𝐓𝐡𝐞 𝐏𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫 𝐚𝐧𝐝...

Oleh MrsWeasley6

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[DAL TESTO]: Prese una manciata di colori e li sistemò sulla sua tavolozza. Voleva imprimere in quella tela b... Lebih Banyak

𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏: 𝐈𝐥 𝐏𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞
𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐: 𝐋𝐚 𝐂𝐫𝐞𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞
𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟑: "𝐈𝐥 𝐝𝐢𝐩𝐢𝐧𝐭𝐨"
𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 4: "𝐋'𝐢𝐧𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨"
Capitolo 5: "L'accordo"
Capitolo 6: "Il Primo Ricordo"
Capitolo 7: "The Touch"
Capitolo 8: "Vecchi dolori"
Capitolo 9: "Incontrollabile"
Capitolo 11: Il Bacio
Capitolo 12: "Ian"
Capito 13: "Amor Proprio"
Capitolo 14: "Sensi di colpa"
Capitolo 15: "L'amore"
Capitolo 16: "Equilibrio"
Capitolo 17: "Il Destino"
Capitolo 18: "La Famiglia"
Capitolo 19: "La Fine"
Capitolo 20: "Il Dopo"
Capitolo 21: "Φαρμακον"
finale alternativo

Capitolo 10: "L'inizio"

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Oleh MrsWeasley6

● Skinny Love - Birdy
● No Matter What - Calum Scott
● Die for - Sam Smith
● Make You Mine - Public

Il suono della sveglia era qualcosa che Harry aveva sempre odiato, ma era l'unica opzione per farlo svegliare alle sei di mattina ogni volta che doveva andare all'accademia. Esalò un respiro esasperato e si voltò per immergere la faccia nel suo cuscino, me venne bloccato da qualcosa. Aprì gli occhi leggermente confuso e capì.
La sera prima dopo aver finito il quadro e dopo aver risistemato tutto ciò che aveva scombinato, si era dedicato a preparare il cambio per l'indomani e il suo zaino con i suoi quaderni per gli appunti e un po' di materiale nel caso in cui avrebbe dovuto dipingere.
Proprio quando aveva ormai concluso Louis aveva fatto capolino nella stanza, ricordandogli di dover vedere un film insieme ogni sera. Già, aveva promesso. Cosi si erano messi a letto, sotto le coperte ed Harry aveva fatto partire "La La Land", uno dei suoi film preferiti. Louis lo aveva particolarmente apprezzato, tanto da piangere ogni volta che piangeva Mia, la protagonista, e stringendo la mano del riccio nel finale.

<<Non riesco a decidermi se sia triste o semplicemente meraviglioso>> ruppe il silenzio il liscio, con le canzoni dei titoli di coda di sottofondo.

<<Può essere entrambe le cose. Una storia meravigliosamente triste>> il tono conciliante come se stesse spiegando in modo semplice il senso della vita. Una mano ad accarezzare i capelli del più piccolo, che aveva posato la testa sul suo petto verso la fine del film.

<<Tristemente meraviglioso>> sussurrò Louis. Harry sospirò pensieroso.

<<Già.>> il più piccolo si scostò per poterlo guardare in volto. Le sue clavicole sporgenti ben evidenti ad occhi verdi.

<<Credi sia giusto che sia finito così? Credi che abbiano fatto bene a separare le loro strade?>> domandò imperterrito il liscio, una strana curiosità nelle sue domande. Harry aspetto prima di parlare, pensando bene a cosa rispondere.

<<Io credo che loro non abbiano veramente scelto di separarsi. Le loro vite erano destinate ad incontrarsi per poi allontanarsi, ma in qualche modo rimanere insieme. Credo che anche se Mia si sia sposata e stia con un altro uomo, non abbia spodestato Sebastian dal suo cuore. Una parte di lei lo amerà per sempre. Certo magari le cose sarebbero potute andare diversamente, ma io sono sicuro che succeda tutto per un motivo. Quindi se si sono lasciati allora doveva andare così. È la vita, immagino>> parlò lentamente, riempiendo la stanza con la sua voce rauca e un po' stanca. Louis non parlò per un po', finché si ridistese accanto al riccio.

