SCP: Welcome to the Foundation

By ElenexDarkFire

3.9K 223 385

Elena è una giovane adulta che viene scelta scelta per entrare a lavorare alla Fondazione, un'associazione in... More

Il Primo Giorno Alla Fondazione
L'uomo Nero Fa Paura
Qualcosa Di Adorabile
Una Lezione Da Imparare
Non Bisogna Avere Paura
La Fotografia Di Una Ragazza Prepotente
Breccia Di Contenimento-Parte 1
Breccia Di Contenimento-Parte 2
Esmeralda Duke, Capelli "Bipolari"
Spirito Artistico
Un Pigiama Party Pieno Di Confessioni Scottanti
It's A Fine Day, Mei Li Sanji...
Insieme Per Sempre❤️
Le Sue Vere Intenzioni
Un Nuovo Inizio

Scambio Di Corpi Con Un Salto

260 14 37
By ElenexDarkFire

Elena stava finendo di completare il file con tutte le informazioni che era riuscita ad ottenere da SCP-1070, seduta davanti al computer e con lo sguardo fisso e spento, cercando di dimenticare la sgridata che aveva ricevuto da Mei Li l'altro giorno.

Aveva sottovalutato la ragazza, e si era beccata pure un grido in faccia, e se non avesse chiamato le guardie, probabilmente avrebbe subito una vera e propria aggressione.
Ma mentre stava per finire il file, e finalmente stamparlo per metterlo nella cartella, la stampante si bloccò con tanto di messaggio di errore sul computer, e facendo uscire soltanto un foglio bianco con poche lettere.

"No, maledetta stampante!" gridò Elena, battendo i pugni sulla scrivania.
Esme, che era accanto a lei come al solito, appena vide la sua reazione le si avvicinò, capendo subito il problema.
"Non preoccuparti, Elena.
Vedremo di chiamare qualche tecnico che possa riparare la stampante, perlomeno domani"
"Ma avevo appena finito di rifare il documento su SCP-1070!
Già questo tipo di errori mi succedeva a casa quando facevo i compiti per scuola, adesso me lo ritrovo anche qui, uffa..." disse Elena, abbastanza rimuginosa.

"Beh, l'importante è questo, no?
Sei riuscita a fare un ottimo lavoro e salvarlo, e di sicuro ti daranno altre anomalie di cui occuparti, o addiritura una promozione!" aggiunse Esme, facendo un sorriso gentile, con Elena che lo ricambiò.

Già, non c'era motivo di demoralizzarsi, aveva fatto un buon lavoro e di sicuro il problema con la stampante si sarebbe risolto in poco tempo, bisognava solo aspettare..


-----


Dopo la pausa pranzo, Elena stava per ritornare a lavorare al piano di sotto, quando il suo telefono cominciò a squillare.
E così lo tirò fuori, scoprendo che era sua madre, ed Elena, nonostante voleva inizialmente ignorare la chiamata per non parlare troppo dei suoi problemi, ma poi cambiò subito idea, e decise comunque di rispondere.

"Pronto?" accennò la ragazza.
"Ehi, tesoro, come stai?" chiese la donna, gentilmente.
"Mamma, ciao. Ehm, sì, va tutto bene, il mio nuovo lavoro qui alla Fondazione è duro e abbastanza impegnativo, ma ce la sto mettendo tutta. Ed inoltre sono riuscita anche a fare amicizia con uno dei dottori che lavorano qui..." disse Elena, fermandosi nel mentre in una delle camere per i test.

Il suo tono era malinconico, ma comunque con una nota di gentilezza sotto, eppure la madre capì subito che Elena non era in un buono stato.
"Sei sicura che va tutto bene, Elena? Sembri abbastanza triste..."
e la ragazza a quel punto fece un sospiro, rimanendo per un istante in silenzio, per poi decidere di confidarsi con sua madre.

"Mamma, a volte questo posto si rivela veramente un inferno per me, e spesso penso di non farcela e smettere, però tutti quanti qui dicono che sono veramente brava a fare il mio lavoro.
Ed io non so cosa fare" e le scappò una lacrimuccia.

