TWENTY

By SarahAdamo

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🏅I'm on THE WATTYS 2018 LONGLIST - MIA è una ragazza dinamica, solare, spesso e volentieri capricciosa. Ama... More

#SPAZIOAUTRICE❤️
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Ringraziamenti
Twenty 2.. cosa ne pensate?

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By SarahAdamo







Michael's point of view

La voce di Annie scosse i miei pensieri, facendomi riemergere alla realtà. Mi staccai violentemente dalla ragazza accanto a me grattandomi la nuca nervosamente.

«Sarà meglio andare.. » affermai imbarazzato. Lei non parlò bensi si limitò a fare un cenno col capo.

Pregai Annie che non mi avesse visto, non era così che avrei voluto farle capire che le nostre strade dovevano separarsi.
Ci ritrovammo in salone, Jamie e Lil erano intenti a chiacchierare armoniosamente con mia moglie mentre il mio migliore amico poggiò sulle braccia di quest'ultima un vassio incartato bianco e da nastri dorati.

«Era il minmo Annie so che cucini molto bene e volevamo almeno sdebitarci» sorrise Jamie, io mi schiarì la gola.

«Ehilà, dov'eri finito?» si rivolse il mio migliore amico abbracciandomi.

«Mia voleva dare un'occhiata al gazebo» mi finsi disinvolto, mentre lei apparve dietro la mia figura, abbracciando Lil.

«Sempre dietro a mia sorella tu, le dirò di darsi una calmata non può sempre disturbarti» sbuffò il mio amico.

«Non mi disturba affatto e lo sai!» sorrisi.

«Be' accomodatevi, io intanto perparo la cena» esclamò Annie, stranamente tranquilla.

«Io vengo con te» s'accodò Lily.

«A questo punto vengo anch'io, mi annoia la presenza di due anziani» scrollò le spalle Mia, con nonchalance.

«Ma tu guarda.. » borbottò Jamie, io mi limitai a sorridere divertito scuotendo il capo. Le tre donne si diressero in cucina, ed io e il mio migliore amico rimanemmo sul mio comodo divano.

«Hai ancora quei dischi in vinile?»

«Certo che si, li ho tutti qui» mi alzai, recandomi al mobile alto, aprí l'anta di legno e tirai fuori una montagna di dischi d'epoca, era una passione per me. Chiacchierammo del più e del meno fino a che le donne non arrivarono con dei gustosi piatti fumanti di spaghetti al pomodoro e polpette. Mi leccai i baffi e guardai il piatto adagiato al mio posto con l'acquolina in bocca.

«E' pronto, sedetevi!» esclamò Mia.

Mi sedetti al mio solito posto, con affianco la sorella del mio amico, di fronte si trovava Annie al centro fra Jamie e Lily.

Cenammo in silenzio, accompagnando la pasta con del raffinato vino pregiato di tanto in tanto cercavo lo sguardo di Mia dopo essermi accorto che anch'ella cercava il mio. Mi sorrideva, ed io ricambiavo quando mi era possibile.

«Che ne dite di organizzare qualche giorno al campeggio?» esclamò Jamie entusiasta.

«Si sarebbe una bella idea» lo appoggiò sua moglie.

«Anche io lo penso, potrebbe essere divertente» seguí Annie.

«Bene, lo dirò anche a Geroge e Steph che ne dite del prossimo fine settimana?» sorrise allegro Jamie.

«Per noi va bene, verso tesoro?» si rivolse Annie, alzai un sopracciglio a quel nomiglilo, non lo usava mai e tanto meno in pubblico. Esitai per poi rispondere.

«Si, non dovrei avere altri impegni»

«Mia potresti portare anche le tue amiche, più siamo meglio è» scrollò le spalle il mio migliore amico, sorseggiando un po di vino.

«Le chiamerò sicuramente, poi mi servirà un po di compagnia giovane.. sai com'è» scrollò le spalle con noncuranza quest'ultima.

«Ma tu sentila!» esclamai ridendo sonoramente, seguito da Lil e da suo marito.

