TWENTY

By SarahAdamo

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๐Ÿ…I'm on THE WATTYS 2018 LONGLIST - MIA รจ una ragazza dinamica, solare, spesso e volentieri capricciosa. Ama... More

#SPAZIOAUTRICEโค๏ธ
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Twenty 2.. cosa ne pensate?

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Michael's point of view

Sapevo di non essermi comportato a dovere, sapevo di non essermi comportato come un ragazzino. Dopo aver salutato Mia che correva a piedi nudi tenendo fra le mani le sue scarpette, nella mia dimora precipitò l'ombra e la solitudine più assoluta. Ma più di tutto, Annie di Mia al mio viaggio di lavoro in Francia.

«Come hai potuto non dirmelo Michael? Quella ragazzina è cotta di te si vede da lontano a un miglio» sbattette le mani sul tavolo di vetro, la mia pazienza stava per esaurirsi non ero un tipo nervoso bene o male riuscivo sempre a mantere la calma.

«Ti lo ripeto: non sapevo ci fosse anche lei, e non facciamone una faccenda di stato Annie è una ragazzina ed è la sorella del mio migliore amico come diavolo mi reputi tu eh? Ha 20 anni meno di me ed è una bambina» a malincuore percepì un pizzico di verità in quella frase, tranne per il fatto che non avrei mai potuto provare interesse per lei. Lo provavo eccome, il bacio a Nizza ne fu una prova scottante per me.

«Chi se ne frega Michael devi stare lontani da quella ragazzina!» strillò ancora, massaggiai la fronte vagando nel soggiorno a destra e poi a sinistra.

«Smettila, vorrei tanto che non ci fossi quando fai così» sussurrai piano.

«Finiscila tu, perchè mi menti Michael? Perchè non mi hai detto che c'era anche lei?» le lacrime non tardarono ad arrivare sul suo viso.

«Perché non c'era motivo, e adesso basta ti stai comportando in un modo ridicolo» cercai dispertamente di tranquillizarla.

«D'accordo.. meglio che me ne vada ora» prese le chiavi ed uscì di casa con passo spedito senza aggiungere nient'altro.

Presi la testa fra le mani e mi gettai a capofitto sul divano morbido: dovevo fare qualcosa, non potevo starmene li con le mani in mano senza prendere una decisione.. senza dare una svolta alla mia vita.

***

I giorni passarono, io ed Annie continuavamo a discutere puntalmente si finiva esattmante sullo stesso dicorso, mi si sfracellava il cuore sapere che stavo trascurando Mia ma io dovevo capire e dovevo farlo esclusivamente da solo. Per un po le cose iniziarono a calmarsi ed arrivò il weekend del campeggio. Ero in ansia nel rivedere Mia.

Probabilmente sarà fuoriosa con me

Sapere di dover incrociare di nuovo i suoi occhi verdi per me fu davvero una sfida.
Rivederla li, sulla soglia mi fece uno strano effetto le sue iridi verdi erano sofferenti, lo potevo intuire. Non feci altro che fissarla stupito e rapito allo stesso tempo.
Il tono che aveva usato Annie per ordinare noi di spegnare la radio mi fece drizzare i capelli e innervosire all'istante, tant'è che strinsi il volante più forte possibile. La guardai furioso ma anche malinconico, Mia indetreggiò senza accennare parola sbirciai a sua insaputa dallo specchietto: i suoi occhi s'erano spenti sembravano metodici e confusi e aveva la braccia incrociate. Odiavo vederla così, e odiavo ancor di più il fatto che fosse stata mia moglie a rovinarle il sorriso. Dopo un lungo viaggio di eterno silenzio finalmente arrivammo nel luogo del campeggio l'AHY Ranch: subito venimmo invasi dal verde della natura, George e Steph scelsero di stare nei bungalow tutto il resto nelle tende. Mi piacevano le cose semplici, amavo la natura e sporcarmi le mani con la terra, perché andare in un campeggio senza sostare in una tenda? Sarebbe stato da idioti.

«Siamo arrivati» annunciai alle donne nella mia auto.

«Anche noi staremo nel bungalow vero?» mia moglie era fredda e distaccata.

«Assolutamente no, sosteremo nelle tende» lei sospirò pesantemente.

