Difficult Heart

By uccidisorridendo

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/SOTTO REVISIONE⚠️/ La vita di Alexandra Morris non potrebbe essere più monotona; Le sue priorità sono lo st... More

Trama
1. Monotonia
2. Approfondimenti
3. Conoscenza
4. Sopportazione
5. Il progetto
6. Arte
7. L'isolamento
8. Discorsi
9. Rabbia
11. Sentimenti alla luce
12. Verso giusto
13. Giornata libera (prima parte)
14. Giornata libera (seconda parte)
15. Distrazione fissa
16. Incontri
17. Dubbi
18. La festa
19. Nuove conoscenze
20. La lettera
21. Quotidianità
22. Pensieri
23. Fuori dalle regole
24. Sentimenti
25. Problemi
26. L'invito
27. San valentino (prima parte)
28. San valentino (seconda parte)
29. Conflitti
30. Emozioni
31. Misteri

10. Incomprensioni

103K 4K 2.2K
By uccidisorridendo

"Tante volte uno deve lottare così duramente per la vita
che non ha tempo di viverla"
C.Bukowski

꧁꧂

-Secondo te quanto dureranno?- mi domanda Tobias appoggiandosi all'armadietto.
Osservo la giovane ragazza vestita da cheerleaders e il bel ragazzo muscoloso mostrarle il bicipite.
-Non so...penso un mesetto- borbotto con un sorriso.

Quel ragazzo l'avevo già visto due giorni prima con un'altra.

Funziona un po' così, a scuola mia.
Ogni volta che qualcuno di popolare si mette insieme a qualcun altro non durano quasi mai più di un paio di mesi.
Mi dispiace molto, perché vedere questo genere di scene non fa che ricordarmi che magari, il vero amore che mi sogno io, neanche esiste.

-Secondo me due settimane...- il mio amico dai capelli rossi prende i libri distrattamente.
-Addirittura...-
-Non mi sembrano molto presi...- commenta facendomi un cenno nella loro direzione.
In effetti adesso sono entrambi al telefono.

Quando improvvisamente qualcosa cambia.
Gli occhi della bella ragazza di alzano, e capisco benissimo il perché.

Alan, insieme al suo gruppo fidato di amici sta passando in mezzo al corridoio.
Camminano a passo lento, sanno benissimo di fare un certo effetto alle persone.

Si girano tutti, quando arrivano loro.
Tra i borbottii e le risatine delle ragazze e gli sguardi torvi dei ragazzi, non so come faccia Alan a reggere tutte queste attenzioni.

Per certi versi, sono contenta di non essere al posto suo, passare inosservati ha i suoi pregi.

Quando passa di fianco a me per un attimo il suo sguardo gelido si abbassa.
Posa i suoi occhi nei miei.
Non riesco a capire se stia provando rabbia, divertimento o semplicemente il niente.
Perché passano pochi secondi, poi sparisce lungo il corridoio.

-Ce l'ha ancora con te per quello che hai fatto la scorsa settimana?- domanda il mio amico, che deve sicuramente aver notato il nostro gioco di sguardi.
-Non lo so...- dico sinceramente alzando le spalle.

Ormai è passata una settimana da quell'accaduto e ammetto che personalmente sto facendo finta di nulla.
Non ho riscontrato altri problemi con Alan, anzi, sono contenta di aver notato che ci siamo completamente ignorati.

Allo stesso tempo, la mia gioia aumenta quando penso a ciò che dovrò fare il pomeriggio.
Rivedere Daniel...

Guardo l'anellino di metallo sul mio anulare e sorrido.

Anche lui è risultato tranquillo questi ultimi giorni, non mi ha trattata troppo male nonostante qualche discussione inerente alle materie scolastiche.
Sembra quasi avere veramente intenzione di voler cambiare...migliorare.
E il fatto che mi abbia dato la possibilità di far parte di questa sua riabilitazione, mi rende quasi...fiera di lui.

Nonostante ciò ammetto che una parte di me non comprende bene perché questo suo improvviso cambiamento.
Certe volte sembra quasi...obbligato a voler cambiare, come se non dipendesse da una scelta autonoma.

