𝐓𝐡𝐞 𝐏𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫 𝐚𝐧𝐝...

بواسطة MrsWeasley6

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[DAL TESTO]: Prese una manciata di colori e li sistemò sulla sua tavolozza. Voleva imprimere in quella tela b... المزيد

𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏: 𝐈𝐥 𝐏𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞
𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐: 𝐋𝐚 𝐂𝐫𝐞𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞
𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟑: "𝐈𝐥 𝐝𝐢𝐩𝐢𝐧𝐭𝐨"
𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 4: "𝐋'𝐢𝐧𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨"
Capitolo 5: "L'accordo"
Capitolo 6: "Il Primo Ricordo"
Capitolo 7: "The Touch"
Capitolo 8: "Vecchi dolori"
Capitolo 9: "Incontrollabile"
Capitolo 10: "L'inizio"
Capitolo 11: Il Bacio
Capitolo 12: "Ian"
Capitolo 14: "Sensi di colpa"
Capitolo 15: "L'amore"
Capitolo 16: "Equilibrio"
Capitolo 17: "Il Destino"
Capitolo 18: "La Famiglia"
Capitolo 19: "La Fine"
Capitolo 20: "Il Dopo"
Capitolo 21: "Φαρμακον"
finale alternativo

Capito 13: "Amor Proprio"

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بواسطة MrsWeasley6


"La speranza è come l'amor proprio, dal quale immediatamente deriva. L'uno e l'altra non possono, per essenza e natura dell'animale, abbandonarlo mai finch'egli vive, cioè sente la sua esistenza."

Zibaldone, 31 Dicembre 1821

<<Non è tipo- incompleto?>> Louis si piegò sporgendosi verso la tela per osservare meglio il risultato.

<<Credo sia questo il bello>> fece spallucce spalle Harry, alzando la voce per farsi sentire dal bagno, dove aveva appena finito di lavarsi e stava cercando di dare un senso alla massa informe che erano i suoi capelli. Non udì risposta dal ragazzo più basso così si affacciò allo stipite della porta aperta. Vedeva perfettamente come il piccolo corpicino fosse piegato come se più avesse avvicinato il volto al disegno più velocemente avrebbe trovato una spiegazione.

<<Smettila di fissarlo, finirai per notare delle imperfezioni di cui adesso non voglio occuparmi>> sbuffò il riccio, sollevando gli occhi al cielo e ritornando a guardarsi nello specchio sopra il lavandino. Rimase in silenzio finché Louis non spuntò davanti alla porta, poggiando una spalla sul legno di questa.

<<È impossibile trovare imperfezioni>>

Harry scosse la testa con un sorrisino
<<Come puoi dirlo?>>

<<Perché ci ho provato>>

L'artista alzò le sopracciglia sorpreso, smettendo di districare i suoi nodi.
<<Sul serio?>>

Quello si fece piccolo incassando la testa sulle spalle <<Non lo nego>> poi si raddrizzò e le sue guance si colorarono di un leggero rosa. <<e dovresti anche metterti una maglietta addosso>> borbottò abbassando lo sguardo. Harry rise, divertito dal suo evidente imbarazzo.

<<Ti piace ciò che vedi?>> lo stuzzicò rivolgendo la sua intera attenzione a lui.

Louis alzò il mento in segno di sfida, uno sguardo compiaciuto sul volto <<Non lo nego>> entrambi ridacchiarono prima che il più grande gli passasse di fianco per raggiungere l'armadio nella sua stanza. Louis però lo fermò, afferrandolo per un braccio. Harry si ritrovò bloccato davanti a lui, pochi centimetri a tenerli distanti.

<<Cosa?>> chiese confuso. Occhi azzurri scosse la testa mentre Harry stava cercando di non badare al bruciore che sentiva sulla presa della mano del più piccolo. Come fosse una scossa elettrica, aveva paura a mollare la presa e allo stesso tempo voleva sentire quella sensazione su tutto il corpo.

<<Io credo che dovremmo parlare di quello che è successo ieri sera.>> la voce di Louis era delicata ma determinata. Trasmetteva una sicurezza che per la prima volta non fece sentire Harry con le spalle al muro. Semplicemente lo spingeva a voler affrontare la situazione. Fu così che annuì convinto, scivolando dalla sua presa per intrecciare le loro mani e portarli insieme ad accomodarsi sul letto. Si infilò una maglietta pulita e incrociò le gambe sistemandosi di fronte al più piccolo che lo imitò.

