Come la pece

lettrice_incognita

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Teen drama. "Trovai il coraggio di alzare gli occhi nei suoi. Erano neri come la pece e profondi come un pozz... Еще

1. La ragazza della porta accanto
2. Quando le tende sono inutili
3. Salvami
4. Dov'è andato?
5. Insonnia
6. Nessuno da cercare
7. Dubbi
8. Rosso Malpelo
9. False accuse
10. Il primo indizio
11. 72h in un solo giorno
12. Cosa mi succede?
13. Sepolte nella cenere
14. E... se fosse lui?
15. Algebra e pancake
16. Illegale
17. Cedimenti
18. Grigliate e salotti
19. Rotture
20. Vecchio giocattolo
21. Notti tormentate
22. Pozzanghere
23. Amleto
24. Chicago
25. Mc
26. Romeo e Giulietta pt.1
26. Romeo e Giulietta pt.2
28. Così per sempre
29. Litigi e notti stellate
30. Ti prego, Wendy
31. Verità a galla
32. Boschi e grigliate
33. Alzarsi e sorridere
34. Hale
35. Rabbia, autocommiserazione, rabbia, isolamento
36. Riappacificamenti
37. La partita
38. Adrenaline in my veins
39. Toga e tocco blu
40. Prom
41. This girl is on fire
42. The end

27. Pool party

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lettrice_incognita

- Tesoro, ma che ti succede? - mi chiese mia madre. Mi ero seduta a tavola per fare colazione con la mia famiglia dopo chissà quanto tempo.

Sospirai. Mi stavo comportando nel peggiore dei modi. Avevano fatto sacrifici per tutta la vita per non farmi mancare mai nulla. Probabilmente mi avevano accontentata fin troppo ed era per questo che mi ritrovavo a disobbedirgli.

- Mi dispiace - sussurrai. Quelle parole mi erano veramente venute dal cuore. Sebbene odiassi i loro impedimenti e il loro comportamento, dovevo comunque rispettarli.

Mio padre si versò il caffè americano nella tazza senza dire nulla. - Sono seria, mi dispiace essermi comportata in questo modo -.

- Ciò che conta sono i fatti, Gwendolyn - intervenne nella discussione.

- Da adesso proverò a dimostrarvelo - misi fine alla discussione e mi alzai da tavola. Avevo solo bevuto un bicchiere di succo, così presi una mela. Avevo bisogno di mettere qualcosa sotto i denti.

I miei non risposero, forse stavano semplicemente pregando che fosse davvero così.

Il motivo per cui mi impedivano di vedere Aiden non lo conoscevo ancora, ma nel mentre cercavo di portargli rispetto.

- Ciao, ci vediamo dopo - li salutai, uscendo di casa.

***

Inserii le monete nella macchinetta e selezionai il numero, vedendo scendere il mio KitKat.

- Cavolo... - mi lamentai, vedendo il pacchetto rosso incastrarsi.

Dieci un colpo secco al vetro, non vedendo alcun movimento. - Bisogno di aiuto? -.

Trattenni un sorriso, prima ancora di girarmi. Aiden era alla mia destra, con i capelli spettinati e quella faccia di chi avrebbe voluto solo essere baciato per l'eternità. Era fin troppo bello ed io fin troppo fortunata ad avere anche solo l'opportunità di essere sua amica.

Amica...

Dopo quel bacio, quel sei la prima a farmi questo effetto, non potevamo più essere semplici amici.

Quei pensieri scorrevano velocemente nella mia testa mentre Aiden, ignaro, strattonava la macchinetta con una spallata. Si abbassò a recuperare il KitKat e me lo porse.

Ci spostammo di lato per permettere ad un'altra ragazza di prendere qualcosa da mangiare. - Tutto bene? - mi chiese a voce bassa.

Annuii in fretta, scartando il cioccolato.

- Non sembra - continuò senza staccarmi gli occhi di dosso. Inspirai e alzai lo sguardo verso il suo volto. - Hai presente i buoni propositi del primo gennaio? -.

Annuì, guardandomi perplesso.

- Oggi è il giorno di rispettarli -.

Sollevò un angolo della bocca, guardandomi di sottecchi. - E pensi che oggi sia anche il giorno di studiare un po' di matematica? -.

Quasi non gli scoppiai a ridere in faccia, ma non potei farei a meno di ridacchiare. - Vuoi? - gli offrii la merendina.

