Treated like a doll. (Larry S...

By louisoceans

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È determinato a trasformarlo dalla persona più vergine che esista al perfetto sottomesso, solo per il proprio... More

Prologo
Capitolo uno.
Capitolo tre.
Capitolo quattro.
Note autrice.
Note autrice.

Capitolo due.

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By louisoceans

Il viaggio in macchina fino alla casa Payne-Styles è parzialmente tranquillo. Harry dal posto di guida sta sorridendo mentre si accarezza le labbra con il pollice, il gomito puntato contro il finestrino e lo sguardo puntato sulla strada, ma il pensiero e da tutt’altra parte. Liam ha le braccia incrociate al petto mentre si morde il labbro inferiore, gettando diverse occhiate attraverso lo specchietto retrovisore al suo nuovo acquisto, non riuscendo a staccare lo sguardo dal suo viso per più di pochi minuti. Zayn, invece, ha ovviamente notato le occhiate del ragazzo, ma continua ad osservare fuori dal finestrino con un’espressione annoiata e le labbra stirate in una linea dritta, ignorando tutto e tutti e stringendosi nella giacca prestata dal suo “padrone” ancora addosso. Quello che invece sta credendo di impazzire, è Louis. I piedi e le mani sono congelati e non riesce a sentirli, è quasi certo di avere le labbra leggermente bluastre e il collare ancora intorno al collo gli sta rendendo faticoso respirare. Timidamente, guarda verso il posto di guida mentre si strofina le mani contro le cosce cercando di scaldarsi e di fermare il tremore che ha preso possesso del suo corpo.

«Scusi» dice a bassa voce guardando Harry, e non importa in quale situazione sia, gli è stato insegnato di portare rispetto alle persone più grandi.

Tutti gli sguardi dei presenti sono immediatamente su di lui, e non capisce perché Zayn lo sta guardando preoccupato, ha fatto qualcosa di male? Si schiarisce la voce e abbassa lo sguardo, giocherellando con le proprie mani, nervoso, ed è certo di avere le guance di un rosso vivo.

«Potrei… potrei togliere il c-collare?» balbetta continuando a guardare i propri piedi «e… p-potrei avere qualcosa con cui c-coprirmi? Ho f-freddo» aggiunge dopo pochi secondi, alzando lo sguardo e guardando Harry, sperando di non aver chiesto troppo.

Il ventiquattrenne lo guarda per pochi secondi leggermente divertito e infastidito dal fatto che quando Louis ha parlato stava guardando in basso, e non in viso come vuole lui. È una forma di rispetto secondo la sua opinione, e il ragazzino non l’ha fatto.

«No» risponde semplicemente, ritornando con lo sguardo sulla strada, questa volta senza sorriso.

Louis deglutisce pesantemente, annuendo lentamente e rannicchiandosi come meglio può su sé stesso cercando di scaldarsi, con gli occhi lucidi e il labbro inferiore tremolante, ad un passo dallo scoppiare a piangere. Zayn sospira, pensando per un secondo di dargli la giacca, ma scarta immediatamente questo pensiero. Finirebbe male per tutti e due, dopo. Guarda per pochi secondi il corpo tremante del più piccolo, mordendosi il labbro inferiore sentendosi in qualche modo in colpa e ritorna poi con lo sguardo fuori dal finestrino, cercando di non pensarci.

«Harry» sibila Liam, guardandolo con gli occhi socchiusi.

«Cosa vuoi?» risponde il ventiquattrenne, ancora irritato dal comportamento del suo pet.

«Ha le labbra blu, dannazione!».

Harry guarda dallo specchietto il piccolo corpo del ragazzino, notando i suoi occhi chiusi e le labbra, effettivamente, bluastre. Alza gli occhi al cielo, stringendo il volante con tutte e due le mani e sospira, guardando con la coda dell’occhio il suo migliore amico.

«È una questione di rispetto, Liam» dice seccamente, e il nome a fine frase fa capire che la discussione è conclusa.

Liam irrigidisce la mascella, gettando un’occhiataccia all’amico per poi girarsi verso i sedili posteriori, sorridendo dolcemente al proprio pet.

«Zayn» lo chiama, attirando immediatamente la sua attenzione.

