BRAVI RAGAZZI

By japanika

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Aiden sta tornato nella sua città dopo aver passato un anno all'estero per punizione, per non essere stato il... More

Premessa
Capitolo 2 - Primo incontro
Capitolo 3 - Un lavoro ben fatto
Capitolo 4 - "Psicopatico" nuovo contatto salvato
CAPITOLO 5 - Ricattatore soddisfatto ... ricattato anche
Capitolo 6 - Anche una noiosa festa può riservare sorprese
CAPITOLO 7 - Nuova casa, vecchi scontri
CAPITOLO 8 - Risveglio o pazzia?
CAPITOLO 9 - E' tutto vero: i vampiri esistono
CAPITOLO 10 - Geloso di colui che odio ... assurdo!
CAPITOLO 11 - Sono un mostro
Capitolo 12 - Una via di fuga
CAPITOLO 13 - River e Ocean: incontro al Giardino di Charlotte
CAPITOLO 14 - Mostrami le zanne
CAPITOLO 15 - Il momento della verità
Capitolo 16 - Una terribile notizia
CAPITOLO 17 - Nella tana del lupo
CAPITOLO 18 - Decisione difficile
CAPITOLO 19 - Preparativi per la partenza
CAPITOLO 20 - Nuova vita

Capitolo 1 - Ritorno a casa

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By japanika


AIDEN

Sono passati 11 mesi dalla mia partenza ed eccomi qua di nuovo a casa.

La vista della mia città dall'aereo è immutata esattamente come me la ricordavo e riesce a farmi provare un senso di nostalgia, chissà se anche le cose che ho lasciato sono rimaste tali.

Io certamente sono cambiato e non certo come i miei avrebbero voluto. Sono stati loro a mandarmi a studiare a Londra per "raddrizzarmi" e adesso dovranno accettare quello che hanno ottenuto.

Mi tocco il piercing e sorrido, sì, a mia madre verrà sicuramente un colpo, se non per questo sicuramente per i tatuaggi.

Avrebbero fatto meglio ad infliggermi un'altra punizione dopo il casino che ho combinato al mio 17 compleanno.

Quella notte io e i miei amici ci siamo un po' fatti prendere la mano.

Sorrido ripensando alle loro facce sconvolte quando sono rientrati senza avvisare, anche se in quel momento non ci ho trovato niente di divertente.

I miei erano usciti per lasciarmi casa libera, dopo le miei insistenti richieste e le loro innumerevoli raccomandazioni.

Mi avevano assicurato che sarebbero rimasti fuori fino al giorno dopo e invece erano rientrati prima, probabilmente per controllarmi.

Era già da un po' che non ero più il figlio ubbidiente che desideravano e probabilmente avevano dei dubbio sulla mia condotta.

Al loro arrivo però trovarono più di quello che si aspettavano, le prove per incriminarmi abbondavano: adolescenti ubriachi che gli devastavano casa, ragazze mezze nude che ballavano in salotto, il mio migliore amico Timothy che scopava nel loro letto e soprattutto il loro unico figlio che si faceva una striscia sul tavolinetto di vetro.

Hanno dato di matto e il giorno dopo ero su un aereo diretto all'estero.

Volevano cambiarmi rinchiudendomi in un collegio maschile, beh, devo dire che ci sono riusciti, ma nel senso opposto a quello che credevano.

Non basta mandarmi nella scuola più costosa e prestigiosa del vecchio continente per rendermi un "gentleman".

Ancora non hanno capito che i "figli di papà" non sono tutti perfettini e noiosi, ci sono anche quelli che sanno come godersi la vita.

Il mio compagno di stanza apparteneva a quest'ultima categoria e mi ha insegnato a divertirmi in modi che nemmeno credevo possibili.

E adesso eccomi qua pronto a tornare alla mia vecchia e noiosa vita.

La mia unica fortuna è che prestissimo inizierò l'università e non sarò costretto a vivere sotto lo stesso tetto di quel rompicazzo di mio padre.

