𝐓𝐡𝐞 𝐏𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫 𝐚𝐧𝐝...

By MrsWeasley6

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[DAL TESTO]: Prese una manciata di colori e li sistemò sulla sua tavolozza. Voleva imprimere in quella tela b... More

𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏: 𝐈𝐥 𝐏𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞
𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐: 𝐋𝐚 𝐂𝐫𝐞𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞
𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 4: "𝐋'𝐢𝐧𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨"
Capitolo 5: "L'accordo"
Capitolo 6: "Il Primo Ricordo"
Capitolo 7: "The Touch"
Capitolo 8: "Vecchi dolori"
Capitolo 9: "Incontrollabile"
Capitolo 10: "L'inizio"
Capitolo 11: Il Bacio
Capitolo 12: "Ian"
Capito 13: "Amor Proprio"
Capitolo 14: "Sensi di colpa"
Capitolo 15: "L'amore"
Capitolo 16: "Equilibrio"
Capitolo 17: "Il Destino"
Capitolo 18: "La Famiglia"
Capitolo 19: "La Fine"
Capitolo 20: "Il Dopo"
Capitolo 21: "Φαρμακον"
finale alternativo

𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟑: "𝐈𝐥 𝐝𝐢𝐩𝐢𝐧𝐭𝐨"

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By MrsWeasley6



<<Scusa>> bofonchiò il riccio ad uno sconosciuto.

Stava correndo in uno dei molteplici corridoi affollati della sua accademia, cercando di trovare la sua aula. Quel giorno non aveva materiale con sé, il professore aveva deciso di dedicare le sue due ore solo alla teoria. Harry ne fu sollevato, se avesse dovuto portare del materiale avrebbe sicuramente dimenticato qualcosa.
Avrebbe lasciato a casa anche la testa se non fosse stata attaccata al corpo. Strinse a sé i suoi due libri di storia dell'arte e si infilò nella classe che teoricamente era quella del suo corso. Era in leggero ritardo ma fortunatamente in classe non vi era ancora il docente e i ragazzi chiacchieravano con il proprio compagno di banco creando un debole brusio, altri stavano con il loro cellulare o scrivevano qualcosa in un quaderno presumibilmente di appunti.
Harry prese posto vicino alla finestra in fondo, in modo da mantenere la sua lontananza con le altre persone e poter stare attento nella sua solitudine alla lezione. Fece per aprire il foglio quando un'ombra catturò la sua attenzione fuori dalla finestra.

Sembrava che qualcuno fosse passato di lì ma era impossibile: di lì vi era solo il giardino riservato agli studenti e quelli non si avvicinavano mai alle finestra in orario di lezione, per rispetto e perché era severamente vietato dalle leggi dell'istituto. Perciò il ragazzo scosse la testa e riprese a prestare attenzione al suo libro alla ricerca della pagina del giorno. Sentì quella sensazione, di essere guardato, spiato da qualcuno. Ma nella classe nessuno stava realmente prestando attenzione a lui. Qualche ragazza gli lanciava un'occhiata e magari qualche coraggiosa gli ammiccava pure con fare sfacciato ed esplicito. Non che ad Harry potesse importargliene qualcosa. All'arrivo del professore tutti si alzarono in piedi. Questo era giovane, dai capelli neri e gli occhi verdi. Harry non si rese conto subito, ma se guardava bene poteva dire che aveva un taglio d'occhi molto simile a quello di sua sorella Gemma. Sembrava molto giovane e lo confermò la sua presentazione.

<<Salve, Classe. Sono il vostro nuovo professore di storia dell'arte. Mi chiamo Jimmy Trauman. Potete chiamarmi anche solo Trauman. O anche solo Jimmy...beh chiamatemi come preferite>> terminò facendo spallucce come a dire "fate voi" procurando alcuni a ridacchiare della sua simpatia.
Nonostante sembrasse giovane era davvero bravo. Harry non ebbe problemi a seguire la lezione anzi a volte si ritrovava con occhi spalancati ad osservarlo attento. Il suo portamento era calmo e calcolato, le sue parole altrettanto dosate e mirate a colpire la curiosità dei ragazzi per mantenere viva la loro attenzione. Inutile dire che la lezione per lui volò.