Scosse la testa, incamminandosi al mio fianco verso l'uscita. Era appena suonata l'ultima campanella della giornata e io mi sentivo libera più che mai.

Fuori, con quel sole alto nel cielo, si moriva già dal caldo. I nostri amici erano tutti riuniti in un cerchio disordinato nel parcheggio davanti l'auto di Josh.

- Ehi, stavamo aspettando voi - esclamò Lisa.

- Josh dice di andare da lui - ci informò Bryan.

L'idea non mi faceva particolarmente sorridere. Aiden prima o poi si sarebbe vendicato e la presenza del signor Bolton mi metteva i brividi.

- Mio padre rientra tardi - aggiunse Josh. Dalla sua espressione a metà tra imbarazzata e mortificata sembrava che avesse intuito i miei pensieri.

Annuii, forzando un sorriso. - Portatevi il costume, ieri abbiamo riempito la piscina -.

- Noi andiamo a comprare qualcosa da mangiare. A dopo - dissero Lisa e Bryan.

Li salutammo mentre si stavano già dirigendo verso la loro macchina.

Feci un cenno con la mano a Josh, voltandomi. Aiden aveva già mosso qualche passo.

- Wendy - mi chiamò, prendendomi per un polso. Mi voltai, scorgendo i suoi occhi spostarsi alle mie spalle. Mi lasciò il braccio con delicatezza. - State insieme? -.

Arrossii violentemente, pensando che potesse essere quella l'opinione di chi ci vedeva.

- No... -. La mia risposta non fu sicura, perché non sapevo nemmeno io cosa fossimo. Quella sensazione di incertezza era soffocante.

- Però siete amici -. Mi girai verso Aiden, vedendolo appoggiato ad un'auto con il cellulare in mano.

- Sì. Perché? -.

- Quindi gli hai detto quello che ho combinato -.

Abbassai lo sguardo, non sapendo cosa rispondere esattamente.

- Ora capisco perché mi odia così tanto. - sussurrò - Ci vediamo dopo -.

Annuii flebilmente, vedendolo salire sulla sua auto. Girai i tacchi e mi diressi da Aiden.

Josh non sembrava arrabbiato, o almeno lo speravo. Alla fin dei conti, era lui ad essere dalla parte del torto. Se proprio doveva, avrebbe dovuto dire a suo padre che ero stata io a dubitare di lui. Aiden non c'entrava nulla.

- Cosa voleva? - domandò acidamente, infilandosi il telefono in tasca. - Niente -.

Cominciai a camminare, tenendo il giubbotto di jeans che avevo indossato quella mattina in una mano. - Non dovresti trattarlo diversamente solo perché a me sta antipatico - cominciò.

Gli rivolsi una veloce occhiata. - Quello che ha fatto è sbagliato, a prescindere di chi si tratti. Non lo sto facendo per te -.

Rimase in silenzio, fin quando non fummo giunti quasi a casa. - Io non penso di venire, comunque - disse, aprendo il cancello.

- Perché? - lo bloccai.

Mi guardò in modo eloquente.

Sospirai. - Non potresti farlo per me? -.

Mi era costato dirgli quelle parole, soprattutto perché mi avevano fatto arrossire davanti ai suoi occhi.

Mi guardò di mezzo lato, ghignando nel cogliere quel leggero colorito sulle mie gote.

Aprì il cancelletto ed entrò.

Era un sì? Aveva accettato?

Quando giunse ai piedi del portico si voltò, controllando cosa stessi ancora facendo davanti casa sua. - Ti do dieci minuti, Jones -.

Sorrisi soddisfatta, tornando a casa. Per poco non cominciai a salterellare come una bambina il giorno del compleanno.

Quando tornai a casa mi domandai se mi fossi dimostrata troppo inferiore. Era lui a dovermi venire dietro, no? Non perché fosse il ragazzo e io la ragazza, anche se mi reputavo una inguaribile romantica. Ma lui nelle ultime settimane mi aveva detto chiaramente di non provare nulla per me e che non era sua intenzione illudermi.

Ti ha baciato! Sveglia, Wendy!

Presi un sospiro. Hai fatto bene, cercai di convincere me stessa.

Stavo per salire le scale quando mi accorsi che mia madre non era in casa. Tornai indietro e mi diressi in cucina.

Resto a lavoro fino a stasera.
Nel microonde ci sono le lasagne. Per stasera tieniti libera.
Ti voglio bene.

