Touch-line

By pampu_blu

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"Si, papà, non farò l'asociale" "Hai scelto un club?" "No, sto andando ora a dare un'occhiata alle bacheche" ... More

Uno
Tre
Quattro
Cinque
Sei
Sette
Otto
Nove

Due

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By pampu_blu

Un'ora e cinquanta minuti dopo, Stiles è in piedi di fronte alla porta chiusa della palestra. Non sa se deve bussare o entrare direttamente, quindi decide di aspettare ancora qualche minuto: è comunque da solo, sicuramente arriveranno altre persone per le selezioni. 

Alle quindici e sei minuti decide di farsi coraggio e spingere il portellone con due mani per entrare. Non è arrivato nessun altro e, nonostante sia lì da molto, sa di avere qualche minuto di ritardo. Di fronte si trova un breve corridoio che percorre a passo incerto fino a svoltare a destra e trovarsi davanti una palestra abbastanza grande. Stiles si è informato e sa che i Werewolves praticano rugby su prato e che quindi quella palestra viene usata solo per gli allenamenti volti allo sviluppo della muscolatura. Infatti, lungo le pareti sono allineati svariati attrezzi di cui ne riconosce a stento la metà.
Continuando a spostare lo sguardo Stiles vede che almeno qualcuno della squadra c'è. 

Un ragazzo è di spalle, con le mani appoggiate ad un lungo tavolo posizionato vicino alla parete in fondo alla stanza. Fortunatamente sembra non essersi accorto di Stiles, perché quest'ultimo si sente come se non riuscisse più a muoversi. Avendo le mani sul tavolo, il ragazzo è leggermente piegato con il busto in avanti e la visione che si presenta agli occhi della matricola è quasi paradisiaca. Sta probabilmente indossando la divisa della squadra, perché quei pantaloncini rossi dovrebbero essere illegali su di lui fuori da un campo di gioco. Stiles non riesce a staccare gli occhi da quella figura e sente la salivazione azzerarsi in meno di tre secondi, mentre le mani cominciano a sudare. Durante le sue brevi esperienze sul divano di casa, Stiles non si è mai, ovviamente, limitato a guardare solo le partite, ma ha sempre notato quanto i giocatori di rugby fossero ben messi. Gambe muscolose, sederi alti e probabilmente di marmo, fisico scolpito a regola d'arte. Stiles sa che ha scelto quel club inconsciamente, e forse mica tanto, solo perché la sua mente gli aveva riproposto certe immagini.

“Vieni avanti o resti lì come un pesce lesso?”

Oh. Oooh. Il tipo, che ora Stiles ha deciso chiamarsi NonHoSoloUnCuloPerfettoMaSonoTuttoPerfetto, pronuncia quella domanda alzandosi e girandosi verso Stiles che fa un passo indietro inciampando sui propri piedi e cadendo col sedere a terra.

“Cominciamo bene”

E il ragazzo non può essere più d'accordo con NonHoSoloUnCuloPerfettoMaSonoTuttoPerfetto.

“Sc…scusa, osservavo la palestra. È la prima volta che ne vedo una”

E via la carta dell'amante dello sport. 
Ovviamente il dio greco alza un sopracciglio interrogativo prima di porgergli un'altra domanda.

“E allora perché sei qui? Sei uno delle pulizie?”

Eh? Lui è una matricola del corso di fisica!

“Io sono una matricola del corso di fisica!”

Appunto.

“E io cosa dovrei farci con te?”

E beh, questo è un colpo basso. Nel senso di colpo preciso nelle parti basse che ti fa scendere tutto il sangue diritto lì e che ti fa pensare a svariati scenari. Stiles, ovviamente, in quegli scenari in cui si fa fare tante belle cose ci si perde e non risponde alla domanda.

“Scusa, sei uno studente…speciale?”

E ora perché quel tipo lo sta guardando con compassione? Perché l'ha definito speciale? La testa di Stiles realizza nello stesso momento in cui tira fuori tre parole urlate. 

“TU! BRUTTO IDIOTA!”

Solo che il rugbista sembra ancora della sua opinione e continua a guardarlo con la stessa espressione. 

“Sono qui per le selezioni della mascotte, sono solo inciampato nei miei piedi!”

Beh, almeno ora Stiles si vede rivolto uno sguardo scettico e non di compatimento. 

“E come vorresti muoverti in un costume ingombrante senza ucciderti?”

Il tipo pronuncia quella frase facendo qualche passo avanti e arrivando a meno di due metri da Stiles che fa di tutto per non assumere di nuovo un'espressione tipica di qualcuno che ha perso il cervello durante una gita fuori, ma con quel corpo di fronte è davvero difficile. Ora riesce a guardarlo meglio in faccia e vede benissimo quanto i suoi occhi non siano solo chiari, ma di un verde quasi trasparente che crea un perfetto contrasto con la sua pelle scura e il filo di barba, nera come i suoi capelli, che gli incornicia il viso dai lineamenti marcati. Per fortuna questa volta Stiles riesce a riprendersi prima che NonHoSoloUnCuloPerfettoMaSonoTuttoPerfetto decida di mandarlo fuori a calci. 

