𝗜 𝗚𝘂𝗮𝗿𝗱𝗶𝗮𝗻𝗶 𝗗𝗲𝗴�...

By Theworldsdreamer

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Jemma Stone si ritrova incastrata in un'avventura che nemmeno credeva fosse possibile nella vita reale. Lei e... More

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🌊 - Capitolo 52
🔥 - Capitolo 53
🌪 - Capitolo 54
Epilogo

🌪 - Capitolo 8

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By Theworldsdreamer

Era tutto vero. Quello di cui i grandi filosofi avevano parlato era tutto vero. Il mondo delle idee di Platone era in realtà Elearth e la copia eravamo noi, il nostro mondo, Talete doveva essere stato il Guardiano della Gemma dell'Acqua a giudicare da ciò che diceva nei suoi scritti e Aristotele che aveva ipotizzato l'esistenza dell'Etere, doveva essere il Guardiano dello Spirito. Loro avevano cercato di avvisarli, eppure nessuno li aveva ascoltati.

<<E io che pensavo fossero soltanto dei vecchi strampalati...>>, borbottò Samantha seduta sul letto di Jemma proprio parlando dei vecchi filosofi.

La mora si passò una mano tra i capelli, cercando si assimilare tutto quello che avevano detto loro. Ci era voluto un po' - qualche ora - prima che tutti i ragazzi si convinsero che fosse tutto vero.

Dopo aver parlato della distruzione dell'universo, Febo, Fedra e Ash avevano raccontato loro che purtroppo non avevano idea di chi o di che cosa fosse la minaccia e che l'unico modo per recuperare o almeno per sapere dove si trovi la Gemma dello Spirito era quello di portare le altre quattro alla Statua di Prisco.

Tuttavia, prima di iniziare il loro cammino, i ragazzi dovevano imparare a usare i poteri dati dalle Gemme e l'unico modo per farlo era il rito di iniziazione che si faceva da tradizione con ogni Guardiano.

Jemma si lasciò sfuggire un sorriso, pensando alle parole di Hunter nel momento in cui i padroni di casa avevano detto loro dell'iniziazione: "Non mi piace per nulla. Io ho affrontato l'iniziazione alla squadra di football quando ero al primo e lasciatevelo dire non è stato per nulla piacevole."

<<Perché stai sorridendo?>>, chiese Samantha distogliendola dai suoi pensieri.

<<Oh...No, nulla. Non ti preoccupare.>>, rispose la mora con un sorriso per poi far ricadere gli occhi sul vestito che le avevano portato per il rito.

Fedra aveva detto loro che era importante per gli abitanti del villaggio, - di cui lei e Febo erano i governatori, tra l'altro - per cui Jemma non riuscì a rifiutare la richiesta, soprattutto dopo tutto quello che avevano fatto per loro.

Eppure osservando quello che stava sul letto, la ragazza non riuscì a fare a meno di pensare che avrebbe voluto poterle dire di no.

<<Togliti quell'espressione dalla faccia. È stupendo.>>, la rimproverò la sua migliore amica.

<<Ma sono due stracci! - esclamò Jemma tirando su il vestito che avrebbe dovuto mettere - Tu sai quanto io odi essere così scoperta.>>, si lamentò la mora. Jemma non si era mai lamentata della sua bellezza o del suo corpo, si piaceva così come era, però c'erano momenti in cui si trovava a suo agio e momenti in cui questo non accadeva. E stare mezza nuda davanti a un villaggio intero sicuramente non rientrava nel primo caso.

<<E poi dove sono le scarpe? In quale mondo si gira senza scarpe?>>, continuò a lamentarsi Jemma passeggiando su e giù per la camera.

<<Quella che dovrebbe lamentarsi sono io. E poi con quello addosso lascerai sicuramente Adam senza parole.>>, le disse con un sorriso di chi la sapeva lunga. Il vestito di Samantha - che lei definiva banale - era di un bianco candido, lungo e copriva tutto ciò che andava coperto e Jemma lo avrebbe scambiato volentieri con il suo, che con ogni probabilità era stato fatto di erba e fiori e che era composto da due parti, una superiore quasi stracciata da cui partiva una catena di fiori che avrebbero dovuto finire dietro al collo e che in fondo si collegavano alla parte inferiore, la quale aveva tutta l'aria di arrivare al massimo a metà coscia.

<<Che cosa c'entra Adam adesso?>>, si lamentò Jemma sedendosi con uno sbuffo sul letto.

