THE SLEEPLESS KING (Libro 1)...

Galing kay SilviaVancini

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[Il cartaceo di THE SLEEPLESS KING è già disponibile su Amazon!] Taehyung non vuole diventare Re. Ha scoperto... Higit pa

PRIMA DI COMINCIARE LA LETTURA:
Prologo
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epilogo
SPAZIO AUTORE:

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Galing kay SilviaVancini


 

“Una missione dovrebbe essere portata a termine da una squadra efficiente, micidiale. Chi ha permesso a tanta gente di venire? Abbiamo perso ogni tipo di discrezione e se ci si sarà un’emergenza la metà di noi morirà.”

Nessuno rispose alle lamentele di Jungkook. Andava avanti così da quando erano partiti e i suoi compagni stavano seriamente pensando di buttarlo giù da un ponte. Ne stavano attraversando uno proprio in quel momento, guarda caso. Sotto c’era un fiumiciattolo ghiacciato, ma il suo lavoro l’avrebbe fatto lo stesso.

Per quanto suscitasse istinti omicidi, non si poteva negare che il ragazzo avesse ragione.

Dopo aver scoperto che il trono era stato rubato, Re Quentin aveva dato a tutti la possibilità di unirsi alla missione di recupero. A tutti. Letteralmente. Ci saranno stati una decina di soldati veri e propri, tutte le altre quaranta anime erano persone comuni. Si era formata una lunga, lentissima carovana di gente a piedi e carretti, quanto di peggio si potesse desiderare.

I soldati chiudevano la fila con i loro cavalli. Dall’alto potevano vedere benissimo come per tutti gli altri quella fosse una stupida passeggiatina per i boschi, un’occasione per chiacchierare.

Jungkook era indignatissimo. Non smise di parlare neanche quando si prese il ramo di un salice piangente in faccia.

“Se il generale Adrian fosse venuto con noi avrebbe gestito questo branco di pecoroni, invece siamo allo sbando più totale. Da non crederci.”

“Questa missione non riguarda Re Gerard od Ophidia,” disse Bennet. Cavalcava alla sua destra. “E’ una scaramuccia con uno dei mille regni che odiano Re Quentin. Il generale non era tenuto a venire e se è per questo neanche i Dodici. Ti sei offerto volontario? Tappati la bocca.”

“Io sono venuto per senso del dovere.”

“Magari anche tutti gli altri.”

“Mi prendi in giro?”

Jungkook indicò la gente davanti a sé con una bracciata. Infermiere a parte, cuoche, mogli e stallieri erano solo d’intralcio. Non erano davvero necessari, erano venuti solo per tirarsi via dalla vita del castello. Pure Charlotte e il San Bernardo si erano aggregati.

“Il generale avrebbe potuto dare il comando a qualcuno di capace, almeno. Non a questo qua.”

Sentendosi chiamato in causa, Taehyung alzò la testa. Era sdraiato in avanti e da lontano il suo cavallo pareva senza cavaliere. Le sue briglie erano legate a quelle di Jungkook per cui lui non si stava preoccupando di niente.

“Eh?”

“Si può sapere perché siete venuto anche voi? A che ci serve un principe in missione?”

“Faccio bella presenza, no?”

“No.”

Taehyung tornò ad appoggiarsi al cavallo, trasognato. Chiuse le palpebre e finalmente Jungkook decise di fare un po’ di silenzio. Tanto lamentarsi era inutile.

Il sole superò mezzogiorno, la carovana cercò un posto in cui accamparsi.

Dovettero camminare ancora a lungo, ma alla fine trovarono uno spiazzo d’erba abbastanza grande in mezzo a tutti quei boschi. Ognuno si buttò sulle proprie faccende, determinato a terminarle prima che facesse buio. C’era chi cercava legna, chi razionava il cibo, chi accudiva i cavalli…

E chi era che non aveva nulla da fare? Sì, esatto. Taehyung.

Era sempre alle solite: poteva chiedere a chiunque, ma nessuno avrebbe accettato il suo aiuto. C’era solo una cosa che poteva fare per ammazzare il tempo.

“Non è che ti va di riprendere gli allenamenti, vero?” 

Jungkook si voltò verso il principe. Stava spiegando a un uomo come montare una tenda e l’altro gli era arrivato da dietro.

“Ora che vi trovate sul campo di battaglia volete imparare, eh?”

“Dai, puoi o no? Sono fermo da una vita per colpa tua.”

“Oggi no. Sto per andare a caccia.”

Taehyung inclinò il capo.

Jungkook a caccia? Dopo tutte le volte che aveva rinnegato di essere un cacciatore? Non era una cosa brutta. Era solo strano.

“A caccia?”