"Elena, non preoccuparti.
Anche se si rivela difficile, tu sei brava in quello che stai facendo, giusto?"
"Sì..."
"E allora non avere paura, abbi coraggio e dai del tuo meglio, amore!
Sono sicura che ci riuscirai"
Ed Elena si commosse, facendo un sorriso.
"Grazie mamma.
Mi serviva che tu me lo dicessi"
"Non c'è di che, tesoro. E fammi sapere appena potrai venire a trovarci a casa per una visita"
"Certo, te lo dirò appena sarà possibile.
Ciao, mamma, ci sentiamo alla prossima" e terminò la chiamata, sorridendo.

Ma appena la ragazza mise il telefono dentro la tasca del camice, sentì una risatina malvagia, e venne all'improvviso bloccata da qualcuno che stava tenendo le mani sulle sue spalle.
"Veramente commovente la tua telefonata, devo ammettere che per poco non facevi piangere pure me."
Ed Elena riconobbe l'uomo che la stava trattenendo, soprattutto dopo essersi voltata e averlo visto in faccia.

Di nuovo lui.
"BRIGHT!?"
"Esatto, cara mia.
Mi aspettavo che saresti scesa da queste parti per continuare il tuo lavoro, ed infatti eccoti qua, proprio come immaginavo" e fece il suo solito sorrisetto malizioso.

"Che cos'hai intenzione di fare con me!? Lasciami andare, maledetto!" disse Elena, cercando di allontanarsi, ma purtroppo il Dr.Bright sembrava determinato a non lasciarla andare.
"Avevo detto che ti avrei aiutata. Io voglio semplicemente darti una mano, in modo che tu non sia più una ragazzina spaventata da ciò che ti circonda qui alla Fondazione..." disse, ridendo leggermente.

"Ch-che cosa intendi dire?" disse Elena, che stava cominciando a spaventarsi.
"Vedrai" e fu a quel punto che l'uomo mise la sua collana addosso ad Elena. La ragazza riuscì a vedere solo quel gesto improvviso, e dopo che il gioiello finì sul suo collo arrivò il nulla, il buio assoluto.

"No, no.
Perché non riesco a rialzarmi?
Perché è tutto così buio?
Devo rialzarmi, devo tornare in piedi, ma come faccio, come faccio!?
DEVO TORNARE SU!"

Elena si svegliò, piuttosto confusa e con la testa che girava.
Era rimasta a terra dopo quel gesto e ancora non aveva capito che cosa fosse avvenuto, ma la sua confusione arrivò al massimo appena aprì gli occhi e vide che le mani non erano sue.

Sobbalzò per lo spavento, e riconobbe che la voce non era sua, ma quella di Bright.

Si toccò i capelli, la faccia, il petto, i vestiti, ed ebbe anche la strana sensazione di avere qualcosa in mezzo alle gambe, ma non voleva vedere cosa, le bastava già essersi toccata ovunque.

E poi, guardandosi su una delle superfici riflettenti della stanza, ebbe la conferma.
"SONO DIVENTATA IL DR.BRIGHT!?" urlò, tenendosi le mani fra i capelli.
Non stava più capendo nulla, stava andando nel panico, almeno finché non sentì un'altra risata.
Era la sua, ed infatti si girò, vedendo che chi rideva era lei, o per meglio dire, il suo corpo.

"Ahahahaha, oddio, che reazione esilarante che stai avendo, ahahahaha" disse, con la stessa voce di Elena, che però aveva assunto un tono malizioso.

Elena vide allora che il suo corpo aveva sul collo la collana di Bright, e la sua confusione cominciò a trasformarsi in rabbia.
"Che cosa mi hai fatto?
Perché sono dentro di te, Bright!?"
disse, il suo tono pieno di rabbia coi denti che digrignavano.
"Volevo aiutarti, renderti perfetta come me! Anche se non mi permettono di creare cloni di me stesso questa sarebbe stata una mossa intelligente da parte mia per cercare di migliorarti!
Ma in effetti è inusuale, devo ammettere che non era mai successo uno scambio di corpi con SCP-963" rispose, mettendosi la mano sul mento.

