Rivality{Muke} #Wattys2019

By Lostofmickey

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Luke Hemmings; capelli ricci di un biondo cenere stupendo, sorriso mozza fiato e occhi azzurri come il cielo... More

Rivality{Muke Clemmings}
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RINGRAZIAMENTI
(Stay) HighBar {Muke}

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By Lostofmickey

[MICHAEL]

Dopo una settimana dal nostro ritorno da Parigi Luke ancora non mi parlava se non proprio quando era necessario. Non lo baciavo da quel giorno e lui non era neanche più voluto restare a dormire con me. Mi mancava così terribilmente tanto poterlo tenere stretto a me nel letto, sull'aereo non avevamo parlato e nonostante io avessi provato a chiedergli scusa almeno un milione di volte lui aveva continuato a far finta di non sentirmi. Ormai riuscivo ad avere una conversazione con lui solo a mensa, quando c'erano anche Calum e Ashton, che ormai erano definitivamente una coppia. In quel momento mi stavo dirigendo esattamente lì e mi morsi il labbro quando vidi che, seduto al nostro tavolo, non c'erano anche i nostri due amici, ma c'era solo il biondo. Stava leggendo un libro e aveva un piccolo broncio adorabile sul viso, gli occhiali, che portava quando sentiva gli occhi bruciare dopo averli sforzati troppo, sul naso e le mani che torturavano una ciocca dei suoi capelli. Mi avvicinai a passo lento e mi sedetti accanto a lui.

"Ciao.." sussurrai. Luke alzò lo sguardo su di me per poi abbassarlo di nuovo sulle pagine bianche sporche di scritte nere, dopo avermi fatto una semplice cenno con la testa. "Me lo dai un bacio?" chiesi, a voce così bassa che pensai non lo avesse neanche sentito, ma alzò lo sguardo su di me, un leggero rossore sulle guance. Sorrisi.

"Smettila Michael" disse in maniera fredda per poi far scattare di nuovo la testa verso il libro. Sospirai posando il gomito sul tavolo e lasciando cadere la testa sulla mano, così da poterla tenere alzata.

"Ce l'hai ancora con me?" chiesi mugolando. Avevo il serio bisogno di tornare a Parigi, a quando facevamo l'amore sotto il piumino dell'albergo e passeggiavano per le strade della città dell'amore come se fossimo stati innamorati per tutta la vita e non avessimo mai avuto problemi da affrontare.

"Non ho intenzione di parlarne Michael" disse non guardandomi neanche più in viso. Cercai di aprire bocca per poter dire qualcos'altro ma l'entrata in scena degli altri due ragazzi mi bloccò.

"Ehi ragazzi" urlò un Calum Hood con un grandissimo sorriso sulla bocca, per poi fiondarsi sul corpo del mio ragazzo per poterlo abbracciare. Trattenni un ringhio lanciando un occhiataccia al moro. Odiavo che qualcuno toccasse in quella maniera il biondo. "Mi sei mancato tanto" sussurrò.

"Anche tu Cal, anche tu" disse ridendo, mentre dava qualche pacca sulla schiena al suo migliore amico. "Però è stato bello non aver mal di testa per colpa delle tue urla per qualche ora" disse ridendo, generando una risatina generale al tavolo. Da quando eravamo tornati il moro non aveva fatto altro che stare appiccicato al mio ragazzo e, ogni volta che si separavano per delle lezioni, a ripetergli, troppo spesso per i miei gusti, quanto gli mancasse.

"EHI" urlò contrariato Calum.













"Tra poco inizieranno gli ultimi esami" disse Ashton lasciandosi cadere sul suo divano mentre io mi levavo la giacca. Quel pomeriggio Luke era sparito subito dopo le lezioni assieme a Calum, senza neanche degnarmi di un piccolissimo saluto. Tutto quello mi stava distruggendo e ormai se ne stavano accorgendo tutti che qualcosa non andava.

"Già, dovrò iniziare a studiare veramente se quest'anno lo voglio passare" dissi ridendo, mentre mi mettevo a sedere accanto a lui. Sospirai chiudendo gli occhi e lasciando cadere un braccio a coprirli.

"Non avete ancora chiarito vero?" chiese Ashton dopo minuti di silenzio. Mi alzai di scatto a sedere, improvvisamente confuso.

"Come fai a sapere che è successo qualcosa?" chiesi corrugando la fronte, noi non lo avevamo raccontato a nessuno. O almeno, io non lo avevo fatto.

"Me lo ha detto Cal" rispose il riccio scrollando le spalle. Mi morsi il labbro.

"E Calum come fa a saperlo?" chiesi.

"Gliel'ha detto Luke" disse alzandosi, sparì in cucina per poi tornare poco dopo con due birre fresche in mano. Me ne passò una.

"Ma è possibile che quei due non sappiano far altro che le pettegole tra di loro?!" sbottai prendendo subito dopo una grande sorsata dalla bottiglia. Luke non parlava con me dei nostri problemi, però ne parlava con quel moretto.

"Il problema non è questo Mike, il problema è che sei un emerito coglione" disse facendomi spalancare sia gli occhi che la bocca per la sorpresa. Ashton era il mio migliore amico, perché mi stava venendo contro invece che darmi manforte?

