Il Diavolo Sa Amare

Da polariss_star

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La storia di Samantha e Christopher non è come tutte le storie d'amore e di odio: si odiano senza apparente m... Altro

SPECIAL CAST
prologo...
copertinaaaaaa
CAPITOLO 1
CAPITOLO 2
Nuova copertina.
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
avvisoooo
Capitolo 8

Capitolo 7

46 6 5
Da polariss_star

POV'S CRISTOPHER

Non so di preciso a quale ora i miei occhi si sono aperti, forse erano le tre o le cinque, ma ciò non toglie il fatto che sono sveglio più che mai, con un unico pensiero che mi vortica nella mente.

'Dove sei?' La mia vocina pronuncia costantemente queste parole, senza mai ricevere una vera e propria risposta. Mi rigiro nel letto cercando una posizione più comoda ma invano, il letto sembra essere scomodo. 'Ti manca lei nel tuo letto.' Mi rimprovera la vocina interiore.

Il solo pensiero di non sapere dove sia mi fa dolere il cuore. Sospiro passando una mano sul viso per scacciare la stanchezza che in questi due giorni si è impossessata di me.

Sono stato uno stronzo al falò, non avrei dovuto trattarla male, ma non sopporto il fatto che lei sembra indifferente al mio malessere. Come se non le importasse niente dei miei sentimenti. Si è messa insieme a Luke, che detesto, anche se è bravo come Running Back.

Lui come persona non mi convince, fa tanto il santarellino ma, secondo me, nasconde qualcosa e odio saperla insieme a lui.

'Tu odi il fatto che lui può stare nel suo letto e tu no.' Ribatte la mia vocina interiore.

«Taci vocina,» pronuncio a voce alta. Okay, sto diventando matto, litigo persino con la mia voce interiore. Scuoto la testa esasperato.

Mi siedo in mezzo al letto a due piazze e mi porto le mani sulla testa e distendo i muscoli contratti. La sveglia non è ancora suonata, faccio scroccare il collo e finalmente mi alzo e mi dirigo in bagno.

Accendo la luce e devo chiudere immediatamente gli occhi per il fastidio essendosi abituate al buio. Apro la doccia e lascio che l'acqua lavi via tutti i pensieri.

Visto che sono solo le cinque e trentacinque, decido di andare a correre. Mi vesto con un paio di pantaloncini neri e una maglietta grigia. Indosso le mie Nike Air Jordan. Apro le tende e guardo nella direzione della finestra di Samantha, che, ovviamente, è chiusa e buia.

Appena mi affaccio sulle scale, vedo la luce della cucina accesa e sento le voci dei miei genitori che parlano piano per non farsi sentire. Sospiro alzando gli occhi al cielo.

Ritorno in camera per prendere il cellulare e le cuffie e poi scendo di corsa le scale cercando la canzone adatta.

«Buongiorno.» Dico senza alzare gli occhi dallo schermo.

«Come mai già sveglio?» Dice mia madre con tono sorpreso.

«Vado a correre» ribatto senza rispondere alla domanda postami, uscendo di casa.

Finalmente trovo la canzone perfetto, quando parte inizio a fare lo stretching per distendere e riscaldare i muscoli.

Sorrido amaramente, essendo consapevole che mi trovo in questa situazione perché non voglio che lei mi odi anche se sto facendo di tutto perché ciò accada. La devo allontanare da me, costi quel che costi. Non posso assolutamente che lei venga a scoprire ciò che io so. La sua vita andrebbe ancora di più a rotoli se ciò accadesse. Per la mia, invece, ormai è troppo tardi. Devo in qualche modo, assolutamente, dimenticare i miei sentimenti per lei, nasconderli nel profondo e costruirci un muro tanto alto quanto è lunga la muraglia cinese, per evitare che escano fuori. Ma ogni volta che la vedo sorridere per qualche battuta stupida di Luke mi viene un nervoso da volergli spaccare la faccia a suon di cazzotti.

'Smetti di rimuginare e inizia a correre.' Mi rimprovera la vocina.

Sbuffo e inizio a correre mentre la mia testa è invasa di pensieri e ricordi.

La città è ancora addormentata mentre percorro le strade deserte. La musica nelle cuffie accompagna il ritmo dei miei passi, e cerco di concentrarmi sul suono regolare del battito cardiaco. Ma non riesco a ignorare il vuoto che sento dentro di me, il desiderio di chiarire le cose con Sam.

Corro per un po', lasciandomi alle spalle le strade del quartiere e dirigermi verso il lungo mare che porta al molo di Sanata Monica Pier. Il sole inizia a sorgere lentamente, tingendo il cielo di sfumature rosate. Il panorama è spettacolare, ma il mio stato d'animo grigio non ne è affatto influenzato. Mi fermo lungo il molo e devio verso il mare, i piedi affondano nella sabbia e in lontananza vedo già persone che pescano e alcuni ragazzi che si preparano ad andare a surfare, affrontando il mare indomabile.

