TWENTY

By SarahAdamo

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🏅I'm on THE WATTYS 2018 LONGLIST - MIA è una ragazza dinamica, solare, spesso e volentieri capricciosa. Ama... More

#SPAZIOAUTRICE❤️
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Finalmente BOOK TRAILER!
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Ringraziamenti
Twenty 2.. cosa ne pensate?

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By SarahAdamo







Michael's point of view

Non potevo far altro che esserne contento della sua presenza. Di solito le giornate passate in ufficio diventavano monotone, noiose, ma quando intravidi il suo viso oltre la finestra della sala conferenze qualcosa mi disse che la giornata avrebbe preso una piega del tutto diversa. L'avevo osservata tutto il tempo, tenevo ogli occhi ben saldi sulla sua folta chioma ramata e sul capo chino intenta a scrivere su fogli. Alzavo lo sugardo, non volevo farmi beccare in fragrante ma lei riusciva a precedere ogni mia mossa.
Ballare nel mio ufficio, mai fatto un qualcosa di più bizzaro, ma con Mia tutto diventava imprevedibile. Bizzarro e meravigliosamente fuori dalla normalità. 
I nostri corpi erano vicini e i nasi si sfioravano senza esitazione, lentamente la indussi a quella danza lenta e soave tenevo salda la mano fra la sua, la canzone finì ed anche i passi smisero di muoversi. Eravamo ancora intrecciati l'uno a all'altra, la mia mano stavolta fu ferma sulla sua schiena, non feci altro che alternare lo sguardo fra i suoi occhi e le sue labbra.

«Be'.. è stato interessante» sorrise maliziosamente, posizioando le sue iridi verdi sulle mie labbra. Si inumidì le sue passandoci su la lingua. La calamita che avevo dentro mi impediva di staccarmici, a tutti i costi qualcosa mi tratteneva dallo star lì ad ammirare la persona che poco a poco stava cambiando la mia vita. Piano avvicinai la mia mano libera alla sua guancia, le sfiorai le labbra con il pollice e Dio so lo sa cosa mi stesse ancora trattenendo. Strabuzzai di poco gli occhi e mi staccai controvoglia strinsi i pugni lungo il corpo e lei si stronfiò il braccio imbarazzata guardando altrove.

«Io.. posso andare un secondo al bagno?» sibilò

«Si ehm.. puoi andare li, quello è il mio bagno privato» dissi, indicandole la porta con gli inserti bianchi alla mia destra. Lei annuì silenziosamente e si precitò chiudendo la porta a chiave. Quando rimasi solo tirai un enorme sosprio di sollievo non mi ero accorto della mia sudorazione eccessiva, tiriai su le maniche della camicia sbottonandone i lembi. Mi sedetti affranto sulla sedia girevole e mi presi la testa fra le mani.
Perché non riuscivo a starle lontano? E perché desideravo cosi tanto baciarla di nuovo? Volevo costatare se fosse reale, se quella sera a Nizza fosse stato soltato un sogno. La mia unica certezza è che quella notte, quel bacio aveva fatto riaccendere quel fuoco che avevo tenuto segretaemente spento per troppi anni, Mia era la mia fiamma, una fiamma che ardeva di passione nel mio petto.
Il telefono squillò, facendomi ritornare alla realtà. Mi composi e poi risposi.

«Si?»

«Signor Reed, c'è sua moglie non sono riuscita a fermarla sarà li a breve e.. » non finì la frase che udì dei pesanti passi nel corridoio.

«Si è qui, grazie Selly» in pre dal panico riagganciai, un minuto dopo la porta si spalancò rivelando mia moglie. Sperai con tutte le mie forze che Mia restasse lì alla toilette ancora per molto.

«Annie»


Mia's point of view

Mi rifugiai in bagno, ed attaccai la testa alla porta scivolai giù e mi sedetti sul pavimento. Sentivo il cuore esplodere e le gote infiammate, cercai di respirare profondamente, un cumolo di emozioni si fece strada dentro me, nel momento in cui capì che ormai stargli lontano era diventata un'impresa difficile. Era complicato da spiegare, ma in Michael c'era tutto ciò di cui avevo apparetemente bisogno, era di famiglia, lo conoscevo bene, era gentile amorevole e mi sentivo protetta fra le sue braccia.
Sapevo che dentro di me stavo combinando un vero disastro ma non riuscivo ad evitarlo, e non volevo, evitarlo.
Mi bloccai udendo la voce di una donna al di fuori della porta. Accostai l'orecchio al legno e corrugai le sopracciglia nella speranza di capirci qualcosa.