«Io non ci resto lì dentro, non sono una vagabonda e non mi piace sporcarmi neanche gli insetti se è per questo» sentì un risolino provenire dal retro, mi accorsi che Mia ridacchaiva sotto i baffi tenedosi la mano alla bocca per coprire il suo attacco di ridarella. Per brevi secondi ridacchiai anch'io, poi però smisi immediatmante.

«Che hai da ridere?» furiosa, Annie mi puntò con un paio di occhi minacciosi.

«Niente, rilassati ogni tanto santo cielo!» con queste parole, parcheggiai l'auto e scesi dalla portiera raggiungendo l'auto di Jamie.

«E bello qui, dove l'hai pescato?!» tenni le mani ferme sui fianchi poi la ragazza dalla chioma ramata mi affiancò.

«Un collega mi aveva detto che aveva delle buone recesioni e quindi eccoci qui, George e Steph staranno nei bungalow, io avevo pensato di metterci lí nei dintorni con le tende che ne dici?» indicò un posto non molto lontano dalle sistemaizoni dei nostri amici.

«Per me si può fare, andiamo» mi avvicinai al retro dell'auto prendendo dal cofano delle borse e la tenda da montare.

«Vuoi una mano?» la sua voce sottile e delicata mi affiancò, mi sentí pervaso da una sfilza di sensazioni contrastanti.

«Oh no faccio io!» le sorrisi. Uno dei bagagli rischiò di sciogliermi dalle mani, lei lo afferrò immediatamente evitando che cadesse.

«Ti serve eccome l'aiuto» affermò ridacchiando, recuperando lo zainetto mentre

«Già.. hai ragione» risi anch'io, per poi avviarci verso i nostri amici ed Annie vestita di tutto punto.

«Ragazzi accompagno Annie in stanza, non sopporta.. le tende» a Jamie venne da sghignazzare, George lo stesso io mi trattenni più che potevo. Lil le si avvicinò cercando di convincerla ma con scarsi tentativi.

«E tu?» intervenne Mia.

«Sto con voi in tenda, ovviamente» saettai verso il suo viso per affermarle con lo sguardo quanto tenessi in realtà a stare con lei, cercando soprattutto di farmi perdonare per la mia assenza. Annie invece mi trucidò con gli occhi, ma non mi importò più di tanto. L'unica cosa di cui mi importava era il dolce sorriso di quella ragazza dalla capigliatura ramata.

Dopo aver aiutato Annie a sistemarsi nella sua camera, in completo silenzio, raggiunsi i miei amici aiutandoli con le tende lasciando mia moglie in procinto di un sonnellino che sperai durasse parecchio.

«Mike era ora, Jamie dice che sei molto bravo a montare le tende, noi siamo un disastro» Lil fece una smorfia cercando di montare la sua dove sarebbero sostate lei e Mia, mentre nell'altra io e Jamie.

«Wow sai anche montare le tende» sorrise Mia dandomi un buffetto sulla spalla.

«Già, ho molte risorse» affermai soddisfatto con uno sorrisetto dipinto sulle labbra. Dopo un po' la tenda era pronta e aiutai anche il mio migliore amico con la sua. Decisi di cambiarmi ed indossare una felpa blu di cotone e dei pantaloni  comodi. Si erano fatte ormai le sei di sera ed iniziammo col cuocere la carne sulla brace.

«Vado a chiamare il resto, torno subito» annunciò Jamie, e solo allora mi resi conto dell'assenza di Annie.

Sicuramente avrà dormito tutto il pomeriggio.

Sistemai tutto l'occorente per la brace mentre Lil iniziò a scartare la plastica attorno alle confezioni di carne.

«Sai montare una tenda, canti, suoni e accendi anche il fuoco per la brace.. notevole» mi canzonò la giovane ragazze che con la breccia incrociate si avvicinò alla mia figura.

«Ho ragione so fare parecchie cose, mia cara» la stuzzicai, strizzandole un occhiolino divertito.

«Mi piace» affermò decisa, guardandomi fisso negli occhi. Le sorrisi facendo del mio meglio, dopo di chè la vidi raggiungere Lil ad aiutarla col cibo.

«Qui è davvero meraviglioso» si stiracchiò  Steph non appena si immerse nel verde della natura e nel furscio degli alberi per via del venticello fresco. Lo osservai divertito.

«Si, per una volta Jamie hai avuto una grande idea» esclamò anche Geroge, il risata divertita di Mia riempì i timpani, come se ad esistere fosse soltanto la sua voce e.. soltanto lei.

