Il passaggio segreto [ONE-SHO...

By emmalore18

149 27 63

Anna. Una bambina, poi una ragazza. Nata in una piccola città, vive in una casetta adorabile confinante con... More

Il passaggio segreto

149 27 63
By emmalore18

Una bambina di sette anni, Anna, salutava la mamma prima di uscire di casa per andare a giocare nel prato poco distante.

Era una bambina gracile, sempre allegra, aveva dei corti capelli castani e degli occhioni azzurri come il mare. Viveva in un piccolo villaggio di montagna, molto monotono e, secondo Anna, molto grigio. Era una delle poche bambine a vivere lì. Della sua annata infatti era stata fatta solo una classe all’unica scuola elementare del posto.

Era estate e la bambina passava la maggior parte dei pomeriggi a correre sotto il sole, in mezzo alla natura.

Saltellando spensierata, raggiunse la vasta distesa d'erba. Si volto divertita a guardare la sua casetta che si era fatta piccola piccola e la misurò con l'indice e il pollice della sua manina.

Davanti a lei i lunghi fili d'erba si inclinavano prima da un lato e poi dall'altro accarezzati dalla leggera brezza. Sembrava una danza, come se fossero immersi nell'acqua e scossi delicatamente dalle onde.

Alla fine del prato crescevano rigogliosi molti alberi che, come colonne, reggevano maestose chiome verdi.

Anna iniziò a correre per il prato, osservando i fiori che spuntavano tra i fili d'erba e le farfalle che si posavano su di essi.

Sentiva l'aria in viso e le sembrava di essere una farfalla, allargava le braccia e, nonostante l'erba le solleticasse le caviglie e le gambe quasi fino alle ginocchia, le pareva di volare.

Si sdraiava nel verde e osservava un'ape mentre succhiava il nettare da un fiore a pochi centimetri dal suo naso. Si rotolò nell'erba che le sfiorava morbida il viso e rideva per la sensazione che le lasciava.

La bambina giocava allegra come non mai. Come se tutto il resto non avesse importanza alcuna; aveva il sorriso sul volto e questo bastava.

Improvvisamente si mise in piedi cercando di guardare oltre agli alberi alla fine del prato. C'era qualcosa che la attirava e Anna non lo poteva ignorare. Doveva scoprire di cosa si trattasse.

Si spostò con le sue esili gambe fino ad arrivare davanti alle prime radici. Erano molto grandi e grosse e gli alberi sembravano ancora più alti di come le erano parsi da lontano.

Il bosco non era tetro perciò Anna non ci pensò due volte prima di addentrarsi incuriosita senza voltarsi a guardare dietro di sé.

Appena superò il primo albero subito sentì l'aria cambiare. Era diventata più frizzante e fresca. Si guardava intorno alla ricerca di qualcosa che però non conosceva nemmeno lei. Gli alberi creavano una fitta rete e le radici si intrecciavano formando un tappeto con diversi buchi, nei quali Anna inciampava cadendo sulle ginocchia. Alcune chiome erano così ampie che si allungavano fino toccare il suolo, coprendosi le une con le altre. Qua e là spiccavano alcuni grandi massi dalla superficie liscia e pulita. Era un posto delizioso e Anna si domandava come mai la madre si fosse sempre limitata a tenerla lontana.

Inaspettatamente la sua attenzione fu attirata, come per mezzo una calamita, da una strana fessura tra le foglie di una chioma cadente che arrivava ad essere adagiata al suolo, come se dormisse. La bambina seguì l’istinto e si avvicinò al fogliame. Spostò i rami morbidi che contornavano la fessura e quest’ultimi rivelarono uno strano cunicolo naturale, risultato dell’intrecciarsi di numerosi rami e radici.

Anna avvertiva la presenza di qualcosa alla fine del piccolo tunnel e istintivamente si infilò nel buco. Era troppo basso per poterlo attraversare in piedi perciò fu costretta a percorrerlo a carponi. Le sue ginocchia nude, lasciate scoperte dal vestitino estivo, si macchiarono del colore marrone del terreno umido. Alla fine della piccola galleria delle morbide fronde di salice esigevano di essere spostate.

Anna allungò una mano creando un varco per permettersi di uscire dal passaggio segreto. Si trascinò fuori dal cunicolo e la accolse una lieve ma frizzante brezza. Sgranò gli occhi dopo esserseli strofinati con le mani.