Il pensiero mi corre a Nicole, chissà come prenderà il mio ritorno.

Siamo stati insieme per 4 lunghi anni finché non l'ho lasciata con un semplice messaggio "Parto per Londra. Addio"

Sono stato un vero bastardo, ma, anche se non lo voglio ammettere, partire è stata una dura prova da affrontare e ho riversato su di lei la mia sofferenza, fingendo di essere forte e che la cosa non mi turbasse affatto.

Meglio bastardo che debole. E poi non sono il tipo da relazioni a distanza. Non sono riuscito ad essergli fedele incontrandola tutti i giorni a scuola, figurarsi con un oceano a dividerci.

Adesso anche se i miei sentimenti per lei sono cambiati e non desidero ritornarci insieme, ho voglia di rivederla, forse solo per sentirle dire che le sono mancato. Per riprendermi anche solo in parte il posto che era mio.

Appena atterro il primo che chiamo però è il mio amico Timothy, lui è l'unico con cui mi sono tenuto in contatto anche durante il mio esilio.

"Ciao Tim. Sono appena atterrato"

"Ciao amico! Finalmente sei tornato. Non dovevi già essere qua due settimane fa?"

"Avevo da fare"

La verità è che Lucas il mio compagno di stanza ha voluto che passassi dei giorni a casa sua prima di salutarci. Baldoria ogni sera e un tatuaggio nuovo di zecca. L'altro, insieme al piercing al labbro, me lo sono fatto poco tempo dopo essere arrivato a Londra come vendetta. Mi sono divertito molto con lui anche se devo ammettere che i ricordi sono molto confusi, sempre troppo fatto e ubriaco. So solo che il sesso è stato il grande protagonista, il modo ideale per dirci addio.

Timothy mi riscuote dai miei ricordi "Sei arrivato giusto in tempo per partecipare alla festa di questa sera. Non puoi perdertela."

"Contaci non ho nessuna voglia di restare a casa con i miei di venerdì sera"

"Ci saranno tutti"

Non riesco ad impedirmi di chiedere "Anche Niky?"

Tim attende qualche secondo prima di rispondere, sembra pensare a cosa dirmi "Sì, si svolgerà a casa sua ... Sai appena te ne sei andato lei era molto giù, poi ha conosciuto un tipo e ... credo ci sarà anche lui"

La gelosia è una brutta bestia e io non sono mai stato bravo a gestirla. Lo so sono stato io a lasciarla e credo di non esserne nemmeno più innamorato, ma sapere che ha un altro mi infastidisce non poco "Lui chi è?"

"Non lo conosci. Si chiama Kyle Wilson ed è arrivato quando tu eri già in Inghilterra. Sembra il classico bravo ragazzo, noioso e rompicoglioni, ma sinceramente non ci ho mai parlato"

Bravo ragazzo ...

Mi viene una malsana idea, perché non testare questa sua qualità? E magari far capire a Nicole che non è semplice sostituirmi.

Ho un motivo in più per non mancare questa sera.

"Ci vediamo là o preferisci venire a salutare i miei?"

"No, grazie."

Rido sentendo la sua voce spaventata, mio padre ha minacciato di sparargli se lo rivede in casa nostra. E non è una minaccia a vuoto visto l'arsenale che ha in casa.

Tim riprende "Ah, dimenticavo è una festa in maschera per festeggiare il solstizio d'estate"

"Perfetto. Ci vediamo questa sera"

"A stasera bimbo"

Sbuffò Tim mi ha sempre preso in giro per il fatto di essere nato dopo di lui, poi ora da quando lui è diventato maggiorenne non fa che ricordarmelo "Quando ci vediamo te lo faccio rimangiare idiota"

Chiudo la conversazione senza attendere la sua risposta e dopo alcuni secondi mi giunge un messaggio "Ci sarà anche Jenny, non fa che chiedermi di te. Scopata assicurata 😉"

Jennifer ha sempre avuto un debole per me e non ha mai avuto problemi a chiedermi di uscire nonostante sapesse avessi già la ragazza. Chissà forse potrei usarla per il mio piano.