<<Cosa vuoi chiarire?>> chiese Harry titubante. Non sapeva come approcciarsi, sperò vivamente di non star sbagliando tutto.

<<Per esempio possiamo iniziare con il dirci cosa ha significato il bacio?>> Louis lo scutò leggermente preoccupato. Aveva quella sensazione che Harry sarebbe potuto scivolare via dalle sue mani per rifugiarsi nuovamente nel suo turbinio di colori e tele vuote, lasciandolo da solo. Paradossale come fosse proprio lui a pensarlo. D'altro canto il riccio prese un respiro prima di parlare.

<<Mi ha fatto stare bene. E non me ne pento. Credevo fosse chiaro questo>> alzò lo sguardo per incontrare quelli del più piccolo che sorrideva tranquillo e rassicurante.

<<Si, certo. Solo che stamattina mi sembravi ecco -sembravi scosso>>

non sa che sei fuggito come un vigliacco, la vocina nella testa di Harry si fece presente, ma lui cercò di ignorarla, scuotendo leggermente la testa. Rimise in ordine i suoi pensieri prima di aprir bocca.

<<Si è vero lo ero. Ci sono delle cose->> chiuse gli occhi ignorando la morsa improvvisa che cominciava ad attorcigliare le sue budella. <<che non ti ho raccontato.>> Louis si mosse impercettibilmente sul posto, impaziente di sapere qualcosa. Portò le mani sotto le sue gambe per cercare di mantenersi più fermo possibile. Harry non poté che sorridere un po', Louis sembrava quasi un bambino impaziente di ricevere una caramella. Peccato che ciò che Harry aveva da dire non aveva nulla di dolce. Però il liscio non gli mise fretta, era paziente sebbene molto curioso.

<<È una storia molto lunga e>>

<<Abbiamo tutto il tempo del mondo.>> subentrò deciso Louis. L'artista annì. Una parte di lui avrebbe preferito che Louis si tirasse indietro, che declinasse l'invito implicito di ascoltare. Di ascoltare lui e parte della sua storia personale. Ma non accadde. Ed Harry sapeva che non sarebbe mai accaduto. Louis non avrebbe mai compiuto un torto che lo avrebbe potuto veramente ferire nel profondo. Perché era perfetto. Perfetto per lui.

<<Si chiamava Ian.>> iniziò così. Perché non sapeva come altro fare. Ma, tirando le somme di tutti i suoi problemi con se stesso era quello ciò che gli veniva in mente. Il suo più grande errore che portò via con sé tutte le cose belle e le sicurezze di un ragazzo tutto ricci e sorrisi. Niall lo aveva riportato a galla e per quando odiasse ammetterlo, sapeva che in realtà dalla sua testa quella realtà non se ne era mai andata davvero. Era sempre lì, nell'angolo della sua testa a ricordargli che i momenti felici saranno sempre oscuranti da un dolore grande il doppio. Più sei felice, più soffri dopo. Ed Harry ne era cosi convinto, che alla fine si era arreso. Aveva mantenuto la sua solarità per la famiglia e gli amici che lo volevano bene, ma per se stesso aveva riservato solo lacrime, rimpianti e rimproveri per non essere mai abbastanza forte, per non aver sorriso in modo più convincente.
Aprì se stesso a Louis e gli raccontò del suo amore fallito e di come si era sentito distrutto. Dei giorni passati senza mangiare o respirare aria che non fosse quella della sua stanza. Si vergognò nell'ammettere la promessa che aveva fatto a sé stesso e alla madre e a come aveva finto che tutto andasse bene da quel momento. Non aveva più fatto parola con nessuno, aveva ignorato i suoi problemi infliggendosi ogni pena possibile, incidendosi tutte le prese in giro, le parolacce, gli insulti e le molestie verbali che aveva ricevuto quando Ian lo aveva scaricato nella sua pelle. Non credeva di meritare qualcosa di bello e alla fine si era abituato a vedere la vita sotto un aspetto più passivo che altro. Sentiva di aver perso il controllo della sua vita a volte, ma semplicemente non ci pensava. Ignorava, scappava via dalle verità scomode perché ne aveva paura. E fu proprio guardando Louis che lo ammise. Louis che non aveva smesso di fissarlo a bocca socchiusa e gli occhi velati di lacrime, dispiaciuto e sorpreso che dietro tanta bellezza si nascondesse tanta tristezza.