<<Secondo me non hanno insistito abbastanza.>>

<<Non puoi insistere a far funzionare qualcosa. Le relazioni umane non vanno forzate, mai. È la cosa più sbagliata di sempre. Rovineresti tutto ancor di più. A volte è giusto mollare la presa, lasciare andare le persone. Cosi facendo, perlomeno, lasceresti solo bei ricordi di quello che è stato>> le parole faticavano per uscire limpide, senza risentimento. Senza che pezzi di passato bagnassero le sue guance e si riversassero su ciò che era convinto di aver superato, ma che non era mai stato realmente affrontato. Louis sembrò capirlo, perché si girò su un fianco per guardare il suo profilo.

<<È solo che credo che l'amore sia una battaglia e solo chi combatte senza arrendersi può vincere>> sussurrò occhi azzurri, tenendo lo sguardo fisso su di lui.

<<Vorrei avere la tua stessa forza di volontà. Non sono mai stato bravo a riparare i cocci di un amore rotto.>> ammise tristemente. Non aveva il coraggio per guardarlo, così rimase a fissare il soffitto. Le lacrime che minacciavano di scendere.

<<Hai vissuto amori fragili, suppongo.>>

<<Amori fragili?>> ripeté confuso Harry, corrucciato.

<<Si. Amori fragili. Quegli amori non abbastanza forti da durare. Quelli che si perdono durante una tempesta, che non hanno la forza di restare in piedi sotto una bufera. Li considero così fragili. È stupido?>> domandò innocentemente. Occhi verdi scosse la testa.

<<No. È un pensiero davvero bello. Molto poetico, sai?>> Louis ridacchiò piano. Allungò una mano per chiudere il computer, che ormai aveva smesso di trasmettere i titoli di coda. Si alzò e lo posò sulla scrivania, poi ritornò a letto e si strinse in posizione fetale, proprio vicino al volto ancora rivolto al soffitto del giovane artista. Il buio avvolgeva tutta la stanza e le loro figure.

<<Harry>> sussurrò piano, come fosse una domanda.

<<Dimmi>> bisbigliò di rimando quello.

<<Non credo di essere la persona giusta per dirlo, ma sappi che per me meriti molto più di un amore fragile. Meriti una persona che ti dia tutti i tramonti e tutte le albe più belle. E mi dispiace se in passato hai vissuto dei brutti momenti, ma credo di aver letto da qualche parte che la felicità è una scelta di vita e che per esserlo devi volerlo. Quindi abbi il coraggio di essere felice e di amare ancora, nonostante tutto. Non arrenderti. Combatti e vinci.>> allungò la sua piccola mano per afferrare e stringere quella di Harry. Quest'ultimo si girò finalmente su un fianco per guardarlo. Non ce l'aveva fatta, aveva pianto dopo le prime due parole del più basso. Facevano male certi ricordi. E sapeva che Louis aveva ragione, su tutti i fronti.

<<Louis?>> chiese al ragazzo nascosto dal buio della notte e della coperte.

<<Dimmi>> sussurrò in risposta.

<<Grazie.>> strinse forte la mano così fragile del ragazzo e pianse in silenzio. Percepì delle braccia che lo accolsero delicatamente fra di esse e un cuore buono e prezioso come l'oro battere insieme al suo.

<<Sono qui Haz. E nel mio piccolo, per te, lo sarò sempre>> Harry non rispose, strinse la mano libera alla sua maglietta e si addormentò così. Fra lacrime che scorrevano e lacrime secche sulle guance. Fra ricordi che avrebbe voluto dimenticare e fra le braccia di colui, che in modo misterioso, stava diventando parte indispensabile della sua vita.

La consapevolezza di aver dormito per tutta la notte stretto a lui fu una sorpresa per lui. Non accadeva da anni, tranne che con Niall. Ma Niall era il suo migliore amico quindi non era strano per lui rifugiarsi fra le sue braccia quando non voleva stare da solo prima di cedere al sonno. Con attenzione cercò di sfilarsi dalla stretta senza svegliarlo per potersi preparare. Sistemò il suo cuscino in modo che Louis nel sonno potesse ancorarsi a quello e andò con i suoi vestiti già pronti sulla scrivania in bagno.

