Suit and Tie [Harry Styles AU...

By SheeranIsMyMan

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Harry Styles. 24 anni. Capo delle Imprese Styles. Milionario fatto da sè. È lo scapolo più desiderabile di Ne... More

Suit and Tie [Harry Styles AU] (Italiano)
PRIMA DI INIZIARE A LEGGERE.
Capitolo 1- Caffè tiepido e tentativi falliti.
Capitolo 2- False identità e paura.
Capitolo 3- Sorrisi compiaciuti e incarichi a sorpresa.
Capitolo 4- Palmi sudati e interviste intense.
Capitolo 5- Commissioni eccentriche e posti rubati.
Capitolo 6- Sguardi intensi e doppi shots.
Capitolo 7- Alta velocità e gestacci.
Capitolo 8- Domande imbarazzanti e piccoli ascensori.
Capitolo 9- Attico moderno ed ordini rigidi.
Capitolo 10- Mattini furvianti e messaggi decisi.
Capitolo 11- Cambio di vestiti ed amici confusi.
Capitolo 12- Notte in discoteca e balli richiesti.
Capitolo 13- Postumi di sbornia e reputazioni dimenticate.
Capitolo 14- Possibile promozione e yogurt rovesciato.
Capitolo 15- Bugie penose ed offerte ingiuste.
Capitolo 16- Cena tranquilla ed inchiostro inaspettato.
Capitolo 17- Cena fredda e perdita di controllo.
Capitolo 18- Vestito rosso e camere rivelate.
Capitolo 19- Dita ansiose e chiamate scherne.
Capitolo 20- Versione femminile e realizzazioni rischiose.
Capitolo 21- Liti mattutine e baci desiderati.
Capitolo 22- Cazzate da uomo d'affari e viaggio non programmato.
Capitolo 23- Valigia piena e lasciarsi andare.
Capitolo 24- Flirt in volo e confidenze.
Capitolo 25- Cotte infantili e sussurri giocosi.
Capitolo 26- Matrimonio in bianco e balli lussuosi.
Capitolo 27- Sushi e dopotutto.
Capitolo 28- Ufficio enorme ed esasperazione.
Capitolo 29- Ragazzi Inglesi e andarsene.
Capitolo 30- Film 'cattivi' ed orecchini eleganti.
Capitolo 31- Marciapiedi freddo e due parole.
Capitolo 32- Segretaria sorpresa e scommessa-bowling.
Capitolo 33- Scarpe da poco e palle da bowling.
Capitolo 34- Partita divertente e maniche a posto.
Capitolo 35- Soldi del Monopoly e drammi a domicilio.
Capitolo 36- Pelle sudata e mani ruvide.
Capitolo 37- Soprannome nostalgico e sfioramenti.
Capitolo 38- Evento di beneficienza e scritte sul finestrino.
Capitolo 39- Governanti utili e 'dirty dancing'.
Capitolo 40- Frustrazione e dialogo ubriaco.
Capitolo 41- Vino bianco e piselli congelati.
Capitolo 42- Atti materni e mano dolorante.
Capitolo 43- Spezie rovesciate e linguaggio dimenticato.
Capitolo 45- Messaggi mancati e cappellini in prestito.
Capitolo 46- Ecosistema completo e vacanze felici.
Capitolo 47- Torre a piani e pensare al futuro.
Capitolo 48- Battito cardiaco e corridoio d'ospedale.
Capitolo 49- Crollo mentale e lunedì mattina.
Capitolo 50- Drink mattutini e neve di stagione.
Capitolo 51- Ginocchia tremolanti e discussioni stanche.
Capitolo 52- Sushi rubato e pile di fogli.
Capitolo 53 - Casa agli Hamptons e casino borbottante
Capitolo 54- Labbra ubriache e bomba blu.
Capitolo 55- Maglione natalizio e il festeggiato.
Epilogo.
Love you!
OCD
.
Instagram.
10M

Capitolo 44- Schiuma e borsetta carina.