<<Sono fuggito da te, esattamente come sono fuggito da me stesso poco tempo fa.>> quando ti ho creato <<Sono scappato mentre dormivi, sono andato via perché mi sentivo soffocare. Non da te, ma da quello che stavo provando e che avevo paura di affrontare e di ammettere. Niall mi ha riportato con i piedi per terra e le sue parole mi hanno ricondotto a te. Ti ho osservato dormire e mi sono ripromesso che forse per te avrei potuto ricominciare ad affrontare i muri che mi sono costruito e tutte le paranoie che mi tengono stretto come delle catene. Perché hai ragione quando dici che ho vissuto amori fragili fino ad ora e credo di voler vivere un amore forte, vero e resistente. Non ho mai provato cosi tanta serenità con nessuno se non quando ti stringo la mano e mi sorridi. Mi sento giusto e accettato. E in realtà ci sono altri motivi per cui ho così tanta paura di espormi, ma credo che questo sia tutto ciò che riuscirò a dirti per oggi. Mi dispiace>>

Louis sembrò senza parole dopo quelle rivelazioni. Solo dopo qualche istante parlò. Nei suoi occhi azzurri Harry vedeva un mare triste, nostalgico. Era evidentemente scosso da quel racconto e l'artista si sentì un po' in colpa per averlo trascinato in quel casino che era la sua vita.

<<Non devi scusarti se hai bisogno di tempo. Ed io- se potessi far qualcosa per cambiare ciò che hai vissuto, darei qualsiasi cosa per non farti innamorare di quel ragazzo. Non credo fosse un amore fragile, era solo maledettamente tossico il vostro, sempre che per lui fosse amore.>> strinse la mascella prima di continuare. Una nuova determinazione a risaltare i suoi lineamenti delicati. <<Ma non si può scegliere di chi innamorarsi e tu una volta mi dicesti che a volte le cose accadono per una ragione, quindi il tuo dolore ha avuto motivo di esistere. È brutto pensarlo, ma farsene una ragione è fondamentale per andare avanti, suppongo. Sei un ragazzo fortunato ad avere Niall al tuo fianco e>> si sporse per scaldare la mano di Harry piena di anelli fra le sue piccole e morbide <<da adesso in poi ci sarò anche io. E Harry, per me ha significato qualcosa il momento che abbiamo vissuto, se te lo stessi chiedendo. Ogni momento che abbiamo passato insieme vale tutto l'oro del mondo e mille volte di più. Quindi se vorrai distruggeremo insieme questi muri e faremo di ogni paranoia una certezza solida e inconfutabile. Potrai aprire il tuo cuore ad un qualcosa di grande come l'amore un giorno. E, credimi H, quel giorno non è più così lontano. Ne sono certo.>> il liscio asciugò una lacrima sul volto del riccio. Harry aveva le mani e le labbra tremanti dall'emozione. Si sentiva così libero e allo stesso tempo così impaurito di essersi esposto troppo. Ma sembrava stesse andando tutto bene. Quando le parole di Louis lo fecero sorridere fra le lacrime, capì di star provando speranza.
Lo capì dalla sensazione del cuore più leggero e dal fatto che le sue spalle non sembravano più gravare sotto un peso più grande di lui.

Ne fu certo, nel momento in cui, ancora una volta, si ritrovò stretto nelle braccia di Louis con fra le mani la sua maglietta e il suo odore ad invadergli i sensi. Sapeva che mancavano ancora dei tasselli del puzzle così come sapeva che prima o poi avrebbe dovuto dire tutta la verità. Ma per il momento si godette quella leggerezza e quella voglia di farcela che Louis riusciva ad infondergli con un semplice tocco.
E andò meglio del previsto alla fine. Cenarono come sempre tutti insieme e si divertirono ad ascoltare Niall parlare di Melissa e di come non si lamentasse mai della sua fame incessante o della sua continua voglia di scherzare e fare scemenze. Harry sorrideva tutto il tempo e non appena borbottò deciso

<<Dovresti farmela incontrare>>

Niall si era aperto in un sorriso tutto denti e occhi luccicanti prima di annuire con foga
<<Certamente amico>>
Louis era automaticamente invitato.