Dopo una doccia veloce e dopo aver filato velocemente i suoi vestiti scese in cucina. Afferrò una banana e cominciò a mangiarla mentre si preparava velocemente un the da portare via. La casa era silenziosa, sinonimo che anche Niall stesse dormendo. Decise di scrivere un post it mentre gettava la buccia del frutto ormai finito nell'organico. Sali di sopra a lavarsi i denti, attaccò il bigliettino sul cuscino che Louis stava abbracciando con una piccola spiegazione del perché non fosse li e del fatto che sarebbe ritornato a casa solo per pranzo. In caso poteva contare su Niall. Prese lo zaino e uscì fuori dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Quel ragazzo aveva già abbattuto un pezzo di muro che con cura si era costruito da anni per proteggersi dall'amore. E peggio ancora gli faceva venire voglia di distruggerlo del tutto. Sospirò chiedendosi lo sportello dell'auto alle spalle. Guidò fino all'accademia immerso fra i suoi pensieri e la radio spenta. Il raggi del sole erano timidi ancora e la maggior parte delle persone sembrava dormire nelle loro case, a parte qualche marito o qualche donna indipendente che si recava a lavoro.
L'Accademia era poco lontano casa sua, quindi in poco si ritrovò a parcheggiare con praticità e a diriggersi verso l'entrata a passo spedito.

<<Styles>> una mano amica si posò sulla sua spalla richiamando la sua attenzione.

<<Zayn>> sorrise, ricambiando il saluto con una pacca sul suo fianco.

<<Abbiamo la prima ora insieme>> lo informò l'amico. I suoi capelli neri corvini erano più lunghi del solito e un ciuffo sembrava scappare dagli altri, finendogli sempre sulla fronte. Gli occhi scuri pieni di storia e una pelle abbronzata tipica della sua famiglia e delle sue origini.

<<Fantastico. Passato bene il fine settimana?>> Zayn alzò le spalle

<<Il solito. Io, Gigi, qualche birra>> salirono le scale per raggiungere l'aula della loro facoltà.

<<Gigi...come va con lei?>> chiese Harry, realmente interessato.

<<Abbiamo risolto. Lei è sempre cosi gelosa e si fa sempre troppi problemi. Ma sai com'è basta parlare e tutto si risolve.>> percorsero a passi veloci il corridoio del terzo piano.

<<La fai semplice tu>> sbuffò il riccio, attento a non inciampare sui suoi stessi passi. Se Louis lo avesse visto in quel momento avrebbe riso.

<<Non è forse cosi?>> Zayn lo riscosse dai suoi pensieri.

<<Si, immagino di sì.>> chiuse il discorso aprendo la porta dell'aula e sedendosi verso la fine come al solito, seguito a ruota dal suo amico.

<<Comunque credo che anche tu dovresti provarci. A sistemarti intendo. Ci sono un mucchio di ragazzi che ci starebbero, lo sai>> Harry alzò lo sguardo su di lui alzando le sopracciglia.

<<Non ho bisogno di nessun ragazzo "che ci sta", grazie. >> si piegò per estrarre un quadernetto dal suo zaino e il suo portapenne.

<<Come vuoi amico>> Zayn alzò le spalle, tirando fuori il suo PC dalla tracolla. Finì lì il discorso, ma nella testa di Harry vorticò per un bel po' di tempo. Non avrebbe mai voluto una storia iniziata da una scopata occasionale.
Anzi, lui una storia non la voleva proprio. Stava bene così, non aveva bisogno di ulteriori pensieri e paranoie dovute da un sentimento troppo profondo per lui. Perché lui lo sapeva, l'amore era una cosa meravigliosa, ma come ogni cosa tanto bella era alquanto dolorosa. E lui non era stato fortunato, e di quella rosa che era l'amore, ne aveva preso soltanto le spine. E adesso la fiducia verso chiunque volesse intraprendere con lui una relazione era minima, per non dire che non c'era più. Chiuse gli occhi prendendo un respiro. Forse, un giorno, avrebbe superato tutto.






