Sotto Torchio da Lety

By CrazyReporters

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Salve gente corraggiosa! In questo libro pubblicherò le interviste delle mie vittime! Ahaha nah, tranquilli... More

Introduzione
Aleeeeee
LYS! DOVE SCAPPI!?
Cris... Questa è Guerra!
Sua Altezza Reale Laura
Buonasera Capitano!
Tu Mi Vuoi Morta!
Ma Dove Diamine Sono!?
Matteo, Sei Vivo!!
Dark_Flame_94
Soft Ice Cream
MartiAntares
Sognatrice_di_libri
AmahyP

Cami... La Misteriosa...

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By CrazyReporters

Che meraviglia! Anche la vittima di oggi temeva di farsi intervistare, in generale sia chiaro, eh, non faccio poi così paura, sono alta un metro e cinquatuno!
Comunque, dopo aver dovuto scontrarmi con la sua reticenza a parlare di sé, il divieto di indagare affondo sulla sua persona... Nel senso niente domande personali! Sono comunque riuscita a carpire qualche informazione dalla bella Cami, detta la Misteriosa.

Innanzitutto, è conosciuta su questa piattaforma con il  nick   Cami_Millie  , Autrice di due storie che dovrò valutare bene se leggere, lei mi garantisce che non mi terranno sveglia la notte e io temo sia una trappola...

Ahahaha, ok, basta chiacchiere, vi presento le sue due opere!

Ed ora, SIGNORE E SIGNORI, A VOI LA MISTERIOSA CAMI!!!

🐈🐈🐈🐈🐈🐈🐈🐈

Respiro a pieni polmoni l'aria fresca della montagna, posso sentire il profumo del muschio che cresce sulle rocce, l'odore delle foglie bagnate dalla rugiada, la sua presenza mette in risalto quelle opere d'arte, le ragnatele, ben tessute tra la vegetazione del sottobosco, senza quelle goccioline resterebbero nascoste all'occhio umano, finché non ci sbatti il grugno...

«Ciao Lety!» mi saluta una giovane donna agitando un braccio, avanzando verso di me entusiasta dell'intervista e allo stesso tempo, terrorizzata dalle domande che potrei rivolgerle.

«Ciao Cami! Sei pronta?» le chiedo ricambiando il suo sorriso. Per un attimo la vedo vacillare, lanciandosi uno sguardo alle spalle come se valutasse l'ipotesi di poter fuggire. «Dai che non mordo!» la esorto ridacchiando avviandomi per il sentiero che svanisce tra i cespugli di ginepro, mentre dalle imponenti chiome di faggio e quercia, cadono le dolci goccioline di rugiada, dando quasi l'impressione che al posto del bel sole dorato che sta sorgendo, ci sia un velo di nubi tristi, che riversano il loro malumore su di noi.

Dopo qualche attimo di incertezza, Cami mi si affianca lanciandomi occhiate veloci.
Probabilmente si aspetta una domanda, ma non sono nuova del mestiere e le persone come lei e Ale, intervistato qualche giorno fa, sono come i gatti randagi che mi giravano intorno a casa, una volta che li prendi devi far capire loro che non vuoi fargli del male, e lo fai con carezze, dolci parole e tanto cibo.

Ci voltiamo di scatto, udendo un fruscio tra la vegetazione e qualche attimo dopo appare sul sentiero un meraviglioso capriolo, che vedendo di non essere solo, corre nuovamente tra gli alberi allontanandosi da noi umani, che a questi meravigliosi animali abbiamo portato tanto dolore.

«Quale animale ti rappresenta e perché?» le chiedo giusto per spezzare la tensione che aleggia intorno a lei.

«L’animale che mi rappresenta è sicuramente il gatto. Non solo perché mi piace, ma proprio per il carattere. Sono abbastanza introversa, amo dormire e odio essere infastidiva con urla o contatti fisici tipo le persone che ti toccano mentre parlano... Poi, non è per il carattere, ma è una cosa che amo di loro: hanno qualcosa di filosofico e saggio negli occhi, quando ti guardano sembra che ti osservino L’anima... e per come mi guarda il mio a volte mi spaventa.» si volta verso di me con sguardo arcigno. «Tipo così.» e si indica la faccia.

«Filosofico...» I gatti li ho sempre visti menefreghisti con un ego gigantesco. «Per me ci guardano più come a dire : "che razza di Idioti".»

«Anche.» mi conferma ridendo e finalmente inizia a rilassarsi un poco. «Sono un po’ superbi è vero.»

«Un po' tanto...» borbotto proseguendo. Sentiamo il lontananza lo scrosciare dell'acqua, che si unisce al gocciolio della rugiada creando una dolce sinfonia.  «Tu invece? Quali sono 5 tuoi difetti e 5 pregi?» le domando con nonchalance, guardandomi attorno e fermandomi ogni tanto a raccogliere dei frutti di bosco per passarli alla mia intervistata, che a differenza mia li adora.