***

«Che ne dite di noleggiare un film?» annunciò Jamie una volta gettatosi a peso morto sul divano.

«È un'ottima idea» affermai, mentre le due donne si accomodarono sulla poltrona, la ragazza invece restò in piedi.

«E' la serata delle ottime idee fratellone!» gli schioccò un occhiolino Mia.

«Andiamo allora, ti accompagno» fece Jamie, intento ad alzarsi, una voce lo precedette.

«Posso.. accompagnarti io se ti va, Jamie sarà stanco» azzardò la ragazza dai capelli ramati, lo sguardo di Annie si indurì a all'udire di quelle parole fissò il volto della ragazza senza sosta. Io esitai prima di rispondere.

«Si certo.. andiamo» le sorrisi gentilmente, per poi recuperare le chiavi dell'auto.

«Mi raccomando, vogliamo vedere un bel film non un mortorio» esclamò Jamie, prima che uscissimo a raggiungere l'auto in garage.

«Perché sei voluta venire?» chiesi improvvisamente, spiazzandola del tutto. Nel frattempo eravamo già in auto, tenevo salda la mano sul voltante e sul cambio.

«Volevo tenerti compagnia» sorrise sinceramente ed io feci lo stesso. Arrivammo in fondo alla strada, vi era un insegna verde e gialla parcheggiai esattamente li di fronte.

Entrammo facendo tintennare l'addobbo appeso alla porta, un'infinità di scaffali erano sottoscritti da ogni genere cinematografico.

«Buonasera» parlai educatamente, il ragazzo con gli occhiali spessi mi rivolse un cenno, intento a non staccare gli occhi dal suo cellulare.

«Da dove iniziamo?» propose lei, ispezionando alcuni scaffali.

«Io direi di escludere il settore romantico strappa lacrime» scrollai le spalle, ed lei mi guardò torva.

«Cos'hai contro i film d'amore?» rise infine divertita.

«Nulla, soltanto che.. sono film, preferisco la vita reale» nel frattempo avevo fra le mani un dvd di zombie, scrutai la trama sul retro.

«Preferisci la vita reale, ma ti piacciano i film di zombie. Figo» sussurrò sarcastica la ragazza, oltrepassandomi. Si soffermò sul reparto fantascienza, io mi limitai ad osservarla sottoecchi. Non era abbastanza alta ma il suo corpo era minuto, le curve erano al punto giusto e immediatamente sentì il fuoco invadermi dentro. Dopo ardue decisioni e disguidi prendemmo il film di zombie al quale poco prima avevo dato un'occhiata.

«Non è giusto però, tu puoi vedere i film di zombie, ed io devo scartare i strappa lacrime?» piagnucolò, entrando in auto.

«Gli zombie sono fighi!» sorrisi accendendo il motore, lei fece una smorfia per poi accavallare le gambe e guardare fuori dal finestrino. Dopo un paio di minuti si voltò verso di me, percepí le sue iridi bruciarmi il mio viso, volevo ricambiare ma ciò significava da parte mia perdere l'autocontrollo.

«Cosa volevi dirmi prima al gazebo?» la sua domando mi spiazzò completamente, tant'è che non mi accorsi del semaforo rosso, frenai scattosamente in tempo. Mi schiarì la gola cercando di non apparire nervoso, anche se in realtà lo ero.

«Nulla di importante» cercai con tutte le mie forze di sorriderle, per poi sfiorarle la coscia con le dita. Lei osservò il mio gesto, prima di rivolgermi un dolce sorriso, uno dei migliori.

Di sua spontanea volontà accese la radio e iniziò a canticchiare anche le canzoni che non conosceva, ne fui felice adoravo sentirla cantare.
Quando arrivammo parcheggiai la mia auto e salimmo in silenzio le scale principali. Decisi di non bussare bensì di inserire la chiave nella serratura.

«Eccoci arrivati!» esclamò Mia, Annie le rivolse subito uno sguardo molto poco gentile.

