°Shakespeare• TAEKOOK

Od lougtout

8.9K 914 197

Inghilterra 1604. Quando la flotta inglese riesce a sconfiggere l'Invinibile Armata, a Stratford la regina El... Více

°Capitolo 1•
°Capitolo 2•
°Capitolo 3•
°Capitolo 4•
°Capitolo 5•
°Capitolo 6•
°Capitolo 7°
°Capitolo 8°
°Capitolo 9•
°Capitolo 10•
°Capitolo 11•
°Capitolo 12•
°Capitolo 13•
°Capitolo 14•
°Capitolo 15•
°Capitolo 16•
°Capitolo 17•
°Capitolo 18•
°Capitolo 19•
° •
°Tributo a George Floyd•
❤️
❤️
nuova storia

°Capitolo 20•

387 43 17
Od lougtout

°Il valzer finito•

Reggia di Elisabetta, giorno del ballo.

Era passata una settimana esatta da quell'evento, la tensione era salita alle stelle, tutti guardavano Taehyung come se da un momento all'altro avesse potuto mettere fuoco anche solo con lo sguardo: Jungkook era stato ferito. Qualcuno aveva poggiato le mani sulla sua pelle, lo aveva sfiorato e fustigato finché esausto non si era gettato a terra.
Il principe lo aveva trascinato fuori da quella gabbia, un braccio a circordare il suo collo sotto lo sguardo di tutti i soldati; l'ultimo sguardo Taehyung lo gettò alla Regina. Fu quella la prima volta che la vide per quello che era: spietata, il sottile sorriso soddisfatto; crudele, i suoi occhi non cambiarono umore; decisa, aveva avuto ciò che aveva sempre desiderato. Peccato che dall'altra parte aveva un fuoco ardente, un piccolo demonio che ora doveva iniziare a giocare al suo stesso giorno. Pedina contro pedina, quella partita a scacchi l'avrebbe vinta la Gloriosissima.
Passò la settimana tranquillo, il rosso, meno sorridente certamente, vicino all'amante, guardando con lui la rappresentazione del 'Romeo e Giuletta', che ancora una fine non aveva. Un'opera conclusa a metà, Shakespeare voleva soltanto impugnare la sua stilo e scrivere quel benedetto finale, ma Taehyung lo guardava attentamente come se fosse pronto a imbottirlo di brodo ed erbe se solo avesse provato a  compiere un movimento. E di notte, mentre Jungkook dormiva beatamente, Taehyung scriveva al posto suo la fine.
Quando qualcuno provava a chiedere consiglio al principe riguardo il ballo, lui scuoteva la testa e si allontanava; era stanco e d'improvviso tutto assunse un significato. Fin da piccolo Taehyung era stato la proiezione bambina di Elisabetta, il suo modo di fare (altezzoso, elegante, raffinato); il linguaggio; la postura; la passione verso le arti; Elisabetta lo aveva modellato per diventare re. E quel rosso glielo faceva ricordare sempre: fu per questo che decise di tingere i suoi capelli rossi in un colore tanto scuro quanto unico, nero.

"Stai benissimo bene, Taetae" Jungkook lo aveva cullato e aveva accarezzato le sue ciocche come se fosse di cristallo, mentre l'unico ad aver rischiato la vita era lui. Jungkook si avvicinava molto al tipo perfetto per lui, aveva tutto quello che qualsiasi persona desiderasse: era dolce, romantico, umile, forte, passionale, aveva due stelle al posto degli occhi, scriveva come se le sue dita fossero stato immerse fino alla nascita nell'inchiostro. Jungkook era perfetto, e molti ancora non lo avevano capito.

