TWENTY

By SarahAdamo

281K 6.6K 777

🏅I'm on THE WATTYS 2018 LONGLIST - MIA è una ragazza dinamica, solare, spesso e volentieri capricciosa. Ama... More

#SPAZIOAUTRICE❤️
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
21.
22.
23.
24.
25.
26.
27.
28.
29.
30.
31.
32.
33.
34.
35.
36.
37.
38.
39.
40.
41.
42.
43.
44.
45.
46.
47.
Finalmente BOOK TRAILER!
48.
49.
50
51
52
53
54
55
56
57
58
59
60
61
62
63
64
65
66
67
68
69
71
72
73
CAST
74
75
76
77
78
79
80
81
82
83
84
85
86
87
88
89
90
91
92
Ringraziamenti
Twenty 2.. cosa ne pensate?

70

2.7K 58 18
By SarahAdamo







Mia's point of view

Mi voltavo a destra e a sinistra, incapace di prender sonno e di concentrare i miei pensieri su tutto ciò che non riguardasse Michael, il suo atteggiamento le provocazioni di Annie, ogni cosa andata per il verso sbagliato di quella serata. Mi sollevai adagiandomi allo schienale, le temperature erano alte datone il valore sprigionato dal camino, Rita mi prestò garbatamente un pantalone di cotone e una canottiera rosa. Sospirai pesantemente, cercando di trovare una qualsiasi soluzione per poter risolvere i miei problemi esistenziali alle tre del mattino. Decisi quindi di scendere al piano di sotto a prepare magari una camomilla molto forte che potesse rinfrescarmi e attenuare i pensieri che martellavano nella mia testa. Ero dinanzi al pianale della cucina con fra le mani la bollente tazza colma di un liquido giallogniolo ed una scorza di limone, soffai al suo interno per poterla rendere più digeribile per via del fumo che vi usciva. Mi osservai attorno, malgrado non vi fosse altro posto in cui sarei voluta essere, mi sentivo a casa. Improvvisamente udì dei passi che mi fecere drizzare lo sguardo verso la provenienza di quel suono. Virai lo sguardo sulla figura alta e muscolosa:

«Ah.. sei tu» biascicai seccata, con una punta di delusione nella voce.

Mike mi si avvicinò recuperando dalla credenza un bicchiere di vetro e riempendolo sotto la fontana.

«Ti dispiace che sia io?» il suo tono mi parve incolore, ero stanca di litigare, intenta nel portare con me la tazza avanzai per sorpassarlo quando una delicata presa afferò il mio braccio, che mi obbligò a scontrarmi col suo corpo. Per svariati minuti osservai i suoi occhi: penetranti, sensuali e capace di incantarmi. Schiusi le labbra.

«Si» una risposta senza emozione, quasi con tono di sfida, lui sorrise di sghembo lasciando la presa e guardando verso il basso.

«Mi dispiace, sono stato un vero coglione» evitò di guardarmi in viso.

Bevve velocemente, più l'ho osservavo più la tremenda voglia di avvinghiarmi a lui cresceva a dismisura, repressi quel pensiero pensiero avanzando nuovamente per poter superare la sua figura.

«Aspetta..» continuò, la sua mano avvolse al mio braccio.

«Che c'è?» bisbigliai, per paura di svegliare qualcuno.

«Non vuoi aprire il mio regalo? È il giorno di Natale» parlò con disinvoltura, volgendo lo sguardo all'orologio sulla prete dietro di lui, tornò a fissarmi in maniera penetrante mi irrigidì e sciolsi allo stesso momento davanti a quel suo atteggiamento naturale, come se potessimo essere due persone normali che il giorno di Natale si scambiano regali e biglietti d'amore assieme a buoni propositi per il nuovo anno. Sospirai pesantemente quando mi resi conto di essermi arresa davanti ai occhi, per aver abbandonato anche soltanto l'idea, di essere in collera con lui. Mi recai sotto l'albero a passo felpato e recuperai uno scatolo, medio non esageratamente grande. Sorridendo, appena glielo porsi - con uno sguardo raggiante - lui mi schioccò un bacio sulla guancia e sorrise appena.

«Aprilo..»  incitai io, impaziente di conoscere la sua reazione.