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By SheeranIsMyMan

[Ri-grazie ad AleMP9 per l'enorme aiuto nella traduzione di questo capitolo, gentilissima!

P.s: Questo, secondo me, è uno dei più carini tra i capitoli. xx]

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Capitolo 44- Schiuma e borsetta carina.

Harry's POV

Non avrei mai pensato che sarei stato a mio agio, o anche lontanamente felice, nello svegliarmi con la bocca piena di capelli ed il braccio sinistro completamente intorpidito. E nonostante ciò eccomi, aggrovigliato su Norah in una posizione che probabilmente non sarebbe dovuta essere rilassante, più soddisfatto di quanto mi sia sentito da molto tempo.

La sveglia stava suonando dall'altro lato della stanza, così, a malincuore, mi distaccai dalla suo corpo caldo e mi trascinai verso la cucina per spegnerla. Erano quasi le otto, ed io avevo già sette chiamate perse, più di cento emails, e quattordici messaggi dalla mia segretaria.

Composi il numero dell'ufficio infastidito. La solita voce allegra che apparteneva a lei -- Laura? -- rispose quasi immediatamente. "Ufficio di Harry Styles, come posso aiutarla?"

"Sono Harry," Dissi bruscamente. "Che diavolo sta succedendo lì?"

"Oh -- oh. Uhm, beh ha un appuntamento presto ed un pranzo fissato con il Sig. Malik e la sua fidanzata. E lei non era qui prima.. così ho chiamato solo per accertarmi che lei non fosse malato. Uhm, già."

Mi accasciai su uno sgabello. "A che ora è il mio appuntamento?"

"9.30, Sig. Styles."

"Bene. Sarò lì. Grazie, Laura."

"P-prego."

Dopo aver acceso il bollitore del the ed aver imprecato contro me stesso per aver dato il giorno libero a Jennifer quando non sapevo neanche come funzionava la dannata macchina del caffè, tornai cautamente nel salotto per svegliare Norah. Era raggomitolata come una palla nel centro del divano.

Non potei fare a meno di sorridere sedendomi, le dita che tracciavano la pelle del suo braccio nudo, seguite velocemente dalla punta del mio naso, e poi dalle mie labbra. Lei fece un basso lamento e si strinse ancor di più contro il divano, il che mi provocò ulteriormente.

"Svegliati, svegliati, svegliati," Sussurrai, baciandole le spalle. "Devo andare al lavoro, e penso debba farlo anche tu. Abbiamo bisogno di una doccia."

"Nngh."

"Hm, lo prenderò come un sì." Con questo, la sollevai, braccia sotto le sue cosce e la schiena per portarla di sopra. Lei fece uscire un piccolo, assonnato suono di protesta e battè a fatica contro il mio petto per un paio di secondi prima di rinunciare e lasciare la sua testa cadere.

Norah fece un tenue sbadiglio. "Ci sono modi migliori per svegliare una persona, sai?"

"Ho provato a svegliarti baciandoti, Norah."

"Uguale." Accucciò la testa più profondamente quando oltrepassammo la soglia del bagno. "Comunque non devo andare a lavoro oggi. Io e Jace abbiamo il giorno libero per essere stati i migliori dipendenti di sempre."

La feci scendere con un sorriso divertito. "Davvero?"

Norah mi fulminò con quello che doveva essere un tentativo di intimidazione, ma non funzionò davvero. Solo quando io scoppiai a ridere lei rinunciò con un sospiro. "Va bene, va bene. L'ufficio oggi è chiuso per qualcosa. Non lo so. Appena ho letto 'ufficio chiuso' sono uscita dalla mail."

Sorridendo, entrai nella doccia ed azionai getto potente. Le sue piccole mani si avvolsero attorno la mia vita da dietro, fronte fra le mie scapole e caldo respiro contro la mia schiena. Ci spinse in avanti fino a quando eravamo entrambi sotto la calda corrente dell'acqua.

