TWENTY

By SarahAdamo

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🏅I'm on THE WATTYS 2018 LONGLIST - MIA è una ragazza dinamica, solare, spesso e volentieri capricciosa. Ama... More

#SPAZIOAUTRICE❤️
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Ringraziamenti
Twenty 2.. cosa ne pensate?

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By SarahAdamo





Michael's point of view

Nella vita potrai avere successo circondarti di persone piene di cultura, meravigliose  potrai diventare imprenditore dell'anno, migliorare la tua città facendo del bene al prossimo ma se non sei felice allora nessuna di queste cose varrà mai nella tua vita. Io ero felice. Si, lo ero, finalmente quell'enrome peso che portavo sullo stomaco pian piano si stava alleviando, quell'essere insoddisfatto nonostante avessi il doppio del successo che poteva avere qualcun'altro, stava svanendo. Non riuscirò mai a ringraziare abbastanza quella ragazza minuta dai capelli ramati per avermi dato esattamente quella boccata d'aria fersca che mi serviva per restare vivo. La casa quando c'era lei appariva più accogliente e familiare anziché fredda ma soprattuto complice degli sguardi assenti miei e di mia moglie. Il forno suonò ed lei con estrema cautela estrasse, aiutandosi con delle presine, il vassoio con la nostra pizza al pomodoro e mozzarella filante.

«Be'? Che ne pensi? È la prima volta che la cucino da sola» chiacchierò, una volta adagiato il vassosio in acciaio nero sul pianale di marmo della mia cucina. La scrutò per bene, tenendo le braccia salde sui fianchi in quella posizione la trovai buffa non feci dunque a meno di sorridere sotto i baffi.

«Perché sorridi?» si accigliò lei nonostante fosse divertita dalla mia espressione.

«Niente sei.. adorabile» sorrise ampiamente imbarazzandosi subito dopo.

«Mangiamo dai, ho una fame da lupi» percepí il forte brontolio del suo stomaco. Ciò mi fece sorridere, pensare che Annie invece si sarebbe trattenuta nel non fare brutta figura anche se fosse stata in mia compagnia. Adoravo di Mia il suo essere spontanea, il suo essere se stessa in ogni momento della giornata e con chiunque. Recuperai dei piatti dalla tavola ben apparecchiata con tanto di candele e glieli porsi. Intenta a tagliare con un coltello le fette di pizza ne poggiò due sul mio piatto e nello stesso numero sul suo. Si leccò infine le dita sporche di pomodoro.

«Sediamoci a tavola prima che mangi anche il vassoio» ridemmo insieme, per poi accomodarci al tavolo tondo. Io mi sedetti composto, al suo fianco, mentre quest'ultima tirò al petto la coscia tenendola stretta con un braccio avvolto. Mai nella mia vita aveva visto Annie comportarsi in quel modo così, lei era così composta non si sporcava mai, quasi mi sembrava una bambola di porcellana. Non mi accorsi neanche di quanto stessi fissando il volto della ragazza, probabilmente colta dall'imbarazzo abbassò la gamba sistemandola sotto al tavolo.

«Scusa, è che.. non lo so lo faccio per abitudine quando mi sento a casa» scrollò le spalle giustificandosi.

"Quando mi sento a casa"

Così aveva detto, li in quella dimora fredda e senza anima Mia si sentiva a casa? Non potei fare a meno che sorridere e, imitare i suoi stessi movimenti: tirai a me la mia coscia robusta e la tenni salda al petto avvolgendola con un braccio.
Lei mi osservò e ritornò alla posizione precedente.

«Com'è andata oggi con tuo fratello?» attesi che finisse il suo sorso d'acqua.

«Bene direi, cioè il rettore è stato abbastanza clemente. Spero di poter risolvere quanto prima.. sono già preoccupata per il provino» sbuffò leggermente fissando la sua fetta di pizza al sugo.

«È una buona notizia e, sono sicuro che ce l'ha farai» le feci un occhiolino che venne ricambiato da un sorriso.

«E.. Christian?» tossicchiai, non capí l'orgine di quella domanda, ma se così fosse, se io e Mia "stavamo insieme" certamente non poteva tener il piede in due scarpe.

Che ipocrita, io ero ancora sposato

Abbassò lo sguardo, per poi bere un altro sorso d'acqua poi i suoi occhi si schiantarono diritti nei miei.

«Ci siamo lasciati» il suo tono fu incolore.