Il moro sposta immediatamente lo sguardo dal finestrino, puntandolo contro il ragazzo e abbassandolo subito dopo, non gli è stato permesso di poter guardarlo e non vuole una punizione il primo giorno.

«Puoi guardarmi» accenna una piccola risata Liam, segretamente soddisfatto di aver fatto un buon acquisto.

Appena Zayn alza lo sguardo puntandolo nei suoi occhi, il ragazzo continua a parlare con voce dolce e tranquilla, ignorando completamente lo sguardo truce che Harry gli sta rivolgendo.

«Ti dispiacerebbe prestare la giacca a Louis per un po’?» chiede accennando un mezzo sorriso e spostando per pochi istanti lo sguardo sul ragazzino, che appena sente pronunciare il suo nome apre gli occhi confuso, cercando di capire l’argomento.

Zayn sospira appena di sollievo, annuendo più volte e togliendosi velocemente la giacca. Sotto gli sguardi dei due nuovi padroni -quello di Liam intenerito e soddisfatto, quello di Harry, invece, duro, innervosito dal fatto che il suo pet stia per sfuggire alla sua prima punizione- appoggia delicatamente la giacca sopra il corpo tremante di Louis, strofinando poi le mani sulle sue braccia cercando di scaldarlo. Nota con la coda dell’occhio la mascella irrigidita di Harry e lo sguardo fisso su loro due, e con un piccolo scatto ritorna al suo posto, abbassando immediatamente lo sguardo e nascondendo le mani sotto le cosce.

«No, così hai freddo tu…» mormora Louis con le sopracciglia aggrottate, cercando di togliersi la giacca per ridarla al ragazzo, venendo immediatamente fermato.

«Louis, tienila. Siamo quasi arrivati, Zayn non dovrà patire per molto tempo il freddo» gli spiega la voce gentile di Liam.

Il ragazzino si morde il labbro inferiore mentre guarda la giacca, non del tutto convinto. Getta un’occhiata al moro, quasi chiedendogli il permesso, e appena lo vede annuire e sorridere fa un sospiro di rassegnazione, rannicchiandosi contro lo sportello e coprirsi con la giacca. Fa un piccolo timido sorriso, chiudendo gli occhi e accoccolandosi meglio sotto la giacca, riuscendo a coprire tutto il corpo con l’indumento, piccolo com’è.

«Grazie».

Liam gli fa un piccolo sorriso annuendo leggermente, girandosi poi verso la strada gettando un’occhiata truce a Harry e sbuffa, mentre si rilassa contro il sedile, tenendo lo sguardo fisso sulla strada e le labbra stirate in una linea dritta. Dopo pochi minuti, per fortuna, Harry ferma la macchina nel vialetto di casa propria, e in uno scatto veloce toglie le chiavi e si gira verso il suo migliore amico.

«Non intrometterti mai più tra me e il mio sottomesso, intesi?» dice con voce fredda, assottigliando appena gli occhi.

Non è veramente arrabbiato con lui, ma non sopporta quando non si viene rispettata una punizione, cosa appena successa. Liam alza un sopracciglia, sbuffando e incrociando le braccia al petto, non riuscendo a credere alle parole appena pronunciate dall’amico.

«Stava male, Harry» replica «un dominatore deve curarsi del suo sottomesso».

«Non quando è una punizione».

«Aveva le labbra-»

«Cos’è un sottomesso?» la voce timida di Louis interrompe il piccolo litigio tra i due ragazzi.

Immediatamente tutti gli sguardi sono su di lui, e il ragazzino sbatte più volte gli occhi arrossendo leggermente, mentre si raggomitola meglio sotto la giacca cercando di farsi più piccolo, intimidito da tutti quegli sguardi.

«Stai scherzando, vero?» chiede Harry con gli occhi sbarrati.

Louis scuote la testa, coprendosi poi la bocca e il naso con la giacca per scaldarsi meglio, lasciando fuori solo gli occhi che guardano curiosi, e tutti e tre i ragazzi –Harry non lo ammeterà mai, però- devo trattenersi dal sorridere inteneriti alla vista. Il riccio non può negare che il ragazzino non sembrasse innocente, dopotutto era vergine. Ma come si fa a non sapere cosa sia un sottomesso o un dominatore? In quella città quasi tutti hanno una relazione del genere!

«Perché eri a quell’asta, Louis?» chiede gentilmente Liam.