Dopo essersi deliziata le papille gustative con il dolce succo dei lamponi, inizia anche lei a raccoglierli, meditando sulla risposta alla mia domanda. «Difetti... sono molto permalosa, purtroppo, ed è una parte di me che vorrei modificare assolutamente. Mi affeziono troppo alle persone, e quando alcune mi feriscono ci rimango troppo male. Sono un po’ insicura di me stessa, prima di pubblicare su wattpad ci ho riflettuto molto e comunque ancora ora ho ansia se mi devono arrivare commenti o recensioni. Ma sto imparando a non abbattermi e a prendere le critiche in modo costruttivo.  A volte dico delle cose al momento sbagliato (fonte di diverse figuracce) e per ultima non riesco ad organizzarmi bene, non sono molto ordinata.» quasi sussurra le ultime parole, come se ne avesse imbarazzo anche se non comprendo il perché.

«Ciao me gemella!» la saluto con la mano facendole occhiolino e linguaccia, ottenendo uno sguardo adorante.

«Per i pregi, invece... Ho un’ottima memoria, riesco a ricordarmi moltissime informazioni, soprattutto di carattere scientifico o copioni teatrali, battute di film ecc..
Sono empatica, le mie amiche mi usano come psicologa tascabile, ma sinceramente non mi dispiace. Adoro ascoltare le storie e i problemi degli altri e cercare un rimedio per quest’ultimi.
Ho molta fantasia, a volte può essere un pregio, ma altre no, come ho detto prima tendo a entrare nel mio mondo anche quando non dovrei. Un altro mio pregio è saper fare incurvare il dito tantissimo, abilità utile quando vuoi fare uno scherzo di pessimo gusto agli amici fingendo di avere il dito rotto. E per ultimo... so abbinare bene i colori....»

Al sentire che la memoria è uno dei suoi pregi mi dispero! «La mia memoria è orribile!»

«Vabbè... non è necessario avere una buona memoria in fondo.» cerca di confortarmi dandomi qualche debole pacca sulla spalla.

«É necessario se non mi ricordo manco se ho tirato l'acqua nel bagno e devo tornare a controllare!» specialmente se sei in casa altrui. E la mia disperazione crea intense risate in Cami che quasi le va di traverso un lampone.
«Però sta cosa del dito mi ha spiazzato.»

Quasi blu, riesce finalmente a riprendere fiato. «Devo trovare qualcun’altro da spaventare... ormai i miei amici non si impressionano più da tante volte che gliel’ho fatto.»

«Fa vedere.» le chiedo e ci fermiamo in prossimità di un ponte realizzato in pietra che sovrasta l'origine dello scrosciare.

Cami allunga il braccio, la mano chiusa a pugno ad eccezione dell'indice che è ben steso e assume una posizione innaturale come se fosse rotto a metà. «Però.» Provo a fare la stessa cosa ma non riesco ad imitarla, beh, potrei romperlo davvero ma lo cosa non mi attira.

«È bello farlo davanti alla gente.» mi rivela ridendo di tutte le persone che ha terrorizzato.

«Sembra un cobra in posizione di attacco.» noto prima che il dito riprenda la sua normale posizione, mentre Cami scoppia a ridere.

Ci lasciamo alle spalle il bosco di faggio e quercia entrando in un boschetto di platani, dove l'autunno sta lasciando un segno più evidente del suo passaggio. Un tappeto di foglie rosse e arancioni, ricopre il terreno mentre altre decidono di danzare sul velo dell'acqua, facendosi trasportare poco più in a là o per tragitti più lunghi.

«Sei abbronzata o sei di origine sud Italia o altre parti?» domando più per curiosità che per intervista, perché la sua tonalità mi ricorda quella di una mia amica che è per metà originaria del Perù.

«No, solo abbronzata.» risponde per poi guardarmi con sospetto. «E non saprai altro di me...»

«Ho trovato un osso duro.» borbotto sapendo che l'osso può rompersi e rivelare tutti i suoi segreti.

Decido per il momento di interrompere le domande, mentre continuiamo a camminare e lo zaino che tengo sulle spalle si fa sempre più pesante, per non parlare del cesto di vimini! Mi sono caricata come un mulo.
«Che ne dici di fermarci a magiare là?» le indico un punto poco distante da noi, ai piedi di due alberi, dove su un letto di foglie rossastre è stato steso un panno per evitare di inumidirsi le vesti. Sopra ad esso un piccolo tavolino in legno, ai cui capi sono stati riposti diversi cuscini per rendere confortevole il duro terreno. Da un ramo, che si trova proprio sopra al tavolino, pendono delle lanterne vintage, che però al loro interno hanno delle candele. Come altre sono state poste sul tavolo, che ovviamente non accenderò, non voglio dare fuoco alla foresta e nemmeno a noi due!

Cami si aggira ammirando il piccolo posticino che ho preparato per l'intervista e si siede saggiando con le mani la morbidezza dei cuscini, mentre gli occhi ammirano le lanterne che penzolano sul suo capo.

Mi siedo a mia volta deponendo lo zaino e la cesta al mio fianco, iniziando ad estrarre le leccornie preparate per questo incontro.

Passo a Cami un bicchiere di acqua aromatizzato agli agrumi e menta

, per poi lasciarle a portata di mano il thermos dove tenevo la bevanda.