«Mi dispiace»

«Non dispiacerti, non me ne mai importato veramente» tenne gli occhi bassi stropicciando nel frattempo un tovagliolino di carta, mentre quelli  di panno che avevo sistemato erano rimasti intatti.

«Menomale perchè..  non mi è mai piaciuto» emanai un lungo sospiro di sollievo.

«Sul serio? Io non me ne ero accorta» il suo tono sarcastico fece ridere entrambi.

«Non è da me essere geloso, Mia» confessai. Volevo che lei potesse capire, potesse rendersi conto che ciò che stavo provando per lei non l'avevo sentito per nessun'altra, neanche per mia moglie. Erano sentimenti del tutto nuovi e mai esplorati. Lei si alzò recuperando i piatti di porcellana sporchi di pomodoro ma prima si protese verso di me baciandomi l'angolo della bocca.

«Lo so, e sono felice che tu lo sia soltanto di me» abbozzò un sorriso, mentre si avviò verso il lavello. Aprì il rubinetto ed inizò ad insaponare i piatti e i bicchieri, mi avvicinai ascoltando stranamente il mio istinto. Le arrotolai le braccia ai fianchi e le stampai un forte bacio sulla guancia, quando piegò il capo verso destra le nostre labbra finirono per toccarsi. Era ancora strano per noi, esibirci in quella gesta ogni dimostrazione d'affetto sembrava sbagliata, sotto giudizio o controllata da qualche occhio indiscreto. Una volta staccati mi guardò abbozzando un sorriso che le si formò all'angolo delle labbra.

«Invece di star qui senza far nulla aiutami» si finse severa, mostrando quel sorrisetto furbo e divertito.

«Va bene Signorina Johnson cosa devo fare?»

«Io lavo, e tu asciughi» mi porse un piatto ben lavato ed io con il panno scuro iniziai a strofinarlo sulla superficie di porcellana togliendo via l'umido e l'eccesso delle piccole goccioline che vi si erano formate.

«E a te com'è andata in ufficio oggi?»

«Bene, come al solito ho tenuto della riunioni e poi in uno stupido programma televisivo per un'intervista» la ragazza si voltò di scatto sgranando gli occhi e tenendo la bocca spalancata.

«Un programma televisivo? Sul serio? Dovevi dirmelo accidenti così avrei cercato di guardati!!» strillò fintamente offesa, così tanto che mi non potei fare a meno di ridere a fior di labbra.

«Ma era una sciocchezza e poi vengo malissimo in tv, oltre al fatto che non mi piace per niente» reposi l'ultimo bicchiere nella mensola in alto, sistemando il panno all'interno dell'anta della cucina.

«Be' dovevi dirmelo, ho tutto il diritto di vedere il mio ragazzo in televisione» a quella frase, ella si tappò mentalmente la bocca restano spiazzata anch'essa di ciò che aveva detto, anch'io rimasi un po scosso, per la novità più che altro. Ma allo stesso tempo ne fui felice, avevo bisogno di un po affetto e spontanetà nella mia vita. Così l'attirai a me perndendole mani e racchiudendola in un abbraccio mentre le strofinai lentamente i lunghi capelli color rame. Ne annusai il profumo,e ne rimasi estasiato come sempre.

-"Anche tu sei la mia ragazza"- le sussurrai, piano ed ella in risposta si staccò dall'abbraccio pigiandomi lentamente le sue labbra sulle mie. Un bacio dolce, lento, niente in confronto a tutti quelli focosi e aggressevi che ci eravamo scambiati tempo fa.

-"Ho preso un film, uno di quelli che.."- gesticolai le mani, nel frattempo che ci eravamo seduti sul comodo divano.

-"Che?"- enfatizzò tenendo le braccia coserte, quasi minacciosa.

-"Quelli che piacciono a te, un po sdolcinati"- dissi a bassa voce nella speranza che ella non mi avesse sentito, ma in tutta risposta ebbi un cuscino sul viso.

-"Questa me la pagi, vedrai!"- la minacciai tenendole un dito contro,mentre quest'ultima non smetteva di sorridere.

-"Si,la prossima volta ora prendi questo film"- la guardai con fare di sfida prima di scartare la carta marroncino chiusa con dei nastri adesivi. La copertina del DVD segnava "Amore E Altri Rimedi",personalmente non lo avevo mai visto ma sapevo da alcuni discorsi di Mia che era uno dei suoi film preferiti.

