‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali II (Cr...

By Zerosenpaii

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"Una persona una volta mi disse che scrivere rende immortali,e aveva ragione. Ma sai cos'altro rende immortal... More

Prologo.
Parte Prima.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
Parte Seconda.
17.
18.
19.
20.
21.
22.
23.
24.
25.
26.
27.
28.
29.
30.
Parte Terza.
31.
32.
33.
Ultimo.
Epilogo.
Spazio Autrice.
Sequel.
[Extra] Oneshot: Casa (Hermann/Victor)

9.

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By Zerosenpaii

"Corri vivacemente verso l'Abisso"

Fu un riflesso istintivo quello di aprire la porta della casetta di legno con violenza e fiondarsi dentro.
Chuuya si guardò velocemente intorno,ma non ebbe bisogno di cercare tanto: le due ragazze stavano in piedi proprio di fronte a lui,attorno al tavolo di legno dove avevano pranzato. Il rumore di vetro frantumato era probabilmente dovuto ai piatti che erano adesso ridotti a cocci sparsi a terra,dato che il tavolo era rovesciato su un lato.

<<Saffo.. Ora basta. Ci stanno guardando>> Lesbia sibilò,mantenendo comunque il suo contegno e il tono docile che aveva sempre usato.
Guardando meglio la più giovane,Chuuya sussultò. I suoi capelli corti alle spalle,mossi sulle punte,cambiavano repentinamente colore dal verde al rosso,come una lampadina rotta che sta per fulminarsi. I suoi occhi brillavano di luce iraconda ed erano fissi sulla padrona di casa vestita di bianco,ignorando palesemente l'intruso. Quest'ultimo teneva gli occhi fissi sulla testa di Saffo,chiedendosi se il motivo di quel fenomeno fosse dovuto alla situazione in cui si trovava o ad altro.

<<Su,su,non serve agitarsi>>
Fu un'altra voce ancora a parlare,proveniente dalla soglia della porta; era fin troppo familiare.
<<Dazai?!>> fu la prima cosa che,in quella strana situazione,il rosso riuscì a gridare.
Il bendato passò tranquillamente attraverso la porta: aveva le mani libere, non più legate con le catene e un'espressione incuriosita ma al contempo fiduciosa,come quando si realizzava un evento che aveva previsto da tempo. Chuuya la conosceva bene quell'espressione,e ne era non poco irritato.

<<Come ti sei liberato,idiota?>> sbuffò,frustrato.
<<Come al solito>> lo liquidò il moro.
Lesbia sospirò,sembrando affranta.
<<Lo sapevo che sarebbe stato inutile rinchiuderti...ma era un lusso che volevo permettermi..>>
Saffo sbattè il piede a terra.
<<Me ne vado>> disse soltanto,per poi girarsi velocemente e dirigersi verso la porta,ma fu bloccata dal moro che le si pose davanti.
<<Vedo che ti succede ancora,quando sei su di giri>> ridacchiò,indicando i capelli che cambiavano ancora colore di tanto in tanto.
<<Non posso farci niente>> rispose lei,freddamente <<lasciami passare>>

<<Perchè non vuoi ascoltarmi?>> la donna dall'altro lato del tavolo strinse i pugni <<sono colei che ti ha cresciuta!>>
<<Sei anche colei che mi ha abbandonata!>> in un moto di rabbia,Saffo lasciò una forchetta caduta a terra verso la porta d'ingresso,ma questa percorse la direzione esattamente opposta verso lo spazio interno,sfiorando Lesbia sulla guancia.
<<Che diamine..>> il più basso sembrava confuso.
Dazai gli sussurrò,spiegandogli.
<<È l'abilità di Saffo, "Vivemus et amemus",lei può invertire qualsiasi cosa: direzioni,vettori,colori,posizioni..>>
Ora era decisamente più chiaro anche il cambio dei capelli, il rosso era il colore opposto al verde,probabilmente era uno scambio involontario.

<<Non mi hai nemmeno chiesto perchè sono sparita>> la padrona di casa aveva alzato la voce per sovrastare quella dell'altra ragazza.
<<Non mi interessa,non voglio saperlo>> fece un passo avanti nella sua direzione,puntandole minacciosamente il dito contro <<sai quanti giorni ti ho pianta? Quanti giorni ti ho cercata? Quanto io abbia sofferto e sperato per vent'anni che tu fossi viva?>> la sua voce si ruppe sul finale,ma era chiaro che aveva ancora altro da dire.
<<Mi dispiace Saffo ma...>>
<<Sai quanti giorni ho avuto paura?!>> la interruppe ancora <<dov'eri quando mi hanno diagnosticato la malattia di mamma? Dov'eri tutte le volte che ho avuto paura di impazzire come lei? Di avere una crisi come lei? Di fare una strage e poi uccidermi come lei!>>
L'ultima parte la urlò con quanto fiato aveva in gola,e stavolta aveva davvero finito.