Mi siedo e guardo l'alba, riprendendo fiato e mettendo da parte i pensieri tumultuosi.

La brezza marina accarezza il mio viso e l'odore del mare riempie i miei polmoni, cercando di portare un po' di serenità nel vortice dei miei pensieri.

Osservo le onde che si infrangono sulla riva, pensando a quanto tutto sia complicato. La situazione con Samantha, i miei sentimenti contrastanti, la paura di perderla definitivamente. Sbuffo passando le mani tra i capelli per la frustrazione.

Dopo un'ora di corsa, torno a casa con il corpo esausto ma la mente più chiara. La casa è ora sveglia completamente, con il profumo di caffè che pervade l'aria. Entro in cucina, dove mia madre è intenta a preparare la colazione.

«Tutto bene la corsa? Sei stato fuori più tempo del solito.»

«Avevo solo bisogno di scaricare la tensione per la partita di domani sera.» rispondo salendo le scale due a due, per evitare ulteriormente il discorso.

Mi dirigo in bagno per un'altra doccia rinfrescante. Una volta conclusa la doccia, mi asciugo velocemente e mi vesto con una maglietta grigia e un pantalone nero e le mie Nike Air bianche.

Afferro lo zaino e scendo le scale con calma, andando in cucina per prendere il caffè che mamma ha già preparato. Mentre mi siedo a bere il caffè, una nuova consapevolezza si impossessa di me. È ora di affrontare di petto la situazione.

Parcheggio il mio pick-up nel posto designato e con lo sguardo cerco Sam nel cortile ma, di lei, nessuna traccia. Aspetto vicino al mio furgone fino al suono dell'ultima campanella che segna l'inizio delle lezioni. Rassegnato al fatto che probabilmente nemmeno oggi verrà a scuola.

La giornata trascorre tranquillamente, ora dopo ora il mio nervoso cresce. Mi maledico per non aver il suo numero di telefono per contattarla.

Sospiro rumorosamente.

«Hey, Lambert, che ti succede?» Mi chiede Mike, con voce divertita, mettendo un braccio sulle mie spalle, mentre percorriamo il corridoio verso l'aula di chimica.

«Niente.» Rispondo con un tono di voce più duro del necessario.

«Ehi, sai che con me puoi parlare. Hai per caso litigato, di nuovo, con i tuoi o con una certa biondina dagli occhi grigi?» Chiede divertito.

«Piantala, non sono dell'umore.» sospiro, cercando di schiarire le idee.

«Okay, okay, la smetto.» mormora Mike, prendendosi gioco di me.

«Sai dove si trova Hunter?» domando, cercando di non sembrare troppo agitato.

«Hunter? Probabilmente in biblioteca o nel laboratorio di scienze. Sai com'è, il solito secchione.» Risponde Mike, con un sorriso beffardo.

«Grazie.» Dico distrattamente, continuando a cercare con lo sguardo Samantha tra gli studenti.

«Dai, Lambert, rilassati. Non è la fine del mondo se non viene per due giorni di fila a scuola. Magari ha avuto un imprevisto e non è potuta venire.» Mike cerca di tranquillizzarmi, ma non capisce, lui non conosce Sam come la conosco io. Lei non è una che salta la scuola, soprattutto senza avvisare nessuno.

Arriviamo in biblioteca e vedo Hunter assortito nei suoi libri. «Ehi, HunterLo chiamo.

Luke alza un sopracciglio sorpreso di sentirmi.

«Cosa succede, Lambert? Cosa vuoi?» chiede, con il naso tra le pagine del libro. «Volevo sapere se sai dove si trova Samantha.» rispondo, cercando di non sembrare preoccupato.

Risponde in modo sarcastico e beffandosi di me dice: «Oh, Lambert, ora ti preoccupi di lei? Che romanticone.»

Lo guardo con una smorfia, cercando di mantenere la calma. «Non fare lo stronzo, Hunter. È solo che non l'ho vista né oggi né ieri e a casa nessuno risponde.»

Hunter sorride ironicamente. «Preoccupato, eh? Che dolce che sei. Sembra quasi che tu ci tenga a lei.» Sorride beffandosi nuovamente di me.

Stringo i pugni per non prenderlo a schiaffi visto il suo atteggiamento e con voce dura dico. «Visto che tu sei il suo migliore amico, pensavo che tu sapessi dove fosse

Mike interviene cercando di alleggerire l'atmosfera: «Ragazzi smettetela. Luke se sai qualcosa dillo. Non c'è bisogno di fare drammi

Hunter, con la sua solita arguzia, conclude dicendo: «Sì, Lambert, rilassati. Probabilmente è solo impegnata a baciare qualcun altro da qualche parte

La battuta di Luke mi fa innervosire e sto per perdere la pazienza ma con le ultime forze rimastemi ribatto: «Non fare lo stronzo, Hunter. Se sai qualcosa diccelo.»

