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taetanic :(
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yourchimmie ei amico, tutto bene?
sejun_ah no oppa non essere triste! :(
gli occhi di jungkook si spostarono da una parte all'altra della fotografia. strisciò con la schiena contro il muro freddo degli spogliatoi e seppellì il viso tra le gambe.
non seppe neanche dire quanto tempo passò prima che l'amico lo trovasse e si sedesse al suo fianco. jimin rimase in silenzio e portò un braccio attorno alle sue spalle, stringendolo a sè.
«l'ho visto prima, era in bagno.» parlò piano e sperò che l'amico non lo calciasse via, invece annuì soltanto e lo lasciò continuare. "sembrava avesse appena pianto."
jungkook sentì male al petto a quella frase, mentre gli tornavano alla mente le orribili cose dette in quel momento. avrebbe voluto non averle mai dette e schiaffeggiarsi da solo, per averlo ferito in quel modo.
eppure una piccola parte di sè, forse quella più razionale. pensava che era meglio così. stare lontani forse faceva star male entrambi, ma doveva essere la cosa giusta, per forza.
o perlomeno, si convinse così.
«perchè non provi a parlargli?» il moro scosse subito il capo, come avrebbe potuto guardarlo negli occhi senza crollare di nuovo?
jimin sospirò e diede un colpo alla nuca dell'amico, che si lamentò a causa del dolore.
«te lo meriti. smettila di essere così testardo e stammi a sentire.» si alzò e si inginocchiò proprio davanti al suo viso, così da poterlo guardare negli occhi. «è ferito, si. ma se non gli importasse niente di te o della situazione, non starebbe così male. non credi?»
jungkook riflettè e trovò che l'amico avesse ragione, come suo solito.
«è stato lui il primo a ferirmi.» cercò di giustificarsi, ma la sua voce profonda e rotta dai pianti lo tradì, facendola apparire più come una scusa.
«kook, a volte si prendono delle decisioni anche se sbagliate. avrebbe dovuto dirtelo, ma forse aveva davvero intenzione di farlo più avanti.» jungkook annuì piano e jimin continuò, sapendo che stesse per cedere.
«prendi me ad esempio. yoongi continua ad evitare i miei comportamenti, eppure so che gliene importa qualcosa, altrimenti non avrebbe accettato di pranzare con me.»
fu convinto da quelle parole, così si asciugò le lacrime dal viso e diede un sonoro bacio sulla guancia dell'amico, sussurrando un «grazie min, ti voglio bene.» prima di correre via.