Forse semplicemente non vede l'ora di uscire dal carcere e si questo nessuno potrebbe dargli torto, certamente.

Ma c'è una parte di me, una piccola parte, che ha paura di non riuscire realmente a comprendere quel ragazzo.

-Andiamo in classe...- dice Tobias, appoggiandomi un braccio lungo le spalle e risvegliandomi dai miei pensieri.

꧁꧂

-Non hai fame, Alexandra?- domanda mia zia notando che ho lasciato quasi tutto nel piatto.
-Non molto...- dico versandomi un bicchiere d'acqua.
-Sai che devi iniziare a mangiare di più tesoro...- lei addolcisce lo sguardo, e capisco benissimo le sue preoccupazioni.

In passato ho sofferto di disturbi alimentari e sono dovuta andare spesso da psicologi e dottori per controlli vari.

Adesso mi sto riprendendo anche se non dimenticherò mai le parole del dottore;

"Questa ragazza è cresciuta volendo aspirare alla perfezione...c'è stato qualcosa di sbagliato alla base, vi pregherei di lasciarla più libera e meno sotto pressione"

Queste parole erano certamente dedicate a mia madre, che fin da quando ero piccola non faceva che ricordarmi che devo sbagliare il meno possibile.
"Fai questo Alexandra"
"Non così Alexandra" 
"Tu sei molto più intelligente...se solo ti impegnassi al massimo"

Le sue parole erano come degli avvertimenti.
Nella mia testa vedevo il tutto come;
"O fai questo o ci deluderai profondamente"
e io non volevo deludere nessuno.

Volevo che tutti fossero orgogliosi di me e quasi non mi accorgevo che per rendere tutto questo possibile, mi stavo lentamente autodistruggendo.

-Okay...finisco di mangiare- dico riprendendo la forchetta e sorridendo a mia zia.

꧁꧂

Si oggi sono fin troppo in anticipo.
Cammino lentamente, perché probabilmente è fin troppo presto per entrare dentro, ma mia zia doveva lavorare e non volevo prendere il pullman, perciò ho preferito arrivare prima.

Mi siedo sugli scalini, intenta a preparare il materiale di oggi.
Sono sempre molto ordinati i miei appunti e io li tratto quasi come dei "figli"

-Da quant'è che non vedevo quella faccina da cerbiatto...- una voce mi fa alzare subito lo sguardo.

Alan.

-Cosa ci fai qui?- borbotto confusa alzandomi e allontanandomi in tutta fretta.
-Sono passato a trovare un amico...- risponde con calma e tranquillità mentre passa divertito lo sguardo sul mio zaino, ancora aperto in mezzo agli scalini.

Mi affretto a sistemarlo.
-Quindi hai degli amici in carcere?- domando senza guardarlo in faccia.
-Già...-
-Bella compagnia...- mormoro.
-Sbaglio o eri tu quella convinta che qui sia pieno di gente brava pronta a cambiare?- mi ricorda puntando lo sguardo sul freddo edificio.

-No...non penso che tutti siano pronti a cambiare, ma Daniel, il ragazzo a cui faccio da tutor...beh lui si- lo correggo prontamente.

Appena Alan sente quel nome sembra avere un espressione quasi infastidita, e mi ricordo benissimo che mi aveva già avvertita su di lui.
Non sono sicura che le sue raccomandazioni si basino su qualcosa di vero perché conosco Alan e so benissimo che non è un tipo affidabile.

-Daniel Walker...- mormora e noto un lampo di rabbia passargli negli occhi.
Annuisco.
-Ancora convinta che sia una brava persona eh?- fa un sorriso falso accendendosi una sigaretta.
-Che ingenua...- dice prima di iniziare a fumare.

-Si- rispondo con coraggio, avanzando.
-Sono convinta che sia una brava persona-

-Quello è uno che non si fa problemi a picchiare la gente se si incazza...- inizia a dire ma lo interrompo.
-Lui non inizia mai la rissa, di solito reagisce e basta...- lo difendo, ricordandomi delle parole di Daniel.

