my light-yoonmin

By MoonXDarkie

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[DEVO ANCORA CORREGERE] . . Jimin viene da una famiglia disastrata con un passato difficile e un altrettan... More

capitolo 2
capitolo 3
capitolo 4
capitolo 5
capitolo 6
capitolo 7
capitolo 8
capitolo 9
capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
capitolo 17
capitolo 18
capitolo 19
capitolo 20
capitolo 21
capitolo 22
capitolo 23
capitolo 24
capotolo 25
capitolo 26
capitolo 27
capitolo 28
capitolo 29
capitolo 30
capitolo 31
capitolo 32
capitolo 33
capitolo 34
Capitolo 35
capitolo 36
capitolo 37
capitolo 38(parte 1)
capitolo 38(parte 2)
capitolo 39
capitolo 40
<<Epilogo>>
One-shot?
one-shot
challenge

capitolo 1

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By MoonXDarkie

Lì in un angolino del letto c'era un ragazzo minuto, con una spettinata e folta chioma bionda ad incorniciarli il volto, aveva le gambe vicino al proprio petto, le stringeva con forza, come se fossero il suo unico appiglio.
Egli piangeva, il suo corpo era tempestato da lividi viola e quelli vecchi erano di color verde. Le sue piccole braccia erano esili, non erano in grado di reggere nessun peso, egli si tappò le orecchie per attutire le urla disumane del padre e della sua fidanzata, erano urli atroci che non facevano altro che spezzare il cuore del giovane ragazzo contro, temette il peggio per la donna di soli appena ventisei anni,  che subila l'ira incontrollata dell'uomo.

La madre di Jimin morì dandolo alla luce e il padre gli ricordava con disprezzo che era unicamente colpa sua se era morta, ovviamente Jimin si sentiva effettivamente in colpa, i suoi pensieri erano " è tutta colpa mia...non dovevo nascere....sono solo un errore....sono una persona che non dovrebbe esistere", continuando così ad incolpare se stesso della sua esistenza per aver posto fine alla vita di sua madre, ma ogni bambino saprebbe che ogni madre amorevole vuole solo il bene ai suoi figli, da preferire anche  sacrificare se stessa pur di saperlo vivo e soprattutto felice.

All'improvviso la porta si spalancò, sbatto contro il muro, con una forza inaudita che spaventò il povero ragazzo, che prese a tremare come una foglia nei giorni autunnali, pian piano alzò lo sguardo assai terrorizzato, nei suoi occhi si leggeva solo un puro e genuino terrore.
Un imponente figura maschile avanzava minacciosa verso la figura minuta, accovacciata nella estremità del proprio letto. Lo prese in malo modo dal polso, lo tirò fuori dal letto e li diede un pugno nello stomaco.

-Piccolo frocio di merda, adesso mi diverto, sono parecchio incazzato, non provare minimamente ad urlare o vedrai dove andrai a finire piccolo essere inutile...Mi hai capito!- disse il padre iracondo, aveva gli occhi iniettati di sadismo, come se provasse piacere vedere qualcuno contorcersi di dolore per mano sua.

Jimin si accasciò al suolo con le mani congiunte sul suo stomaco e si rannicchiò su se stesso, cercando di attutire le altre percosse che vennero dopo quel pugno, era automatico per il ragazzo mettersi in quella posizione. Egli mosse le mani per coprirsi il viso, cosi da proteggersi dai ripetuti colpi del padre che lo colpiva nei punti meno visibili, come lo stomaco, le costole e altri parti del corpo non visibili all'occhio di chi l'ho guardasse. Il ragazzo smise di contare la quantità di pugni calci e sputi che riceva da quell'uomo, che doveva essere suo padre. 

-Adesso mi sento meglio, alzati e vai a scuola e attento non fare tardi quando torni a casa o sarà peggio per te, mi sono spiegato bene!- l'ho minacciò il padre, puntandoli un dito contro con uno sguardo disgustato ed un ghigno che gli incorniciava il volto deturpato ancora dall'ira.