«Annie» parlò la voce di Michael.

«Michael, sei agitato qualcosa non va?» quella voce, la voce della sua donna della persona che lui amava e che aveva sposato. Mi fece uno strano effetto sentirla con le mie orecchie, sino a quel momento avevo percepito sua moglie quasi come un fantasma, mai si era presentata alle loro rimpatriate fra mici e mai avevo sentito Michael parlarne col sorriso.
Annie. Annie era sua moglie.

«Non sono agitato, tu come mai sei qui?»

«Sono venuta a trovarti, mi annoiava a stare a casa da sola» si lamentò lei.

Michael mi aveva parlato raramente di sua moglie, a dir la verità nenache con i suoi amici ne parlava molto, ma da quello che potei capire la sua presenza non gli trasmetteva tanta  serenità.

«Mi fa piacere che tu sia venuta, ma.. ho parecchio lavoro da fare perciò.. ti spiace se ci vediamo a casa?» lei stette in silenzio, io decisi restare li dov'ero, metterlo in difficoltà era l'ultima cosa che volevo per lui.

«D'accordo.. »finì lei, il suo tono era pacato sconforato assieme.

«Di chi è questa borsa?» strinsi i denti e mi morsi il labbro pensando che avesse trovato la mia borsa sulla sedia. "Accidenti" dissi fra me e me.

«Non lo so, cioè l'ho trovata e.. e.. avevo intenzione di portarla alla polizia dopo» balbettò impacciato.

«E' perchè tieni accesa la radio? Non lo fai da anni» dal tono sembrava altezzosa e anche irritata in quel momento.

Io strofinai la mano alla fronte scuotendo la testa e contemplando la sua fantastica menzogna, non poteva investarsene una migliore. Un'attività..

Michael non teneva mai accesa la radio?

E perchè allora quel giorno l'aveva accesa?

«Non lo so, oggi ne avevo voglia.. » farfugliò lui.

«Capisco.. posso portarla io la brosa comunque visto che sto uscendo»

«No, tranquilla queste sono cose.. da uomini non mi va che tu perda tempo» ridacchiò lui.

«Va bene, se lo dici tu» sbuffò pesantmente.

«Ci vediamo a casa allora, ti aspetto Mike» cinguettò ancora.

«Mmh-mh a dopo» e poi sentì la porta sbattere.
Cosi uscì dal mio rifugio tirando un grosso sospirò si sollievo.
Michael era appoggiato alla scrivania, si tirava indietro i capelli e si grattava la nuca in maniera frustrata incapace di reagire. Io tenni le braccia conserte.

«Stai bene?» lui accorgendosi della mia figura si voltò per guardami in viso.

«Si sto bene.. ti ringrazio per non essere uscita» mi sorrise ed io ricambiai comprensiva.

«Di nulla, ma.. la prossima volta non devo lasciare la mia roba in giro, se dobbiamo mentire dobbiamo farlo bene» mi avvicinai maggiormente posizionandomi quasi fra le sue gambe, scoppiammo a ridere poi.

«Scusa, cioè.. non voglio immischiarti in queste cose, Annie è una persona particolarmente gelosa e non mi va che ti perseguiti o altro.. » abbassò lo sguardo intristito.

«Non devi preoccuparti, lo capisco » mi avvicinai e lo guardai teneramente.

«Vieni qui» aprì un braccio e mi incitò a tuffarmici dentro. Io non esitai un solo secondo. Il suo arto mi avvolse tutta, ed io poggiai la testa al suo petto contro quella camicia bianca di cotone. Tenevo ancora le braccia conserte, iniziò ad accarezzarmi le punte dei capelli datone le lunghezza poi ci staccammo.

«Credo sia ora di andare a casa» disse, guardando l'orologio al sul polso.

«Si credo sia ora, Jamie sarà fuoriso come sempre» sbuffai, raccogliendo la borsa.

«Ti do un passaggio» fece, prendendo le chiavi dalla tasca.

«Oh no, non serve tranquillo, ho lo scooter parcheggiato qui sotto» mostrai lui io mio cascolo e sorrisi.

«Okay, ma.. non farmi stare in pensiero» ci avviammo alla porta  lui la tenne ferma per permettermi il passaggio.

