Compagni Di Guerra - Cicatrici

By tainay

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TERZO VOLUME DELLA TRILOGIA "COMPAGNI DI GUERRA" (Non riesco a modificare l'ordine dei capitoli, seguite i nu... More

Prologo
1. Ritorno a casa
2.Parole non dette
3. Il bruciore delle ferite
4. L'ombra del passato
10. Quindici ombre
5. Mondo di sangue e cicatrici
11. L'arte del sopravvivere
6. Lacrime d'addio
12. Polvere di stelle
13. Sangue nero
8. Ali spezzate
14. Verso le nuvole
9. Imparare a volare
15. Il tradimento del Demone
16. La rabbia del Demone
17. Il lupo cattivo
L'ombra del fantasma
Il mostro
Mai porgere il fianco
Papà vi saluta
Tu sei il prossimo
Volere è potere
Immobilità e impotenza
Campi bruciati
Il passaggio della corona
La salvezza
La caduta
La mela avvelenata
La resurrezione
Il profumo della vittoria
Pezzi rotti
Punta Mörker
INTERVISTA
La vetta dei campioni
Sulla lista
Il ponte del sud
Era necessario
Troppo facile
Le responsabilità di un Capo
La cosa più sbagliata
La Fenice
Torna per te stesso
SOS
Di nuovo all'origine
Stai attento Hunt
Il debito della volpe
Profumo di casa e salsedine
Prendere o lasciare
Io non volevo questo
A cuore aperto
Sorrisi nella notte
Speranza sotto forma di volpe
La Morte arriva per tutti
Cenere
Per amore
Il principe esiliato
Oltre la debolezza
Vinci, Fenice
La fuga- parte 1
La fuga-parte 2
La fuga-parte 3
Guerra senza eserciti
Il confine della follia
Dolci sguardi e teste fracassate
"Stai una favola."
Due disastri
Blocco dello scrittore
Quattro minuti
Tra le canne da zucchero
Calorosi benvenuti e coltelli alla gola
Serpe in seno
Salvare l'insalvabile
Il Corvo
Come due comete
Una vita come tante
I tre orfani
Sangue sulla roccia
Il ramo d'ulivo
La guerra chiama
La famiglia Hunt
L'ultima notte
Il banchetto degli avvoltoi
Occupare lo spazio
Insetti nell'ambra
I Compagni di Guerra
L'ultima preghiera
Il sapore della follia
Oro e sangue
La sala del Consiglio
Il mondo trema
Epilogo
Ringraziamenti

7. Sguardo fiero

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By tainay

Haley

Il foglio di carta giace davanti a me e con uno sguardo che ha del cupo, gli do fuoco, osservandolo diventare cenere e sporcare il tavolo di legno che non viene intaccato dalle mie fiamme.

Non è stata colpa loro se è successo quello che è successo. Eppure non posso fare a meno di provare fastidio nel constatare che alla fine è stata in parte colpa loro.

In fondo tra le loro fila c'era un traditore e anche se Sahar faceva finta di avere tutto sotto controllo, non è mai stato davvero così. Si è fatta sfuggire un uomo con le conoscenze necessarie a distruggere la stessa associazione e che ha collaborato con Il Sanguinario per piazzare le bombe sotto Dilos.

Branco di idioti. Così l'ha chiamata Sohrt quando ci ha trovati.

E da un lato non posso fare altro che concordare con lui. Hanno commesso degli errori stupidi, accecati dalla loro stessa ingenuità. Ma come dar loro torto? Neanche loro sapevano chi fossero i veri nemici, le vere spie.

Tutti abbiamo pensato che fosse finita con David Hunt, Il Generale, ma la realtà è che lui era solo l'inizio.

Eppure l'A.D.E.R. è l'unica possibilità, la mia unica possibilità per vendicarmi di quello che mi è stato fatto, di ciò che mi è stato tolto.

Il rumore della bottiglia che viene sbattuta sul tavolo mi riporta alla realtà, e alzando gli occhi, vedo Ardin osservarmi in silenzio, come se stesse pensando a un discordo da rivolgermi, ma alla fine desiste, sedendosi accanto a me.

"Dove si nascondono, quindi?" Chiede, rigirandosi tra le mani la bottiglia di vodka, i capelli rossi che gli oscurano gli occhi, impedendomi di leggere la sua espressione.