-"E'uno dei miei perferiti!"- esclamò appunto. Scrutò la copertina per un po, quasi incredula che mi fossi ricordato di un dettaglio apparentemente superficiale. Poi d'improvviso, mi avvolse il collo con le braccia, risi fra i suoi capelli per poi stamparle un bacio su di essi.

-"Mettilo,sono troppo contenta"- sbattè le mani entusiasta, e sorrisi al pensiero che per essere felice le bastasse davvero poco. Inserì con catuela il DVD e permetti play.

A quasi metà del film, dopo le numerose scene abbastanza imbarazzati,Mia teneva salda la testa sul mio petto mentre io l'avvolsi con un braccio. Di tanto in tanto, predevo coraggio e le accarezzavo le piccole ciocche di capelli, e quando mi sentivo davvero coraggioso al cento per cento le strofinavo la guancia con il pollice. Lei invece,prese a giocherellare con le mie dita decisamente più massicce delle sue, d'un tratto ebbi un tuffo al cuore quando lentamente intrecciò le sue piccole dita con le mie. Quel semplice gesto mi fece sentire al sicuro, da un mondo dal quale non sarei più voluto tornare, era questa felicità, Mia mi aveva salvato da un buco nero dal quale rischiavo di non poterne più salire a galla. Il film era finitò e la giovane ragazza si stiracchiò sbadigliando, per poi guardare il piccolo orologio al suo polso.

-"E' davvero molto tardi, penso che dovrei andare"- si stiracchiò ancora una volta.

-"Cos'hai detto a Jamie?"- d'improvviso un enorme senso di colpa si impossessò di me, facendomi sentire dell'amaro in bocca.

-"Gli ho detto che stavo da Karen"- abbassò lo sguardo, consapevole del fatto che anch'ella stava mentendo spudoratamente a suo fratello maggiore, nonché il mio migliore amico di sempre. Non volevo che se ne andasse, la casa sarebbe ritornata ad essere senza anima, una zona fredda e lasciata abbandonata. Mi sentì come  un bambino, con la paura di perdere il suo pupazzo perferito con quale dormiva tutte le sere.

-"Io..volevo chiederti se, se..insomma.."- mi grattai la nuca palesemnte imbarazzato e in difficolta, ella mi guardò con fare divertita mordendosi il labbro inferore. Si avviciò più a me, provocandomi delle forti scosse all'altezza del petto. Mi osservò dal basso verso l'altro.

-"Si, resterei volentieri"- liberato da un peso, respirai a pieni polmoni.

-"Sul serio?"-

-"Si sul serio"- disse piano, cosi piano che potei sentire la mia anima tremare. Le diedi un buffetto sul naso al quale ella strizzò quest'ultimo sorridendo. Rapidamente mandò un messaggio a suo fratello avertendolo che restava a dormire a casa della sua amica.

Per un secondo mi domandai in quale letto farla dormire, se nella camera degli ospiti o..al posto di Annie, poi decisi di mollare e di lasciar decidere ad ella. Mi recai in bagno, immergendomi sotto il getto d'acqua calda del boxe doccia. Mi insaponai per bene, lavai i capelli e rimandai la rasatura della barba al mattino dopo. Dopo aver indossato il pigiama blu e la giacca da camera, la intravidi ancora sul divano a smanettare con il suo cellulare.

-"C'è un'altro bagno di sopra"- ella si voltò verso di me, sorridente.

-"Lo so, soltanto volevo chiederti se..insomma se avevi qualcosa da farmi indossare"- si  imbarazzò tant'è che sulle gote vidi comparire del leggero rossore.

-"Giusto, ehm, vado a controllare"- mi recai nella  mia camera da letto in cerca di qualcosa, scavai nei miei cassetti trovando una pantalone a righe rosse e blu e una maglietta a maniche lunghe grigia, le piagai con cura e infine gliele porsi.

-"Ho soltanto questo, spero vadano bene"-

-"Penso di si"- cosi dicendo, si chiuse in bagno e sul mio volto non riuscivo a far scomparire quel sorriso rassicurante che avevo tenuto per il resto della serata. Mi sentivo bene, in pace, per la prima volta non mi sentivo solo.

Mi recai al pianoforte li presente, tolsi il telo bianco da sopra e soffiai per mandar via quel po' di polvere che vi era. Mi sedetti, e lentamente adagiai le mani su i tasti che successivamente passaronod ai tasti neri a quelli bianchi e viceversa.

