BLOOD TOXIECITY- IN PAUSA

By IreneRaverlorParrava

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Scott era un tossico come si deve, una volta, andava solo ogni tanto a farsi dissanguare dagli Ematofagi di z... More

Un bravo casalingo(PROLOGO)
Cap.1 - Pessimo Guardiano
Cap.2 - Un trip a puro scopo didattico
Cap.3 - Im-bucato alla festa
Cap.4 - Clichè su Clichè
Cap.5 - Due inseguimenti
Cap. 7 Modern Merida
Cap.8 - Mad Ritual
Cap.9 - Amore Materno
Capitolo 10 - Salto nel nulla cosmico
Capitolo 11 -A muso duro
Capitolo 12 -Trio riunito
Cap. 13 - Mar rosso di fuoco
Cap 14 - Calling vampire
Cap. 15- Il vello dell'ignoto

Cap. 6 Non autorizzati

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By IreneRaverlorParrava


SCOTT

FLASHBACK

L'MPE non coinvolgeva facilmente esseri umani civili nelle sue indagini, ma in quel caso non avevano avuto alternative.
Nathan Maxwell, il capodipartimento dei Marshal Preternaturali gli stava dicendo «E' da un pò che ti comporti bene come informatore per noi. Mi dovrai fare questo piacere, sei quello più indicato per farlo» gli circondò le spalle con fare protettivo.
Riusciva a percepire sia la sua preoccupazione che il suo desiderio, quell'ombra che viene negli occhi dei bravi poliziotti quando si fissano su un obiettivo perchè venga definito.
«Sei già stato ai rave party e ai raduni esclusivi dei vampiri. Puoi trovare il modo di andare con il contatto del capoclan dei vampiri, Eridanus, nell'Utah e scoprire per noi quello che sta succedendo.» Fissò gli occhi blu nei suoi, cerchiati da un volto mascolino, una barba curata e capelli lunghi biondi che portava spesso legati, ma non oggi.
Scott prese un sospiro profondo, sentendo un suono crepitante nel torace. Era da un pò che cercava di regolarsi con gli eccessi, senza successo. La sua salute ne risentiva. Il colorito della pelle era pallido e la superficie asciutta, spesso umida. Annuì e domandò «Mi serve qualche dettaglio?»
Nathan gli passò una stampa dai fascicoli di estratti selezionati per lui. Si sedette. Lui si preoccupava sempre quando i poliziotti e i medici facevano così e si prendevano la confidenza di sedersi.
«Avete trovato...centosettanta cadaveri ancora in fase di identificazione? Quasi tutti razziati?»
Gli sembrava per un momento che quel discorso facesse sentire l'altro a metà fra un disagio e una decisione ormai presa e inoppugnabile.  «Hai più possibilità di noi di scoprire che cosa stia succedendo laggiù.»
«Solo perchè non sono come voi, credi che non possa morire? Va bene, ma i soldi mi servono ora».
Per quello era partito come informatore segreto, diversi mesi prima di diventare Licantropo. Senza sapere come sarebbero andate le cose.

**** SCOTT - PRESENTE

In quel preciso momento la sala dove si trovavano iniziava a perdere l'atmosfera da ricco salotto di inizio Novecento con arredi e mobilio d'epoca, a causa della imperterrita presenza di camerieri che trasportavano sui tavoli ai margini ogni genere di brocca, alimenti e bicchieri. Lo stile eccentrico del proprietario di casa, colui che la casa la sacrificava a quella massa informe di persone particolarmente proletarie, era compensato da un largo uso di bicchieri e posate in plastica. Sembrava che se ne potessero trovare già abbandonati ai bordi dei tavoli infiniti, ancora pieni di pezzetti di tramezzini, tartine e salatini vari.
Tutto era raffinato ed enormemente abbondante, ricercato. Come l'ultima cena dei condannati a morte.

Balth ne aveva tremendamente l'aria. Intanto di suo era un ragazzo sui vent'anni pallido e con i contorni del volto, zigomi e mento affilati. Non era né bello né brutto, anche se poteva pendere più per la seconda cosa con la luce sbagliata. O con tutto quel sangue in faccia.

I capelli erano leggermente mossi e neri, gli occhi altrettanto, o di un castano proprio scurissimo. Era magrolino, abbastanza basso, persino più del giovane licantropo.