All'interno della media e dorata scatola  vi erano vari oggetti: un fermacarte, una cornice con una nostra foto, un taquino, ed infine due biglietti per un'opera teatrale molto apprezzata dal sottoscritto. I suoi occhi scrutarono tutti gli oggetti nei minimi dettagli, fissandoli e strofinandoli con i pollici, poi alzò lo sguardo sul mio viso in quell'istante sentì il respiro bloccarsi all'altezza del petto quasi potei percepire il cuore schizzarmi violentemnete fuori dalla gabbia toracica. Lui aveva gli occhi lucenti, era emozionato e non mise da parte neanche per un solo secondo quel meraviglioso sorriso.

«E'...il regalo più bello che avessi mai potuto ricevere» confessò con una voce incrinata,

«Sul serio?» Michael adagiò il contenuto nello scatolone, intanto scoperchiato sul pianale.

Si avvicinò pericolosamente al mio corpo, mi strinse per i fianchi mentre la mia figura sbattè contro il suo addome ben scolpito. Tentai di abbassare lo sguardo, intimidita, anche se subito dopo con due dita sotto il mente lui mi sollevò il viso.

«Si Mia, dico sul serio..» a quel punto, mi strinse a se racchiudomi in un disperato e bisognoso abbraccio, sollevai leggermente le punte per via della mia altezza più bassa rispetto alla sua.

«Oh ti prego.. non litighiamo più» supplicò nell'incavo del mio collo.

Sorrisi al di là della sua spalla beandomi del suo dolce profumo impregnato anche sui suoi vestiti. Senza aggiungere altro, si staccò e si recò all'albero dove recuperò da un ramo uno scatolino rosso e argentato. Articolai mille pensieri, mille ipotesi, su ciò che ci sarebbe potuto essere dentro ma non mi ci volle molto per scoprilo dato che subito dopo con foga aprì il piccolo coperchio, il quale mi mostrava ciò che mai sarei potuta andare ad indovindare. Michael, se l'era ricordato. Aveva impresso nella sua mente la gioia che avevo provato nell'attimo in cui avevo osservato il gioiello luccicante nella vetrina e di quanto avrei voluto vederlo al collo. Senza rendermene conto, una piccola lacrima mi scorse lungo la guancia che però asciugai subito dopo.

«Ehm.. spero che ti piaccia» spiegò impacciato, dal canto mio non potei far altro che avvolgergli le braccia intorno al collo, sprofondando nelle sue forti braccia.

Lui si scostò di qualche centimetro per permettere alle sue labbra di sfiorare le mie. La sua bocca era calda, accogliente e mai come in quel momento mi ero sentita a casa.

«Io.. non so cosa dire, davvero» la voce mi tremava, gli mimai se potesse mettermela, così mi voltai e con delicatezza Michael scostò i miei capelli sul lato sinistro del collo.

Sospirò per un attimo, senza indugio adagiò le labbra rosee e carnose sulla pelle del mio collo già scalpitante e impaziente di incontrare la sua delicatezza. Schiusi le labbra a quel contatto così intimi e strano, sorrisi appena al contatto con i continui baci caldi e un umidi che l'uomo continuava a lasciare sulla mia pelle, che, bramava la sua dolcezza. Percepì il freddo del metallo dei cuori intrecciati posarsi sul petto, ne strofinai la superfice con le dita mentre lui aveva ormai chiuso il gancetto.
Mi voltai per potergli nuovamente saltare al collo, sorridevo a trenta due denti. Mike soffocò in una delle sue migliori risate, fino a stringermi completamente.

«Ti va se guardiamo qualcosa in tv?» proposi, oramai era palese che nessuno dei due sarebbe andato a dormire con tutte le sensazioni in subbiglio e le passioni ormai accese.

«Si è un'ottima idea, prendo i biscotti» gli occhi gli si illuminarono come quelli di un bambino davanti al suo dolce preferito.

Nel frattempo mi sedetti sul comodo divano color crema e mi coprì con una spessa coperta di flanella e  sorrisi al pensiero di una notte con Michael, biscotti e tanta dolcezza. Quando lui arrivò, teneva su un vassio due tazze calde di latte ed una grossa biscottiera.

«Mi dispiace se.. mi sono comportata in quel modo prima, insomma Annie non mi va proprio giù» sbuffai, tirando al petto le mie gambe.

«Lo so, ma questo caos l'ho creato io, ed io lo risolverò te lo prometto» mi carezzò la guancia, sorridendomi appena e io mi beai del suo magico tocco.