Quando aveva sceso le scale con il suo abito nero, lo sguardo severo e nemmeno un minimo accenno di sorriso, la servitù, i pittori, i poeti rimasero senza fiato: Taehyung era bellissimo, ma serio in volto, con i capelli scuri e un abito che avvolgeva e stringeva con eleganza il suo corpo, sembrava essere stato plasmato dalle mani di Afrodite e arricchito dagli altri dei. Jungkook lo guardava con gli occhi sgranati, la bocca spalancata, e se lo immaginò all'altare scendere le scale e avvicinarsi a lui, come stava facendo in quel momento. Taehyung gli porse il malloppo e lasciò un bacio sulla sua fronte.
"Ti amo" sussurrò. Yoongi lo guardava attentamente, aveva qualcosa di strano, qualcosa di pericoloso, qualcosa che ricordava il Taehyung piccolo, infantile. La curiosità, l'agire senza pensare. Aveva qualcosa nello sguardo che non lo rendeva più principe, ma prigioniero, e si sa che la differenza tra i due è sottile come una lastra di ghiaccio.
"Signori, oggi si compie un passo grande per tutti voi. Il ballo rappresenta un'opportunità per andare oltre la vostra immaginazione: Yoongi, Jimin e Hoseok ce l'hanno fatta in passato, e oggi sono qui con me. Sono molto fiero di loro, come lo sono di voi tutti, qualsiasi sia la piega di questa serata voi siete veramente importante per me, siete stati al mio fianco anche quando non riuscivo a reggermi in piedi. Siete stati voi a rendermi l'uomo che sono oggi. Abbiate cura di voi, dei vostri sogni, dei vostri progetti, non dimenticate mai da dove siete venuti, perché quello è il primo passo per diventare qualcuno. Oggi il nostro pensiero deve essere rivolto ad una persona uccisa senza se e ma, una persona che ha reso unica questa reggia. Oggi questa serata è dedicata al suo sacrificio, oggi è tutta per te, Christopher Marlowe" Taehyung alzò il viso in alto, una lacrima solcò la sua guancia facendo trattenere il fiato a tutti.
"Principe, noi le siamo molto grati per tutto quello che ha fatto. Non vi dimenticheremo mai" Seokjin non sembrò mai così serio e infondo, sia lui che Taehyung, sapevano che il primo a volare via dal nido era proprio lui. Taehyung aprì le braccia e tutti pian piano si unirono formando un grande gruppo, il gruppo dei guerrieri, dei giovani artisti, di quelli liberi.
"L'ultima sera amici, l'ultima" Yoongi guardò Jungkook mentre questo guardava Taehyung. Jimin guardava il nero e ricordò che quelle ultime parole Taehyung le aveva dette anche a loro tre, e sorsero dai suoi spicchi di luna delle lacrime. Sembrava rivivere una pellicola drammatica.
Hoseok lo attirò a sé, lasciando qualche bacio ogni tanto, guardando preoccupato Yoongi che, quieto, non staccava gli occhi dal principe.

