TWENTY

By SarahAdamo

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🏅I'm on THE WATTYS 2018 LONGLIST - MIA è una ragazza dinamica, solare, spesso e volentieri capricciosa. Ama... More

#SPAZIOAUTRICE❤️
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Twenty 2.. cosa ne pensate?

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By SarahAdamo








Mia's point of view

Quel pomeriggio il sole picchiava forte, le nuvole era state spazzate via dal vento ma per me, amaramente, regnava una giornata uggiosa, quanto avrei voluto che il sole sorgesse anche dentro di me. Riposi la chitarra nella sua custodia, respirai a fatica e un leggero languirono si fece sentire alla bocca dello stomaco. Scrollai le spalle e decisi di scendere in cucina a sgranocchiare qualcosa, probabilmente avrei visto The Vampire Diaries per la quindicesima volta per potermi distrarre un po'. Fuori la mia porta vi trovai Tom composto e con la schiena dritta, udì delle voci giù in salotto così corrugai le sopracciglia incuriosita.

«Cosa succede?» chiesi sottecchi, a lui.

«Non saprei signorina» rispose, scrollando le spalle con nonchalance.

Di sicuro una delle due voci apparteneva a mio fratello, mi accostai sulle scale in modo che non mi potessero vedere ma che io potessi sentire loro. Mio fratello stava litigando con qualcuno sicuramente diverso da Lil o da Michael. Scorsi più avanti e intravidi la figura dolce di Leticia, intenta a borbottare qualcosa e a gesticolare in maniera teatrale, poi una frase detta probabilmente ad alta voce mi colpì nel segno esattamente come una lama tagliante che mi aveva appena attraversato il costato colpendo il mio fragile cuore.

"Io sono sua madre"

Non ebbi il tempo di riflettere o di farmi delle  domande che le lacrime iniziarono a scorrere senza me ne accorgessi, percorsi le scale così lentamente che quasi ebbi paura di ritrovarmi faccia a faccia con quella dura e sconvolgente verità dalla quale mio fratello mi aveva tenuto egoisticamente segreta.

«Mia madre?» sibilai, la donna su cui tanto avevo contato, alla quale avevo raccontato ogni cosa aperto i miei sentimenti, quella stessa donna che sapeva esattamente tutto l'amore che provavo per quell'uomo, era mia madre.

Mia madre, la quale vista soltanto in foto e nelle videocassette era mi davanti a me viva e vegeta. Impossibile fu per me riconoscerla aveva cambiato il colore dei capelli il taglio ed era dimagrita e invecchiata. Ma qualcosa l'avevo sempre sentito nello starle accanto, la stessa luce che dicevano di vedere in me l'avevo vista nei suoi occhi. Avanzai piano, quasi con la paura di essere morsa nuovamente.

«Tesoro..» la donna provò a sfiorarmi ma mi scansai. Mi sentivo impietrita incapace di agire e di respirare.

«Non.. non toccarmi» mi limitai a dire.

«Mia, torna di sopra questa signora se ne stava andando» poi virai uno sguardo colmo di odio e freddezza a mio fratello che, ancora, ostinava a far finta di niente.

«Tu.. tu..» non riuscì a pronunciare altro, che sprofondai in un abisso nero, nero come la pece.

Mio fratello, colui che mi aveva protetta cresciuta e amata in realtà mi aveva sempre tradita. Coprí il mio volto con le mani per qualche secondo mi vergognavo così tanto, mi sentivo immensamente ferita e presa in giro. Non guardai più neanche per un secondo i loro visi, l'unica cosa che avevo dinanzi era la porta di legno scuro dovevo fuggire di li. Mi asciugai le lacrime con il dorso della mano, a passo spedito mi diressi fuori da quella maledetta casa. Ero arrivata a metà marciapiede della veranda e la mia figura si scontrò con un'altra alta e possente. Quest'ultimo mi afferrò per le braccia per evitare che cadessi. Michael.

«Mia, che ci fai qui? Cos'è successo?» pronunciò quest'ultimo con il terrore negli occhi e le mani che coprivano le mie intere guance. Non smisi di piangere, mi sembrava impossibile al momento.

