DOLCI PECCATI // KOOKV (#Watt...

By DIRTYMIKAELA

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Taehyung e Jungkook si conoscono al bar dove lavora il primo; ben presto realizzeranno che si desiderano, cos... More

[0] prologo
[1] come tutto Γ¨ iniziato
[2] bimbo
[3] amanti
[4] capricci
[5] anniversario
[6] Γ¨ finita
[7] lontani
[9] stress
[10] la veritΓ 
[11] la resa dei conti
[12] dolci peccati

[8] appuntamento

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By DIRTYMIKAELA

Dolci Peccati ;;
jungkook + taehyung

– 🍃–

– 🍃 –

Erano passati alcuni mesi, e i due ancora riuscivano a nascondere la loro relazione. Certo, per evitare litigate con i propri partner avevano smesso di vedersi troppo spesso, ma appena potevano parlavano a telefono o si scambiavano qualche messaggio.
Quel giorno, il corvino riuscì a convincere sua moglie del fatto che dovesse rimanere a lavoro fino a tardi per finire un progetto, e a malincuore, la donna lo lasciò fare.
Eonjin non ebbe il coraggio di lamentarsi, proprio perché sapeva che non ne aveva il diritto, e sapeva anche che a breve avrebbe dovuto fare un altro dei tanti viaggi di lavoro. Passò a prendere suo figlio che trascorreva – ogni giorno – la giornata con i suoi nonni, e lo portò a casa, passando la serata con lui.
Ma il fatto era che Jungkook non sarebbe dovuto restare a lavoro fino a tardi, bensì aveva programmato di portare Taehyung fuori città per godersi qualche momento in più con il suo amante, e quella era solo una grossa bugia. Il maggiore, dal canto suo, non dovette preoccuparsi di inventare qualche scusa. Il padre di Yoongi era stato operato da poco e, quella notte, suo marito sarebbe rimasto a fargli compagnia.
Aspettò che il minore lo passasse a prendere, e ne approfittò per rendersi quanto più bello possibile.
Iniziò cambiando gli orecchini, sostituendo quelli a campanella con quelli a pendolo, e si truccò, cercando di valorizzare quanto più possibile il suo viso adorabile. Indossò dei pantaloni larghi ed eleganti con una camicia (anch'essa più grande della sua normale taglia) e completò il tutto con dei mocassini neri.
Quando sentì il campanello suonare si affrettò a prendere il necessario – come le chiavi –, e si mise il cappotto, per poi aprire la porta e rivelare la figura del corvino davanti a lui. «Buonasera» disse sensuale, facendo mordere il labbro inferiore all'altro. Notò che fossero vestiti in modo abbastanza simile, con la sola differenza che Jungkook portava un pullover nero. «Stai divinamente» disse, il più piccolo, baciando le labbra dell'altro. «Anche tu» arrossì il maggiore, ricambiando volentieri il bacio. «Andiamo?» suggerì il maggiore, e l'altro annuì, dirigendosi verso la sua auto.
«Dove andiamo?» chiese, anche se, vista l'ora, sperava di andare in un ristorante. «Non te lo dico» gli fece la linguaccia, mettendo in moto e avviandosi per la strada che li avrebbe portati al luogo misterioso. «Ma come non me lo dici?» mise un finto broncio l'altro, incrociando le braccia al petto. «Non farmi venir voglia di riempirti di baci perché giuro che mi fermo qui e non ti faccio più uscire» lo minacciò, facendolo solo sorridere di più. «Ah, sì?» ghignò, dandogli un piccolo schiaffo giocoso sulla gamba. «Alla fine non me l'hai più fatto quel lavoro di bocca,» disse, facendo sbarrare gli occhi al minore, che non seppe come non riuscì a non voltarsi, «sai, quello che mi hai descritto per telefono» continuò, facendo sospirare Jungkook. «Tae...» mormorò. «È che sono passati mesi e ancora niente» si imbronciò. «Taehyung, sta' zitto e vediamo di arrivare il prima possibile a quel dannato ristorante, per favore!» sbraitò; non era arrabbiato, ma non poteva farsi venire un'erezione mentre stava guidando. Il volto del maggiore si illuminò, constatando che il più piccolo lo conoscesse davvero bene. «Allora andiamo al ristorante?» domandò retorico ed euforico il maggiore, e l'altro si trovò costretto ad annuire, poco contento di averglielo rivelato. «Adesso hai rovinato la sorpresa» disse il corvino, ma il maggiore scosse il capo, lasciandogli un bacio sulla guancia e un altro sul collo. «Nessuno ha rovinato nulla, scemo, è che morivo dalla curiosità» sorrise, facendo piegare le labbra in un sorriso anche all'altro.
Ci volle poco affinché arrivassero e si sedessero al tavolo – prenotato precedentemente da Jungkook – e presero le loro ordinazioni. Non ci fu alcun tipo di imbarazzo tra i due, ormai si conoscevano da una vita e di certo non erano adolescenti alle prime armi: passarono una serata tranquilla, solo loro due.

