Dear you, Forget me - (comple...

By virtualRossana

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➞ Seguito di "Dear you, Do you know me?" ➞ Consigliata la lettura del volume n°1 prima di affrontare questo v... More

Riassunto del volume precedente
Introduzione
Capitolo Primo
Capitolo Secondo
Capitolo Terzo
Capitolo Quinto
Capitolo Sesto
Capitolo Settimo
Capitolo Ottavo
Capitolo Nono
Capitolo Decimo
Capitolo Undicesimo
Capitolo Dodicesimo
Capitolo Tredicesimo
Capitolo Quattordicesimo
Capitolo Quindicesimo
Capitolo Sedicesimo
Capitolo Diciassettesimo
Capitolo Diciottesimo
Capitolo Diciannovesimo
Capitolo Ventesimo
Capitolo Ventunesimo
Capitolo Ventiduesimo
Capitolo Ventitreesimo
Capitolo Ventiquattresimo
Epilogo

Capitolo Quarto

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By virtualRossana

Per essere la seconda settimana di Settembre, a Hogwarts faceva già piuttosto freddo. Il cielo era costantemente ricoperto da una coltre spessa e grigia, ogni tanto una pioggerellina sottile inumidiva il parco e tutti gli studenti che si trovavano ad attraversarlo, e una nebbia azzurrognola ricopriva il terreno quasi ogni mattina.

Ginny non era affatto dispiaciuta per quel prematuro autunno, passare le ore di studio e quelle libere accanto al caminetto già acceso oppure guardando fuori dalle finestre sotto ad una coperta in compagnia delle sue amiche (e non più di Fleur Delacour) era una benedizione, finalmente aveva ritrovato la pace che le mancava da tutta l’estate e anche la libertà di organizzare il suo tempo in maniera autonoma che solo Hogwarts le dava. Certo, il quinto anno si era rivelato fin da subito il più impegnativo che si fosse mai trovata ad affrontare per cui l’organizzazione del suo tempo non era stata esattamente libera, ma quantomeno non doveva più passare metà delle sue giornate a piegare tovaglie e l’altra metà ad ascoltare le sciocchezze di Fleur.

Era sera, fuori dalle finestre della sala comune piovigginava, e le sue amiche attorno a lei stavano commentando le novità trovate tornando a scuola, argomento che non si era evidentemente ancora esaurito. Ritrovarsi Piton a Difesa contro le Arti Oscure era stata di certo quella più chiacchierata, e nessuno di loro poteva dirsi felice del cambiamento anche se, come Shirley insisteva ad affermare, quantomeno stavano seguendo un programma sensato a differenza di quando ad insegnare c'era la Umbridge. Al momento il discorso era traslato dalle lezioni di Difesa, alle misure di sicurezza che il Ministero aveva consigliato di adottare da quando gli attacchi dei Mangiamorte erano diventati più frequenti. Ognuno di loro, ormai, direttamente o meno conosceva qualcuno che era stato trovato morto oppure che da un giorno all’altro era sparito, come Florian Fortebraccio proprietario dell'omonima gelateria di Diagon Alley, o Ollivander il fabbricante di bacchette; ovviamente il morale nel mondo magico si stava abbattendo sempre più di giorno in giorno, e anche loro chiusi a Hogwarts non potevano evitare di vivere con un senso costante e latente di paura per chi avevano lasciato a casa.

“Quel fascicolo del Ministero per la sicurezza domestica” commentò Jill, “è ridicolo. Avete visto cosa consiglia? ‘Non uscite da soli, se vedete il Marchio Nero sulla vostra casa NON ENTRATE', ma va?! Da sola non ci sarei mai arrivata” sbuffò.

“L'unico consiglio sensato è quello di concordare delle parole d’ordine con i familiari” rincarò la dose Ginny. “I miei genitori si sono studiati delle domande di sicurezza di cui solo loro conoscono la risposta”.

“Anche i miei" annuì Gwen. “È una situazione talmente orribile... e stare lontani da casa è pure peggio” concluse.

Nessuno osò ribattere nulla, e per qualche lungo secondo l'unico suono fu lo scoppiettare del fuoco poco distante. “Ok, ora basta con questi argomenti” decretò Shirley battendosi le mani sulle gambe. “Le nostre famiglie se la cavano bene, e noi non possiamo stare sempre preoccupate. Dobbiamo concentrarci sullo studio, sulle lezioni, e su tutto ciò che potrà prepararci a dovere ad affrontare il mondo, soprattutto ora che ne abbiamo la possibilità pratica".

“Oh, Shirley, dillo una buona volta che hai una cotta per Piton!” esclamò Ginny facendo ridere tutte le altre e sciogliendo definitivamente la tensione che si era venuta a creare attorno al camino.