Scelsero di giocare a carte e poi a scarabeo. Il riccio era particolarmente bravo, ma si sorprese quando a vincere la partita alla fine fu proprio il più basso. Quando il biondo però disse che si sarebbe andato a rilassare in camera sua, anche i due ragazzi decisero di prenderlo d'esempio per guardare un film come al solito.
Spiderman fu molto apprezzato da occhi azzurri, che arrossiva nelle scene romantiche e si gasava in quelle d'azione. Nascondeva come al solito le lacrime nei momenti tristi e quando il film arrivò al termine sbadigliò rumorosamente per poi girarsi e poggiare il volto nell'incavo del collo del riccio, che per tutto il film aveva sorriso come un ebete e si era divertito a guardare le sue reazioni ad ogni scena, senza stancarsi mai. Aveva scoperto che Louis era molto più interessante di qualsiasi altro film esistente. Avvolse con le sue braccia il corpo minuto del più basso e se lo strinse di sopra, portandolo quasi del tutto sopra di sé.

<<Quindi ti è piaciuto?>>

Louis annuì ancora ancora incollato lui. <<Mi stupisce che tu mi abbia fatto vedere un film del genere però.>> il tono divertito e curioso del giovane riscossero l'artista che lo guardò curioso quando questo si scostò da lui. Poggiò le mani sul suo petto per non perdere l'equilibrio e parlò con solo pochi centimetri di distanza dal volto del riccio.

<<Mi aspettavo un film più romatico>> nei suoi occhi era palese il divertimento. Lo stava evidentemente stuzzicando.

<<Ma Spiderman è romantico>> si imbronciò quello sentendosi offeso. In realtà era nella pace dei sensi. Il corpo di Louis lo stava riscaldando meglio di qualsiasi altra coperta e il suo profumo lo circondava come una bolla magica. Era come la sera prima, ma stavolta era diverso. Infatti Louis infilò dolcemente una mano fra i suoi capelli ed iniziò a massaggiargli la cute. Ad Harry sfuggì un gemito d'apprezzamento al suo controllo e chiuse gli occhi.

<<Ma quelli che abbiamo visto lo erano molto di più>> soffiò leggero al suo orecchio. Il più alto strinse le mani sui fianchi del giovane dagli occhi azzurri alla cieca. La pelle era incandescente sotto al suo tocco, si sentiva bruciare.

<<Rimedieremo domani>> biascicò rauco. Louis però colse di sorpresa quando cominciò a lasciare proprio come quella mattina una scia di baci su tutta la porzione di pelle scoperta dalla maglietta larga del pigiama.

<<Louis>> sibilò fra i denti. Onestamente non aveva idea di come ribaltare la situazione. Era così perso nei suoi tocchi e nei suoi sfioramenti che si sentiva completamente andato, e non era ancora successo nulla.
Chissà come sarebbe fare l'amore con lui. La sua bocca si aprì in cerca di maggiore ossigeno quando inevitabilmente sentì la sua eccitazione crescere e scorrere nelle vene con più foga.

<<Sei bellissimo Harry>> la voce sottile del più piccolo gli arrivò dritta nelle orecchie e come diretta conseguenza anche al suo membro nei boxer. Da quanto non viveva quelle sensazioni? Si era dimenticato quanto bello fosse lasciarsi andare, abbandonandosi ai baci, ai morsi pieni di affetto e alle carezze soffici. Proprio quando stava per dire che forse avrebbero dovuto fermarsi, che magari era ancora troppo presto per loro, Louis ancora una volta lo colse alla sprovvista baciandolo. Ed Harry era sicuro che se mai avesse dovuto scegliere come morire, avrebbe voluto farlo dopo aver baciato le labbra del più giovane fino allo svenimento, fino al non avere più ossigeno nei polmoni. Le sue mani piccole erano ovunque e la cosa non lo stava infastidendo minimamente. Se al posto di Louis ci fosse stato qualcun altro Harry sarebbe già andato in iperventilazione e sarebbe ceduto al panico, spintonandolo via. Ma quello sopra di lui che adesso cercava un contatto più intimo, era solo Louis.