<<Avanti, credi che non abbia notato come lo guardi? Sono lo Spirito, bella.>>, scherzò la rossa tirandole un affettuoso pugno sulla spalla.

<<Io non lo guardo in nessun modo.>>, affermò Jemma. Certo, Adam era un ragazzo molto bello e gentile, ma lei non aveva intenzione di guardarlo in quel modo, non in una situazione del genere.

<<Guarda che vi ho visti ieri con le garze..."Lascia che ti aiuti">>, scimmiottò Samantha con tono grave nell'inutile tentativo di imitare Adam.

<<È stato soltanto gentile con me, nulla di più. E poi ti sembra il caso di parlare di queste cose adesso?>>, chiese tirandola per un braccio per farla alzare.

<<E va bene - esclamò Samantha alzando le braccia e alzandosi - Vado a vestirmi, ci vediamo di sotto.>>, sorrise lasciandole un bacio sulla guancia prima di uscire.

Jemma sorrise e dopo alcuni secondi iniziò a vestirsi.

***

<<Come faccio a uscire...>>, piagnucolò la ragazza osservando il suo corpo fasciato dai fiori allo specchio.

Chiuse gli occhi e fece un lungo sospiro. "Ok, Jemma, poche ore e sarà tutto finito. Presto tornerai ai tuoi normalissimi vesti".

Dopo essersi incoraggiata mentalmente, la ragazza si avvicinò alla porta e uscì, scendendo le scale.

Sentiva il legno freddo sbattere contro la pianta dei piedi nudi, ma cercò di non farci troppo caso.

Quando finalmente raggiunse il piano di sotto e alzò lo sguardo, notò Hunter e Adam che già pronti si trovavano in due parti opposte della cucina ognuno in rigoroso silenzio che evitava di incrociare lo sguardo dell'altro.

Fortunatamente non era l'unica ad essere seminuda, evidentemente per questo rito si doveva diventare un tutt'uno con i loro elementi: Hunter indossava dei semplici pantaloni neri piuttosto aderenti e una sorta di gilet aperto le cui sfumature ricordavano per l'appunto l'ondeggiare delle lingue infuocate e che mostrava il frutto di tanti allenamenti da ricevitore di football, mentre Adam sebbene avesse più o meno lo stesso stile, riusciva a vestirlo in maniera quasi elegante, i pantaloni come quelli di Hunter ma blu scuro e al posto del gilet aveva una sorta di tunica anche essa aperta di un tessuto azzurrino quasi trasparente. Erano due opposti, si ritrovò a pensare la ragazza, perfino nel fisico: mentre Hunter vantava una muscolatura più massiccia, Adam era più snello e leggermente più alto, dai tratti più delicati e meno grossolani.

Quando alzarono lo sguardo la ragazza si ritrovò a fare i conti con il suo imbarazzo e le sue guance rosse.

Hunter aveva gli occhi quasi fuori dalle orbite e le labbra che formavano una piccola "o" di stupore, mentre fortunatamente Adam le rivolse una semplice occhiata, senza nessuna espressione particolare come sempre.

<<Cazzo... - sentì mormorare Hunter - Chi l'avrebbe mai detto che la piccola e irritante tassorosso Stone si sarebbe trasformata in una sexy serpeverde.>>, sorrise poi il moro, guadagnandosi un'occhiataccia da lei.

<<Ed ecco signori e signore, Hunter Taylor ha aperto bocca.>>, mormorò Adam alzando pigramente la testa su di lui, con gli occhi pieni di irritazione.

Hunter fece per dire qualcosa, ma fu interrotto dal chiacchiericcio di Celeste e Samantha che stavano scendendo le scale. Come aveva previsto, il vestito di Samantha era una meraviglia e la faceva sembrare quasi un angelo, fu invece quello di Celeste a lasciare la sorella a bocca aperta.

La bionda sembrava totalmente a suo agio, nonostante il vestito fosse praticamente trasparente, con due semplici pezzi di stoffa scuri che coprivano le sue parti sensibili.

<<Oh mio Dio, Celeste! Non puoi andare in giro così!>>, esclamò Jemma osservandola con gli occhi fuori dalle orbite. La sorella si limitò a osservarla dalla testa ai piedi con un sopracciglio alzato.

<<Pensa per te... - borbottò incrociando le braccia al petto - Quel vestito lascia veramente poco all'immaginazione.>>, a queste parole Jemma iniziò a cercare di abbassare la gonna, con scarsi successi.