Ma non può esserci pic nic senza qualche leccornia da mettere nello stomaco! Gli occhi di Cami si spalancano ammirati alla vista di quel che poso sul tavolino...

Tartellette con crema di cocco...

Torta al cioccolato con mousse ai lamponi...

Crostata morbida con frutta fresca...

E mille foglie ai frutti di bosco!

La mia ospite si sfrega le mani indecisa su quale dolce fiondarsi per prima, alla fine decide di incominciare dalla torta mille foglie e mentre alza estasiata gli occhi al cielo al primo boccone, mi verso da bere.
Coprendosi le labbra con la mano, mi domanda a bocca piena: «Che acqua aromatizzata è?»

Corrugo la fronte pensando alla risposta da dare. «Eh, è succo di pompelmo e lime.» in fin dei conti è vero, c'è solo una piccola aggiunta di alcool.

«Pronta ad iniziare l'intervista?»
Ritrovandosi di nuovo con la bocca piena, spazzolandosi la millefoglie a velocità incredibile, annuisce, cercando con lo sguardo la prossima vittima dolciosa.
«Allora, iniziamo con la domanda più vecchia, banale, un vero e proprio cliché, eppure ogni volta mi trovo con risposte diverse, ed è quello il bello!
Dimmi come sei approdata su wattpad!»

«Come domanda è giustissima...Sono approdata su Wattpad recentemente, l’anno scorso. Me ne aveva parlato una mia amica che sulla piattaforma era una lettrice, io stavo già scrivendo per conto mio e ho deciso di pubblicare per divertimento e per ascoltare i consigli e i pareri altrui.» mi risponde subito, come se il timore delle successive domande fosse svanito.

«Aah, interessante e come mai hai iniziato a scrivere?» proseguo togliendo dal tavolo il piatto della millefoglie ormai vuoto e riponendola nella borsa per evitare di attirare un formicaio.

«Bella domanda... penso sia stata una cosa che ho desiderato di fare da sempre. Fin da piccola scrivevo, anche se vorrei dimenticare tutti i racconti-obbrobri fatti allora... ma diciamo che è la mia grande passione insieme alla recitazione, quindi ho iniziato in modo naturale, perché scrivendo riesco a sognare ad occhi aperti ed essere me stessa.» prende in mano il bicchiere con l'acqua aromatizzata mentre io salto su con la mia solita delicatezza...

«Noo, non insultare i tuoi racconti! Puoi sempre riprenderli e dargli una sistemata.»

Cami sussulta, rovesciando parte dell'acqua sul tavolo e schivandola per un soffio. «Mhh... non credo ci sia molto di salvabile in un racconto di una undicenne...» mi fa notare ridendo.

«Beh, puoi tenere la trama e renderla un capolavoro.» le consiglio asciugando il pasticcio che le ho fatto fare.

«Ahahaha grazie, sei troppo buona! Vedrò di rispolverarli e guardare cosa si può fare.» mi promette aleggiando con la mano su dolci, come se fosse una veggente che consulta la sua fidata sfera di cristallo, anche se forse il paragone più adatto in questo caso è come un falco che vola in movimenti circolari nel cielo, puntando la sua preda.

«Brava ragazza! Quindi al momento abbiamo...» inizio ad elencare sulle dita della mano destra. «...lettrice, scrittrice e attrice...»

«L’ultima c’è ancora molto da lavorare...»

«Il tuo sogno allora è fare l'attrice?»

Diciamo di sì. Amo scrivere, ma se dovessi proprio scegliere direi la recitazione. Anche se secondo me, scrittura e recitazione sono sorelle.»

«In effetti...» sorseggio la mia "spremuta"  riflettendo o meglio prendendo tempo per non dire cavolate. «Qualcuno lo dovrà scrivere il copione!» eh... Come non detto, meglio stendere un velo pietoso e proseguire. «Ma dimmi, come è nata la passione per la lettura e anche quella della recitazione!?» domando togliendo un altro piatto vuoto, le tartellette sono state apprezzate quanto la millefoglie.

«Allora... per la recitazione è nata da poco, perché solo ora ho incominciato ad appassionarmi al cinema. Prima ero solo una cinefila incallita, ma andando avanti mi sono resa conto di quanto la figura dell’attrice mi affascinasse. Amo il fatto di poter interpretare altre persone, è come se vivessi nuove vite, e dei personaggi che interpreti ti rimane qualcosa per sempre. Ora faccio parte di una compagnia teatrale. Per la lettura la cosa è simile, è difficile da spiegare, ma quando leggo un libro che mi prende davvero riesco a vivere la storia. Forse perché sono troppo sognatrice.» ridacchia prendendo una fetta di torta al cioccolato e mousse ai lamponi. «Sono sempre stata appassionata dei libri da quando ho memoria, tanto che ad entrare in libreria provo le stesse emozioni di quando ero piccola. A volte ci entro anche solo per osservare, perché amo l’atmosfera. Credo che la libraia ormai mi conosca bene.»

«Tanto vale trasferiti in libreria.» le faccio notare ridendo... Osservo con un sopracciglio inarcato il mio cocktail, forse è meglio andarci piano.