«Fammici pensare...» risponde, con un ghigno, per poi aggiungere, «nah, passo

Mike interviene, «Luke, per favore.»

«Visto che me lo chiedi così gentilmente, te lo dico, ma ti avviso, non ti piacerà. L'ultima volta l'ho vista...» lascia la frase in sospeso, come se cercasse le parole giuste «...nuda, nel mio letto

La frase di Luke mi colpisce come un pugno nello stomaco. Mi sento come se mi avessero dato un colpo in testa e fossi stato catapultato in un altro mondo. Non posso credere alle mie orecchie.

«Ma... ma non è possibile» balbetto. «Lei non lo farebbe mai.»

Luke con uno strano luccichio negli occhi, estrae il cellulare dalla tasca «Se non ci credi, ho le prove qui.»

Mike si scaglia contro Luke, mentre io cerco di rielaborare le sue parole e il mio cuore perde inevitabilmente un battito.

Mike è sopra Luke e lo sta prendendo a pugni, allora decido di intervenire prima che la bibliotecaria ci cacci fuori o, peggio, ci mandi dal preside.

«Mike, lascialo, sta dicendo una marea di stronzate.» Tiro per il braccio Mike, guardando in cagnesco Luke.

«Come cazzo fai a rimanere così calmo? Non riesco proprio a capirti amico.» pronuncia le parole con affanno per la breve lotta.

Luke si massaggia la guancia per il pugno che ha ricevuto e abbozza un sorriso, non un sorriso di soddisfazione ma uno sadico, come se gli piacesse creare scompiglio nella vita degli altri.

«Tieni a bada il tuo cane da guardia, Lambert.» Qualcosa nella sua voce mi fa venire i brividi e lo stano luccichio che compare nei suoi occhi preannuncia niente di buono.

«Altrimenti?» Ribatto, sondando il terreno e cercando di scoprire qualsiasi cosa.

«Altrimenti, Samantha verrà informata del tuo piccolo e sporco segreto.» Il mio stomaco si contorce in una morsa di ansia mentre quelle parole rimbombano nella mia testa. Non lo posso permettere, non ora. La situazione è già abbastanza complicata senza aggiungere altro.

Cerco di sembrare disinvolto ma dentro di me tremo. «Di che segreto parli?»

Luke si avvicina, piantandomi uno sguardo penetrante. «Credi davvero che non lo sappia?» Sussurra, quasi divertito dalla mia ignoranza.

«A che gioco stai giocando, Luke?» Sibilo tra i denti, stringendo i pugni.

Mike è ancora scosso dalla rissa, e la bibliotecaria ci sta lanciando occhiate furibonde, ma io e Luke siamo concentrati solo l'uno sull'altro.

Luke si avvicina ancora di più, il suo viso a pochi centimetri dal mio. «Il gioco è semplice, Lambert. Puoi continuare a cercare di nascondere chi sei, ma prima o poi, la verità verrà a galla. E quando succederà, la tua piccola fiammiferaia sarà la prima a bruciare.»

La minaccia è chiara come il giorno. Il mio segreto, la mia debolezza, verrà svelato se non faccio ciò che vuole Luke. Odio la sensazione di impotenza, ma so che al momento non ho scelta.

«Cosa vuoi da me?» Chiedo, le parole escono in un sussurro.

Luke sorride, come se avesse vinto la partita. «Lo saprai a tempo debito

Mentre se ne va aggiunge: «Devi stare alla larga da Samantha, se vengo a sapere che ti sei avvicinato, non esiterò a spifferare tutto.»

Non mi lascia nemmeno il tempo per replicare, lasciandomi lì con Mike che cerca di capire cosa sia successo. Il mio cuore batte forte nel petto, e la mia mente è in tumulto. Devo fare qualcosa, devo trovare un modo per proteggere Sam e tenere nascosto il mio segreto.

La giornata passa lentamente, come se il tempo si fosse fermato. Riesco a malapena a concentrarmi durante le lezioni, la mia mente è occupata dalle parole di Luke e dalla paura di perdere Sam.

Quando suona l'ultima campanella, esco dalla scuola e mi dirigo verso casa. Il mio pick-up sembra pesante, come se portasse sulle spalle il peso delle mie preoccupazioni. Mentre guido, cerco di mettere insieme un piano. Devo scoprire cosa sa Luke e come fermarlo prima che la mia vita e quella di Sam vengano distrutte.

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