Jungkook diede all’uomo le ultime indicazioni, poi si girò per parlare faccia a faccia.

“Andiamo a procurarvi la cena, Vostra Altezza. Siete felice?”

Non era stato Jungkook a parlare. Matt era spuntato da chissà dove e aveva passato un braccio attorno al suo collo. Il vecchio amico del castano era armato di tutto punto e sembrava parecchio su di giri. Taehyung non sapeva che si fosse aggregato alla missione. E se c’era lui c’era anche l’altro.

Al arrivò più trafilato e porse a Jungkook arco e frecce. Fece a Taehyung un cenno col capo in segno di rispetto (tutto il contrario di Matt) e prese a tirare i suoi amici verso il bosco.

In procinto di sparire dietro un albero, Jungkook si voltò un’ultima volta.

“Altezza!” chiamò. “Se vi svegliate prima della partenza possiamo allenarci domani mattina!”

Taehyung fece di sì con la testa, sorrise. Jungkook si calcò la faretra sulla spalla e sparì.

I tre cacciatori vennero accolti a festa una volta tornati.

Il San Bernardo corse loro incontro. Li seguì fino alla tenda delle cuoche dove scaricarono la selvaggina mentre la carovana li acclamò dall’enorme falò a cui si erano radunati. Era un turbine di arancio in quella che si prospettava essere una notte nera.

Riposte le armi, i cacciatori raggiunsero il gruppo. Al e Matt trangugiarono subito i rimasugli della frutta portata dal castello, Jungkook fece il giro del falò e andò a sedersi esattamente dalla parte opposta di Taehyung. Si fece passare acqua in quantità e se la scolò tutta, assetato.

Taehyung lo fissò bere senza dire niente. I colori delle fiamme storpiavano facce e sensazioni, ma in quel momento Jungkook gli sembrò più vivo che mai. Era sporco di sangue dalla testa ai piedi e aveva un’aria tremendamente sbarazzina. Sedici anni.

“Allora, come ammazziamo l’attesa?” chiese uno dei tanti soldati. “Sto morendo di fame.”

“Prendi esempio dalla principessa Charlotte. Sta bevendo come una spugna.”

“Beh, un modo per sopravvivere alla vita da suora dovrà pur trovarlo, no?”

La gente rise a spese della ragazza. Era seduta a gambe incrociate e i piedi nudi le spuntavano da sotto il vestito. Teneva in mano un calice di vino e le sue guance erano così scure che le fiamme gialle non potevano nasconderlo.

“Guardate che si scoprono delle cose interessanti.”

“Tipo? Quante Ave Maria devi recitare per uscire di lì?”

Altre risate. Charlotte buttò giù un sorso. “Ridete, ridete. Il confessionale della cappella ha le pareti sottili.”

Per un attimo calò il silenzio. Metà gruppo spalancò gli occhi, l’altra metà esultò. Incitarono Charlotte a raccontare qualcosa e lei non si fece pregare due volte. Prese un altro calice alla mano, si alzò in piedi. Iniziò a passeggiare nell’anello di spazio che si era creato tra il fuoco e i suoi compagni di viaggio, come se tenesse le loro vite legate al mignolino.

“Dovreste scegliere con più cautela i peccati di cui volete liberarvi. Potrei scoprire… del tradimento di un marito!”

Charlotte si voltò di scatto. Puntava il dito contro un uomo sulla trentina e la donna di fianco gli rifilò una gomitata nelle costole. Lei scappò via dal falò, lui la rincorse. Tutti ridevano a crepapelle.

Charlotte proseguì il suo giro, come uno squalo.

“Potrei scoprire di un titolo comprato!”

Il cavaliere baffuto che indicò doveva essere ubriaco, perché rise più di tutti.

“Del sale messo di proposito nella zuppa del Re!”

Una cuoca arrossì.

“Della volta in cui vi siete dati malati per non andare in guerra!”

Bennet alzò le braccia in segno di resa, tranquillo.

“O della passione carnale che brucia le anime dei più giovani.”

Jungkook sbiancò. La principessa teneva l’indice a due centimetri dalla sua faccia, un sorrisetto sbieco sulle labbra rosse di vino.

Un tripudio di mani gli picchiarono la schiena per complimentarsi, ma lui non reagì.

“Ci siamo!” urlò una voce lontana. Apparteneva ad una delle cuoche e tutti urlarono di gioia, troppo affamati per pensare ad altro.

La carne venne portata al falò e venne distribuita. Tutti sgranocchiavano la loro razione fino alle ossa, ma Jungkook aveva perso l’appetito. Cercava lo sguardo di Charlotte aldilà del fuoco.

Ipagpatuloy ang Pagbabasa

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