«Che film avete preso?» il mio amico si catapultò immediatamente accanto a sua sorella, scrutando nella busta di plastica.

«Wow Zombie, ti adoro!!» mi rivolse un occhiolino, ed io risi di gusto prima di accomodarmi sul divano.

***

Il film risultò piacevole a tutti, tranne che a Mia che ogni volta si copriva il viso con le mani per il troppo sangue, datone la sua posizione seduta in terra si aggrappava al mio ginocchio per tenere comoda la testa. Anche soltanto sentire il peso del suo capo su un ginocchio riusciva a suscitarmi dentro una serie di fuori d'artificio che non riunisco a spegnare in un nessun modo,ormai era chiaro quella ragazzina si era completamente impadronita di me.
Un'ora dopo il film era finito, ed anche le sensazioni piacevoli che ancora avrei voluto provare per quella ragazza.

«E' stato un piacere, Annie sei un'ottima cuoca come sempre» l'abbraccio Lily, sorridente. Poi abbracciò anche me.

«Di nulla, passate quando volete» aggiunse mia moglie, io diedi un colpetto di spalla al mio migliore amico il quale ricambiò attirandomi verso di lui per un abbraccio. Mancava soltanto la ragazza dagli occhi chiari all'appello, dopo aver salutato tutti ci trovammo in pieno imbarazzo. Mi avvicinai sorridendole per poi scompigliarle i capelli sul capo, lei rise divertita.
Poi spiazzò tutti, avvicinandosi e abbracciandomi leggermente io non esitai neanche un minuto e mi stupì di me stesso, c'era mia moglie, il mio migliore amico eppure non ci pensai due volte ad affondare il viso in quella capigliatura ramta e profumata. Ci staccammo e soffrì alla perdita di contatto, per poi vederla oltrepassare la soglia di casa mia insieme al mio migliore amico e a sua moglie. Quando la porta cigolante si chiuse mi strofinai il volto con le mani, stanco.

«È successo qualcosa oggi.. in giardino?» la voce di Annie ruppe il silenzio che si era venuto a creare dopo l'assenza dei nostri amici.

«No, cosa sarebbe dovuto succedere?» cercai pazientemente di mantere la calma.

«Non lo so.. » scrollò le spalle.

«Lei tu guarda in modo strano e non mi piace» affermò infine.

La ciliegina sulla torta

«Non mi guarda in nessun modo strano, siamo molto legati ha soltato suo fratello sua moglie, ha bisogno di un'altra figura di cui fidarsi» sbottai, scocciato.

«Si ma perchè proprio tu?» iniziò ad alzare la voce, questo mi irritò molto.

«Perchè si, perchè è una ragazzina speciale e.. e..non lo so lei si è affezionata a me ed io a lei, adesso basta parlane è ridicolo» mi sbottonai i lembi della camicia e feci lo stesso con i primi davanti. Sentì mia moglie sospirare pesantemente, per poi avviarsi verso la camera da letto e sentire un enorme tonfo, sbattè pesantemente la porta.




Mia'spoint of view

Non ci impiegai molto a capire che per Michael provavo qualcosa, qualcosa che andasse oltre le mie aspettative. Quel giorno al gazebo, i suoi occhi m'apparvero diversi dal solito, percepivo che ciò che avrebbe dovuto dirmi avrebbe cambiato le nostre vite per sempre, probabilmente si tirò indietro il semplice motivo che tutto doveva rimanere così com'era. Michael riempiva le mie giornte, era una persona misteriosa e docile, un po' da incoraggiare e stuzzicava il mio intelletto. Michael era una persona interessate, non finiva mai stupirmi. Riempiva le mie giornate in un modo che mai nessuno aveva fatto, in sua presenza ero sempre allegra e spensierata. Mi donava calore, un forte senso di familiarità.
Non avevo bisogno d'altro.
La sua presenza era pace per me, stargli vicino era diventata una vera dipendenza.
Tornai a casa con un enorme vuoto all'altezza del petto, guardavo fuori dal finestrino amareggiata e sconsolata. La mia testa era stracolma di domande, ormai stanca di dover nascondere ciò che veramente provavo per quell'uomo dolce e affascinante.
Non appena rientrai a casa, sentì la voce di Lil arrivare alle mie orecchie così mi voltai immediatamente verso di lei.