Un padre dovrebbe voler bene ai propri figli, sostenerli su tutto, aiutarli, non ammazzarli di botte, insultarli, sminuirli e distruggerli sia fisicamente che mentalmente, ma Jimin non aveva mai provato sulla sua pelle cosa volesse dire l'amore di un padre e invece aveva avuto un trattamento assai atroce e disumano da una persona che aveva il suo stesso sangue.
A Jimin non gli importava più il dolore fisico, si era abituato dopo tutto il tempo che aveva passando con il padre, fin da giovane età, ma le parole piene di veleno erano quelle  a distruggerlo come non mai, rendendolo estremamente fragile, gli laceravano l'anima creando profonde ferite, aperte che nessuno poteva curarle e non credeva minimamente che il tempo l'ho avrebbe fatto, però era lì che si sbagliava il piccolo Jimin, aveva un modo per curarle, c'era, ma doveva ancora cercare e trovarla.

Jimin cercava di alzarsi, ma con scarsi risultati, tossi molte volte, sputando un po' di sangue.  Suo padre sbuffò spazientito alzò le mani e Jimin vedendolo si ritrasse come se fosse stato scottato dal tocco e a quella reazione il padre si spazientì molto.

-Su alzati obbrobrio, facevo prima a salvare mia moglie che un essere disgustoso come te... Mi fai solo schifo- sputò egli con tutto il veleno che aveva in corpo così da creare altre ferite nella psiche del figlio.

Il padre lo alzò bruscamente da fargli strappare un gemito di dolore e lo buttò violentemente sul letto, uscì dalla stanza senza manco degnarlo di un solo sguardo, sbattendo nuovamente  la porta dietro di sé.
Jimin si alzò lentamente dopo che sentì i passi di suo padre scendere rapidamente le scale, così si diresse verso il bagno all'interno della stanza, si sciacquò il viso, prese la sua unica migliore amica che non lo aveva mai abbandonato, la sua adorata lametta, stava per fare il primo di una serie di tagli, ma una suoneria del suo telefono interrompe le sue azioni, si pulì il volto dalle lacrime e il polso ricoperto da un manto di sangue delle vecchi tagli che si sono riaperti e si mise delle garze.
Prese il telefono e rispose senza guardare chi fosse ed era Taehyung, il suo migliore amico.

-Ciao Jiminie sono sotto a casa tua, ti sto aspettando, sbrigati- disse Taehyung con l'allegria che lo aveva sempre caratterizzato con il suo unico sorriso 

-Si, aspetta che mi vesto ed arrivo- sussurrò sull'orlo di un pianto isterico

-Ok, ti aspetto ma fai in fretta- urlò egli non facendo caso al tono che aveva usato da Jimin

Jimin si  tappò le orecchie e gli rispose con dei mormorii, poi chiuse la chiamata in faccia, senza aspettare una sua risposta concreta, ed incominciò a vestirsi con le prime cose che gli capitavano a tiro, si vestì con un jeans attillato color nero ed una felpa bianca extra large, con la scritta nera save me anche esso in nero, il tutto lo rendeva più piccolo ed estremamente tenero come un cucciolo da proteggere.
Uscì dalla sua stanza e si diresse verso le scale, le percorse più velocemente possibile, ritrovandosi nel salotto con Kyung soon*, la fidanzata del padre, con un livido violaceo sulla guancia bagnata da milioni di lacrime amare e piene di dolore.
Ella si accorse di Jimin e sorrise dolcemente ed andò verso egli, lo abbracciò, lui la strinse a sé, ispirando il suo dolcissimo profumo di camomilla, per Jimin  quell'odore era molto rilassante ed assai protettivo anche da quelle braccia femminili ed amorevoli, come quelle di una madre.

-Non preoccuparti piccolo c'è ne andremo presto, lontani da quel mostro di tuo padre e vivremo insieme.... è una promessa....Adesso vai a scuola, Ho già trovato un posto, preparerò le valigie per noi due e poi c'è ne andremo via, oggi cercherò anche di distrarlo così non ti farà più nulla- sussurra all'orecchio del ragazzo ed ella diede un bacio sulla guancia, Jimin si allontanò, le regalò un sorriso sincero e spontaneo, che non faceva da molto tempo, amava tanto quella donna che lì stava facendo ormai da madre, da amica e da confidente.