<<Haz, apri la porta>> Gemma continuava a battere con forza il suo pugno sul legno della porta chiusa a chiave. Il fratello si era rifugiato nella sua stanza, scappando via da tutto e da tutti non appena era tornato da scuola e aveva messo piede a casa.

<<Giuro che se non lo fai, la butto giù. E lo sai che ne sono capace>> urlò spazientita. Nascondeva con la rabbia, il timore che fosse successo qualcosa di grave. E se fosse stato ancora vittima di bullismo? E se qualcuno lo avesse picchiato? Lo avevano preso di nuovo in giro per la sua poca agilità?

<<Dio, Harry ti prego. Non chiudermi fuori dalla tua vita. Sono tua sorella cazzo! Apri questa dannata porta, te lo ripeto per l'ultima volta.>> il tono disperato e urgente. Aveva bisogno di sapere che il suo Harry stesse ancora bene. Sentì la serratura scattare e dei passi frettolosi allontanarsi. Aprì finalmente la porta e vide un cumulo di coperte blu notte e una massa di ricci uscirne fuori. Gemma prese un respiro profondo e si chiuse la porta alle spalle. Non disse una parola mentre si prendeva la libertà di violare i suoi spazi personali, sollevando con determinazione il piumone e infilandosi sotto, per poter abbracciare il fratello.

<<Gemma, spazio>> non mancò di fargli notare il fratello, quando sentì le braccia della sorella stringerlo al suo petto e ritrovarsi con il naso schiacciato sulle sue clavicole.

<<Sta zitto marmocchio.>> borbottò quella, in realtà in modo affettuoso. Passarono alcuni momenti in silenzio, in cui Harry non si allontanò di un millimetro dalla sorella.

<<Non puoi chiuderti in te stesso Haz, ne abbiamo già parlato. Parlare fa bene. E se stai bene tu, stiamo bene anche io e mamma>> iniziò con tono conciliante, piano.

<<Dimmi cosa succede e la risolviamo, qualunque cosa sia. Insieme.>> portò una mano ad accarezzare e tirare piano la sua massa di riccioli, sapeva che lo avrebbe fatto rilassare. Solo dopo un po' di coccole soffici e coperte calde, Harry parlò.

<<Io ed Ian stavamo così bene insieme. Ed invece non era vero nulla, era tutta una bugia Gems. Mi ha preso in giro. Io lo amavo e lui>> un singhiozzo debole uscì dalle sue labbra <<-lui mi usava soltanto per giocare. Ero un dannatissimo giocattolo. Io non voglio più vederlo>> butto fuori tutto d'un fiato lui. La ragazza strinse forte la mascella per mantenere l'autocontrollo. La stretta che divenne un po' più forte nel fianco del fratello.

<<Quello stronzo non lo devi nemmeno pensare più. Devi dimenticarlo e devi andare avanti. Hai sedici anni, vedrai che troverai qualcuno che ti ami veramente. Non permettere ad un disadattato senza cervello di rovinarti l'esistenza. È stata una brutta esperienza, ma devi andare avanti. Quanto tempo è passato Haz?>> domandò allora lei. Lo sapeva, sapeva bene cosa era successo al fratello. Tutta la scuola ne parlava, le prese in giro erano cessate un pezzo, ma erano state come lame affilate piene di veleno infilzate nella tenera carne pura del fratello. Harry lasciò che un altro singhiozzo scapasse al suo controllo prima di rispondere

<<Due mesi>> lui non ne aveva fatto parola a casa, perlomeno non in modo plateale. Gemma però non era stupida ed anche a casa, la sera, sentiva i pianti disperati che ogni sera Harry si faceva prima di andare a dormire. Non aveva ignorato quelle carezze che la loro mamma gli riservava in ogni momento della giornata e gli sguardi preoccupati che accompagnavano la sua figura ogni volta che lasciava casa.

<<Due mesi e tu stai ancora cosi. Non è possibile Harry, non puoi andare avanti cosi! Ian non si è fatto problemi a ricominciare e tu stai ancora qui a piangerti addosso.>>

<<Grazie Gemma, era proprio quello che volevo sentirmi dire. Vaffanculo>> il fratello la colpì al braccio con un pugnetto che aveva l'intenzione di ferirla, ma che in realtà lo fece sembrare solo patetico.

