HIPNร”SE "Il sangue della dea"

Por Solaris_23

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Por Solaris_23

Sentivo che il mio cervello stava per scoppiare per la gran quantità di informazioni che stavo cercando di elaborare tutte insieme e, per di più, in un solo misero giorno.

Era da quando mi ero svegliata quel mattino che non facevo altro che leggere noiosissimi libri polverosi in quella maledetta biblioteca del palazzo.

Non potevo più continuare così senza fermarmi neanche per un secondo.

Giuro, che se vedevo anche solo un'altra parola scritta, davo di matto.

«Non distrarti.» disse il principe Aedyon che, con mio grande dispiacere, si era unito a noi e con "noi" intendo la sottoscritta e la principessa Sol.

Lo guardai come se volessi staccargli la testa dal corpo con un solo sguardo fulmineo. Se ne stava seduto comodamente su una poltrona, accanto ad un enorme finestra che illuminava la biblioteca, con un libro in mano dalla copertina verde ghiaia.

I capelli spettinati e ricci, gli ricadevano sulla fronte e, la luce del sole, illuminava i suoi capelli color ebano, creando delle striature blu notte sulle ciocche colpite dai raggi solari. Era assorto nella lettura quindi non potevo non chiedermi come avesse fatto ad accorgersi che mi ero fermata e non stavo più "studiando".

Tirai fuori la lingua e gli feci la linguaccia.

I suoi occhi mi fissarono immediatamente, freddi come il ghiaccio ma allo stesso tempo caldi come il fuoco. Era forse arrabbiato per quel mio gesto infantile?

Scrollai le spalle.

Poco mi importava del suo stato d'animo.

«Non distrarti, Hipnôse.» disse Sol al mio fianco, posando sul tavolo in legno altri libri che aveva trovato nei vari scaffali della biblioteca. «C'è molto lavoro da fare come vedi.»

Lo vedevo eccome.

Avrei voluto essere una non vedente solo per risparmiarmi la fatica e il mal di testa atroce che mi faceva pulsare le tempie.

Sospirai rassegnata. «Devo proprio?»

Sol sorrise, un sorriso divertito. «Credo proprio di si.»

«Uffa, non ce la faccio più...» mi lamentai.

«Una bambina.» disse la voce maschile irritata, proveniente dall'altro lato della stanza.

Evitai in tutti i modi di guardare nella direzione in cui si trovava Aedyon per non dover rovinarmi la giornata più di quanto già lo sia. Non avevo bisogno del suo aiuto se questo era il massimo che poteva offrire.

«Cosa hai imparato fino a questo momento?» chiese cordiale Sol.

Guardai le lunghe pagine del libro scritte in carattere microscopico e dissi: «Per il momento sono ancora alla classifica dettagliata di ogni Dio presente su questa Stella Pianeta.»

Lei alzò un sopracciglio. «Non hai letto nient'altro?»

Dal suo tono di voce preoccupato capii perfettamente che lei sperava che io fossi andata più avanti nella lettura. Mi dispiaceva molto deluderla, ma non ero molto svelta ed abile nella comprensione dei testi e non ero nemmeno una lettrice accanita.

Annuii.

Lei sospirò mentre dall'altra parte di quel pezzo di biblioteca sentii il principe Aedyon borbottare un "stupida umana".

Mi alzai inviperita e spattei il palmo delle mani sul tavolo per attirare la sua attenzione con il rumore acuto. Come avevo previsto, lui mi guardò con la coda dell'occhio. «Se ti irrita così tanto la mia presenza, potresti tranquillamente andartene e lasciarmi in pace. Odio dover sentire i tuoi issulti costantemente. Sappilo. L'unico stupido in questa stanza, sei solo tu!»

Non riuscii più a contenere la rabbia per le continue umiliazioni a cui principe mi sottoponeva.

Voltò il capo nella mia direzione e assottigliò lo sguardo. Chiuse il libro dalla copertina verde antica che stava leggendo. «Con grande piacere, "Prescelta".»

Senza aggiungere altro, si alzò dalla sua comoda poltrona e, appoggiando il libro sul tavolo, sì diresse verso l'uscita della biblioteca, lasciandoci finalmente sole.

Esultai.

Non lo avrei visto per tutto il resto della giornata.

Quanto era odioso, arrogante e prepotente.

