His Name Is John Richard Deac...

By StonyShipper1326

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proprio il giorno in cui andrà al suo primo concerto, sofia conoscerà i queen, legando all'istante con la sua... More

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Something

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By StonyShipper1326

Mi butto in acqua e ci rimango per qualche secondo. Quando torno a galla con la testa, vedo che John non è ancora entrato e se ne sta lì fermo a riva.

— Hey Deaks! Che aspetti? — dico con tono giocherellone.
— Oh, beh, i-io... volevo solo aspettare che tu mi dicessi com'è l'acqua, se è fredda, calda, sporca, pulita, bagnata, asciutta... —
— Beh, l'acqua è tiepida, pulitissima e bagnata... Come fai ad aspettarti che l'acqua sia asciutta? — dico incredula.
— S-si, scusa stavo... stavo delirando, sai, a volte mi capita... Quanto-quanto è profonda? —

Mi immergo fino a toccare il fondo. Quando sento che mi manca l'aria faccio uscire la testa dall'acqua.

— Non è tanto profonda, ci metto poco a toccare —
— Quindi tu non ci tocchi... —
— John, sono alta meno di un metro e sessanta, ci credo che non ci tocco. Tu sei più alto di me di più di venti centimetri, quindi ECCOME se ci tocchi —
— Boh non so se buttarmi o no... —
— Massì dai, al massimo anneghi — dico divertita ma spazientita allo stesso tempo.
— VA BENE, entro —
— Alleluia! —

Va in un punto dove l'acqua appare più bassa, ci entra e fa una smorfia indefinibile, troppo bella e buffa per essere descritta.

— Era ora! ci tocchi? —
— L'acqua è bagnata! È BAGNATA! —
— MA- ok, respira, respira, RESPIRA! —
— Con chi parli? — dice sorridendo.
— Con la mia coscienza... —
— Perché? —
— Stavo discutendo se faleva la pena fare questo —

Mi avvicino a lui e prendo le sue braccia e con un gesto veloce lo immergo in acqua.
Si dimena per iniziare a correre per tutto il laghetto. Scoppio a ridere e per poco non annego, vista la profondità.

— MA SEI PAZZA? POTEVO MORIRE! NON TI IMPORTA DELLA VITA CHE HO DAVANTI AGLI OCCHI?? —

Lo guardo sorridendo innocentemente, pensando che effettivamente sono pazza, pazza di lui.

— Ti va di fare una nuotatina? —
— Hai ascoltato anche mezza parola di ciò che ho detto? —
— Uhm... Scusa io... Mi dispiace, non ti stavo ascoltando, e mi dispiace anche per lo scherzo che ti ho fatto, non pensavo che avresti reagito così... —
— Tranquilla, non fa niente... — dice infastidito.
— Comunque, ti va di nuotare? —

Riesco leggermente a vedere come la pelle di John diventa pallida, non che non fosse già.

— I-io... v-va bene... —

Sorrido e inizio a nuotare, facendo segno a Deaky di seguirmi.
Continuo a nuotare fino a che non scorgo una specie di grotta. Mi fermo e inizio ad osservarla. È bellissima, piena di stalattiti e stalagmiti, si sente come delle gocce cadevano su piccole pozze, dandoti una sensazione di misterio. Più vado avanti, più diventa buio, ma quando passa un fascio di luce, vedo come sono presenti molti cristalli, alcuni sui lati, altri per terra. Il mio sguardo cade su dei cristalli grigio-verde, a forma di cuore.
Li raccolgo e li rigiro tra le dita.

— Sembra il colore degli occhi di John — dico senza pensare che lui è dietro di me.

Mi giro per cercare di limitare il danno ma vedo che il danno non c'è stato proprio.

— John? Dove sei? —

Nessuna risposta.

— John, questo scherzo non è affatto divertente, mi sto preoccupando, dove sei? —

Di nuovo c'è solo silenzio.