Incespicò nella sua direzione e si fermò solo una volta che gli fu dietro, inalberato. Aveva la particolarità di sembrare sempre noioso quando parlava «Non capisco davvero perché deve finire così, in una insensata violenza. Mi conoscevano, bevevamo sempre assieme. Ora hanno chiesto se trovo divertente ora essere dell'MPE ed è finita in una rissa fra una vampira antica e il vampiro guida della Morgue al St Joseph.» anche la voce, di Balth era bassa e fievole, una di quelle leggermente monotone. Sembrava adattissima, per toni e modi, ad essere acclamata fra i vampiri antichi, quelli che trovavano difficile adattarsi a un linguaggio troppo...brusco come quello moderno, eccessivamente diretto. La voce non obbediva alla sua gioventù, esprimendo un cinismo già acquisito.

«Perchè allora sei tu a sanguinare?» chiese Scott in un modo che sperava esprimesse sia preoccupazione che il senso del ridicolo per quella situazione imbarazzante.

Balth sembrò a disagio ma questo non gli impedì di usare il solito mezzo-tono quasi con un che di esasperante per lentezza, camminando, al contrario, in fretta. Voleva allontanarsi da quelle urla che ancora si sentivano, vicine. Imboccò un corridoio laterale rispetto al salone
«Ha cercato di farmi fare qualche idiozia come un incantesimo illegalmente. Sai che sono vietati per noi in pubblico. Poi quando ha visto che non mi decidevo a reagire, ha fatto finta che lo stessi per ipnotizzare. Quei trucchi per i quali la polizia può sparare a vista senza Miranda Warning. Bella scena. Ha iniziato a urlare, colpendomi e dicendo che volevo fregarlo».

Dalla massa dei vampiri un paio venivano da quella parte. Cambiarono rapidamente percorso, prendendo una scala che portava al piano di sopra, cercando una stanza libera. Ce n'era una da cui stavano uscendo una donna molto giovane e molto bionda e un uomo molto anziano e molto ubriaco. Ci si infilarono subito, sgusciando alle spalle della coppia che ridacchiava. Una volta chiusa la porta sentirono dei passi superare le porte. Nessuno bussò.
Scott dall'interno girò la chiave nella toppa.

Balth sembrava avere bisogno di riprendersi, cercò di tamponare il sangue direttamente con l'orlo di un lenzuolo, di seta lucente. Il letto era il solo mobilio a portata di mano. Un alone sbiadito segnalava che un qualche pezzo della collezione di soprammobili costosi era stato trafugato non molto tempo prima. D'altronde era il rischio di portarsi a casa dei tossici e sconosciuti, sarebbe stato assurdo non approfittarne per quella gente lì.

Scott non era mai stato uno bravo nei furtarelli, ma era sicuro che invece altri si sarebbero proprio divertiti al ritorno, confrontando il bottino. Mentre il naso di Balth diventava di un viola simile alle prugne e si gonfiava, accentuandogli delle occhiaie del tutto naturali e all'incirca perenni che evidentemente facevano parte del suo corredo genetico, Scott si appoggiò alla parete e scrutò fuori oltre le tende.

Il giardino all'esterno era poco frequentato ma il viale era pieno di belle auto scure perfettamente parcheggiate a lisca di pesce. Lo Stregone si riprese sufficientemente da raggiungerlo e dire, con voce nervosa «Perchè sei qui, Scott?»
«Dimmelo tu, perchè ti trovi a un Blood Rave. Io gioco in casa». Si appoggiò la mano sul petto.
«Non è vero. Nathan e Nolan si stanno prendendo cura di te. Non puoi fargli questo. Non ti conosco come vorrei, ma so che lui non potrebbe mai lasciare che tu...»

Smarcò da lui lo sguardo e fissò il parcheggio rispondendo «Faccio come voglio. Invece dimmi...come mai da queste parti? Non può essere una coincidenza se l'unico purista viene a un evento come questo. Non ne vedevo da anni organizzati così in grande stile, a Denver.» Tornando a guardarlo.

Gli occhi scuri diventarono severi. Se era l'aria di uno colpevole, sembrava lontana anni luce da quelle a cui Scott era abituato. Oppure era assolutamente un perfetto bugiardo.
«Sto seguendo una pista. Cerco notizie che girano nell'ambiente. Adesso dimmi....come fai a sapere che sono un purista?»
Lo vide quasi tentennare prima di usare quella parola. Purista. Era la categoria di Donatori del Sangue più rara.
Ridacchiò «Te ne stupisci? Eri il dessert preferito di Eridanus»
«E con questo?» sembrava non cogliere il nesso.
«Ed eri il figlio di quel Racial Bounty Hunter. Una cosa preziosa.»
«Proprio per quello lo sapevano in pochissimi.»