Ci lavammo pigramente, appoggiandoci l'uno sull'altro alla mancanza di caffeina in corpo. Lavai i suoi capelli e la baciai dietro fra le sue spalle, poi dietro il suo collo, poi sui nodi della spina dorsale. Si incurvò lontano dal mio tocco con una risatina, solo per essere girata velocemente e presa tra le mie braccia.

Norah mi sorrise. "E' il tuo turno."

"Hai ancora sapone nei capelli."

Con altre risate e dopo esserci assicurati che non aveva più shampoo tra le sue ciocche ondulate, ritornò il favore con uno sguardo affettuoso negli occhi. Mi fece la cresta, baciò le mie guance, e tolse via lo shampoo che rischiava di arrivarmi negli occhi.

Morse il suo labbro inferiore sistemando la mia nuova acconciatura. "Ti sta bene," disse finalmente. "Sono sicura che i dipendenti penserebbero che sei il capo più figo di sempre se andassi a lavoro così."

"Loro pensano già che io sia il capo più figo di sempre."

"Assolutamente no," Mi derise, sistemando i capelli di nuovo su quando cadevano, "non c'è modo."

"Lo pensano." Insistetti. Norah fece uscire un altra rumorosa risata quando la riportai sotto l'acqua per risciacquarci. Passai le dita fra i miei capelli con l'intento di togliere la schiuma. "Loro mi amano."

La sua mano scivolò attorno la mia vita, soffermandosi sul might as well.. scritto con l'inchiostro. "Io ti amo."

E dio, il modo in cui usciva dalla sua bocca così casualmente mi fece scavare le dita nella pelle delle sue anche. Il terreno non smise di muoversi come la prima volta che lo disse, ed il mio cuore non battè tanto forte quanto quella volta, ma dio.

Sapevo di non poterle dire lo stesso. Infatti, ero praticamente convinto che non potrei anche se lo volessi, perchè ogni volta che lei lo diceva io mi gelavo come un fottuto bambino. "Perchè l'hai detto Norah?"

"Perchè posso." Rispose, sulla difensiva e pungente come sempre.

Chiusi gli occhi. "E se non posso risponderti allo stesso modo?"

"Allora non cambierà nulla."

"Okay," Sospirai, avvicinando il suo corpo bagnato al mio. "Okay."

Anche nella mia testa, era difficile pensare a quelle parole. Volevo dirle come mi sentivo, ma non potevo. Sapevo quanti danni causavano queste parole, e non lo avrei mai fatto a Norah. Sapevo di non essere in grado di dire quelle parole al momento, ma potevo dimostrarglielo e speravo che sarebbe stato abbastanza.

Mi abbassai e la baciai con la speranza di tradurre ciò che intendevo. "Devo andare al lavoro, Norah."

"Oppure potresti saltarlo e guardare film e mangiare cibo cinese con me."

"Sono già in ritardo. Ho un appuntamento ed un pranzo con qualcuno."

Tirò fuori la lingua giocosamente prima di uscire fuori dalla doccia con le ante in vetro, lasciando una scia di impronte bagnate mentre usciva dal bagno. Finii di pulirmi prima di chiudere l'acqua e prendere un asciugamano.

Dopo essermi asciugato e fatto velocemente la barba, andai in camera da letto trovando Norah, ancora avvolta solo nell'asciugamano, nel mio armadio con uno sguardo stupito in viso, passando amorevolmente le sue mani sulle maniche delle mie giacche. "Sono così belle," Bisbigliò. "Le voglio tutte."

"Hm, se solo avessi la mia taglia."

La bruna annuì in accordo e mi lanciò un ghigno malizioso. "Quale indosserai?"

"Una qualunque che sia pulita."

"Tu non meriti belle cose."

