Madness or courage?

By Nanako23

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È la mia prima storia, siate clementi. More

prologo
Bentornati a Beacon Hills
Piano C: Defenestrata
Primo incontro
Chi cavolo è quella?
La nuova minaccia
Che si fa?
Consegna per lo sceriffo
Non sparirai, vero?
Non ti prepari?
Bye bye bambola di baywatch
Wow!
La prima volta che...?
se l'è meritato
Non voglio

Questa è casa Stilinski?

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By Nanako23

Avevo dormito solo tre ore più o meno ma era stata la dormita migliore delle ultime 10 settimane.

Niente rumori espliciti dalle stante vicine, niente topi o scarafaggi giganti né odori sgradevoli. Solo il mio vecchio meraviglioso letto su cui non dormivo da troppi anni.

Aperti gli occhi mi ritrovai nella mia vecchia cameretta. Era identica a come l'avevo lasciata quando sono partita per il college. Le pareti verdi, verdi come i suoi occhi. No, i suoi non avevano un solo colore, non sarei mai riuscita a riprodurli. Però questo verde pallido era uno dei colori predominanti, non l'avevo fatto apposta, avevo scelto questo colore qualche giorno prima di conoscerlo.

Però ammetto che continuavo a dipingere tutte le mie stanze da letto dello stesso colore, quella del dormitorio, quella dell'appartamento che dividevo con Jordan e avevo già comprato la vernice per quella del mio nuovo appartamento.

Mi aiutava a non dimenticarli, credo.

Lo so, dovrei andare avanti e scordarmi di lui! Ma non ci riesco, è sempre lì, in agguato pronto a uscire in ogni momento, ogni volta che vedo un ragazzo con i capelli neri mi chiedo se sia lui. Mi chiedo che aspetto abbia adesso.

Ha le stesse sopracciglia folte sempre pronte a giudicarti?

Lo stesso dolce sorriso, che mettono in mostra i denti bianchi e gli incisivi da coniglio?

Magari in questi anni potrei persino averlo incontrato senza riconoscerlo.

Stufa di piangermi addosso, decisi di alzarmi e di aprire quella dannata porta, visto che nessuno aveva intenzione di andarci a quante pare.

Ancora scalza, spettinata e con solo una vecchia camicia a scacchi che mi arrivava a metà coscia andai ad aprire, convinta che a nessuno avrebbe dato fastidio, avevo ricevuto ospiti in condizioni peggiori fino a ieri mattina.

Però qui eravamo a Beacon Hills non nel mio vecchio campus o nell'appartamento che avevo affittato per fuggire da gente nuda e ubriaca che scorrazzava nei corridoi e neppure in uno degli squallidi motel dov'ero stata nelle ultime settimane.

Quindi scioccai un branco di ragazzini dell'età di Stiles, anch'io ero sorpresa di vedere tutti lì.

"Buon giorno" sorrisi divertita davanti alle loro espressioni.

"Questa è casa Stilinski?" Chiese dubbioso un ragazzone alto e robusto con la pelle scura e i capelli neri rasati. Nonostante gli occhi scuri e gentili, era il genere di ragazzo contro cui non avresti mai voluto fare a pugni, probabilmente giocava a lacrosse, il coach Finstock non si sarebbe mai lasciato sfuggire un ragazzone del genere.

"Sì" sorrisi spostandomi per lasciarli entrare.

"Casa Stiliski, quella dove abita lo sceriffo Stilinski?" Chiese confuso un altro, più snello e un po' più basso rispetto all'amico moro, aveva dei bei riccioli biondi, la pelle chiara e gli occhioni blu, innocenti. Sembrava un cucciolo smarrito.

Aveva un aria famigliare, magari lo avevo visto quand'era piccolo, o qualcosa del genere. Se vivi a Beacon Hills e sei la figlia dello sceriffo non è strano conoscere praticamente tutti. Infatti anche gli altri due avevano qualcosa di familiare.

"Sì" sorrisi rassicurante facendogli strada verso la cameretta di Stiles.

"Quella casa Stilinski dove vive lo sceriffo Stilinski insieme a suo figlio?" Chiese ancora l'altro biondo, alto muscoloso, era un bel ragazzo, bei vestiti, bel taglio di capelli, occhi chiari, il genere di ragazzo bello e ricco che ottiene sempre tutto e subito. Ma anche il genere di ragazzo che desidera disperatamente l'attenzione di tutti e... approvazione.