Ardin sa tutto. Ho dovuto dirglielo, per spiegare come eravamo finiti insieme e chi avesse forzato il legame tra di noi. Gli ho raccontato di Sohrt, di David, dell'A.D.E.R. e ho rivelato segreti che forse dovevano rimanere tali. Ma in quel momento non mi importava se stessi andando contro le regole o se l'associazione avrebbe mandato uno dei suoi per uccidermi.

Anzi, se lo avessero fatto sarei stata contenta: almeno me la sarei presa con qualcuno, invece di tenermi tutto dentro e combattere con la Furia che mi assaliva ogni due per tre costringendomi a rimanere chiusa nel mio Alloggio come una prigioniera.

Gli ho raccontato tutto quello che doveva sapere e lui seppur un po' incerto mi ha creduto. Come non poteva, quando la prova eclatante risiedeva tra noi due? Un Legame malato, a metà, impuro.

Un Legame innaturale e che nessun altro Compagno di Guerra ha. E come se non bastasse, che non accennava a sbiadire nonostante all'inizio lo odiassi. È come se Sohrt mi avesse marchiato per l'eternità, impedendomi di staccarmi da Ardin.

E ovviamente non potevo neanche farmi togliere il microchip per cambiare Compagno, perché come avrei spiegato la mia decisione? Le autorità conducono controlli minuziosi prima di iniziare la procedura, e avrebbero visto che la natura del Legame era diversa, nata per uno scherzo orribile di una magia malata.

Avrebbero visto i segni rossi simili a fulmini che si diramano dal microchip lungo il mio collo e avrebbero fatto domande a cui io non posso rispondere.

"Haley?" mi richiama alla realtà con uno schiocco di dita ed io sono costretta a distogliere lo sguardo dalla sua figura per guardare corrucciata le ceneri sulla tavola.

"In realtà sono qui a Shele, anche se non mi hanno detto il posto vero e proprio. Solamente di presentarmi con il buio al parco Primo."

Le sopracciglia di Ardin schizzano verso l'alto "Suona come l'inizio di un rapimento." commenta e davanti ai miei occhi passano le immagini di come è andato il primo incontro conl'A.D.E.R.

Effettivamente non è poi così lontano dalla realtà.

"Cosa pensi di fare? È il crepuscolo." Continua appoggiandosi alla sedia, in una posa quasi rilassata.

"Come cosa penso di fare? Credevo che volessi venire anche tu!"

Lui mi guarda per lunghi momenti prima di scrollare le spalle "Dai un sacco di cose per scontate, Haley."

A quello devo trattenermi dall'alzare gli occhi al cielo, anche se la frase punge più del necessario.

"Credevo volessi sconfiggere i Consiglieri, come me. Sai delle cose che fanno alle persone, all'intera popolazione uma-"

"Non è questo il punto!" scatta in avanti, sbattendo la mano sul tavolo e facendo sobbalzare me sul posto. E solo ora mi accorgo del suo sguardo febbrile e lucido, come se la sua intera mente fosse un turbine di pensieri oscuri.

"Continui ad agire senza pensare! Sai cosa ti farebbro se venissero a scoprire tutto questo? Cosa ci farebbero? Hanno già ucciso il tuo Compagno, Haley! Cosa credi che li fermerebbe dal venire qui e fare del male a te, a me, o peggio alla tua famiglia?"

Davanti alle sue parole di accusa ammutolisco, abbassando lo sguardo sulle mie mani, la vergogna e fastidio che mi impediscono di vedere chiaramente il suo tentativo di mettermi in guardia, di farmi ragionare.

"E cosa vuoi che faccia, allora!? Dimmelo Ardin! Risolvi tu questa situazione!" Il mio è un urlo, la tensione della discussione di ieri ancora nell'aria e delle scintille mi escono dai pugni serrati, mostrando la mia agitazione.

Le mie orecchie incontrano solo un silenzio devastante, anche lui senza risposta davanti ai quesiti che mi sto ponendo da quando tutto questo è iniziato.

C'è davvero una soluzione?

"Ardin, so che sei spaventato. Lo sono anche io...sono terrorizzata." confesso, la mia voce diventata un sussurro e i suoi occhi castani sembrano adombrarsi ulteriormente di fronte all'evidenza.

"Ma ho finito di nascondermi come un topo in gabbia. Mi hanno schiacciata come un insetto, ci hanno schiacciato come insetti e si aspettano pure che rimaniamo con le mani in mano? È vero che a loro basterebbe poco per raggiungermi e farla finita, ma sai cosa ti dico? Che vengano!" Mi alzo in piedi come una furia, rischiando di ribaltare la sedia dietro di me.