Divertito, passai la mano sul mento ormai liscio. "Sceglimi un completo da indossare. Ed una cravatta coordinata."

Girando sui miei tacchi, lasciai la stanza giusto in tempo per vedere lo sguardo di gioia assoluta spuntare sul suo viso, che potrebbe avere solo qualcuno che lavora con i vestiti per vivere. Non sapevo neanche la marca di metà di quei completi; andavo soltanto nei negozi e compravo ciò che il commesso sceglieva.

Qualche minuto dopo Norah emerse dalla mia cabina armadio portando con sè una giacca nera con una camicia bianco neve, insieme ad una cravatta attorno al suo collo. "Alzati." Mi ordinò. Cercai di nascondere il mio sorriso non alzandomi e lei accostò gli abiti contro il mio petto prima di annuire. "Questa, sicuramente."

"Ho bisogno di pantaloni, Norah."

Mi schernì rumorosamente. "Ovviamente. Dove sono quei jeans che hai? Quelli molto stretti?"

"Non metterò dei jeans al lavoro."

"Si, lo farai. Sarai super carino."

"Ho un appuntamento oggi."

"Non sei, tipo, il capo? Sono abbastanza sicura che puoi indossare quallo che vuoi."

Appoggiai la mia fronte sulla sua spalla con un grugnito. Quella donna sarebbe stata la mia morte. "D'accordo."

Fece uscire un esagerato gridolino. "Perfetto. Vado a cercare i miei vestiti di ieri sera."

La ragazza in asciugamano, veramente fastidiosa uscì dalla camera mentre la guardavo. Solo quando fu fuori dalla mia vista ed io fui in grado di pensare a qualcos'altro oltre a quanto facilmente potessi toglierle l'asciugamano, mi vestii.

L'outfit che scelse era qualcosa che io non avrei assolutamente mai indossato, ma in qualche modo sembrava okay. Aggiustai il colletto un'ultima volta prima di mettere gli stivali e scendere di sotto, dove Norah era seduta al bancone sorseggiando caffè.

I suoi occhi si spalancarono guardandomi, squadrandomi dalla testa ai piedi senza pudore. "Non provare neanche a dirmi che non ti piace questo outfit."

Increspai le labbra. "Vorresti qualcosa per colazione?"

"Sono a posto col caffè." Rispose. "Mi dai uno strappo al mio appartamento mentre vai al lavoro?"

"Si. Però verrai con me ad un pranzo di lavoro alle 12.30, quindi fatti trovare pronta per mezzogiorno. Ti manderò James."

Norah si strozzò con il caffè in un modo che potrebbe essere considerato solo come divertente. "Pranzo di lavoro?"

"Questo è ciò che ho detto. Andiamo, non voglio essere più in ritardo di quanto già non sia."

Non ero sicuro di quando io fossi arrivato al punto di non poter neanche andare a mangiare senza Norah. Non era previsto che sarebbe andata così. Era previsto che tutto sarebbe stato sotto controllo e casuale, fino a quando Norah non si sarebbe stancata di me. Ma eccomi, chiedendomi già se le sarebbe andata bene la fottuta cucina italiana.

"Sbrigati." Dissi bruscamente. "Ho detto di essere in ritardo."

* * * *

Per l'ora di pranzo, ero pronto a staccare la testa a morsi a chiunque volesse rischiare ad entrare nel reame che era il mio ufficio. Mi stravaccai sulla sedia, gettando la penna contro il muro e stiracchiando le mie dita doloranti. Sono stato a due appuntamenti (entrambi i quali furono una totale perdita di tempo) e con oggi avevo finito.

Provai a non perdere la pazienza con i miei impiegati, ma con ognuno di loro, sentivo che stavo per perderla. Sembrava che stessero fottutamente cercando di irritarmi, e potevo davvero sopportarne solo alcuni prima di iniziare a sbattere la testa contro la scrivania infastidito.