<<È la verità. Non meriti tutto questo, non lo meriterebbe nessuno. Anzi, Ian sì. Vedrai che un giorno qualcuno gli spezzerà il cuore. Il karma è una puttana, farà il suo lavoro.>> sentì sulla sua pelle uno sbuffo abbandonare le braccia carnose del fratello.

<<Sei sempre così scurrile>>
Gemma ridacchiò.

<<Sembri nostra madre.>> ritornò sera però.

<<Sul serio Harry. Non negarti la bellezza di vivere ancora l'amore, okay? Sei troppo giovane per questo>>. Harry non disse nulla. Non annuì. Mantenne solo il viso vicino al suo collo e vi lasciò un bacio sfiorato.

<<Sono certa che un giorno incontrerai il tuo principe azzurro, sì?>> forzò un sorriso incoraggiante, che comunque il ragazzo non poté vedere nella loro posizione, ma che percepì lo stesso dalla vice della sorella.

<<È facile dirlo per te. Tu non sei stata usato come un oggetto e sostituito nemmeno un attimo dopo. Non sei stato un esperimento per un ragazzo che amavi.>> Gemma alzò gli occhi al cielo, lievemente spazientita.

<<Non sono tutti Ian, okay? I bravi ragazzi esistono e finché sarai in vita ne sarai una prova tu stesso. E sai cosa ti dico? Si vive bene anche senza avere qualcuno da sbaciucchiare. Adesso alzati da questo ammasso di coperte e vai a farti una doccia. Puzzi>> Harry sbuffò rumorosamente e si scostò da lei. Si mise in piedi, i ricci ammaccati e gli occhi gonfi con sotto delle occhiaie violacee. Non era decisamente una bella vista. Gemma lo imitò. Si diresse davanti alla porta della stanza e la aprì, facendo entrare ulteriore luce dal corridoio.

<<Se non sei pronto a lasciarti tutto alle spalle, pensa a mamma. Vederti così la distrugge, lo sai. Fallo per lei, se non hai ancora imparato a bastarti.>> così concluse, lanciandogli un'occhiata che valeva più di altre mille parole. Serrò la bocca in una linea sottile e con velo di dispiacere a coprirgli il caramello delle sue pupille, ai chiuse la porta alle spalle. "Fallo per lei". Harry prese una manciata di vestiti e si richiuse in bagno. Gemma aveva ragione, avrebbe dovuto farlo per sua mamma. Almeno finché non sarebbe stato capace di guardarsi allo specchio e amarsi per primo, stavolta per davvero.










<<No Dio così no, stai combinando un casino!>>

<<Non che tu possa parlare, guarda cosa hai fatto nel pavimento. Non provare a farmi la morale, stupido biondo ossigenato!>> una risata rumorosa e una manciata di farina lanciata attraverso la cucina per colpire il nemico. Una dannatissima guerra di cibo, ecco cosa trovò Harry davanti ai suoi occhi quando rientrò a casa. Il pavimento era sporco di quello che sembrava acqua, ogni tipo di polvere di colore bianco e uova rotte malamente. Non si accorse nemmeno di avere la bocca spalancata quando dallo shock lasciò cadere il suo zaino con un tonfo nel corridoio. Entrambi i colpevoli del misfatto si girarono.

<<Oopss>> Louis aveva gli occhi spalancati dalla sorpresa. I suoi capelli erano sparati in aria e tremendamente sporchi di qualcosa che Harry non riusciva nemmeno ad identificare. La sua pelle abbronzata completamente coperta da glassa colorata, visibilmente spalmata im malo modo. I suoi vestiti tutti sporchi e bagnati. E le sue mani erano immerse nella farina, che poco prima aveva lanciato a Niall. Il suo amico infatti non era da meno: dalla testa ai piedi completamente bianco.

<<State scherzando vero?>> chiese Harry, sentì di poter esplodere da un momento ad un altro. La sua cucina era terribile e ovunque gli ingredienti avevano coperto il colore reale dei mobili. Rimase fermo per un momento, immobile. Nella sua testa due idee si fecero chiare: uccidere entrambi i ragazzi, dato che ormai un po' di sangue non avrebbe potuto peggiorare più di quel modo la situazione o ridere e scherzare insieme a loro.