Ricambiai il sorriso e con un rapido movimento premetti le labbra sulle sue dita, regalandogli caldi e affettuosi baci.

Qualche minuto dopo, le mie gambe erano posate su quelle sue, egli teneva in braccio dietro la mia schiena e il mio capo appoggiato sul suo saldo petto. Non so come, e neanche in che preciso momento ma improvvisamente ci addormentammo, ognuno fra le braccia sicure dell'altro.


Michael'spoint of view 

«Oh mio Dio, spero non sia ciò che sto pensando!!!»

Delle grida giunsero alle mie orecchie, percepì gli occhi stanchi e trementamente pesanti, controvoglia provai ad aprirli mentre la luce del sole infastivida le mie iridi.
Non ci misi molto a capire che ero disteso sul divano, legato a Mia proprio nella posizione del cucchiaio e con una sola coperta a coprire i nostri corpi. Mi alzai di scatto, guarda gli occhi sconcertati di mia madre l'espressione contrariata di Annie e la bocca asciutta di Jamie, accompagnato dallo stupire di Lil e dalla sua mano sulla bocca. Mi strofinai gli occhi, inciampando nel bordo della coperta di flanella.

«Okay ehm.. posso spiegare» farfugliai, ancora assonato e con la bocca impasta, nella speranza che la mia famiglia riuscisse mantere la calma.

«Si credo proprio che tu debba spiegarcelo Mike» parlò minaccioso il mio migliore amico alternando lo sguardo da me a sua sorella ancora dormiente.

«Jamie sta calmo per favore, non è successo niente soltanto non riuscivamo a dormire abbiamo mangiato dei biscotti davanti alla tv e ci siamo addormentati, tutto qui» ero leggermente affannato e sudato.

«Oh be, figliolo a me sembra tutt'altro a dir la verità!!» strillò, recai da mia madre afferrandole saldamente le mani fra le mie.

«Mamma ti prego, si ragionevole..»

«No, non è un atteggiamento da una persona sposata. Dormire con una ragazzina poi.. Mike ma cosa mi stai combinando!!» esclamò disgustata mia madre.

«Io e te dobbiamo parlare» ringhiò Jamie, in cuor mio mi sentì tremendamente in colpa per essermi innamorato di  sua sorella e di frequentarla già a sua insaputa.

«Jamie ti prego, ascolta io-..»

«Penso tu debba smetterla Mike di prendere in giro tutti» intervenne mio la mia ex moglie che non faceva altro che peggiorare la sitauzone.

Un tonfo dal divano attirò l'attenzione di tutti, la ragazza  si alzò in piedi strofinandosi gli occhi e sbadigliando.

«Ma si può sapere cosa c'è da urlare tanto?!» mugolò seccata, con la voce ancora impastata dal sonno.

Poi osservò la coperta, il divano e infine la mia figura assieme a tutto il resto dei nostri parenti. Mimò un "merda" fra se e se e strinse nelle sue spalle , incapace di dir qualcosa.

«TU, dovresti smetterla, sorellina, di comportati da incosciente!! E con il mio migliore amico poi» strillò Jamie, puntando sua sorella minacciosamente.

«J per favore, non farne un dramma. Lil diglielo anche tu» rispose lei in tutta nonchalance.

«Tesoro forse.. è meglio che lasciamo perdere infondo-»

«No Lily, non accetto questo tipo di comportamento e quanto a te parleremo poi» si rivolse a me, puntandomi il dito contro. Sospirai esausto, poi decisi di sganciare una delle tante bombe.

«Io non posso crederci che tu abbia fatto questo ad Annie» farneticò mia madre, ormai era inutile fingere.

«Mamma, io non.. io ed Annie non stiamo più insieme» scandì lentamente, tenendo uno sguardo basso.

Potei immaginare gli occhi sbarrati di Mia, l'espressione seccata di Annie e quella rabbiosa di Jamie.

«Tu.. stai scherzando vero?» rise per il nervosissimo mia madre.

«No, sono serio. Stiamo divorziando in verità» finalmente le tenni testa con uno sguardo fisso e deciso. I suoi occhi si smarrirono, divenne confusa e iniziò a massaggiarsi la testa.

«Okay.. ehm, devo sedermi» così dicendo si sedette sulla poltrona accanto al divano.