La suoneria del mio telefono fu, per una volta, un suono benvenuto. "Styles," Risposi bruscamente.

"Sig. Styles, James dice che la macchina la sta aspettando sotto."

"Grazie, Laura."

Chiusi la chiamata senza neanche sentire la sua risposta e mi alzai, sollevato dal fatto che stessi indossando i jeans che Norah aveva scelto e non dei scomodi pantaloni. I pochi impiegati che osarono guardare divertiti il mio outfit stamattina furono ripagati con un sguardo arrabbiato e scapparono via velocemente.

La mia impazienza crebbe con ogni numero che si illuminava nell'ascensore. Quattro fottute ore di pratiche e tasse mi resero irritato e mi portarono al limite. Arrivato al piano terra, camminai velocemente verso la macchina che mi aspettava e salii nei sedili posteriori.

"Hey -- mmf --" Il suo saluto fu interrotto da me che fiondai le mie labbra contro le sue in un bacio violento. Non c'era tempo per i saluti, nessuna esitazione o baci asciutti. Non c'era tempo per tutto questo quando quella sarebbe stata l'unica pausa che avrei avuto durante la mia giornata.

Mi avvicinai ancora di più verso di lei e la portai sulle mie ginocchia, dita conficcate nella morbida pelle delle sue cosce e la mano libera saliva verso il tessuto contro la sua spina dorsale. Lei si arrese poco dopo contro di me, accomodandosi contro il mio petto.

Solo quando sentii James aprire lo sportello mi spostai, fronte appoggiata contro la sua e respiro pesante. "Norah."

Lei rise piano. "E' bello vedere anche te, Sig. Styles."

"Com'è stata la tua giornata fino ad adesso?"

"Bella. Jace, Liam ed io abbiamo preparato la colazione -- o l'hanno fatta loro, io ho solo tipo guardato -- e poi abbiamo visto repliche di America's Next Top Model. Poi Louis e Liam hanno iniziato a giocare a calcio nel nostro salotto, il che è ovviamente ridicolo, così sono poi uscita a fare shopping." Prese un respiro profondo e poi mi sorrise. "La tua invece?"

"Frustrante." La guardai. "E preferirei che tu non passassi del tempo con Liam."

"Mi dispiace. Ed io vedrò Liam lo stesso."

"Tranquilla. Norah, potremmo evitare di farlo proprio adesso?"

Lei si spostò dalle mie ginocchia, più per il mio fastidio, e poi allacciò la cintura nel posto accanto al mio. "Quindi... perchè sto venendo ad un pranzo di lavoro con te?"

"Non è un pranzo di lavoro, è un pranzo con il mio socio in affari dall'Inghilterra. La sua fidanzata sarà presente, così ho pensato che sarebbe stato appropriato se avessi portato compagnia allo stesso modo."

"Oh. Okay." Norah giocherellò un pò con le sue dita e potevo vederla sbirciare verso di me con la coda dell'occhio con quel dannato sguardo curioso che aveva, volendo ovviamente dire qualcos'altro ma non dicendo nulla.

Mi accigliai dopo un paio di minuti riempiti dai suoi curiosi sguardi. "Cosa, Norah? Dì ciò che vuoi."

"Non so di cosa stai parlando."

"Come sempre, sei un'orribile bugiarda."

"Va bene, okay. Hai detto compagnia. Sono la tua compagnia?"

"No." Dissi. Il suo viso si rabbugliò, ed io potevo essere considerato un disgustoso essere vivente per aver reso la sua espressione tale. "Sei la mia ragazza."

* * * *

Il ristorante era all'ultimo piano e completamente pieno quando arrivammo. Mi avvicinai alla cameriera, i cui occhi scesero immediatamente sui jeans stretti che stavo indossando, e chiesi per il nostro tavolo. "Riservato sotto il nome di Malik."

La donna mi sorrise. "Da questa parte, signore."