"Non posso permettere che mi impediscano almeno di provarci. E qui non si tratta di essere coraggiosi o senza un'ombra di paura. Si tratta semplicemente di essere degli esseri umani con un cuore. Non riesco a rimanere indifferente davanti a tutte quelle morti."

Lo guardo un'ultima volta, e vedo nelle sue iridi una luce combattuta e spaventata che è fin troppo simile alla mia.

"Quindi Ardin, spero tu decida saggiamente."

Mi chiudo la porta di casa alle spalle e prendo un grosso respiro prima di iniziare a scendere le scale del mio palazzo, per la prima volta dopo un anno e mezzo, fiera di me stessa.

E forse anche qualcun'altro lo sarebbe stato se fosse ancora qui con me.

Quando arrivo al parco Primo, chiamato così perché è quello più vicino alle porte d'entrata a Shele, il cielo è buio, regalandomi la vista delle stelle luminose.

E come frutto di un'abitudine che appartiene alla mia infanzia, faccio scorrere lo sguardo su di esse, accarezzandole tutte, fino ad arrivare alla mia costellazione preferita, quella del Dragone.

La saluto come una vecchia amica, ricordandomi la voce del nonno che mi raccontava la sua storia con un sorriso stampato sul volto, che però svanisce presto quando una voce femminile e più che familiare mi fa abbassare lo sguardo sulle cose terrene.

Il silenzio è quasi soffocante, come se la sua figura avesse messo a tacere tutti i suoni del mondo. Davanti a me, avvolta da un mantello che la fa apparire come un'ombra, c'è Sahar.

"Sei viva." sussurra e riconosco nel suo tono una punta di sollievo, prima che il suo volto si faccia confuso.

"Dove eravate finiti? Perché sei sola? Dov'è Logan?" mi riempie di domande, anche se sono poche in confronto a quelle che sicuramente vorrebbe pormi, a giudicare dall'espressione incredula.

"Logan è morto, e noi abbiamo molte cose da dirci."

Appena pronuncio quelle parole, una stilettata al petto mi ruba il respiro, ma come ho capito ormai da tempo, devo lasciare che la ferita si cicatrizzi. Devo...guarire.

Lo sguardo si Sahar si fa cupo e per la prima volta mi rivolge il suo vero tono: scosso e per niente autoritario, come se fosse si fosse dimenticata improvvisamente del suo ruolo.

"Fin troppe." sussurra e mi fa cenno di seguirla, sparendo di nuovo tra le ombre del parco silenzioso.

§§§

Tutto nella stanza tace, il silenzio mortale che ti penetra nelle orecchio rischiando di bucare i timpani con la sua intensità.

Eppure, in qualche modo, è anche giusto che sia così. La mia storia merita il silenzio brutale e carico di disagio che proprio Sahar sta dimostrando con il suo sguardo perso nel vuoto e che Iskandar imita, le due donne dal carattere guerriero improvvisamente ammansite.

"Ciò che hai vissuto..." inizia Sahar, interrompendosi subito dopo come per cercare le parole giuste ma dopo secondi di silenzio, realizza che non ce ne sono.

"È terribile e mostruoso. Ci dispiace davvero esser stata la scintilla che ha scatenato questo incendio, come ci dispiace avervi lasciato in balia della situazione subito dopo Dilos." opta per delle scuse e vi leggo la sincerità assoluta nel suo tono, che mi fa appoggiare allo schienale della sedia, un po' più a mio agio.

Non saranno di certo delle scuse a farmi stare meglio, ma è un inizio. Ci hanno provato.

"Ci siamo nascosti come conigli e per questo proviamo infinita vergogna." aggiunge Iskandar, i capelli rossi che la fanno sembrare una donna guerriera e quasi mi aspetto di incontrare il micorchip quando mi da le spalle, osservando la grande mappa dietro di loro.

Una mappa che riconosco bene, con la seconda pangea ingrandita per osservare ogni più minuzioso dettaglio di quella terra sconosciuta e misteriosa.

"Effettivamente ve ne siete andati con la coda tra le gambe, ma a quel tempo aveva vinto la maggioranza e non è che potevate fare effettivamente qualcosa." commento, ricordando quegli attimi di indecisione come fossero avvenuti ieri.

Allora le cose avevano iniziato a complicarsi un po', ma chi poteva immaginare che presto sarebbero peggiorate a tal punto da farmi finire nella situazione in cui sono ora?

C'è veramente di peggio alla morte.

