“Siete sicuro di voler lasciare il trono a me?”
“Più che sicuro.”
“Quindi vi ritirate? Definitivamente? Lasciate il castello?”
Taehyung fece cenno di sì e Louis si imbronciò.
I due cugini si trovavano nelle vecchie stanze di Re Quentin. Era una bella giornata di primavera e la luce che entrava dalla finestra era particolarmente soffice.
Louis era seduto su di un tavolino e faceva dondolare le gambe. Ormai aveva quindici anni. Ogni giorno che passava assomigliava di più a suo padre, ma c’era ancora qualcosa di ingenuo nei suoi lineamenti.
Taehyung faceva avanti e indietro dalle panche al letto, tutto impegnato a trafficare. Stava preparando le borse che si sarebbe portato via, ma aveva già preso troppa roba. Per stare più comodo si era tolto il mantello, ma anche in camicia bianca e stivali alti si distingueva. Per quanto lo odiasse, diventare re aveva cambiato il suo portamento. Camminava con la schiena dritta anche quando era da solo e a volte si coricava con la corona ancora in testa. Assomigliava ancora a La Bella Addormentata nel bosco, ma era una Bella Addormentata che sarebbe tornata a farsi un pisolino.
“Non pensate che io sia troppo immaturo?”
“Ho nove anni più di voi, governo da cinque e non ho combinato nulla di buono. Voi siete nato per fare il re. Imparerete in fretta, vedrete.”
Louis sorrise, rassicurato. Taehyung stava per sorridergli di rimando, ma qualcuno bussò alla porta. Domenico non aspettò il permesso per entrare.
“Maestà, vi cercano. Preferite ricevere qui o scendere nella sala del trono?”
Taehyung prese un pacco di missive, iniziò a rilegarle. Dava la schiena a Domenico per cui parlò più forte.
“Dipende. E’ una cosa breve? Cosa vogliono?”
“Si offrono volontari per riempire il posto vacante nei Dodici.”
“Non se ne parla.”
“Neanche se è il legittimo proprietario a chiederlo?”
Taehyung si fermò di punto in bianco.
Si voltò verso la porta con il cuore che gli faceva male e la bocca già a secco di parole. Conosceva quella voce e non era quella di Domenico.
“Ciao, Taehyung.”