— Porco schifo — sussurro.
— JOHN, DOVE SEI, TI PREGO RISPONDI! —

Inizio a correre verso l'uscita della grotta, cado in acqua e comincio a nuotare più veloce che posso, fino a sentire una fitta al piede sinistro.
Non so perché ma sin da quando ero bambina, se iniziavo a nuotare troppo velocemente mi veniva un crampo al piede a volte destro, a volte sinistro. Questo dolore lo sentivo fino a che non finivo la lezione di nuoto e se mi veniva quando stava per finire era abbastanza bello, quando invece il piede iniziava a farmi male dopo dieci minuti di lezione beh... non era una bella cosa.
Continuo a nuotare, cercando di ignorare la fitta al piede e il cuore che mi batte a mille, sia per la fatica che per lo spavento. Ad un certo punto vedo che non molto lontano c'è qualcuno che si dimena, qualcuno che non riesce a nuotare, qualcuno che molto probabilmente è... JOHN! Cerco di nuotare il più veloce possibile verso di lui per poi cercare di prenderlo a mo' di sposa. La cosa mi riesce piuttosto bene finché non esco dall'acqua. Lo appoggio a riva, sfinita.
Mi stendo vicino a lui per riprendere fiato.

— J-john? —

Inizio a scuoterlo, a dargli colpi sul braccio.

— John sveglia! —

Inizio a fare un po' di pressione sul suo petto.
Le lacrime riempiono i miei occhi. Se non si sveglia, io... no, non devo nemmeno pensarci. Continuo a premere, cercando di farlo svegliare.

— Ti prego John! Svegliati! —

Comincio a piangere, le lacrime cadono sul suo viso. Accarezzo le sue guance e guardo le sue labbra. No, non posso, non sono capace di fare la respirazione bocca a bocca...
Continuo a premere sul suo petto, per provare a riprendere in mano la situazione.
All'improvviso tossisce, facendo uscire dell'acqua. La mia espressione cambia totalmente. Gli salto praticamente addosso, per abbracciarlo, e dargli tanti baci sui capelli. Poi mi accorgo di ciò che ho appena fatto. Arrossisco e mi sposto vicino a lui.

— John... Ma tu... Non sai nuotare, vero? —

Abbassa lo sguardo.

— No... —
— E perché non me l'hai detto? Potevamo tranquillamente rimanere qui, mi è persino venuto un crampo al piede e- —
— Ti sei fatta male per colpa mia? Oddio, mi dispiace! Non volevo farti preoccupare così tanto, uff, ho rovinato tutto come sempre —
— No non è vero! Perché ho trovato questo... —

Gli mostro i cristalli che ho trovato.

— Sono bellissimi —
— Lo so... Ma anche se fossimo rimasti qui li avrei trovati... —
— Ma no, sei andata più avanti di me, sicuramente c'era uno spazio pieno e- —
— John, appena ho visto questi cristalli ho pensato ai tuoi occhi — dico arrossendo.

Arrossisce anche lui.

— Non te l'ho detto perché sembravi così felice di questo posto... Pensavo che avrei rovinato tutto —
— John, non devi nemmeno pensare queste cose! Se sto in compagnia tua, mi va bene tutto! —

Lo abbraccio.

— Mi sarebbe davvero piaciuto rimanere lì con te a... —

Mi stacco e gli metto le mani sulle spalle.

— Aspetta: cos'altro potevamo fare lì nel prato? —

Sembra pensarci un attimo.

— Beh... C'è del cibo, una chitarra... uhm —
— Cioè.. C'è del cibo e io ho nuotato? —

Mi alzo di scatto per correre verso il prato.
Poi mi ricordo che non so da dove si passa.

— Uhm... Deaky, avrei un problemino... —
— Non ti ricordi da dove si passa, vero? —
— Eh già... — rido nervosamente.
— Dai vieni —

Mi prende per mano e mi fa fare il tratto inverso a quello che avevamo fatto per arrivare al laghetto. Quando giungiamo alla tovaglia vediamo i mucchi di vestiti, e due cesti, uno più grande dell'altro.
Mi vesto, lasciando il costume sotto la maglietta visto che pur essendo novembre, era una giornata calda.
Intanto anche John si è vestito, anche lui tenendo il costume. Poi apre i cesti: in quello più piccolo c'erano delle vaschette di frutti di bosco, alcuni misti altri separati. La vaschetta che mi salta subito all'occhio è quella di fragole.
Penso che Deaky abbia visto lo sguardo "assassino" che ho assunto guardando la frutta, visto che è stato il primo piatto che ha tirato fuori. Ne azzanno una e inizio a mangiarla. Wow, era la fragola più buona che io abbia mai mangiato. Ne prendo altre, una dopo l'altra e le mangio assaporando ogni morso.