Qualche minuto di silenzio. Jamie mi osservò
fuorioso, Annie era ormai messa allo scoperto e.. in quanto alla piccola Mia mostrò uno sguardo misto al sollievo e al dispiacere.

«Potevi anche dirmelo, che stavi tramando di mentire ai tuoi genitori» esordì Jamie, il quale mi guardò deluso.

«Mi dispiace mamma, non volevo farti preoccupare..» l'anziana donna si massaggiò le tempie per poi parlare.

«Tu, hai tentuto su questa messa in scena?» si riferì ad Annie.

«Lisa, non è mica stata una mia idea..-» cercò di difendersi, ma mia madre la precedette sovrastando pian piano la sua figura.

«Fuori di qui!» strillò, così tanto che Annie mi parve di cedere all'indietro.

Soffocai una risata, affiancandomi alla piccola Mia complice della mia soffusa risata, ma poi mi allontanai notando lo sguardo pesante che Jamie teneva persistente ancora su di me. Annie in un batter d'occhio recuperò le sue cose dalla camera al piano di sotto e andò via fuorisa senza salutare. Mia madre si sistemò la casacca da notte e lisciò all'indietro i suoi capelli mossi e biondi, molto corti.

«Michael non accetto questo comportamento da parte tua, sei un uomo per la miseria»

«Hai ragione mamma, mi dispiace avrei dovuto dirtelo« risposi, sospirando profondamente. Mia madre con un ulteriore sospiro, raggiunse mio padre in camera da letto e sparì.

«Mi fidavo di te» la voce di Jamie arrivò alle mie orecchie, il cuore mi era immediatamente crollato. Mi avvicinai ad lui, con cautela.

«Jamie non dire cosi per favore, non è successo nulla okay? Dico sul serio..»

«No, non voglio sentire nient'altro.. adesso scusami» la sua figura urtò contro sua nonna, che imprecò massaggiandosi il braccio. Lil mi guardò delusa, raggiungendo suo marito per poterlo calmare.

«Io.. credo di dover andare» parlò infine la piccola Mia, alla quale rivolsi un mezzo sorriso.

La vidi scomprarire sul piano di sopra, mi sedetti al divano e presi la testa fra le mani.

«Ma che diavolo è successo?» esordì Grace, leggermente confusa.

«Sei arrivata tardi, lo spettacolo è finito» sospirai pesantemente. La donna si sedette accanto a me, e leggermete prese a massaggiarmi la schiena.

«Jamie mi odia adesso«sospirai.

«Oh caro, non direi scemenze. Mio nipote capirà, prova a spiegargli come sono andate veramente le cose, vedrai che tutto si sistemerà» le sue parole mi confortarno, nonna Grace era sempre di grande aiuto.

«Tu dici?»

«Io dico che voi due siete sempre stati grandi amici. E prima o poi lo capirà, se ne farà una ragione» l'anziana donna mi schioccò un occhiolino di fiducia che ricambiai con un gran sorriso colmo di gratitudine.

***

Natale passò in fretta, per tutto il giorno Jamie non mi rivolse parola ne soffrì in quel momento perché avrei dovuto parlargli di sua sorella e di me, ma avrei voluto farglielo sapere nei migliori dei modi non certamente in quelle circostanze. Per un paio di giorni, Mia non uscì di casa si limitò a vedere le sue amiche e dunque a stare lontana da me, in qualsisi modo voleva attenuare il colpo che era stato sferrato a suo fratello, in prossimità del vero momento in cui avrebbe scoperto della nostra storia. Avevo intenzione di andare a casa del mio migliore amico quel pomeriggio, parlargli, era passata una settimana, cercare di farmi perdonare e spiegarmi per l'accaduto ma soprattutto invitare tutta la sua famiglia compresa la mia ad un delizoso capodanno al WA Gala Events. Ero dinanzi alla sua porta quando titubante bussai il campanello, attesi qualche secondo per poter poi udire il cigolio della porta e ritrovandomi di fronte l'immagine spaesata di Jamie. Mi squadrò da capo a piede, poi sospirò.

«Cosa ci fai qui?» borbottò.

«Volevo.. parlarti, posso?» senza dir nulla, si limitò a farmi un cenno d'apporovazione, il calore dei termosifoni si fece immadiatamente sentire al di al della mia giacca pesante, restai in piedi mentre Jamie girovagava per la stanza pur di non incrociare il mio sguardo.