"SCP-963?" chiese Elena, che ormai non stava capendo più nulla.
E Bright, che ormai aveva capito essere dentro il suo corpo, cominciò a ridacchiare.
"Come, non te l'hanno spiegato?
È la mia collana" e se la indicò.
"La tua collana è un SCP!?"
"Certo." e sorrise.

"La Fondazione l'aveva scoperto tra gli effetti personali di un uomo che fu trovato senza vita in seguito al suo apparente suicidio, e circondato da un certo numero di libri sul soprannaturale.
Uno dei nostri agenti sul campo aveva scoperto che era impossibile da danneggiare e lo recuperò in accordo con il protocollo XLR-8R-██.
E a me, visto che a quei tempi ero solo un ricercatore dello Staff di basso livello con una buona reputazione, mi fu assegnato il compito di scoprire le sue capacità, e mi fu garantito l'accesso anche a, ah no aspetta, non dovrei dirlo ad una novellina..."

"E questo cosa c'entra con..."
"Ma in quello stesso anno, SCP-076-2 ruppe il contenimento, portando ad un sacco di morti e vittime.
Io stavo tenendo nella mano 963, passata l'unità di contenimento di SCP-076-2, e fui tra i primi a perire durante la breccia di contenimento."

"Quindi in pratica tu dovresti essere morto!?"
"È qui che arriva il bello. Alcuni giorni dopo la breccia , D1-113, un classe D incaricato di ripulire l'area che crollò, trovò 963 tra le macerie e lo raccolse.
E a quel punto ci fu un cambio notevole e immediato in lui, tanto che dovettero fargli un intervista a seguito per capire che cosa gli fosse accaduto."

"Quindi, questo vuol dire che..."
"Esattamente.
Ogni qualvolta che un essere umano o un animale viene in diretto contatto cutaneo con SCP-963, la mente del soggetto viene ripulita, e la mia viene proiettata da 963 dentro il soggetto.
Oltretutto, si è scoperto che i miei ricordi originari vengono trasferiti da ospite a ospite."
Elena rimase scioccata da quel discorso, non disse più alcuna parola.

"Però, normalmente quando sostituisco la coscienza di altri praticamente li ammazzo rendendoli senza memoria, a meno che non abbiano la collana addosso.
Non mi era mai capitato di fare invece uno scambio di corpi!" e fece uno sguardo radioso, ma sempre pieno di malizia.

"Maledetto, ma ti rendi conto che hai cercato di farmi fuori e rendermi una tua copia?
Sei un mostro!"
"No Elena, sono il Dr.Bright, molto peggio" e fece un sorriso maligno.

"Questo non cambia il fatto che tu sia nel mio corpo!
Fammi tornare nel mio corpo, maledetto!" disse Elena, guardandolo con rabbia e prendendolo per il camice.


Ma lui fece di nuovo la sua faccia maliziosa, e cominciò a ridere maligno.
"E perché dovrei?
Adesso sono qui nel tuo corpo, quindi questo vuol dire che posso andare da Esmeralda senza che lei mi allontani." e velocemente, gli diede un calcio nelle parti basse, distraendola ed allontanandosi.


"Vedremo se riesci a fermarmi adesso che hai il dolore laggiù!" disse, e se ne andò via di corsa facendogli pure una pernacchia.
Elena cercò di trattenersi, ma quel calcio era stato veramente tremendo, adesso capiva come si sentiva un uomo a ricevere un calcio nelle palle.

Ma fu determinata e cercò di non farsi condizionare dal dolore, doveva andare ad impedire che il Dr.Bright facesse altri casini nel suo corpo, soprattutto con la Dr.ssa Esme...

-----


Bright, nel corpo di Elena, si abbottonò il camice per nascondersi la collana, e arrivò in una delle stanze prima della caffetteria, dove vide la dottoressa uscire, con un cartoncino di succo di albicocche in mano, che poi buttò nel cestino.