«Che vorresti dire?» il mio amico finse di scaldarsi ponendo su di noi uno sguardo minaccioso, a quella scena non facemmo altro che ridere tutti assieme.

«Vado a chiamare Annie, qui i cellulari non prendono» avvisai loro, che fecero un cenno con la testa tranne però la sorella del mio migliore amico che iniziò ma fissarmi probabilmente senza alcun timore,  da capo a piede.

«Vuoi che ti accompagni?» mi voltai verso la sua direzione, le sua labbra si incurvarono in un piccolo sorriso e non mi sembrò giusto, in quel momento, schiaffarle un no come risposta.

«Si, volentieri» mi limitai a dire, dopo di che lei si alzò lisciò i pantaloncini ed infilò una felpa grigi più o meno di due taglie in più alla sua.

Una volta affiancatomi, ci dirigemmo nel piazzale del bungalow dove si trovava Annie.

«E' bello qui non trovi?» la sua voce sottile interruppe il silenzio. Esitai per un po', rabbrividivo ormai al sol pensiero di noi due insieme da soli specialmente in merito a ciò che ci era successo in Francia.

«Si.. già» la voce mi tremava, sperai non se ne accorgesse, allacciai le mani dietro la schiena e mi beai del suono fine degli uccellini e di quel venticello che di tanto in tanto scostava le ciocche dei miei capelli.

«Ci tenevo a dirti che mi dispi.. » intervenni, ancor prima che potessi finire lei mi zittii.

«E' tutto okay Mike sul serio.. » non mi sembrò convinta della sua frase.

«No che non lo è» si fermò di scatto, di conseguenza costrinse a fermarmi.

«Cosa vuoi che ti dica? Che sei sparito? Che non mi hai mandato neanche un messaggio? Oppure dirti che forse Michael Reed non riesce a prendere sul serio la ragazza che ha davanti?» sbottò, la guardai stranito fingendo di non capire, anche se sembravo essere l'unico attaccato alla verità.

«Non so di cosa stai parlando Mia, io ho avuto dei problemi con mia moglie e..»

«Oh smettila Mike, questo gioco non funziona. Hai una doppia personalità per caso? Perché a volte sembra che vuoi dirmi chissà che cosa, il minuti dopo te ne dimentichi e per te divento un'estranea» ringhiò furiosa.

«Tu non sei un estreanea per me» mi avvicinai a lei senza capire cosa stessi facendo veramente, le presi il volto fra le mani e cercai di guardarla il più sinceramente possibile. Non dovevo assolutamente parlare, avrei voluto che lo capisse da se. Dirle che probabilmente provavo qualcosa per lei era troppo evidente da accettare.

«Non è cosi che funziona» si liberò dalla mia presa allontanadosi il più possibile da me.

«Cosa vuoi che faccia?» non mi ero reso conto del mio alto tono di voce, temetti di poter perdere la pazienza da un momento all'altro. Non era certo da me.

«Niente Michael, soltanto.. smettila di fingere, smettiamola di fingere perché posso avere anche avere vent'anni meno di te ma non sono nata ieri» sbottò velenosa, la sua smorfia di disgusto completò il tutto.

«Non posso.. e lo sai» così dicendo, la oltrepassai lasciandomela alle spalle i suoi pensieri confusi e miei sentimenti più profondi.

Non aprimmo bocca fin a quando non ci ritorovammo di fronte alla porta del bungalow di Annie, bussai piano e lei venne ad aprirmi.

«Finalmente, ti stavo aspettando» sorrise, l'attimo dopo quello stesso sorriso le morì in volto quando incrociò la figura di Mia.

«Andiamo, ci stanno aspettando per cenare» tagliai corto.

***

Sedemmo tutti intorno formando un cerchio, mentre con tranquillità degustammo la carne e le salsiccie cotte a puntino. Di tanto in tanto gettavo lo sguardo su quella ragazzina che ormai mi aveva fatto perdere il nume della ragione, ma a distogliermi dai pensieri era sempre mia moglie pronta a rovinare i miei momenti intimi interiori più belli.

«Passami il sale per favore» non risposi, obbedì.

«Questa carne è ottima» intervenne la voce di Geroge, Stpeh annuì appoggiando la sua idea. Dopo aver finito la carne Lil e Mia iniziarono a fare il giro dei piatti per chi ne volesse ancora. Arrivò il mio turno.