«Credo che sia meglio che tu ti calmi.» disse la principessa, facendomi distrarre lo sguardo dal punto nel quale Aedyon era sparito dalla mia vista. «Riprendiamo lo studio. È necessario.»

Mi risedetti. «Hai ragione.»

Voltai la pagina del libro, per continuare a leggere i restanti nomi dei restanti Dei del nostro mondo.

Khors, Dio che padroneggia il fuoco e la lava, è nato nella prima Stella invernale 0'030. Divenuto un Dio dopo aver bevuto il nettare degli dei che il Dio Rodh gli aveva offerto per le sue eroiche gesta, lo si riconosce per il suo copricapo in ferro dalla forma di un teschio. Al centro di esso vi è incastonata una gemma rossa che rimanda all'idea del fuoco ardente.

Devana, Dea dalla strabiliante bellezza e famosa per i suoi lunghi e rossi capelli, è dotata di un potere fuori dagli schemi. Ella è in grado di leggere nella mente di qualunque individuo umano o Semideo, fatta eccezione dei suoi simili. Non può frugare nella mente di un altro Dio o di un altra Dea.
Nata nella seconda metà della Stella estiva 0'017.

Veles, affascinante Dio nato nella prima metà della Stella Primaverile 0'023.
Padroneggia e controlla la mente di qualunque essere inferiore alla sua classe sociale, manipolandola a proprio piacimento. In battaglia, è in grado di annientare un intera città non muovendo neanche un muscolo.

Mokosh, Dio cupo e tetro.
In grado di incutere terrore a chiunque gli sia di fronte, semplicemente con un sorriso. Meschino e crudele, ha come dono magico il potere della distruzione.
Nato nella prima metà della Stella invernale 0'009.

Velisy, Dea delle tenebre e dell'oscurità.
Indossa un copricapo in argento a forma di corona, incorniciano i suoi lunghi capelli color oro e il viso da bambola di porcellana.
Nata nella metà della Stella Autunnale 0'038.

Khione, Dea Suprema della Stella Pianeta Aracieli.
Poteri: non rivelati.
Nata nella prima metà della Stella primaverile 1'483.
Assopita nella Stella primaverile 1'500.

Sekhmet, Dio che possedeva il potere delle acque, indossava un copricapo cilindrico.
Nato all'inizio della Stella invernale 0'005.
Morto nella Stella primaverile 1'500.

Badb, Dio del...

Aspetta un'attimo.

Ritornai nella riga precendente e strabuzzati gli occhi.

Sbaglio o sotto il nome del Dio Sekhmet vi era scritto che era nato nella stella invernale 0'005 ed era morto nella Stella primaverile 1'500?

Riflessi ancora e ancora lo stesso identico passaggio per non so quante volte.

«Qualcosa non va?» domandò Sol vedendomi perplessa.

Alzai lo sguardo e indicai il punto in cui era scritta la data di morte del Dio Sekhmet. «Credo che ci sia un errore nella sezione dedicata al Dio delle acque.»

Lei mi guardò con sguardo impassibile e lesse il punto che le stavo indicando. Quando alzò lo sguardo dal libro, disse semplicemente: «Non c'è alcun errore in ciò che hai appena letto.»

Stava scherzando?

Come sarebbe a dire che non c'era nessun errore nella riportazione della sezione dedicata a Sekhmet? Su questo libro era riportata la sua data di morte, ma, sapevo per certo che un Dio non può morire.

Non può morire per nessuna ragione al mondo.

Erano creature immortali, graziate dal destino dalla vita eterna e non mortale.

Sentire che un Dio era morto era come udire la notizia che un umano era diventato immortale: impossibile. Nemmeno gli stessi Dei possono uccidersi a vicenda.

Se si nasce immortale, immortali si resta.

«Non è possibile.» continuai a dire incredula.

Tutto questo era assurdo.

Sol alzò le spalle con nonchalance. «Devi crederci. Sekhmet è stato l'unico Dio nella storia di Araceli ad essere morto.»

Mi appoggiai alla spalliera della sedia sul cuore ero seduta per non svenire e crollare a terra scioccata. Com'era potuto accadere?
Non aveva alcun senso tutto ciò.

«Ci sono dei libri in cui si fa riferimento a quanto accaduto a Sekhmet?»

