Creepypasta

Від Coffy_taco_tuesday

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Adesso... Chiuditi in camera. Spegni le luci. Inizia a leggere. :) [Molte storie le ho tr... Більше

Introduzione
Genuine Goals
★ 1dollar.wav
★ Ai nuovi amici
Bedtime: Ciò che avvenne in seguito
Bedtime: Le mie paure si realizzano
Bedtime: Qualcosa di minaccioso sta arrivando
Bedtime: Dormi bene
Cannibalism Forum
Città Piccola
Clara
Codex Gigas
Così tanta paura
Credimi
Deep Web
Dichiarazione
Dietro le porte
Domande
Euthanasia Coaster
Figli del peccato
Funland
★ The return of Funland
Happy Puppet Syndrome
Il male oscuro
I nostri tre demoni
Il cancello della mente
Il portale
Il profeta delle possibilità
★ La padrona di casa
★ L'edificio sigillato
Lei sta bene
Let's not meet
L'Orrore
Mad Street
Rainbow Factory
Red house
The Piano man
★ On a Hill - parte 1
★ On a hill - parte 2
★ On a hill - parte 3
★ On a hill - parte 4
★ On a hill - parte 5
Pain
★ Perfume
ROOM
Rooms - parte 1
Rooms - parte 2
Rooms - parte 3
Rooms - parte 4
Rooms - epilogo
Solitudine
Sound asleep
The Ghost Circle: Ghost Killer
The Ghost Circle: Ghost Memories
The Ghost Circle: Ghost Sleep
The Ghost Circle: Ghost Unconscious
★ The X - Le origini
★ The X - Primo attacco
Una storia per terrorizzare mio figlio
Uno lungo la strada
Vita oltre la morte
A monster used to tell me bedtime stories
★ Within the Darkness
★ Uovo
[ Contest ]
Essere
Julian
The Puppet in the Tree
★ Essere un buon genitore
★ Il volto della paura
★ Il passeggero
★Autore
★ Mare di verde

★ King's Drift

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Від Coffy_taco_tuesday

Era un tedioso e nuvoloso sabato pomeriggio quando venni attaccato. Avevo dodici anni a quel tempo e, nonostante la minaccia di pioggia, avevamo deciso di girare per le strade come i miei amici si solito facevano nei weekend. Il quartiere era sempre apparso sicuro, ripensandoci, un luogo splendido dove crescere; vivere sotto la vivace ombra del centro della città (distante solo quindici minuti in treno) mentre i parchi e le tranquille vie del nostro sobborgo, alla periferia di quell'agitazione urbana, ci offrivano un sacco di posti da esplorare.

Quel giorno, furono i miei due amici Andy e Stewart a bussare alla mia porta, domandandomi se avrei voluto unirmi a loro e partire per un giro sulle nostre biciclette. Entrambi vivevano nella stessa mia via e per questo motivo siamo stati culo e camicia fin da quando eravamo infanti. Inizialmente percorrevamo le strade in vista ai nostri genitori, prima di svoltare ad un angolo e metterci in mostra l'uno con l'altro lungo la via, impennando e saltando insignificanti ostacoli come la maggior parte dei ragazzini di quell'età spesso fa – dico la maggior parte, ma ero abbastanza timido allora e, mentre amavo uscire assieme ai miei amici, non ho mai avuto lo stesso senso di temerarietà e diserzione che loro invece possedevano.

Dopo aver acquistato delle caramelle, del cioccolato e una bustina di figurine con allegata una friabile ed economica gomma da masticare alla bottega di Jackie, decidemmo di dirigerci verso King's Drift; uno dei nostri luoghi preferiti per correre con le nostre biciclette. Ma non appena uscimmo dal negozio, Stewart notò qualcuno della sua classe. Il suo nome era Ricky, e si era trasferito alla nostra scuola l'anno precedente. Non lo conoscevamo molto bene, ma eravamo usciti con lui una o due volte. Stewart gli camminò incontro ed attaccò una conversazione con lui per alcuni minuti, prima di ritornare e raccogliere la sua bicicletta. Ci girammo per andarcene, ma c'era qualcosa che mi preoccupava riguardo a quel ragazzo, Ricky. Lui sembrava... perso, in qualche modo. Stewart disse che stava aspettando che sua madre uscisse da un negozio, ma potevo riconoscere quello sguardo nei suoi occhi, qualcosa che sono sicuro di aver avuto io stesso diverse volte. Semplicemente esprimeva: "Vorrei fare amicizia con voi". Salimmo tutti sulle nostre bici e, prima di partire, urlai nella sua direzione.