Ciò significava che dovevo tornare a casa prima del previsto. Sbuffai, correndo su per le scale. A quanto pareva, i miei stavano cercando di corrompermi. E a me, per quel momento, stava anche bene.

- Cavolo! - gemetti, non trovando il reggiseno del costume. Non aprivo quello scatolo da mesi.

Cercai nei cassetti e poi direttamente nell'armadio. Ma dov'era finito?

Quando finalmente riuscii a trovarlo, chiusi le tende e lo indossai. Chiudere le tende era stato praticamente inutile, dato che un instante dopo Aiden suonò al campanello, probabilmente stufo di aspettare.

Lo ignorai, mettendomi i jeans e una t-shirt pulita. Il costume sotto il tessuto rigido dei jeans era la cosa più scomoda che avessi mai provato, ma non avevo tempo per cercare qualcos'altro.

Fanculo, pensai, recuperando tutto quello che avrebbe potuto servirmi e scappando di corsa dalla mia stanza. Mi segnai di avvertire i miei genitori e uscii di casa come un tornado. Avevo le mani stracolme di oggetti, come chiavi, soldi, telefono, caricabatterie e la borsa vuota. Avevo la treccia alla francese scompigliata ed ero certa che il trucco che avevo usato fosse ormai sparito dalla mia faccia.

Stai andando in piscina alla fin dei conti.

La Wendy saggia e rilassata che era dentro di me mi stava rassicurando.

- Eccomi -. Dissi, tirando la porta verso di me con l'ausilio del gomito e dell'avambraccio, visto che sulle mani non potevo più contare.

- Tredici minuti - disse. Mi voltai a guardarlo, notando che fosse vestito esattamente come prima.

Alzai gli occhi, iniziando a gettare tutto in borsa, ancora davanti la porta di casa.

- Le ragazze devono sempre farsi aspettare - ribattei a tono, scendendo i gradini al suo fianco.

In macchina mandai un messaggio a mia madre e cercai di raccapezzare la treccia con le due forcine che avevo messo tra i capelli quella mattina.

- Dove stai andando? - gli domandai, quando staccai gli occhi dallo schermo.

- Meglio non saperlo -. Corrugai la fronte, chiedendomi perché dovesse essere sempre così enigmatico. Lo faceva di proposito? E poi, solo con me o con tutti?

Svoltò a destra, fermandosi davanti un negozio di abbigliamento. - Oh... - mormorai, prima di scoppiare a ridere. Mi fulminò, scendendo dall'auto ed entrando nel negozio.

Fissai la porta per pochi minuti, fin quando non lo vidi uscire con una busta in mano e una faccia soddisfatta.

- Aiden Evans non ha un costume nell'armadio, eh? -.

- Venendo a West Chester non mi aspettavo mi servisse - mi ammonì.

- Sì, sì, certo. In Connecticut non avete piscine? -.

- Sì, ce le abbiamo -. Mise in moto, mentre io ancora ridacchiavo.

- Non volevi venire per questo? -.

- Sai perché non volevo venire -.

Sorrisi compiaciuta. Lo aveva fatto per me.

Quando arrivammo, la macchina di Bryan e il pick-up di Dylan erano già lì. Aiden parcheggiò l'auto senza curarsene troppo e quando spense il motore si voltò a guardarmi.

Sorrisi leggermente e scesi dal veicolo, prima che diventassi rossa.

- Alla buon ora! - esclamò Lisa, dopo aver aperto la porta principale.

Aiden fece uno strano verso. Lo guardai di malocchio, raggiungendo la bionda.

Dall'altro lato della casa, si era già scatenata la festa. Bryan e Dylan erano già in acqua a passarmi di continuo la palla, schizzando acqua ovunque. Josh stava uscendo con due ciotole in mano colme di patatine. Le appoggiò sul tavolo in vetro, senza preoccuparsi di rivolgerci uno sguardo. Era ancora vestito.

- Aiden! - urlò Dylan, un attimo prima che scagliasse la palla contro il rosso. Aiden afferrò la palla al volo, rilanciandogliela. - Vado a cambiarmi - mi informò a voce bassa. Tornò dentro, sotto lo sguardo vigile di Josh. Dovevano smetterla.

- Tu non ti cambi? - chiesi a Lisa, che nel frattempo si era sdraiata sulla lettiga.

- Ciclo -.

Questo significava che sarei stata l'unica ragazza a fare il bagno. Fantastico.

- Potresti quanto meno levarti la felpa. Ci sono venticinque gradi, se non di più - le dissi, sedendomi in un angolino libero ai suoi piedi.