«E' tutto okay? Non hai detto neanche una parola per tutto il viaggio, non è da te» ridacchio, e cercai di farlo anch'io.

«Sono solo stanca» mi avvicinai e l'abbracciai forte, nascondo il viso nei suoi capelli mogano. Lei mi guardo dolcemente per poi lasciarmi una carezza delicata sulla guancia.

Mi misi a letto e con i pensieri in subbuglio cercai di addormentarmi

***

Due giorni dopo, Chris mi telefonò chiedendomi un secondo appuntamento ed io accettai, senza caprine esattamente il motivo, probabilmente volevo staccare un po il mio cuore da quell'uomo dannatamente bello quanto impossibile. Ero davanti allo specchio, quando decisi di non indossare più il vestito rosso, ne presi uno nero a mezze maniche più o meno al ginocchio. Feci un cenno d'approvazione per poi infilare le scapre e dedicarmi all'acconciatura. Non ci misi molto, feci una coda spettinata arriciando le punte, misi del mascara ed il mio cellulare vibrò al momento giusto.

Chris:"Sono arrivato"

Gli inviai una faccina sorridente, e scesi velocemnte al piano disotto.

«Sto uscendo, ci vediamo più tardi» avvisai Lil che era intenta a cucinare.

«Va bene tesoro, a dopo» sorrisi, per poi avviarmi verso la porta. La spalancai: il ragazzo dalla capigliatura bionda era davanti a me adagiato alla sua vistosa e luccicante moto nera.

«Ehi» mi limitai a dire.

«Johnson, come stai?» mi baciò la guancia, ciò che sentì fu soltanto un leggero fastidio.

«Sto.. bene e tu?» intanto mi passò il casco, ed io lo inserì sul mio capo senza esitazioni.

«Benone, sono felice che tu abbia accettato sono sicuro che questo film non ti deluderà» salì in sella, tenendomi al suo petto con le braccia.

«Lo spero per te» ribattei sarcastica, lui in cambio rise di gusto.

Eravamo dinanzi alla cassa quando Chris insistette nel pagarmi il biglietto del cinema.

«Non avresti dovuto» bofonchiai, recuperando il cartone di popcorn.

«Oh si che dovevo, dopo tutto sono un gentiluomo» gli sorrisi, stavolta sul serio.

Entrammo in sala, era completamente piena. Sedemmo in ultima fila ai rispettivi posti e posizinai il cartone esattamnete in mezzo a noi. Il film era interessante, non da oscar ma era comunque piacevole guardarlo i pop corn erano finiti e fra noi nessuna barriera, la sua mano sfiorò appena la mia, cercava consenso e in un batter d'occhio la mia finì intrecciata nella sua, le guardai per un istante.

Vorrei che fosse Michael a stringermi la mano adesso.

Piano iniziò a chinarsi verso di me e a guardami con occhi dolci e languidi. Improvvisamente non riuscí a muovermi ero paralizzata. Le sue labbra senza prevviso provarono a sfiorare le mie senza però alcun successo. Non era una questione di principio semplicemente avevo la mente già occupata e Chris non faceva altro che complicare le cose, non volevo deluderlo e ne comportarmi in maniera poco educata. Mi scostai leggermente, con le guance un po' rosse e un po' confusa da tutta quella situazione.

Il film era finito e per foruna Chris non tentò ne di tenermi per mano ne di baciarmi, fui sollevata.

«E' stato bello il film» affermò lui, intascando le mani.

«Si già» sibilai, guardandomi le scarpe, eravamo imbarazzati io probabilmente più di lui.

«Hai fame? Vuoi mangiare qualcosa?» chiese lui, per sciogliere il ghiaccio.

«Si, si.. credo sia un'ottima idea» mi rilassai temporaneamente, per fortuna.