L'espressione di Sahar si incrina ulteriormente e con un sospiro si passa una mano sul volto, facendomi notare le occhiaie livide che la contraddistinguono fin da quando ne ho memoria.

E i capelli neri acconciati in lunghe trecce fine, non fanno altro che farla apparire ancora più provata.

"C'è un motivo per cui siamo scomparsi dopo Dilos, anche se questo non può essere usato come scusante...abbiamo dovuto occuparci di affari interni." spiega ritornando a guardarmi con i suoi occhi scuri, riprendendosi man mano e quasi tornando al tono autoritario a cui sono abituata.

"Quel bastardo!" irrompe Iskandar voltandosi di scatto con fiamme al posto delle iridi azzurre e il suo tono arrabbiato è come benzina sul fuoco per i suoi pensieri, che scorrono come un fiume in piena.

"Bröm! Ci ha traditi! Quel pazzo stava dalla loro parte e ha piazzato tutte quelle bombe sotto Dilos. Ha poi deciso di scappare per non farsi catturare ma Regina lo ha scoperto e ha riportato tutto a noi. Dopo ore di interrogatorio ha confessato che collaborava con i Consiglieri da mesi ormai, e questo ci ha portati a sconvolgere un po' le cose."

"Ovviamente è morto." la semplicità con cui Sahar lo dice mi scuote appena e torno a ricordarmi chi è e di cosa è capace.

La battaglia di Dilos mi appare lontanissima se cerco di evocare quei momenti, ma le esplosioni le ricordo bene e ciò che hanno causato all'intera popolazione. Secondo le voci che sono girate dopo l'accaduto, sono morti più Normali sotto le macerie dei palazzi che per mano dei Vuoti.

"Quindi siete voi due a capo dell'A.D.E.R. ora?"

Sui loro volti appare un'ombra di orgoglio, prima che scompaia dietro la facciata seria.

"Esattamente, quindi saremo noi a dirigere tutte le operazioni...compresa la missione per cui sei stata reclutata, ancora quella volta."

A quelle parole ho un sussulto, e sento l'adrenalina entrare in circolo, facendomi più attenta, ricettiva.

"Come già saprai, i Vuoti provengono dalla seconda isola, che chiameremo Seconda Pangea per motivi di utilità. Il primo passo per concludere la guerra durata fin troppo, è quella di ridurre il flusso di Vuoti o per così dire, eliminare la fonte. Da quello che sappiamo, è chiaro che nella Seconda Pangea si trova la fonte di magia che poi viene distribuita nel nostro territorio attraverso i catalizzatori: le Pietre."

La mia mente si rifiuta di produrre anche solo un pensiero mentre Sahar spiega con tono serio la realtà a cui prenderò parte in futuro.

"Solo dopo aver distrutto la Base 1, la cui posizione ci è stata fornita dalle cartine di David Hunt, potremmo pensare a come risolvere la questione dei Consiglieri."

La questione dei Consiglieri...chi deciderà? Chi farà il boia? Come si può anche solo sperare di uccidere degli esseri con poteri così terribili?

Decido di rimanere in silenzio, ancora sopraffatta dal discorso, anche se in me non c'è una goccia di protesta. E questa realizzazione non so come prenderla. I sentimenti di vendetta non mi appartengono, non mi appartenevano, eppure non provo nulla se non soddisfazione nell'immaginare i Consiglieri inginocchiati a terra con una pistola puntata alla nuca.

"Ovviamente non possiamo mandarti da sola, sarebbe un suicidio. Dunque quello che ti chiedo è: il tuo nuovo Compagno...come ti sembra? Può essere adatto per la missione?"

"Lo state chiedendo a me?" il mio è un tono stupito, e come non potrebbe esserlo? Non sono io ad avere il potere di decisione qui.

"Haley...sei la nostra informatrice principale e candidata migliore, anche con il problema del nuovo microchip. Hai dimostrato il tuo valore in più di un'occasione e anche la tua lealtà: sei la nostra carta vincente. È normale che ti vogliamo includere nella gestione di questa missione."

Il mio cuore perde un battito ed è il mio turno di mostrare orgoglio con il mio sguardo, che le due donne sembrano accogliere con solidarietà.

"Ardin ha un senso del dovere molto forte e anche se non eccelle nel combattimento, non è ancora morto. È uno che pensa molto prima di agire e tutt'ora sta valutando se entrare a far parte dell'A.D.E.R., anche se credo che prenderà la giusta decisione. Posso garantire io per lui." cerco di essere il più sincera possibile, sapendo di non poter comparare Logan a lui. Sono due persone completamente diverse e non sarebbe giusto nei confronti di nessuno.