Non riuscì a capire dove trovò la forza di fare un passo indietro, recuperare il suo zaino e salire in camera, ignorando il tutto. Si chiuse la porta alle spalle. Accese il suo gira dischi e fece partire il vinile degli Oasis e decise che non gli importava un bel niente del casino che i suoi amici stavano combinando, lui non avrebbe pulito per loro. Buttò sulla scrivania alcuni fogli che aveva ficcato dopo le lezioni. Si sedette e con il sottofondo della sua musica si rilassò, cominciando a ricopiare il tutto in modo ordinato. Sentì bussare alla sua porta, ma non gli importò. Poco dopo il rumore smise ed il riccio poté ritornare ad ignorare il mondo circostante. Il vinile finì quindi dovette alzarsi per cambiare musica.
Optò per la sua playlist su Spotify che Zayn gli aveva gentilmente installato durante una pausa caffè e fece partire la riproduzione casuale.

Decise di iniziare a produrre qualcosa per il suo esame che seppur lontano lo attendeva con ansia. Una volta sistemato tutto l'occorrente sul cavalletto, lo spostò più vicino alla finestra, in modo che il sole potesse illuminare di giallo la tela bianca. Stavolta non lasciò che fosse casuale, no. Si concentrò, visualizzando fin da subito che cosa disegnare. Alle sue orecchie giunse una canzone Sam Smith e sorrise al ricordo di sua sorella che gli ripeteva di ascoltare canzoni troppo tristi. Sentì una stretta al cuore al pensiero di non vedere la sua famiglia da un po' di mesi e si ripromise che avrebbe trovato una soluzione per poter raggiungere tutti il prima possibile senza lasciare Louis da solo. Il suo pennello tracciò una linea ben dritta, l'idea di un sentiero chiara nella mente del giovane artista.
Non avrebbe portato Louis con lui, non avrebbe illuso la sua famiglia. Sapeva già come gli occhi della madre si sarebbero illuminati al pensiero di qualcosa che in realtà non esisteva.
Il cielo del suo dipinto prese forma pian piano mentre i suoi pensieri gli inondavano le orecchie. L'azzurro chiaro, i colori ispirati alla natura, tipici di un paesaggio italiano di campagna.
A Louis sarebbe piaciuta l'Italia.
Le persone affettuose, la cucina abbondante, il sole sempre a riflettere sul mare blu, le nuvole semplici e bianche come rotoli di cotone che non davano mai realmente fastidio. Ti facevano viaggiare con la fantasia.
In Italia Harry ritornava bambino, un adolescente pieno di solarità e voglia di vivere. Tutti i suoi migliori ricordi erano in quella terra, così come anche i suoi più brutti incubi. Si scostò alcuni riccioli che erano finiti sul suo viso, il quadro non era ancora finito. Ma lo sfondo e un sentiero che si allungava dritto al centro della tela, rendevano bene l'idea di cosa sarebbe venuto fuori. Un accenno di cespugli e boccioli ai lati ancora vuoti.
Optò per un momento di pausa, deciso a mangiare qualcosa e ritornare in camera per finire la sua opera. Nelle scale sentì le voci dei suoi amici parlottare e ridere. Non potè fare a meno di chiedersi come in così poco tempo quei due fossero diventati così uniti. Non era gelosia che provava, non poteva. Si diresse ad aprire il frigo senza segnare i due di uno sguardo. Era tremendamente stanco dei pasticci di Niall e adesso aveva trovato anche chi gli dava corda. Louis e Niall si erano ammutoliti quando lo avevano visto entrare. Il biondo credendo di passare inosservato sgattaiolò via dopo uno sguardo complice con Louis. Harry notò con la coda dell'occhio che il biondo non si risparmiò di lasciare al liscio una pacca sulla spalla. Poco dopo sentirono il rumore della porta del bagno che veniva chiuso, sinonimo che fosse andato a farsi una doccia.