Dopo aver passato tutti i tavoli vicini l'un l'altro, arrivammo al nostro, posizionato nell'angolo più nascosto, lontano dalla folla. L'uomo dai capelli corvini che io riconobbi immediatamente come Zayn era seduto accanto ad una donna con i capelli decolorati e un rossetto rosa acceso.

Zayn si alzò non appena mi avvicinai e mi offrì la mano. "Sig. Styles, è un piacere vederla. E chi è lei?" Sorrise, spostando lo sguardo verso Norah, che sembrava stesse per sciogliersi sotto il suo fottuto sorriso luminoso e i suoi occhi increspati.

Mi accigliai e la trascinai al mio fianco con uno sguardo di avvertimento. "Questa è Norah. La mia ragazza."

"Piacere di conoscerla." Lei disse a bassa voce.

"E questa dev'essere la tua deliziosa ragazza? Perrie, giusto?"

La donna vestita con colori accessi si alzò e mi offrì la mano coperta da anelli sfarzosi. "Fidanzata, in realtà. E' un piacere incontrarvi. Ho sentito parlare molto di lei, Sig. Styles."

"Per favore, chiamami Harry."

Norah dovette soffocare le sue risatine alla mia cortesia, e se non fosse stato un suono così carino da sentire o da provare, il modo in cui abbassò la testa verso il palmo della sua mano ed evitò il mio sguardo, probabilmente sarei stato assolutamente furioso.

Invece, spinsi la sedia verso fuori per farla sedere e presi posto accanto a lei, di fronte a Perrie e vicino a Zayn al tavolo quadrato. Una cameriera spuntò accanto a noi e ci riempì immediatamente i bicchieri d'acqua, poi ci offrì del vino che noi accettammo con piacere.

Quando se ne andò, Zayn mi sorrise luminosamente e si sistemò sulla sedia. "Quindi, ti sta piacendo vivere negli States, Harry? Ti sta trattando bene?"

"E' davvero piacevole. Com'è invece a Londra?"

"Sempre le stesse vecchie cose," Disse. "Piovosa e fin troppi coglioni con cui avere a che fare."

"I coglioni sono ovunque, amico. Quando vi siete fidanzati voi due?"

Perrie sorrise affettuosamente a Zayn prima di rispondere. "Un paio di mesi fa. Abbiamo appena iniziato ad organizzare il matrimonio. E' difficile farlo con i suoi orari di lavoro."

"Beh, congratulazioni." Risposi.

"Ora, da quanto tempo state insieme tu e Norah? Non credo che Zayn mi abbia detto che sarebbe venuta una ragazza."

Guardai Norah, che stava sorridendo con la testa abbassata verso le sue mani invece di fare contatto visivo con tutti in un modo che solo lei avrebbe potuto rendere accattivante. "Norah?" La sua testa si alzò al tono della mia voce. "Da quanto tempo stiamo insieme?"

"Uhm. Tipo, un giorno?" Perrie e Zayn alzarono il sopracciglio chiedendo spiegazioni non appena il viso di Norah si infiammò in un rosso acceso.

Lei si rimangiò le parole velocemente, balbettando fino a quando non misi la mano sul suo ginocchio. "Tipo, un mese più o meno. Io non -- sì -- un mese." Si morse il labbro. "Quella borsa è della collezione autunno 2014?"

Perrie fece un urletto contento e le due donne si avvicinarono, indicando freneticamente la borsa nera che era appesa nella sedia di Perrie. Dall'altro lato, Zayn scosse la testa con un sorriso amorevole prima di rivolgere nuovamente l'attenzione a me.

Si scrocchiò le dita e poggiò i suoi gomiti sul tavolo, sembrando perfettamente l'uomo d'affari che conoscevo. "Quindi, Harry. Visto che loro hanno qualche strana ossessione per la borsetta della mia fidanzata, sei pronto a parlare di lavoro?"