Pensò che ormai le intenzioni del giovane fossero chiare. Sentiva la sua epidermide piena di brividi e la pelle del suo collo bagnata. La lingua del più piccolo che lambiva là dove i suoi denti ferivano. Sembrava affamato della morbida carne dell'artista. Il riccio non si sorprese nel pensare che l'indomani ne avrebbe avuto parecchi di segni, ma andava bene così. Almeno avrebbe avuto la certezza che tutto quello stava accadendo realmente, che non se l'era immaginato.
Che Louis era lì, era reale.

Improvvisamente sentì il bisogno di stringerlo ancora di più perché il pensiero di come la sua presenza fosse incerta e misteriosa gli faceva attorcigliate le viscere. Afferrò con dolcezza i suoi capelli dalla nuca e se lo portò alle labbra, interrompendolo nuovamente dal suo lavoro sulle sue clavicole. Fece scivolare con urgenza la lingua fra le sue labbra, mappandogli il palato. Sentiva nella sua gamba l'eccitazione del ragazzo sopra di lui, ma non vi badò. Non quella sera. Esattamente in un climax discendente la sua urgenza passò a dei baci rassicuranti e dolci, pregni di significato, di certezze e di presenze.
Il pensiero di vederlo andare via proprio adesso che aveva iniziato ad aprirsi lo spaventava. Louis stava abbattendo i suoi muri, non avrebbe potuto lasciarlo. Il ragazzo non lo forzò e allontanandosi di poco da lui lo guardò negli occhi. Era uno spettacolo. Le sue labbra fini erano rosse e lucide per i baci, le sue guance colorite e i suoi capelli decisamente spettinati e ribelli. Ma più di ogni altra cosa, i suoi occhi erano indescrivibili.

<<Ogni volta che mi guardi mi perdo nel mare che c'è dentro i tuoi occhi>> sussurrò senza pensare Harry. Aveva perso il controllo di sé stesso quella sera, ma qualcosa gli diceva che accanto a quello strano ragazzo, mai avrebbe mantenuto il suo controllo per davvero. Louis sorrise, strisciando il viso sulla grande mano di Harry che lo stava accarezzando, proprio come un cucciolo di gatto.

<<Io invece mi sento perso dentro ad un bosco H. Un bosco così fitto e misterioso che mi toglie il fiato.>> rivelò occhi azzurri. Harry sotto di lui, completamente abbandonato ai suoi tocchi era una visione. Le sue iridi verdi erano scure e lussuriose, le sue labbra rosse e gonfie apparivano ancora più carnose ed invitanti così come il suo collo e le sue clavicole, completamente ricoperti ormai da segni scuri.

<<Ti sta bene il viola addosso>> osservò il più basso, sfiorando con le sue dita la pelle marchiata del giovane. Lo senti ridere come se quella fosse una battuta esilarante, tanto che sorrise anche lui.

<<Lo terrò a mente>> disse il riccio, mostrando le fossette su ambo le guance, per poi sporgersi e baciare la punta del sui naso all'insù. Si accoccolarono dopo ciò, incastrando i loro arti e senza volerlo anche i loro cuori.



[N./A.= Consiglio l'ascolto di: Supermarket flower - Ed Sheeran
Fix you- Coldplay
Stay-Rihanna]


L'aria fredda e inospitale, colpiva i volti di entrambi i ragazzi con rabbia. Louis si strinse nel suo giacchetto di jeans imbottito mentre Harry era immobile nel suo cappotto nero. Il ragazzo riccio quel giorno aveva deciso di fare un altro passo avanti verso l'amore per se stesso e per la vita che aveva perso da un po'. Era pomeriggio inoltrato e aveva convinto Louis ad uscire per seguirlo, senza una sola spiegazione. Il liscio non aveva proferito parola perché dai suoi occhi percepiva che non era facile ciò che stava per fare. Perciò non si lamentò quando il viaggio in macchina passò silenzioso né in quel momento, quando entrambi stavano camminando - o meglio Harry camminava e Louis lo seguiva a ruota- in quello che aveva tutta l'aria di essere un cimitero. Fu solo dopo aver superato un piccolo cancelletto dalla vernice quasi del tutto scollata, che gli si palesò la realtà davanti: quello era davvero un cimitero.
Harry non parlava. I suoi occhi verdi erano scuri e persi in pensieri che Louis non riusciva ad immaginare. Non si permise di interromperlo o fare domande. Il ragazzo si fermò dopo un po' davanti ad una lapide. Il più basso ignorò i brividi che quel posto gli aveva fatto venire. Sotto i suoi piedi, sotto strati di terreno freddo, vi erano delle bare con dei corpi senza vita. Era già triste di sé vedere che non tutte quelle lapidi erano accompagnate da dei fiori, ma si sentì in colpa quasi per non aver portato nulla per ognuna di quelle persone che volenti o nolenti non erano più fra loro. Vide l'artista fissare il nome inciso in quel piccolo altarino. La targhetta recitava:

"Des Styles. Un padre, un marito, un amico e un uomo d'affari. Un anima volata in cielo troppo presto, riposa in pace."

Sopra una piccola foto mostrava un volto dai lineamenti decisi come quelli di Harry, ma degli occhi scuri. Un piccolo ghigno ad ornare il suo sguardo furbo. Louis gli si inginocchiò davanti, tenendo le mani dentro le tasche per il troppo freddo.

<<Era tuo padre>> uscì più come un'affermazione che una domanda, ma non ebbe bisogno di conferme. Era palese la loro somiglianza, così come era logico capire tutto dal fatto che avessero lo stesso cognome.

<<Come è successo?>> chiese con delicatezza. Suppose che se l'aveva portato lì era per parlargliene e lui voleva solo aiutarlo a sbloccarsi. Si stranì nel constatare che Harry non aveva portato nessun fiore con sé.

<<Un incidente stradale. Si era messo al volante da ubriaco e non ha frenato in tempo.>> la sua voce era gelida come l'aria che li avvolgeva con prepotenza. <<Stava tornando a casa dalla sua famiglia. Aveva appena finito una delle sue solite serate in un qualche locale sicuramente vietato ai minori>> Harry alzò lo sgaurdo, puntando le sue iridi verdi al cielo grigio. C'era una certa amarezza nelle sue parole che il più piccolo non tardò a recepire. Infatti, dopo aver ingoiato la sua incertezza, parlò.

<<La sua famiglia?>> si permise di guardarlo dalla sua posizione inginocchiata. Harry era una statua di finta indifferenza che piano piano forse un giorno sarebbe crollata.

<<Ci ha lasciato. A dire il vero mia madre l'ha cacciato via. Era tossico per noi. Lo è sempre stato. Era un uomo tossico per gli altri e per se stesso. Non aveva un briciolo di amor proprio e la sua morte ne è la prova.>> Louis si morse l'interno delle guance, per resistere all'impulso di stringerselo addosso e piangere per il dispiacere. Ancora una volta aveva capito che qualcosa non andasse, ma non si aspettava che potesse essere una cosa del genere. Parlava sempre bene della sua famiglia, non credeva che potesse esserci qualcosa di simile sotto le sue insicurezze e i suoi brutti momenti. Ma, infondo, se parlava con il sorriso in volto della sua casa era perché quell'uomo...

<<Non faceva parte della famiglia. Non ne ha mai fatto parte, per me. Dal momento in cui mi rimproverò a soli tre anni perché mi divertivo a farmi truccare da Gemma fino al giorno in cui per l'ultima volta osò mettermi le mani addosso perché aveva scoperto che ero gay>> Passarono minuti interminabili prima che il liscio alzasse una mano verso di lui, per affidargli il braccio. Harry lo guardò confuso prima di estrarre la mano dalla sua tasca del cappotto e lasciare che Louis la intrecciasse alla sua e lo tirasse giù con lui. Delicatamente si inginocchiò accanto a lui, il viso corrucciato dalla confusione. Gli aveva appena detto che quell'uomo lo aveva fatto soffrire, che lo ripudiata come padre e come essere vivente. Eppure nel volto del giovane lesse molto dispiacere, ma anche tanta saggezza. Come se sapesse la risposta a tutte quelle domande che Harry non aveva ancora posto. Sembrava sapere esattamente come farlo guarire da quella ferita. E per un momento, solo per un misero istante, Harry credette che magari Louis era questo: la soluzione ai suoi problemi. Ma non ebbe tempo di pensarci, perché il ragazzo al suo fianco lo colse alla sprovvista, portando le loro mani intrecciate ad accarezzare l'incisione dedicata al defunto. Harry sentì l'impulso di ritirare la mano, come scottato, però Louis fu ben pronto a tenerlo fermo.