«Sarebbe il mio sogno.»

«Una casa con pareti ricolme di libri, ad eccezione del bagno e della cucina ovviamente.» rifletto svuotando il bicchiere tutto d'un fiato e riponendolo nella cesta di vimini. Fortuna Lety, dovevi andarci piano! Mi riprende una vocetta nella mia testa che deve essere già partita a causa del drink.

«Stupendo!» i suoi occhi si illuminano al sol pensiero di vivere praticamente dentro a una biblioteca. «Ma diciamo che casa mia ci assomiglia, da tanti libri che ho.»

«Allora rischia di scoppiare!
Ma tornado all'intervista, al momento hai due storie pubblicate. Ti va di parlarmene? Come sono nate, di cosa parlano... Ma senza spoiler...» l'avviso subito.

«Allora...» si sistema meglio sui cuscini, mettendosi completamente a suo agio. «La prima storia che ho scritto è quella incentrata sui Vanderboom.

Sono una famiglia inusuale, in cui tutti i componenti hanno qualcosa da nascondere o qualche sfumatura inquietante. Dopo l’arrivo della promessa sposa di uno di loro, incominciano a presentarsi situazioni surreali causate dalla maledizione che la famiglia porta con sè da molto tempo. Questa storia è tratta da un punta e clicca chiamata “Rusty Lake”. Non sono un’amante dei videogiochi, ma questo era più come un romanzo, diciamo, e mi ha affascinato moltissimo per la sua atmosfera cupa e raffinata. Dal gioco ho preso le ambientazioni, che sono la cosa che mi ha colpito di più, e i personaggi. Ma diciamo che la trama e la caratterizzazione dei personaggi in generale li sto inventando un po’ a manetta.» confessa ridendo. «Omega Project,

il secondo racconto, è nato grazie al concorso su wattpad “Esplosione di Idee” degli utenti fragranza di libri e ecilalice. Mi avevano dato una trama di partenza. Una persona che aveva subìto un lutto compiva delle azioni drastiche. Da lì ho iniziato a sviluppare la trama ed è “nato” un giallo fantascientifico. Nel racconto il detective Mulder deve rispolverare un caso avvenuto 4 anni prima, in cui il clone di una genetista fu assassinato. Una nuova legge in vigore dichiara che anche gli omicidi con vittima i “doppi” di qualcuno sono punibili, quindi il caso viene riaperto. Per ora sono solo all’inizio, ma il mio obbiettivo è di depistare il lettore con più colpi di scena e false piste che posso.» rivela con una faccia che è tutto tranne che angelica.

«Insomma qua ti fai odiare.»

La mia osservazione crea ilarità nella mia ospite. «Ma no dai, spero di sorprendere con il finale.»

«Sicuramente!» le assicuro ridacchiando. Se ha incasinato la storia a livelli tipo cubo di Rubik e senza andare a spiare su YouTube la soluzione, è sicuro che resteranno sorpresi. «Quindi, se ho capito bene, genere horror, giallo Fantascientifico...»

«Sì, sono i miei generi preferiti.» conferma annuendo, spazzolandosi le briciole di dolce da dosso.

«Solo nello scrivere o anche nella lettura?»

«In entrambi, amo le storie piene di suspense e mistero. E poi non mi vedrei mai a scrivere un romanzo rosa.» mi garantisce ridacchiando.

«Puoi sempre fare un romanzo rosa macabro.» le propongo con un'alzata di spalle, anche se non ho idea di cosa possa saltar fuori.

«Certo, una love story tra assassini.» butta lì scherzosa ridendo della mia idea per poi farsi seria e pensarci veramente. «Però come idea non sarebbe male!»

«Se la scrivi voglio almeno una riga di ringraziamento!» giusto come prove che ogni tanto ho belle idee.

«Volentieri!» mi accontenta sorridendo, fermandosi un attimo con il cibo, massaggiandosi la pancia piena.

«Hai in mente altre storie da scrivere al momento? Magari sperimentando altri generi?»

«....di altri generi....no.» mi assicura con fermezza per mettere in chiaro la faccenda. «Però sì, credo che scriverò un’altra storia che si collegherà ai Vanderboom, in futuro. E poi pensavo (guarda caso) di scrivere un mistery-horror ambientato ai giorni nostri, ma è ancora un’idea.»

«.... Mi sa che prima di leggere le tue storie dovrò prima chiedere se mi terranno sveglia la notte.
Non so se si è capito, ma non sono una fan del horror.» Lo sanno anche in Cina ormai.

«Sì,  si era intuito.» mi conferma Cami ridendo, per poi scuotere la testa. «Ma non sono così tremende, sono più che altro psicologiche, non horror splatter, tranquilla.» cerca di rassicurarmi ridacchiando, ma la sua aria falsamente innocente e tranquilla, non mi convince.

«Mmm... Vedremo.» borbotto ancora incerta se iniziare a leggere, una volta che sarò libera dal concorso e dal lavoro. Cioè mai? Accontentati di quei dieci minuti sul c... Zitta te!!

«Non ti voglio avere sulla coscienza.» assicura alzando le mani con i palmi rivolti verso di me.

