𝗜 𝗚𝘂𝗮𝗿𝗱𝗶𝗮𝗻𝗶 𝗗𝗲𝗴�...

By Theworldsdreamer

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Jemma Stone si ritrova incastrata in un'avventura che nemmeno credeva fosse possibile nella vita reale. Lei e... More

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🔥 - Capitolo 53
🌪 - Capitolo 54
Epilogo

🌪 - Capitolo 43

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By Theworldsdreamer

[Celeste]

Celeste camminava terrorizzata chiamando invano la sorella. È sempre stata una perfetta fifona, aveva paura di ogni cosa e si rifugiava spesso da Jemma. Non l'avrebbe mai ammesso, ma senza la sorella non avrebbe potuto vivere, insomma era un po' come una seconda madre per lei, sempre al suo fianco dalla nascita. I loro genitori le avevano perfino detto che la sua prima parola è stata proprio "Jemma".

Tuttavia, la sorella non era lì e dovette ripescare i ricordi della prova nella sua Zona, quella dell'aria. Aveva imparato a sopravvivere da sola, utilizzando il suo elemento al meglio e riuscendo a controllarlo forse in maniera più equilibrata degli altri.

In ogni caso sperava sul serio di non rimanere nuovamente in mezzo a quel nulla per cinque anni.

Deglutì e si guardò intorno provando nuovamente a chiamare la sorella, ma ancora una volta nessuna risposta.

Poi, finalmente, la voce di Jemma la fece voltare e nel momento in cui lo fece non si ritrovò davanti la solita parete di nebbia, ma quella della sua camera.

Le pareti rosa piene di foto furono facilmente riconoscibili dalla bionda, così come la familiare figura della sorella seduta sul bordo del suo letto a fissare il cuscino dove nei ricordi di Celeste avrebbe dovuto trovarsi lei in lacrime.

Si avvicinò lentamente, osservando stupita il piccolo e rassicurante sorriso sulle labbra della sorella che fissava essenzialmente il nulla, poi si infilò nel letto coricandosi proprio dove avrebbe dovuto essere.

Probabilmente era un ricordo stupido, ma uno dei più importanti per Celeste. Ricordava di essere stata per molto tempo con un ragazzo più grande di lei che a Jemma proprio non piaceva per nulla (e solitamente le piaceva chiunque), per cui fu un periodo in cui le sorelle litigavano spesso per il comportamento di Celeste, per la sua ormai quasi totale assenza in casa e poco prima che lui la lasciasse avevano litigato così furiosamente da non parlarsi più per settimane. Il fatto che Jemma non arrivasse praticamente mai a tanto avrebbe dovuto farla ragionare, ma era così tanto presa da quel ragazzo che l'idea della sorella arrabbiata le faceva pensare che fosse gelosa della loro relazione. Che stupida.

<<Ehi, Celeste.>>, disse la Jemma dei suoi ricordi. Il fatto che fosse andata a consolarla dopo la rottura, nonostante ancora non avessero iniziato a parlarsi, la fece sentire tanto in colpa che scoppiò a piangere per lei e non per quel ragazzo.

Perfino in quel momento Celeste aveva le lacrime agli occhi.

<<Mi dispiace...>>, sussurrò sapendo che non era così che sarebbe dovuta andare la conversazione. Nella realtà Celeste non l'aveva detto, anche se avrebbe voluto farlo più volte e in più occasioni, ma il suo orgoglio riusciva sempre a fermarla. La verità era che era gelosa della sorella: Jemma era sempre stata amata da tutti, mentre i numerosi amici di Celeste stavano con lei soltanto per immagine; Jemma era intelligente e gentile, mentre lei non era nulla e a tratti superficiale. Per questo cercava sempre di avere cura di sé, di curare l'aspetto perché era l'unica cosa che Jemma non faceva e anche senza provarci riusciva a essere bellissima in ogni occasione. Avrebbe voluto ammirarla, prendere spunto per essere come lei, ma finiva sempre con Celeste che si cacciava nei guai e Jemma che risolveva tutto.

Nonostante ciò, Jemma era la persona più importante della sua vita e non l'avrebbe sostituita per nulla al mondo.

<<Non devi preoccuparti per lui, non aveva idea della ragazza fantastica che si è lasciato scappare. Chi non sa riconoscere il tuo valore, non vale il tuo tempo.>>, le disse Jemma continuando il discorso prefissato, senza ascoltare le parole di Celeste.

<<Tu sì. Tu riconosci sempre il mio valore.>>, singhiozzò all'improvviso la rossa assalita da una tristezza asfissiante, al pensiero che in quel momento la sorella fosse da sola in mezzo alla nebbia.

<<È soltanto un idiota.>>, continuò la mora. "Idiota" era la cosa più cattiva che Jemma avesse mai potuto dire a un essere vivente.

<<Ti voglio bene.>>, sussurrò la ragazzina beandosi delle carezze della sorella maggiore.

<<Ti voglio bene anche io.>>, sorrise Jemma, lasciandola sconvolta. Non ebbe neanche il tempo di realizzare che la scena mutò.