"Sì"

"Stiles Stilinski?" Ormai eravamo davanti alla camera, probabilmente aveva di nuovo le cuffie, altrimenti si sarebbe già precipitato fuori dalla porta inciampando nei suoi stessi piedi.

Per tutti quanti il mio fratellino era Stiles, ma per me e per la mamma sarebbe sempre stato Mischief. Però ormai ero l'unica a chiamarlo così, dal almeno 9 anni.

"Sì" confermai.

"Alto così?" chiese il biondo mettendo la mano qualche centimetro sopra la mia testa, ridacchiai il mio fratellino era senza dubbio più basso di tutti loro, ma di certo era molto più alto di me che ero solo un metro e quarantacinque.

"Penso che sia un po' più alto direi più così" ridacchiai mettendo la sua mano alla giusta altezza.

"Capelli castani?"

"Sì"

"Migliaia di nei? Pelle chiara? Occhi castani? Naso come quello di un maiale? Pessimo gusto nel vestire? Nerd? Imbranato? Iperattivo?" chiese tutto d'un fiato.

"Sì, sì, eh... ancora sì, non hai dimenticato nulla credo" risi sempre più divertita, quel ragazzo mi piaceva, era divertente.

"Volete entrare o volete anche vi faccia un ritratto per verificare che sia il ragazzo giusto?" Chiesi.

"Ritratto" dissero in coro i tre ragazzi alle mie spalle facendomi ridere ancora di più. Mio fratello si era trovato degli amici davvero divertenti, era bello che ne avesse trovati, oltre a Scottie, ovviamente.

"Stiles, tesoro? Sono venuti a trovarti degli amici" dissi entrando nella stanza senza bussare, con tutto il tempo che avevamo passato fuori dalla sua porta senza che ci sentisse, sarebbe stato inutile.

Proprio mentre noi entravamo dalla porta un ragazzo di origini messicane, con la mascella storta e dolci occhi marroni entrava dalla finestra.

"Astra!" Urlò il messicano correndo ad abbracciarmi.

"Scottie!" Scott McCall il mio fratellino e miglior amico/fratello di Stiles.

"Quando sei arrivata?" Chiese sciogliendo l'abbraccio.

"Direi circa 4 ore fa" risposi guardando l'orologio.

Come sospettavo Stiles aveva le cuffie alle orecchie e si era accorto di noi solo quando avevamo fatto irruzione nella sua camera.

Teneva una mano sul petto e ci guardava storto, accusatondoci di attentare alla sua giovane vita. Quella era una piacevole novità di solito ero io quella che rischiava l'infarto, per colpa di tizi che sbucavano dal nulla all'improvviso.

"Bene io vi lascio soli, ragazzi" dissi uscendo.

"Ci prepari uno dei tuoi fantastici dolci?" Chiese Scott guardandomi con i suoi occhioni da cucciolo, quegli occhi mi fecero ricordare che avevo delle cose da chiedere ai cinque ragazzini.

"Certo, prima però spiegami una cosa Scottie, perché tu e Mieschief vi siete uniti a un branco di lupi mannari?" Chiesi incronciando le braccia aspettando la risposta.

"Come fa saperlo? Come fa a sapere sempre tutto?" Chiese Scott, iniziando a dare di matto.

Ve ho già detto che so delle cose che non dovrei sapere? Bene, i miei fratellini che si uniscono a un branco è una di quelle. A parte quest'informazione il resto delle cose a cui si riferisce Scott erano i segreti che i bambini tengono nascosti ai genitori, non ci volevano di certo i poteri per scoprirli.

"E io che ne so!" Rispose Stiles gesticolando, di questo passo mi sarei ritrovata cinque ragazzini in preda a un atto di panico, visto che quattro di loro erano anche muniti di artigli e zanne, decisi che era il momento di intervenire.

"Ok, ok ragazzi respirate!" Urlai per sovrastare il vociare dei ragazzi.

"Che ne dite se vi racconto io cosa so? Poi davanti a dei biscotti o una fetta di torta mi spiegherete con calma cosa mi sono persa, d'accordo?" Proposi, i ragazzi si calmarono gradualmente, aspettando che cominciassi a parlare.

Un'altra delle cose che riesco a fare era infondere calma alle persone intorno me. Però bisognava che per prima io fossi in uno stato di completa calma. Ci sono voluti anni per imparare a usarla.

