Capitolo tre.

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Quando, il giorno dopo, Harry si sveglia, è piacevolmente sorpreso di trovare Louis ai piedi del letto con la testa bassa e i palmi delle mani rivolti verso l’alto. I suoi capelli sono leggermente umidi, probabilmente è uscito dalla doccia da poco, ed è completamente nudo tranne per il piccolo asciugamano a coprirgli il pube. Harry inarca un sopracciglio, alzandosi a sedere e mordendosi il labbro inferiore mentre osserva il petto nudo del castano, leccandosi poi il punto morso notando per la prima volta il leggero strato di carne sul suo stomaco e sui suoi fianchi. Incrocia le braccia al petto.

«Perché non sei vestito, Louis?» chiede con voce dura.

Il ragazzino sobbalza, preso alla sprovvista dalla voce dell’uomo e riesce all’ultimo secondo a non alzare lo sguardo verso il suo viso, ricordandosi la regola del “non guardare senza permesso”. Deglutisce a vuoto, strofinando i palmi sudati contro le cosce cercando di asciugarli.

«I-io… non so dove sono i-i miei v-vestiti, Signore» mormora con voce timida, arrossendo leggermente.

Harry annuisce, leggermente sollevato di non dover punire Louis nel suo primo giorno. È vero, è un dominatore molto severo, ma questo non vuol dire che gli piaccia punire il ragazzino. Con un piccolo cenno del capo e un sospiro, si alza dal letto, stiracchiandosi e sorride appena sente le ossa della schiena scrocchiare. Si avvicina al ragazzino ancora seduto sul pavimento e gli accarezza dolcemente i capelli, chinandosi poi e lasciando un bacio su essi.

«Sono felice che tu ti sia fatto trovare esattamente come ti ho detto» mormora, sorridendo compiaciuto, picchiettando poi un dito sulla sua testa «alzati, ti mostro dove sono i tuoi vestiti».

Louis annuisce, alzandosi da terra e tenendosi stretto l’asciugamano intorno alla vita per non farlo cadere, seguendo il ventiquattrenne fino all’unico armadio della stanza. Lo osserva poi tirare fuori un paio di pantaloncini corti e una maglietta bianca. Troppo stretta, pensa Louis, ma non lo dice. Prende gli indumenti, guardandosi intorno e chiedendosi se fosse il caso che ritornasse in bagno per vestirsi, non volendo mostrarsi completamente nudo davanti ad Harry dopo solo un giorno che si conoscono. Ma, questa non è una sua decisione.

«Cambiati qui» mormora con voce decisa il riccio mentre gli lascia tra le mani anche un paio di boxer bianchi, appoggiandosi allo stesso mobile bianco del giorno prima e portarsi due dita alle labbra, accarezzandole.

Louis arrossisce violentemente, stringendo il tessuto dei boxer tra le piccole dita mentre si gira verso il ventiquattrenne, alzando spontaneamente lo sguardo verso il suo viso. Un’occhiataccia del riccio gli fa subito riportare l’attenzione sul pavimento.

«Signore, io-» comincia, ma la voce fredda di Harry gli fa subito serrare le labbra.

«Non era una richiesta, Louis» sibila tra i denti, cercando di non lasciare che la rabbia prenda il sopravvento. Purtroppo non è facile trattenersi quando il ragazzino alza di nuovo lo sguardo, pregandolo con esso. «Ora!» abbaia.

Louis sobbalza, stringendo i vestiti al petto e sentendo gli occhi diventare lucidi, desiderando solo che il pavimento si potesse aprire e inghiottirlo, senza mai più farlo tornare indietro. Questa non è vita. Tenendo lo sguardo basso e tirando su con il naso cercando di non piangere, rivolge le spalle al riccio, facendo scivolare lentamente l’asciugamano fino al pavimento, rimanendo completamente nudo. Sente gli occhi bruciare dall’umiliazione, e getta una veloce occhiata alla porta, calcolando mentalmente quante possibilità abbia per scappare. Quando però comincia a pensare alle conseguenze, scuote impercettibilmente la testa, riprendendo a vestirsi.

Harry, d’altro canto, sta ancora fumando di rabbia verso il ragazzino, ma non può negare di non star apprezzando la vista. La pelle di Louis è liscia e abbronzata,  e deve ancora decidere se i pochi peli che ha glieli deve far rasare oppure no –pensiamoci dopo. Si lecca le labbra quando abbassa lo sguardo fino al suo sedere, immaginando solo le poche cose che vorrebbe (e che sicuramente succederanno) fargli. Si porta due dita alle labbra, reprimendo il desiderio di chinarsi e lasciargli un morso su una natica, solo per il desiderio di farlo. Gli si spezza il respiro appena Louis si china per infilarsi i boxer, e se non sapesse che il ragazzino è vergine e assolutamente innocente, gli verrebbe da pensare che lo stia facendo per provocarlo. Probabilmente non si rende neanche conto dell’effetto che gli sta facendo. Harry distoglie velocemente lo sguardo prima che l’istinto prendesse il sopravvento, e si toglie velocemente i pantaloni del pigiama che porta indosso, infilandosi poi un paio di pantaloncini da basket, rimanendo a torso nudo.

Treated like a doll. (Larry Stylinson)Where stories live. Discover now