<<Già.>>, fu il semplice e serio mormorio di Adam, che era intento a togliere un filo dalla tunica.

Quando il ragazzo alzò lo sguardo e incontrò quello perplesso dagli altri, alzò un sopracciglio.

<<Cosa c'è? Sono un maschio e ho occhi anche io.>>, si giustificò tranquillo mentre Jemma stava per essere vittima di combustione spontanea e Samantha le lanciava un'occhiata piuttosto loquace.

<<E poi dice a me...>>, borbottò Hunter distogliendo lo sguardo.

<<Almeno io non sembro un idiota ogni volta che apro bocca.>>, fu la risposta di Adam che non lo guardava neanche.

<<Mi hai dato dell'idiota?>>, esclamò Hunter indignato staccandosi dal piano da lavoro al quale era appoggiato.

<<Oh...Ma allora il tuo cervello funziona.>>, mormorò sarcastico l'altro ragazzo alzandosi dalla sedia dove stava comodamente seduto qualche minuto prima.

<<Piantatela! - Disse Samantha alzando la voce per farsi sentire - Volete sul serio continuare così per tutto il tempo?>>, fortunatamente nessuno ebbe il tempo di replicare, perché a salvarli dall'imbarazzo furono Fedra, suo marito e Ash, anche loro vestiti per l'occasione.

Fedra e Febo erano decisamente maestosi nei loro vestiti dorati, il che non faceva che confermare la loro autorità.

I ragazzi furono scortati fuori dalla casa, dove incontrarono tutti gli abitanti del villaggio intenti in una processione proprio dietro di loro. A differenza di Jemma, quelle persone sembravano essere totalmente a loro agio nei loro gonnellini, evidentemente era una cosa che facevano spesso.

Jemma credeva che camminare a piedi nudi sulla terra e sull'erba le avrebbe dato fastidio, anzi che le avrebbe fatto addirittura male, invece era quasi come se si adattasse al suo passo, ai suoi piedi e lei ne ricavava quasi forza. Era una sensazione straordinaria, che non sapeva neanche come descrivere.

Febo e Fedra, intanto, li accompagnarono fuori dal villaggio, con tutti i cittadini al seguito, fino a raggiungere un'enorme distesa d'erba.

La ragazza mora rimase stupita nel vederla, perché non era una normale distesa, era costellata di alberi, numerosi alberi intorno ai quali roteavano in un movimento turbinoso, lingue di fuoco e file d'acqua e ognuno di loro era coperto da una sorta di cupola semitrasparente. Evidentemente quegli alberi erano stati i riti d'iniziazione dei Guardiani precedenti e adesso sarebbe toccato a loro.

Fedra si fermò e si girò verso gli abitanti del villaggio allargando le braccia, prima di fare qualche passo per distanziarsi dai ragazzi. Poi iniziò a dire qualcosa in una lingua a loro sconosciuta, ma che gli abitanti sembravano capire, visto che stavano tranquillamente ripetendo con lei.

Alla fine di quella sorta di breve messa, Fedra abbassò le braccia e puntò lo sguardo fisso su Jemma, la quale si sentì immediatamente a disagio non sapendo cosa fare.

La donna si avvicinò a lei e la prese per mano, portandola sull'erba, in prossimità di uno spazio vuoto.

<<Non so cosa fare...>>, sussurrò Jemma in modo che potesse sentirla soltanto la donna.

<<Tu non devi fare proprio nulla, sarà la Gemma a guidarti. Lascia che la Terra ti parli.>>, le sorrise prima di lasciarle andare il braccio e allontanarsi, mollandola lì da sola sotto gli sguardi di tutti.

Non aveva la minima idea di cosa significasse quello che le aveva detto. Lascia che la Terra ti parli?

Rimase qualche secondo immobile, poi fece l'unica cosa che le venne in mente. Si girò, dando la schiena ai presenti e si chinò, verso l'erba. Dopodiché poggiò una mano per terra e chiuse gli occhi.

Inizialmente non successe assolutamente nulla, tant'è che stava per rinunciarci, poi all'improvviso la Gemma divenne più pesante, nella testa della ragazza iniziarono a sovrapporsi parole incomprensibili, sussurri e le dita a contatto con la terra iniziarono a formicolare, mentre sentiva la forza risalirle lungo il braccio e raggiungere il petto dove se ne stava il ciondolo.