«Ne vuoi ancora?» domandò Mia imbarazzata, senza incrociare i miei occhi.

«No grazie.. » non mi piaceva essere in collera con lei, litigare non era affatto il mio forte. Quando si allontanò sentì lo sguardo pesante e opprimente di Annie.

«E' successo qualcosa?»

«No, perchè?» risposi con noncuranza.

«Sarà» fece spallucce tranquillamente tornando a fissare il suo piatto.

Dopo un po' i piatti di plastica erano nella busta della spazzatura e la brace spenta.

«Che ne dite di accendere un falò? Mia potrebbe cantarci qualcosa» esclamò Jamie, sorridente. Anche sua sorella si sforzò di sorridere.

«Si è.. un'ottima idea, vado a cercare della legna» si alzò dalla posizione a gambe incrociate, si sistemò la sua canottiera bianca sui fianchi e legò i capelli in una cosa.

«Vengo con te» esclamai, probabilemte troppo ad alta voce siccome tutti smisero di parlare mentre il mio migliore e mia moglie iniziarono a fissarmi straniti.

«Ehm.. non mi va che Mia cammini per il bosco da sola è pericoloso» balbettai. Lo sguardò del mio amico si rilassò.

«Grazie Mike, sei davvero gentile» gli sorrisi anch'io al contrario di Annie che mi guardò torvamente.

«Potresti restare qui» m'afferrò per un braccio, senza intenzione di lasciarmi.

«Non mi va che la sorella del mio migliore amico vada da sola per il bosco, te lo detto» lei lasciò la presa lentamente e intristita, ma non appena mi allontani Lil si preoccupò di scambiare con lei due chiacchiere per poterla distrarre mentre io e la ragazza dai capelli ramati ci avventurammo del bosco.

***

Camminammo lentamente, nessuno dei due si decideva a parlare così fui io a far la prima mossa.

«Com'è andato il tuo esame?»

«Bene molto bene.. appena finite le vacanze vorrei cambiare collage» confessò, ed il mondo improvvisamente mi crollò addosso..

E se avesse scelto un collage lontano da Seattle?

Stava bene lì, alla Madison University perché cambiare?

«E.. dove andrai?»

«In realtà la Juilliard non mi ha ancora confermato l'iscrizione per cui.. la Madison è la mia seconda scelta Jamie vuole che provi anche un'altra strada» intravidi un bel pezzo di legno e lo recuperai mettendolo poi in spalla. La ragazza minuta si strinse nelle sue spalle, dedotti avesse freddo.

«Hai freddo?» a quell'ora della sera, fra i boschi e la parte alta di Seattle le temperature si abbassavano.

«Un po, ma non ti preoccupare» sorrise gentilmente, ma io tolsi via in fretta la mia felpa restando a maniche corte, lei l'afferrò senza smettere di sorridere appoggiandosela sulle spalle.

«Credo sia meglio che tu te la metta, la mia felpa è più pesante di quella» indicai con lo sguardo il suo addome e mi parve averla vista arrossire. Ridacchiai distogliendo lo sguardo, recuperai un'altro pezzo di legno bello sodo.

«Oh.. d'accordo» prima che potesse infilarsi il mio indumento potei intravedere sott'occhio che non portava la biancheria intima, i capezzoli le si erano diventati turgidi per via della bassa tempertatura. Disoltsi imbarazzato lo sguardo, consapevole del rossore che avevo sulle guance. Quando mi voltai aveva indosso la mia felpa blu, era enrome in confronto alla sua statura almeno tre volte. La osservai dolcemente, vederla stretta in qualcosa di mio mi fece scaldare il cuore senza pensarci due volta le appoggiai delicatamente il bracco intorno al collo stringendola di poco al mio petto, mentre camminavamo nel bosco. Lei ridacchiò nascondendo poi il viso nell'incavo del mio collo. Restammo in quella posizione per un po, finchè la ragazza non si scostò da me con rivolgendomi uno sguardo corrucciato.

«Qualcosa non va?»

«Senti questo rumore?» si allontanò da me, separando alcuni rami e cespugli che aveva intravisto davanti a se  con le mani.