Davanti a lei si apriva un prato immenso, ancora più grande di quello vicino a casa sua. Era attraversato da un’imponente corso d’acqua blu argentata. Al centro, un ponte di pietre ricoperto di verdi rampicanti, si distendeva sull’acqua. Al di là del fiume un mulino di pietra chiara cosparso di edera e rampicanti che davano fiori rosa imponeva la sua presenza e la sua ruota girava spinta dall’acqua producendo un piacevole rumore di sottofondo. Tutt’intorno erano sparsi dei salici piangenti con fronde verdi e viola luccicanti e alberi maestosi come querce le cui radici offrivano posti ideali per fermarsi a riposare. Erano alternati da cespugli con fiori azzurri e rosa e alberi come aceri che davano chiome sui toni del rosso e arancione. Le chiome colorate, i fiori e le foglie si specchiavano sull’acqua argentea. L’erba era così morbida e fresca che Anna sentì subito l’impulso di levarsi i sandali per godersi il piacevole solletichio dell’erba sotto i piedi nudi. La bambina era ammaliata dalla bellezza di quel mondo incantato.

Corse, rise e giocò tra quelle chiome fino a quando il sole iniziò a calare. Spaventata che la mamma potesse sgridarla se si fosse trattenuta oltre, Anna si affrettò a tornare a casa ripercorrendo il passaggio segreto e attraversando correndo il prato davanti alla sua abitazione. Arrivò davanti alla porta di casa con il fiatone e si ricompose prima di rientrare.

Il giorno seguente la bambina si recò di nuovo nel mondo incantato attraversando il passaggio segreto. Aveva deciso di esplorare ciò che ancora non era riuscita a vedere perciò attraversò il ponte solido e si imbucò nel mulino aprendo un grande portone di legno con dorate maniglie rotonde.

La prima cosa che la bambina notò entrando furono i grandi ingranaggi che permettevano alla ruota di muoversi sollo la forza costante delle spinte dell’acqua. Addossata alla parete di sinistra c’era una scala che Anna non esitò a salire. Al piano di sopra l’ampia stanza, illuminata da larghi fori nella pietra come fossero finestre, era completamente vuota.

Secondo Anna era un ottimo posto da trasformare in una specie di rifugio segreto. Si affacciò alla finestra senza vetro e poté ammirare quel prato fiabesco da una prospettiva più alta.

Nei giorni successivi la bambina si occupò di portare alcune coperte, cuscini, giochi, colori e fogli nel suo nuovo posto preferito. Fu abbastanza fortunata poiché la madre non si accorse di nulla.

Lì passò l’estate più bella di tutte quelle precedenti. Tuttavia, durante l’inverno, non poté recarsi nel prato incantato poiché il freddo e il gelo aveva coperto di neve e ghiaccio la superficie di ogni cosa, rendendo pericoloso addentrarsi nel boschetto.

L’estate successiva Anna fu di nuovo libera di correre nel prato vicino a casa sua e di addentrarsi nel bosco fino a raggiungere il passaggio segreto che la portava in quel posto tanto bello quanto ancora misterioso a suoi occhi.

Aveva otto anni e iniziò a fare tanti disegni per cercare di rappresentare quella radura dall’aspetto quasi magico.

Durante la primavera erano sbocciati dei bellissimi fiori bianchi che Anna non ricordava di aver visto l’anno precedente. Era il classico tipo di fiori che si trova nei bouquet durante i matrimoni.

La bambina si armò di pastelli e pennarelli e iniziò a riempire fogli e fogli come se disegnasse arcobaleni di forme diverse.  A parte alcune piante, nulla era cambiato e nulla cambiò anche dopo l’anno in cui la bambina compì otto anni. Nella stanza sopra al mulino aveva disposto diversi raccoglitori colorati dove aveva riposto con cura e in ordine cronologico tutti i suoi disegni.

Nonostante Anna cercasse sempre di riprodurre il più fedelmente possibile la realtà sulla carta, c’era sempre qualcosa che non riusciva a valorizzare sul foglio. Ad ogni disegno mancava qualcosa di prezioso e perciò la bambina non poteva stabilire quale tra tutti fosse il meglio riuscito. Aveva provato a disegnare il mulino, i fiori, il fiumicello, gli alberi così come le apparivano, ma per quanto si sforzasse, alla fine risultavano sempre diversi dalla realtà.

Ad Anna sembrò quasi che quel luogo non si lasciasse immortalare da una matita e dei pastelli colorati.

Spesso la bambina indossava di nascosto un costume sotto i suoi amati vestitini estivi per poter fare il bagno nell’acqua fresca del fiume.