<<Hey Haz>> iniziò il più basso dopo essersi schiarito la voce <<com'è andata oggi? Giornata faticosa?>>

Occhi verdi strinse la mascella per non fargli notare che nel bordo del lavabo era rimasta una traccia di glassa rosa. Era tutto più o meno pulito. Dando un'occhiata al suo orologio notò che fosse pomeriggio ormai.

<<Ti abbiamo lasciato il pranzo da parte>> disse piano il ragazzo a testa bassa. Aveva le mani dietro di sé e lo sguardo colpevole come un bambino che aveva appena fatto una marachella e sapeva bene quanto fosse arrabbiata la mamma. Continuò ad ignorarlo, avvicinandosi però alla ciotola poggiata accanto al forno. Prese le stoviglie e si sedette al tavolo. Iniziò a mangiare e Louis gli riempì un bicchiere di acqua e glielo porse davanti.

<<Tieni>> risistemò la caraffa di vetro nel frigo e si sedette accanto al riccio.
<<mi dispiace tanto per quello che ho fatto. Non avevo il diritto di sporcare tutta la cucina insieme a Niall e solo che ho perso io controllo. Mi sono divertito così tanto>> no, non era assolutamente gelosia quella del riccio al pensiero che Louis si fosse divertito senza di lui. Masticò lentamente guardando davanti a sé. Louis che, ancora una volta, si accontentava di ammirare il suo profilo.

<<Dai Hazza non fare così. Abbiamo ripulito tutto!>> il riccio ingoiò e prese un sorso dal bicchiere. L'insalata era buona, ma non se la stava godendo come al solito.

<<Odio il disordine, soprattutto quando è stato procurato da una battaglia di cibo, nella mia cucina.>> Louis apri la bocca, ma venne interrotto.

<<Si lo so, tutto questo è anche di Niall. Ma di solito mi ritrovo sempre a pulire i suoi casini, quindi preferisco che queste cose si evitino>>. Mantennero il silenzio. Harry si alzò per lavare le cose che aveva sporcato. Proprio mentre stava insaponando la ciotola, avvertì delle braccia stringerlo da dietro, una testa poggiarsi fra le sue scapole e delle mani stringergli il petto. Non si rese conto di star trattenendo il fiato, cercò di non farlo notare prendendo un respiro profondo poco dopo. Un bacio nella sua spalla e Harry abbandonò il piatto e con le mani si aggrappò al bancone. Nessuno lo aveva mai toccato con tanta dolcezza, tranne Niall o la sua famiglia. Non lo aveva mai permesso a nessuno un tocco così intimo dolce. Eppure, non ebbe il coraggio di privarsene, di scostarsi. Si abbandonò un po' all'indietro per far aderire il suo corpo a quello del più piccolo. Louis gli lasciò un bacio sotto l'orecchio ed Harry socchiuse le labbra per la sensazione. Era passato cosi tanto tempo.
Non impedì che le labbra del liscio percorressero tutto il suo collo e la parte di mascella che riusciva a raggiungere. Le sua mani scivolarono dal bancone per ancorarsi alle braccia che lo tenevano stretto al petto del ragazzo. Sentiva distintamente ogni parte del suo corpo aderire a Louis e per la prima volta, dopo anni, con gli occhi chiusi e lo sguardo sereno si beò di quelle attenzioni senza privarsene, senza pensare che fosse sbagliato.
Il suo profumo fruttato mischiato alla vaniglia del suo bagnoschiuma e alla colonia di Harry. Sembrava proprio l'odore che avrebbe dovuto avere il paradiso o un angelo.

, si disse Harry, è proprio il profumo di un angelo.

<<Sei bellissimo anche con il broncio>> sussurrò il più basso sul suo orecchio, immergendo il viso nei suoi ricci. La voce attutita dai baci che era impegnato a lasciare sulla sua cute <<e mi dispiace di averti fatto arrabbiare.>> altri baci sparsi, lenti e pieni di attenzione e cura.
Sciolse la stretta che teneva il riccio saldo contro il suo petto, facevo scivolare le sue mani fino ad intrecciarle con quelle anellate che tanto bramava di carezzare ogni volta.

<<Non sono più arrabbiato>> sussurrò Harry, voltando il capo per incastrarlo tra la spalla ed il collo del liscio.