"Felicemente, Sig. Malik."

L'uomo strinse gli occhi verso di me. Era strano aver qualcuno che mi sfidasse, o comunque che non si piegasse ad ogni mio desiderio. Malik sapeva che avevo disperatamente bisogno del suo appoggio se volevo espandermi in Inghilterra, e lui aveva il coltello dalla parte del manico.

"Quindi," Iniziò, "quali sono esattamente i tuoi piani per la fusione? Perchè vuoi aprire un ufficio a Londra?"

Alzai le spalle con disinvoltura. "Soldi. E voglio tornare a casa, eventualmente. Ho bisogno di un modo per iniziare i miei investimenti lì, e la tua compagnia fornisce ciò. Possiamo aiutarci a vicenda."

"La tua compagnia è praticamente quasi nuova. Penso sia un grande rischio da prendere, Harry."

"La mia compagnia è stata una delle più veloci del mondo a crescere l'anno scorso. E' senza precedenti. E con i tuoi uffici già estesi a Londra, potrei portare soldi alla nostra fusione. Ciò permetterebbe la crescita sia mia che tua."

"E se non dovesse succedere? Se fallisse?"

"Non succederà."

Zayn fece una profonda risatina e si sistemò nella sedia, il diffidente cipiglio rimpiazzato da un sorriso facile. "Mi piace la tua sicurezza, Styles. Dobbiamo organizzare un incontro al più presto. Mi piacerebbe anche che venissi a Londra."

"Grazie, Sig. Malik."

Prima che la conversazione potesse continuare, la cameriera tornò, le bevande in una mano e nell'altra gli antipasti. Prese i nostri ordini velocemente e scappò via, lasciandoci parlare su pane fresco e buon vino.

Il resto del pranzo passò con Norah e Perrie che discutevano degli ultimi trends e di alcuni fashion show a cui volevano andare, e poi del Super Bowl (a cui nessuno dei nativi inglesi era davvero interessato, sfortunatamente), e poi raccontando storie.

Alla fine di questo, imparai a conoscere abbastanza bene Zayn come persona e lo ritenetti un degno socio in affari. Le nostre rispettive ragazze sembravano aver legato molto e finirono per scambiarsi i numeri di telefono promettendo di rivedersi di nuovo.

Norah era tutta sorrisi quando uscimmo, il mio braccio avvolto attorno la sua vita e la sua attenzione focalizzata su Perrie, nonostante si avvicinasse a me inconsciamente. Le lasciai un fugace bacio sulla fronte prima di lasciarla stringere la mano a Zayn e dare un veloce bacio sulla guancia a Perrie per salutarli.

* * * *

"Non posso credere che stai tifando per i Broncos. Tipo, fanculo, devi scegliere sempre i Seahawks."

"Broncos, facile. Hanno la meglio e hanno più esperienza. Possiamo scommettere, se vuoi."

Mi diede un pugno al braccio con una risata appena entrammo nell'ascensore. "Zitto, Harry. I Seahawks hanno il SuperBowl e questo è quanto."

E si, questo è quello che mi piace di più di Norah. Non solo mi richiamava per le mie merdate e mi faceva sentire in colpa ogni volta che mi comportavo male (il che è costante, scoprii), ma potevamo anche parlare di infiniti argomenti.

La sua piccola mano si avvolse attorno alla mia. "Quindi qual è questo accordo con tutta questa cosa di affari?"

"Negoziare una fusione con la sua compagnia. Si trova a Londra, che è dove voglio espandermi. Mi darà un'aiuto iniziale."

L'ascensore iniziò a salire verso l'ultimo piano, solo per fermarsi dopo un paio. Le porte si aprirono e due uomini che aspettavano con delle cartelle entrarono nell'ascensore senza neanche guardare, facendomi schiarire la gola infastidito.

Quello pelato raggelò non appena mi vide. "Oh, uhm, prenderemo il prossimo. Signore, Sig. Styles. Signore."