Chuuya non sapeva che dire,ma la capiva. Si ricordava bene dei due anni passati senza Dazai,di quanto dolore avessero portato e di quanto fosse stato difficile accettare che il partner fosse ancora vivo. Saffo ne aveva passati più di venti senza quella persona a cui sembrava tenere molto,la sua reazione era completamente giustificata.
E poi,inaspettatamente,Lesbia scoppiò a ridere. Una risata genuina,ma anche triste,una risata che nascondeva milioni di lacrime versate di nascosto per la mancanza e per il dolore,ma anche una pesante consapevolezza che nè lui nè il moro sapevano ancora interpretare.
Poi la donna greca smise di ridere e sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi,stavolta negli occhi aveva solo sensi di colpa.
<<Mi dispiace di essere scomparsa,ma anche se non lo capisci era la mia unica opzione..>>
<<Stronzate>> scrollò le spalle Chuuya,intromettendosi <<non si ha mai solo un'unica opzione>>
Dazai degludì,come se lo avesse trapassato una lama invisibile. Si stava chiaramente riferendo a lui.

<<Ma posso dirti una cosa>> con lo sguardo serio e gli occhi ridotti a due fessure,Lesbia si avvicinò verso la ragazzina,che adesso indietreggiava istintivamente.
<<Non devi aver paura..>> continuò <<so che adesso vivi nel terrore di te stessa,che hai paura di diventare qualcosa che non puoi essere. Ma non ne hai motivo. È vero,tua madre era malata,ma la sua malattia non ha mai ucciso nessuno. Suo marito la amava,sua figlia la amava... la sua vita era perfetta,e anche la tua lo è,oppure lo sarà>>
<<Come puoi dire così dopo quello che è successo?! Quella malattia ha ucciso più di dieci persone,mio padre e infine lei stessa! Si è suicidata!>> Saffo alzò la mano per colpirla ma fu interrotta da un suono argenteo e cristallino: la risata di Dazai.
Chuuya si girò verso il moro che gli stava affianco,il quale si teneva una mano davanti alla bocca ma aveva il volto attraversato da un ghigno.
<<Dazai..?>> lo chiamò il rosso,non comprendendo la natura della sua reazione.
<<Saffo..>> Dazai indicò Lesbia con fare accusatorio <<..secondo me ti stai sbagliando. Guardala negli occhi>>
La piccola greca volse lo sguardo al moro e poi nuovamente alla donna con cui stava parlando e poi lo vide: i suoi occhi brillavano di una luce quasi invisibile,ma che era la stessa che si specchiava negli occhi del bendato.
E Chuuya la conosceva,significava "non è così,quel che dici è sbagliato e io lo so per certo".

Lesbia si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e assunse uno sguardo compassionevole.
<<Sei sveglio come sempre,Osamu..>> poi si rivolse a Saffo <<è così. Non devi temere,perchè tua madre non è impazzita quel giorno,non ha compiuto una strage e non si è suicidata>>
Con gli occhi sgranati,la ragazzina davanti a lei assimilava ogni parola che le veniva detta,con aria incredula.
<<Vuoi dire che è viva..?>> sembrava stesse per scoppiare a piangere.
Lesbia scosse la testa,con sguardo basso.
<<No. Purtroppo è morta sul serio...>> si fermò per un secondo <<è stata...>>
<<...assassinata>> finì per lei Dazai <<mi sbaglio?>> sfoggiò il suo solito sorrisetto.
La donna dai capelli rossi abbassò lo sguardo e non disse nulla. Significava che aveva ragione.
<<...eh?>> fu tutto ciò che uscì dalla bocca della più bassa,che fissava la sua interlocutrice con lo sguardo vacuo.
<<Non è possibile... Stai mentendo..>>
<<Non sta mentendo>> asserì Dazai,con le mani nelle tasche <<in fondo pensaci,se fosse stato un semplice incidente perchè sarebbe scappata via in quel modo? Invece,se fosse l'unica sopravvissuta ad un massacro operato da qualcun altro..>>
<<...la starebbero sicuramente cercando,quindi la cosa più logica da fare era fuggire>> completò Chuuya,il quale concordava con la tesi del moro.