Intonai qualche parola, una canzone di Stave Wonder che mi venne in mente per puro caso. Quando poi scorsi la ragazza, negli indumenti che le avevo prestato, rabbrividì all'idea che quando li avrei indossati successivamente essi avevano il suo odore impregnato. Sorrisi all'idea, e anche per come le stessero larghi  i miei indumenti. Smisi di suonare, mentre ella si avvicinò lentamente tenendo le braccia al petto.

-"Oh no ti prego continua, mi piaceva tanto"- mi implorò, ed iol'incitai a sedersi accanto a me, non se lo fece ripetere due volte che due secondi dopo ella era accanto a me.

-"Pensi che potresti insegnarmi?"- rivolse lo sguardo agli alternati bianco neri dei tasti.

-"Volentieri,mi farebbe piacere"-

-"Suona,hai una bellissima espressione quando lo fai"- disse ella, piano.Quella meravigliosa e testarda ragazzina aveva rapito ogni cellula del mio corpo impossessandone, ero rapito di quanto ella sapesse essere vera, senza mai avere paura di ciò che pensava, in ogni frase che le fuoriusciva da quelle labbra carnose. Sapeva leggere dentro di me, lesse il disperato bisogno che avevo di suonare ogni giorno ma che putroppo per via del lavoro e dei mal di testa di Annie ogni volta che suonvano, non potevo fare. Fu una botta di vita, un rendersi conto che dovevo restare con lei, ogni minuto della mia vita.

-"Oh Mia.."- la guardai dolcemente, per poi mordermi il labbro inferiore, e posare le mie labbra sulle sue. Ella ne rimase per un attimo stranita ma successivamnete schiuse le labbra permettedo l'accesso alla mia lingua in cerca della sua. Portai delicatamentel'enorme mano al suo viso, strofinando con il pollice quella pelle chiara e delicata. Quando ci staccammo, porsi di nuovo le mani sui tasti rintonando la melodia precedente. Ella mi guardava con ammirazione, per poi seguirmi con la sua voce potete e ammaliante. Un momento magico, come del resto tutti i momenti che ormai trascorrevo in compagnia di quella giovane fanciulla,eravamo sulla soglia della mia camera da letto, quando il momento si fece tremendemente imbarazzante.

-"Io,cioè..scegli tu dove ti va di dormire"- abbassai lo sguardo per evitare che ella notasse il ridicolo rossore che mi si era formato sulle gote.

-"Credo sia meglio che dorma di sopra, per stanotte"- abbozzò un leggero sorriso, e ne fui triste, sperai che scegliesse di dormire con me ma come biasimarla era tutto nuovo per noi.

-"Buonanotte allora"- le sorrisi.

-"Buonanotte Reed"- ridacchiò, ma prima che ella potesse prendere le scale la raggiunsi afferrandola per un braccio facendola voltare, le stamapai un bacio rapido ma intenso.

-"Notte"- sussurò a bassa voce, per poi lasciarle andare la mano e vederla scoprarie al piano di sopra.



Mia's point of view

La camera degli ospiti era come l'avevo lasciata,esattamente identica a mesi fa. Mi rigirai nel letto un milione di volte cercando di prender sonno, ma con scarsi risultati. Guardai sbuffando l'orologio che segnava le 3 del mattino, cosi stufa dello stare da sola scesi dal letto poggiando i piedi sul freddo pavimento. Pessima idea quella di non dormire nella camera con Michael, infondo avevamo già dormito qualche volta ma la situazione era ben diversa dalla altre volte. Adesso era tutto ufficializzato, davanti ai nostri occhi, niente più menzogne, niente più segreti. Tutto era lipido come l'acqua.

Scesi infretta le scale a chiocciola tenendomi allo scorrimano, recuperai poi un bicchiere dal lavello e mi versai dal rubinetto dell'acqua fresca. Valutai la situazione, riflettendoci a lungo non era affatto nulla di grave dormire nello stesso letto, anche se soltanto di una cosa avevo il terrore, e prima o poi avrebbe dovuto saperlo che ero ancora vergine, ma ulteriormente la figura della ragazzina dinanzi ad 39 enne non volevo assolutamente farla, la situazione era abbastanza strana e bizzara cosi com'era. Michael però era un uomo gentile, a modo, e sicuramente comprensivo e lo sarebbe stato di certo non ne avevo il minimo dubbio. Decisa, mi diressi nella sua camera da letto,d'altronde anche quella di sua moglie e dormire al poso suo mi fece sentire fiera ma anche un pizzico gelosa. Magari fosse stato soltanto un pizzico. Bussai delicatamente nella speranza che egli fosse sveglio,la sua voce assonata rimbombò attraverso le mura e cosi spalancai la porta piegando la maniglia. Egli era a letto, avvolto fra le lenzuola e il piumone grigio abbracciato ad un cuscino, sorrisi mentalmente a quella scena adorabile.