Delle risate attirarono la sua attenzione, mentre i suoi occhi finirono sui divani dove dei ragazzini che Celeste conosceva piuttosto bene. Su uno dei due, quello di fronte alla tv, una Jemma tredicenne stava comodamente appoggiata al petto di Hunter che le circondava le spalle con un braccio guardandola ridere a una battuta di Samantha. Era piuttosto chiara la situazione, perfino Celeste che aveva tre anni in meno aveva capito che Hunter era cotto della sorella, le uniche a non essersene accorte erano la stessa Jemma - e ancora la bionda non riusciva a spiegarselo - e Samantha che aveva sempre la testa tra le nuvole. Mentre nell'altro, perpendicolare rispetto al primo, la rossa aveva occupato tutto il divano coricandosi con la testa sulle gambe di Adam che ridacchiava sotto i baffi perché la ragazza aveva appena preso in giro Hunter per qualcosa.

A quel punto il ragazzo in questione si voltò verso Celeste.

<<Ce ne hai messo di tempo, bionda.>>, esclamò. Nei suoi ricordi, la ragazzina era andata a recuperare i pop corn per la loro abituale serata film. Celeste si era sempre sentita un po' esclusa essendo la più piccola del gruppo e avendo spesso idee differenti dalle loro, si sentiva un po' come se l'avessero accettata soltanto perché era la sorella di Jemma. Tuttavia, quel ricordo che stava vivendo era la prova che in realtà non era così.

Si sedette vicino a Hunter, poco prima che circondasse anche le sue spalle con il braccio libero e l'avvicinasse a sé. Fecero partire il film e Celeste rimase in silenzio, come si ricordava di aver fatto.

<<Ehi, sei pensierosa. Che succede?>>, la voce di Hunter le arrivò alle orecchie chiara e precisa come quella volta. La bionda ricordava di essere particolarmente preoccupata per una cosa piuttosto stupida, ma essendo praticamente ancora una bambina in quel periodo le sembrava terribile: aveva litigato con "un'amica" che considerava stretta e che comunque non aveva mai più rivisto da quella volta.

Si ricordava anche di averlo raccontato con enfasi, come se fosse la fine del mondo. Samantha aveva spento la tv e si era alzata, rischiando di castrare Adam per sempre, per raggiungerla mentre la bambina bionda si lasciava andare in lacrime. La serata passò con Hunter che insultava la sua "amica" accarezzandole i capelli, Adam e Samantha che litigavano per il posto vicino alla bionda e Jemma che si ingegnava per trovare motivi per lasciar perdere quella ragazza. Fu quel giorno che si rese conto che non era esclusa perché era la più piccola, anzi proprio per quello sapeva che l'avrebbero sempre protetta, che l'avrebbero sempre amata e fu proprio quel giorno che realizzò chi fossero i suoi veri amici. Sorrise, lasciandosi andare tra le braccia del moro, ma nel momento in cui iniziò a rilassarsi tutti sparirono lasciandola nuovamente sola.

<<Sei sola.>>, una voce le parlò nel cervello, facendola rabbrividire.

<<Chi sei?>>, chiese la bionda spaventata, continuando a girarsi ma senza trovare nessuno.

<<Sei sola, Celeste.>>, all'improvviso dalla nebbia emerse sua sorella, bella come al solito, ma con uno sguardo diverso da solito.

<<Jemma...>>, sussurrò leggermente inquietata dalla situazione e indietreggiando.

<<Lo vuoi capire che non ti vuole nessuno?>>, le cattiverie sputate dalla mora non erano tipiche della sorella e probabilmente se non avesse avuto addosso quel senso di angoscia non si sarebbe lasciata convincere.

<<No...>>, singhiozzò mentre la mora si avvicinava ancora di più, fino a trovarsi a un soffio di distanza. Poi un sorriso spaventoso, cattivo le si formò tra le labbra.

<<Nessuno, Celeste. Non piaci a nessuno.>>, le disse poco prima di metterle le mani alla gola e stringere. A Celeste mancò il respiro e non aspettandoselo, non riuscì a fermarla quindi si ritrovò a fissare con gli occhi spalancati la sorella che continuava a ripetere cattiverie, stringendo sempre di più.

<<Tu non sei Jemma.>>, sputò Celeste prima di chiudere gli occhi per il dolore e aprire le labbra per cercare aria, mentre le lacrime scendevano lungo le guance e le unghie si conficcavano nel braccio della sorella.

Poi all'improvviso Jemma svanì e Celeste cadde per terra, respirando in maniera affannosa, mentre la mano raggiungeva la gola. Quando alzò lo sguardo incrociò gli occhi azzurri di Adam che le era corso in aiuto.

<<Dov'è Jemma?>>, chiese la ragazzina una volta ripresa, con una nota di paura e preoccupazione nella voce.

Ehi!
Questo capitolo non mi ispira molto, sarà che non ho mai scritto di Celeste...
In ogni caso, ci siamo fatti un bel giretto anche nella sua testa e una dose di sana amicizia, amore tra sorelle e insicurezze che non sono mai abbastanza😂
Ci vediamo alla prossima con Hunter!
~B🌻

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