tutto ciò, ho appena scoperto che wattpad non salva sempre le modifiche quindi, per favore, se vedere errori segnalatemeli, grazie mille ^^

BTW, cosa ne pensate fino ad adesso della storia? La state trovando noiosa? Jungkook smuove i nervi solo a me oppure è pensiero comune? lol

Mi scuso se non ho risposto ai commenti nel capitolo precedente, non riuscivo a rispondere ma sappiate che li ho letti tutti, dal primo all'ultimo e che vi sono sempre tanto grata per dedicare del tempo ad ogni capitolo.

Grazie ancora per aver letto/votato/commentato il capitolo, il prossimo aggiornamento arriverà tra martedì e mercoledì, a presto <3


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