“Quando sono concentrato non inciampo e sarò concentratissimo perché sono un tipo che quando deve fare qualcosa la fa bene o non la fa per niente”

Anche le figure di merda, ma questo l'aveva aggiunto solo nella propria testa.

“Okay, dimmi come ti chiami”

Questa è facile.

“Sono Stiles Stilinski. Cioè mi chiamano tutti Stiles, il mio nome è impronunciab-“

“Non mi interessa. Aspetta qui, ti porto il costume e faremo delle prove”

Okay, bello era bello, ma quella era maleducazione. Maleducazione a cui Stiles decide di non rispondere e quindi annuisce solo. Un minuto dopo, da una porta in fondo alla palestra, vede venire fuori il ragazzo insieme ad un ammasso di peli bianchi. Sarebbe stato un lupo bianco, figo!

“Tieni, indossalo”

Stiles vede allontanarsi quel sedere perfetto e lo vede sedersi dietro al lungo tavolo, poi rivolge uno sguardo al costume. Meglio iniziare con la parte di sotto.

“Togli le scarpe o lo sporchi”

Giusto. Dopo essersele tolte, Stiles alza il costume dal pavimento e abbassa la cerniera sul retro fino ad una coda a batuffolo. Un lupo con una coda così corta? Infilare quell'enorme peluche, nonostante sia un'impresa difficile, non lo fa cadere nemmeno una volta e la matricola esulta internamente e afferra con entusiasmo la testa per infilarsela sul capo, ma per la sorpresa questa volta non riesce a non cadere. Di nuovo.

“Che cazzo ti prende?”

“Perché non sono un lupo?”

Stiles tenta di alzarsi, ma il costume ingombrante lo fa ripiombare per terra con le gambe in aria.

“Perché dovresti essere un lupo?”

“Vi chiamate Werewolves!”

“Noi, non tu. Tu sei il coniglietto che sbraniamo dopo ogni vittoria”

Nonostante sia sdraiato sulla schiena, Stiles vede perfettamente il ghigno che si forma sul volto dell'altro. 

“Mi aiuti?”

“No, muoviti. Mettiti la testa, coniglietto”

Bello, maleducato e stronzo. 

Quando riesce ad alzarsi e ad indossare senza altri drammi anche la testa, Stiles comincia a pentirsi di essersi presentato. Lì dentro fa caldissimo, la vista è quasi nulla e puzza in una maniera indescrivibile, ma cammina fiero (per quanto possa sembrare fiero un coniglietto bianco con le orecchie lunghe che gli scendono ai lati della testa) e si pone di fronte al suo esaminatore che se ne sta seduto con la schiena diritta.

“Bene. Io sono Derek Hale, capitano del Werewolves. Benvenuto. Possiamo cominciare?”

Stiles dice di sì, ma Derek sembra non averlo sentito quindi urla ancora più forte.

“Regola numero uno: le mascotte non parlano. Mai”

Quindi Stiles annuisce e poi resta fermo.

“Regola numero due: le mascotte non stanno mai ferme. Per tutta la durata degli incontri si muovono lungo il perimetro del campo, incitano il pubblico e ballano”

Stiles ora si sente davvero ridicolo, ma non può dargliela vinta, quindi decide di muovere un po' le mani, un saluto crede possa bastare.

“Ti metto una musica, balla”

Dalle retine che il coniglio ha al posto degli occhi, Stiles vede Hale perdere un cellulare e premere qualche tasto. Dopo un po' una musica si diffonde nell'ambiente e la matricola decide di prendere la sua dignità e chiuderla da qualche parte per un po'. Bruno Mars comincia a cantare Uptown Funk e Stiles comincia a muovere i fianchi a destra e sinistra cercando almeno di sculettare. Ad un certo punto fa un piccolo saltello per girarsi di spalle e scuotere ancora un po' il sedere, quando sente una porta chiudersi e si ferma.

“Continua!”

Probabilmente qualcuno è entrato in palestra, forse un altro giocatore, ma per fortuna lui è interamente coperto e non avrà quel posto da mascotte, quindi continua a muovere il bacino e scuote anche le braccia in aria, consapevole di essere davvero ridicolo. La musica si ferma e Stiles si rigira verso il tavolo e vede che è presente davvero un altro ragazzo, alto, biondo scuro e davvero, davvero carino.

“Ehi, capitano, chi c'è lì dentro? Sembrava posseduto!”

Stiles vede Derek passarsi una mano sul viso, quasi rassegnato e poi lo sente parlare non credendo alle sue orecchie. Da coniglio e da umano.

“Jackson ti presento Stiles, la nostra nuova mascotte.”

"Derek sei proprio sicuro?"

"No, ma non abbiamo molta scelta. È l'unico ad essersi presentato."

"E pensi davvero che non riuscirà ad uccidere nessuno durante la prima partita?"

"Possiamo sempre decidere di farlo stare immobile. Quello dovrebbe essere in grado di farlo" dice Derek per poi girarsi verso Stiles. "Prova a stare fermo"

Stiles si raddrizza e ci prova davvero a stare immobile ma il caldo e l'odore di polvere gli fanno pizzicare il naso fino a farlo starnutire talmente forte da inciampare e cadere all'indietro. Jackson scoppia a ridere mentre Derek si schiaffa una mano in faccia: quel ragazzino avrebbe portato un sacco di guai!

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