«Tutto questo è ridicolo J, sul serio. Siamo degli adulti, e mi dispiace se mi sono addormentato sul divano con Mia io non le farei mai del male lei è così.. così.. » non riuscì a continuare, datone la sua figura che in pochi secondi sovrastò la mia, quasi in maniera imponete e minacciosa.

«Dimmi la verità Mike.. c'è qualcosa fra te e mia sorella?» quel tono così basso quasi mi fece venir i brividi, pregai di poter essere perdonato per quell'ennesima bugia che stavo  per sferrare, certamente non era il momento per far uscire fuori quella storia, e non era neanche il modo giusto.

Potei sentire il coro divampare, accaldarsi eccessivamente nel mese di dicembre,ingoiai il groppo in gola dopo essermi allentato il nodo alla cravatta.

«No, non farei mai una cosa del genere» le parole tremarono sulle mie labbra quasi temetti non essere stato abbastanza convincente, ma quando lui con una leggera pacca sulla spalla mi sorrise lievemente, me ne rassicurai.

«Va bene.. io, cioè mi dispiace lo sai Mia è mia sorella e immaginarla con uno della nostra età mi fa davvero ribrezzo. Scusami se ho dubitato di te ma, anche tu hai una sorellina e dovresti capirmi» confessò, mi rilassai ma innervosì al contempo non appena capii cosa pensasse Jamie a riguardo di una nostra possibile relazione.

«Si, hai ragione. Dispiace anche a me per questo malinteso» in quell'istante udì dei piccoli passi provenienti dalla scala del corridoio e quando la mia figura fu del tutto voltata, osservai la giovane ragazza in tenuta casalinga e felice probabilmente di vedermi.

«Ciao, non sapevo fossi qui» mi baciò la guancia con disinvoltura, mi era mancata molto.

«Scusami, se.. non ho avvisato ma sai dovevo parlare con tuo fratello» balbettai, la sorella minore di Jamie osservò quest'ultimo con un sorriso sarcastico sul viso.

«Quindi avete chiarito adesso?»

«Si direi di si» rispose calmo suo fratello.

«Io be' avrei dei biglietti per il WA Gala Events per questo capodanno..» esordì titubante, ma in un attimo vennì sovrastato dalla esile figura di Mia che aveva strappato via i biglietti dalle mie dita, per poterseli protare meglio in viso e leggerne i dettagli.

«Oh mio Dio, fratellino ti rendi conto? È uno degli eventi più importanti dell'anno» esclamò, divertita. Adoravo vederla spensierata, sopratutto se per merito mio.

«Se ci.. tieni tanto potremmo andarci» rispose il mio amico, tentennando leggermente per via del nostro disguido.

«Oh si sarebbe fantastico!!» esclamò la ragazza, euforica saltellando su per tutto il salotto e mostrando i biglietti a Lil che era altrettanto rimase senza parole.

«Non avresti dovuto» parlò infine Jamie, sulla soglia di porta, ormai dovevo raggiungere il mio appartamento e Leticia mi avrebbe fatto sicuramente trovare un appetitosa cena.

«Sciocchezze amico, per te questo ed altro..» dissi, sorridendo e scendendo i pochi gradini della soglia di casa.

«Mike?» chiamò il mio migliore amico, ed io saettai in sua direzione.

«Si

«Grazie per.. quello che fai per Mia, lei è sempre così felice quando ci sei tu» quest'ultimo pensiero mi fece sorridere, ed emozionare al contempo.

Io amo tua sorella Jamie, ed anch'io non posso che essere felice dinanzi al suo sorriso

Pensai, calando per un secondo lo sguardo sulle mie scarpe.

«Non ringraziarmi, davvero»

Rientrai a casa affamato, posai all'appendi abiti il mio cappotto nero di panno e mi bei del forte calore emanato dal camino, tolsi infine le scarpe ed infilai le pantofole morbide.

«Signor Reed le porto qualcosa da bere?» mi chiese gentilmente Leticia intenta a sistemare l'appartamento e a recarsi in cucina per le ultime faccende della cena.

«Oh, no Leticia grazie sei gentile» afferrai il giornale che purtroppo non ero riuscito a leggere quella mattina e proprio in prima pagine vi era l'evento a cui la sera successiva avremmo dovuto partecipare.

In quell'istante la porta di casa mia si aprì e spuntò mia sorella, con un grazioso cappello fedora e un tranch nero.