"Bene, eccola lì" penso malizioso, e poi si avvicinò ad Esme, facendo finta di essere semplicemente Elena di passaggio.

"Ciao, Esme." disse a lei, mettendo un sorriso radiante.
"Oh Elena, non ti avevo vista arrivare da queste parti" rispose la dottoressa, facendo il suo solito sorriso gentile.

"Già, vero..." e a quel punto Bright, nel corpo di Elena, cominciò a sentirsi leggermente in imbarazzo.
Ma non poteva lasciarsi prendere dai suoi sentimenti d'amore passati per la dottoressa , doveva mettere in atto la sua marachella e di getto abbracciò la dottoressa, facendo finta di sembrare di pessimo umore.

"Esme, ti volevo ringraziare per tutto l'aiuto che mi hai dato in queste giornate. Mi stai aiutando ad abituarmi sempre di più, qui alla Fondazione."
E la Dr.ssa Esme ricambiò anche lei l'abbraccio, accarezzandole i capelli.
"Oh, non preoccuparti Elena, anzi, sono felice che tu mi ringrazi per questo"
E Bright, a quel punto, vide che stava tutto andando come previsto...


------


Elena, nel corpo di Bright e ancora col leggero dolore alle parti basse, stava correndo all'impazzata.
Doveva cercare quel maledetto e ritornare nel suo corpo, ma non sapeva dove potesse trovarsi Esme; oltretutto, era l'unica nel corridoio.

Le sue speranze sembravano essere quasi finite, questo finché non vide davanti a sé il Dr.Clef, quello che aveva incontrato l'altro giorno, che stava discutendo apertamente assieme ad un altro dottore, un uomo sui cinquant'anni con qualche piccolo connotato asiatico, occhi verdi, occhiali, capelli e barba incolta bruni, che indossava una maglia verde pino, pantaloni lunghi da tuta marrone scuro e mocassini beige, con un berretto del medesimo colore; inoltre, attorno alla testa, aveva delle farfalle verdi che gli svolazzavano.

Ed Elena andò verso di lui, cercando di chiedergli aiuto.
"Eccoti qui Clef, ho bisogno del tuo aiuto, ti prego!"
"E in cosa, esattamente?" chiese lui abbastanza infastidito dalla sua presenza, mentre l'altro si limitava a guardare.
"Ecco, vorrei sapere, hai per caso visto Esme-Esmeralda, da queste parti?" chiese, con molta difficoltà visto che non era abituata a chiamare Esme col suo nome per intero.

"Ah, perché dovrei?
Perché così andresti a farle di nuovo uno dei tuoi giochetti da malandrino?
Scordatelo, Bright."
"Ma, è importante"
"Importante, sulserio? Come quando hai voluto tornare indietro nel tempo per cercare di uccidere Hitler?"

Elena a stento capiva, mentre l'altro ridacchiava di gusto, ma senza perdere le speranze.
Subito dopo, si ricordò di una cosa che Esme le aveva raccontato di Clef, e iniziò a fare un sospiro, cambiando completamente attitudine.

"Va bene, Clef.
Se è davvero così che stanno le cose non aiutarmi, però non venirmi a cercare quando dirò a tutti del tuo appuntamento galante con "Nocciolina", se sai a chi mi riferisco" e gli fece pure un occhiolino.

E Clef, a quel punto, cominciò a diventare rosso per l'imbarazzo mentre l'altro dottore fece una risata abbastanza divertita.
"Ahahahaha, sembra che a quanto pare non siamo gli unici a sapere del tuo appuntamento con 173!" disse, prendendolo in giro.

"Stai zitto, Kondraki!" disse Clef, ormai pieno d'imbarazzo e rabbia, sembrava che attorno a lui si fosse creata una certa aura di rabbia.

"Chi te l'ha detto!?"
"Poco importa.
Mi dirai dov'è che hai visto Esmeralda, oppure no?"