-"Ti ho disturbato?"- chiesi a bassa voce, anche se stavamo soli in casa e quindi non ne capì il motivo del mio tono basso.

-"No per niente, non riesci a dormire?"- disse egli una volta sollevatosi e appoggiandosi allo schienale. Si grattò la nuca portandosi indietro i capelli non geltatinati.

-"No per niente"- mi recai al suo letto, e salì al posto di sua moglie incrociando le gambe ad indiano.

-"Vieni qui"- disse egli, dopo avermi osservata per un lasso di tempo. Mi spalancò le braccia ed io non esitai neanche un secondo mi ci tuffarmici dentro. Adagiai il capo al suo petto, mentre una coscia scasualmente l'adagia in mezzo alle sue. Le sue dita scorrsero lungo la mia chioma, provocandomi dei piacievoli brividi.

-"Hai freddo?"- me ne vergognai subito dopo, egli con il suo tocco mi fece venir la pelle d'oca, spalancai leggermente gli occhi siccome egli non poteva osservarmi. Coraggiosa, avvolsi il braccio attorno al suo petto, accostandolo maggiormente a me.

-"Sei tu Michael"- gli dissi piano, egli non disse nulla, si limitò a baciarmi ripetutamente la testa e a strignermi fortemente a se.

Gli occhi iniziarono a farsi pesanti, senza rendermente conto sbadigliai senza ritegno. Sentì il suo risolino, e non potei fare a meno che seguirlo, la sua risata era cosi limpida e cristallina, senza dir nulla egli si scostò da me sistemandomi i cuscini dal lato dove avrei dormito. Mi sistemai al suo fianco,adagiando il capo sul morbido e fresco guanciale dalla federa in cotone color ghiaccio. Lo osservai per bene, mentre recuperò il cuscino alle sue spalle sistemandolo all'altezza del mio, tirò su le coperte anche per me coprendomi a metà busto. Mi avvicinai ad egli, che adesso mi stava osservando nella mia medesima posizone. Mi afferò d'improvviso la mano, portandosela alle labbra. Il tempore delle sue labbra mi fecero rabbrividere, la baciò piano socchiudendo gli occhi e lasciandoci una scia di umidi baci baci fino al polso. Poi riaprì gli occhi,incastrati da quel colore azzuro mare.

-"Non saprò mai ringraziarti abbastanza"- sussurò quasi con gli occhi lucidi. Lo guardai stranito, confusa.

-"Di cosa mi stai ringraziando?"-

-"Di questo, di avermi tartassato a finchè capissi che la mia vita con mia moglie stava andando in frantumi e che non bisogna essere per forza infelici nella vita"- adesso ero io a sentir le mie gote bagnate,senza rendermente conto stavo piangendo. Piangendo per quell'uomo frustrato da sua moglie e dalla sua fama, che lo soffocava. Mai nella mia vita ero stata innamorata, ero stata fidanzata con un paio di ragazzi alle mie e inizio anno del liceo, mi piacevano dicevo di amarli, ma Michael era un'altro modo probabilmente anche più grande e faticoso di me, amare Michael era una sensaizone che ti faceva sentire piena, e soddisfatta di avere un vero uomo al tuo fianco che ti possa proteggere dal male e guardarti sempre con premura quando rientra da casa. Avevo scoperto cosa significasse amare, amare una persona lontana dalla mia età e dal mio mondo, ma poco importava se in sua presenza non riuscivo a far a meno di sentirmi viva.

-"Hei,piccola perchè piangi?"- disse, strofinandomi con il pollice per mandr via la lacrima scesa.

-"Scusa,è che..sono felice"- sorrisi, e tirai a me la sua enorme mano tenendola stretta le mie minute. Egli abbozzò un sorriso, e con il tempore della sua mano pigiata sulla labbra mi addormentai serena.



#SPAZIOAUTRICE

Mmmh, cosa pensate di questo capitolo? 😏😏❤️❤️ me piace molto!!! Buon letturaaa

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