Recupero le mie valigie e mi dirigo all'uscita. Naturalmente non c'è nessuno ad attendermi, visto che non ho detto ai miei l'ora corretta del volo. Voglio tardare il più possibile il momento del ricongiungimento. Voglio approfittare di un giro in taxi per godermi ancora qualche attimo di pace.


KYLE

Che rottura di coglioni, l'ennesima festa!

E io che non posso comportami come vorrei, mi costa una fatica enorme dover sembrare quello che non sono, ma i miei sono stati fin troppo chiari: un'altra stronzata e addio sostentamento.

Hanno i soldi anche nel buco del culo e fanno i taccagni per una espulsione. Va bene, se non fosse stato per l'influenza di mio padre e per il fatto di essere ancora minorenne, mi sarei beccato una denuncia per stupro e una per aggressione, anche se non sono minimamente colpevole.

Quella troia, quando il suo fidanzato l'ha beccati con il mio cazzo ancora piantato fra le cosce, ha cominciato a piangere chiedendo aiuto, giurando che l'avevo costretta, il coglione mi si è scagliato addosso e io mi sono semplicemente difeso. Ma nessuno mi ha creduto.

Così adesso per colpa di una scopata mi ritrovo lontano dalla mia città, dai miei amici, in un posto dove nessuno mi conosce e sa chi sono veramente. Costretto a portare una maschera, a fingere di essere ciò che non sono, mi odio così tanto che fatico a guardarmi allo specchio.

L'unica cosa bella di questo posto di merda è Nicole, ma anche con lei sono costretto a fingere tutto il tempo, ad essere il perfetto ragazzo che non sono.

Anche quando facciamo sesso sono gentile e delicato, l'opposto di come sarei veramente se mi lasciassi andare e seguissi le mie pulsioni. Così, anche se raggiungo l'orgasmo, mi rimane un senso di insoddisfazione addosso che mi sta lacerando dentro.

Non credo che, se mi conoscesse per quello che sono, resterebbe ancora con me, lei, come tutti quelli che mi circondano qui, è innamorata delle mia bella maschera.

Ma io non sono questo e non so per quanto riuscirò a resistere.

Io sono un bastardo che pensa solo a se stesso, che parla peggio di uno scaricatore di porto, irascibile e sempre pronto a menare le mani. Amo il sesso violento e passionale, sono sadico e a volte, perché no, anche masochista.

Forse per questo che quell'idiota cornuto quando ci ha visti ha creduto a quella puttana della sua ragazza!

Cammino avanti e indietro per la stanza come una bestia feroce in gabbia, la rabbia che mi acceca ogni volta che ripenso a quell'episodio rischia di farmi perdere il controllo e non me lo posso permettere.

Non ho nessuna voglia di ritrovarmi a dover lavorare per mantenermi agli studi, rovinandomi così gli ultimi anni di libertà che mi restano prima di dover entrare come tutti nel mondo degli adulti.

Guardo il costume appoggiato sul letto, fortunatamente è una festa in maschera e per una volta riuscirò a passare quasi inosservato e non mi sentirò continuamente sotto esame.


AIDEN

Prima di entrare in casa mi tolgo il piercing, non voglio creare casini con i miei proprio oggi, questa sera voglio andare alla festa e non mi sembra il caso di farli incazzare proprio ora.

Entro usando le miei chiavi.