Louis piega appena il viso di lato, arricciando le labbra mentre si porta le gambe al petto, abbracciandole poi con le braccia e appoggiando il mento sulle ginocchia, facendo così cadere la giacca dal suo corpo.

«Mi hanno detto che ero grande abbastanza per essere venduto» dice in un sussurro, muovendo leggermente le dita dei piedi senza staccare lo sguardo dal viso senza espressione di Liam.

«Abbastanza grande?».

Louis annuisce più volte, mentre prende la giaccia con una delle sue piccole mani e appoggiandosela sulle spalle, prima di ricominciare a parlare.

«Vivo in quella casa fin da quando riesca a ricordare. Mi hanno raccontato che i miei genitori mi hanno venduto appena nato, e da allora sono diventato una loro proprietà» spiega abbassando lo sguardo, per poi mordersi il labbro e gettare una piccola occhiata a Harry, aggiungendo «O almeno fino ad oggi».

Liam e Harry annuiscono in sincronia. Non è frequente ma neanche troppo raro che i genitori vendano i propri figli, soprattutto se sono drogati o indebitati fino al collo. Louis si morde il labbro inferiore, guardando nervosamente i due ragazzi.

«E tu, Zayn?» chiede curioso Liam, spostando l’attenzione sul moro.

Il moro si schiarisce la gola, spostando le mani da sotto le cosce portandole sul proprio grembo e con una piccola alzata di spalle e lo sguardo fisso sul viso di Liam, comincia a parlare.

«I miei genitori non riuscivano a pagare l’affitto della casa in cui vivevo, e quindi ho deciso di vendermi per poter mandare il ricavato a loro, così che potessero avere una vita tranquilla almeno per un po’» spiega con voce tranquilla, abbassando poi lo sguardo mordendosi il labbro inferiore «non che sentiranno la mia mancanza».

Liam annuisce pensieroso, facendo una piccola smorfia con le labbra ritornando poi seduto composto sul sedile, osservando il cruscotto con le sopracciglia aggrottate. Harry piega appena il viso di lato continuando ad osservare Louis con gli occhi appena assottigliati, e un’idea gli passa per la testa.

Lo trasformerà in un sottomesso perfetto.

Louis guarda intorno alla stanza, mordendosi nervosamente il labbro inferiore e giocherellando con le proprie mani, deciso a non fare neanche un passo senza permesso. Dopo le loro piccole “confessione”, Harry e Liam li hanno portati ognuno nelle proprie camere da letto per spiegare loro le regole, e nel caso di Louis, cosa sia un sottomesso. La stanza è piuttosto noiosa per un ragazzo così giovane. Le pareti sono di un bianco candido, probabilmente ridipinto da poco, e il pavimento è fatto di un parquet chiaro. Al centro della stanza c’è un enorme letto, coperto da delle lenzuola azzurre e appena pulite, si nota dall’odore. Harry, seduto sulla sedia girevole davanti alla scrivania, si gira verso di lui con un sopracciglio inarcato.

«Siediti sul letto» dice incrociando le braccia al petto e facendo un cenno con il capo verso il letto.

Louis annuisce, avvicinandosi esitante al letto e sedendosi con la schiena dritta e le mani intrecciate e appoggiate sulle cosce, cosa imparata tanto tempo fa. Deglutisce leggermente, tenendo lo sguardo fisso a terra, non provando nemmeno a fare la prima mossa.

«Allora, Louis» comincia Harry con voce tranquilla, girandosi completamente con la sedia verso di lui e accavallando le gambe, guardando il ragazzo con interesse «cosa credi sia un sottomesso?».

Louis alza appena lo sguardo verso il ventiquattrenne, ma una sua occhiataccia gli fa capire immediatamente di aver sbagliato «Credo… sia qualcuno a cui piace sottostare a delle regole?» mormora, per la prima volta senza balbettare, ma il tono con cui ha pronunciato quelle parole fa capire il nervosismo presente in lui.

Harry annuisce, portandosi due dita ad accarezzarsi lentamente il labbro inferiore.

«E un dominatore?».

Louis esita leggermente a dare la risposta, mordendosi il labbro inferiore mentre cerca di riordinare i pensieri per riuscire a dare una risposta intelligente.