Mi ha spiegato che ha sempre delle motivazioni per picchiare la gente.

Alan fa per dire qualcosa, quando qualcuno ci interrompe.

-Oh Alexandra...fa un freddo qui fuori, entra dai, anche tu ragazzo...- dice Brianna aprendo la porta e facendoci cenno di entrare nell'atrio, non prima di aver fatto spegnere ad Alan la sigaretta.

Una volta al caldo, noto con fastidio che Alan si trova ancora al mio fianco.
-Sei un amico di Alexandra?- domanda Brianna con un sorrisetto.
Probabilmente deve avermi visto parlare con lui e deve aver frainteso totalmente la situazione.
-Non proprio...- dico io guardando il pavimento pulito.
Sento Alan respirare lentamente accanto a me.

-Beh...comunque i ragazzi hanno appena finito di pranzare, adesso stanno arrivando, tu caro perché sei qui?- la sua attenzione passa completamente sul biondo di fianco a me.

-Una visita- risponde lui con le mani in tasca.

Brianna annuisce e si allontana un attimo.

-La nostra conversazione non è finita...- sta parlando a voce bassa, quasi come non volesse farsi sentire da nessun altro.
-Non ho niente da dirti- controbatto avvicinandomi alla porta dalla quale in teoria dovrebbero arrivare i detenuti.

-Non siamo amici, ma mi sento in dovere di avvertirti ragazzina...- continua a dire ma ormai non lo sto più ascoltando.
Non vedo l'ora che se ne vada.

Quando inizio a sentire urla varie e parecchio casino capisco che stanno arrivando, quindi mi sposto leggermente di lato, vicino a Brianna e Alan.

-State zitti!- i soliti avvertimenti delle guardie ormai non mi sorprendono più.
Arrivano alcuni ragazzi, probabilmente i più tranquilli, perché sembrano fin troppo stanchi per parlare.
Hanno gli occhi su me e Alan, anche se principalmente su di me.

Tutti qui sanno che faccio da tutor a Daniel.

Quando finalmente lo vedo arrivare, faccio per alzare un braccio per salutarlo, ma qualcuno mi blocca.

Alan, senza un perché, mi ha appena stretto un braccio lungo il fianco, spingendomi contro il suo petto.
-Vuoi vedere che brava persona è Daniel?- mormora a voce bassa mentre io cerco invano di liberarmi della sua stretta.

Vedo Daniel irrigidirsi e avvicinarsi.

-Allora...- dice stringendomi con più forza.
-Guarda cosa è in grado di fare...-

Lo guardo confusa quando improvvisamente non sento più nessuno al mio fianco.
Succede tutto troppo in fretta...

Alan è in terra, e Daniel si trova sopra di lui a tiragli dei continui pugni.
Rimango immobile mentre vedo Brianna e le guardie circondarli.
I detenuti, ormai sparsi ovunque, sembrano divertirsi davanti a quella scena.
Io mi avvicino, ma vedo della gente bloccarmi
Noto solo Daniel che non sembra avere la minima intenzione di fermarsi.
Vedo del sangue...mi viene quasi il voltastomaco.

Il volto di Alan non sembra quasi più riconoscibile, i suoi occhi sono chiusi e le sue mani strette a pugni.

La cosa strana è che non ha reagito...

-Daniel...- dico avvicinandomi.

Non pensavo fosse così violento durante le risse...

Ormai sono in due le guardie che lo stanno tenendo e riesco a scorgere con chiarezza Alan, che si pulisce il sangue con un leggero sorriso macabro in bocca.
Tossisce e spunta in terra mentre Daniel viene ammanettato.

"Guarda cosa è in grado di fare"

Daniel punta i suoi occhi nei miei, è sudato e i capelli sono sparsi sul viso.
Sembra bellissimo ma al contempo pericoloso.
Mi fa cenno di avvicinarmi, ma io rimango ferma.

È sporco di sangue e respira frettolosamente.
Non si è ancora tranquillizzato.

-Alexandra...- dice con fatica mentre una guardia lo spinge in terra.
Ma io distolgo lo sguardo.

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