Ed il dottore, a quel punto, non ebbe altra scelta.
"L'ultima volta che l'ho vista era in caffetteria. Ok, te l'ho detto, però non dirlo a nessuno!
È una roba fra me, 173 e tutti i classe D che mi hanno aiutato per la cena romantica, oltre alle persone a cui l'ho raccontato e di cui mi fido ciecamente..." disse pregandolo, sebbene pieno di fastidio.

"Fidati che non lo dirò a nessuno.
Comunque, grazie" ed Elena se ne andò, lasciando i due soli.

"Wow, certo che ci tieni proprio a tenere per te i tuoi segretucci, Clef" disse Kondraki, dopo che se ne andò.

"Beh, ovvio.
Giuro, adesso userò degli amnestici per fare in modo che nessuno lo sappia, cancellerò le prove"

------


Elena riuscì ad arrivare alla caffetteria, fortunatamente arrivata al momento giusto per fermarli, perché vide che Bright, nel suo corpo, stava per dare un bacio in bocca ad Esme, completamente spaesata e confusa dopo che l'aveva messa spalle al muro.

"ADESSO BASTA!" gridò prima che lo facessero, in modo che entrambi la notassero.
"Bright!" disse Esme, quasi scocciata per averlo visto.

"Già, come osi interromperci, maledetto pervertito!" disse Bright nel corpo di Elena, facendo finta di fare il dispiaciuto.

E fu a quel punto che Elena non ne poté più.
"Esme, lei non è la vera Elena, sono io!
Il Dr.Bright ha fatto scambio col mio corpo usando 963!"
"Uh, non dire stupidaggin-" ma prima che potesse continuare la frase, Esme si era già convinta per quell'affermazione e aprì il camice di Elena, avendo la conferma.

"Tu...
Maledetto pervertito!" disse lei, dandogli uno schiaffo in faccia.
Questo permise ad Elena di riprendersi la collana e, finalmente, di ritornare al suo corpo, con anche Bright al suo.

La ragazza, però, sentiva un fortissimo mal di testa, ed oltretutto stava anche per svenire.
"Elena, va tutto bene?" chiese Esme, aiutandola a rimettersi a posto.

"Sì, sì, è solo un po' di mal di testa, tutto qui" e subito dopo guardò male Bright, che se ne stava lì a far finta di niente, mentre cominciava a sentirsi tremendamente stanca.

"Maledetto, hai voluto fare questo per cosa, per darmi un bacio?
Dovresti vergognarti, Jack!" disse Esme, stavolta più arrabbiata del solito.

"Eddai, volevo divertirmi un po' avendo questa occasione, ed oltretutto sai bene che abbiamo ancora molte cose in sospeso, Esmeralda.
Soprattutto per quanto riguarda..."
"Non me ne frega più un accidente, Jack Bright.
Ormai non stiamo più assieme, e non cercare di riprovarci.
Soprattutto se per farlo usi altre persone." e se ne andò, portando Elena in infermeria.

"Non preoccuparti, Elena, resisti ancora un po'..." le disse, mentre guardava male Bright, che nel frattempo si era già elaborato dei piani per Elena.
E chissà che genere di piani...

Continue Reading

You'll Also Like

2.5K 144 43
Gli avvenimenti descritti nella storia saranno avvenuti un anno dopo gli eventi del gioco Cyberpunk 2077. Per chi non ha giocato il gioco ufficiale c...
1M 66.7K 50
(1) PRIMO LIBRO DELLA SAGA DEGLI SPECCHI. Shannon McCartney ha dei banalissimi occhi marroni e vive una vita discreta all'interno di una normale fami...
1.6M 77.3K 46
Primo libro della trilogia Infiltrata. Secondo libro: Infiltrata nel cuore. Terzo libro: Infiltrata nei ricordi. Alcune informazioni sono state ri...
6K 139 64
Questa storia parla delle avventure di T/n Gerard/Mikaelson che dovrà affrontare. Al suo fianco ci saranno diversi personaggi tra cui gli originali...