Ci dirigemmo in un fast food li vicino, io ordinai il mio solito hamburger con le patatine senza katchap. Dopo aver preso ordinazioni ringraziammo la cameriera che ci lasciò soli.
Chris era praticamente stravaccato sul stavolo, teneva i gomiti sulla tovaglia senza preoccuparsi d'apparire scortse. Michael, invece avrebbe tenuto i polsi sul tavolo quando ne era necessario, averbbe accavallato le gambe accompagnte dal suo vestito elegnate nero.

«Sei strano è tutto okay?» scossi la testa, quando mi accorsi che mi stava parlando.

«Si è tutto apposto, ho una fame da lupi» esclami massaggiandomi lo stomaco.

«Sei di buon appetito non è vero?» rise lui.

«Si mangio praticamente tutto, è difficile trovare qualcosa che non mi piaccia» la tensione sembrò sciogliersi.

«Non si direbbe.. dal tuo.. fisico insomma, non sembri una che mangia molto»

«Be' ti ho stupito» scrollai le spalle sorridendogli. Finalmente il nostro panino arrivò contornato da foglie di insalta e bustine di maionese e patatine che fuoruscivano dal pane.

Mangiai con calma, Chris quando ne aveva l'occasione mi toglieva la maionse all'angolo delle labbra, ma il suo contatto non mi faceva piacere come con Michael a tratti me ne sentivo imbarazzata. Insistette nuovmente nel pagarmi anche la cena, così ci avviammo alla sua moto. Il vento mi scompigliava i capelli che fuoriuscivano dal casco rosso, quasi avevo le lacrime agli occhi sentì poi il mio cellulare vibrare. Illuminai lo schermo, controllandone i messaggi.

Michael:"Ciao piccola, come stai?"

Quando i miei occhi lessero il nome del mittente sorrisi involontariamente come un ebete, gli occhi mi si illuminarono poi riposi il telefono in borsa promettendomi però di rispondere appena scesa da quel mostro volante.

«Chi era?» chiese improvvisamente Chris, io lo osservai dallo specchietto.

«Ehm.. nessuno» ridacchiai.

«Ma sei hai sorriso come una bambina» rise, facendo una strana smorfia.

«Io non ho sorriso» risposi acida.

«Oh si che l'hai fatto!» esclamò ridendo di gusto. Passarono alcuni minuti, poi il suo tono di voce si fece calmo quasi mogio.

«Era quel tuo amico? Michael Reed?» non me l'aspettavo, arrossì violentemente in viso e cercai di rispondere il più tranquillamente possibile.

«Si.. era lui» distolsi poi lo sguardo, dato che eravamo fermi al semaforo.

«Lui ti piace?» la domanda successiva fu peggiore della prima.

«Perchè me lo chiedi?» mi avviccinai alla sua spalla.

«Perché si vede, lo sai vero?» risi nervosamente.

«Ma dai è.. »

«Ho provato a baciarti e tu ti sei scostata, è evidente che ti piace qualcun altro» avvampai d'improvviso, e il verde scattò.

«Non mi piace qualcun altro» provai a convincerlo, ma specialmente a convincere me.

«Devo crederti?» quel sorriso mi rassicurò.

«Si»

Arrivammo nel viale di casa, dove parcheggiammo la sua moto.
Scesi con un movimento rapido liberando la mia chioma dal casco, poi glielo porsi.

«E' stato bello Mia, mi piace stare con te» confessò, per poi mettermi una ciocca dietro l'orecchio. Sorrisi il più possibile, non velevo ferirlo e non volevo neanche sprecare un'occasione datone la mia impossibile futura storia con quell'uomo di cui mi ero follemente invaghita.

«Anche per me è lo stesso» mi limitai a dire, ci sorridemmo poi mi avvicinai alla porta, l'aprì e la richiusi alle mie spalle.






#SPAZIOAUTRICE

Buongiornoo! Mi scuso per l'assenza ma spero di essermi fatta perdonare buona lettura e mi scuso per gli errori di battitura ❤️❤️❤️

See you baby❤️

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