<<Uccisa..>> Saffo strinse i pugni così forte da farle sbiancare completamente le nocche  <<da chi? chi l'ha uccisa? Dimmelo subito!>> ringhiò furiosamente.
Ma non ci fu nessuna risposta,Lesbia continuava a fissare il pavimento ligneo della stanza in silenzio.
Questa cosa la innervosì ancora di più.
<<Allora?! Volevi parlare fino ad ora e adesso fai scena muta?!>> le gridò contro.
Nei momenti di silenzio si sentiva solo il suono dei grilli e del vento che sbatteva contro le finestre di vetro nella notte.
<<Non lo sa>> constatò infine Dazai,con un ghigno sul volto <<non lo sa,e questa cosa la frustra e non poco.. Ecco perchè è scappata come una codarda>>
Non aveva nemmeno finito di parlare che una folta chioma verde gli passò affianco uscendo repentinamente dalla porta d'ingresso.
Saffo se n'era andata.

Dazai alzò lo sguardo verso Lesbia,ma non in grado di incrociare i suoi occhi,che erano fissi sul pavimento.
<<Ci hai attirati tutti qui solo per poterle dire la verità? Una verità che non le serve a niente! Lo hai fatto solo per liberarti del senso di colpa,vero?!>> le ringhiò contro Chuuya,ma la donna dal lungo vestito bianco gli aveva già voltato le spalle,tornandosene nelle sue stanze.

[...]

Il giorno dopo,la colazione fu servita all'orario prestabilito,ma Lesbia non si presentò e nemmeno le altre due donne. Al tavolo c'erano Chuuya e Dazai insieme ai membri della D.A.N.T.E.
L'assenza delle padrone di casa aveva reso l'atmosfera tesa come una corda,e tutti mangiavano in silenzio (alcuni chiedendosi il motivo di quella tensione,alcuni semplicemente godendosi il pasto).
Anche Saffo,per la prima volta,si servì del cibo di cui era imbandita la tavola,in un silenzio contemplativo.

Quando ebbero finito di mangiare,fu proprio la greca ad interrompere quel silenzio.
<<Capo>> chiamò,rivolgendosi a Dante.
Lei alzò lo sguardo,curiosa,inclinando la testa come a chiederle cosa volesse. Raramente la chiamavano così,ma se Saffo lo aveva fatto significava che voleva dirle qualcosa in qualità di leader.
<<Mh?>> mugulò con la bocca piena e aria nervosa.
<<Devo chiederle di poter lasciare temporaneamente la D.A.N.T.E>> sussurrò quella in risposta,sollevando un coro di "Eh?!" e parole di disappunto.
Dante sembrava paralizzata,come in tutte le situazioni in cui avrebbe dovuto comportarsi da capo e non da ragazzina scapestrata.
Saffo si affrettò a spiegare.
<<La verità è che ho scoperto che c'è una verità,sulla morte dei miei genitori,che io non conosco..>> abbassò lo sguardo,unendo le mani nervosamente <<e voglio scoprirla. Non so quanto mi ci vorrá,ma se tutto quello su cui ho fondato la mia vita fosse sbagliato.. devo saperlo>>
L'ultima parte la disse con aria decisa.

Dante sembrò sbloccarsi,mandò giù il boccone e sorrise.
<<Non c'è problema,mocciosetta>>
Quella sospirò di sollievo.
<<Allora,quando cominciamo?>> chiese parlando nuovamente il capo dell'organizzazione.
Tutti la guardarono confusi.
Dante rise.
<<Credete davvero che lasceremmo uno dei nostri fare tutto da solo in un momento di difficoltà come questo? La missione sulle circostanze della morte tuoi genitori diventerà di giurisdizione della D.A.N.T.E a partire da ora!>>
Subito il consenso si diffuse tra gli altri membri,e anche se inizialmente aveva rifiutato fermamente l'aiuto,alla fine alla giovane greca non rimase scelta che sorridere e ringraziare di cuore.

<<CHUU,BAKAZAI!>> Dante mise un braccio intorno alle spalle dei due,ridacchiando <<siete dei nostri,vero?>> li fissò negli occhi come se non gli fosse concesso rifiutare.
<<Certo~>>
<<Eh?!>>
Risposero rispettivamente Dazai e Chuuya.
E nel vociare collettivo,tra l'entusiasmo e la positività,qualcuno li guardava.

Stava per iniziare lo spettacolo.
E tutto era esattamente come doveva essere.

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