La mia interlocutrice scosse la testa. «Sfortunatamente non esistono volumi che illustrino dettagliatamente come questo Dio sia potuto arrivare alla morte nonostante la sua immortalità. Quando iniziai a studiare questi stessi libri per prepararmi al mio ruolo di "Prescelta", provai a cercare altre informazioni al riguardo, senza avere alcun risultato. È come se la sua intera esistenza fosse stata cancellata intenzionalmente da qualcuno.»

Corrucciai la fronte. «Perché pensi questo?»

Lei guardò oltre la finestra, un punto non preciso del cielo azzurro e rossiccio per il sole che stava tramontando. «Ho come la sensazione che gli Dei abbiano voluto eliminare tutto ciò che poteva, in qualche modo, collegarsi alla morte della divinità. Forse volevano tenere nascosto il modo in cui Sekhmet sia morto per evitare che anche la loro vita fosse in pericolo.»

«Credi che sia andata così?»

Lei tornò a guardarmi negli occhi. «Pensaci: se voi umani foste a conoscenza del modo in cui potreste uccidere tutte le divinità e rendervi finalmente liberi dai nostri soprusi, non fareste di tutto per fare in modo che la razza umana sia l'unica a governare Aracieli?»

Era forse impazzita?

Come potevano gli esseri umani anche solo pensare di poter uccidere chissà quante di vita per poter essere finalmente liberi e non schiavi del più forte?

La principessa, così come chiunque altro, aveva forse dimenticato che loro erano dotati di poteri soprannaturali e dell'immortalità mentre la gente mortale no?

Tuttavia, da un lato aveva ragione e dovevo riconoscerlo: se si fosse venuta a conoscenza della possibilità di eliminare una qualunque creatura immortale, qualche folle ci avrebbe sicuramente provato, anche se non sono d'accordo sul fatto che sarebbero stati proprio gli umani a tentare un'impresa così suicida. Con molta probabilità, a tentare di uccidere gli Dei sarebbero stati proprio i loro figli: i Semidei.

«Credo che chi sarebbe stato nella posizione di poterlo fare, siate proprio voi Semidei.» affermai convinta.

Sol sembrò perplessa. «Noi?»

Annuii. «Se gli Dei fossero morti tutti, dal primo all'ultimo, voi avreste potuto governare indiscussamente su questa Stella Pianeta senza il bisogno di dovervi inchinare difronte a nessuno o temere l'ira di un qualche Dio o Dea. Le divinità hanno tenuto nascosto il modo in cui è morto Sekhmet, non per paura che gli esseri umani potessero attentare alla loro vita, ma che vuoi non mettesse in atto un piano ben congegnato per diventare signori del mondo. Gli esseri umani non possiedono alcuni potere sovrannaturale, come avrebbero potuto uccidere delle divinità potenti ed immortali? È chiaro che gli unici a poter fronteggiare gli Dei siate voi, i semidei.»

La ragazza fai capelli bianchi e dagli occhi gialli ocra mi fissò senza far trapelare, sul suo volto, alcuna emozione. Era evidente che il mio ragionamento avesse azionato un qualche collegamento logico nel suo cervello.

«Può essere.» aggiunse infine. «Tuttavia, non sapremo mai quale sia la verità, così come non sapremo ma il vero motivo per il quale Khione è stata addormentata nello stesso anno della morte del Dio Sekhmet.»

Effettivamente, anche la Dea Khione è scomparsa nello stesso anno e nello stesso periodo in cui il Dio delle acque era ufficialmente sparito dal regno dei vivi.

Che fosse una qualche strana e bizzarra coincidenza? Oppure la morte del Dio e in qualche modo collegato al sonno forzato di Khione?

Più provavo a pensarci, più nella mia testa si fermava l'idea che qualcuno avesse ucciso il Dio immortale e fatto addormentare la Dea. Magari era lo stesso individuo in entrambi i casi. Oppure era accaduto qualcosa durante il corso della stella primaverile 1'500 che deve aver segnato definitivamente il destino del mondo di Aracieli. Qualcosa di così tragico ed oscuro che gli Dei hanno voluto a tutti i costi cancellare dalla memoria della Stella Pianeta nel quale viviamo.

Di cosa si trattava?

Avrei tanto voluto avere delle risposte ma sapevo bene che, per averle, avrei dovuto entrare ancora più a fondo in quel mondo Divino al quale nessun essere umano era concesso accedervi.

Avrei scoperto la verità su cosa accadde in quell'anno al Dio Sekhmet e alla Dea Khione, ma prima avrei dovuto scoprire cosa ero diventata.

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