«Ehilà, sorellina. Grandi spese per capodanno?» esclami nel vederla, lei posò le buste in terra esausta e attaccò all'appendi abiti il necessario.

«Ciao Mike, si, sono esausta nostra madre mi ha fatto cammianre quasi per l'intera Seattle, dice che deve revisionare il suo guardaroba oltre che a prepararci per domani» fiacca, si lanciò sul divano sfilandosi le sue décolleté nere. Sghignazzai, tenendo ancora saldo il giornale fra le mani.

«E adesso dove sono?»

«Non ne ho idea, papà ha detto di voler portare fuori a cena la mamma quindi» parlò, rilassando il collo sul morbido schienale del divano, ed accese la tv.

«Non sei cambiata per niente. Lo sai che non riesco a leggere se accendi la tv» risi, non prendendola sul peronsale ma soltanto per stuzzicarla un po.

«E tu sei il solito fratello noioso» sbottò lei, mentre io le schioccai un bacio sulla fronte, alzandomi definitavamnete dal divano ed intento a raggiungere la cucina.

Osservai Leticia che ormai assomiglia sempre di più ad Amanda nei suoi modi di fare, di camminare e di parlare, intenta a sbucciare delle verdure e ad controllare la tempertatura del forno.

«Come ti trovi qui Leticia?» dovevo conscerla meglio, e soltanto in quel modo mi sarei convinto della morta di Amanda e non in una sua resurezione.

La donna ne rimase per un attimo spaesta, il suo capo le faceva visita in cucina, come biasimarla.

«Bene signore, molto bene» rispose disinvolta.

«Mi scuso per l'altra volta, sai la mia famiglia è un po.. particolare» risi leggermente lei con un sorriso sotto i baffi mi seguì. Poi continuò il silenzio, poi arrotondai il giornale inserendolo sotto al braccio.

«Hai già lavorato come domestica in altre case?»

«Si, ma non ho fatto soltanto questo, ho lavorato in un pub in un ristorante e anche come assistente di un medico importante»

«Oh.. notevole, ehm.. scusa se te lo chiedo ma hai dei figli?» Leticia si irrigidì sul posto all'udire dell'ultima frase, notai le sue mani diventare immediatamnete impacciate e continuamente si sistemava la frangia chiara.

«Qualcosa non va?» chiesi preoccupato. Avevate spento il forno, messo le verdure in una padella con del'olio assieme a della pancetta affumicata.

«No, va.. tutto bene. E no, non ho figli» a quell'affermazione cerchò di sorridere e di non guardarmi in volto in nessuno di quei momenti.

«Mi.. mi disipiace di solito molte donne desiderano diventare madri»

«Già, be' non sono stata fortunata» la sua voce si intristii e me ne pentì immdiatemte di quella confidenza che avevo toccato.

«Io.. scusami non volevo essere inopportuno, spero tu stia bene»

«Ma no signore, va tutto bene» continuò lei convinta e forte con un gran sorriso.

«Le metto dell'origano sul pollo?» chiese, come se nulla fosse accaduto.

«Si, grazie» la conversazione avuta con quella donna mi parve strana, sospetta.

Anche se, me ne pentì di essermi permesso a così tanta confidenza, probabilmente non avrei dvouto varcare quel limite ma almeno conoscevo un pochino meglio la mia domestica e l'avrei osservata con maggiore attenzione.

«Ti andrebbe di venire con.. la mia famiglia domani sera ad una festa di capodanno?»





#SPAZIOAUTRICE

Non ve lo aspettavate vero??? Be' BUONA DOMENICA!!!❤️❤️❤️❤️

Continue Reading

You'll Also Like

29.5K 1.4K 39
Victoria è una ragazza di 21 anni che si sta trasferendo a metà degli studi universitari di giurisprudenza da Bologna a Empoli per alcuni motivi pers...
160K 4K 65
Storia completata✔️ Non vi aspettate la solita storia di ragazze piene di ormoni, che fanno sesso tra i banchi di scuola con il proprio professore di...
22.5K 868 77
Doveva essere un classico ultimo anno di college.
426K 11.4K 54
-Secondo te è sbagliato?- Chiedo. -Cosa?- Risponde lui. -Il nostro amore. Secondo te è sbagliato?- - Dire un "amore sbagliato" non esiste. Non è mai...