"Sono tornato"

Attendo qualche secondo e vedo arrivare mia mamma "Tesoro mio! Che bello sei tornato"

Mi abbraccia stretto "Avevi detto che saresti rientrato domani. Perché non mi hai chiamato? Sarei venuta a prenderti"

Sorrido e ricambio il suo abbraccio "Volevo farvi una sorpresa"

Lei sta quasi per piangere "Ci sei riuscito. Mi sei mancato così tanto"

Sento la rabbia fare capolino davanti alle sue parole e rispondo più acido di quello che avrei voluto "Non sono stato io a volermene andare"

Lei si stacca e mi guarda negli occhi, la sua faccia dispiaciuta non mi fa nessun effetto, me la sono legata al dito e difficilmente li perdonerò "L'abbiamo fatto per il tuo bene. Dovevi allontanarti da quella brutta compagnia prima che ti rovinassero"

Non rispondo perché sono certo che direi cose non certo concilianti.

Ai genitori fa comodo dare la colpa agli amici, alla società a chiunque altro, per non dover ammettere che il loro caro figlio è un poco di buono.

Non sono certo un criminale, ma nemmeno l'agnellino sprovveduto che credono loro.

Tutto quello che ho fatto, l'ho fatto perché lo volevo, nessuno è mai stato in grado di impormi qualcosa.

Dopo un attimo di silenzio mia madre riprende "Mi dispiace, tuo padre non c'è. E' fuori per lavoro. Saremo solo tu ed io, così mi racconterai cosa hai fatto a Londra"

Non penso sarebbe contenta di sapere cosa ho combinato, dovrò mentirle per non rischiare di essere spedito in Alaska.

Adesso però è tempo di parlarle della festa se voglio avere il tempo di trovarmi un costume

"Lo farò molto volentieri domani. Questa sera c'è una festa e mi piacerebbe molto partecipare per rivedere ..." sto per dire Timothy, ma mi trattengo non sarebbe una buona mossa, poi mi viene un'idea, mia madre ha sempre adorato la mia ex, così dico "Nicole. Sono undici mesi che siamo distanti e non è stato facile per nessuno dei due"

Mia madre sorride triste "Lo so tesoro e mi dispiace, Nicole è una ragazza fantastica. Spero possiate tornare ad essere unti come prima"

Niki non c'era la sera del misfatto, era in vacanza con i suoi genitori e mia madre è convinta che se lei ci fosse stata, io non mi sarei immischiato con certi "balordi" e tutto questo non sarebbe mai accaduto.

Beh, in parte ha ragione se lei fosse stata presente certamente non avrei tirato sul tavolinetto e non ci sarebbero state due ragazze mezze nude che ballavano per me. Quindi sì, è vero, se lei ci fosse stata non mi avrebbero beccato, però questo non significa che non l'avrei fatto, semplicemente non sarei stato così spudorato.

"Lo spero anch'io" come sono diventato bravo a mentire ...

"D'accordo però usa la testa mi raccomando"

"Mamma lo sai che sono cambiato"

"Lo so. Tuo padre e io siamo molto orgogliosi. Abbiamo sentito spesso il Direttore dell'istituto e ci ha sempre detto solo cose meravigliose su di te"

Sorrido, se mi ha insegnato qualcosa questa esperienza è quella di tenere ben nascosto il mio lato "sbagliato" e poi all'Istituto facevano troppo gola i soldi di mio padre per rispedirmi a casa prima del previsto.

"Sei cresciuto così tanto, faccio fatica ad abituarmi ... e poi i tuoi capelli, ma ti hanno permesso di tenerli così lunghi?"

Ma dove pensano di avermi mandato nella legione straniera? E poi mi coprono appena le spalle, neanche mi arrivassero al culo!

"Non c'è nessuna regola che lo vieti"

"A tuo padre non piaceranno"

Sbuffo, quel conservatore del cazzo! "Non sono i capelli a fare un delinquente. Adesso vado in camera a disfare le valigie. Poi penso che andrò in centro per cercare un costume per questa sera"

"Va bene. Se hai bisogno di me sono di là a lavorare"

Mia madre è una scrittrice e passa la maggior parte del suo tempo chiusa nel suo studio. Ogni minuto che non è lì dentro lo considera tempo perso, perciò ero più che certo che non si sarebbe offerta di accompagnarmi.

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