<<Des Styles era un uomo tossico. Hai detto che non fa più parte della tua famiglia. Che non ne ha mai fatto davvero parte. Allora non permettergli di farti ancora del male, Harry. Non dargli ancora il potere di rovinarti le giornate, di oscurare i bei momenti.>> Harry fissò sorpreso gli occhi blu del ragazzo. Des styles non aveva mai smesso di ferirlo, anche quando ormai di lui non rimaneva altro che polvere. Perché Harry non aveva mai dimenticato le ferite, il rumore sordo delle botte che aveva ricevuto dalle sue mani callose. Non aveva mai smesso di soffrire per i ricordi che gli aveva lasciato così come non aveva mai superato l'abbandono di un padre che non aveva mai saputo amarlo per ciò che era: un ragazzo pieno di gioia che amava l'amore in tutte le sue forme. Des non l'aveva mai capito, così come non ci aveva mai provato. Era diventato aggressivo, anche se a detta di sua madre Anne lo era sempre stato, ma quella scoperta aveva solo fatto uscire la sua vera persona. Sentiva il dolore di quell'abbandono ogni giorno esattamente come fosse il primo.

La consapevolezza che se fosse stato diverso lui non se ne sarebbe mai andato, sarebbe rimasto per lui e per la sua famiglia. Non avrebbe fatto divorziare sua madre, non avrebbe gravato come mancanza su Gemma, sua sorella. Sapeva di essere colpevole in parte. Colpevole di non essere riuscito a nascondere la sua anima a nessuno e che tutti gli uomini della sua vita, i più importanti, l'avevano calpestata. Non avrebbe mai trovato la forza di affrontare due dei suoi più duri momenti di tutta la sua vita in così poco tempo. Era fuggito da loro anni prima e aveva creduto di poterli ignorare. Di poter chiudere in un armadio tutti i suoi scheletri, facendo finta di non averne. E invece, senza quasi rendersene conto, l'aveva fatto.
Dopo anni, stava andando avanti. E non potè che stringere ancora di più la presa fra le sue lunghe dita affusolate e quelle piccole e minute del ragazzo che aveva permesso che tutto ciò accadesse. Louis era stata la sua salvezza e non lo aveva ancora capito. Prese un respiro profondo, chiuse gli occhi lasciò uscire parte di quel rancore che gli gravava sul cuore. Sentì Louis farsi più vicino e poi il suo sussurro diretto al suo orecchio, un caldo invito in netta contrapposizione al freddo che stava entrando fin dentro le loro ossa.

<<Lascialo andare>> e lo fece. Lo lasciò andare. Lasciò scivolare via tutti i colpi ricevuti,le brutte parole, le lacrime amare di chi non l'aveva amato come Ian e di chi non aveva mai capito cosa significa amare come suo padre. Aprì gli occhi e non asciugò le sue guance bagnate. Aveva ricacciato le lacrime indietro per anni, e adesso invece non smetteva un momento di lasciarle andare. Un dolore accumulato per così tanti anni da sembrare familiare. Sentiva quel piccolo calore al suo petto che aveva sentito solo quando aveva permesso a Louis di entrare nella sua vita. Quella fiammella di speranza, forza e determinazione era più vibrante e presente che mai. Sentì crescere nel suo stesso viso un sorriso nostalgico. Con il tempo ce l'avrebbe fatta. Un altro peso in meno sopra le sue spalle. Sentiva di essere più leggero di prima, così tanto da volare via. Via da quella sofferenza, verso una pace dell'animo che non aveva mai realmente vissuto. E decise di farlo, per la prima volta. Decise di farcela e di aggrapparsi a quella mano tanto calda e accogliente, chinandosi più vicino alla vecchia foto di quell'uomo familiare per potergli finalmente sussurrare

<<Riposa in pace. Dal tuo Harry. Ora e sempre>>

__________________________

L'ho corretto durante la videoconferenza di matematica, tanto per farvi capire in che situazione mi ritrovo.
Spero stiate tutti bene.
Bye

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