Ma come in fretta parve finita, in fretta Harry dovette correre per raggiungere la sua auto e tornare a casa. Doveva fare parecchie cose quel giorno e non voleva perdere tempo inutile a guardare corridoi e facce che sapeva quasi a memoria. Inoltre non era nell'umore giusto per intraprendere piacevoli e allegre conversazioni. Perciò con giovialità rigorosamente falsa augurò a tutti una buona giornata e sfrecciò verso casa. Era quasi a metà strada quando sentì dei problemi alla macchina. Per precauzione decise di accostarsi per controllare. Scese dall'auto e tenendo lo sportello aperto notò che la ruota posteriore destra era leggermente sgonfia.

<<Fantastico>> borbottò il riccio, premendo già lo sforzo immane per cambiare quella stupida ruota. Si inginocchiò, e sbuffando si legò i capelli in un bun per poi tirarsi su le maniche e darsi da fare.












Giallo. Girasoli. Mare. Sole. Coperte bianche, foto ricordo, libri. Dove diavolo era? Un giovane fanciullo, si sedette sul letto sulla quale poco prima si era trovato sdraiato. Entrava una luce fioca dalle spesse tende che coprivano tutta la finestra. Ma nonostante tutto la stanza era ben illuminata, quindi sembrava essere mezzogiorno. Il giovane si alzò del tutto a sedere. Aveva un lieve mal di testa dato dalla confusione di ritrovarsi in una realtà diversa e sconosciuta.
Osservò minuziosamente la stanza, impaurito, cercando di trovare degli indizi, delle soluzioni, alle mille domande che in pochi secondi avevano riempito la sua mente. Non aveva idea di cosa stava succedendo.

Perché era lì?

Pian piano, quasi misurando ogni passo e con una lentezza non umana si avvicinò alle tende e con un gesto secco e repentino le aprì. La luce forte e calda del sole lo investì come uno schiaffo e lui si ritirò spaventato da quell'improvviso bagliore. Ingoiò il groppo che gli era risalito in gola e la stretta allo stomaco per la paura. Sfarfallò gli occhi e si sedette per terra, fra il letto ed il muro, nella parete dove si trovava la finestra. Fissava la porta davanti a lui e la scrivania che di lato appariva ordinata e perfetta. Non sapeva di chi fosse, dove su trovasse e perché. Decise di aspettare perché non aveva il coraggio di uscire e muove altri passi oltre quelli fatti per raggiungere la tenda. Aveva troppa paura di imbattersi in qualcosa che non si sarebbe potuto spiegare. Peggio di tutto quello. Dopo un tempo che non seppe definire, sentì qualcosa sbattere sotto di lui. Intuì che forse non si trovava in una casa in un piano o in un appartamento piccolo. Forse vi abitava una famiglia intera, o un gruppo di coinquilini dalle storie diverse.

Strinse a sé le ginocchia e vi affondò il volto, lasciando gli occhi aperti per la troppa paura. Sentiva il martellare incessante del suo cuore e anche se non aveva idea di chi fosse per bene e come fosse finito lì, aveva il terrore che potesse succedere qualcosa di brutto. Si immobilizzò ancora di più, cercando di non far rumore e di respirare il meno possibile. Ci furono degli istanti di silenzio, come se quel botto poco prima fosse stato un lampo a cielo sereno che non doveva per forza essere seguito da una tempesta. Come uno sbaglio. Infatti le cose ritornarono silenziose. Udibile solo il battito del cuore frenetico del povero ragazzo dai capelli color caramello lisci. Quando finalmente il suo respiro si regolarizzò, si permise di rilasciare un sospiro.