Jungkook aveva vissuto l'esperienza del pestaggio e ne aveva fatto tesoro per poter arrivare con molto più imbatto al lettore nel momento di una scena sanguinosa. Aveva appuntato delle piccole frasi, pensieri per la sua prossima storia, Macbeth, in cui parte centrale del discorso era la vendetta, il sangue. Aveva vissuto in Inghilterra molto più di quanto aspettasse, la fase della confusione, della meravigliosa, dell'amore, del pentimento, dell'ammirazione e ora era pronto a lasciarla andare: sarebbe scappato via con Taehyung, proprio come aveva detto. Ma quando vide la reggia, stracolma di persone vestite di tutto punto: i guanti, i cappelli, i bastoni lucidi e neri, le gonne ampie e i corpetti stretti, si disse che quello non apparteneva a lui. Lui non aveva bisogno di fare colpo su nessuno, lui sarebbe stato un poeta anche senza il favore degli aristocratici. Lui era quello che era, e gli bastava. La reggia era illuminata, ai tavoli serviva l'antipasto un uomo paffuto con uno strano cappello bianco, le donne fissavano Taehyung nella sua maestosa eleganza e bellezza. Le curve, la postura, gli occhi affilati lo rendevano perfetto, e Jungkook sentiva la voglia di chiuderlo in una teca di vetro e proteggerlo da tutto il male del mondo. Aveva voglia di prendergli la mano e baciarlo, ma sapeva che un passo falso e tutti gli sarebbero stati addosso.
Molti occhi erano posati su di lui, sul poeta, e non capiva perché: indossava l'abito più costoso della sua vita, e sicuramente metteva in mostra il suo corpo, aveva ancora qualche macchia di inchiostro sulle mani ma la gente non le avrebbe potute vedere; la rosa rossa che Taehyung gli aveva messo all'ultimo minuto rendeva ancora più elegante la scarpa che indossava e illuminata la collana che suo padre gli aveva lasciato. Dietro c'era scritto "You are the source of my joy", era la sua fonte di gioia e accarezzando il gioiello poteva ancora vedere il padre con le braccia aperte mentre lo sollevava. Era un bel ricordo. Taehyung si era avvicinato alla Regina, le aveva baciato la mano, aveva lanciato uno sguardo a Yoongi e aveva preso la Vergine sotto braccio. Jungkook si sentiva solo, e in mezzo ai lupi perciò respirò aria di casa quando i tre musicisti iniziarono a suonare e tutti, con sorriso in volto, invitarono a ballare. Yoongi, Jimin e Hoseok erano bravissimi, la loro danza travolgeva come un fiume in piena, ma le dita di Yoongi sembravano volare su quei tasti.
"Loro sono già famosi, altezza, non può acquistarli" ed era questo che il ballo significava: tutti noi avevamo un prezzo, che loro erano disposti a pagare. Quando una mano si unì alla sua e venne trascinato in una stanza temette il peggio, per poi sorridere quando vide il suo principe.
Senza dire una parola Taehyung portò le mani ai suoi vestiti e cominciò a spogliarsi, gli occhi di Jungkook badarono poco all'ambiente elegante e sinuoso e, se solo si fosse concentrato, si sarebbe accorto di trovarsi nella stanza di Elisabetta.
"Taehyung, che stai facendo?" nudo come Afrodite l'aveva dipinto, il principe si avvicinò e sbottonò i suoi vestiti. Nella sala da ballo Elisabetta sedeva sul trono sorridente e vincitrice, vicino a lei le copie di 'Dottor Faustus' venivano acquistate.
Jungkook lo portò così vicino da sentire il suo cuore battere, e quando guardò i suoi occhi rivide in essi la felicità di tutti gli attimi vissuti.
Sotto di loro, nella sala grande, Jin veniva acquistato e Namjoon lo avrebbe seguito; la musica si fece leggermente più forte.

"Quando Yoongi finirà di suonare, inizierà la rappresentazione di Romeo e Giulietta. Dobbiamo muoverci...convincimi del tuo amore" Jungkook lo baciò con tutte le sue forze, i loro corpi si scontrarono e la frizione creò più elettricità. Jungkook lo spinse sul letto, dove molte volte Elisabetta aveva approfittato di Catherine, e dove ora un corpo stava amando un altro.
Nella sala principale tutti ridevano e brindavano, il valzer stava giungendo alla fine.
Jungkook morse e si prese possesso di quel corpo, gli sussurrò tutti i versi più belli da lui scritti; Taehyung lo guardava e sapeva di aver fatto la scelta giusta. Il nero portò le mani tra i suoi capelli e li tirarono quando Jungkook, entrato in lui, gli provocò un piacere così forte che non riusciva a tenere gli occhi aperti.
"K-kook ti amo" sussurrò "tantissimo". E il valzer si concluse.

"Signori e signore, la prima rappresentazione del Romeo e Giulietta, scritto da William Shakespeare" venne recitato il prologo prima che Jungkook arrivò scombussolato dentro la sala grande. Era tutto perfetto, gli attori stavano facendo un lavoro stupendo, tutti erano incantati dalla storia. Taehyung guardava Jungkook, felice del successo che l'atto I produsse, e si rese conto che era lui l'uomo della sua vita. Iniziava l'atto II quando Taehyung venne chiamato da Catherine e, lasciando un bacio a stampo sulle labbra del caramello, intrufolando una mano nella sua tasca della giacca, si alzò.