- Sei peggio di mia madre - si lamentò.

- Wendy... -. Josh mi passò la terza ciotola di patatine, prima di tornare dentro.

Ne presi una e allungai la ciotola verso Lisa, che scosse il capo.

- Devo tornare a casa presto - la informai.

- Perché? -.

- Seratona in famiglia. - sbuffai - I miei cercano di farsi perdonare -.

- Per cosa? Per Aiden? -.

Annuii. - Non fanno altro che dirmi di stargli lontana -.

Non aggiunsi i dettagli, perché quelle parole erano già sufficienti.

- Almeno provano ad essere gentili, i miei nemmeno quello -.

- Smettila di dire che preferiscono Dana -.

- No, hanno ragione. È il mio comportamento ad essere sbagliato - sospirò.

Mi misi una manciata di patatine in bocca. - Non roviniamoci il pomeriggio - bofonchiai con la bocca piena.

Con la coda dell'occhio vidi Aiden uscire e correre verso la piscina.

Sentii il suono che provocò la sua schiena contro la superficie dell'acqua. Gli altri gli urlarono qualcosa, poi il rosso riemerse. Il suo ciuffo era diventato molto più scuro e l'acqua sulla sua schiena metteva in risalto i muscoli.

Distolsi lo sguardo per non rischiare di sbavare.

- Come va fra voi due? -.

- Non so cosa siamo esattamente dopo quel bacio -. Sembrava fosse passato un'infinità di tempo ma in realtà erano solo tre giorni. Eppure, sentivo che qualcosa fosse cambiato. Provavo qualcosa per Aiden Evans, probabilmente semplice attrazione, probabilmente qualcosa di più.

Qualcosa mi impediva di stargli lontana, ma ero certa che non fosse per il suo aspetto. Non c'era giorno in cui entrassi nella mia camera senza domandarmi cosa stesse facendo lui, dalla parte opposta. Non c'era giorno in cui uscissi di casa senza pensare se fosse già uscito o no.

- Uh... - commentò Lisa con un sorrisetto sghembo. - Oggi pomeriggio voleva vedermi, poi abbiamo deciso di venire qui... -.

- Ah, allora era arrabbiato per questo -.

Sbattei le palpebre. Ero così presa dalla sua situazione con Josh che non mi era nemmeno passato per l'anticamera del cervello. - Non ci avevo fatto caso -.

Era impossibile. Lui stesso mi aveva detto che era per Josh.

- Andiamo a sederci lì - dissi subito dopo, per non pensarci troppo. Tirai la mia migliore amica per un braccio, facendola lamentare, e la condussi fino ad una striscia di bordo non ancora bagnato. Mi arrotolai i jeans fino a metà polpaccio, pregando che non dovessi amputarmi le gambe da lì in giù, e immersi le gambe nell'acqua tiepida.

- Perché non vai a fare il bagno anche tu? -.

- Ti faccio compagnia - risposi sorridendo.

In quell'istante Josh uscì di casa prendendo la rincorsa. - Noo! - urlammo io e Lisa all'unisono. Un attimo dopo ci ritrovammo ricoperte da mille goccioline d'acqua.

***

- Vado a cercare il telefono - mi informò Lisa, alzandosi dalla poltroncina di vimini.

Dylan era disteso sulla sdraio accanto alla mia, riposandosi alla calda luce del tramonto.

- Come mai oggi non sei venuto a scuola? - gli chiesi, girando il capo di lato.

- Ero troppo stanco -.

- Ma se sei tornato a casa prima di noi -.

Scrollò le spalle. Dedussi che l'argomento terminava lì. Probabilmente non era riuscito a sistemare le cose con Jennifer ed era tornato a casa per quello.

Bryan uscì dalla piscina, appesantito dall'acqua che aveva ancora addosso e si avvolse in un telo, passandoselo subito dopo sulla faccia.

- Sto morendo di fame - esordì qualche secondo dopo.

- Anch'io, vediamo cosa c'è -. Dylan si alzò di scatto e si fermò prima di entrare.

- Volete qualcosa? -.

Scossi la testa, iniziando già a sentire i brividi. Eravamo rimasti soli lì fuori. Io e Aiden.

Spostai lo sguardo su di lui, che galleggiava sul pelo dell'acqua. Le sfumature rossastre del cielo si riflettevano su di esso, creando un effetto paradisiaco attorno al corpo di Aiden.

- Ehi - mi chiamò.