«Non dovevi pagare tu!» sbuffò il castano, incrociando le braccia al petto, anche Yoongi – a distanza di anni – puntualmente lo faceva. «Ti ho invitato io, quindi dovevo» rispose il minore, portando un braccio attorno al collo del maggiore. «Sì, ma-» lo bloccò con un bacio sulle labbra, carezzandogli dolcemente i capelli. «Avresti dovuto mettere qualcosa di più leggero.»
«Perché?» domandò, non capendo cosa non andasse col suo cappotto. «Così ti avrei prestato il mio» rispose, facendo ridere l'altro. «Sei un cretino» rispose, colpendogli debolmente il petto. «Volevo solo essere carino» si imbronciò, sedendosi su una panchina. «Sei bellissimo» rispose il maggiore, baciandogli le labbra rosee. Si accoccolò al suo petto e rimasero così per un po', fino a quando il cellulare del maggiore non iniziò a squillare.
I due si pietrificarono, impauriti su quello che sarebbe potuto succedere. Taehyung diede un bacio al minore e rispose a telefono, con il corpo tremolante. «Yoon?» domandò il marito, stringendo i denti. Aveva paura: e se fosse tornato a casa e non l'avesse trovato? E se avesse capito tutto? Non era ancora pronto a separarsi da lui, anche se quando gli capitava di stare con Jungkook non faceva altro che ripetergli che avrebbe lasciato suo marito senza pensarci due volte. Aveva pensato che, quando gli avrebbe detto che lo stava tradendo, avrebbero dovuto stare in casa da soli per parlarne e discuterne. Non voleva che lo venisse a sapere da terze persone o da una sua imprudenza, perciò si maledisse mentalmente per non essere stato cauto e per non essere abbastanza coraggioso da dirgli che non voleva stare più con lui. «Tae?» disse dolcemente l'altro, e da questo poteva dedurre che non avesse scoperto nulla. «Mio padre si è svegliato, e volevo darti la buonanotte, dato che starò qui fino a domattina. Tutto okay lì a casa?» domandò, facendo rilassare immediatamente tutto il suo corpo. «Sì, è tutto okay» mostrò un sorriso quadrato a Jungkook, il quale si trovava nelle sue stesse condizioni. Gli alzò il pollice – segno che era tutto okay –, e gli mandò un bacio al volo, facendolo rilassare e ridacchiare sottovoce. «Dove sei? Sento delle macchine» mormorò il biondo dall'altro capo del telefono. «Non preoccuparti, sono fuori al balcone perché non riuscivo a dormire e la serie TV che avevo iniziato mi annoiava» disse sicuro, ormai mentire gli veniva facile. «Ma, amore, torna dentro che si gela.»
«Va bene, lo farò. Buonanotte, Yoon» lo salutò, e il maggiore ricambiò, ricordandogli quanto lo amasse. «Anch'io» rispose forzato l'altro, guardando l'altro tristemente, sicuro che avesse sentito qualcosa.