"È ora, Taehyung"
"Lo so"
"Non lo devi fare" Catherine si mise a piangere, tutta l'angoscia la stava uccidendo.
"Troverai i soldi necessari per andare via, mamma. Trovati qualcuno che ti ami per quello che sei, bada a Jungkook è solo un piccolo innocuo poeta ed io lo amo così tanto. Rendilo felice e trattalo come il tuo primo vero figlio" Taehyung le baciò la fronte.
"Non devi farlo"
"Non posso diventare re, mamma. Tutto questo è un abito troppo stretto, non voglio essere lei, e me ne sono accorto troppo tardi" la campana della fine del II atto spinsero Taehyung e fare uscire la donna dalla camera e chiudere a chiave. Nella sala principale iniziava la fine del Romeo e Giulietta. Tutti avevano il fiato sospeso, anche lo stesso Jungkook che si guardò intorno per vedere il nero...di lui nessuna traccia.

Giulietta si era sacrificata per il loro amore, tutti in sala erano in lacrime ma quando tutti pensavano che la rappresentazione fosse finita qui, ecco Romeo straziato e piangente. Non aveva più nulla per restare vivo perciò, senza pensarci due volte, si trafisse con l'arma che portava con sé: se solo avesse saputo che la sua amata non era morta, se solo avesse aspettato qualche momento in più avrebbe capito che il parroco l'aveva aiutata. Ma Giuletta, risvegliatasi dal coma dovuto alla pozione, accorgendosi del suo amore morto, si trafisse, cadendo finalmente tra le braccia del suo amato. Fischi e applausi accompagnarono Jungkook sul palco, tutti lo guardavano e lo stavano acquistando. Elisabetta lo guardò e decise che, tra tutte le offerte, la sua sarebbe stata ineguagliabile. William Shakespeare, salvo da tutte le colpe, sarebbe rimasto in Inghilterra fino alla fine dei suoi giorni.
"Sono molto felice che questa mia prima tragedia sia stata di vostro gradimento, è una vita che ci lavoro e sono riuscita a portarla al termine grazie ad una persona, il mio mentore"

Taehyung slacciò la sua camicia.

"colui che ho più amato, come amico ma anche come amante"

Taehyung prese il piccolo pugnale tra le mani.

"Sono certo che lui abbia visto tutto ciò, lui sarà molto fiero di me"

Gli tremarono le mani.

"E mi ha lasciato qualcosa nella tasca che pesa" rise Jungkook coinvolgendo tutti. Prese dalla tasca un biglietto stropicciato mentre i tre musicisti gli si avvicinavano, improvvisamente a conoscenza dei piani.
"C'è scritto che mi ama più della sua vita e che, per me, fa a meno del trono".

E si trafisse come la Giulietta, convinto dell'amore di Romeo, aveva lottato contro i Montecchi e i Capuleti e nonostante tutto avrebbe rifatto tutto da capo. Jungkook sarebbe rimasto al sicuro, Elisabetta glielo aveva promesso e, alla morte di William Shakespeare, che avvenne qualche anno dopo, sulla sua tomba regnerà scritto "Il miglior figlio dell'Inghilterra". Peccato che nessuno avrebbe saputo della sua vera storia, del capitolo più tragico della sua tragedia, il libro più macabro mai scritto. Nessuno avrebbe saputo dell'esistenza di Jeon Jungkook, o di Kim Taehyung, il suo amore perduto. Nessuno avrebbe saputo cosa si celi sotto il nome di William Shakespeare.

                            FINE.

°•°•°•°•

Pokračovat ve čtení

Mohlo by se ti líbit

196K 7.4K 69
«"Dimmi che non è un addio", così lontana ma anche così vicina» ⇨♥ «Lo sapevo che non te sarebbe andata bene, non sei il tipo de persona che da secon...
7.6K 569 15
Ma se vuoi, ora ti porto a casa Un bacio sa di marijuana Addosso solo una collana Fuori è buio come l'ossidiana
12.8K 907 30
Fanfiction holdarah
55.1K 3.1K 27
Se non è amore, dimmelo tu, cos'è?