«La persona che decide le regole» risponde sicuro, guardando di sottecchi il ragazzo.

Il ventiquattrenne annuisce ancora, per poi fare un piccolo sorriso e alzandosi dalla sedia, sedendosi accanto al più basso e portando una mano ad accarezzargli rassicurante la schiena. Un dominatore deve assicurarsi che il proprio sottomesso sia a suo agio.

«Sai perché ti ho comprato?» mormora continuando a carezzarlo, facendo dei piccoli cerchi immaginari appena sopra il suo sedere.

Louis scuote la testa, sinceramente curioso. I muscoli della sua schiena si rilassano immediatamente al tocco di Harry, e il ragazzino non può non pensare a quanto le sue mani siano grandi, e calde. Decide che le sue mani gli piacciono.

«Ti ho comprato perché voglio che tu sia il mio sottomesso».

Il tono in cui pronuncia quella frase fa capire immediatamente che non è una proposta, ma una cosa già decisa in partenza, senza rispettare i desideri dell’altro. Louis arrossisce appena, alzando di poco il capo per guardare il petto del riccio, torturandosi il labbro inferiore con i denti.

«Cosa d-dovrei fare?».

Harry sorride ampiamente, soddisfatto della sua domanda e si alza dal letto, incrociando le braccia al petto e cominciando a camminare per la stanza, avvicinandosi ad un mobile bianco pieno di cassetti e appoggiarcisi con la schiena, tenendo lo sguardo fisso sul ragazzino ancora seduto sul letto.

«Tu sei vergine, giusto?» chiede, e appena riceve un cenno affermativo da Louis continua a parlare «le poche cose di cui un sottomesso si deve preoccupare sono due: rispettare le regole e rendere felice il dominatore. Considerando il fatto che tu non saprai praticamente nulla sul sesso, aspetterò fino a quando non mi dirai di essere pronto per posare una mano su di te, e anche quando mi darai il permesso sarà una mia decisione se farlo subito, oppure se aspettare. Quindi non preoccuparti di rendermi felice in campo sessuale. Mi segui?» Louis annuisce «ora, cominciamo a parlare delle regole e vorrei tu mi ascoltassi con estrema attenzione. Potrebbe capitare che aggiungerò una nuova regola nel futuro, ma per ora ti dico le regole a cui dovrai ubbidire da subito, mentre quelle che dovranno essere rispettate in campo sessuale si sapranno quando è il momento giusto.

Quando vorrai fare qualcosa, per esempio leggere un libro o dormire o anche mangiare uno spuntino, dovrai chiedere il mio permesso. Se capita che non avrò bisogno di te, allora non ci saranno problemi e potrai andare, ovviamente se mi prometti di tornare nell’orario che ti dirò.

Ah, a proposito. Quando mi chiedi qualcosa, o ti vuoi scusare, mi devi guardare negli occhi. Stai parlando con me, non con il pavimento o con qualsiasi altra cosa. Prima è successo che non l’hai fatto, e sei stato punito, anche se la bontà di Liam ha evitato che tu non soffrissi il freddo come invece avresti meritato. Per me è una questione di rispetto, ed è importante che tu mi porta rispetto. Prima di poterlo ricevere, il rispetto devi darlo.

Mi dovrai chiamare Signore, non accetto che un sottomesso mi chiami per il mio nome di battesimo, intesi? Ci saranno serie conseguenze se non rispetterai questa regola.

La mattina mi sveglio veramente presto, e vorrei che ancor prima che mi suonasse la sveglia –che sarebbe alle sette meno dieci, tu sia lavato, vestito e accovacciato ai piedi del letto, con le ginocchia unite e le mani poggiate su esse con il palmo rivolto verso l’alto. Questa è la posizione che voglio tu assuma molto spesso, quindi tienila bene in mente.

Se capita che io debba uscire durante il giorno, tu sarai libero di fare quello che più ti piace senza dover chiedere il permesso. So che Liam ti terrà d’occhio quindi se farai qualcosa che non dovrai fare, lo saprò e ci saranno conseguenze. Qui, la regola è di non fare confusione in giro, se prendi qualcosa dovrai rimetterla al suo posto, ci siamo capiti?