Fu un attimo, quando credette di averla scampata e di essere al sicuro, che la porta che stava fissando intensamente fino a qualche secondo prima si aprì.

<< Harry, hai visto per caso la mia fel->> un ragazzo biondo ossigenato sbucò dentro la stanza, tenendo aperta con una mano la porta, afferrando stretta la maniglia. Il suo sguardo distratto si posò prima sul letto sistemato e vuoto, poi sulle tende spalancate e infine sulla figura rannicchiata al di sotto di essa. Vide un piccolo corpo stretto su se stesso, minuto e tremolante. I suoi occhi blu si incontrarono con quelli glaciali dello sconosciuto. La sua faccia dapprima confusa si mutò in pallido terrore del vedere uno sconosciuto nella stanza del suo amico.

Non aveva visto questo ragazzo prima d'ora, sarebbe stato impossibile non ricordarsi di una bellezza del genere. Occhi color oceano cristallizzato, capelli color caramello lisci a sfiorare le sue lunghe e morbide sopracciglia. Zigomi pronunciati e guance incavate. Labbra sottili rosee e pelle abbronzata come fosse un modello. Le sue piccole mani delicate erano strette a tenersi le gambe più vicine possibili al suo petto come a voler scomparire. Ma Niall era un ragazzo istintivo e non gli importò di aver di fronte un essere chiaramente ed evidentemente innocente. Cacciò un urlo decisamente poco virile e spaventato.

<<AAAAAAAAAA>> spalancò gli occhi e prese dalla scrivania del suo coinquilino un pennello, scuotendolo davanti a sé come una spada. <<CHI DIAVOLO SEI??>> urlò isterico.

Tremolò facendo un passo avanti per cercare di poterlo osservare più da vicino, ma mantenendo sempre una certa distanza di sicurezza per non poter essere attaccato. Il giovane abbronzato sbiancò e si strinse ancora di più su se stesso.

<<T-ti prego non farmi del male. Non voglio morire>> piagnicolò terrorizzato. La voce era singhiozzante e ovatta poiché aveva la testa stretta alle ginocchia, ma nonostante ciò si sentiva quanto fosse leggermente rauca e acuta. Niall deglutì a vuoto, completamente confuso e indeciso sul da farsi.

<<Sei tu che sei qui, a casa mia, nella stanza del mio amico, nascosto sotto la finestra! SONO IO CHE DEVI PREGARTI DI NON UCCIDEREMI!>> sul viso un cipiglio a dir poco confuso per la strana situazione. <<.....C-cosa sei? Un senzatetto? Sei entrato dal salone? Io - Come cazzo sei entrato qui e che cosa vuoi??>> chiese cercando di modulare la voce per sembrare almeno un po' temibile. Ma il biondo tremava leggermente per la tensione.

Era spaventato dalla consapevolezza che chiunque se solo avesse voluto sarebbe potuto entrare senza difficoltà a casa loro, così come aveva fatto quel ragazzo magrolino. Per un momento quell'appartamento gli sembrò esposto, poco protetto e lo sentì anche poco suo.

Ci vuole così poco per destabilizzare la sicurezza di una persona?

Ma prima di potersi dare delle risposte o interrogare ulteriormente su quanto fosse precaria la sua stabilità e sicurezza, il ragazzo con gli occhi glaciali gli rispose. Aveva una patina di lacrime che rendeva quel ghiaccio leggermente più umano, più blu. Come un oceano in una giornata soleggiata, ma ventosa. Tranquilli e buoni, ma letali quanto le onde spinte da folate naturali di vento rabbioso. Le sue labbra sottili sembravano disegnate da una matita dal tratto leggero e delicato, come se Leonardo avesse fatto lo schizzo del suo volto e non lo avesse più ritoccato, per paura che quella semplice mina non sarebbe stata capace di rendere abbastanza giustizia se avesse approfondito il lavoro. La sua mascella dritta e affilata, Niall scommise con se stesso che quelle linee così dure avrebbero potuto tagliarli la mano se le avesse sfiorate.