Se era nervoso la sua voce annoiata aiutava lo stregone a nasconderlo. Scott scrollò le spalle «Io lo sapevo» commentò per tutta risposta.

Balth strinse le labbra. L'altro proseguì, annusando quasi, a fiuto, l'odore su di lui del sangue, di un dolore e qualcos'altro. Una specie di miscuglio. Doveva essere qualcosa di chimica, ormoni, qualche stronzata dei suoi nuovi sensi più efficienti di quelli di prima. Ignorava come fosse possibile ma ora sentiva odori diversi e più complessi, che da umano gli era impossibile notare e distinguere. Ora invece non sapeva interpretarli. Era come avere un testo in una lingua sconosciuta, della quale manca il vocabolario, o la Stele di Rosetta.

«Sai, da Donatore, mi sono sempre chiesto come si fa a restare Puristi a lungo. Insomma è una cosa quasi perversa»
«Potrei dire che i pervertiti siete voi Blood Junkie.» ribatté invece Balth con un'espressione scontenta e le sopracciglia aggrottate.
«Noi facciamo una cosa più...umana. Ci facciamo mordere e ci eccitiamo. Agli uomini viene duro quando vengono morsi e non vedo perché non si possa approfittare della situazione. Niente è più intimo che dare il sangue no?» lo scrutò.

A quel poliziotto della squadra MPE non sembrava piacere come lo stava guardando, come se fosse un animale raro allo zoo. Rispose veloce, quasi recitando a memoria una risposta a domande che già aveva sentito mille volte.
«No. Per me è una questione diversa, mi basta il Morso. Il resto non ha contesto. Non bisogna confondere sensazioni e soprattutto quello che è l'altra persona per noi. La maggior parte di voi, dal mio punto di vista, è anomala. Non è assolutamente una cosa che reputo normale scopare con degli sconosciuti solo per istinto.»
Scott rise forte, più di quanto avesse intenzione «Ah davvero? Saremmo anomali. Sembri un vecchio che guarda i ragazzi andare in discoteca.»
«Chiamami bigotto. Se ti fa piacere.»
Sottospecie di emo presuntuoso.


Un sospiro da parte di entrambi. Poi il licantropo riprese «Perciò...sei qui per riassaporarlo?»
«Non mi farò mordere, come ho detto. Sto seguendo davvero qualcosa. In quanto a te, da informatore MPE quale sei, ti chiedo di non farne parola. Se resti in questa stanza chiamo il capo e gli chiedo di venirti a prendere, prima che ti cacci nei guai»

Scott alzò le sopracciglia «Sa che sei qui?»
Da come Balth sfuggì all'occhiata intuì la risposta.
A-HA! Beccato.

«Perché rischiare che la tua copertura salti, perché informare anzitempo il Capodipartimento? Se devi fare qualcosa posso aiutarti. Conosco un mucchio di persone qui. Posso rendermi utile.»
Fu il turno di quello, per una risata sarcastica, sempre bassa. Sottotono anche quando rideva.

«Ci mancava! A parte che è una questione riservata, privata e che riguarda le indagini. Inoltre tu non dovresti essere qui. Se il capo o Nolan Blackwell lo scoprissero...»
Scott sbuffò «Dammi una possibilità. Finora vi ho aiutato. Ricordi quel caso in Utah? Chi è stato mandato da solo come un pezzo di carne?» Quasi canticchiò le ultime parole, indicandosi «Eccomi! Ci sarà qualcosa che ti serve, un contatto particolare. Avrai delle idee e un piano. Lascia che io sappia il meno possibile ma sfrutta questa occasione. E aspetta di smettere di colare sangue, non è mai una buona idea in presenza dei vampiri!»

Voleva scoprire se diceva il vero e quella era la strada migliore. Se lo Stregone aveva mentito così ci avrebbe messo pochissimo a capirlo. Ma supponendo avesse invece detto il vero, poteva sia aiutarlo che cercare di capire perché faceva tutto questo all'oscuro come sembrava, senza un'autorizzazione ufficiale della polizia.
Soppesando la risposta, il ragazzo gli rispose «D'accordo Scott. Non farmene pentire. Ti spiego a chi voglio arrivare. Nient'altro.»
Meglio di quanto pensassi, forse avrò una risposta a breve.

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