Quando aprì gli occhi davanti a lei la terra si stava muovendo e prestò spuntò un ramoscello che crebbe fino all'altezza degli altri e divenne rigoglioso, la ragazza rimase letteralmente a bocca aperta, lei non aveva fatto assolutamente nulla eppure si sentiva come se fosse stato così.

Si alzò, leggermente scombussolata e fu risvegliata da alcune esclamazioni da parte degli abitanti del villaggio. Fortunatamente Febo corse in suo aiuto e la accompagnò di nuovo al suo posto, prendendo questa volta la sorella che ancora la stava guardando con gli occhi fuori dalle orbite.

<<Che hai fatto?>>, sussurrò Hunter al suo orecchio.

Jemma scosse la testa, mentre un sorriso si faceva largo tra le sue labbra.

<<Ho lasciato che la Terra mi parlasse...>>, rispose riprendendo le parole di Fedra, mentre una sorta di piccolo uragano provocato dal fiato della sorella avvolgeva l'albero che Jemma aveva appena creato.

Poi Hunter come al solito rovinò tutto aprendo la bocca.

<<E che ti ha detto?>>, chiese tanto serio che Jemma non poteva neanche sperare che stesse scherzando.

La mora sospirò, chiudendo gli occhi nel tentativo di elaborare la stupidità di quel ragazzo, il quale fortunatamente fu portato via da Fedra poco dopo che Celeste li raggiunse con un sorriso a trentadue denti.

<<Forte.>>, sussurrò la bionda prendendo posto vicino alla sorella.

Jemma riportò gli occhi su Hunter che stava cercando di controllare una palla di fuoco spuntata dal nulla, probabilmente era l'unico di loro che riusciva a creare il proprio elemento, senza attingere a una fonte. Con un gesto del braccio la lanciò contro l'albero e subito il piccolo uragano d'aria diventò un movimento turbinoso di fuoco.

Poi fu il turno di Adam, il quale ci mise pochissimo tempo a capire cosa fare. In quel momento l'albero assomigliava parecchio agli altri, l'unica cosa che mancava era la cupola.

Quando Fedra si avvicinò a Samantha, quest'ultima fece una smorfia.

<<Io non ho la Gemma...>>, le sussurrò.

<<Non ti preoccupare, è la più potente. Potrai usufruirne anche da lontano, anche se con meno intensità.>>, le sorrise accompagnandola al centro, poi le disse qualcosa all'orecchio come aveva fatto con Jemma e si allontanò.

In poco tempo intorno all'albero crebbe una piccola e tremolante cupola, come le altre, ma molto meno stabile. Per il momento, aveva detto Febo, sarebbe bastato quello.

Nel momento in cui Samantha ritornò tra di loro, li fecero prendere per mano. All'improvviso le quattro Gemme dei ragazzi si illuminarono e Jemma sentiva perfino la forza scorrere nel suo sangue. E stando lì a guardare quell'albero, capirono che quella era la prova definitiva della realtà della situazione.

***

Il ritorno al villaggio fu più tranquillo e rilassato, soprattutto dai ragazzi che camminavano accompagnati dal chiacchiericcio di tutti gli altri. Si presupponeva che fossero capaci di controllare le Gemme in quel momento, ma nessuno di loro osò provare.

Jemma lanciò un'occhiata al suo fianco, dove con passo sicuro camminava Hunter, il quale aveva però lo sguardo fisso dietro la sua spalla, dove sapeva trovarsi Adam.

All'improvviso senza una parola, il ragazzo accelerò il passo, iniziando a sfilarsi il gilet. Tuttavia, Jemma non fece in tempo a capire cosa volesse fare visto che qualcuno attirò la sua attenzione.

Adam le aveva appoggiato la sua tunica sulle spalle e quando lei gli riservò un'occhiata confusa, il moro parlò.

<<Non sembravi molto a tuo agio.>>, le disse con un sorriso quasi impercettibile.

Dopo averlo ringraziato educatamente, spostò lo sguardo di fronte a sé, dove Hunter stava facendo infilare il suo gilet a Celeste. Non le avrebbe coperto le braccia, ma almeno le avrebbe riparato il busto. Quel gesto la fece sorridere, si era preso cura di sua sorella. Dopotutto anche Hunter aveva un lato gentile, solo non con lei.



Ehi Guys!
Ho voluto fare questo capitolo più incentrato sui ragazzi, spero vi piaccia.
Vi prometto che nei prossimi ci sarà più azione.
~B🌻

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