<<I-io non sono entrato da nessuna parte. Cioè mi sono svegliato ed ero qui su questo letto e ho avuto paura quindi mi sono, ecco, seduto qui a pensare>> iniziò con sicurezza la spiegazione, ma la finì quasi bisbigliando quando si ritrovò a dover ammettere di aver avuto paura e di essersi nascosto.

Niall sembrò soddisfatto e, anzi, tranquillizzato da quella risposta. Le sue spalle si sciolsero e la tensione abbandonò i suoi tratti così opposti al ragazzo. Un mezzo sorriso animò le sue labbra carnose, ma non troppo. I suoi occhi grandi e seppur azzurri meno paurosi, ma pieni di comprensione. Le sue guance morbide da pizzicare con l'indice ed il pollice. Lo sconosciuto non potè non immaginarsi un piccolo bimbo biondo, o forse castano data la radice dei suoi capelli naturali, venire sbaciucchiato da vecchie zie e nonne per le guanciotte piene ed esibire fiero un sorriso felice e magari anche sdentato. Soltanto adesso che il biondo si era avvicinato cauto, dopo aver posato il pennello sulla scrivania e si era seduto sul letto davanti a lui a sorridergli, notò il suo orecchino a cerchio. Era davvero un bel ragazzo, su questo non vi era alcun dubbio.
Questo tossì e arrossì lievemente, ancor un sorriso malizioso sul volto. Come se stesse pensando a qualcosa che solo lui poteva capire o che paradossalmente avrebbe dovuto sapere già il castano.

<<Quindi...Haz non mi aveva detto che aveva, si cioè non mi aveva detto che avrebbe portato qualcuno a casa. Io non sono assolutamente contro questa cosa, lui può portare tutti i ragazzi che vuole, non sono certo io ad impedirgli di vivere la sua vita. Mi...Mi dispiace che non ti abbia avvisato che oggi aveva alcune lezioni di arte, ma nulla di importante insomma. Se, se vuoi e non hai da fare, puoi rimanere a pranzo qui o puoi andartene. Harry non porta mai ragazzi qui....o perlomeno, non rimangono mai a dormire che io sappia. Quindi, non lo so, se vuoi andare puoi farlo. Non ti trattengo mica. Solo, volevo che tu sapessi che ecco...>>

È logorroico. Non ho idea di chi sia questo Harry, ma deve avere davvero molta pazienza con te, biondo. Un momento non so il suo nome.

Il castano si ridestò dai suoi pensieri. Il biondo stava ancora farneticando qualcosa sulla sessualità quasi certamente gay di quel Harry, come se lui avrebbe dovuto sapere chi fosse.

<<Non mi hai detto il tuo nome>> lo interruppe, con un cipiglio curioso. Solo dopo si rese conto di averlo interrotto e proprio quando stava per scusarsi per la sua maleducazione quello lo sorprese sbattendosi una mano in faccia, come a punirsi.

<<Oh, cavolo. Scusami amico, a volte mi dimentico che le persone non sanno il mio nome, do per scontato che mi conoscano. Sai sono un po' così, molto spontaneo. Mia madre dice sempre che faccio scappare le persone con i miei modi di fare così confidenziali. Però sai, alle ragazze non dispiace.>> ammiccò in sua direzione. Poi forse pensò di aver sbagliato e si morse un labbro <<cioè, si beh immagino tu non lo sappia. Insomma sei stato con Harry, quindi è logico che tu provi attrazione per altro o magari sei bisex>> arrossì come un bambino che sa di aver appena confessato una marachella, ma che non vuole essere punito.

Dio, volevo solo sapere il tuo nome, biondo.