"Perfetto, ecco cosa so: tu Scottie sei quello che è stato morso per primo, non dallo stesso alfa da cui sono stati morsi gli altri, però adesso anche tu fai parte del loro stesso branco."

"No, non è così, io non faccio parte del loro branco" protestò il messicano, interrompendomi.

"Forse non te ne sei reso conto, non era intenzionale, ma non importa quanto ti ostini a negarlo, lui è già il tuo alfa, più avanti te ne renderai conto anche da solo."

"Ma..." cercò di protestare.

"No, dopo potrai dire tutto quello che vorrai, ora però fammi finire" lo interruppi cercando di non essere troppo brusca.

"D'accordo" mugnugnò controvoglia.

"Ok continuiamo, Stiles è ancora umano, ma visto che Scott è stato morso sono certa che sapeva tutto dall'inizio" Il ragazzo annuì sorridendo compiaciuto.

"Tu sei...?"

"Jackson" rispose subito Stiles contento di sapere che non era a conoscenza proprio di tutto.

"Jackson Whittemore" si presentò sorridendo sfrontato.

Era il figlio adottivo di due avvocati, li conoscevo soltanto di vista, i genitori biologici erano morti in un incidente d'auto.

"Tu sei stato il primo a essere morso dal vostro alfa, ma non sei diventato un lupo mannaro, eri un Kanima, adesso sei un lupo ma conservi ancora certe caratteristiche da Kanima, ecco perché sei l'ultimo dei presenti a esserti unito al branco"

"Sì" confermò lui.

Mi voltai verso il biondino dai capelli ricci che subito mi disse il suo nome.

"Isaac Lahey"

"Il fratellino di Camden?" Chiesi sorpresa, ecco perché lo conoscevo, il fratello era un idiota ma era un bravo ragazzo, un ottimo studente, con un futuro brillante. Era il co-capitano della squadra di nuoto, adoravo sfidarlo, era molto competitivo ma sapeva accettare una sconfitta, purché fossi disposta a dargli la rivincita.

Il padre invece era un bastardo molto violento, adesso mi era chiaro il motivo per cui mi sembrava così fragile. Quando andavo a studiare a casa Lahey il piccolo Isaac era sempre lì. Camden adorava il suo fratellino cercava sempre di avere tempo per lui, quindi raramente gli chiedeva di andarsene, anche se dovevamo studiare.

Era un bambino molto tranquillo, e cercava sempre di giocare senza far troppo rumore per non disturbarci.

Gli portavo biscotti e altri dolcetti, e giocavo con lui ad ogni pausa dallo studio. Era sempre pieno di lividi.

Avevamo cercato di far diventare lui e Stiles amici, ma Isaac era troppo timido e alla fine rinunciammo.

Camden era entrato nell'esercito insieme a Jordan, ma lui al contrario del mio amico non era tornato.

"Sì" confermò a disagio.

Probabilmente non si ricordava di me, all'epoca tutti mi chiamavano con un altro nome ma come per Mieschief, dopo la scomparsa di una certa persona non me la sentivo più di usarlo.

"Tu sei stato il secondo a essere morso, il primo beta del branco"

Il biondino annuì, e io passai al ragazzone moro.

"Vernon Boyd"

Il fratellino di Alicia, Camden era un anno avanti a me, mentre Alicia era un anno indietro, non la conoscevo molto, andavamo d'accordo, ma era morta troppo presto perché diventassimo davvero amiche.

"Tralasciando i membri che non sono presenti. Sei il terzo a essere morso e secondo a unirsi al branco. Ci sono altri 3 membri lupi" Sorrisi guardandoli. "Ho sbagliato qualcosa?" Chiesi anche se già conoscevo la risposta avevo indovinato ogni cosa, avevo tralasciato solo che nel branco c'era un'altra umana e una banshee, ma lo avrei lasciato per dopo. Li avevo sconvolti abbastanza.

"Vado a preparare qualcosa di buono." Dissi saltellando fuori dalla stanza.

"Jordan dorme in soggiorno" mi avvisò Stiles mettendo la testa fuori dalla porta.

"Oh, tesoro, se la vergogna di West Point non sì è svegliata, dopo tutto il casino che abbiamo fatto fin'ora, di certo non si sveglierà solo perché vado a preparare un paio di dolcetti" sbuffai una risata. Non importa se aveva i super sensi una volta addormentato niente avrebbe potuto svegliare quel ragazzo.

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