“Ma piantala!” rise Shirley scuotendo la lunga chioma bionda. “Parliamo di Brian Scott piuttosto” sogghignò. “È tornato a scuola cambiato, eh?”

“Deve essersi allenato quest’estate, voleva entrare nella squadra di Quidditch di Tassorosso già l'anno scorso”.

“Dev’essersi allenato, e si vede!” rise Jill. “Ha un fisico... ”

“E non è l’unico” aggiunse Shirley, felice di poter dimostrare il suo ben noto occhio lungo in fatto di ragazzi. “Avete visto Gerard, quel Serpeverde del settimo?”

“Non guarderei un Serpeverde nemmeno se fosse l’unica opzione per ripopolare la Terra” sbottò Gwen scuotendo il capo.

“Beh, loro però guardano noi" replicò la bionda inarcando le sopracciglia e provocando la stessa reazione in tutte le sue amiche. “Ho sentito quel ragazzo del sesto anno, quello alto che sembra super aristocratico, Zabini forse? dire che trova la 'ragazza Weasley' proprio carina" sogghignò.

Ginny sbuffò un suono sconcertato. “Quell'idiota di Zabini. Si crede tanto furbo ma l’unica cosa che può vantare è una madre famosa".

“Famosa per avere alle spalle molti matrimoni finiti misteriosamente!” affermò una voce proveniente dalle spalle delle ragazze, che si votarono all’unisono trovandosi di fronte Willy, la versione maschile di Gwen. “I suoi mariti si dice siano spariti nel nulla, uno dopo l’altro. Lasciandole in eredità molti soldi, ovviamente” concluse sedendosi sul tappeto accanto a loro.

“Sono tutte sciocchezze” lo rimbeccò la sua gemella.

“Non è vero, sembra sia proprio così”.

“Se fosse vero sarebbe ancora più affascinante” mormorò Shirley.

Inquietante vorrai dire” la corresse Gwen guardando male sia lei che suo fratello.

“Entrambe le cose" alzò le spalle Jill, diplomatica come sempre.

“Va bene, se non vi piacciono i Serpeverde che ne dite di Dean Thomas?" propose Shirley.

"Quello che Ginny ha rifiutato l'anno scorso?” domandò Willy, improvvisamente molto incuriosito.

“Oh, ma perché si finisce sempre per parlare di me?!” sbuffò la Weasley esasperata.

“Forse perché sei quella con la vita sentimentale più attiva tra noi?” domandò ironicamente il ragazzo, e lei non poté evitare di prorompere in una risata scettica.

“Certo, come no!”

“Beh, io a un tipo come Dean non avrei mai tirato un due di picche" decretò Shirley abbassando un po’ la voce dato che nella sala comune erano presenti anche ragazzi del suo anno.

“Ma lo sai che Ginny ha occhi solo per Harry” sogghignò Jill dandole un colpetto.

Ginny alzò gli occhi al cielo. “Questa storia dovrebbe essere finita nel dimenticatoio già da anni”.

“Beh” continuò l'amica senza quasi farle caso, “effettivamente più passano gli anni più diventa carino... perfino Dean Thomas non può competere con lui”.

E a quel punto le ragazze si lanciarono, aiutate dai commenti di Willy, in un’entusiastico elogio a Harry e alle sue doti, lasciando a Ginny la possibilità di pensare senza dover per forza partecipare alla conversazione.

Le sue amiche erano ancora tanto convinte della sua cotta per Harry che contraddirle sarebbe stato totalmente inutile, eppure Ginny non era così sicura che le cose stessero ancora in quel modo. Non gli era indifferente, questo non poteva negarlo, forse addirittura a quel punto non ci sarebbe mai arrivata, ma la verità era che da qualche parte durante l'anno scolastico precedente ciò che provava per lui era mutato. Non sapeva come né perché, non ricordava neanche bene quando, precisamente, ma era come se qualcosa l’avesse cambiata radicalmente ad un certo punto tra Natale e la fine dell’anno, tanto da mutare in maniera irreversibile i suoi sentimenti. Ancora provava un grande affetto per Harry, ancora lo reputava un ragazzo bello e affascinante, e Shirley  aveva ragione, quell’anno sembrava aver raggiunto il meglio di sé, ma il batticuore quando lo vedeva o quando gli parlava, il vuoto allo stomaco se per caso si veniva a creare fra loro un contatto fisico, il desiderio di prolungare quei brevi e sporadici contatti il più a lungo possibile, i sogni ad occhi aperti che le suggerivano scenari romantici fra loro: erano fattori che vedeva scomparsi ormai da mesi. Non le capitava più di sognarlo, di pensare a lui in momenti casuali della giornata, di innervosirsi al nominare Cho Chang o perché qualche ragazza tentava un approccio con lui, e Ginny sapeva che tutti quegli indizi uniti insieme significavano una cosa sola: che le cose, per lei, in qualche modo e per qualche motivo, erano cambiate definitivamente.