Taehyung posò il cellulare in tasca e guardò il minore di fronte a sé, prendendogli le mani. «Vedi, a proposito di questo» provò a dire, ma venne bloccato dal corvino, che scosse la testa. «Non devi giustificarti, è tuo marito» disse a malincuore. Avrebbe voluto sapere cosa provava il maggiore nei suoi confronti, ma non riusciva a chiederglielo. L'unica cosa che sapeva era che non amava più sua moglie. «Devo dirti una cosa» disse Jungkook, prendendo un grosso respiro. «Non amo più Eonjin» il maggiore rimase in silenzio, non sapendo cosa dire. «Non so cosa ne pensi al riguardo, ma non aveva mai smesso di piacermi in questi due anni e mezzo. Sempre impegnata, ma mai trascurata. L'ammiravo davvero molto. Per tutti gli impegni che avevamo non facevamo sesso neanche una volta al mese, ma quando capitava era davvero una cosa eccezionale. Mi dispiace dirlo in questo modo, ma la pensavo così fino ad un paio di mesi fa. Quel giorno in cui rimasi a casa, per trascorrere una giornata da famigliola felice, ho realizzato che non provo più niente per lei. Voglio te, Taehyung, e se sto ancora con lei è solo perché non voglio che Shin cresca con dei genitori separati già da così piccolo. Ci sono passato, e fidati che non è il massimo, ma allo stesso tempo non voglio stare con qualcuno che non amo più, capisci? Sono così confuso» sussurrò l'ultima parte, tenendo gli occhi incollati in quelli del castano, che si ritrovò ad annuire. «È la stessa cosa per me» sorrise il più grande, «non mi è mai capitato di pensare che Yoongi fosse un marito che veniva meno al suo "dovere", diciamo così... Mi sta sempre vicino, e mi lascia solo soltanto in casi estremi come questi. Anzi, sono io a lasciarlo solo quando ha bisogno, ma quando passa tanto tempo a casa mi sento esausto e non lo vorrei intorno. È così brutto da dire ma preferisco quando torna stanco la sera tardi e a stento mangia perché l'unica cosa che vuole fare è dormire. È buffo, perché queste cose non le avrei mai dette nel giro di due mesi fa, ma ora è così e non posso farci niente, nessuno di noi due può farci qualcosa, Kookie. Credo che dovremmo solo accettarlo» sorrise, non smettendo di carezzare le mani dell'altro che – nel frattempo – stava facendo lo stesso.
«Accettare cosa?» domandò il minore, sperando che il maggiore riuscisse a dirgli quello che provava per lui, finalmente dopo quasi tre anni di relazione. «Che ci amiamo?» domandò, insicuro sul fatto che il corvino provasse lo stesso.
«Tu mi ami?» chiese Jungkook, facendo annuire timidamente l'altro, che nonostante i trentasette anni non si decideva ad abbandonare il suo lato timido e da bambino. «Tu?» gli porse la stessa domanda, e il minore non poté fare altro che annuire con vigore. «Ti amo» sorrise, facendo brillare gli occhi del castano. «Ti amo anch'io» ricambiò il sorriso, baciandogli le labbra. Aveva detto a suo marito la stessa cosa pochi minuti prima, ma quello era totalmente diverso. Jungkook era totalmente diverso.
«Dio, sembro una ragazzina di sedici anni» disse emozionato, stringendosi nel cappotto di nero del più piccolo. «Sono emozionato anch'io» ridacchiò l'altro, carezzandogli i capelli.
«Quindi...» sussurrò il maggiore, mordendogli il lobo dell'orecchio, «quel lavoro di bocca?»

📌
basta devo andare a copiare gli esercizi di matematica non so come ho fatto ad aggiornare ma here i am!!

fatemi sapere se vi piace pls uwu

(●'ω`●) – > una persona con i dilatatori sulle guance . . . ]

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