Sussultai. Mi aveva beccata a guardarlo?

- Perché non ti sei tuffata? -.

- Ho fatto compagnia a Lisa -.

- Ma Lisa è entrata -. Si sollevò per guardarmi e nuotò fino al bordo.

- Non vengo, fa freddo adesso - risposi e chiusi gli occhi per fargli un dispetto.

Lo sentii muoversi nell'acqua e subito dopo camminare sulle piastrelle. Aprii gli occhi di scatto, ma era troppo tardi. Era già vicino a me.

Allungò un braccio verso di me con un'espressione da cucciolo bastonato.

Alzai gli occhi al cielo e poi afferrai la sua mano. Mi fece alzare e poi camminare fino alla piscina. Lasciò la mia mano per tuffarsi e poi mi sorrise.

Lo guardai male, sedendomi sul bordo e sentendo i jeans inzupparsi d'acqua. Non mi andava di spogliarmi lì davanti a lui.

Sorrise soddisfatto mentre mi lasciavo scivolare lentamente dentro l'acqua. La temperatura era perfetta, ma poco mi importava in quel momento. Avevo il cuore in fibrillazione.

Respira, Wendy.

Eravamo soli dentro una piscina alla luce del tramonto. Stava per venirmi un infarto.

Si avvicinò cautamente, smuovendo l'acqua.

Mi prese una mano, tirandomi a sé. Eravamo a pochi centimetri di distanza e le nostre gambe si sfioravano di tanto in tanto mentre cercavamo di restare a galla. Quel contatto mi faceva rabbrividire.

Non riuscivo a staccare i miei occhi dai suoi.

Persi un battito quando si avvicinò ancora di più. Sentivo il suo respiro sulle mie labbra e mi sarebbe bastato un movimento invisibile per baciarlo. Le sue mani si spostarono sulla mia vita.

- Posso baciarti? -.

La sua voce era flebile e al contempo famelica.

- Fallo -.

Le sue labbra si incollarono alle mie con insistenza. Sentii un tuffo al cuore, prima di passare le braccia attorno al suo collo. Volevo non slegarmi più da lui.

La sua lingua sfiorò le mie labbra e bastò quello per farmi sorridere. Si staccò sorridendo da me, prima ancora che quel bacio potesse diventare meno casto di com'era.

- Perché ridi? - mi chiese. Ero ancora stretta a lui.

Feci spallucce. Bastò quello per riportare la sua bocca sulla mia. Percepii il suo respiro caldo dentro di me, mentre le orecchie udivano solo il cuore pompare sangue con veemenza.

Le nostre lingue si sfioravano continuamente, fin quando non ci separammo per riprendere fiato. Attorno a me tutto ruotava in un vortice e, se non ci fosse stato lui a sorreggermi, avrei già perso l'equilibrio.

- Mi gira la testa - sussurrai.

Mi portò i capelli color grano dietro le orecchie, bagnandoli.

Il venticello serale mi fece rabbrividire. Uscire da lì sarebbe stato un suicidio.

- Ragazzi, ci sono gli hot dog - urlò Bryan, uscendo di corsa. Avvampai per l'imbarazzo, staccandomi dal rosso.

- Arriviamo - dissi con gli occhi per terra, arrampicandomi su per la scaletta.

Bryan rientrò, mentre Aiden rideva alle mie spalle, issandosi su per il bordo.

- Smettila - lo rimproverai, prendendo un telo per avvolgermi. Entrai in fretta, sentendo i vestiti fradici rallentare i miei passi.

Imboccai il corridoio per raggiungere il bagno e togliermeli di dosso.

La porta era chiusa, quindi alzai un pugno per bussare, ma sentii qualcuno lamentarsi e subito dopo tossire.

- Lisa? - domandai.

- Sto uscendo - gracchiò.

Aspettai lì dietro, preoccupata.

Quando uscì aveva una brutta cera.

- Che hai? -.

- Ho bisogno di prendere qualcosa per il ciclo. Mi faccio accompagnare da Bryan -.

- Io e Aiden stiamo tornando a casa. Vieni con noi -.

Annuì, prima di abbassare lo sguardo.

- Ti sei fatta il bagno con i vestiti? - sospirò sconvolta.

Spazio autrice

Ho impiegato un'infinità di tempo a scrivere questo capitolo, ma ormai molte cose stanno venendo a galla.

Mi scuso ancora per il ritardo. Vi ho pensato ogni giorno ❤️

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