Non riusciva comunque a dispiacersene troppo, nonostante ogni volta che si trovava a valutare quanto le cose per lei fossero cambiate da allora la cogliesse un sentore di nostalgia per quei bei, vecchi tempi, quando passava le sue serate a scrivere di lui in svariati diari segreti. Non che fosse mai stata una ragazzina particolarmente innocente, la disavventura con la Camera dei Segreti e il diario di Tom Riddle l'aveva costretta a crescere velocemente, a soli dodici anni le aveva mostrato la crudezza del mondo reale e le aveva fatto comprendere tutta in una volta la spietatezza di quella che sarebbe stata la guerra. Per cui non poteva dire di aver passato molto tempo immersa nell'atmosfera ingenua e candida della prima adolescenza, quando ci si fa colpire e travolgere dal primo amore e si passano innumerevoli ore a pensare solamente a quello. Tuttavia, quei tempi, seppur differenti da quelli che avevano vissuto molte delle sue amiche, erano stati pur sempre più leggeri di quelli che correvano al momento, sentirne nostalgia risultava quasi scontato.

E in più, come se tutte le preoccupazioni che condivideva con i suoi coetanei e in particolar modo con chi aveva contatti con i membri dell'Ordine della Fenice non fossero bastati, da quando era tornata a scuola si sentiva strana. Non avrebbe saputo descrivere come con precisione, l'unico disagio chiaro era che aveva mal di testa più spesso del normale, per il resto non avrebbe saputo che dire. A volte si sentiva come se stesse vivendo un lungo deja-vu, e la sensazione non scompariva fino a quando non tornava al sicuro nella sala comune.

Ovviamente però non ne aveva parlato a nessuno. Al momento la sua famiglia così come tutti gli altri avevano problemi ben più gravi di qualche suo mal di testa, perciò si era limitata a chiedere a Madama Chips qualcosa da poter prendere quando le emicranie si facevano troppo forti. E aveva tentato di abituarsi silenziosamente agli altri sintomi.

"Ragazze, dovremmo andarcene a letto" decretò in quel momento Willy dando un'occhiata al suo orologio da polso. "Domani abbiamo una giornata piena, e la notte ci sarà pure lezione di Astronomia".

Gwen alzò gli occhi al cielo sbuffando, ben lontana dal voler accettare qualsiasi cosa uscisse dalla bocca di suo fratello senza combattere almeno un po', ma si trascinò lo stesso in piedi imitando tutti gli altri.

Le ragazze imboccarono il breve corridoio e in meno di un minuto si chiusero la porta del loro dormitorio alle spalle, gettandosi in modo scomposto sui loro rispettivi letti.

"Sarà duro, quest'anno" commentò Jill in maniera piuttosto casuale.

Ma nessuna delle altre ragazze prese come una battuta la sua frase.

Le lezioni del quinto anno erano davvero sfiancanti.

La scuola era ricominciata da poco, eppure a lezione gli insegnanti già facevano loro violenza psicologica riguardo gli esami che sarebbero stati difficili, difficilissimi, e fondamentali per la loro carriera sia scolastica che lavorativa, o così almeno sostenevano loro. Il risultato era che le lezioni, già difficili per conto proprio, trascorrevano cariche di ansia e pressione.

Ginny non ne era affatto immune, tutt'altro. Mentre il professor Piton mostrava alla classe come compiere correttamente un incantesimo chiamato Hominum Revelio, lei pensò che se fosse riuscita ad arrivare agli esami capace di qualcosa del genere sarebbe stato un miracolo. Quella era magia avanzata, così come l'incantesimo di scambio esibito dalla professoressa McGranitt solamente il giorno prima, capace di sostituire una lepre ad una testuggine e viceversa, quello di Disillusione prodotto dal professor Vitious, per non dimenticare l'elenco di pozioni complicatissime con cui si era presentato Lumacorno alla sua prima lezione.

Sarebbe stato un anno scolastico duro, e lo sarebbe stato anche per coloro i quali l'anno precedente avevano fatto parte dell'Esercito di Silente, nonostante in quelle occasioni avessero appreso molte magie e molti incantesimi che avevano ritrovato nel loro programma di studi attuale.