«Lo sapevi? Tu lo sapevi?» supplicai, avevo bisogno di un conforto, qualcuno di cui potermi fidare. Egli guardò altrove, provando ad evitare il mio sguardo, schivó la mia domanda, esitando.

«Allora? Lo sapevi o no?» pregai ancora una volta, ma poi capí. Capí che di traditori nella mia vita ne ero praticamente circondata, mia madre mio fratello, l'uomo della mia vita, ero sola.

«Non capisco di che cosa stai parlando, spiegati meglio!»

«Sai benissimo di che cosa sto parlando. Di Leticia, è mia madre» egli non rispose, si limitò a respirare affondo, quasi a trovare le giuste parole. Aveva esitato per troppi minuti.

«No.. non può essere» balbettai. Egli pianse insieme a me, non l'avevo mai visto piangere.

«Io.. l'ho saputo soltanto ieri, volevo dirtelo sul serio ho perfino minacciato tuo fratello ma..» non lo lasciai finire che senza rendermene conto il palmo della mia mano fini sulla sua guancia, lasciandogli un leggero rossore.

«Mi fai schifo» sibilai, con ribrezzo.

Mi voltai, ma lui mi afferrò nuovamente facendomi urtare contro la sua figura alta.

«Mia no!! Ti prego ascoltami!» urlò, mi liberai violentemente dalla sua presa, ormai nessuno meritava la mia compassione, ero stata lo zimbello di tutti loro.

«Lasciami!!» strillai, ormai aveva la voce roca.

«No, non ti lascerò ti prego devi credermi lo saputo soltanto ieri, io tengo a te e so che tu mi ami» i miei polsi erano stretti nella sua mano e quando fummo vicino egli mi afferrò il volto facendomi pigiare la sua fronte alla sua.

Piansi, e Michael non fu da meno. È stato un attimo, quell'attimo in cui l'amore che provavo per quell'uomo si dissolse man mano o probabilmente divenne soltanto una scusa per poterlo allontanare. Ero confusa, non sapevo più chi ero o a chi appartenevo, le persone che amavo mi aveva tradita.

«Io.. non ti amo più e vattene adesso, ti prego» sussurrai in pre dal dolore e dalle lacrime, mi sembrò l'unico modo per far sì che egli andasse via.

Il suo sguardo fu attonito lentamente allentò la presa. Sul suo viso comparve una smorfia mista al dolore e allo smarrimento, lo stavo ferendo immensamente Michael aveva sempre fatto di tutto per proteggermi ma arrivata a quel fatidico giorno anche sul nostro amore ebbi dei ripensamenti.

«Non.. non stai dicendo sul serio vero?» abbassai lo sguardo, non avevo il coraggio di guardarlo in viso.

«Parlo sul serio e adesso.. vattene» lui non se lo fece ripetere due volte, indietreggiò, ma prima di arrivare alla sua auto pronunciò le ultime parole.

«Non ti credo» il suo tono mi bastò a pentirmene immediatamente, ma ormai era troppo tardi ed io dovevo risolvere l'enorme casino che mio fratello aveva combinato.

Rientrai in casa ma sulla soglia trovai Lil, con fra le mani la sua ventiquattr'ore e delle buste della spesa, non sapeva della mia presenza alle sue spalle.

«Amanda.. che ci fai qui?» esordì allibita e sorpresa quanto tutto noi.

«Molto bene.. anche tu lo sapevi» il mio tono velenoso bastò a lei per voltarsi e restarne sconcertata e pietrificata.

«Mia.. aspetta non è come sembra» cercò di spiegare ma onestamente non avevo voglia di ascoltare nessuno al di fuori di mio fratello. Le feci segno di zittirsi ed ella obbedì.

«Andate via per favore, devo parlare con mio fratello» per un attimo le lacrime avevano fatto spazio alla rabbia, alla vendetta.