-Certo Eomma- disse egli dolcemente   

Ella pianse, ma questa volta di felicità per come Jimin l'aveva chiamata e lei li accarezzò dolcemente la guancia, regalandoli un dolce sorriso pieno di mille significati.

-Adesso vai piccolo mio- disse baciandoli la fronte e lo lasciò andare a scuola, pregando che tutto andasse per il meglio

Jimin uscì dalla porta e vide Taehyung, con un radioso sorriso ad incorniciali il volto, lo stava salutando con una mano, sventolandola ripetitivamente e saltellando sul posto, felice come un piccolo bambino quando riceveva il suo regalo di compleanno.

Certe volte si comporta come un bambino ridacchiò Jimin e lo raggiunse 

-Andiamo, ci sta aspettando Kookie- Taehyung urlò molto euforico e agitato 

-Va bene, ma non incominciare a correre che il tuo fidanzato non scappa mica- disse Jimin divertito dal comportamento bambinesco dell'amico 

Taehyung mise un piccolo tenero broncio, subito dopo si aprì in un sorriso rettangolare.
Jimin segui il suo sguardo dell'amico e trovò la figura di Jungkook ad aspettali con un sorriso da coniglietto felice, era a qualche metro di distanza da loro. Oh no! so come andrà a finire pensò preoccupato Jimin, e quelle preoccupazioni erano fondate, Taehyung prese la mano di Jimin ed incominciò a correre e il povero ragazzo venne trascinato contro la sua volontà.

-Tae Tae, non correre che poi cado- si disperò Jimin 

Ed ecco che accadde l'inevitabilmente, Jimin inciampò sul vuoto ovviamente, stava per cadere ma un braccio lo avvolse la sua vita, causandoli tanto dolore che non riuscì ha trattenere un piccolo gemito di dolore, che fortunatamente non è stato udito dal ragazzo che lo aveva salvato da una caduta, l'ho riportò con i piedi per terra. Jimin si girò, vedendo dei bellissimi occhi felini di color nero ed un espressione fredda sul volto, no c'era un particolare che Jimin notò c'era un minuscolo accenno di un sorriso.

-G..Grazie- disse timidamente, con le gotte leggermente imporporate di rosso

-Di nulla, ci si vede in giro- disse velocemente, voltandosi e incominciando a camminare

-Aspetta, come ti chiami?- chiese timido e curioso, balbettando un poco, non capendo minimamente come avesse avuto tutto quel coraggio a parlarli di nuovo, poi non riuscì a sostenere il suo sguardo e l'ho abbassò.  

-Yoongi, Min Yoongi- disse semplicemente, senza far trasparire nessuna emozione 

-Park Jimin- disse con più sicurezza nella voce, ma continuando ad evitare il suo sguardo

Yoongi annui e lo salutò con un cenno della mano e incominciò ad incamminarsi verso la scuola. Uh va nella nostra scuola allora!  Jimin sorrise leggermente alla piccola scoperta poi si domandò il perché di quella reazione, scosse la testa per scacciare quei pensieri e raggiunse Taehyung e Jungkook, quando era accanto a loro due, colpì il primo della coppia. Taehyung e Jungkook si stavano tenevano per mano e Jimin disse al suo migliore amico di non farlo mai più, ovviamente Taehyung si scusò tante volte e sfoderò gli occhioni da cucciolo bastonato per farsi perdonare e Jimin essendo di natura troppo buona l'ho perdonò e Taehyung sorrise contento di aver avuto il perdono dell'amico e non perse tempo a stuzzicarlo del fatto che stava parlando con quel misterioso ragazzo, vedendo come stava arrossendo Jimin.

Intanto che ripresero a camminare, Jimin si mise le cuffiette alle orecchie e alzò il cappuccio della felpa quando vide che erano davanti alla scuola e segui i due che si scambiavano piccoli effusione d'affetto.

~~~

*significato del nome Kyung soon è onore e bellezza

Come detto nella descrizione e la mia prima yoonmin siete clementi e con questo spero vi piaccia

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