Le due donne sembrano soddisfatte della mia spiegazione, perché annuiscono.

"Avete tempo tre giorni prima che noi partiamo con i preparativi per la missione. Se non sarete entrambi, dovremo prendere qualcun altro."

Calano dei momenti di silenzio, nei quali nessuno si azzarda ad aprire bocca, troppe cose lasciate irrisolte e troppi argomenti dolorosi da affrontare.

Qualcuno bussa alla porta, rompendo quella strana atmosfera, e dopo che Iskandar ha dato il permesso con la sua voce imperiosa, sulla soglia compaiono Charles e Regina.

E la mia mente ci mette un po' a capire che sono davvero loro due, come se non volesse cogliere il fatto che è davvero passato del tempo dall'ultima volta che ci siamo visti.

L'anno e mezzo ha inciso sulla loro pelle nuove cicatrici e nuovi ricordi che prima non c'erano, come anche i loro volti sono stati segnati: sembrano invecchiati e hanno le spalle ricurve, come se portassero un peso di cui io non sono a conoscenza.

La barba di Charles è stata arricchita da nuove perline e trecce, facendolo apparire come un capo clan di una popolazione ormai scomparsa, mentre il caschetto biondo ramato di Regina è stato rasato completamente, esponendo dei tatuaggi intricati sulla testa della guerriera.

Ed io non posso fare altro che osservarli ammirata, stupita ancora una volta delle loro immagini, così possenti ed eroiche.

"Riccioli d'oro viva!" L'esclamazione da parte di Charles mi fa sorridere ed io mi alzo in piedi, salutando quella coppia che ho conosciuto grazie all'A.D.E.R. e che mi ha preso in simpatia fin da subito, distinguendosi dal resto dei candidati che volevano solo vedermi fallire.

"Pensavamo fossi morta...è bello che tu sia tornata." Regina è la prima a raggiungermi, lanciandomi uno dei suoi sorrisi appena accennati, ma che fatti da lei valgono quanto un abbraccio caloroso.

Charles invece mi dà delle sonore pacche sulle spalle, guardandomi con dolcezza, come un nonno a sua nipote "Sei grande."

Lo dice con un tono pensieroso ed io sorrido, capendo cosa vuole dirmi nonostante la sua difficoltà con le parole: ricordo ancora quando Regina mi ha raccontato dell'incidente che ha avuto ormai più di venti anni fa in battaglia, combattendo con un Vuoto, e della ferita alla testa che ora gli impedisce di formulare correttamente le frasi, dimenticandosi qualche parola qua e là.

"Sono successe delle cose, Charles, che mi hanno fatta crescere." ribatto io e a quello la stanza cade di nuovo in un silenzio cupo e carico di disagio. Ma non ho voglia e la forza di raccontare nuovamente la storia e l'alba si avvicina, per cui lascio l'ingrato compito a Iskandar e Sahar.

"È stato bello rivedervi, tutti quanti. Però ora sono costretta ad andare a casa." inizio con un sospiro "Parlerò con Ardin, e comunque dovessero andare le cose...avrete comunque una collaboratrice. Voglio vedere i Consiglieri capitolare."

L'ultima frase assomiglia ad una promessa e il mio petto arde più intensamente, sigillando così le mie parole.

Devono pagare per tutte quelle morti che si portano sulla coscienza...ammesso che ne abbiano una.



Spazio Autrice

Eccomi qui! Finalmente le cose iniziano a farsi più interessanti! Abbiamo l'A.D.E.R. comandato da due donne molto potenti e che sanno il fatto loro, e il fatto che trattino così Haley...mi piace la solidarietà femminile ecco. 👑🥰

Poi Charles e Regina? Loro due mi gasano moltissimo! E so che sto facendo tornare personaggi vecchi, ma se lo meritano. Poi Charles>>>>>🔥

Poi per quanto riguarda l'A.D.E.R., che ne pensate? Il piano è molto semplice ma l'unico possibile con le poche informazioni che hanno. Inoltre, se le Pietre sono usate come catalizzatori...qual è la fonte di magia? I Consiglieri stessi? O qualcos'altro? 🤔🤔🤔

Infine, voglio ringraziarvi per le 500mila letture nel primo libro. Siete davvero fantastici e non finirò mai di ringraziarvi. Ve se amaaaa.❤❤❤❤😭

Come al solito, spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Noi ci vediamo mercoledì!

Baci ❤

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