Le due donne si scambiarono delle occhiate e si recarono in cucina chiudendo la porta. Quando quest'ultima fu chiusa, ero faccia a faccia col nemico pronta a sputare tutto il veleno e a far valere la persona che ero. Mio fratello era rimasto lì, in silenzio, quasi intristito oserei dire.

«Da dove posso iniziare? Ah si, dal fatto che da quando sono piccola non hai fatto altro che darmi del filo da torcere, sei stato un bravo fratello lo ammetto, sono cresciuta con dei sani principi, educata, rispettosa, ma non hai mai smesso di tenermi il fiato sul collo tutto il tempo. Sono sempre stata una ragazza un po' vivace, facevi di tutto per tenermi lontana dal mondo e dalle esperienze che più avrei voluto fare, mi sono sempre sentita troppo pretenziosa mei tuoi confronti.. sempre troppo in colpa di essere una sorella con il troppo pepe un carattere ingestibile.. tu volevi soltanto tenermi lontana da mia madre impedire che la incontrassi nei bar o anche soltanto per strada, la tua paura ha fatto sentire in colpa me per troppo tempo. Poi, ho conosciuto Michael, Dio probabilmente è stato l'unico che davvero è  riuscito sul serio a farmi sorridere e a farmi sapere quanta l'amore possa riempirti la vita. Abbiamo passato momenti indimenticabili insieme, ma quando tu hai scoperto la nostra storia hai rovinato anche questa parte della mi vita. Hai chiamato me, traditrice mi hai detto che ti facevo schifo! Jamie, mi hai mentito per 17 anni ho creduto che mia madre fosse morta ed invece è viva ma tu.. non me l'hai mai detto.. la verità è che ora so da cosa volevi proteggermi, da te e dal mostro che sei!» il tono apparentemente calmo contribuì a far tremare mio fratello, quasi come se avesse paura la verità faceva male dopotutto.

«Non ti ho mentito per puro divertimento. Nostra madre ci aveva abbandonato, tu eri piccola cosa avrei dovuto fare? Farti soffrire? Dirti che nostra madre ci aveva lasciati soli perché non riusciva a sopportare la morte di papà? Tutto in questa casa le ricordava di lui, ma cosa credi? Che sia stato facile non dirti la verità eh?» strillò, furioso.

«Non mi importa se sia stato facile o meno, tu dovevi dirmelo» ed ecco le lacrime presero a scivolare nuovamente. Egli non rispose, si limitò a scompigliarsi i capelli a singhiozzare.

«L'ho fatto per te Mia, credici o no ma è stata la cosa migliore»

«Cosa ne sai tu di cos'è meglio per me? Hai picchiato a sangue il mio fidanzato, hai distrutto la nostra storia, mi hai mentito su nostra madre cosa credi ci sia di giusto in questo?!» strillai in modo disumano.

«C'e di giusto che nostra madre non merita di essere perdonata per quello che ha fatto, e Michael ti sta solo usando sei una ragazzina Mia» controbatté al mio stesso tono.

«Smettila cazzo di decidere la mia vita, guarda la tua che al momento fa davvero schifo» ringhiai.

«Come ti permetti? Sei un insolente» sgranò gli occhi.

«Meglio essere insolenti che bugiardi platonici come te!!» urlai a squarciagola.

«Basta Mia!!» mi seguí nelle grida.

Poi la situazione si calmò d'un tratto, riprendemmo fiato e quella fu la mia ultima parola che scambiai con mio fratello maggiore Jamie.

«Ti odio» sussurrai, quasi come avessi timore della parola stessa.

Egli non rispose, osservai il suo petto alzarsi e abbassarsi. Per la prima volta il dolore gli stava consumando gli occhi. Mi voltai e corsi su per le scale in camera mia.


Jamie's point of view

"Ti odio" aveva detto. Mia sorella mi odiava, ed era tutta colpa mia. Avevo sbagliato ogni cosa nella mia vita, credevo di aver fatto la cosa giusta ma evidentemente no. Mi crollò il mondo, l'universo, addosso quando mia sorella minore pronunciò quelle importanti parole, neanche scusa o perdono ero riuscito a chiederle per ciò che le avevo fatto, ero troppo orgoglioso, ma cosa m'avrebbe portato quell'orgoglio?