«Non lo farò» incurvai un sorriso e usai un tono buffo.

«Allora, ci sentiamo dopo..» ero fuori dal suo ufficio a quella frase abbassò lo sguardo, un po imbarazzato. Mi piaceva il suo timido modo di fare, mi era del tutto nuovo.

«A dopo Michael» gli schioccai un occhiolino avviandomi spedita all'ascensore.

L'aria che mi finiva in viso era calda e mi scompigliava i capelli che fuoriuscivano dal casco, mi beai di quella sensazione amavo andare in giro con il due ruote.
Arrivai a casa, tolsi il caso e posizionai lo scooter in garage. Jamie e Lil erano fuori, fortunatamente i rimproveri e le ramanzine furono rimandate al giorno dopo. Posai la mia borsa in terra accanto al vaso per gli ombrelli. Legai i capelli in una crocchia veloce e mandai subito un messaggio a Michael.

Mia:"Sono a casa, Jamie non c'è e per fortuna la strilliata si rimanda a domani"

Usai una faccina sorridente, e nel mentre aspettai una sua risposta decisi di lavarmi infretta e indossare i miei pantaloncini  e canotta bianca per la notte.
Dopo un paio di minuti il mio cellulare vibrò ed io corsi ad accedere lo schermo.

Michael:"Be' menomale! Grazie per essere passata oggi, mi hai fatto stare bene"

Sorrisi a quel messaggio e non potei esserne più fiera, sperai d'avergli migliorato la giornata.

Mia:"Anche io ho passato una bellssima giornata, buonanotte Mike"

Mi misi a letto, non mi andava molto di cenare avevo soltato stuzzicato alcuni biscotti dalla biscotteria cosi esausta appoggiai la testa sul cuscino. Fissai per minuti indefiniti il telefono impaziente di ricevere la sua buonanotte.

Michael:"Buonanotte piccola"

Mi morsi il labbro inferiore, sorrisi e chiusi il cellulare posandolo sul comodino accanto al letto. Mi beai della sensazione morbida del mio matereasso e della freschezza che emavano le lenzuola, cosi mi addormentai velocemente.

***

I giorni seguenti passarono infretta, finalmente i corsi erano terminati ed io non facevo altro che concentrarmi contemporaneamente sull'ultimo esame e sullo spettacolo organizzato dalla Regal Academy. Era giovedi ed ero seduta comodamente sul mio divano rosso intenta a guardare una delle mie serie preferite quando il campanello decise di turbare il mio momento di quiete. Jamie era a lavoro e Lil anche ovviamente ero sola in casa e quindi toccò a me alzarmi dal quel comodo divano e dirigermi verso da porta. La spalancai decisa e dinanzi a me trovai la mia migliore amica.

«Karen, che ci fai qui? Non mi avevi detto che passavi» ci abbracciammo.

«Hai ragione scusa, ma appena ho saputo sono voluta venire di persona» esclamò entusiasta, nel frattempo la feci entrare e ci accomodammo dove poco prima mi ero seduta io. Accostai le gambe al petto avvolgendole con le braccia guardando Karen con uno sguardo pimpante e curioso.

«Dimmi tutto, cosa hai saputo?»

«Ecco, sabato alcuni amici di Jackson stanno organizzando una mega festa al Daniel's, tu che ne pensi ci vieni?» chiese, spruzzante di gioia e adrenalina.

«Vorrei ma.. avevo promesso a Chris di uscire con lui, sai non mi piace dare buca altrimenti mi perseguiterà per sempre» alzai gli occhi al cielo seccata.

«Be? Rimanda a domani scusa!» scrollando le spalle la mia amica.

«E se fosse impegnato?» dissi, guardando il mio cellulare mordendomi il labbro inferiore.

«Tu prova» mi incitò Karen. Senza dire altro, digitai il numero di Chris nella speranza che potesse rispondere, tre squilli e finalmente sentì la sua voce mascolina.

«Pronto?»

«Pronto Chris sono Mia.. »

«Mia? Mia Johnson?» sollevai gli occhi al cielo sbuffando.

«Si quante Mia conosci?» risposi acida.

«Quella che conosco io non mi chiamerebbe mai» sghignazzò lui.

«Volevo dirti.. se era possibile spostare il nostro appuntamento a domani sera» enfatizzai queste ultime. Lui non rispose e pensai che la linea fosse caduta.

«Chris?»