"Ricky, conosci King's Drift?"

"Yeah, lo conosco." Rispose.

"Staremo lì per le prossime ore. Perché non prendi la tua bicicletta e ci raggiungi dopo aver aiutato tua mamma?"

Ricky sembrò contento di quella proposta, e anche se non era certo di quanto tempo ci avrebbe impiegato, rispose che avrebbe tentato di raggiungerci prima o poi.

Ci salutammo con un arrivederci, portando nelle tasche i nostri rifornimenti presi dalla bottega, e pedalammo verso la nostra destinazione. King's Drift era dove eravamo diretti, e non vedevo l'ora di arrivare. Era perfetto. La strada era lunga e dritta, la superficie asfaltata era inconsuetamente liscia, e terminava in un vicolo cieco, conseguenza c'era poco traffico, se non proprio niente, per dire. Potevamo correre su e giù per tutto il giorno senza venire disturbati, eccetto quelle poche occasioni in cui un adulto che viveva lì si stancava di vederci girare e addentrare nei loro giardini, giocando a scappa-prendi o nascondino.

Ma come cosa maggiore, quella lunga ed isolata strada era un fantastico posto per fuggire dalle regole e dagli adulti lamentosi, anche se stava a soli dieci minuti dalle nostre case. Noi non eravamo una gang o nulla di simile, ma quel luogo era nostro, e mentre molti altri ragazzini del quartiere uscivano assieme nei parchi o nei negozi, noi ci tenevamo stretti quella perfetta distesa di silenzioso asfalto che nessuno avrebbe potuto toglierci.

Precipitarsi su e giù per la strada, correre il più velocemente possibile, Andy che adorava mettersi in mostra, pedalando rapidamente con entrambe le mani dietro il suo capo come se si stesse rilassando su uno sdraio al sole. Stewart non era nemmeno lui uno scansafatiche e sfrecciava o frenava in continuo, imitando all'occasione un personaggio di una soap opera australiana che spesso deridevamo. Le nuvole si aggrottarono serrate sopra di noi, sinistre e minacciose, ma il pomeriggio non era ancora finito e continuammo a giocare e divertirci su quel percorso.

Dopo aver ricevuto una tirata d'orecchie da parte della donna che odiava vederci seduti sul muretto del suo giardino – specialmente quando l'altro mio amico Stewart spingeva Andy nel giardino oltre al muretto per scherzo, di fronte all'invettiva e rossa di rabbia faccia della donna -, ci trascinammo lungo la via con le nostre biciclette al fianco, insultando la donna a voce bassa. Un sonoro fragore provenne dalle nuvole soprastanti, ed il soffuso odore di ozono pervase l'aria. Quando ero bambino, i temporali mi suscitavano un grande fascino, e lo fanno anche al giorno d'oggi, ma, non importa quanto io sappia come essi funzionino, quando il cielo si apre e un rovescio torrenziale minaccia di annegare tutto a me pare ancora qualcosa di surreale, quasi ultraterreno.

La pioggia cadeva a secchiate, e nel giro di un minuto un sottile strado d'acqua iniziò a scorrere lungo la strada verso i canali di scolo ai suoi lati. La lamentosa donna corse dentro casa rapidamente, la sua rabbia verso di noi era stata sostituita dal desiderio di evitare di bagnarsi. Il rumore di milioni di gocce di pioggia infrangersi sulle auto parcheggiare e sull'asfalto sotto di noi divenne quasi assordante, mentre noi ci eravamo inzuppati fino all'osso. Era chiaro che quella giornata fosse finita, e mentre Andy sembrava propenso a rimanere per fare acrobazie e scivolamenti in acqua, Stewart rise e ci sfidò entrambi ad una gara fino a casa. accelerò ad una velocità che io non potevo nemmeno sperare di eguagliare, l'acqua schizzava da sotto le sue ruote. Andy lo seguì istantaneamente, dannatamente sicuro che non sarebbe stato battuto.

Il crescere del picchiare della pioggia era ora davvero assordante, ed entrambi i miei amici si erano da me distaccati in lontananza, io salii sulla mia bicicletta goffamente e pedalai più veloce che potevo. Ad ogni respiro affannoso la pioggia scrosciava più forte, finché non iniziò a scorrere con una certa quantità lungo il mio volto, tale che riuscivo a malapena a vedere davanti a me. Rabbrividii all'incremento del freddo e, mentre procedevo, non potevo più capire se i miei amici fosse vicini o ancora lontani.