«Che sta succedendo?» si catapultò in corridoio mia moglie assieme a sua suocera.

«Sono uno stupido.. ho sbagliato, ho sbagliato tutto» piansi come mai avevo fatto nella mia vita, Lil mi venne incontro e mi racchiuse in un caldo abbraccio che forse non meritavo.

Mia madre restò li, allo stipite della porta con il capo rivolto alla punta delle sue scarpe, incapace di parlare.


Michael's point of view

Sono sempre stato un uomo forte, con una dura corazza all'esterno, introverso ma anche docile e generoso, gentile e altre qualità che in quel momento a dire la verità non mi parvero poi cosi buone rispetto a ciò che avevo fatto. Avrei dovuto costringere Jamie e farmi salire in camera Mia così le avrei rivelato tutta la verità, avrei potuto spiegare subito al mio amico che stavo iniziando ad innamorarmi di sua sorella, parlargli di ciò che provavo e sentiva sua sorella. Molte cose avrei potuto fare, ma non le ho fatte.

Per mancanza di coraggio?
Per insicurezza?
Per paura?

Il vero motivo non lo conoscevo, l'unica cosa che non riuscivo a togliermi dalla mente erano le parole di quella ragazza per la quale avevo ritrovato me stesso avevo riso e ritornato ad essere felice.

"Non ti amo più", probabilmente era scossa, arrabbiata e la rabbia gioca spesso brutti scherzi soprattutto a contatto con l'amore. Pregai, vivamente, che lei non dicesse sul serio, che si sarebbe tutto risolto che ci saremo sposati e riempito la casa di bambini, ma in quel momento con il corpo schiacciato al sedile della mia auto mi sembrò lontano anni luce. Volevo sparire, si, per un po' sarei andato a New York a trovare la mia famiglia. Ma un'altra parte di me sarebbe voluto restare lì, accanto a quella ragazza che tanto avevo bisogno di affetto e di comprensione, Mia però mi odiava, l'avevo visto nei suoi occhi verdi che ormai non splendevano più. Recuperai il cellulare nella tasca della mia giacca e composi un numero.

«Travis»

«Si signore?»

«Prepara le mie vaglie, partiamo»


Mia's point of view

Quando fui nella mia stanza mi chiusi la porta alle spalle e scivolando sul legno bianco mi afferrai la testa fra le mani e mi chiesi:
"Come diavolo era potuto accadere una cosa del genere?"
Non smisi di piangere, avrei voluto, con tutta l'anima, ma non mi fu possibile. Avevo preso una decisione dovevo andare via, pensare, riflettere e lì con tutte le persone che avevo amato e poi mi avevano pugnalato alle spalle risultava fin troppo difficile se non impossibile. Asciugai le lacrime scivolate sulle mie guance e armandomi di forza e coraggio, presi un grosso zaino nero dal mio armadio vi inserì al suo interno un po' di biancheria, dei vestiti degli elastici e strada facendo avrei comprato uno spazzolino. Ormai si era fatto buio e ahimè quella sera pioveva come non mai. Mi compri con una felpa di cotone leggero chiudendo la zip e comprendono il capo con il cappuccio. Misi le scarpe, lo zaino in spalla e apri quella che era la finestra della mia camera, per fortuna non era molto alto di li all'asfalto. Prima che però varcassi quella finestra, in un libro che avevo tenuto nascosto misi in tasca quei pochi soldi che avevo risparmiato e ricevuto ai compleanni più un po' di compensi ricevuti a lavoro. Un salto e fui in strada, la pioggia a poco a poco bagnava i miei vestiti e i capelli che fuoruscivano dal cappuccio ma poco me ne importó al momento. A passo svelto senza voltarmi indietro mi avviai verso la strada che portava nell'unico luogo in cui sarei voluta essere.



#SPAZIOAUTRICE

Bene bene, dove starà andando Mia?? 😱😱
Aspetto tanti commentiiii!!

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