«Sarà meglio, sono indigesta!» più che altro una rompic.... Mai più alcool! «Comunqueeee, fatti un po' di pubblicità, dicci perché la gente deve passare sul tuo profilo e leggere le tue storie!»

Cami sbarra gli occhi, guardandosi attorno come una cerbiatta accerchiata dai cacciatori, la tranquillità trova vacilla. «Ecco, questa domanda mi mette un po’ in imbarazzo.» borbotta come se io, udendo queste parole possa salvarla dal rispondere. «Comunque,» incomincia vedendo che non ritiro la domanda. «se vi piacciono le storie gotiche, le descrizioni, le situazioni surreali e i corvi dovete passare a leggere I Vanderboom. Se invece vi interessano il mistero, gli assassinii e i colpi di scena, il tutto shakerato insieme alla fantascienza, preferirete leggere Omega Project.» fa una pausa riflettendo se aggiungere altro per poi farsi un poco rossa sulle gote. «Ok come spam fa abbastanza pena.»

«Ma no dai! É sintetica ed efficace!» mai sintetica come quella di Ale, porello. «Adesso mia cara, veniamo a noi .» inizio con aria accattivante e facendo sbiancare la mia intervistata. «Parlaci un po' di te, chi si nasconde dietro il Nick? Cosa ti piace fare, cosa fai, chi sei, insomma, cose così.» spiego velocemente posando i gomiti sul tavolo, per sorreggere il mento con le mani, mettendomi in ascolto.

«Allora... dietro al nick c’è una ragazza, credo si sia capito, sugli aspetti più personali preferisco mantenere la privacy, perché penso che io debba essere giudicata per quello che scrivo, non per chi sono. Ma se devo descrivermi, direi che sono una persona che sogna sempre ad occhi aperti. Diciamo che vivo un po’ nel mio modo e ho sempre la testa altrove. Nelle situazioni noiose aiuta, ma a volte mi perdo degli interi discorsi per colpa di questa mia sfaccettatura! Altro di me, vediamo... io e lo sport siamo due poli opposti e i miei amici sportivi mi studiano come una cavia per capire cosa non mi piaccia dello sport. Non l’ho capito nemmeno io, forse sono pigra e basta. Le mie due grandi passioni, come ho già detto, sono la recitazione e la scrittura, ma amo anche i gatti e cerco in tutti i modi di farmi amare dal mio. Adoro il Giappone grazie ai film di Miyazaki e non sopporto le melanzane. La mia stagione preferita è l’estate, ma amo moltissimo anche l’autunno per via della sua atmosfera romantica e quasi irreale... e poi, c’è Halloween.» gli occhi le brillano al nominare quella festività pagana. «La mia giornata perfetta è starsene in casa, con un bel temporale e un cielo plumbeo da osservare alla finestra, ascoltando vinili jazz sul giradischi o guardando qualche film cult in tv, con una tazza di tè in mano e il mio gatto che mi fissa sconcertato (come sempre) da dietro la porta.»

«Noto un profondo odio per le melanzane..» manco a me piacciano, tranne fritte, ma fritte sono buone anche le scarpe! «Domanda... Quanti anni hai?» cerco di indagare, poiché io a dar l'età faccio pena, poi ha parlato di musica vintage.

«Come dicevo prima...» mi ricorda inarcando un sopracciglio, mettendo una pausa ad effetto mentre prende un sorso della sua acqua. «Preferisco mantenere un po’ di privacy.»

«Questa è per me. Non va nell'intervista.» mento spudoratamente, minimizzando la cosa con una risata.

«È uguale, se non ti dispiace, preferisco stare nel mistero.» ribatte con un'occhiata in tralice, sfidandomi a ridere ancora qualcosa sulle sue volontà.

«Dovrò rispettare tale decisione.» mi rassegno con un pesante sospiro.

Vedendomi così abbattuta, il cuore di Cami si intenerisce. «No dai, a parte gli scherzi, vorrei rispettare la mia privacy almeno in questo.» cerca di migliorare la situazione, cosa che per una che deve far delle domande non è facile! «Non ho 10 anni tranquilla.» mi garantisce ridendo. «Nemmeno 50!» aggiunge in fretta strabuzzando gli occhi. «Comunque andavano benissimo per ora le domande, non ti spaventare ora.» cerca di farmi tornare il sorriso.

La guardo di traverso, inarcando un sopracciglio indignata. «Eh... La fai facile te!» niente di troppo personale.... Mi ha tagliato metà delle domande!

E intanto lei se la ride! «Mi sa che ti ho destabilizzata.»

«Va bene va bene, non disperiamo!!!» salto su, gridando più a me stessa che a lei. Cambio posizione alle gambe prima di perdere la sensibilità, nel frattempo cerco una domanda che possa stare su una zona neutra. «Vorrei sapere cinque cose che ami e cinque che odi.»