Lavoro in casa, il mio ufficio è la porta qui accanto. Quando lavoro tu dovrai venire con me, ho una scrivania libera poco lontana dalla mia, tu starai lì e non dovrai disturbarmi per nessun motivo al mondo. In quella stanza non ti è permesso parlare, cantare, o fare qualsiasi altro rumore che io ritenga mi abbia disturbato.

Dovrai fare tutto quello che ti dico, niente escluso.

Se non ti dico che puoi guardarmi, tu non puoi farlo.

Se non rispetterai queste regole, ti punirò. Hai qualche domanda?».

Louis batte più volte le palpebre, deglutendo leggermente e sentendo girare la testa da tutte quelle informazione. Rimane per alcuni minuti in silenzio cercando di assimilare il tutto mentre sposta le mani stringendo forte le lenzuola, schiudendo le labbra e facendo dei piccoli respiri profondi dalla bocca, cercando di non scappare urlando da quella casa.

«Come mi punirai?» chiede con voce gracchiante, guardando insistentemente il pavimento.

Harry si sistema meglio contro il mobile, leccandosi le labbra e facendo un piccolo sorriso, soddisfatto che Louis si sia deciso a parlare, tornando serio pochi istanti dopo.

«Ci sono molte possibilità. Quello che preferisco di più, sarà sculacciarti, quindi questa sarà una punizione frequente. Ma la quantità delle sculacciate, e la durata di qualsiasi punizione dipenderà da quanto mi hai fatto arrabbiare e dal mio umore. È probabile anche che usi un paddle un frustino. Ovviamente queste non sono le sole punizioni. Potrei decidere tra molte cose, per esempio farti dormire sul pavimento o negarti un pasto. Come ho detto, dipende tutto da quanto sarò arrabbiato. Hai altre domande?».

Louis scuote lentamente la testa, riflettendo alle diverse punizioni. Quando pensa alle sculacciate, lo stomaco gli si contorce deliziosamente su se stesso, facendolo arrossire leggermente. Si schiarisce la voce, mordendosi l’interno guancia.

«Preferirei che tu usassi le parole».

«N-no, signore» mormora quasi impercettibilmente.

Harry sorride alle sue parole, annuendo in approvazione e allontanandosi dal mobile su cui si è appoggiato precedentemente avvicinandosi al ragazzino sul letto e alzandogli il viso con due dita sotto il mento, studiandolo con lo sguardo mentre porta l’altra mano sulla sua guancia accaldata, accarezzandola lentamente con il pollice. Fissa intensamente i suoi occhi, stupendosi dal loro colore mozzafiato, e per un attimo rimane confuso. Sono grigi o azzurri? O magari verde acqua? Louis lo guarda intensamente con il labbro inferiore stretto tra i denti, e il ventiquattrenne lo libera con un gesto dolce del pollice, facendogli così schiudere le labbra al più piccolo. Harry fa sfiorare le loro labbra, senza staccare lo sguardo dai suoi occhi.

«Sono un dominatore molto severo, love. Non ti conviene disubbidirmi».

---

Hiya!

Sono riuscita a trovare un rete Wi-Fi libera, in più a metà settimana mi sono ammalata (la mia solita sfortuna, ammalarsi in vacanza!) quindi sono stata molto tempo in camera da sola, riuscendo così a scrivere il capitolo. È abbastanza lungo –cinque pagine complete di word-, e purtroppo non posso dirvi di abituarvi a lunghezze del genere, di solito scrivo tre, o quattro pagine.

Come vi sembra?

Harry è stato troppo cattivo a voler lasciare al freddo il nostro povero Louis?

E Louis, riuscirà a rispettare le regole?

Oh! E la sua reazione alla promessa di sculacciate?

Mi sto appassionando un sacco a scrivere questa storia. Per caso, qualcuno di voi conosce la “Alpha/Beta/Omega dynamics”? Ho letto alcune storie di questo genere, e sono le mie preferite e ne vorrei provare a scriverne una, ma ho una domanda che mi sta distruggendo il cervello. Quindi, se qualcuno di voi la conosce, potrebbe contattarmi? È molto importante!

Love you all! xx

Ultime due cose: scriverò suo mio profilo una decina di minuti prima ogni volta che aggiornerò, quindi tenetelo d’occhio! Purtroppo le autrici della storia che avrei dovuto tradurre, non mi hanno dato il permesso, quindi non tradurrò.

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