<<Comunque, per rispondere alla tua domanda io mi chiamo Niall.>> sorrise mostrando la sua schiera di denti bianchi e rotondi. Sembrava una dentatura di un bambino. Anche in quel sorriso, vi si poteva leggere tanta dolcezza e forse un po' di goffaggine. Il liscio lo sentì amico, fin da subito. Ricambiò il sorriso e strinse la mano che con nonchalance Niall gli aveva porto.

<<Louis>> lo informò, adesso più calmo e a suo agio. Quel Niall non era poi così male.

<<Okay Louis, mi piace il tuo nome. Sei francese?>> ridacchiò il ragazzo, riducendo la visibilità di quei due occhioni blu.

<<N-non che io sappia>> farfugliò, realmente confuso. Non ricordava molto di sé stesso. Sapeva e conosceva bene ogni parte del suo corpo come se qualcuno creandolo lo avesse descritto e ad associato ogni dettaglio ad un qualcosa. A Louis piaceva immaginarsi che fosse stato un artista a plasmarlo. Con della cera, o della terra. Niall interpretò quella sua risposta titubante, come una battuta. Rise sguaiatamente e si sporse per lasciargli una pacca sulla spalla. Mano fredda su pelle calda.

<<Oh, Louis. Sei davvero divertente. Ora capisco perché Harry ha scelto te, non contando beh...tutto il resto.>> si alzò dal letto ancora ridacchiando perso nei suoi pensieri, dopo avergli lanciato un occhiolino davvero poco discreto e inequivocabile e si diresse verso la porta.

<<Fa come se fossi a casa tua, Haz arriva fra poco. Puoi aspettarlo qui in camera o se hai bisogno di qualcosa, butta un urlo o scendi in cucina. Au revoir>> portò una mano dalla maniglia della porta alla fronte, in un goffo tentativo di imitare il saluto militare, per poi chiudersi la porta alle spalle.

Louis, ora da solo, lasciò fuoriuscire un sospiro carico di tutte le paure che affollavano la sua mente. Ma in quel momento solo una cosa riusciva a chiedersi. Chi diavolo era Harry? Immaginò che l'unica cosa sensata da fare fosse aspettarlo quindi si alzò da terra. Magari esaminare la stanza lo avrebbe aiutato a capire che tipo di ragazzo fosse quell'Harry e perché era finito in camera sua. Istintivamente si portò una mano a toccarsi un po' ovunque. Cercava dolori, lividi, indizi che potessero aiutarlo a ricostruire ciò che era accaduto la sera prima. Non ricordava nulla e il suo corpo bronzeo e leggermente muscoloso ma minuto non mostrò di aver subito alcuna violenza o estremo piacere. Notò di avere su di sé dei semplici jeans blu e una camicia bianca, di poco aperta sul petto. Ai piedi delle converse bianche. Si guardò le mani abbronzate e piccole, dalle dita sottili e corte, come quelle di un bimbo. Si avvicinò con passo lento e curioso alla scrivania della stanza. Niall vi aveva preso un pennello per protezione, che aveva lasciato abbandonato sul tavolo di legno senza rimetterlo nell'apposito barattolo. Lo rimise a posto lui, osservando come ci fossero mille barattoli di vetro trasparenti, contenitori colorati sul giallo o sul blu, onde di mare disegnate su ogni superficie disegnabile.

La scrivania di legno bianco però immacolata e pulita come se quel giovane artista si fosse dato il limite.

Disegni ovunque, ma non sulla scrivania. Maniaco dell'ordine o amante del suo tavolo da lavoro?

Alcuni album da disegni impilati ai lati, così come quaderni dalle copertine scure e dai fogli leggermente ingialliti, giacevano in orizzontale vicino alla lampada che fungeva da luce. Louis ipotizzò che quel ragazzo viveva d'arte anche di notte. Magari la sera, ritornato dalla sua università e dopo aver fatto un lungo bagno rilassante si sedeva lì a disegnare e a crearsi quella bolla che faceva stare bene tutti gli artisti quando si immergono nella loro arte. Magari il giovane lasciava che la mina macchiate il foglio in modo deciso senza mai cancellare un errore e senza mai osare strappare via una bozza mal venuta. Louis sfogliando uno di quei vecchi quaderni pieni di schizzi di volti, paesaggi e linee astratte, si chiese se mai quello sconosciuto artista aveva prodotto qualcosa "da buttar via".