Non posso spiegare la sensazione che provai in quel momento; forse è stato il senno di poi ad averla segregata nei miei ricordi, ma in quell'orribile rovescio mi sentivo isolato. Chiunque con un minimo di buon senso avrebbe corso in cerca di riparo e si sarebbe chiuso da qualche parte, serenamente all'interno delle proprie case; e alla velocità con cui erano sfrecciati i miei amici, ero certo che avessero già abbandonato la strada, o almeno avessero raggiunto la sua fine. Un'intensa sensazione di paura mi costringeva ad andare avanti, perché per me King's Drift poteva anche sembrare remota ed isolata in quella pioggia accecante, ma di certo non sembrava vuota.

Preso dal panico, la mia selvaggia pedalata scuoteva la bicicletta da parte a parte, e quando sollevai una mano dal manubrio per rimuovere la pioggia nei miei occhi, qualcosa camminò fuori dallo spazio tra due macchine parcheggiate di fronte a me. Deviai, schiacciai i freni, e quando la bici stridette sull'asfalto venni catapultato in avanti, cadendo al suolo, scontrando il mio viso e la mia mascella contro la superficie della strada.

La pioggia mi entro in bocca, portando con sé il metallico gusto del mio stesso sangue. Lanciai un grido quando allungai la mia lingua per percepire nient'altro che la gengiva esposta e i frammenti dei denti rotti che si erano sicuramente sparsi a terra. Le mie ferite mi lasciarono confuso e disorientato, ma quando urlai chiamando i miei amici, divenne chiaro come nessuno mi avrebbe udito oltre al boato della pioggia.

Dopodiché, il cielo di incupì, e la strana e preoccupante sensazione che non fossi solo si dimostrò corretta. Qualcuno era in piedi sopra di me. Una combinazione di lacrime, sangue e pioggia mi pungeva gli occhi, e anche se non riuscivo a distinguere la sua faccia, potevo ben dire si trattasse di un uomo. Era robusto e tarchiato, indossava dei jeans e un cappotto marrone scuro, e anche se non era straordinariamente alto, il suo aspetto malconcio dalla pioggia mi diede l'impressione di immensa forza.

Nonostante il dolore, nonostante lo shock di aver perso i miei denti e di essermi quasi spaccato la testa, ogni fibra del mio corpo mi disse di correre, di andarmene via. Ma non riuscivo. Con un primo movimento della mia gamba, l'uomo premette il suo piede sul mio ginocchio con una tale forza che un atroce dolore esplose e pervase il mio corpo; le mie grida di sia agonia che terrore erano sovrastate dallo scroscio torrenziale che ancora cadeva. Perché mi stava facendo questo? Un uomo adulto? Si piegò e afferrò la mia sanguinante testa per i capelli, strattonandola con forza verso l'alto. Nessuno può comprendere la sensazione che prova quando un adulto esercita la sua piena forza contro un ragazzino, a meno che non ci si sia passati di persona. La paura, la completa impotenza, il risentimento e il tradimento provati verso una persona che dovrebbe proteggere anziché fare del male. Non importa quanto mi sforzavo, non importa quanto mi agitavo, il mio debole corpo da dodicenne non poteva offrire la forza necessaria per liberarmi dall'immorale e dominante presa dell'uomo.

Ma una bicicletta lanciata il più forte possibile da due cari amici verso la sua faccia fu più che sufficiente a farlo incespicare all'indietro, facendolo scivolare nella pioggia e facendogli sbattere la schiena e il corpo contro la rigida superficie della strada. Mentre l'uomo barcollava sui suoi piedi dopo essersi rialzato, Andy e Stewart mi afferrarono per le braccia e mi obbligarono a correre più veloce di quanto avessi mai potuto fare.

Non osammo guardare dietro di noi per paura che il nostro inseguitore fosse vicino, ansimavamo e gonfiavamo i nostri petti, e mentre l'adrenalina pervase nelle mie vene, dimenticai le mie ferite per qualche istante, e mi dileguai tanto veloce quanto nessun ragazzino avrebbe mai fatto. Appena raggiungemmo la fine di King's Drift, Andy e Stewart svoltarono l'angolo senza guardarsi indietro. Ma non io. La curiosità è sempre stato un mio vizio, non si fa perdere nulla se non le subdole gocce di pioggia, e quando strizzai gli occhi attraverso le lacrime e il sangue, vidi alla fine della strada quella figura brutale dell'uomo che mi aveva attaccato, mentre scompariva per sempre dalla mia vista, con l'insanguinato, immobile corpo del povero Ricky sulle spalle.


[Racconto originale di @MichaelWhitehouse6 ]

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