«Si sono qui, comunque per me va bene passo a prenderti alle 7» accennai un piccolo sorriso.

«A domani, un bacio» cercai d'essere cordiale almeno lui con me lo era. Riattaccai gettando il cellulare accanto a me.

«Allora?»

«Allora si, ci vediamo domani, sabato verrò alla festa» sorrisi e le sottili braccia di Karen mi avvolsero completamente baciandomi la guancia.

«Grandioso!!»

Guardammo la tv insieme per un po, quando d'improvviso sentì Lil rientrare con le buste della spese ed io e la mia amica le andammo in soccorso.

«Sei tornata, dai a me!» esclamai prendendole due buste dalla mani.

«Bentornata signora Johnson» disse Karen.

«Salve ragazze, cosa facevate?» insieme ci dirigemmo in cucina mettendo negli appositi ripiani e mensole il necessario.

«Mah niente di che, guardavamo una serie» scrollai le spalle.

«E Jamie?»

«Torna fra poco, ha fatto tardi in ufficio era con Michael» al suono della sua voce mi sentì mancare di un battito tant'è che non spiccicai parola, ero intenta a tener ferme le mie emzioni.

Nel frattempo avevo finito di reporre tutto il necessario comprato da Lil negli appositi ripiani, così mi sedetti a chiacchierare con la moglie di mio fratello e la mia migliore amica.

«Domani Mia ha un appuntamento con un ragazzo!» ammiccò Karen, ed io la maledì con lo sguardo.

«Ah si? Era ora tesoro, sei troppo sola devi trovarti un fidanzato sei un'adulta ormai» mi accarezzò la guancia, ed io la guardai dolcemente. Lil è sempre stata la mia figura materna in assoluto, si era presa cura di me dalla morte dei miei genitori, non aveva fatto altro che accudirmi, insegnarmi le buone maniere e quant'altro. Non la ringrazierò mai abbastanza per questo.

«Già sono in una leggera crisi, non so cosa indossare» sbuffai tenedo il viso sul palmo della mano.

«Se vuoi puoi dare un'occhiata nel mio armadio» mi schioccò un occhiolino, io le sorriso euforica. In quel momento bussarono alla porta e mi affrettai ad aprire.

«Arrivo» strillai, nel frattempo legai i capelli in una crocchia disordinata e poi spalancai la porta che rivelò la figura di mio fratello.

«Potresti anche portarti le chiavi le prossima volta» lo canzonai seccata lui alzò un sopracciglio dandomi una pacca sul braccio.

«Ma tu guarda questa ragazzina, non si saluta neanche» dopo la sua figura, ne seguì un'altra della quale ne fui estremamente felice e entusiasta.

«Michael!» esclamai saltandogli al collo, senza però soffocarlo o farlo cadere all'indietro. Un abbraccio casto, sincero. S'imbarazzò come al solito, e lo sentì ridere immerso con il capo al di là della mia spalla.

«So che vuoi molto bene a Michael così ti ho voluto fare una sorpresa» esclamò mio fratello, dal corridoio.

«Complimenti hai azzeccato» dissi, staccandomi dall'abbraccio ed intascai le mani sul retro dei mei pantaloncini.

«Mi fa piacere che ti sia piaciuta, per questo non ti ho avvisato» continuò la voce roca e possente di lui.

«Nessun problema, forza entra» lo incitai e dopo essere entrato chiusi la porta alle mie spalle.

Ci trovammo tutti in cucina, io rimasi sulla soglia appoggiando le spalle allo stipite, posizionando una mano sul fianco. Dinanzi a me, c'era seduta Karen.

«Cos'hai comprato di buono?» chiese mio fratello a sua moglie rovistando nei vari mobili.

«Tutto ciò che piace a Mia, ora giù le mani e uscite tutti che devo prepare la cena su su» si rivolse dolcemente a tutti, io e Karen ridemmo, mentre gli uomini si diressero nel salone.

«Noi possiamo aiutarti?» parlai anche da parte di Karen.

«Ma certo, mettiamoci all'opera avevo intenzione di prepare dei ravioli fatti in casa» rispose, entusiasta e con le iridi luccicanti.

«Fantastico!!» esclamammo infine io e Karen.






#SPAZIOAUTRICE

Buonasera a tuttiii!!😃😃 mi spiace tanto per l'assenza ma spero di essermi fatta perdonare, aspetti i vostri commenti, a prestooo!!

See you❤️

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