«Well...» ride ancora e solo dopo aver bevuto un altro po' d'acqua riesce a riprendere fiato per potermi rispondere.
«Cinque cose che amo... ce ne ho molte di più ma cercherò di stringere...
Amo i gatti, il cinema, i libri, la musica anni ‘40 e (non so se si può definire cosa) Venezia.
Cinque cose che odio...
La falsità di certe persone, svegliarmi presto la mattina, dimenticarmi qualcosa da qualche parte, l’arroganza e quando vedo 23 notifiche wattpad ma sono tutti annunci. Ok non c’entrano niente le une con le altre però è così.» riprende nuovamente a ridere e inizio a domandarmi se la pasticceria dove mi sono fermata usi zucchero di barbabietola o zucchero di altra natura che non è zucchero.

«La storia che ti piace la musica vecchia mi fa pensare.» sospiro massagiandomi il mento con fare pensieroso, magari nella speranza che sputi fuori l'età!

«Fidati... l’ho scoperta da poco. Non ho 70 anni!» ribatte, asciugandosi le lacrime che le sono spuntate a forza di ridere. «Me l’hanno consigliata per scrivere il mio racconto, per creare atmosfera e  da lì non ho più smesso.» mi spiega così da metterci una pietra sopra.

«Beh che c'entra?» domando riferendomi alla questione che una per apprezzare la musica vintage deve essere vecchia. «Io canticchio: "una lacrima sul viso", "Luglio col bene che ti voglio... " ,"Una rotonda sul mare..."» mi stringo nelle spalle davanti alla sua espressione scioccata. «Erano le mie ninna nanna in macchina.» spiego ridacchiando.

«Bellissime, ahaha.»

«Dimmi un po'! Se avessi la possibilità di viaggiare nel tempo dove vorresti andare e perché?»

«Ti ringrazio di avermelo chiesto!» anche se la sua espressione arcigna dice tutt altro.

«Non so se preoccuparmi...» adesso sono io che mi guardo attorno alla ricerca di una via di fuga rapida.
«Sicuramente nel passato.
Sono indecisa se preferirei trascorrere una giornata in un locale parigino degli anni 20, magari in uno di quelli dove si riunivano gli artisti dell’epoca, e sperando di scambiarci quattro chiacchiere.
Oppure una giornata in una villa dell’epoca vittoriana, per vedere dal vivo quali erano gli usi allora, visto che come periodo storico mi affascina molto.»

«Mmm e mai pensato di scrivere un romanzo storico giallo?»

«Sì, mi piacerebbe molto... solo che manca ancora la trama. Però i Vanderboom sono già ambientati nell’ottocento, e per adesso mi basta quello. Però mi interesserebbe molto, magari negli anni ‘20-‘30 un po’ alla Agatha Christie che amo come autrice.»

Sospiro nuovamente sconfitta. «Niente... Ci provavo a farti scrivere roba meno violenta.» rido delle mie stesse parole. «Poi... da che pulpito, visto che ho storie ricche di sangue.»

«Ma, ti dirò, alla fine le mie storie non sono così violente... non amo nemmeno io lo splatter, infatti certe scene preferisco descriverle con delicatezza piuttosto che crude. Ora non posso farti spoiler... non so come spiegareee.» ridacchia in crisi, per poi tapparsi la bocca con una fetta di crostata alla frutta, per impedirsi di far spoiler.

«No per carità! Vedo già la folla con i forconi pronti a prendermi la testa se permetto spoiler!» mi porto il dorso della mano alla fronte con fare teatrale, ovviamente faccio pena, meglio che lascio stare.

«Niente allora... vabbè se lo leggerai capirai meglio... forse.»

«Appena mi libero, adesso ho l'agenda piena di vittime! Cioè, volevo dire di interviste.» mi correggo alla svelta. «Ti faccio un'altra domandina bella soft.... Raccontami un tuo momento di estremo imbarazzo e uno di estrema gioia.»

«Imbarazzo sono campionessa di figure di schifo, ma penso che il mio momento peggiore sia stato quando ho bidonato una mia amica dicendole che non potevo uscire perché ero fuori città e l’ho incontrata al supermercato. Volevo sotterrarmi con i pacchi di biscotti.»

Non posso evitarmi di guardarla allucinata tipo la bellissima emoticon del drago Sdentato.

«Ma perché l'hai bidonata? E come ti sei salvata?» soprattutto quest'ultima cosa voglio sapere!

«L’avevo bidonata perché quel giorno non avevo assolutamente voglia di uscire, poi sono dovuta andare al supermercato per forza e me la sono trovata lì... lei mi ha guardata malissimo, io l’ho salutata e ho realizzato dopo. Alla fine è caduto l’argomento. Ma conta che è successo molto tempo fa, ormai non ci sentiamo quasi più.» minimizza la faccenda con un'alzata di spalle.

«Ma scusa.... Non potevi dirgli semplicemente che non ti andava di uscire?» forse è una domanda sciocca, ma io avrei fatto così, anche se nessuno mi chiede mai di uscire.

«Non volevo offenderla! Sono una cogliona lo so.» lascia ricadere la testa sul petto, avvilita. «Alla fine ho fatto peggio.»

«No, non è vero!» tento di confortarla allungandole un piattino con una fetta di Sacher, che tenevo nascosta nel cesto, da tenere per la fine dell'intervista.