<<A quanto pare ho un talento per farti rilassare, non ho mai visto sul tuo volto così tanta calma.>> Harry sorrise, percependo il tono di Louis affettuoso ma divertito.

<<Già, a quanto pare sei bravo in questo>> sussurrò ancora. La voce più rauca del solito, interamente abbandonato a Louis, anima e corpo. <<qualcosa mi dice che lo userai a tuo vantaggio.>> il liscio ridacchiò facendo sentire la vibrazione del suo petto ad Harry.

<<Forse>> un bacio sulla fronte dell'artista - seppur con difficoltà data l'altezza - <<a quanto pare sono un combinaguai>> il più alto liberò una risata dalla sue labbra carnose e rosee

<<Si, credo proprio di si>>

<<Quindi potrebbe servirmi questo>> un bacio all'eschimese <<per non farmi cacciare di casa.>>

<<Ti avverto, non basteranno un paio di carezze la prossima volta>> un Harry sedicenne venne fuori. Improvvisamente sentì i suoi capelli più leggeri e corti, le fossette profonde a decorare il suo sorriso impertinente e divertito, i suoi occhi verdi luccicanti di spensieratezza. Sembrava così facile che non si accorse nemmeno di aver detto un qualcosa di leggermente ambiguo. Ma non sembrò turbare Louis che alzò le sopracciglia e sussurrò al suo orecchio

<<Magari la torta che ho preparato potrebbe aiutare.>> la loro stretta si sciolse ed il riccio sentì una fitta alla testa leggera, si era appena svegliato da un sonno o era successo davvero?
Non ebbe il tempo di concentrarsi su quando fosse tangibile la mancanza di quel contatto, che una torta gli venne parata davanti la faccia da un Louis con un sorriso sincero.

<<L'ho fatta per te. Niall mi ha detto che hai un debole per le torte alla vaniglia, quindi...>> vi era un piccolo girasole al centro del dolce. Harry aprì la bocca per parlare, ma ancora una volta il più piccolo fu più veloce. <<il fiore è un tocco di stile. So che ami molto anche quelli.>> Il più grande sentì sciogliersi a quelle parole e Niall fece la sua apparizione, fresco di doccia.

<<Allora, la tagliamo questa bella torta?>> con lo sguardo affamato e desiderosa si avvicinò al dolce che teneva in mano Louis.

<<Non ti azzardare a toccarla, è di Harry!>> urlò occhi azzurri.

<<Ma>> iniziò a protestare Niall.

<<Niente ma. Decide lui se condividere>>. Entrambi lo guardarono con una faccia da cucciolo. Harry sbuffò rumorosamente

<<E va bene, ma la taglio io>> con un sorriso furbo, afferro la porta e un coltello e si poggiò sul tavolo.

<<Non vale, la mia fetta è più piccola della tua!>> obiettò il biondo quando gli venne servita la sua porzione.

<<Stai sempre a lamentarti, tu>> borbottò Louis.

<<Harry la fetta di Louis è più grande! Questa non è democrazia!>> sbatté un piede per terra per dispetto.

Dopo aver discusso per minuti interi sulla faccenda della fetta più grande e più piccola, Niall ne mangiò altre due mentre Louis ed Harry si fermarono ad una. Entrambi già profondamente sazi di cibo e di serenità.



______________________________

Sorpresaaaaa ho aggiornato primaaa💞💞💞

Spero naturalmente fare uscire lo stesso un capitolo sabato (vediamo se riesco eh)

Nel frattempo godetevi questo capitolo❤

Harry si sta sciogliendo pian piano senza nemmeno accorgersene e Louis lo sta facendo sfogare e liberare di un peso che porta sulle spalle.

Zayn e Gigi fanno la loro comparsata nella storia WOOO

Spero di avervi allietato la giornata ahah fatemi sapere se qualcuno di voi ha ascoltato il nuovo album dei 5sos Calm perché >>>>>

Vi piacerebbe se creassi una playlist per questa storia? Le canzoni aiutano a rendere l'atmosfera e il racconto più intenso. Fatemi sapere❤

Okay ora vi lascio in pace, bye❤❤


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