someday when we're dreaming,
deep in love, not a lot to say
then we will remember
things we said today
Paul vede un cielo pallido, dalle tendine della sua finestra, mantre John Lennon, gli occhi strizzati per vedere meglio, cerca di sbirciare dal foglio che il più piccolo tiene possessivamente in mano.
"John?"
"Hm?"
"Prima... hai detto una cosa"
John lo guarda, con quel tipo di espressione che Paul conosce fin troppo bene, sa cosa sta per dire.
"Dico davvero tante cose in 24 ore, checca, dovresti essere un po' più preciso"
Paul sorride, è imbarazzato, così tanto.
Perché con John non sa mai cosa dire, ha continuamente paura di risultare troppo sentimentale.
È incredibilmente nervoso, e John lo sa, lo rassicura con un sorriso.
"Hai detto che sono il tuo migliore amico"
John si blocca, lo guarda. Ed è incredibilmente raro che John Lennon non sappia cosa dire.
Certo che lo ha detto, non avrebbe dovuto?
"È solo che... non lo avevi mai detto prima"
Diamine, Paul. Così sembri davvero una ragazzina in piena crisi adolescenziale.
Ma ormai il danno è fatto.
"Pensavo non ci fosse il bisogno di dirlo"
John sembra così tranquillo, perfettamente a suo agio con la situazione.
Cerca di guardare dietro quegli occhi nocciola, capire il perché di tutta quella vulnerabilità, quell'insicurezza.
"E io ho sempre creduto che fosse Stuart il tuo migliore amico"
John lo guarda, gli occhi si spalancano.
Ride, ma ritorna serio, il tono di voce insolitamente dolce.
"Lo era, ma ti ho conosciuto e ho scelto te"
Paul si chiede se è normale sentirsi così per quelle parole. Lo abbraccerebbe, se solo Paul avesse intenzione di abbandonare quel briciolo di dignità che ancora gli resta.
"E ti dico di più, Paul McCartney.
Puoi fare sogni tranquilli da stanotte,
perché ti prometto che non sceglierò mai nessun altro che te"
Paul sorride, il cuore che sembra frantumare le costole, e sorride anche John.
Non lo sanno, che un giorno,
neanche troppo lontano,
quella promessa sarà infranta.