— Ti piacciono? —
— Fono buobiffime! — dico con ancora la bocca piena.
— Sono contento che ti piacciano... —

Sembra che debba dire qualcos'altro, ma si limita a girare la testa e a guardare l'altro cesto.

— Le hai raccolte tu? —
— Dal supermercato hehe — dice ridendo nel suo modo cute che ogni volta mi causa lo scioglimento dei miei organi interni facendomi vomitare arcobaleni.

Cerco di non saltargli addosso mangiando altre fragole e lui apre l'altro cesto, rivelando la chitarra che aveva nominato poco fa.
Inizia a suonare una canzone, non capisco bene quale sia, oppure semplicemente non l'ho mai sentita.

— Che canzone è? — chiedo affascinata.
— Non lo so... stavo improvvisando hehe —

Sorrido.

— My Lady, ha qualche richiesta specifica? — dice con un tono buffo.
— Cosa mi consiglia, My Lord? — rispondo con lo stesso tono.
— Uhm, oggi sento che potrei suonare questa... —

Inizia a suonare e a cantare Something, dei Beatles. Si crea un'atmosfera magica. La sua voce è si, un po' stonata rispetto a quella di Roger, Brian e Freddie, ma è lo stesso bella. Ha un non so che che la rende speciale, forse il fatto che non l'abbia mai sentito cantare è la causa di quest'effetto, ma non ci faccio tanto caso, penso solo a godermi il momento.
Appena finisce non posso che applaudire.

— Sei stato... magnifico, davvero. Dovresti cantar- —
— Sofia, ti prego, non iniziare. Io non voglio cantare. Brian, Roger e Freddie hanno tutti e tre delle bellissime voci, la mia non è niente in confronto alla loro. Piuttosto posso fare un paio di cori, ma solo se il mio microfono è abbassato. Più che altro è perché non me la sento di rischiare di non piacere, non ho tutto quel coraggio... —

Mi fermo a riflettere. Beh ha ragione. La gente sa essere crudele.

— Se non te la senti di rischiare io non sono qui a forzarti, voglio solo dirti che la tua voce mi ha trasportata in un'altra dimensione, dico sul serio —

Mi guarda e si limita ad annuire.
Si crea una specie di silenzio imbarazzante che viene rotto da lui, che chiede l'ora.

— Sono... quasi le 16.30, perché? —
— CAVOLO SIAMO IN RITARDO! — si alza di scatto.
— PER COSA? — mi alzo anche io.
— AIUTAMI A RACCOGLIERE CHE FACCIAMO TARDI! —
— D'ACCORDO, MA DOVE DOBBIAMO ANDARE? —
— PASSAMI LE SCODELLE DOVE C'ERANO LE FRAGOLE! —
— ECCO, TIENI... MA PERCHÉ STIAMO URLANDO? —
— Non lo so haha — ride nervosamente.

Finiamo di riordinare le cose e lasciamo il posto.
John si avvicina al mio orecchio.

— Sarà il nostro posto segreto — mi sussurra.

Per tutta risposta gli lascio un bacio sulla guancia, che però finisce sull'angolo della sua bocca, visto che si è mOSSO, MA OORCO SCHIFO, ROMANI FERMO!
Abbasso lo sguardo e arrossisco. Lui mi alza il mento con due dita e mi bacia la fronte e arrossisce anche lui.
Arriviamo alla moto, ci mettiamo i caschi e torniamo verso la città.

— Non mi hai ancora detto dove stiamo andando! — dico mentre aspettiamo che il semaforo diventi verde.
— Agli studi, dobbiamo fare delle prove e/o vedere se abbiamo pezzi nuovi — risponde, per poi rimettere in moto.








============================

raga non ci credo nemmeno io che ho aggiornato.

capitolo corto. lo so.

temo che saranno così tutti, avendo solo 3 ore al giorno a disposizione per usare il telefono sono un po' legata.

bene, spero che il capitolo vi sia piaciuto.

disclaimer
una scena può assomigliarsi a una di Descendants 1 (la scena del lago di Mal e Ben uwu)

bene, vado a finire la presentazione di Joe in francese

Cheese on toast per tutti! -Bri

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