"C-cosa?" chiesi quasi sconvolto dalle sue parole. Lui fece una risata sarcastica alzando gli occhi al cielo.

"Luke non ha mai fatto conoscere nessuno alla sua famiglia" disse. "Ha sempre avuto paura a mostrarsi per quello che era, anche davanti a loro.. Invece quando vi siete messi assieme la prima cosa che ha fatto è stata chiamare sua madre per dirglielo, dirgli quanto fosse felice di essere finalmente riuscito a farsi avanti con la persona che amava" continuò facendomi sprofondare completamente il cuore, non avevo neanche la forza di rispondere, troppo intento a collegare tutte le parole che mi stava dicendo il mio migliore amico. "Sei stato il primo ragazzo con la quale si è aperto Michael, aveva problemi anche solo a dire di essere bisessuale a scuola ma per te, a piccoli passi, è uscito allo scoperto. Per te Michael, per te. Non per lui.. E tu, con sua madre che non si sa per quanto potrà vederlo, gli dici di non essere tipo da feste e da famiglia felice" concluse. Sentivo come se qualcuno avesse preso il mio cuore e lo avesse calpestato. Scossi la testa.

"Anche io ho fatto tanto per lui, sono cambiato solo per quello stronzo!" urlai, sentendomi improvvisamente un emerito cretino.

"Si Mike ma tu non hai mai avuto problemi a far vedere la tua vita privata a tutti, all'università la maggior parte delle persone sapeva quanto ti piacesse anche il cazzo.. Ma di Luke non lo sapeva nessuno, perché non si è mai fidato di nessuno a tal punto da venire allo scoperto.. Tranne te - prese un respiro profondo - per te l'ha fatto e tutto ciò che voleva era averti vicino a lui, probabilmente nell'ultimo Natale che passerà con sua madre"

Ero un coglione.

"Sono un coglione" dissi alzandomi di scatto, dando voce ai pensieri di entrambi probabilmente. Non sentii cosa mi disse Ashton, mi affrettai semplicemente a prendere le mie cose e a uscire da quella casa per poter correre dal biondo. Lo stesso biondino che avevo ferito senza neanche rendermene conto, di nuovo. Lo avevo fatto ancora e se questa volta lui non mi avesse perdonato probabilmente non gliene avrei fatto una colpa.

Stavo correndo come un pazzo, rischiando anche di farmi investire nel tragitto, ma quando arrivai davanti alla porta della persona che più amavo in vita mia mi sentii così vivo, come non mi ero mai sentito. Bussai e quando la voce candida del mio ragazzo mi arrivò all'orecchio, dicendo di entrare pure, sorrisi involontariamente. Quando entrai e lui posò lo sguardo su di me sgranò gli occhioni azzurri indurendo subito dopo i lineamenti. Si alzò dal letto e mi puntò un dito contro pronto a dirmi probabilmente di sparire dalla sua vista, ma non gli diedi il tempo di spiccicare parola.

Lo presi per il polso e, dopo averlo fatto poggiare contro al muro vicino alla sua porta, gli assaltai la bocca. Lo baciai stringendo forte la presa per impedirgli di scappare, ma lui non si mosse di un millimetro, chiuse gli occhi e ricambiò quel bacio che avevo sognato per intere notti insonni. Quelle labbra della quale non potevo più fare a meno, e quella settimana lontano dal corpo del più piccolo me lo aveva fatto capire ancora di più, anche se ormai ne ero pienamente consapevole da mesi.

"Sono un coglione, un grandissimo stronzo coglione" dissi, respirando sulle sue labbra gonfie, continuando a lasciarci dei baci piccoli e veloci, sentendo quasi l'esigenza di rimediare a quella settimana di pura astinenza. Il suo respiro spezzato sincronizzato col mio. "Non ho davvero capito quanto fosse importante per te, pensavo che l'importante fosse vedere tua madre non mostrare a tua madre quando tu sia felice e quanto tu sia orgoglioso di ciò che ti rende felice" dissi posando una mano sul suo viso per potergli accarezzare una guancia col pollice, sospirando. "Avrei dovuto capirlo prima forse, non dopo una settimana" dissi ridendo in maniera amara.

"Meglio tardi che mai, no?" chiese ridendo leggermente, e fu quel tono così scherzoso che tolse completamente il macigno che tenevo nello stomaco, riuscendo a farmi sorridere come uno stupido, contagiando subito dopo anche Luke. Quanto potevo amare quel sorriso? Annuii, rispondendo alla sua domanda retorica. "Forse anche io avrei dovuto capire che.. È troppo pre-.." non lo lasciai finire, spingendo di nuovo le mie labbra sulle sue per poterlo zittire nel migliore dei modi.

"Noi andremo insieme a casa tua a Natale, fosse l'ultima cosa che faccio.. Ma almeno ti avrei reso felice" dissi lasciandogli un'altro bacio, questa volta più leggero e casto. Lui sorrise e mi strinse in un forte abbraccio. Abbraccio nella quale mi sentii terribilmente a casa e pensai che forse non sarebbe stato male restate in quella posizione per sempre. "In fondo.. Manca ancora un mese no?" chiesi ridendo. "Ho tempo per prepararmi psicologicamente"


















[-5❤️] ...

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