"Grazie." Dissi con ironia.

Norah alzò gli occhi al cielo affettuosamente e si avvicinò per darmi un veloce bacio sulle labbra appena le porte si chiusero. "Sei cattivo. Te l'avevo detto che non eri il capo più figo."

"Sono ancora il più figo," Le risposi giocosamente, "Dimmi quanto sono figo."

"No. Assolutamente no."

Afferrai i suoi fianchi e la spinsi fin quando non sbattè contro il muro dell'ascensore con un malizioso luccichio nei suoi occhi ed il labbro inferiore fra i suoi denti. Avvicinandomi ancora di più, premetti le labbra in una linea retta e mi fermai a poca distanza dal suo viso.

"Ora Norah," La avvertii, "Dimmi quanto sono figo."

"Se no?"

Con un grugnito feci scivolare le mani attorno alla sua vita e avvicinai i nostri fianchi. "Dillo."

Fece un patetico tentativo di nascondere il suo sorriso. "Nemmeno per idea, Sig. Styles."

Il fastidio mi trapassò non appena le porte si aprirono. Con una silenziosa risatina, Norah passò da sotto il mio braccio ed uscì all'ultimo piano, salutando la mia segretaria con un gigantesco sorriso non appena passò. Laura la guardò con la bocca spalancata.

La mia fidanzata infuriante tirò le porte del mio noioso ufficio fino a quando si aprirono, mandandomi un malizioso ghigno da dietro le sue spalle. La seguii velocemente ed entrai nella mia camera, solo per trovarla seduta con le gambe accavallate sulla mia scrivania senza nessuna preoccupazione al mondo.

"Norah," dissi lentamente, "Ho del lavoro da fare."

"Tranquillizzati, Sig. Styles. E' contro la politica dell'ufficio fare sesso sulla tua scrivania?"

La mia bocca si spalancò, perchè quella era Norah, la stessa donna che balbettava parlando e che non riusciva ad entrare in una fottuta macchina senza inciampare. Ma in qualche modo, quella stessa Norah era seduta sul bordo della mia scrivania come una dannata volpe sensuale.

"Non chiamarmi Sig. Styles."

Alzò un sopracciglio. "Quindi è contro la politica? Romperemmo qualche regola?"

Presi un respiro profondo e chiusi i miei occhi, cercando di riguadagnare un pò di controllo sulla situazione, perchè qualsiasi cosa stesse succedendo lì era diverso da qualsiasi cosa io abbia fatto con Norah fino a quel giorno (eccetto il pompino sull'aereo, ma questo non era neanche così vicino).

Dopo un secondo di ripresa, mi trascinai verso dov'era seduta sulla mia scrivania, togliendomi già la cravatta andando, fermandomi tra le sue gambe. "Beh, Norah," Riflettei, "Dato che sono io quello che ha creato quelle regole inizialmente, penso sia soltanto giusto che io possa congedarle."

Scrollò le spalle e iniziò a slacciare i bottoni della mia camicia. "Va bene per me, Sig. Styles."

"Dio," Grugnii, spingendo la mia bocca sulla sua. "Odio assolutamente quando mi chiami così."

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[Che patatini aha EID MUBARAK a tutti gli islamici! Oggi è stata la nostra 'Pasqua' e sono un fagotto pieno di carne in questo momento. Però mi sono divertita dai, è carino avere parte della famiglia riunita per una volta (: In più, ieri sera, mi sono divertita un pò con l'hennè (foto su Instagram, se volete) e l'adoro aha

Detto ciò..

Giochino: Il vostro fiore preferito? Domanda random, lo so. Il mio è il girasole (che da piccola chiamavo girafiore. Ero una bambina speciale aha).

Commentate e votate numerosi! Ormai non mancano molti capitoli alla fine della storia (una decina + l'epilogo) sniff sniff.

Love ya babes! xx]

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