«Ma quindi al supermercato ti eri dimenticata la balla?» ecco perché dicono che le bugie hanno le gambe corte, perché la gente che le dice ha la memoria corta.

«Le avevo detto che sarei tornata la sera e ci siamo incontrate di pomeriggio.» ricordando l'episodio si mette a ridere, accettando con un sorriso grato la torta.

«Eh va beh!! Sei rincasata prima!» una balla tira l'altra!

«Ancora ora mi sento uno schifo. Ma vabbè.»

«E dai... Se le hai chiesto scusa poi.» se è una vera amica, ci sarà rimasta male, per carità, ma ci può passare anche sopra.
«Alla fine è caduto l’argomento e basta...» confessa affogando i rimorsi nella sacher. «E di estrema gioia...» riprende per terminare di rispondere alla mia domanda, riponendo sul tavolino il piattino con solo le briciole a riempirlo. «probabilmente quando ho recitato per il mio prima spettacolo teatrale. Grazie all’ansia che mi contraddistingue stavo morendo dentro, non mi ricordavo nemmeno più le battute e dovevo essere nella prima scena. Alla fine sono riuscita a ricordarmi tutto e lo spettacolo è andato molto bene, il momento migliore però, sono state le prove prima, la trepidazione e l’emozione non si erano ancora tramutate in ansia e ci stavamo divertendo come pazzi, tra chi non si ricordava niente a chi andava a prendersi da bere con nonchalance alle macchinette. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Conta che era uno spettacolo surreale-comico, quindi c’era da morire.» si accasciò a terra dalle risate. Allungo il collo per vedere se sta bene, a parte che ora ha un mantello di foglie direi che sia a posto.

«Hai un sogno nel cassetto ?» le domando quando si rimette a sedere respirando con affanno.

«Sì, entrare a far parte del mondo del cinema o di diventare scrittrice.» risponde prontamente, versandosi da bere.

«Quindi due! yeah! Ora, dimmi, visto che hai due storie, quale delle due è la tua preferita e perché?»

«Per ora I Vanderboom, ci sono più affezionata. Perché lo sto scrivendo da più tempo, ma anche perché mi sono affezionata moltissimo ai personaggi e all’atmosfera, alle vicende. Senza togliere nulla Ad Omega, in cui mi sto impegnando e che sto amando moltissimo uguale, ma i Vanderboom è stato il mio primo racconto, e diciamo che è quello in cui mi posso sbizzarrire di più con le descrizioni. Inoltre è Horror, il mio genere preferito, quindi mi diverto moltissimo a scrivere scene inquietanti o piene di suspense. In Omega invece adoro il fatto di poter lasciare il mistero fino alla fine.» aggiunge alla fine orgogliosa del suo operato.

«Ascoltandoti... Mi è venuta in mente una parola.» la guardo con le palpebre socchiuse.

Cami manda giù a vuoto. «Aiuto.»

«Sadica.»

Averle dato della sadica, stranamente la fa ridere. «Perché?» mi domanda per poi aggiungere subito : «Allora tutti gli scrittori horror giallo dovrebbero essere così.»

«Perché? Ti piace ammazzare la gente e torturare i tuoi lettori!!! Ovviamente è un sadico positivo.» visto il genere che scrive è un bene che sia così.

«Allora... ammazzate i personaggi no, sto già in ansia perché se fosse per me non farei morire nessuno. Invece i lettori mi piace fargli fare trip mentali e teorie.» confessa con un sorriso sfrontato.

«Hai scelto il genere sbagliato.» le faccio notare con una risatina.

«Sì ma dovrò farlo comunque.» replica stringendosi nelle spalle. «Eh vabbè SPOILERRRR!» urla alzando le braccia al cielo, scuotendo la testa sconfitta.

«Non è SPOILER!» urlo a mia volta, e sentiamo in lontananza uno stormo di uccelli scappare spaventati. «C'è, uno che legge un horror sa già di base che ci scappa il morto. E io che sto con la luce accessa...»

Cami si copre con una mano la bocca, mentre le risate la scuotono tutta.  «Sto cercando di trattenermi da dirti tutto.»

«Brava brava.» la lodo.

«Ma fidati, secondo me non ti farebbe paura il mio racconto. Non è una cosa tragica dai.» cerca ancora di tranquillizzarmi.

«Mi suona di trappola.» borbotto studiandola con fare guardingo.

«Mette più inquietudine che altro.... Ah un’altra cosa che amo è scrivere i dialoghi in stile ottocento.» confessa con gli occhi che le brillano.

«Con tutti i frufru di un tempo?» indago ammirata e sorpresa da tale notizia.

«Non troppo, il giusto. E poi con il contesto gotico inquietante ci stanno bene.» mi fa notare con una risatina.

«Dillo che nascondi un'anima nera.» la esorto ammiccando.

«Ti rispondo con questo.» si copre il viso con le mani per poi scostarle lentamente mostrandomi la sua espressione preferita, ovvero quella tipica delle emoticon (😒).

Forse è meglio cambiare argomento... «Tu cosa curi di più nella tua storia?»