I suoi occhi di ghiaccio si fermarono su una pagina, dove vi era il ritratto di un parco. Era quasi a fine pagina, quindi Louis suppose fosse una delle sue ultime creazioni. I giochi per bambini erano distrutti e vecchi da come si poteva ben notare nel disegno, e tutto era un gioco di ombre scure e poco più chiare. La sensazione di angoscia, terrore e abbandono strinse il cuore di Louis in una morsa. Chissà perché un ragazzo solare come lui aveva immaginato fosse, avrebbe dovuto disegnare un tale spettacolo triste. Sentì un rumore al piano di sotto ma non se ne curò. Probabilmente il biondo stava preparando da mangiare, data l'ora. Si chiese che cosa avrebbe dovuto fare adesso. Si trovava in quella casa sconosciuta, senza sapere come avrebbe dovuto reagire alla vista di colui che forse avrebbe saputo dargli una risposta. Notò il cavalletto vicino alla scrivania, ma era vuoto. Nessuna tela esposta.

Vorrei tanto vedere le tele che ha dipinto. Sono certo che saranno dei capolavori. Si morse il labbro perso nei suoi pensieri quando per l'ennesima volta un rumore lo distrasse. Si voltò pensando si trattasse di Niall che gli chiedeva se era sicuro di voler aspettare lì da solo, ma quando lo fece quello che vide non fu il ragazzo biondo dalla parlantina sciolta.

Un ragazzo alto, slanciato, dalle spalle larghe e dalle braccia forzute. Una pantalone nero aderente a fasciare delle gambe lunghe da invidia, una maglietta bianca sotto una camicia verde arrotolata sui gomiti. Una fascia quasi nera, forse blu scuro da quel che Louis poteva vedere, teneva indietro i suoi lunghi capelli ricci color cioccolato. Ma il suo volto fu una sorpresa per il giovane dagli occhi di ghiaccio. Un viso scolpito alla perfezione, la linea della mascella mascolina e delineata, le guance di poco incavate, le sue labbra carnose e rosee come se le avesse morse e poi lenite con la sua lingua fino a lasciarle colorite e leggermente gonfie. Poi Louis lo guardò negli occhi. Quegli occhi. Dalla forma furba, grandi e trasparenti, di un verde chiaro decisamente indescrivibile. Erano troppo verdi e troppo belli. Un universo dentro un sguardo. Come se fossero capaci di leggerti dentro, di studiarti, di capirti. Louis si sentì nudo davanti a quegli smeraldi. Tutta la natura, tutte le foreste, i boschi, i prati, le pianure, le piante, le albe, le aurore ed i tramonti in quelle due pietre preziose incastonate in un viso perfetto.

Quindi era lui, Harry?





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Hiiiii💕💕

Come promesso ecco il capitolo nuovo BUT

VI PROMETTO CHE STO PREPARANDO L'EPILOGO DI ARGK QUINDI NON ODIATEMI

Eeeeee

Finalmente Walls è uscito. È stata un emozione arrivare a casa e trovare il pacco del CD e della maglietta da scartare❤

Ho aspettato anche la mezzanotte e ho dormito tipo solo 5 ore quindi a scuola ero mezza morta ma per LouLou questo ed altro eh🥰

Avete già sentito Walls? Cosa ne pensate? La vostra song preferita?

Spero inoltre che il capitolo vi sia piaciuto, vi mando tutto il mio amore come sempre

Byeeeeee💝💓💘💞💘💕💝💞💝💓💝💓💝💓



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