«Mia vieni qui, tuo fratello mi ucciderebbe se ti perdessi» esclami una volta che la scrutai abbastanza lontana da me. Ad un certo punto udì anch'io un leggero fruscio d'acqua, un paesaggio mozzafiato e un enrome lago pacato e quieto sotto i nostri occhi spalancati. Si trattava di un insenatura dopo alcuni cespugli ingarbugliati e in incavo di alberi semi caduti l'uno sull'altro.

«Wow, è bellissimo.. » sussurrò Mia, avviandosi verso il ponte di legno che si trovava in lontananza, si fermò al bordo chinandosi e tenendo i capelli fermi con una mano. Con l'altra smosse l'acqua inserendoci le dita constatandone la temeperatura.

«E' calda» affermò, voltandosi verso di me. Non feci altro che osservarla a braccia conserte, con un sorriso idiota dipinto sul volto. Era chiaro che quella ragazzina scatenasse in me un benessere che ormai Annie non poteva più darmi. Lei era semplice, amava essere genuina e tutto ciò che la facesse sentire viva. Volevo sentirmi vivo insieme a lei.

«Ehi? Terra chiama Michael??» la sua mano piccola e affusolata mi distolse dai pensieri una volta che sventolò sul mio viso.

«E' bello qui non trovi?» il sole era quasi ormai tramontato, saremo dovuti tornare indietro e portare la legna dagli altri o si sarebbero preoccupati.

«Si lo è..» guardai fisso ciò che avevo davanti, strinsi senza rendermene conto la sua mano minuta intrecciandola con la mia. Restammo lì per qualche, ad osservare come il rumore dell'acqua incantasse i nostri timpani e cullasse i nostri cuori. Guardai l'orologio, imbarazzato sciolsi la presa dalla sua mano, soffrendone un po il distacco.

«Sarà meglio andare» lei annuì, per poi tenersi le mani in grembo avvolte nel tessuto blu della mia felpa.

Durante il cammino recuperai altra legna, e con l'aiuto di Mia riuscì a portane più del previsto.

«Ehi, pensavamo steste facendo i piccioncini nel bosco» esclamò Geroge, ridacchiando giocosamente con Steph che si accodò alla sua battuta, a Jamie andò di traverso la bevanda che stava sorseggiando, tossicchiò e si toccò il petto ripetitivamente. Lil arrivò in suo soccorso picchiettandogli la schiena. Distolsi lo sguardo, troppo impaurito da ciò avrebbe potuto pensare il mio amico in merito a quella frase, e alle gravi, scioccanti, conseguenze che ne sarebbero susseguite.

«Be' eccoci qui» mi sforzai di sorridere.

«E' la tua felpa? Perché la tiene addosso lei?» puntò il dito contro la ragazza improvvisamente spaesata.

«Aveva freddo e io sono pur sempre un gentiluomo» risposi con disinvoltura. Jamie mi rivolse un sorriso che riuscì con difficoltà a ricambiare.

«E tu non hai freddo? Mia per favore puoi restituire la felpa a mio marito?» il silenzio calò su tutti noi, Geroge aveva smesso di fumare il suo sigaro, Steph invece di masticare la sua barretta al caramello e Lil e suo marito osservarono il tutto con occhi spalancati.

«Che cosa hai detto?» emanai una smorfia di disgusto rivolta a mia moglie.

«Quello che hai sentito"- sbottò lei.

"Mi dispiace Michael.. io non pensavo di..» la ragazza aveva quasi le lacrime agli occhi, fu in procinto di togliersi la felpa ma io bloccai il suo movimento con un cenno della mano. Mi avvicinai a mia moglie, oramai regnava il silenzio i miei amici saettavano lo sguardo da me ad Annie.

«Mi hai stufato!! E' una felpa, porca mi seria» strillai, poi feci mente locale alternando lo sguardo da i miei amici a Mia. Non mi ero mai arrabbiato in quel modo, ne tanto meno in pubblico. Mi strofinai il volto stanco e imbarazzato tirandomi indietro i capelli per poi tornare a guardare gli altri con occhi mortificati.

«Scusatemi» girai i tacchi e me ne tornai da dove ero venuto, dal lago.






#SPAZIOAUTRICE

Buondììì ragazzii! ❤️👌🏼 scusatemi per l'assenza ma come ben sapete è inizata la scuola e non pubblicherò molto spesso, ma spero che questo capitolo vi sia piaciuto come vi stia piacendo la storia! fatemlo sapere, aspetti i vostri commenti


See you baby❤️❤️

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