Probabilmente la parte psicologica e le sensazioni, pensieri dei personaggi. La parte riflessiva è la mia preferita. Un’altra cosa che amo sono le descrizioni dettagliate, per fare un paragone diciamo che per me le descrizioni devono essere belle quanto una sacher mi piacciono soprattutto le descrizioni fisiche e caratteriali, ma apprezzo anche quelle paesaggistiche. Insomma tutte!»

«Concordo! Anche io adoro le descrizioni! Ovviamente non devono appesantire la lettura ma non possono nemmeno mancare!» come puoi immergerti in un mondo nuovo senza alcuna descrizione?

«Ecco, una cosa di cui mi preoccupo sempre è di appesantire la lettura, infatti devo stopparmi dopo un po’ .» confessa e beata lei che riesce a fermarsi.

«Hai parlato di sacher, é questo il tuo peccato di gola?» domando allungandole un'altra fetta.

«Mi hai scoperta! Sì, amo con tutta me stessa i dolci.» afferma alzando il mento con fierezza.

«Devo essere sincera non ho proprio un dolce preferito, ma posso perdere la testa per una millefoglie allo zabaione.» il solo pensiero mi fa venire l'acquolina in bocca.

«La millefoglie è una delle mie torte preferite!» afferma disperata perché l'unica che ho portato, l'ha già spazzolata via.

«Bona... Beh, non disprezzo nemmeno un bel profiterol, in mancanza d'altro.»

«Eh.... in mancanza d’altro.» ci scambio un'occhiata d'intesa, in mancanza d'altro, basta che sia un dolce! «Comunque i dolci sono il mio tasto dolente.» confessa come se non me ne fossi minimamente resa conto...

«Non si era capito.» la rassicuro ma senza riuscire a trattenermi dal ridere dalla sua espressione estasiata mentre fa scomparire una terza fetta di Sacher.

«Se potessi parlare con un scrittore, quale sarebbe e perché?»

«Uuuh bella domanda!» si illumina e batte le mani emozionata, credo che l'enorme quantità di zuccheri stiano facendo effetto. «Vediamo.» si tamburella il mento con un dito. «Probabilmente Agatha Christie, lei è una causa della mia passione per la lettura/scrittura. Mi piace il suo stile, come descrive i suoi personaggi, (Poirot è uno dei miei personaggi letterari preferiti) adoro anche le atmosfere, e soprattutto, i colpi di scena assurdi. Ho solo da imparare da lei.
Però se il mio lato gotico uscisse allo scoperto potrei dire anche Lovecraft. Per la mia storia mi baso moltissimo sui suoi racconti, sulle ambientazioni soprattutto. Anche con lui, mi piacerebbe molto parlarci.
È una bella sfida scegliere tra questi due.» sbuffa combattuta tra i due scrittori.

«Cosa ti ha avvicinata al mondo della letteratura?» domando ancora mentre intravedo tra le alte chiome degli alberi, l'astro celeste iniziare la sua lenta discesa.

«... probabilmente mi ci sono avvicinata da sola, non so. È come un’amicizia, non ti ricordi come è cominciata!»

«Ultima domanda poi sei libera.
Visto che anche te hai faticato per farti intervistare, suppongo che questa sia la prima che fai. Com'è andata questa tua prima intervista?» chiedo incuriosita dalla risposta, probabilmente l'abbondanza di dolci mi ha fatto guadagnare punti.

«Sì... mi avete convinto voi ragazzi, non ne avevo mai avuto modo.» conferma la mia supposizione che questa sia la sua prima intervista. «Lety, bando ai convenevoli. Sei stata Spettacolare. Con la S maiuscola!» ribadisce ridacchiando alla vista della mia faccia scioccata.

«Ahahaha, mo esagerata.»

Cami mi zittisce solo con uno sguardo arcigno, fa paura quando mi guarda così! «No! PER NIENTE! Io ero terrorizzata di fare sta intervista. E mi sono ritrovata a parlare di Sacher! È stata una chiacchierata più che un’intervista. Brava.» sbatte le mani tra loro, applaudendomi con fare elegante. «Voto diesci!» aggiunge imitando la voce del famoso chef Alessandro Borghese.

«Ti avevo detto che sarebbe stata una chiacchierata. Che non ti mangiavo ecco.» sorrido lieta che alla fine si sia divertita.

«Complimenti!» mi loda ancora con occhi a cuore.

«Ahah così mi metti in imbarazzo!» esclamo premendo le mani sulle gote che sento più calde del normale.

«Non vedo l’ora di leggere l’intervista completa!» gli occhi le brillano pregustandosi il momento.

«Farò del mio meglio promesso!»

«Non ne dubito! Grazie mille.» mi ringrazia ancora con un ampio sorriso.

«Grazie a te per avermi dato fiducia! Ora...» inizio guardando il macello di briciole e dolci sul tavolo. «Direi di rassettare tutto e avviarci prima che faccia buio. E che ne dici di fermarci in un posticino dove fanno deliziosi dolci? La loro mousse al cioccolato è una droga!»

Cami drizza le orecchie e salta in piedi come una molla, ripulendo in fretta e in furia il tavolino. «Mi stai a guardare o mi dai una mano?»

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