Arrivò di nuovo l’inverno e Anna lo passò a desiderare la primavera per poter tornare nuovamente nel suo posto segreto.

Trascorse così i due anni che seguirono. Nulla la rendeva più felice dell’erba fresca e dei fiori colorati che poteva trovare oltre il passaggio nascosto. Man mano che crebbe la giovane non incontrò mai difficoltà attraversando il cunicolo, come se quest’ultimo crescesse con lei, senza rivelarsi mai troppo stretto per poterci passare gattonando.

A dieci anni Anna trascorse l’ultima estate facendo letteralmente avanti e indietro da casa sua al meraviglioso giardino.

Quando compì undici anni la bambina divenne una ragazza e, di conseguenza, perse gradualmente interessa per il suo vecchio mondo bambinesco. Si recava oltre il bosco sempre meno frequentemente finché non arrivò a preferire restare a casa, in camera sua. Giocare all’aria aperta era diventata, ai suoi occhi, un’attività infantile e, desiderosa di crescere, aveva dimenticato il passaggio segreto e la favolosa radura che da esso era celata.

Il tempo passò velocemente e Anna compì quindici anni. Ormai nemmeno pensava più alle estati della sua infanzia.

Durante quell’estate ebbe la tentazione di recarsi nuovamente della radura oltre il cunicolo per crogiolarsi un po’ nei ricordi della sua fanciullezza. Voleva trovare i suoi vecchi disegni e le tracce che lei, lì, c’era stata davvero e che, quel posto, era esistito realmente. Non aveva mai dubitato dell’esistenza di quest’ultimo ma aveva il desiderio di tornarci.

In un caldo pomeriggio la ragazza riuscì a ritagliarsi un po’ di tempo per esplorare il bosco con gli occhi di una adolescente cercando quel cunicolo di radici e rami coperto dalle morbide fronde dei grandi salici. Le parve di essere tornata di nuovo bambina, con l’unica differenza che non indossava più vestitini estivi, che erano stati rimpiazzati da short di jeans e magliette corte.

Il ricordo della strada che prendeva per arrivare al tunnel naturale appariva, nella mente di Anna, nitida come se l’avesse percorsa solo il giorno precedente. Cercò in lungo e in largo il passaggio segreto ma non raggiunse nessun risultato. Che fosse stato coperto dalla vegetazione?

In tutti gli anni in cui d’estate trascorreva le sue giornate nel prato fiabesco nessuno aveva mai tagliato la vegetazione e questa era sempre cresciuta senza oscurare l’entrata del tunnel. Anna si domandava cosa potesse essere cambiato da allora.

Si trovava spiazzata davanti al punto di boschetto in cui, anni prima, trovava senza alcun problema il cunicolo. Nulla, non una traccia di quel passaggio.

Tuttavia Anna non si scoraggiò e il giorno successivo si diresse nuovamente verso il bosco ma non ottenne risultati differenti rispetto al tentativo precedente.

Iniziava a considerare l’ipotesi che crescendo il ricordo di quel meraviglioso luogo si fosse alterato.

Ma la verità era che aveva avuto fretta di crescere. Con questo desiderio, aveva eliminato la sua parte bambinesca e con essa anche tutto ciò che la aveva caratterizzata. 

🖤🖤🖤

Eccomi con una one-shot sul valore dell'infanzia che mostra il lato negativo di crescere troppo presto.

Fatemi sapere cosa ne pensate e se vi va passate a leggere l'altra mia one-shot: "Siamo nate dalla stessa stella".

Ciao a tutti!
La mia carissima amica f_carola ha prodotto questo bellissimo disegno raffigurante il personaggio di Anna.
Grazie di cuore <3
Link dei crediti nel commento in linea.

Continue Reading

You'll Also Like

1.4M 60K 82
Ferita e sola, Cassandra riesce a scappare dalla prigione in cui è stata rinchiusa per mesi da un gruppo di trafficanti di persone. La voglia di ris...
449K 21.4K 43
Teen drama. "Trovai il coraggio di alzare gli occhi nei suoi. Erano neri come la pece e profondi come un pozzo senza fine. Incutevano quasi timore. ...
4.7K 36 4
Brevi racconti spicy incentrati sulle ragazze e i ragazzi del Night Blue Moon di Amsterdam,
60.7K 1.2K 55
alessandra ragazza di ventidue anni di roma ha un carattere forte e sicura di sé, con però dei mostri dentro...mentre lui giacomo ragazzo di ventiqua...