"In ogni caso" decretò Piton con il suo solito tono annoiato, "non posso sperare che impariate questo genere di magia, ora. Converrà partire da qualcosa di più semplice, come una basilare deviazione di malefici per esempio. O lo studio dei Ghoul, esseri che certo non troverete a lezione di Cura delle Creature Magiche".

Ginny lanciò un'occhiata alla finestra, chiusa da pesanti tende scure, poi riportò l'attenzione all'insegnante prima di guadagnarsi la perdita di chissà quanti punti della Casa. Con Piton non c'era da scherzare, ogni passo falso era un buon motivo per penalizzare gli studenti, soprattutto se Grifondoro, e il fatto che facesse parte dell'Ordine della Fenice non avvantaggiava i suoi fratelli, Harry e lei più di quanto avrebbe fatto avere per insegnante un Mangiamorte. Ma lei aveva troppi pensieri per la testa, anche sforzandosi non riusciva a seguire le lezioni come avrebbe dovuto. Continuavano a tornarle in mente stralci degli articoli di giornale che elencavano morti e scomparsi, pezzi di conversazioni ascoltate a casa sua riguardo la guerra che secondo tutti sarebbe scoppiata, scene delle vicende vissute al Ministero l'anno precedente, i visi coperti dalle maschere dei Mangiamorte, le parole di Lucius Malfoy. Ricordi e notizie non la lasciavano in pace mai, mescolandosi in pensieri intrusivi colmi di ansie e paranoie.

L'ora di Difesa contro le Arti Oscure terminò piuttosto in fretta, così come le altre, e Ginny si ritrovò all'ingresso della Sala Grande senza sapere bene come ci fosse arrivata. La gente al suo interno stava prendendo posto alle lunghe tavolate. Il cielo riflesso dal soffitto minacciava pioggia sfoggiando imperiosi nuvoloni grigio pece. All'improvviso, immediata come un fulmine ed altrettanto istantanea, davanti agli occhi della ragazza si formò un'immagine senza tempo e senza contesto ma caratterizzata da un luogo ben definito: il punto esatto in cui stava sostando in quello stesso momento, quel tratto di ingresso visibile dall'interno della Sala Grande che precedeva l'imbocco delle scale e che seguiva il portone principale. Sembrava un ricordo, ma non poteva esserlo. Era l'immagine limpida ma leggermente dubbia di lei in compagnia di un ragazzo, un ragazzo di cui ricordava il volto, con lineamenti aguzzi e per questo abbastanza particolari da essere inconfondibili, ma il cui volto non riconosceva; un ragazzo con la neve a decorargli ancora i capelli corvini, segno che entrambi erano appena rientrati, un ragazzo dalla postura eretta, elegante, evidentemente frutto di un'educazione rigida. Se ne stavano l'uno di fronte all'altra e Ginny collegò una strana sensazione di ansiosa felicità a quell'immagine frutto di chissà quale immaginazione, di chissà quale sogno. Perché non poteva essere altro, vista la mancanza di ricordi a collegarla a un momento reale del suo passato. Ginny aggrottò le sopracciglia. Sentiva un senso di incompiutezza legato a ciò che la sua mente le stava suggerendo, come se qualcosa fosse mancato già allora, a quella scena.

Scosse il capo, si sistemò la tracolla sulla spalla e tentò di cancellare quell'immagine senza senso dalla sua mente dirigendosi verso la tavola di Grifondoro ormai imbandita.

Eppure il viso del ragazzo, affilato e pallido, aveva qualcosa di familiare anche se Ginny non riusciva ancora a capire come.









27 Novembre 2019

Wednesday!
Buongiorno a tutti! Oggi aggiornamento prima del solito orario ☆
Come avete visto alla fine... Ginny inizia a vedere qualcosa. Ricordare? Chissà.
Ma voi piuttosto, vi ricordate VERO di che ragazzo stiamo parlando? Nonostante abbia i capelli neri???
Forse potrebbe essere l'inizio di qualcosa, o forse un falso allarme...
Lo saprete solo rimanendo aggiornati con le pubblicazioni  :D
Approfitto per dirvi una bella cosa: sul mio sito (non sapete che ho un sito?? Eccolo! https://rossanazancanaro.wixsite.com/mynewspaper ) ho pubblicato un articolo carino: si chiama "A me, piacciono i "cattivi"" (➞https://rossanazancanaro.wixsite.com/mynewspaper/post/a-me-piacciono-i-cattivi) e niente, l'argomento mi sembra evidente: perché piacciono i villain in film e libri?
Se vi va passate a leggerlo e ditemi cosa ne pensate (ci sono anche pubblicati un altro articolo di scienza e 2 consigli di libri!), mi farebbe TANTISSIMO piacere ♡
Alla prossima guys!

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